Grambone Graziano - Associazione Succede solo a Bologna
Transcript
Grambone Graziano - Associazione Succede solo a Bologna
COMMIATO DI UN VECCHIO ATTORE di Graziano Grambone Fu così che una luce Zummò sul suo volto “Mi ami”? Lei rispose “ti amo” E il proscenio fu tutto Un roteare di astri Un rincorrersi di nuvole E pioggia di petali azzurri E armonie di lontananze ignote. Mille occhi su di loro Su quel bacio in primo piano Su quel prendersi per mano Su quella lunghissima carezza Amore ripetuto infinite volte Poi il sipario si chiuse Lei si tolse il trucco e quel respiro d’amore sugli occhi Accese una sigaretta I facchini presero a sbullonare il cielo Un calcio alla luna Che rotolò dietro la tenda Pezzo dopo pezzo Fu smontato tutto il prato e l’orizzonte Le case si piegarono sulla sola facciate e le finte porte I fiori di carta si disfecero Nel secchio della colla “mi ami ?” Chiese nuovamente lui La donna rileggeva il copione seccata Rondini di raso abbandonate dispiegavano le ali Sul palco di legno “mi ami”? Ripetè Mentre il mondo intorno Veniva decomposto Destrutturato Dissipato Mescolato Disperso Cancellato E tutto ciò che era stato divenne un’altra cosa Un tecnico del suono raccattò il violino Dimenticato da un Amorino E accennò a Schubert “mi ami?” Ma già erano Spente le luci della ribalta Spento ogni faro, ogni scritta luminosa Tutto divenne immobile, buio, freddo, vacuo E nel buio assoluto, immenso, sconfinato Eterno L’uomo continuò a chiedere chi lo amasse In attesa di un‘altra commedia. IL GIOCO DELLA STORIA di Graziano Grambone Ho migliaia di anni E ho abitato tutte le dimore della Terra Ho il sangue della Tribù degli Uomini E la pelle di brezze e pioggia Ho dormito In accampamenti di guerrieri Venuti dal Nord Nei risvegli ho visto fiorire la sorgente del Nilo Acque gialle distendersi e lambire queste mie pianure. Ho navigato il Mediterraneo su legni leggeri Immaginando i precipizi del mondo Sulla riva dell’Adriatico ho edificato un casa Nelle vene Il ritmo dell’Africa E la musica di tutti i continenti Li evoco ogni volta Che dischiudo un pianoforte Con straccioni, fuggiaschi e cantori Ho pianto Sulla polvere di Troia e delle belle città assediate A Marzabotto e Sant’Anna sono mille volte morto Ho imparato con umiltà e dolore A riscrivere Il nome Patria. Ho aiutato gli schiavi Ad innalzare giardini fioriti Sulle terrazze di Babilonia e grattacieli Scorrevano come fiumara gli orrori Della Storia Ho vagato di terra in terra sulla scia del Sole depredando i villaggi posti sul mio cammino Sono stato contadino e mercenario Sono egualmente miei figli, i ragazzi che si sfidano nelle piazze Chi ferisce e colui che sanguina Negli incontri i nostri occhi si specchiano scambiandosi pensieri E ciascuno è l’altra persona Ho ascoltato morire Migliaia di vite innocenti In un turbinio di numeri che disvela la caducità della vita Non sono riuscito a salvare nessuno. VOCI NEL VENTO di Graziano Grambone Nella distrazione d' un Sogno il Divino dona ai viventi frammenti di Felicità Eterna L'uomo abbandona gli occhi al sonno sulle labbra sorridono ancora i colori dell'alba Il bambino gioca alla guerra e richiama alla vita tutti i soldati nei secoli morti La muta Bellezza del Cielo è la bontà che si spande nel cuore di ogni dormiente. I pesci volano e gli uccelli tessono nidi tra i coralli Hai teso la tua mano nell'azzurro oltre i Continenti e non hai più udito pianto e sofferenza In ogni Paese ti abbracciano e ti chiamano per nome La morte è uno scherzo: uno ad uno siedono alla tua tavola tutti coloro che il tuo cuore ricorda.