Treviso, 12 settembre 2003 Oggetto: presunta torba
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Treviso, 12 settembre 2003 Oggetto: presunta torba
SERVIZIO TERRITORIALE Struttura responsabile del procedimento: UNITA’ FUNZIONALE AGENTI FISICI Il responsabile del procedimento: DOTT. FRANCO ANDOLFATO (tel 0422/558553 – e-mail: [email protected]) Treviso, 12 settembre 2003 Oggetto: presunta torba radioattiva. Osservazioni sulla notizia riportata sul Gazzettino di ieri: • La Lituania non è in Bielorussia e la contaminazione prodotta dall’incidente di Chernobyl in quel Paese non fu molto differente da quella che si verificò nell’Italia del Nord • Il becquerel non è l’unità di misura del radon (che non è una grandezza fisica ma un nucleo radioattivo) ma l’unità di misura dell’attività radioattiva (1 Bq= 1 disintegrazione radioattiva al secondo) • L’unità di misura utilizzata per confrontare la torba tedesca con quella lituana (Bq/cm2) viene utilizzata per dare indicazione della contaminazione superficiale (nei casi in cui venga sparso su un superficie un radionuclide oppure in cui vi sia un fall out) e non della contaminazione di un materiale, che dovrebbe essere espressa in attività per unità di massa (Bq/kg). • Non viene specificato se si tratta di una contaminazione dovuta a radioattività naturale o artificiale • La affermazioni sui rischi causati dalla torba sono del tutto gratuite e prive di fondamento, perché bisognerebbe comunque specificare le condizioni di esposizione: ammesso che la torba sia radioattiva, la situazione è ben diversa a seconda dei tempi, delle modalità e le quantità di torba con cui una persona può avere a che fare In generale: La composizione e la concentrazione della radioattività naturale nel terreno variano largamente con le caratteristiche geomorfologiche del sito considerato. Nei materiali naturali tra cui, ad esempio, il tufo vulcanico, possono essere rilevate concentrazioni di RADIO-226 e TORIO-232 da 100 a 300 Bq/kg con picchi anche più elevati. Pertanto una differenza di attività di un fattore 2, come quella riportata nell’articolo, come differenza tra la torba lituana e quella tedesca non è per nulla significativa. In passato al DAP di Treviso è stato richiesto di controllare dei campioni di torba di varia provenienza, tra cui Lituania e Bielorussia. Il contenuto di CESIO, il radionuclide prodotto nell’incidente di Cernobil che ancora persiste nell’ambiente avendo un tempo di dimezzamento di 30 anni, era dell’ordine di qualche becquerel per kilogrammo in tutti i campioni esaminati (poco se si tiene conto che le raccomandazioni della Comunità Europea in materia ammettono che nel latte sia presenti fino a 370 Bq/kg e negli altri elementi fino a 600 Bq/kg). Il contenuto di radioattività naturale era molto variabile a seconda della provenienza del materiale e del tipo di radionuclide ricercato. Altre note Dall’articolo non si capisce se la contaminazione è dovuta a radioattività artificiale o naturale (se il problema è la provenienza dalla zona di Chernobyl, allora si tratta di radioattività artificiale, presumibilmente CESIO, se invece il problema è il RADON, si tratta di radioattività naturale). Per quanto riguarda la radioattività naturale, sono regolamentate solamente alcune particolari pratiche: per esempio l’industria che utilizza minerali fosfatici, lavorazione di sabbie zirconifere e di terre rare, lavorazione ed impiego di composti del torio (elettrodi, reticelle per lampade…). Inoltre vi sono dei livelli di azione (livelli di attenzione) per i luoghi di lavoro sotterranei dove si rilevano la eventuale presenza di gas radon. Secondo la normativa italiana sulla radioprotezione un materiale è soggetto alla normativa stessa se, assieme ad altre condizioni, la concentrazione di attività artificiale è superiore a 1000 Bq/kg. Saluti, Dott. Giovanni Gasparetto Direttore del Dipartimento Provinciale ARPAV di TREVISO