Lo sport vuole atleti sempre più adolescenti ma chi non si arrende
Transcript
Lo sport vuole atleti sempre più adolescenti ma chi non si arrende
[NATI PER VINCERE] DI GIAN PAOLO ORMEZZANO TUTTI A PECHINO GIOVANI E NO Lo sport vuole atleti sempre più adolescenti ma chi non si arrende continua a trionfare C ome stiamo a “vecchi & giovani” nello sport? Il Comitato internazionale olimpico, il sempre sacro e talora empio Cio, vuole proprio lanciare i Giochi per giovani. E ovviamente bisogna fissare il limite anagrafico: Olimpiade vietata ai maggiori di anni diciotto. Ma è già battaglia su questa anagrafe e soprattutto sugli sport in programma: sotto i diciotto anni un nuotatore può già essere un fenomeno mondiale, un maratoneta rischia di fondere dopo una decina di chilometri. Ci sono sport che permettono una lunghissima carriera, anche perché a faticare sono lo strumento, la macchina, l’animale (l’arma da fuoco ma anche la vela, e poi il mezzo motorizzato, il cavallo…), oppure a faticare di più sono i compagni (i rematori che nel canottaggio si dannano anche per il timoniere), e ci sono sport che richiedono l’uso intenso e breve della forza giovane. Ci sono sport di squadra con differenze di ruolo: nel calcio il portiere può invecchiare meglio del centravanti. E ai giochi olimpici sono previsti, per sport come il calcio, dove si tende a schierare formazioni di giovani non ancora immersi nel superprofessionismo, gli anziani fuori quota anagrafica più che economica. In questi ultimi tempi, i cosiddetti limiti d’età sono stati spostati in su e in giù da vari 60 LUGLIO 2008 CLUB3 fattori: la nuova alimentazione, la nuova scienza medica (e se si dice doping purtroppo non ci si sbaglia di molto), l’introduzione della biomeccanica per lo sfruttamento pieno dei movimenti, e anche – si capisce – la nuova preparazione atletica, stimolata, eccome, dall’incremento dei guadagni, con possibilità di carriera sportiva alternativa a qualsiasi altro lavoro, e molto spesso molto più remunerativa. I maratoneti non debbono essere soltanto saggi esperti anziani dosatori accorti delle proprie forze; una ginnasta, se non prende troppo peso, può anche essere brava senza avere meno di vent’anni; un nuotatore trentenne (Massimiliano Rosolino, tanto per fare nomi) può arrivare sempre da protagonista alla sua terza olimpiade. Ecco, l’olimpiade: siamo ormai a Pechino 2008 e sembra proprio finito il timore, per un atleta, che in un’edizione dei giochi lui sia troppo giovane e in quella successiva troppo vecchio. Pensando soprattutto ai nuotatori, si era parlato di spazio eccessivo – i quattro anni, come per l’uomo antico: e olimpiade in senso stretto significa intervallo temporale fra un’edizione e l’altra dei giochi – penalizzante 씮 I RECORD ANAGRAFICI 씰 Giochi di Parigi 1900, i secondi della storia: Françoise Antoine Brandt e Roelof Klein, canottieri olandesi del due con, per la finale contro i francesi lasciano a terra Hermanus Brockman, 60 chili, e mettono al timone un ragazzino francese, 33 chili (più 5 chili di zavorra, sennò la barca galleggia troppo). Vincono, il ragazzino sparisce, di lui solo una foto sbiadita. Medaglia d’oro comunque assegnata all’equipaggio definito franco-olandese (allora i regolamenti erano vaghi assai). Il piccolo parigino sconosciuto fu per anni ritenuto il più giovane vincitore olimpico e il più giovane partecipante assoluto, sino a che venne scalzato nella seconda graduatoria da una ricerca che, anni dopo, diede il primato a Dimitrious Loundras, ginnasta greco, in gara nelle parallele a squadre ad Atene 1896, medaglia di bronzo a 10 anni e 182 giorni, dunque anche il più giovane medagliato. Loundras scalzò a posteriori il francese Bernard Malivoire (a sinistra), 12 anni quando vinse nel due con a Parigi 1924. La più giovane medagliata è una italiana sconosciuta anche “chez nous”, Luigina Giavotta o Giavotti, ginnasta d’argento nella classifica generale ad Amsterdam 1928, a 11 anni e 302 giorni, ed è anche la più giovane competitrice. Il più giovane vincitore olimpico è Klaus Zerta, tedesco, 13 anni e 309 giorni a Roma 1960, nel due con. La più giovane vincitrice è Marjorie Gestring (a lato), Usa, Berlino 1936, tuffi dalla piattaforma, a 13 anni e 268 giorni. Facciamo omaggio al più vecchio vincitore, lo svedese 씮 CLUB3 61 LUGLIO 2008 [NATI PER VINCERE] 씰 Antonio Rossi. A sinistra: Tom Daley, britannico, di soli 14 anni. Sotto: Massimiliano Rosolino 씮 per chi non aveva la fortuna di nascere nella data giusta. Adesso la scienza aiuta a “tenere”. E la nascita di campionati mondiali in ormai quasi tutte le discipline più importanti garantisce ribalte alternative valide anche se non sotto il simbolo dei cinque cerchi, quando ad- I RECORD ANAGRAFICI 씮 Oscar Swahn, Stoccolma 1912, specialità tiro al cervo corrente. Lui aveva 64 anni e 257 giorni, sarebbe diventato – a 72 anni – il più vecchio competitore, ad Anversa 1920. La più vecchia vincitrice? Sybil Newell, britannica di 53 anni e 277 giorni, tiro con l’arco a Londra 1908. La più vecchia competitrice? L’altra britannica Lorna Johnstone, amazzone nel dressage a Monaco 1972, 70 anni e 5 giorni. Guido Balzarini, col successo nella sciabola a squadre di Parigi 1924, a quasi 50 anni, è il nostro grande vecchio d’oro. Il supergiovane italiano è il quattordicenne Giorgio Cesana, timoniere in tre armi vittoriosi ai giochi di Atene 1906, poi cancellati dal Cio, ma con il successo a 15 anni e nove mesi come timoniere nel due con a 62 LUGLIO 2008 CLUB3 Città del Messico 1968, Bruno Cipolla ha il primato ufficiale, anche se sul piano qualitativo, il nostro ottimo massimo atleta olimpico giovane è Edoardo Mangiarotti (sotto), Berlino 1936, oro a 17 anni nella spada a squadre, ancora in pedana adesso che va verso la novantina. Oggi esistono limiti d’età che penalizzano i giovanissimi fenomeni. La ginnastica olimpica ammette solo le maggiori di 14 anni, idem i tuffi. E si attende nella piscina di Pechino Tom Daley, britannico, 1,57 per 47 chili, che l’8 agosto avrà 14 anni e 80 giorni e si prenota per vincere a Londra 2012. Per finire, la miss Simpatia di tutti i tempi: Inge Soerensen, nuotatrice danese di 12 anni e 24 giorni, terza sui 200 rana a Berlino 1936: a ognuna delle tre virate mostrò la lingua ai giudici. dirittura queste manifestazioni non siano di richiamo e impatto superiori: un calciatore preferisce sicuramente vincere il campionato mondiale che non il torneo olimpico, e il nostro ciclista Paolo Bettini con i suoi due titoli iridati ha acquisito una fama assai superiore a quella datagli da una medaglia d’oro olimpica (Atene 1904) semiclandestinizzata dalla grande concorrenza “sul posto” di altri sport. Il portabandiera azzurro, l’8 agosto, per l’inaugurazione dei giochi nello stadio di Pechino, sarà il canoista Antonio Rossi, 30 anni scarsi, tre medaglie d’oro, alla sua quinta olimpiade. Il suo sport è poco popolare, lui è molto bravo ma anche molto bello, ed è cercato dai pubblicitari per lanciare prodotti assortiti. Diciamo pure che è un campione totale, di look sempre giovane e simpatico, e pazienza se nel suo sport c’è una Josefa Idem che di olimpiadi ne avrà disputate, a Pechino, sette (due per la Germania dove è nata, le altre per l’Italia di cui è cittadina per felice matrimonio), vincendo medaglie di tutti i metalli e facendo fra una medaglia e l’altra due figli: pare che il ruolo di alfiere alla sfilata sia stato ultimamente dato troppe volte alle nostre donne, nei giochi d’inverno e in quelli d’estate. Rossi è un sempreverde, all’inglese – lingua che ormai ha soppiantato il francese nell’ufficialità olimpica – un evergreen. E proprio la ribalta massima dello sport, appunto quella olimpica, sembra offrire attori d’anagrafe sempre più assortita, però con tendenza al vecchio non solo bene conservato, ma opponibile al giovane anche in chiave di dinamica, di entusiasmo, di rendimento, di successo, insomma. Una volta, ai Giochi gli anziani operavano soprattutto nelle “riserve” di sport d’esperienza, adesso ci può essere un tiratore giovane, ma anche un tritone trentenne. E questo non è un gioco di parole, è una buona notizia. 왎