Copia di 003 Archigram DEF

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Copia di 003 Archigram DEF
http://www.fondazionemaxxi.it/events/highlightsvisions/
Sou Fujimoto
Inghilterraanni’50/60
INDIPENDENT GROUP
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Lawrence Halloway, critico d’arte
Richard Hamilton, artista
Eduardo Paolozzi, scultore
Nigel Henderson, fotografo
Reyner Banham, storico e critico
John McHale, artista e saggista
Toni del Renzio, pubblicista e
organizzatore di mostre
A. e P. Smithson, architetti
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Parallel of life and art
Institute of Contemporary Art
Londra 1953
Alison e Peter Smithson, Golden Lane Housing, 1951-52
Nigel Henderson, Bag-wash 1949–53
Nigel Henderson, Bethnal Green, 1949 - 53
Nigel Henderson, Unidentifi Boys
Nigel Henderson,
Bethnal Green, 1949-52
Parallel of life and art
Institute of Contemporary Art
Londra 1953
Siegfried Giedion
Mechanization Takes
Command
Laszlo Moholy-Nagy
Vision in Motion
1947
Amédée Ozenfant
Foundations of Modern Art
1928
Siegfried Giedion
Mechanization Takes
Command
Laszlo Moholy-Nagy
Vision in Motion
1947
«Quel che ci piaceva di questi
libri era la loro accettazione
della scienza e della città, non
su una base utopistica, ma
nella loro realtà, condensata
da una vivida immaginazione.»
Lucy Lippard
Amédée Ozenfant
Foundations of Modern Art
1928
Richard Hamilton
Man Machine and Motion
Catalogo mostra, ICA, 1955
Richard Hamilton
Man Machine and Motion
Catalogo mostra, ICA, 1955
Richard Hamilton
Man Machine and Motion
Catalogo mostra, ICA, 1955
Richard Hamilton
Man Machine and Motion
Catalogo mostra, ICA, 1955
Eduardo Paolozzi, page from a scrapbook, 1950
Eduardo Paolozzi
Automobile Head
1954
«I SIMBOLI si possono integrare
in modi diversi. L’OROLOGIO come
macchina da calcolo o come gioiello;
la PORTA come pannello o oggetto
d’arte; il CRANIO come simbolo
di morte in occidente o
simbolo di luna in oriente;
la MACCHINA FOTOGRAFICA
come lusso o come necessità».
!
Eduardo Paolozzi,
Notes from a Lecture at the ICA, 1958
Eduardo Paolozzi
Cyclops
1957
ReynerBanham,TheNewBrutalism,in“TheArchitecturalReview”,1955
ReynerBanham,TheNewBrutalism,in“TheArchitecturalReview”,1955
RichardHamilton,
“Justwhatisitthatmakes
today'shomessodifferent,
soappealing”
“Ciòcherendelecase
d’oggicosìdiverse,così
attraenti”
Londra1956
James Stirling, Michael Pine
e Richard Matthews
(GRUPPO 8)
Installazione della mostra
This is Tomorrow,
Londra 1956
James Stirling, Michael Pine
e Richard Matthews
(GRUPPO 8)
Catalogo
This is Tomorrow, Londra
1956
«Perché riempite il vostro edificio con “pezzi” di scultura, quando l’architetto può rendere il suo
mezzo espressivo così eccitante che il bisogno di scultura svanirà in fretta e la sua presenza sarà
completamente annullata?
!
La pittura è obsoleta come la cornice del quadro. L’architettura, una delle arti pratiche, ha
ridimensionato, insieme con le arti popolari, la posizione dei pittori e degli scultori, ovvero le belle
arti.
Il folle egotico bohémien nella sua soffitta finalmente si è lasciato morire di fame.
!
Se le belle arti non riescono a recuperare la vitalità della ricerca artistica degli anni venti (che
attraverso le riviste generò il vocabolario linguistico delle arti pratiche), allora l’artista deve diventare
un consulente, proprio come l’ingegnere o il geometra lo sono per l’architetto, anche se la loro
relazione con lo specialista, in questo caso – come con l’industrial designer o con il produttore di
mobili – sarà più profonda, poiché avrà direttamente a che fare con la concezione dell’opera.
L’Artista sente la perdita di vitalità nell’espressione formale dell’Arte, e si rende conto che il suo
lavoro è qualcosa di più della soddisfazione di un’esigenza personale ed emozionale.
Gli elementi della pittura e della scultura hanno già perso il senso della funzione descrittiva o
l’indicazione intenzionale di una scala. Possono essere estesi per dimensione, forma o ruolo, e nel
processo d’interpretazione questi sono determinati solo dalla sovrapposizione di un dito, di una
figura umana o della folla.
Il singolo elemento si estende implicitamente dalla più piccola parte costruita all’Architettura e a
tutto l’ambiente senza una chiara demarcazione individuale.
Un senso totale dell’ambiente sarà realizzato solo da persone che lo vogliono esse stesse.
Architetti, pittori e scultori possono solo fornire un supporto, sviluppando insieme il loro
mezzo espressivo per agire come stimolo a tal fine, e non lavorando in direzione di un vuoto
formalismo».
James Stirling, Michael Pine
e Richard Matthews
(GRUPPO 8)
Installazione della mostra
This is Tomorrow,
Londra 1956
R. Hamilton, J. McHale,J. Voelcker, (GRUPPO 2)
progetto di installazione della mostra This is Tomorrow,
collage, Londra 1956
Alison e Peter Smithson, Nigel Henderson, Eduardo Paolozzi (GRUPPO 6),
Patio e Pavilion, 1956
Alison e Peter Smithson, Nigel Henderson, Eduardo Paolozzi (GRUPPO 6),
Patio e Pavilion, 1956
Alison e Peter Smithson, Golden Lane Housing, 1951-52
«Abbiamo lavorato su una sorta di Habitat simbolico, in cui vengono individuati,
in forme differenziate, i bisogni umani fondamentali – una parte di suolo, una
visuale del cielo, la privacy, la presenza della natura e degli animali – e i simboli
delle passioni umane fondamentali – da estendere e da controllare, da
stimolare. La forma è molto semplice: un patio, uno spazio protetto, in cui è
situato un padiglione. Nel patio e nel padiglione ci sono oggetti che sono i
simboli delle cose di cui abbiamo bisogno. In questo modo, il lavoro
architettonico di provvedere a uno spazio dove gli individui possano
realizzarsi, il lavoro dell’artista di dare segni e immagini ai diversi
momenti di questo rapporto, si è incontrato in un unico atto, pieno di
quelle incoerenze ed apparenti irrilevanze di ogni momento, e certamente
pieno di vita».
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A. e P. Smithson
Archigram:
WarrenChalk,Peter
Cook,Dennis
Crompton,David
Greene,RonHerron,
MikeWebb
Cover Archigram 3
1963
Cover Archigram 4,
1964
Cover Archigram 3
1963
Richard Buckminster Fuller, 1940 ca.
Richard Buckminster Fuller,
Wichita House,
Kansas, 1944-46
Richard Buckminster Fuller,
The Montreal Biosphère, 1967
Peter Cook,
Plug in City, 1964
Satellite Ogo, Nasa 1965
Nuovo molo di Scheveningen,
Olanda 1964
Warren Chalk,
Capsule Home, 1964
Ron Herron, Walking City, 1964
“L’ideaeraquelladiunacapitalemondialeingradodiessereinqualsiasipartedel
mondoeinqualsiasimomento”.RonHerron
Shivering Sands Fort, Kent 1943
Sealab,
Marina degli Stati Uniti,
1968
P. Cook, D. Crompton, R. Herron, Istant City, 1968
Ron Herron, “Instant City, I.C. Local Parts”, 1968-70
Ron Herron, “Instant City, I.C. Local Parts”, 1968-70
Ron Herron, “Instant City, I.C. Local Parts”, 1968-70
Peter Cook e Colin Fournier, Kunsthaus, Graz 2003
Toyo Ito, Metropolitan Opera House a Taichung, Taiwan, 2006-
Toyo Ito, Metropolitan Opera House a Taichung, Taiwan, 2006-