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L'agenzia di rating cinese sbarca in Europa
SUMMIT XI-OBAMA VISTO DA XINHUA
NASCE A MILANO DAGONG EUROPE,
PARLA LORENZO STANCA
INFLAZIONE IN CALO A 2. 1 PUNTI A
MAGGIO
La Cina nelle news
di Alessandra Spalletta
Twitter@ASpalletta
Roma, 10 giu. - "Venerdì è
arrivata l'autorizzazione da
parte dell'Esma (European
Securities and market
authority, l'equivalente europeo
della Consob) al termine di un processo che era durato una decina di mesi",
scandisce ad AgiChina24 il vicepresidente di Dagong Europe Lorenzo Stanca.
Stanca è anche managing partner del Fondo Mandarin, il più grande fondo di
private equity sull'asse Italia-Cina che ha aiutato l'agenzia di rating cinese a
sbarcare in Europa, nel doppio ruolo di consulente e investitore.
Dagong Europe è la prima agenzia di rating sino-europea a registrarsi in Europa.
Prima di lei, altre 33 agenzie di rating hanno ottenuto l'autorizzazione a operare
nell'Unione Europea. "Avendo ottenuto la registrazione, la società può cominciare a
emettere rating a partire dal 12 giugno. E' un obiettivo importante per due motivi: è
la prima volta che l'autorizzazione viene concessa a una società non ancora
esistente (Dagong Europe è infatti una nuova agenzia creata ad hoc), mentre fino
ad oggi l'Esma aveva autorizzato solo ed esclusivamente agenzie già operative; la
seconda importante novità è che è la prima volta che entra in Europa un'agenzia
con legami asiatici. L'azionista di maggioranza, infatti, è asiatico; un player nuovo
che ci dà prospettive interessanti". Dagong Europe emetterà giudizi sul credito di
aziende e istituti finanziari.
Nel consiglio di amministrazione di Dagong Europe, una joint venture tra Dagong
Credit Rating e Mandarin Capital Partners, oltre a Lorenzo Stanca, figurano il
presidente di Dagong Guan Jianzhong e l'ex capo di Fitch in Italia Marco Cecchi de
Rossi.
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"Il nostro obiettivo è di realizzare un nuovo sistema di rating, con l'apporto di
chiunque voglia contribuire al riequilibrio del sistema attuale. Sono convinto che
possiamo farcela" aveva dichiarato Guan Jianzhong l'anno scorso al lancio di
Universal Credit Rating Group (jv con la russa Rus Rating JSC e l'americana EganJones Ratings Co.). Da quando è nata, Dagong – agenzia che si dichiara privata –
ha lanciato una sfida al rating internazionale. Nel luglio 2010 aveva iniziato a
pubblicare giudizi sui debiti sovrani alternativi a quelli di Fitch, Moody's e Standard
& Poor's. Da quel momento in poi, la sfida si è strutturata in un obiettivo: creare un
nuovo sistema di rating. Spezzare l'oligopolio delle "tre sorelle" americane, i cui
giudizi scarsamente vigilati per molti sono stati alla base della crisi finanziaria del
2008.
QUOTIDIANI ON-LINE
ORIZZONTE CINA
Dagong Europe finalmente è nata. Cosa farete adesso?
Parleremo con i principali frequent issuer europei. Non abbiamo contatti precisi al
momento ma intendiamo rivolgerci ai principali emittenti europei, tedeschi, europei,
britannici, spagnoli. E italiani. Oltre ai paesi satellite.
Quanto è importante per la Cina l'apertura delle sede europea di Dagong, e
perché?
E' un'operazione che riveste un'importanza strategica. E' la prima volta che la Cina
ha un soggetto cinese con una presenza significativa in un segmento centrale,
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strategico, del mercato finanziario. Fino ad oggi la Cina ha mantenuto un ruolo
marginale nei mercati finanziari. Le banche cinesi hanno una scarsa proiezione
internazionale. Il rating è un settore strategico e Dagong Europe è un risultato
importante. Ciò detto, l'ingresso in Europa rappresenta solo un primo passo: ora
l'agenzia dovrà conquistare la credibilità dei mercati, e ciò si fa solo col tempo e con
gradualità.
Perché Dagong ha scelto proprio Milano come sede europea?
Su nostro suggerimento. Ma bisogna dire che la sede per un'agenzia di rating non è
così rilevante, l'importante è essere presenti in Europa. La scelta della sede di per
sé è un fatto puramente tecnico: Milano, Parigi o Francoforte, poco cambia. Aprire
a Milano era operativamente più semplice, vista anche la presenza del Mandarin
qui. Ma il team di Dagong è internazionale, gli analisi provengono da varie parti del
mondo: al momento siamo 12 ma contiamo di diventare 50 di 30 nazionalità
diverse.
Quanti dipendenti cinesi avete in squadra?
Al momento solo una, ma ripeto: siamo ancora in dodici. A regime ce ne saranno di
più. Ci saranno cileni, brasiliani, polacchi, cechi, francesi, turchi, etc.
Se oggi Dagong dovesse esprimere un rating dell'Italia, che giudizio
darebbe?
Dagong dà un giudizio sul rating italiano, ma al momento non me lo ricordo (ride).
In realtà noi non daremo rating sovrani: Dagong Europe emetterà solo giudizi sul
credito di aziende e istituti finanziari (banche e assicurazioni). Del resto i governi
non pagano quindi il rating sovrano non è un business interessante. Dagong Cina,
come tutte le agenzie di rating, lo fa per una questione di visibilità.
Le "tre sorelle" esprimono il rating sovrano dagli Stati Uniti oppure dalle
proprie sedi in Europa?
Lo fanno dall'Europa, certo.
Questo significa che i giudizi espressi da Dagong interferiranno
marginalmente con l'agenda politica dei governi europei?
Non si può dire che un'agenzia di rating condizioni la politica sic et simpliciter.
Un'agenzia deve prima acquisire credibilità e solo allora, un suo giudizio verrà
preso in considerazione dagli investitori. Non c'è una influenza diretta.
Cosa cambia per il mercato internazionale europeo avere un'agenzia di rating
cinese?
Il principale cambiamento riguarda una modo nuovo di guardare al metodo di
credito degli emittenti; mentre le "tre sorelle" hanno una modalità di valutazione
simile, Dagong rappresenta un soggetto nuovo, con un approccio diverso, e che
proviene da un'altra parte del mondo. E che in prospettiva crea un mercato di
sbocco per il debito degli emittenti europei in Estremo Oriente. Il ruolo di Dagong in
questo segmento importante del mercato internazionale verrà stabilito nel tempo.
Quindi una strada tutta in salita. Ultima domanda, la maturità del mercato
finanziario cinese: a che punto è la Cina con il processo di
internazionalizzazione dello yuan?
E' una questione di cui si parla molto e rispetto alla quale succede in realtà molto
poco. Sicuramente si è sviluppato un mercato offshore del Renminbi, ma finché la
Cina non abbandonerà il rigido controllo sui movimenti di capitale, è difficile
immaginare un ruolo significativo dello yuan. Non credo che la Cina possa
permettersi di liberalizzare i movimenti di capitale a breve, perché ciò equivarrebbe
a una perdita del controllo sul mercato finanziario che il governo di Pechino non
riuscirebbe a gestire facilmente.
INTERVISTA A GUAN JIANZHONG
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Quali sono gli elementi che differenziano Dagong dalle altre agenzie di
rating? AgiChina24 ripropone una rara intervista esclusiva al presidente di Dagong
Guan Jianzhong, realizzata nel luglio 2010 a Pechino, quando il gruppo cinese ha
emesso per la prima volta il giudizio sui debiti sovrani.
Dentro Dagong, l'agenzia di rating del Dragone
di Antonio Talia
Pechino, 13 lug. 2010- La sfida all'oligopolio dei giganti americani del rating parte
dal 29simo piano di un grattacielo di Xiaoyun Lu, una via del quartiere più moderno
di Pechino: è qui che ha sede la Dadong Global Credit Rating Co., la società che
vuole imporsi come polo alternativo del rating mondiale. Il presidente Guan
Jianzhong è sulla sessantina e veste come un ordinario funzionario di governo ma
-che si tratti di lanciare affondi ai concorrenti statunitensi o di glissare sulle
domande più dirette- da dietro le lenti lancia sguardi vivaci.
Com'è nata Dagong?
Dagong è completamente privata, nasce nel 1994 e nel 1999 vara una
collaborazione con Moody's. Durante questa partnership temporanea abbiamo
avuto modo di osservare i loro metodi e le loro idee in materia di rating. Il nostro
lavoro sul debito sovrano nasce cinque anni fa e il rapporto presentato domenica
era già pronto alla fine del 2009, quindi all'incirca 7 mesi fa. Abbiamo aspettato il
momento propizio per pubblicarlo, con i dovuti aggiornamenti, e questo momento si
è presentato dopo il G20 di Toronto, quando il presidente Hu Jintao ha parlato della
necessità di mettere a punto un sistema di rating 'obiettivo, leale e ragionevole'.
Siamo molto sicuri dell'approccio che abbiamo adottato, riteniamo che il nostro
metodo possegga queste caratteristiche.
Perché volete sfidare Fitch, Moody's e Standard & Poor's?
Le 3 famose agenzie di rating Usa condividono lo stesso retroterra culturale e
adottano l'ideologia occidentale, specialmente nel valutare il sistema politico di un
paese, e pertanto i loro rating sono influenzati da questo fattore. Il fatto che tutt'e tre
abbiano sede negli Usa, inoltre, potrebbe viziare la loro indipendenza, potrebbe
fare di loro dei rappresentanti degli interessi americani e forse di qualche altra
economia sviluppata, quindi i loro rating potrebbero non essere così oggettivi come
ci si aspetta. Noi, d'altra parte, rifiutiamo un criterio ideologico, e invece di valutare
il sistema politico di un paese puntiamo su altri elementi, come la capacità di
crescita. Dopo la crisi finanziaria globale abbiamo capito che è molto importante
fornire informazioni al mondo intero, ma il sistema attuale di rating è unanimemente
a guida americana.
Dagong ha sede a Pechino, qualcuno potrebbe ipotizzare che faccia gli
interessi cinesi. Com'è composta la vostra proprietà e in che rapporti siete
con il governo cinese?
Dadong è al 100% privata, e questo ne garantisce l'indipendenza. Ci sono
solamente due soci, che detengono il 60% e il 40% della società.
(Sui rapporti diretti col governo di Pechino, Guan glissa, e poi riprende a parlare)
Cosa penserebbe lei, come occidentale, se le dicessi che uno dei soci fa parte del
governo? Io penso che se uno dei due fosse in qualche modo legato al governo,
forse il Paese potrebbe anche riporre maggiore fiducia nella nostra compagnia.
Quali metodi alternativi di rating adottate?
Oltre alla questione ideologica, il secondo versante su cui ci differenziamo dai
concorrenti è il GDP pro capita. Gli altri utilizzano questa misura come l'indicatore
primario per valutare la forza economica di una nazione, mentre noi preferiamo
concentrarci sulle potenzialità di crescita. Il terzo criterio è quello dell'apertura del
sistema economico e del sistema finanziario, che loro tengono parecchio in conto;
ma noi riteniamo che paesi differenti abbiano status economici e finanziari diversi e
che su questo non ci possa essere una visione unanime. Le tre agenzie Usa,
inoltre, valutano molto positivamente l'indipendenza delle Banche centrali e
ritengono che se la valuta locale viene adoperata come riserva questo elemento
costituisca un fattore positivo per il debito sovrano, ma questa è una condizione che
si applica a pochissime divise. Infine, secondo noi, il miglior metodo di ripagamento
del debito è rappresentato dalla capacità di creare nuovo benessere sociale.
Insomma, ritengo che l'attuale sistema di rating abbia tutta una serie di difetti,
perché permette ai paesi altamente indebitati di ottenere dai mercati globali
finanziamenti a basso costo e con modesti tassi d'interesse semplicemente sulla
base di un buon voto. Ma questi stessi paesi potrebbero sentirsi demotivati nel
creare nuovo lavoro, ed ecco che l'attuale sistema di rating diventa una delle cause
della crisi finanziaria globale e si caratterizza come potenzialmente pericoloso tanto
per le economie emergenti che per quelle sviluppate. I nostri cinque critericapability management del paese, forza economica e finanziaria, status fiscale e
situazione delle riserve estere e bilancia dei pagamenti- possono invece gettare le
basi per un punto di vista più nuovo
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