Luni, Mei, Gobbi - Dipartimento di Storia Culture Civiltà

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Luni, Mei, Gobbi - Dipartimento di Storia Culture Civiltà
MARIO LUNI, Università di Urbino, Dipartimento di Scienze della Comunicazione e Discipline Umanistiche, [email protected]
OSCAR MEI, Università di Urbino, Dipartimento di Scienze della Comunicazione e Discipline Umanistiche, [email protected]
PIETRO GOBBI, Università di Urbino, Dipartimento di Scienze della Terra, della Vita e dell’Ambiente, [email protected]
NECROPOLI TARDOANTICA A FORUM SEMPRONII
Nell’area centrale della città romana di Forum Sempronii, fondata nel II secolo a.C. da C.
Sempronio Gracco e sviluppatasi tra I e II secolo d.C. (LUNI-MEI 2013, cum bibl.), sono
venute alla luce nelle ultime campagne di scavo cinquanta tombe di età tardoantica, ricavate
nello spesso strato di crollo degli edifici di età romana abbandonati, a quote diverse al di
sopra degli originari pavimenti. Si tratta di sepolture estremamente povere, disposte perlopiù
con orientamento Nord/Sud, rinvenute subito a lato del cosiddetto “decumano minore”
della città, immediatamente a Sud della Flaminia. È stato possibile riscontrare una differenza
di accuratezza nella realizzazione delle varie tombe: quelle più vicine alla strada furono
disposte regolarmente una accanto all’altra, con letto di tegole e copertura “alla cappuccina”;
mano a mano che si procede verso l’interno dell’insula invece le sepolture appaiono più
confusionarie, senza copertura, spesso anche senza il letto di tegoloni ma con il defunto deposto in fossa terragna semplice. Spesso vennero utilizzati i muri degli edifici romani abbandonati come pareti delle sepolture e si riscontrano anche delle sepolture bisome: in tre casi i
corpi (sempre un uomo e una donna) sono stati accuratamente disposti l’uno accanto all’altro,
mentre in uno i defunti addirittura sono deposti con orientamento cranio-caudale alternato.
Tutte le sepolture sono prive di corredo, se si eccettuano alcune monete molto consunte databili tra IV e V secolo d.C.; si segnala un’unica deposizione di un infante a enchytrismos, entro
anfora di Gaza, databile tra inizi VI e fine VII secolo d.C.
I materiali provenienti dagli strati immediatamente al di sotto e al di sopra delle sepolture
sono attualmente in fase di studio e potranno dare ulteriori utili informazioni per la datazione
delle tombe rinvenute, che rappresentano solo una parte di una necropoli ben più vasta, come
testimoniano altre tombe simili identificate in passato dall’altra parte del decumano minore e
ancora non oggetto di scavo.
Pianta della città romana di Forum Sempronii: con la freccia è indicata l’area di rinvenimento delle sepolture tardoantiche.
Dati antropologici
Pianta di strutture scavate nel 2007 lungo la via “delle statue di bronzo dorato”, con decine di tombe ricavate nello strato di crollo sopra gli
edifici antichi (dis. J. Mouraret).
Veduta dall’alto dello scavo lungo la via “delle statue di bronzo dorato”, con numerose tombe ricavate nello strato di
crollo degli edifici (foto O. Mei).
Il dimorfismo di genere è stato valutato, per accrescere la percentuale di affidabilità della diagnosi, ove
possibile, contemporaneamente ai resti del cranio e del bacino. Per il cranio sono stati valutati: il profilo
dell'osso frontale, la prominenza del processo mastoideo, la morfologia dell'eminenza mentale (BASS
1987; WHITE, FOLKENS 1991). Relativamente alla eminenza mentale (ed in misura minore il profilo
dell'osso mentale) occorre specificare che il dimorfismo non è così accentuato, ritenendo plausibile un
aspetto piuttosto mascolino del volto delle femmine del gruppo rinvenuto. Relativamente al bacino,
essendo le condizioni delle sepolture non in grado di fornire reperti comparabili, sono stati valutati caratteri assoluti e non di confronto, quali l'angolo sottopubico (SUTHERLAND, SUCHEY 1991) e la forma del
forame otturatorio (Phenice 1969).
Il computo della statura, con le approssimazioni legate alle condizioni di sepoltura (media uomini adulti
170 -180 cm, media donne adulte 160 - 170 cm), è stato effettuato utilizzando comuni formule di regressione (es: lunghezza del femore in cm x 2.5 + 65; lunghezza dell'omero in cm x 2.7 + 75; OLIVIER, AARON,
FULLY, TISSIER 1978; SJØVOLD 1990) sulle principali ossa lunghe rinvenute integre e misurabili nei
punti antropometrici di riferimento (MARTIN,S ALLER, 1957).
L’indice cefalico orizzontale (indice di Retzius), ovvero il rapporto tra la massima larghezza e la massima
lunghezza cranica (MARTIN, SALLER 1957), insieme alla curvatura raccordata della regione occipitale
depongono per una conformazione meso – dolicocefala (cranio allungato, anche se non eccessivamente).
Tale conformazione cranica può essere messa in relazione (BIASUTTI 1911; SERGI 1908; 1911) con una
origine nord europea della popolazione qui studiata. Accettando poi le più recenti considerazioni sulla
plasticità cranica (HOLLOWAY 2002), si potrebbe pensare ad un gruppo non ancora adattato
all’ambiente, e quindi stabilitosi da una generazione in loco, senza incrocio geneticamente significativo
con le popolazioni locali.
Relativamente all’attribuzione dell’età, occorre suddividere la casistica tra i non adulti e gli adulti. Per il
primo gruppo sono valse le classificazioni legate ai periodi di eruzione dentaria (VALLOIS 1960) ed il
grado di mineralizzazione della cartilagine metafisaria delle ossa lunghe (BROTHWELL 1981). L’età
presunta della morte per gli adulti è stata valutata osservando le caratteristiche di usura delle corone
dentali (SCOTT 1979) e, per approssimazione, dello strato di osso lamellare compatto nelle diafisi femorali (MAYHEW, THOMAS, CLEMENT, LOVERIDGE, BECK, BONFIELD, BURGOYNE, REEVE 2005).
Sebbene l’usura dentaria risulti accentuata in popolazioni con alimentazione fortemente rappresentata da
fibre, occorre sottolineare che lo stato medio delle dentizioni e delle ossa osservate negli scavi di Fossombrone dimostravano eccellenti condizioni di mineralizzazione dei medesimi elementi, dimostrando
quindi una alimentazione corretta sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, permettendoci
quindi di escludere una alimentazione a prevalente base di fibre vegetali e quindi con situazioni di usura
precoce delle corone dentali, soprattutto a carico dei premolari e molari. L’analisi dei denti ha permesso
inoltre di evidenziare una scarsa incidenza di fenomeni di carie ed una estrema pulizia dello smalto,
indice di ottime abitudini di vita anche in termini di igiene e di cultura della salute.
L’esame dei singoli elementi ossei durante la rimozione ha permesso di evidenziare un caso di spondilite
anchilosante, come unica situazione correlabile a degenerazione da “malattia professionale”, altro segno
di abitudini di vita corrette, senza sovraccarico lavorativo. Assenti anche quadri di alterazione ossea
caratteristici di patologie in grado di lasciare segni identificabili negli scheletri (ORTNER 2003). Tra le
patologie infettive risultano assenti segni quali quelli derivanti dalla tubercolosi, lebbra e sifilide. Mancano tracce rilevabili di neoplasie ossee, così come di riparazione ossea da traumi esposti, quali quelli tipici
di esiti di battaglie (ancora ORTNER 2003).
Conclusioni
Le modalità di sepoltura, via via più frettolose, superficiali e meno curate mano a mano che ci si allontana dalla linea
stradale, fanno pensare ad un evento epidemico letale, caratterizzato da un periodo di incubazione abbastanza
ampio (nella peste sino a 12 giorni), ed un periodo, tra la manifestazione clinica ed il decesso, di qualche giorno.
Questo ha consentito una sepoltura rituale ed accurata ai primi deceduti, con un successivo “reclutamento” maggiore col passare del tempo, aumentando il numero di malati, morti e diminuendo la forza lavoro destinabile all’opera
di sepoltura. La peste, supponibile per gli eventi storici contemporanei alle sepolture, è l’indiziato principale.
I dati sopraesposti fanno pensare dunque ad un’origine non locale degli individui sepolti a Forum Sempronii: potrebbe trattarsi, ancora ipoteticamente, di una comunità di Goti di non elevata condizione sociale dediti principalmente
all’agricoltura, stabilitisi a Forum Sempronii che, pur non essendo più nel VI secolo d.C. un centro di rilevanza monumentale era pur sempre situato in un luogo strategico, lungo la Flaminia e a poca distanza dal Passo del Furlo. Il
centro di Forum Simphronii è infatti ancora menzionato nel 742 d.C. come tappa del re longobardo Liutprando in
viaggio lungo la Flaminia con l’esercito contro Spoleto (Hist. Langob., VI, 56): in questa occasione i bizantini attaccarono i Longobardi proprio tra Fano e Fossombrone.
Comunità rurali di Goti sono testimoniate anche in altri siti della penisola italiana come ad esempio a Villaro al
Ticineto (AL), dove sono stati rinvenute numerose sepolture datate tra V e VI secolo d.C., del tutto prive di corredo
e scavate in piena terra, o realizzate con casse in laterizi coperte “alla cappuccina”. Anche i dati antropologici coincidono con quelli disponibili per Forum Sempronii, evidenziando una consistente percentuale di individui maschi e
soprattutto una significativa presenza di soggetti dalla statura maggiore rispetto alla media caratteristica
dell’ambiente alpino (NEGRO PONZI MANCINI 1983; 1999, cum bibl.).
Analisi laboratoristiche verranno condotte su frammenti ossei (Microscopia Elettronica a Scansione con Spettroscopia a Dispersione di Energia) per verificare la presenza di elementi chimici compatibili con avvelenamento (Piombo,
Arsenico) e analisi del DNA (in collaborazione con l’ Istituto di Microbiologia e Scienze Biomediche dell’Università
Politecnica delle Marche di Ancona) del midollo osseo dei reperti per verificare la presenza di DNA compatibile con
l’agente eziologico (yersinia pestis) della peste.
BIBLIOGRAFIA
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pp. 52-58.
Una delle tombe con doppia deposizione: l’uomo è posto al di sotto
della donna, le teste sono incrociate, quasi a riproporre nella sepoltura il talamo nuziale.
Una delle tombe realizzate con letto di tegoloni e copertura “alla
cappuccina”.
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