La valutazione degli intangibili nel patent box

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La valutazione degli intangibili nel patent box
LA VALUTAZIONE DEGLI
INTANGIBILI NEL PATENT BOX
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Bologna 18 dicembre 2015
RENATO SANTINI
INTRODUZIONE
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Negli ultimi 20 – 30 anni il valore degli asset intangibili
all’interno del valore delle aziende (quotate e non) è aumentato
verticalmente, mettendo in crisi le metodologie tradizionali di
valutazione basate sul costo storico;
I principi contabili internazionali IAS - IFRS ed il Fair Value
rappresentano la principale risposta a tale evento, per una
corretta rappresentazione degli asset intangibili e non (IFRS 3,
IAS 38, IAS 36, ecc) soprattutto nell’ambito dei bilanci e della
Purchase Price Allocation (PPA)
Il problema della valutazione degli intangibili è perciò stato in
qualche modo standardizzato in occasione delle operazioni di
finanza straordinaria (M&A) ma resta – volontariamente –
irrisolto in loro mancanza, ovvero per gli intangibili di natura
“interna” non acquisiti da terzi o movimentati infragruppo
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IL CONTRIBUTO ECONOMICO
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Secondo la disciplina del Patent Box1, ai fini della
determinazione della tassazione agevolata, e dunque del tax
benefit, non rileva tanto il valore dell’intangibile (dato di
stock) quanto il contributo economico al reddito d’impresa
derivante dall’intangibile stesso (dato di flusso);
Tale contributo, ovvero il “reddito agevolabile” (RA) è
determinato sulla base degli standard internazionali rilevanti
elaborati dall’OCSE con particolare riferimento alle linee
guida in materia di prezzi di trasferimento;
Per la misura di tale reddito, occorre preliminarmente
distinguere le casistiche di utilizzo diretto del bene
intangibile, ovvero senza concessioni a terzi dello stesso, da
quelle di utilizzo indiretto, che prevede invece la licenza in
uso a terzi (anche infragruppo)
1. Decreto Attuativo del 30 Luglio 2015, circolare 36/E del 1° dicembre 2015 e provvedimento ministeriale n.
154278 del 1° dicembre 2015
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IL REDDITO AGEVOLABILE
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Il reddito agevolabile è comunque una misura ottenuta per
differenza tra i ricavi e i costi del bene immateriale,
laddove:
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i ricavi possono essere effettivi (canoni misurabili derivanti
dalla concessione in uso a terzi del bene) o stimati (derivanti da
un utilizzo diretto del bene);

i costi sono invece sempre effettivi, mai stimati o
figurativi, in quanto fiscalmente rilevanti e di competenza del
periodo d’imposta
Ovviamente, il reddito agevolabile è oggetto di una stima
più complessa se l’utilizzo del bene immateriale è diretto,
mentre è più lineare, in quanto direttamente misurabile,
se l’utilizzo è indiretto
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RIFERIMENTI
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Documento OCSE “Transfer Pricing Guidelines” del
luglio 2010 (2013 in italiano)
Documento OCSE «Aligning Transfer Pricing
Outcomes with ValueCreation», pubblicato il 5 ottobre
2015 nell’ambito del progetto BEPS («Report OCSE»)
Discussion Paper OIV «La stima del contributo
economico dei beni immateriali usati direttamente ai
fini del regime Patent Box: riflessioni per gli esperti di
valutazione», pubblicato il 4 dicembre 2015
(«Documento OIV»)
Principi generali di valutazione da bibliografie
aziendali specializzate (Guatri, Bini, Renoldi, ecc.)
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I PRINCIPI OCSE
Il report OCSE del 2010 (dal 2013 in italiano) elenca una serie
di metodologie consigliate per la determinazione dei prezzi di
trasferimento nell’ambito di MNE, tutte basate su approcci di
libera concorrenza (arm’s lenght):
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Metodi tradizionali:
o Confronto di prezzo su libero mercato (CUP)
o Prezzo di rivendita (RPM)
o Costo maggiorato (CPM)
Metodi basati sull’utile delle transazioni:
o Margine netto della transazione (TNMM)
o Ripartizione degli utili della transazione (TPSM)
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IL REPORT OCSE 2015
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Con riferimento specifico alla valutazione degli asset intangibili, il report OCSE del 2015
riprende le metodologie del documento del 2010, le affina e riconosce una astratta
applicabilità di tutte le metodologie tradizionali e transazionali ivi riportate. Tuttavia:
Il Report evidenzia una netta preferenza per il CUP inteso come metodologia di mercato,
ove prevede il confronto con prezzi o canoni corrisposti tra terzi indipendenti in
transazioni comparabili. Nella fattispecie una delle metodologie più utilizzata è la Relief
from Royalty (royalty risparmiata) e viene implementata attraverso di analisi di
benchmark ove sia possibile identificare tassi di royalty corrisposti sul mercato in
transazioni comparabili a quello oggetto di esame
Qualora il CUP non sia applicabile, il Report OCSE consiglia l’applicazione del TPSM
(Profit Split) determinando la suddivisione ed attribuzione dei profitti che sarebbe stata
concordata tra soggetti indipendenti in circostanze comparabili; ai fini della sua
applicazione, è necessario (i) identificare i profitti della transazione che devono essere
suddivisi tra le parti e, successivamente, (ii) individuare una chiave di allocazione che si
dimostri economicamente valida per suddividere i profitti
Infine, il Report OCSE prevede l’utilizzo di metodi derivanti dalla prassi finanziaria, che
focalizzano la propria attenzione sull’attualizzazione dei flussi di cassa o di reddito
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derivanti dal bene immateriale, laddove le variabili chiave da considerare sono il periodo
temporale considerato, le proiezioni future e la determinazione di un corretto tasso di
attualizzazione
METODI SCONSIGLIATI DAL REPORT 2015
Il Report OCSE 2015 ritiene non affidabili i seguenti metodi:
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metodi basati sui meri costi di sviluppo del bene immateriale
metodi basati sul costo di riproduzione o sostituzione, qualora utilizzati
per valutare beni immateriali integrati in prodotti destinati al mercato. Detti
metodi potrebbero invece trovare limitata applicazione per valutare beni
intangibili (i.e., database/software) utilizzati in attività strumentali allo
svolgimento del core business
metodi del prezzo di rivendita (RPM), del costo maggiorato (CPM) o dei
margini netti (TNMM), in quanto metodi unilaterali che non considerano i
contributi di ciascuna parte alla formazione del valore del bene immateriale;
metodi basati sull’impiego di indici sintetici («Rule of thumbs»), in quanto
non accompagnati da una approfondita e dettagliata analisi dei fatti e delle
circostanze di specifico interesse per il bene immateriale oggetto di studio
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I PRINCIPI GENERALI
La tecnica aziendale e professionale valuta da sempre gli
intangibili delle due grandi macrocategorie (commerciali e
tecnologiche) sulla base dei seguenti approcci:
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Approccio di mercato, ovvero misurazione
parametri esterni desumibili dal mercato
attraverso
Approccio dei risultati attesi, ovvero misurazione attraverso
parametri interni aziendali, anche di natura differenziale
Approccio del costo, ovvero misurazione attraverso la
riespressione dei costi sostenuti per la generazione e lo sviluppo
del bene intangibile
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IL DOCUMENTO OIV
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Il documento OIV (bozza di linee guida non vincolanti)
riprende le raccomandazioni dei documenti OCSE e
interpreta i criteri di valutazione dei beni immateriali e del
contributo economico ai fini del Patent Box
Il documento parte dal riconoscimento che il valore di un
bene immateriale è pari alla somma attualizzata dei flussi
di cassa netti attesi dal bene stesso (principio cardine in
finanza)
Al di là di consigli pratici e di controlli da effettuare ex post, il
documento elenca 4 principali metodi di valutazione degli
intangibili:
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Relief from Royalty
Excess Earning
With and without
Reddito implicito nel valore di mercato
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RELIEF FROM ROYALTY (RFR)
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Il metodo più noto per la determinazione del reddito figurativo di un
bene immateriale è il RFR (royalty risparmiate), che prevede in
sequenza tre fasi:
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Selezione di un appropriato tasso di royalty (RR Lordo o RR
Netto delle spese di sviluppo o manutenzione dell’IP) che sarebbe
riconosciuto da un terzo per l’utilizzo in licenza del bene
immateriale
Selezione dei flussi di ricavi di vendita (RV) rilevanti su cui
applicare il RR (vendite a marchio o protette da brevetto)
Individuazione dei costi diretti e indiretti (CD e CI) rilevanti
legati allo sfruttamento dell’intangibile
Per cui il Reddito Agevolabile (RA) annuale è pari a:
RA = (RV x RRL) – (CD + CI) o RA = (RV x RRN)
da eventualmente attualizzare per ogni anno di vita utile del
bene attraverso un congruo tasso di attualizzazione per
ottenere il valore attuale dell’IP
Metodo semplice ma necessita di banche dati aggiornate (ad es.
Amadeus bvd) da cui desumere RR corrette su transazioni
comparabili
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EXCESS EARNINGS
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Il metodo EE determina il reddito agevolabile come la differenza che
residuerebbe all’azienda una volta esclusi i rendimenti di tutti
gli altri asset ad eccezione di quelli immateriali che si vogliono
stimare. Per fare questo:
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3.
si parte dall’EBIT normalizzato dell’esercizio
si sottraggono i redditi (CAC) derivanti da tutti gli asset
aziendali ad esclusione del bene immateriale primario (PIGA)
che si vuole valutare. I CAC si calcolano moltiplicando il fair
value dei vari asset per il tasso di rendimento lordo
atteso:
Voci
Fair Value
Tasso di rendimento
Capitale Circolante Netto
Valore contabile
Tassi finanziamento breve t.
Attività materiali
Perizie di stima
Tassi finanziamento lungo t.
Altri intangibili
RFR o altri
Cost of equity o wacc
Il risultato è già il RA ricercato
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WITH OR WITHOUT
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Il metodo WoW si basa su un’analisi differenziale tra i redditi di
un’azienda dotata di beni intangibili e i redditi di un’azienda della
stessa natura non dotata di tali beni. Gli step sono i seguenti:
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In alternativa:
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Si determina un premium price che rappresenta la differenza tra prezzi unitari di
vendita dell’azienda branded da quella unbranded (benchmark)
Si moltiplica tale differenziale per le quantità vendute dall’azienda branded, al
netto dei relativi costi differenziali
Si determina il rapporto tra ricavi (RV) e costo del venduto (CdV) della società
branded rispetto a quello della unbranded
Si determina il rapporto tra le spese dirette (SD) relative al bene immateriale
dell’azienda branded rispetto al totale costi (TC)
Si calcola il RA sulla base della seguente formula:
RA = [(RV/CDVsocietà - RV/CDVbenchmark) x SD/TCsocietà] x CdVsocietà
La difficoltà sta nel ricercare i dati di benchmark di classi di aziende
unbranded o comunque senza asset immateriali. Se non possibile tale
analisi viene compiuta utilizzando i dati early stage dell’azienda
branded
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METODO DEL REDDITO IMPLICITO
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Questo metodo presuppone che sia in qualche modo noto il valore di
mercato (V) del bene intangibile, magari perché oggetto di recente
acquisizione o valutazione attraverso un altro metodo, per cui è possibile
trovare il reddito implicito sulla base della formula del VAN e del
Discounted Cash Flow
In questo caso è possibile desumere il reddito implicito (RI) del bene
immateriale stimando il tasso di attualizzazione dei flussi di cassa (r),
il tasso di crescita del reddito (g) e gli anni di vita utile residua (n) del
bene immateriale. Se n è indefinito:
V = RI/(r-g) → RI = V * (r-g)
Se gli anni di vita utile sono definiti si utilizza la formula:
RI = V *
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(r-g)
(1+g)n
(1+r)n
Questo metodo, in presenza del valore V è di assai semplice utilizzo.
Tuttavia, il tasso g non è costante, per cui l’utilizzo di questo metodo
potrebbe essere fuorviante. Inoltre, molto spesso il valore del bene
immateriale è proprio una variabile che occorre trovare
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I METODI DI CONTROLLO
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Il documento OIV, al di là della scelta del metodo valutativo, suggerisce
comunque una serie di controlli da effettuare una volta determinato il
valore dell’IP o del reddito agevolabile RA, ovvero:

Il valore assegnato al bene immateriale (mediante la
capitalizzazione di RA) non sia superiore alla differenza tra il
valore di mercato dell’attivo totale aziendale (Enterprise Value) ed
il valore contabile (o a fair value) delle attività finanziarie e
materiali

Il valore di RA, non sia superiore alla differenza tra il reddito
complessivo aziendale e la remunerazione degli altri asset
materiali e finanziari (CAC), d’impresa (con il metodo Excess
Earnings)

Che lo split tra totale reddito d’impresa e RA sia contenuto entro
determinati parametri sintetici come il “25% rule”, che in sostanza
prevede che i tassi di royalty per la concessione di marchi o tecnologie
non eccedano un terzo o un quarto (33%-25%) del reddito
operativo al lordo delle spese di sviluppo e mantenimento dell’IP
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CONCLUSIONI
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Il procedimento di stima del valore di un IP o del reddito
agevolabile derivante dall’utilizzo diretto è sempre
soggettivo a presta il fianco a possibili obiezioni da parte
dell’Agenzia dell’Entrate; meglio pertanto desumere tale
parametro da un utilizzo indiretto, anche infragruppo
Non si conosce il grado di preparazione tecnica dell’AE
rispetto ai criteri OCSE in un eventuale contraddittorio: è
possibile pertanto che possano essere utilizzati criteri di
valutazione del RA, quali quelli del costo, specificamente
esclusi dall’OCSE stessa, che rientrano però nei criteri più
generali di valutazione dell’IP
Il documento OIV non solo non è vincolante ma – al
momento – non si sa nemmeno se sia condiviso dall’AE
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