invitoLeTroiane

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Coordinamento Progetto
IL LICEO CLASSICO G.GARIBALDI - PALERMO
PRESENTA IL SAGGIO DEL LABORATORIO TEATRALE 2015-2016
D.S. Lia Gerbino - Prof.ssa Silvana Della Ratta
Prof.ssa Emy Cavallaro
Con gli allievi
Nicoletta Arena, Giulia Beccali, Antonio Bellanca, Giulia Bini, Annetta
Bonanno, Giulia Brancato, Ruggero Calderone, Marco Camarrone,
Carla Carta, Federica Formisano, Claudia Gallo, Sergio Gallo, Simone
Gammino, Andrea Giganti, Sofia La licata, Isabella Liggio, Maria
Chiara Marchese, Francesco Marletta, Silvia Monte, Arianna Noera,
Federica Palmeri, Liliana Parello, Chiara Pecoraro, Laura Perrino,
Isabella Randazzo, Simone Re, Isabella Rizzitello, Daniele Rubino,
Francesca Tornabene, Andrea Vitale.
Allievo aiuto regia: Nicolò Salvo
Nel ruolo di Astianatte: Mario Alvarado
Euripide
Le Troiane
Drammaturgia e Regia
Oriana Martucci
6 GIUGNO - PALERMO TEATRO DI VERDURA ORE 18.45
Consiglio dell’Ordine degli Avvocati
di Palermo
S.A.O.M. PhotoStudio
Quale è stata l’ultima notte di Troia? Quali gioie, aperte risate, canti
festosi e passi di danza hanno accompagnato le ultime ore della più
struggente delle città dei vinti, la perduta Ilio?
E’ da questo ricordo che ci piace partire, immaginare l’inizio delle
nostre “Troiane”, dall’unico sorriso possibile, per queste
prigioniere, mogli, figlie, madri, donne in tempo di guerra. Il sorriso
che risplende nel pianto, che scaturisce dall’ultimo ricordo felice, per
quanto nutrito d’inganno, di una notte di festa, dove finalmente la
guerra, scomparsa, letteralmente, all’improvviso, come in un’incanto,
lascia il posto alla musica. Un incanto appunto, un’illusione. Che
persino gli dei non riescono a guardare senza provare vergogna,
senza provare pietà.
Poseidone, fulgido e vano, come l’inutile icona spezzata di un tempio
ormai deserto, accarezza con un lungo sguardo di cordoglio le rovine
in fumo della città amata, con una voce che è un pianto, che si
frammenta, che si scompone, in due, otto, innumerevoli echi sempre
più distanti, nella sua testimonianza impotente.
Alle parole già dense di Ecuba, di Andromaca, Cassandra, del coro
straziante delle Troiane è fin troppo facile avvicinare le immagini
crude della guerra, della violenza, che ci riempiono gli occhi tutti i
giorni, bambini in pianto, donne ormai ridotte a oggetto, bottino di
conquistatori stanchi e sprezzanti. Sulle stesse identiche note, come
in un crudele gioco della memoria, le immagini tenere della vita di
prima, di quell’ultima notte, quando un futuro sembrava possibile, si
accostano al buio presente, al dolore che “non ha misura”, come
sussurrerà Andromaca col suo ultimo fiato di madre. Perché come
dice la regina caduta di Troia, “Dapprima mi è caro rievocare nel
canto le mie gioie; alle sventure dedicherò un più lungo lamento.” Infine, come in un circolo, così com’è iniziato, il nostro canto per i
vinti si conclude; i soldati greci, vittoriosi, nel gioco della nostra
messa in scena, hanno un doppio, inconciliabile eppure irrinunciabile
ruolo, svestiti i panni dei vincitori, in uno struggente, impossibile
ritorno, vestono i panni dei guerrieri troiani caduti, una semplice
camicia bianca testimonia il passaggio e di nuovo permette un
incontro, un abbraccio, una carezza, tra chi è perduto e chi invece
resta. Perché effimera è la guerra, effimera è la vittoria ed effimera
forse è anche la morte.
Oriana Martucci