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UNIVERSITÀ TERZA ETÀ 2013-2014
LETTURE BIBLICHE
«CHE COSA È L’UOMO PER RICORDARTI DI LUI?»
DIO ALLA RICERCA DELL’UOMO
LEZIONE 8
Vedi, oggi ti do autorità sopra le nazioni e sopra i regni
per sradicare e demolire,
per distruggere e abbattere,
per edificare e piantare».
(Geremia 1,10)
« Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto »
la vocazione di Geremia
CONTESTO
Geremia 1:
Geremia 2-25
Geremia 26-45
La vocazione
Oracoli contro Giuda e “confessioni” di Geremia
Biografia di Geremia e oracoli di consolazione
LETTURA DEL TESTO BIBLICO:
Geremia 1,1-19: La vocazione
Geremia 20,7-18: Quinta confessione di Geremia
Geremia 36:
La passione della parola profetica
NOTE A PIÈ DI PAGINA
Profeta in tempi di crisi
LETTURE
CARLO MARIA MARTINI , Una voce profetica nella città.
Meditazioni sul profeta Geremia
UNIVERSITÀ TERZA ETÀ 2013-2014
VOCAZIONE DI GEREMIA (1,4-10)
Mi fu rivolta questa parola del Signore:
«Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto,
prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato;
ti ho stabilito profeta delle nazioni».
Risposi: «Ahimè, Signore Dio!
Ecco, io non so parlare, perché sono giovane».
Ma il Signore mi disse: «Non dire: “Sono giovane”.
Tu andrai da tutti coloro a cui ti manderò
e dirai tutto quello che io ti ordinerò.
Non aver paura di fronte a loro,
perché io sono con te per proteggerti».
Oracolo del Signore.
Il Signore stese la mano
e mi toccò la bocca,
e il Signore mi disse:
«Ecco, io metto le mie parole sulla tua bocca.
Vedi, oggi ti do autorità
sopra le nazioni e sopra i regni
per sradicare e demolire,
per distruggere e abbattere,
per edificare e piantare».
QUINTA CONFESSIONE DI GEREMIA (20,7-18)
Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre;
mi hai fatto forza e hai prevalso.
Sono diventato oggetto di scherno ogni giorno;
ognuno si fa beffe di me.
Quando parlo, devo gridare,
devo proclamare: “Violenza! Oppressione! “.
Così la parola del Signore è diventata per me
motivo di obbrobrio e di scherno ogni giorno.
Mi dicevo: “Non penserò più a lui,
non parlerò più in suo nome! “.
Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente,
chiuso nelle mie ossa;
mi sforzavo di contenerlo,
ma non potevo.
Sentivo le insinuazioni di molti:
LETTURE BIBLICHE
“Terrore all’intorno!
Denunciatelo e lo denunceremo”.
Tutti i miei amici spiavano la mia caduta:
“Forse si lascerà trarre in inganno,
così noi prevarremo su di lui,
ci prenderemo la nostra vendetta”.
Ma il Signore è al mio fianco come un prode valoroso,
per questo i miei persecutori
cadranno e non potranno prevalere;
saranno molto confusi perché non riusciranno,
la loro vergogna sarà eterna e incancellabile.
Signore degli eserciti, che provi il giusto
e scruti il cuore e la mente,
possa io vedere la tua vendetta su di essi;
poiché a te ho affidato la mia causa!
Cantate inni al Signore, lodate il Signore,
perché ha liberato la vita del povero
dalle mani dei malfattori.
Maledetto il giorno in cui nacqui;
il giorno in cui mia madre mi diede alla luce
non sia mai benedetto.
Maledetto l’uomo che portò la notizia
a mio padre, dicendo:
“Ti è nato un figlio maschio”, colmandolo di gioia.
Quell’uomo sia come le città
che il Signore ha demolito senza compassione.
Ascolti grida al mattino
e rumori di guerra a mezzogiorno,
perché non mi fece morire nel grembo materno;
mia madre sarebbe stata la mia tomba
e il suo grembo gravido per sempre.
Perché mai sono uscito dal seno materno
per vedere tormenti e dolore
e per finire i miei giorni nella vergogna?
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LA PASSIONE DELLA PAROLA PROFETICA (36, 1-32)
Nel quarto anno di Ioiakìm, figlio di Giosia, re di Giuda, fu rivolta a Geremia da
parte del Signore questa parola: «Prendi un rotolo e scrivici tutte le parole che ti ho
detto riguardo a Gerusalemme, a Giuda e a tutte le nazioni, dal tempo di Giosia fino
ad oggi. Forse quelli della casa di Giuda, sentendo tutto il male che mi propongo di
fare loro, abbandoneranno la propria condotta perversa e allora io perdonerò le loro
iniquità e i loro peccati».
Geremia chiamò Baruc, figlio di Neria, e Baruc scrisse su un rotolo, sotto dettatura
di Geremia, tutte le cose che il Signore aveva detto a quest’ultimo. Quindi Geremia
ordinò a Baruc: «Io sono impedito e non posso andare nel tempio del Signore. Andrai
dunque tu nel tempio del Signore in un giorno di digiuno a leggere nel rotolo, che hai
scritto sotto la mia dettatura, le parole del Signore; le leggerai al popolo e a tutti quelli
di Giuda che sono venuti dalle loro città. Forse si umilieranno con suppliche dinanzi
al Signore e ciascuno abbandonerà la sua condotta perversa, perché grande è l’ira e il
furore che il Signore ha manifestato verso questo popolo».
Baruc, figlio di Neria, fece quanto gli aveva comandato il profeta Geremia, e lesse
dal rotolo le parole del Signore nel tempio del Signore.
Nel quinto anno di Ioiakìm, figlio di Giosia, re di Giuda, nel nono mese, fu indetto
un digiuno davanti al Signore per tutto il popolo di Gerusalemme e per tutto il popolo
che era venuto dalle città di Giuda a Gerusalemme. Baruc dunque lesse nel rotolo
facendo udire a tutto il popolo le parole di Geremia, nel tempio del Signore, nella
stanza di Ghemaria, figlio di Safan, lo scriba, nel cortile superiore, presso l’ingresso
della porta Nuova del tempio del Signore.
Michea, figlio di Ghemaria, figlio di Safan, udite tutte le parole del Signore lette
dal libro, scese alla reggia nella stanza dello scriba; ed ecco, là si trovavano in seduta
tutti i capi: Elisamà, lo scriba, e Delaià, figlio di Semaià, Elnatàn, figlio di Acbor,
Ghemaria, figlio di Safan, e Sedecìa, figlio di Anania, insieme con tutti i capi. Michea
riferì loro tutte le parole che aveva udito quando Baruc leggeva nel rotolo al popolo in
ascolto. Allora tutti i capi inviarono Iudì, figlio di Netania, figlio di Selemia, figlio di
Cusì, da Baruc per dirgli: «Prendi in mano il rotolo che leggevi al popolo e vieni».
Baruc, figlio di Neria, prese il rotolo in mano e si recò da loro. Ed essi gli dissero:
«Siedi e leggi davanti a noi». Baruc lesse davanti a loro. Quando udirono tutte quelle
parole, si guardarono l’un l’altro pieni di paura e dissero a Baruc: «Dobbiamo riferire
al re tutte queste parole». Poi chiesero a Baruc: «Raccontaci come hai fatto a scrivere
tutte queste parole». Baruc rispose: «Geremia mi dettava personalmente tutte queste
parole e io le scrivevo nel rotolo con l’inchiostro». I capi dissero a Baruc: «Va’ e
nasconditi insieme con Geremia; nessuno sappia dove siete». Essi poi si recarono dal
re nell’appartamento interno, dopo aver riposto il rotolo nella stanza di Elisamà, lo
scriba, e riferirono al re tutte queste parole.
LETTURE BIBLICHE
Allora il re mandò Iudì a prendere il rotolo. Iudì lo prese dalla stanza di Elisamà,
lo scriba, e lo lesse davanti al re e a tutti i capi che stavano presso il re. Il re sedeva nel
palazzo d’inverno – si era al nono mese –, con un braciere acceso davanti. Ora,
quando Iudì aveva letto tre o quattro colonne, il re le lacerava con il temperino da
scriba e le gettava nel fuoco sul braciere, finché l’intero rotolo non fu distrutto nel
fuoco del braciere. Il re e tutti i suoi ministri non tremarono né si strapparono le vesti
all’udire tutte quelle parole. Eppure Elnatàn, Delaià e Ghemaria avevano supplicato il
re di non bruciare il rotolo, ma egli non diede loro ascolto. Anzi, ordinò a Ieracmeèl,
un figlio del re, a Seraià, figlio di Azrièl, e a Selemia, figlio di Abdeèl, di arrestare lo
scriba Baruc e il profeta Geremia, ma il Signore li aveva nascosti.
Dopo che il re ebbe bruciato il rotolo con le parole che Baruc aveva scritto sotto
dettatura di Geremia, la parola del Signore fu rivolta a Geremia: «Prendi un altro
rotolo e scrivici tutte le parole che erano nel primo rotolo bruciato da Ioiakìm, re di
Giuda. Contro Ioiakìm, re di Giuda, dirai: Dice il Signore: Tu hai bruciato quel rotolo,
dicendo: “Perché hai scritto: verrà il re di Babilonia, devasterà questo paese e farà
scomparire uomini e bestie?”. Per questo dice il Signore contro Ioiakìm, re di Giuda:
Non avrà un erede sul trono di Davide; il suo cadavere sarà esposto al caldo del
giorno e al freddo della notte. Io punirò lui, la sua discendenza e i suoi ministri per le
loro iniquità e manderò su di loro, sugli abitanti di Gerusalemme e sugli uomini di
Giuda, tutto il male che ho minacciato, senza che mi abbiano dato ascolto».
Geremia prese un altro rotolo e lo consegnò a Baruc, figlio di Neria, lo scriba, il
quale vi scrisse, sotto dettatura di Geremia, tutte le parole del rotolo che Ioiakìm, re di
Giuda, aveva bruciato nel fuoco; inoltre vi furono aggiunte molte parole simili a
quelle.
Il profeta è come la sua parola : anche lui si consuma pezzo dopo pezzo, in sfacelo
verso la fine, per rinascere trasformato in parola poetica e profetica, viva e imperitura.
E come lui sarà la Parola personificata, trionfatrice della morte.
Anche sul processo di questa parola il capitolo contiene insegnamenti importanti. In
primo luogo essa risuona e viene udita. Poi la si scrive, perché rompa ì limiti del
carcere e dello spazio e si diffonda. Più tardi torna a farsi sentire davanti a nuovi
uditori, in nuove situazioni. Il segretario scrive sotto dettatura del profeta, ma il profeta
non scrive sotto dettatura di Dio. L’ispirazione è messaggio, non dettato. La parola
interpella e obbliga a decidersi. Giudicata, giudica. Supera l’istituzione: tempio,
palazzo, sacerdoti, re, ministri. Il profeta è funzione di questa parola: le dà esistenza
concreta dandole forma. La conserva nella memoria e la recita. Fa in modo che venga
scritta. Per essa vive e per essa è disposto a morire. In essa sopravvive. Nell’intero
processo si potrebbe ascoltare la voce di Dio: «io sono con te».
(L. ALONSO SCHÖKEL, I Profeti, 668s.)
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Il profeta Geremia
Ho scelto Geremia perché è un profeta molto difficile da capire; ho già
meditato sulla sua figura in un corso di Esercizi spirituali ai seminaristi della
diocesi di Milano, ma ho voluto ritornarvi per coglierne più profondamente il
pensiero.
Vi confesso, anzi, che da tanti anni lotto con Geremia senza riuscire a
comprenderlo appieno, e probabilmente avrò bisogno ancora di molto tempo.
Cercherò semplicemente di balbettare qualcosa sul suo Libro che comprende
52 capitoli ed è il più lungo della Bibbia dopo quello di Isaia.
C’è però una seconda ragione della mia scelta: mi è sembrato assai
opportuno meditare su un ‘esistenza profetica, considerando inoltre che il profeta Geremia ha vissuto in tempi molto oscuri. In un certo senso mi sento suo
compagno di strada perché, a Milano, stiamo vivendo momenti durissimi:
oltre alle vicende di tangentopoli che coinvolgono tutti gli uomini politici
degli ultimi quarant’anni, abbiamo assistito a efferati attentati che hanno
provocato delle vittime. E penso che Geremia possa aiutarmi e aiutarci a
muoverci in situazioni drammatiche e angoscianti.
Come scrive bene padre Alonso Schökel nella prefazione alla sua
traduzione di Geremia, «nessun profeta ha posto tanto della propria vita negli
scritti», e quindi con la sua stessa esistenza tragica ci conforta e ci consola.
Infine, e soprattutto, rifletteremo sul profeta perché Geremia è una delle
vie per conoscere meglio Gesù.
Quando Gesù chiese ai suoi discepoli: «“La gente chi dice che sia il Figlio
dell’uomo?”, essi risposero: “Alcuni Giovanni Battista, altri Elia, altri
Geremia o qualcuno dei profeti”» (mT 16,13-14). Tra le figure che la gente
istintivamente associava a Gesù c’è il profeta Geremia, non il grande Isaia o
Ezechiele o Daniele.
Ovviamente non ci è possibile fare una lettura continua di tutto il Libro e
dovremo accontentarci di qualche pagina. Mi sono chiesto in qual modo
risolvere il problema dell’ordine di lettura. Sarebbe possibile, ad esempio,
leggere Geremia secondo uno schema biografico, seguendo le vicende della
sua vita, anche se il Libro appare come un ammasso disordinato di elementi
disparati. Lo schema biografico ci farebbe considerare le diverse età del
profeta: da 0 a 18 anni (il tempo della vocazione), dai 18 ai 36 (le profezie
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sotto Giosia), dai 36 ai 48 (le profezie sotto Ioiakìm) e così via fino alla morte.
Ma non ritengo utile un tale ordine perché i dati sono molto generali e
comunque difficilmente raccordabili al contenuto del testo.
[…]
Ho anche pensato di utilizzare la linea logica, l’ordine dei testi nel Libro.
Ricordiamo, in proposito, per chiarire con un paragone, il vangelo di Matteo,
composto di sezioni di discorsi e sezioni di racconti: il discorso della
Montagna (capitoli 5-7); racconti di miracoli (capitoli 8-9); il discorso
missionario (capitolo 10); racconti vari (capitoli 11-12) ecc. Il Libro di
Geremia è stato redatto secondo una sequenza di questo tipo: una prima
sezione di discorsi (capitoli 1-25 di oracoli); una sezione narrativa (capitoli
26-29); un’altra serie di discorsi, tra cui sottolineo quello della nuova alleanza
(capitoli 30-33); di nuovo una sezione narrativa dovuta soprattutto al
segretario Baruc (capitoli 34-45); una sezione di discorsi {capitoli 46-52).
Quindi abbiamo tre sezioni di oracoli, separati da due sezioni narrative.
Questa tuttavia è la sola cosa certa che si può dire dell’ordine logico delle
parole del profeta; se si cerca invece un ordine logico all’interno delle sezioni,
è praticamente impossibile trovarlo.
In conclusione, mi sembra di dover paragonare il Libro a un insieme di
tessere di mosaico, che non sono mai state composte, per cui si trovano tessere
di un colore dove ci vorrebbero quelle di un altro e viceversa. Ogni pezzo,
ogni tessera ha la sua bellezza e però è difficile contemplare un disegno di
insieme. Oppure possiamo paragonare le pagine che vanno sotto il nome del
profeta Geremia a una cava di diamanti ammucchiati; bisogna trarli fuori e
ordinarli. Mi sembra addirittura impossibile poter fare una «lectio continua»
di Geremia, che abbia un ordine logico preciso.
(CARLO MARIA MARTINI, Una voce profetica nella città. Meditazioni sul
profeta Geremia, 11-13)