libro concorso quinta edizione di scrittura creativa in

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libro concorso quinta edizione di scrittura creativa in
Ragazzi, fate vostro il motto di Plinio il Vecchio
(scrittore romano I sec. d.C.):
«Nulla dies sine linea!»
(Non lasciar passare un giorno senza scrivere una riga!)
Carla
2
ICS A. Moro, Scuola Secondaria di Primo Grado
CONCORSO DI SCRITTURA CREATIVA IN MEMORIA DI CHIARA
GALVAN, V EDIZIONE
Cos’ è per te il gioco?
“Il gioco soffia un vento di allegria su una giostra di vita da cui non
vorremmo mai scendere”
“La poesia salva la vita” è il titolo di un saggio di Donatella Bisutti, ma anche
la convinzione che ci spinge ormai da qualche anno a promuovere tra i nostri
alunni un concorso di poesia, per stimolarli a dar voce al loro mondo
interiore, ad entrare in contatto con quella parte nascosta di loro stessi che
sono le emozioni ed esprimerle in modo creativo.
Allora la poesia può davvero salvare la vita, accendendo la scintilla della
creatività e riscattando dal senso di noia o di indifferenza che a volte gli
adolescenti sembrano sentire quando la loro parte creativa giace sepolta in
qualche luogo sconosciuto.
Il tema di quest’anno, COS’ E’ PER TE IL GIOCO? , ha voluto sollecitare i
ragazzi a parlare agli adulti che li circondano dell’importanza del gioco nella
vita.
Ed ecco che dalle loro parole sono emerse importanti tematiche civili, come il
diritto al gioco per ogni bambino, ma anche ricordi dell’infanzia (giocattoli e
giochi che hanno caratterizzato la loro vita di fanciulli e che si portano ancora
nel cuore) o riflessioni sul tema del crescere e sul quel “gioco” sempre nuovo
ed entusiasmante che è la vita. Buona lettura!
Ringraziamenti
Ringraziamo i nostri alunni per l’entusiasmo e l’impegno dimostrati.
Sentiti ringraziamenti alla famiglia Galvan per la rinnovata collaborazione e
l’attenzione e la sensibilità dimostrate verso l’educazione alla lettura e alla
scrittura dei nostri ragazzi.
Gli insegnanti della
scuola secondaria di primo
grado
3
Commissione esaminatrice
Roberto Chiarello
Enrica Franchi
Paola Pagani
Francesco Romano
Silvana Sciabbarrasi
Francesca Tranchina
(insegnanti di lettere dell’ICS A. Moro)
4
1° classificato classi prime
S
A
Fallo giocare
M
classe 1D
U
Perché non lo fai giocare?
quel povero bambino
E
che tanto lo vorrebbe
L
si potrebbe divertire
E M
O
R
A
e perché no anche istruire.
Perché non lo fai giocare?
Gli metti in mano un fucile
sotto i piedi le mine,
ma perché non lo fai giocare?
Ti fa comodo farlo lavorare
o ti diverti a vederlo sparare.
N
D
Fallo giocare
perché nel mondo ideale
ogni bambino si deve divertire!
I
5
2° classificato classi prime
N
A
Il gioco
U
classe 1B
S
Filastrocca del gioco ideale
I
prendi una corda e comincia a saltare,
sopra le nuvole o in un buco profondo
C
salta con tutti i bambini del mondo.
A
A
Con un sol balzo in posti lontani
C
I
E
R
V
apri il tuo cuore e stringi le mani,
fermati solo per rifiatare
riprendi la corda e ricomincia a saltare.
Depongo la corda e inizio a contare
tu ti nascondi e io inizio a cercare,
fai solo in modo che io non ti trovi
un, due, tre…stella! Guai a te se ti muovi!
O
6
1° classificato classi seconde
C
E
Il gioco è magia
C
classe 2B
I
Per fare una poesia
L M
I
O
A
L
Ci vuole tanta fantasia,
soprattutto se è sul gioco
non ci vuole mica poco.
Puoi giocare quando vuoi
e con tutto quel che hai,
T
basta un poco di pazzia
R
Tutto è un gioco,
A
e fa tutto la magia.
persino la vita,
ma se non impari le regole
allora è finita.
S
I
O
7
2° classificato classi seconde
S
O
Giocare è libertà
F
classe 2C
I
Giocare è indispensabile,
A
è un diritto inalienabile.
S
C
U
N
C
I
O
Da piccolo hai giocato
e da grande hai dimenticato.
Con un soffio di vento tutto se ne è andato
lasciando nel tuo cuore un ricordo accentuato.
Eri un bambino dai mille desideri
che ancora non era impegnato nei doveri.
Nemmeno un pensiero avevi per la testa
e tutto ciò che ti importava era fare festa.
Con il gioco eri al sicuro
dal buio oscuro.
Il gioco è speciale
ma deve essere leale.
8
1° classificato classi terze
N
I
Giocavamo a nascondino
C
classe 3A
O
Giocavamo a nascondino,
ora con il nostro destino.
L
O’ B
A
S
E
G
G
I
Stammi vicino che ho paura
di decidere, di capire.
Stai tranquilla.
Respira.
Ti devi divertire,
l’infanzia è finita
ma bisogna ripartire.
Prendi tutto,
lascia niente,
ora giocare
è vincere tra la gente
O
9
2° classificato classi terze
S
O
Un giocattolo speciale
M
classe 3A
A
A volte servono occhi vuoti e rotondi,
Y
A
con uno sguardo fisso e profondo,
J
E
N
D
O
U
che ti osservano pronti a rallegrarti
come per dirti: sto ad ascoltarti!
A volte servono degli abbracci vuoti
morbidi, ma sempre vuoti,
che ti riscaldano senza saperlo
e ti danno un sorriso senza volerlo.
Un pupazzo è speciale,
non sarà reale
ma ti sa ascoltare!
B
I
10
11
1° classificato classi terze
IL CAVALIERE E IL DRAGO
Gruppo: Pinocchio
C'era una volta in un bosco incantato un cavaliere coraggioso e generoso.
Un giorno mentre il cavaliere stava passeggiando nel bosco, ad un tratto sentì
un rumore strano che proveniva da una caverna lì vicino. Pian piano si
avvicinò alla caverna per vedere se c'era qualcuno, poi entrò nella caverna e
all'improvviso uscì un grande drago a due teste .
Il cavaliere iniziò a correre, ad un tratto, mentre correva vide una casetta di
legno, entrò e trovò un mago, il cavaliere gli chiese aiuto.
Il mago gli spiegò che doveva uccidere il drago a due teste, gli diede allora
uno specchio e una spada magica.
Il drago si avvicinò al cavaliere, e il mago in un attimo intrappolò il drago nello
specchio.
Il cavaliere con la spada ruppe lo specchio e una grossa nuvola nera si alzò
verso il cielo.
Il cavaliere così annunciò la morte del drago a tutti gli animali del bosco e
vissero così tutti felici e contenti.
Si sceglie questo elaborato per la buona articolazione dei numerosi elementi
fantastici.
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1° classificato classi quarte
BAFFO, UNO SCOIATTOLO DA SALVARE
Gruppo: numero 5 Delfini
Un giorno, mentre Marco riposava sul divano di casa sua, si sentiva molto
annoiato.
Ad un certo punto chiese alla mamma: "Posso andare al parco, con i miei
amici?".
La mamma rispose di sì. Dopo aver telefonato ai suoi compagni di gioco,
Marco andò verso la piazza dove aveva dato loro appuntamento. Tutti si
diressero verso il parco, dove si misero a giocare a calcio. Dopo un po', Marco
sentì un colpo, così si allontanò dal gruppo e andò a veder da dove venisse il
rumore.
Vide così a terra uno scoiattolo ferito: aveva una zampa rigida e gli occhi
pallidi.
Chiamò i suoi amici in aiuto, così presero delicatamente i povero scoiattolo e
lo portarono a casa.
Il papà lo guardò bene e disse: "Dobbiamo portarlo dal veterinario, è ferito!".
Arrivati al centro veterinario, il dottore disse: "Ha una zampa rotta, dobbiamo
curarlo!".
Così Marco chiese al papà se poteva tenerlo finché fosse guarito.
Dopo un po' il veterinario uscì dalla stanza insieme allo scoiattolo con la
zampa ingessata.
Lo chiamarono Baffo per i suoi baffetti lucidi.
Quando guarì, i bambini lo riportarono al parco. Lo scoiattolo corse verso il
suo albero, dove si arrampicò velocemente.
Arrivato in cima, guardò in basso e Marco, che lo fissava, gli disse che sarebbe
tornato presto a trovarlo!
Così ogni volta che tornava al parco gli portava sempre delle noccioline.
All'inizio Baffo non si fidava perché era un po' timido. Ma dopo un po' di volte
che gli dava il cibo, Baffo incominciò a fidarsi.
Così nacque una nuova amicizia tra Baffo e Marco; ogni volta che andava al
parco con i suoi amici si avvicinava al suo albero e dopo aver lanciato un
fischio, Baffo scendeva, acchiappava le noccioline e, dopo essersi fatto
accarezzare dal bambino, spariva di nuovo come un razzo.
13
Marco, contento, andava a giocare con Luca e Gabriele per l'intero
pomeriggio.
Si opta per questa bella storia d’ amicizia con un animale selvatico dal quale
si rispetta l ‘ habitat naturale.
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1° classificato classi quinte
L'UNIONE FA LA FORZA
Gruppo: IRIS
Martedì nove febbraio, noi bambini di 5a elementare siamo stati divisi a
gruppi per partecipare al concorso "Scrittura Creativa" che consiste nel
collaborare per realizzare un testo realistico.
Questo momento di condivisione ci ha fatto riflettere sull'importanza delle
regole a scuola. Tutti noi volevamo dire qualcosa e si è creata tanta
confusione. Siamo stati ripresi dall'insegnante che ci ha ricordato
l'importanza della collaborazione e dell'ascolto degli altri, abbiamo deciso
così di intraprendere il lavoro come se fosse un gioco. Abbiamo stabilito delle
regole e dato dei turni per parlare. Ognuno di noi, ad ogni capoverso doveva
dire come la pensava.
All'improvviso ci siamo resi conto che, all'interno del gruppo, c'era una
bambina particolarmente timida. Aveva timore di parlare, rifiutava di esporre
il suo pensiero per paura di essere presa in giro.
Quando ci siamo accorti di queste sue difficoltà, come se fossimo stati tutti
d'accordo, abbiamo sospeso l'attività di produzione del testo e ci siamo messi
a chiacchierare come se fosse stata l'ora dell'intervallo.
Abbiamo cominciato a raccontare barzellette e il clima si è subito
rasserenato, lei aveva meno timore e finalmente era riuscita a rilassarsi e
divertirsi con noi.
Le nostre risate hanno richiamato l'attenzione dell'insegnante facendoci
notare che disturbavamo all'interno della classe, così ci siamo rimessi al
lavoro.
Una volta scelto l'argomento di cui parlare, ognuno di noi a turno ha espresso
la sua opinione. La nostra compagna, apparentemente più rilassata, ha dato
un contributo decisivo per la stesura del racconto. Meravigliati, ci siamo
guardati perché sorpresi dalle idee e potenzialità della nostra compagna.
Questo momento di condivisione ci ha fatto conoscere meglio, visto che
provenivamo da classi diverse.
Da questa esperienza è nato un bellissimo rapporto di amicizia che ci siamo
ripromessi di coltivare nel tempo.
Abbiamo scoperto che l'unione fa la forza.
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Denota la capacità di riconoscere l’ importanza della collaborazione nel
rispetto degli altri
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IL LUPO BAMBINO
Gruppo: Il flauto magico
C'erano una volta in un regno lontano due gemelli, uno dei gemelli, però, era
un lupo mannaro.
I suoi genitori lo scoprirono e chiesero aiuto a mago Merlino, ma la strega
Marta lo venne a sapere.
Mago Merlino lo scoprì ed egli mandò a
spiare le mosse della strega e i suoi draghi.
Un drago portò notizie della strega: stava
architettando delle pozioni per uccidere
mago Merlino.
Tra i due si accese una lotta furibonda, ma
mago Merlino le lanciò addosso la pozione
e la strega morì, il bambino tornò normale.
La strega risuscitò e ritrasformò il bambino e anche sua sorella. Allora mago
Merlino si infuriò e le rilanciò la pozione; lei morì e il mago le taglio la testa.
E vissero felici e contenti.
L'ORCO E LA REGINA
Gruppo: La Sirenetta
Molto tempo fa in un grande castello viveva una regina.
Un giorno salì sulla carrozza, ma al posto del cocchiere c'era un orco.
La regina, però, non se ne accorse e l'orco la portò nella sua tana.
Un bambino che stava andando a scuola
vide una carrozza abbandonata, entrò per
vederla e vide che non c'era nessuno e si
preoccupò.
Poi andò a chiamare il suo amico elfo.
L'amico gli diede un anello magico che
quando la regina era in pericolo si
illuminava e suonava.In quel momento vide che stava suonando.
L'elfo e il bambino salirono sulla carrozza e con i poteri dell'elfo fecero
muovere la carrozza.
Quando arrivarono alla tana, scoppio una lotta furibonda tra l'elfo e l'orco e
vinse il buon elfo.
La regina ringraziò l'elfo e il bambino
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IL BOSCO INCANTATO
Gruppo: I vestiti dell'imperatore
Molto tempo fa, in un bosco incantato viveva una bambina di nome
Maddalena ed era molto povera.
Un giorno decise di andare nel bosco a raccogliere i frutti, ma dietro di sé
sentì dei passi. Era la Strega!
La strega catturò Maddalena e la portò
in una prigione; dopo un po' che girava
dentro la prigione, trovò una lampada:
visto che era sporca, la strofinò e
contemporaneamente uscì una genia
che le diede uno specchio.
Maddalena guardò dentro e come per
magia ... finì in un castello incantato
dove trovò un magnifico principe.
Dopo un po' di ore la strega ritornò alla prigione e non trovò Maddalena, così
andò a cercarla per tutto il paese e andò al castello.
Il principe prese la spada e uccise la strega.
Dopo dodici anni il principe e Maddalena si sposarono!
IL MAGICO CESPUGLIO DI FRAGOLE
Gruppo: Hansel e Gretel
C'era una volta in un bosco incantato un bambino di nome Matteo.
Passeggiando vide un cespuglio pieno di fragole, che non sapeva
appartenessero ad un strega, così le prese e ne mangiò due, poi si
addormentò.
Mentre Matteo dormiva, la strega lo vide e
lo portò nella sua casa e lo imprigionò in
una piccola prigione.
Passò di lì un mago che lo vide e fece
comparire una spada di diamante, con la
quale entrò e, senza farsi vedere dalla
strega, distrusse la prigione e liberò Matteo.
Lo portò via dal bosco incantato dritto alla
casa della sua famiglia e, contento,
abbracciò i suoi genitori.
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SQUIRT E IL CAVALIERE CORAGGIOSO
Gruppo: Il gatto con gli stivali
C'era una volta in un grande castello una principessa con il suo papà, il re.
Il re la portò a fare una passeggiata nel bosco incantato; a un certo punto un
ramo catturò la principessa e, con la forza, la lanciò nel lago che nascondeva
il castello del drago.
Proprio da quelle parti stava passeggiando un
giovane di nome Kevin che incontrò un topolino
di nome Squirt che gli disse: "Per sconfiggere il
drago, devi colpire il suo cuore."
Il topolino aveva un giacchino magico con un
arco ed una freccia d'oro.
Il giovane puntò verso l'albero cattivo, la freccia
lo colpì, attraversandolo e uccise anche il drago.
Il giovane si tuffò nel lago per salvare la
principessa.
Kevin la portò al castello e il re lo ricompensò
facendolo diventare cavaliere e gli propose di sposare la principessa.
La principessa e il giovane accettarono di sposarsi davanti all'unico
testimone: Squirt il topolino.
IL DRAGO E IL CAVALIERE
Gruppo: Pollicino
C'era una volta in un grande castello un cavaliere di
nome Matteo.
In un bosco viveva un drago che aveva due teste ed
era molto forte e brutto.
Il cavaliere si allenò duramente per sconfiggere il
drago.
Il mago aiutò il cavaliere Matteo e gli donò una spada
magica per colpire il drago.
Il drago voleva minacciare il regno.
In quei giorni di attacco, il cavaliere Matteo riuscì a
tagliare le due teste con la sua spada magica.
Quando il drago venne ucciso, il cavaliere festeggiò
con tutto il regno
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IL CAVALIERE E LA SPADA
Gruppo: La bella e la bestia
C'era una volta un principe di nome Alex che aveva un amico dinodrago.
Alex aveva il compito di recuperare la
spada di suo padre che aveva
nascosto per mettere alla prova suo
figlio.
Così partì e incontrò un drago a sette
teste; il suo dinodrago gli lanciò una
palla infuocata e lo uccise.
Poi Alex continuò il suo viaggio,
incontrò un cavaliere di nome Tom che lo aiutò a trovare la spada.
Finalmente giunsero davanti a una grotta dove c'era un gigante con la spada
del padre di Alex e si scatenò una lotta furibonda perché la volevano
entrambi.
Alla fine vinse Alex; era molto felice di aver recuperato la spada.
Suo padre era molto orgoglioso e preparò una festa molto bella.
E vissero tutti felici e contenti.
Gruppo: La bella e la bestia
IL LUPO E LA BAMBINA
Gruppo: Il principe ranocchio
Tanti anni fa in una piccola casetta una bambina stava mettendo nel cesto
una tovaglietta bianca e rossa.
La mamma l'aveva mandata a prendere le fragole nel bosco.
La bambina ha incontrato un lupo cattivo!
Il lupo cattivo ha detto che era buono ma aveva detto una
bugia.
Ella sapeva che aveva detto una menzogna!
Quindi scappò.
In suo aiuto la fatina la salvò.
La mamma non vedendola arrivare era
preoccupata, ma dopo un po' la figlia arrivò sana e salva.
Volete sapere cosa è successo al lupo? Bene!!! Si è punto
con una spina delle more.
Vissero così tutti felici e contenti.
20
IL CANE SCOMPARSO
Gruppo: Biancaneve
C'era una volta un bambino povero che per guadagnare i soldi andava tutti i
giorni in campagna a lavorare.
Quando ritornava a casa, trovava sempre il suo amico
cane che lo aspettava.
Un giorno però non fu così: il bambino cercò
dappertutto, ma non lo trovò; si accorse che un albero
era graffiato dalla zampe del suo cane.
Quest'albero aveva una porta, lui entrò e trovò un
topolino parlante.
Il topolino lo portò in una sala
dove c'era il suo cane con la
zampa ferita, con il ladro
legato.Il bambino portò il cane a casa e lo curò.
Rientrò nella sala e tolse la maschera, così vide che il
ladro era suo padre, lo slegò e lo portò dalla polizia,
che lo mise in galera.
Il bambino tornò a casa con il suo cane e i due
vissero felici e contenti.
LA PRINCIPESSA NEL BOSCO INCANTATO
Gruppo: La bella addormentata nel bosco
Tanti anni fa in un bosco incantato c'era una principessa.
Un giorno incontrò un drago che la voleva mangiare.
Poi un cavaliere la vide di nascosto, mentre il drago a sei
teste dormiva.
Poi andò dal mago Merlino che
gli diede una spada magica per
sconfiggere il drago a sei teste;
tagliò subito con la sua potente
spada tutte le teste del drago.
La principessa sposò il cavaliere e
vissero felici e contenti.
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LA PRINCIPESSA E IL CAVALIERE
Gruppo: Cenerentola
Molto tempo fa, in un regno lontano, viveva una
principessa di nome Alice, che era intrappolata in una
torre sorvegliata da un drago.
Un giorno un cavaliere seppe di questa triste notizia e
decise di salvare la principessa.
Così andò da un mago di nome Merlino, che gli diede
un consiglio: doveva
trovare una spada magica in un bosco
stregato.
Il cavaliere attraversò il bosco in lungo e in
largo ... e alla fine trovò la spada magica,
con la quale andò a salvare la principessa.
Così si scatenò una lotta furibonda.
Alla fine il cavaliere sconfisse il drago e salvò
la principessa e la sposò.
ERICA LA PRINCIPESSA
Gruppo: Il soldatino di piombo
Tanti anni fa in un piccola casetta abitava una povera ragazza che desiderava
essere principessa.
Una strega passò di lì, poi entrò nella casetta e lanciò un
incantesimo a Erica: la povera fanciulla sarebbe morta tra
tre giorni.
Il giorno dopo andò in paese in cui c'era un castello dove
abitava un principe e chiese di lui.
La ragazza spiegò la storia al
principe che andò a cercare la
strega e la trovò nel bosco, la
imprigionò e la legò su una sedia.
Il principe chiamò la sua amica
fata che la fece addormentare
per sempre.
I due ragazzi si sposarono ed Erica visse felice e
contenta e principessa
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IL TOPOLINO MAGICO
Gruppo: Aladino
Tanto, tantissimo tempo fa, c'era una regina molto ricca.
Un giorno, verso le otto di sera la regina sentì un leggero fruscio e si nascose
sotto il letto, perché aveva paura.
Il giorno dopo, la regina salì in soffitta per cercare una cosa e come per magia
comparve una fata vestita di azzurro e le diede un topolino; la regina chiese
alla fata: "Cosa me ne faccio?".
La fata le rispose: "Ti servirà per trovare la grotta dove sono nascoste le tue
ricchezze".
Il topolino disse alla regina che doveva
andare fuori e seguire delle orme. Dopo
essere uscita dal castello, vide delle
impronte e le seguì.
Poco dopo, di fronte a lei trovò una grotta,
non poteva credere ai suoi occhi, perché
davanti a lei vide un drago che dormiva
sull'oro.
La regina entrò nella grotta, mentre
camminava, per sbaglio calpestò un rametto e sveglio il drago.
Magicamente il topolino si trasformò in un cavaliere coraggioso e con la sua
spada ci fu una lotta furibonda, ma fortunatamente uccise il drago.
La regina e il giovane cavaliere si sposarono, vissero per sempre felici e
contenti.
IL PRINCIPE E LA PRINCIPESSA
Gruppo: Il fagiolo magico
una trappola.
Molto tempo fa in un regno lontano
viveva un principe che doveva ritrovare
la figlia del re, che era stata rapita da
un orco.
Il principe si incamminò verso la città
degli orchi e cercò la casa dell'orco che
aveva rapito la principessa.
Ad un certo punto il principe cadde in
23
Un cavaliere che passava di lì, sentì delle urla e trovò il principe, lo liberò con
una bacchetta magica che gli aveva dato la fata e insieme trovarono la
principessa.
Il cavaliere diventò amico della principessa e del principe e ritornò nel suo
castello.
IL principe e la principessa si sposarono ed ebbero un figlio, lo chiamarono
Mattia e vissero tutti felici e contenti.
ANASTASIA E L'ANELLO MAGICO
Gruppo: Rapunzel
Molto tempo fa, in una piccola casetta c'era
una bambina di nome Anastasia; purtroppo
dietro alla casetta abita una strega che voleva
rubare l'anello magico di Anastasia.
Un giorno la strega lanciò un incantesimo che
la fece cadere a terra svenuta.
Alla strega l'anello serviva per diventare
ancora più potente.
Mentre la strega stava nella sua caverna, per preparare la pozione.
Un principe arrivò e passando di lì vide la bambina a terra che al suono delle
campane si svegliò.
La bambina spiegò tutto al principe, poi il principe vide la grotta ed
entrarono.
La strega si trovò davanti i due: all'improvviso e senza esitare il principe
lanciò contro alla strega un pozione magica che la disintegrò. Il principe prese
l'anello e lo ridiede ad Anastasia e vissero felici e contenti!
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LE AVVENTURE DI UN CANE E DUE BAMBINI
Gruppo: numero 3 Delfini
Un giorno Rosa e Andrea decisero di
andare a giocare al parco degli Aironi. Il
parco era tutto fiorito e in mezzo si trovava
un laghetto. Dietro al laghetto c'era un
cespuglio che stranamente si muoveva.
I due bambini si avvicinarono con cautela perché avevano paura e dietro al
cespuglio videro un piccolo cucciolo di cane bianco con le macchie nere.
Quel cane era ferito alla zampa posteriore. I due bambini presero il picco
cucciolo spaventato e lo portarono a casa.
Quando arrivarono a casa, di due bambini lo portarono nella loro camera in
"gran segreto" perché i genitori sicuramente non avrebbero voluto. I bambini
dissero a bassa voce: "Dobbiamo fasciargli la zampa!".
I bambini pensarono che la ferita potesse fare infezione se non l'avessero
curata.
Mentre cercavano garze e disinfettanti, sentirono i passi della loro mamma,
allora lo nascosero nell'armadio.
Quando la mamma arrivò, sentì abbaiare ed ebbe un sospetto.
Allora la mamma salì in camera dei figli, aprì l'armadio, ma non trovò nessun
animale, perché il cucciolo si era nascosto nella borsa da basket di Andrea,
che stava in un angolo dell'armadio.
Dopo una notte passata in bianco, i due bambini fecero uscire il cagnolino
dalla porta-finestra che dava sul giardino. Poco dopo i due bambini andarono
a fare colazione. Dopo aver fatto colazione Rosa e Andrea andarono al parco
senza farsi scoprire dai genitori.
Appena arrivati al parco, i due bambini, un po' curiosi, si avvicinarono al
laghetto per vedere i pesciolini e caddero dentro.
Il cagnolino chiamò il guardiano del parco di nome Luciano, che lo tirò per i
vestiti verso il laghetto; così gli fece capire che c'era qualcuno in pericolo.
Luciano salvò i due bambini con una corda e poi chiamò i genitori, per
tranquillizzare i ragazzi.
Quando i genitori arrivarono, i bambini raccontarono tutto e così decisero di
tenere il cane che chiamarono Billy.
Da quel giorno il cucciolo fu di famiglia!
25
L'AVVENTURA DI NUVOLA
Gruppo: numero 1 Delfini
Un pomeriggio, in un parco vicino al torrente
Bozzente, un cane "Chiwawa" correva avanti
e indietro, sembrava abbandonato. Infatti
non c'era il suo padrone. Lorenzo, Marco e
Nicole, tre bambini che stavano giocando a
palla lo videro e decisero di prenderlo e
aiutarlo. Avendo una zampa ferita, lo
portarono dal veterinario del paese. Arrivati nell'ambulatorio, il tenero
cagnolino era tutto sporto e spaventato. Dopo la visita, il veterinario Pippo
chiamò i bambini e disse loro che la ferita non era grave; allora il medico
suggerì loro la cura e gli disse: "Dovete cambiargli la fascia ogni otto ore".
I bambini pregarono i loro genitori per poter tenere con loro il cane. I genitori
accettarono ad una condizione: avrebbero dovuto accudirlo!
Lo chiamarono Nuvola. I genitori con i loro tre figli e il piccolo Nuvola
andarono al negozio di animali per scegliere gli accessori.
Nuvola adorava i croccantini al gusto di manzo che gli servivano nel suo
piattino.
Un giorno decisero di andare al mare in Calabria, portando naturalmente il
loro amico. Dopo 12/13 ore di viaggio arrivarono in Hotel e pranzarono, visto
che avevano molta fame.
Nel pomeriggio andarono a fare una passeggiata in spiaggia.
I tre fratelli gli lanciarono la palla che finì nell'acqua; il cane nel tentativo di
prendere la palla, si tuffò in acqua e rimase bloccato senza riuscire a tornare
a riva.
I tre bambini, non vedendo più Nuvola, si preoccuparono e chiesero alla
mamma se l'avesse visto in giro, ma lei rispose di no. Lorenzo pensò che fosse
caduto in acqua, quindi andò a chiamare Marco e Nicole per recuperare
Nuvola.
I bambini videro che Nuvola era in difficoltà e stava andando verso gli scogli,
trascinato dalla corrente forte; i bambini allora presero il salvagente e si
tuffarono in acqua per salvalo.
In un attimo Nuvola raggiunse gli scogli, ma tutti e tre fecero una specie di
"catena" e Marco riuscì ad acchiapparlo; lo portarono così a riva sano e salvo.
Da quel giorno diventarono "migliori" amici e rimasero per sempre
affezionati e inseparabili!
26
L'AMICIZIA: COSA IMPORTANTE
Gruppo: numero 12 Leoni
Un giorno Billy, un bambino di nove
anni, capelli castani, occhi marroni,
carattere dolce, gentile, altruista e
disponibile, tornò a casa del nonno
arrabbiato perché aveva litigato con il
suo amico per un banale motivo.
Il nonno allora iniziò a raccontargli una
storia: "Avevo cinque anni quando
qualcuno bussò alla porta: scoprimmo
che erano i Tedeschi che sottomettevano me, la mia famiglia e il mio migliore
amico. Ci presero e ci portarono in Polonia, al campo di concentramento; io
stavo piangendo insieme alla mia famiglia e al mio amico. Ci divisero così:
bambini, uomini e donne per torturarci e farci del male. Noi bambini eravamo
terrorizzati, nessuno sapeva cosa fare per uscire da quella situazione. I
Tedeschi continuavano a minacciarci e a trattarci male. Per fortuna, ero con il
mio amico per la pelle che mi dava un po' di felicità. A me piaceva l'allegria e
infatti da piccolo ero molto gioioso. Arrivò la prima notte, la paura iniziava a
salire: quel buio, i rumori e tutte le altre cose paurose erano arrivate, è per
questo che si tremava, come se ci fosse stato un terremoto! Pepper, cioè il
mio miglior amico, era biondo, occhi marroni e carattere gentile.
Il secondo giorno fu ancora più duro: ci fecero lavorare facendoci spostare
massi pesanti e ci allinearono in righe per correre in tutto il campo di
concentramento.
A mezzogiorno noi bambini eravamo molto stanchi e per pranzo ci davano
pane secco e acqua. Arrivava il pomeriggio ed era ancora più difficoltoso per
noi ... i massi erano ancora più pesanti!
Verso l'ora della merenda, ci facevano correre ancora di più: questa volta non
un, ma due giri.
Finalmente una notte, io e il mio amico siamo riusciti a ritrovare la mia
famiglia. Il mio amico escogitò un piano: "Allora, con questi cucchiai
scaveremo sottoterra dove i Tedeschi non ci potranno vedere". Così
facemmo e riuscimmo ad oltrepassare la rete che delimitava il campo. Ci
allontanammo correndo e, lontani da quella specie di prigione, tirammo un
sospiro di sollievo: finalmente liberi! Ecco perché gli amici sono importanti e
quindi tu domani vai dal tuo amico e gli chiedi scusa".
27
Il giorno seguente il bambino ricordò il
consiglio del nonno e fece pace con il suo
amico Giovanni.
Quando Billy lo disse al nonno, lui ne fu fiero
e lo portò a prendere un gelato nella
gelateria del suo paese: Milano.
I SOGNI SI AVVERANO
Gruppo: numero 6 Aquile
C'era un bimbo di nome Simone che aveva dieci anni, viveva in campagna con
i suoi genitori e il suo fratellino. Simone desiderava tanto un cucciolo.
Un giorno, mentre stava dormendo, sognò che stava camminando nel bosco.
Ad un certo punto sentì un rumore di passi lievi che si avvicinavano sempre di
più.
Sembravano quelli di un gatto, anzi di un cane!
Simone si spaventò, perché vide degli occhi dentro ad un cespuglio. Capì che
era un cane.
Sbucò fuori dal cespuglio: era un Haski! Aveva due occhi grandi e azzurri e il
pelo grigio, bianco, nero.
All'improvviso il bambino sentì una voce che lo chiamava, si svegliò e vide la
mamma che gli disse: "Simone, svegliati! Devi andare a scuola!".
Simone si vestì e andò a scuola, però gli rimase impresso il sogno. Andò a
scuola malinconico perché desiderava un cane.
Iniziò la lezione. La maestra disse agli alunni: "Ragazzi, ieri è successa una
cosa meravigliosa: la mia cagna ha partorito cinque cuccioli; nel caso che
qualcuno ne voglia uno, me lo dica perché il mio appartamento è troppo
piccolo per tenerli".
Simone si rallegrò subito, e immaginò una vita con un cane.
Finita la lezione, andò dalla maestra e le chiese se poteva adottare un
cucciolo. La maestra disse di sì.
Simone tornò a casa e disse alla mamma che aveva preso un cucciolo dalla
maestra e la mamma all'inizio si stupì, ma appena tirò fuori il cucciolo se ne
innamorò anche lei e lo baciò.
Insieme decisero di dargli il nome di Sebastian.
Andarono al Toppi, presero gli attrezzi per accudirlo e diventarono grandi
amici.
28
LA CASA DEGLI ANIMALI
Gruppo: numero 8 Aquile
Un giorno, nella fattoria "Animal Farm" del nonno Gino Pierino arrivarono i
nipotini: Filippo, Raffaele, Silvia, Anna, Ariel; erano tutti gemelli e avevano
dieci anni.
I nipoti erano molto gioiosi nel vedere il loro nonno, ma ancora di più nel
vedere gli animali della fattoria. Il nonno Gino Pierino, per prima cosa fece
fare a tutti un tour della fattoria. Per iniziare andarono nelle stalle dei cavalli:
Silvia si innamorò subito di uno dei loro, un pony bianco con delle macchie
marroni e con occhi grandi e teneri.
Videro anche gli asini e gli asinelli e Filippo si innamorò subito di uno di loro:
un asinello bianco, con occhi azzurri e orecchie lunghe e pelose.
Poi andarono verso i cani; lì Anna si innamorò subito di un cagnolino
marroncino con occhi neri e un musetto molto simpatico. Raffaele, invece, si
innamorò dei pulcini, un pulcino giallo limone con occhi neri.
Ariel guardò negli occhi un gattino appena nato, tutto grigio con il musetto
bianco che sembrava dire: "Prendimi ... Prendimi ...!" Il nonno Gino Pierino
chiese a Ariel: "Vuoi adottarlo?" Ariel guardò la mamma (che li aveva
accompagnati) e le chiese con un vocina tenera: "Mamma, ti prego, ti prego,
posso? Ti prego, ti prego!" La madre, sentendo quella vocina, rispose: "Si! Va
bene basta che lo curi tu!" Ariel disse al nonno: "Si! Lo prendo!"
Allora gli altri fratelli chiesero al nonno: "Nonno, nonno, possiamo prendere
anche noi il nostro animale preferito??" Il nonno rispose di sì. Ognuno così
prese un cuccio del suo animale preferito. Arrivata sera, i cinque bambini
tornarono a casa, contenti, con i loro cuccioli: Ariel con il suo gattino Leo,
Silvia con il suo pony Lancillotto, Filippo con il suo asinello Occhi Azzurri, Anna
con la cagnolina Salterina, Raffaele con il suo pulcino Billy.
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Per la cena la mamma preparò tacchino al forno con patate fritte. Dopo aver
mangiato, Filippo e Silvia si fecero un letto improvvisato nella stalla per
dormire con i loro animali; Anna, Ariel, Raffaele dormirono in camera con i
loro animali. Quella era una famiglia, compresi gli animali, si volevano un
mondo di bene.
I bambini erano molto responsabili nei confronti dei loro animali e si
aiutavano tra di loro perché avevano capito che gli animali e la natura
rendono felici.
UNA NUOVA VITA
Gruppo: numero 10 Aquile
In una giornata calda e afosa, nella fattoria
"Willson" galline, oche, conigli giocavano
vicino allo stagno.
Solo la cavalla Stella non giocava e non si
divertiva con gli altri; se ne stava nel suo
recinto con aria triste, in disparte. Stella era
una cucciola tutta bianca con una macchia
nera sulla zampa.
Luigi, il fattore, in quel momento uscì di casa con secchi pieni di fieno per
distribuirli agli animali.
Quando arrivò il momento di Stella, il fieno era quasi finito, così a lei
toccarono solo gli avanzi. Stella si lamentò per aver ricevuto molto poco della
parte che le spettava; agitandosi, fece scappare le galline e le oche, così Luigi,
arrabbiato, afferrò la frusta e iniziò a picchiare la cavallina.
Il figlio di Luigi, Andrea, sentendo il lamento di Stella, corse subito a vedere
cosa succedeva. Vide suo padre picchiare la cavallina, quindi disse: "Papà
cosa stai facendo a Stella?"
Il padre rispose: " La tua cavalla ha di nuovo rifiutato il suo cibo,
semplicemente perché era poco!"
"Questo non è un buon motivo per picchiarla!" Disse Andrea.
Il padre allora smise di picchiarla e il bambino rimase immobile ad osservar la
cavallina.
Quella sera, Andrea ci pensò su e improvvisamente sentì di nuovo lamentarsi
la cavalla. Mentre il padre dormiva, Andrea scese le scale, uscì dalla porta e
rientrò nel recinto di Stella e le disse: "Oggi, io e te, Stella, scapperemo
lontano nel bosco!" Andrea prese una coperta per Stella.
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Si coprì ben bene, salì sulla schiena di Stella e si incamminarono nel bosco.
A metà strada, Andrea capì di essersi perso; provò ad andare avanti per
ritrovare il sentiero, ma non lo trovò, perciò capì di essersi addentrato
troppo. Andrea si guardò intorno e vide solo alberi, alberi, alberi ...
Il bosco era molto fitto e grande e per di più era notte.
Il bambino pensò di sdraiarsi per passare la notte con Stella.
La cavalli si sdraiò sul terreno e Andrea si appoggiò a lei.
La mattina seguente vennero svegliati dal rumore del furgone del padre che
era riuscito a ritrovarli.
Andrea disse al padre: "Noi andiamo a
vivere da zia Carla, dove c'è un grande
cortile per Stella!"
Rispose: "No, voi tornerete a casa con
me!", A quel punto, Andrea litigò con il
padre, saltò su Stella e iniziarono a
galoppare verso casa di zia Carla.
Arrivati a casa della zia, Andrea spiegò che
aveva litigato con il papà perché
maltrattava Stella. La zia li accolse felice; così Andrea e Stella iniziarono una
nuova vita.
BILLY, IL GATTO RANDAGIO
Gruppo: numero 2 Delfini
In una splendida giornata di sole, due sorelle, Chiara e Olivia, (accompagnate
dai loro genitori), decisero di incamminarsi nel bosco del Rugareto. Mentre
camminavano sul sentiero, sentirono uno strano rumore tra le foglie. Si
avvicinarono lentamente vicino a un cespuglio e videro un gattino: aveva il
pelo corto di colore arancione chiaro con delle macchioline bianche; era
magro perché non mangiava da molto tempo.
Questo gatto era stato abbandonato su una strada; così incominciò a cacciare
nel bosco qualche piccola preda e, in poco tempo, era diventato un gatto
randagio. Aveva le unghie affilate e lunghe, aveva gli occhi neri e vispi. Olivia,
la sorella più piccola, si avvicinò al gatto che la graffiò sulla mano. Chiara
improvvisamente sente sua sorella piangere e corse da lei. Vide il gattino e
sua sorella ferita. Chiara, preoccupata, chiese spiegazioni a sua sorella: "Ma
cosa ti è saltato in mente di andare da sola vicino ad un gattino randagio?!".
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Olivia, piangendo, rispose: " Volevo solamente accarezzarlo!". Con la mano
ferita, Olivia si incamminò per tornare a casa con sua sorella. All'improvviso
sentirono un rumore nel fogliame, si girarono e videro che il piccolo gattino le
stava seguendo. All'inizio fecero finta di niente, poi andarono avanti e videro
che il gattino le continuava a seguire; allora decisero di portarlo a casa,
soltanto che non sapevano se i loro genitori fossero d'accordo a tenere un
gatto con loro. Arrivati a casa chiesero ai loro genitori se potevano tenerlo. I
genitori ci pensarono un attimo. Intanto le due bambine decisero il nome da
dare al gattino: "Chiamiamolo Billy!" disse Olivia e i genitori risposero che
potevano tenerlo. Le bambine, accompagnate dai loro genitori, andarono in
un negozio di gatti per comprare ciotole, croccantini per il loro nuovo amico.
Dopo un paio di mesi, il gattino si era affezionata alle bambine tutte le sere
lui si accucciava ai piedi dei letti delle due sorelle. Tutte le volte che le
bambine tornavano da scuola era sempre davanti alla porta di casa ad
aspettarle. Da allora le due sorelle e Billy non si separarono mai!
FEDERICA E LA GATTA
Gruppo: numero 9 Aquile
Federica, una bambina di undici anni, era in
vacanza con i suoi nonni. Ogni giorno
andava in spiaggia, nuotava, e si divertiva
molto, ma sentiva la mancanza dei suoi
genitori. Ogni sera chiamava la mamma per
raccontarle le sue avventure. Come quella
volta che la chiamò felice per raccontarle
che aveva incontrato una gatta bianca. La
gatta aveva un collarino giallo con scritto
sopra il suo nome: "Pesca". Alla bambina non piaceva quel nome e poiché la
gatta era bianca, la chiamò: "Neve". Federica curò la gatta e le diede da
mangiare. La tenne per un po' di giorni e se ne affezionò. Neve ad un certo
punto si sentì debole e non ascoltò la bambina. I nonni si preoccuparono e
portarono Neve dal veterinario. Lui disse ai nonni che aveva già visto quella
gatta e conosceva il suo padrone. Diede loro l'indirizzo. I nonni la portarono a
casa sana e salva. La bambina, malinconica, accettò e salutò la gatta a cui si
era ormai affezionata molto. Quando tornò a casa dalle vacanze, raccontò
tutto alla mamma. La mamma capì la sua passione per i gatti, quindi andò
con il papà al "gattile" e prese un gatto bello e simpatico!
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LA GRANDE AMICIZIA
Gruppo: numero 7 Aquile
C'era una volta una bambina di nome Sam, che viveva in montagna: era
molto coraggiosa e le piacevano i cavalli. La bambina indossava degli
scarponcini di colore verde smeraldo, i pantaloni e la maglietta rosa.
Il padre di Sam si chiamava Ronald, aveva 42 anni e faceva il falegname: un
lavoro molto bello, ma faticoso.
Quel giorno Sam e suo padre partirono per la caccia. Ad un certo punto
videro un cespuglio muoversi; quando si avvicinarono, videro un cavallo
selvaggio ferito e impigliato tra i rami.
L'animale si trovò faccia a faccia con i due estranei. A quel punto, Sam tentò
di accarezzare il cavallo, che essendo impaurito, fuggì. Era grosso e aveva la
pelliccia color nocciola. La sera seguenti, Sam si addormentò e sognò di
cavalcare quel cavallo che aveva incontrato. Quando si svegliò, Sam disse al
padre che dovevano trovare quell'animale perché era ferito. I due partirono e
ad un certo punto incontrarono il cavallo che zoppicava. Il papà, che era
molto esperto di animali, gli si avvicinò con cautela e gli visitò la zampa.
L'animale non era più impaurito dai due. Allora Sam volle cavalcarlo. Sam
chiamò il cavallo "Pikachiù". E nacque tra loro così una grande amicizia.
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UNA SPLENDIDA AMICIZIA
Gruppo: numero 11 Leoni
Era un lunedì, quando un bambino
disabile di Luca si trasferì in un altro
paese. Luca aveva undici anni,
capelli castani e corti, occhi azzurri
e doveva usare, per muoversi, una
sedia a rotelle. Il primo giorno di
scuola lui non aveva ancora amici.
Quando suonò la campanella, Luca doveva andare in classe, al secondo piano,
ma per via del suo handicap non riusciva a salire le scale, perciò tutti lo
prendevano in giro. A quel punto si avvicinò una ragazza di nome Ilaria che lo
aiutò: aveva capelli lunghi e biondi e occhi verdi. Dopo le lezioni, durante il
pranzo, Luca chiese a Ilaria se voleva sedersi vicino a lui e lei non se lo fece
ripetere due volte. Dopo un po' di tempo in cui stavano chiacchierando,
arrivarono alcuni compagni che urlarono: "Ilaria ama un down! Anche lei è
una down!".
Ilaria li contraddì e subito i "bulli" risposero: "Allora provacelo: se starai
ancora con lui, significa che sei anche tu una down!". Ilaria si sentì a disagio:
lei voleva essere amica di Luca, ma non voleva che gli altri la prendessero in
giro; non sapeva da che parte stare.
La mattina dopo, Ilaria disse ai
bulli che potevano prenderla
in giro quanto volevano, ma lei
non si sarebbe mai divisa da
Luca. Subito dopo pensò: "Ma
come farò a dirlo a Luca?" Il
giorno successivo, Ilaria andò a
casa di Luca e dopo molto
tempo che giocavano ai
videogame Ilaria gli confidò:
"Luca, ho preso una decisione:
anche se mi dovessero prendere in giro, io sarò sempre tua amica!". A quel
punto, Luca, dalla commozione e felicità, la abbraccio piangendo ... Era il
bambino più contento del mondo: aveva trovato un'amica!
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UN'AMICIZIA IMPENETRABILE
Gruppo: numero 13 Leoni
Un piccolo cagnolino randagio bianco, con occhi neri che splendevano alla
luce del sole, aveva delle piccole orecchie vigili, la coda morbida e un
musetto simpatico. Un giorno, un bambino di nome Francesco stava
passeggiando nel bosco finché vide una coda bianca che subito scomparve tra
i cespugli. Lui, curioso, andò a vedere e trovò il cucciolo di cane affamato.
Immediatamente, colto dalla commozione, lo prese e lo portò a casa sua.
Purtroppo, però, i genitori non volevano animali in casa perché la mamma
era allergica al loro pelo. Allora
Francesco a malincuore lo dovette
abbandonare nel bosco; ma dopo
sentì tristezza e lo andò a riprendere
per nasconderlo in giardino. Ma i
suoi genitori lo videro e lo
riportarono nel bosco. Francesco si
preoccupò perché non trovava più il
cucciolo di cane, allora cercò in tutto
il bosco, ma non riusciva a trovarlo.
Finalmente lo vide e questa volta lo nascose nella casa dei nonni, così i suoi
genitori non lo avrebbero potuto portare via. I suoi nonni accolsero il cucciolo
di cane con piacere. Francesco, felice, ritornò a casa e così ogni volta che
andava dai nonni poteva riabbracciare Jack, il suo cucciolo di cane.
BAMBINO E CANE ... MIGLIORI AMICI
Gruppo: numero 14 Leone
Un bambino di nome Andrea non parlava mai perché
era molto timido. Lui aveva: capelli castani, occhi
azzurri, naso piccolo, bocca sottile, corporatura
snella. Tutti lo prendevano in giro perché pensavano
che fosse diverso dagli altri. Un giorno, scrivendo,
chiese alla mamma se poteva prendere un animale da
compagnia. La mamma rispose di no, perché poteva
spargere peli dappertutto.
Andrea uscì per le strade di Roma scalciando i
sassolini che c'erano per terra, per la rabbia. Mentre
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camminava, incontrò un cagnolino: era un cane con macchie marroni e nere.
Il cagnolino era molto dolce e simpatico. Andrea lo portò a casa e la mamma
gli disse: "Cosa ci fa il cane in casa? Portalo immediatamente fuori di qui!".
Andrea disse alla mamma che non voleva lasciarlo nella strada e la mamma,
dispiaciuta, lasciò che si occupasse del cane.
Il giorno dopo andò a scuola con il cane e tutti gli corsero incontro parlando e
chiedendo notizie sul cane.
Andrea, felice, continuò a raccontare e stare di più coi suoi compagni. Tutti
rimasero stupiti e da quel giorno non lo presero più in giro, così lui incominciò
a parla.
UN CANE PER AMICO
Gruppo: numero 15 Leone
Un anno fa a Gerenzano, viveva un signore che
si chiamava Alberto: alto, con capelli marroni
corti, occhi neri di dimensione normale, un
naso piccolo, magro. Era vestito con canottiera
blu, pantaloncini corti di colore bianco e
infradito nere.
Viveva con sua moglie Giulia: alta, con capelli
biondi e lunghi che lasciava sempre sciolti, occhi azzurri di dimensione
normale, un naso piccolo, era magra, ed era vestita con un a maglietta gialla,
pantaloncini arancioni e infradito rosa.
Un giorno andarono a fare una passeggiata. Al ritorno trovarono un cucciolo
di cane abbandonato per strada. Era sporco, era un pastore tedesco e lo
chiamarono Ciuffo, perché aveva gli occhi coperti da una ciocca di pelo
bianca e gialla. Lo portarono a casa e lo pulirono con acqua e sapone, lo
asciugarono e lo coccolarono tanto, tanto. Di sera cenarono e dopo andarono
a letto. Il giorno seguente Alberto, Giulia e Ciuffo presero una cuccia nuova
per Ciuffo e presero anche i suoi croccantini preferiti.
Quando tornarono a casa prepararono tutto per il nuovo arrivato. Di
pomeriggio comprarono un cane come amico per Ciuffo. Il cane era
marroncino, morbido ed era un cucciolo: lo chiamarono Fufi.
Una sera partirono per il mar Ligure con Ciuffo e Fufi; aprirono l'ombrellone e
fecero il bagno. Tornarono al campeggio e si asciugarono, andarono al
ristorante per pranzare.
Con i nuovi cani, si divertivano davvero tanto e non li abbandonarono mai.
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UN'AMICIZIA SENZA CONFINI
Gruppo: numero 16 Tigre
Tanti anni fa, una bambina di nome Alice, che odiava
gli animali, andò in un bosco con i suoi genitori per
raccogliere dei funghi. Mentre li raccoglieva, si girò e
vide che i genitori erano spariti.
Alice era una bambina dall'aspetto curato e stare nel
bosco tutta sola, era il suo incubo peggiore.
Il bosco era fitto e aveva dei fusti alti tanto che non
si riusciva nemmeno a intravvedere la luce del sole.
Quando giunse la notte, il bosco si fece inquietante;
Alice trovò un mucchio di foglie, ci si sdraiò sopra
come se fosse un letto, ma non riusciva a dormire
per i versi degli animali e anche perché aveva paura di essere sbranata da un
orso. Ad un tratto vide un lupo e un orso entrambi spaventosi; la bambina
scappò, ma l'orso la rincorse, così Alice si arrampicò su una grande quercia.
L'orso e il lupo lottarono, fino a che l'orso scappo via.
Alice scese dalla quercia e si avvicinò al lupo piena di timore. Il lupo aveva un
folto pelo bianco e grigio, aveva gli occhi marroni e verdi, non era molto
grande ed era ferito perché l'orso lo aveva azzannato. La bambina prese tre
foglie e un rametto e glieli legò alla povera zampette ferita.
Poi prese delle foglie qualche filo d'erba e li mise sopra al lupacchiotto per
coprirlo dal freddo.
Il giorno seguente, il lupo si sentì meglio e cercò di abbracciare la bambina,
ma lei spostò perché aveva paura che l'azzannasse. Poi capì che il lupo non le
avrebbe fatto del male, così cercarono insieme del cibo.
Arrivarono a una bellissima cascata d'acqua e bevvero dal fiume lì vicino.
Pescarono dei pesci e con dei rametti accesero un fuoco e li cucinarono.
Passarono diversi giorni; Alice e il lupo stavano sempre insieme e l'amicizia
tra loro due era sempre più e piena d'amore.
Un giorno, Alice, passeggiando per il bosco, inciampò in un ramo, il lupo la
vide a terra: era così ferita che non riusciva più a rialzarsi. Il lupo trascinò
Alice con un po' di fatica fino alla città. I genitori di Alice la riconobbero e la
portarono in ospedale. Quando si riprese, chiese ai suoi genitori se il lupo
potesse vivere con loro. Alice insistette a lungo e ci riuscì. Così il lupo per loro
diventò il simbolo di una amicizia eterna piena di amore. Anche se quello era
un animale feroce.
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UN AMICO INSEPARABILE
Gruppo: numero 17 Tigre
C'era una volta un cagnolino che da molto tempo era costretto a rimanere
chiuso in una gabbia nel canile.
Era un cagnolino di piccola taglia, aveva il pelo arricciato che avrebbe dovuto
essere bianco, ma restando nel canile, si era sporcato. Aveva dei grandi occhi
neri ma tristi perché sognava fin da piccolo la libertà.
Un bel giorno arrivò un bambino di nome Lorenzo che amava gli animali e
desiderava un cucciolo. Lorenzo viveva in una villetta circondata da un grande
giardino dove si sentiva solo. Per il povero cagnolino sarebbe stato
un'occasione d'oro per uscire da quella gabbia. Lorenzo, appena vide la
povera bestiola, si intenerì e pensò che sarebbe stato l'amico ideale. Allora
decise di prenderlo e di portarlo a casa sua.
Appena arrivati nella sua villa, gli fece un bel bagno e vide che aveva il pelo
bianco, folto e morbido e per questo lo chiamò "Batuffolo" perché
assomigliava a una palla di neve.
Un giorno Lorenzo andò in bicicletta con Batuffolo. Mentre stava pedalando,
inciampò in un sasso e cadde per terra: si ferì sbucciandosi una gamba e non
riuscì più ad alzarsi. Batuffolo lo sentì piangere. Per ringraziare Lorenzo di
averlo fatto uscire dal canile, si mise a cercare soccorsi. Arrivò fino alla casa
della mamma di Lorenzo, abbaiando forte, forte. La mamma si incuriosì, capì
che era successo qualcosa e decise così di seguire il cagnolino. Arrivò al parco
e vide il figlio ferito, lo soccorse e capì quanto era stato bravo il cagnolino.
Per premiarlo, gli regalò un bellissimo collare con una medaglietta con inciso
il suo nome.
Da quel giorno Batuffolo, Lorenzo e la mamma diventarono amici
inseparabili.
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UN'AMICIZIA INASPETTATA
Gruppo: numero 18 Tigre
Un giorno due bambini di nome Max e Lucy si avventurarono nel bosco a
raccogliere castagne per i loro genitori.
Il bosco era fitto, con grandi alberi che sfioravano il cielo; il sole a mala pena
si vedeva tra le fitte chiome.
I due bambini, mentre raccoglievano castagne, trovarono un cane ferito. Il
cane aveva gli occhi marroni, il pelo bianco e nero, la zampa destra ferita e
sembrava spaurito e affamato. Apparteneva a un cacciatore che lo aveva
abbandonato perché non era più un abile stanatore di prede. Vagabondò nel
bosco, impaurito, era finito in una tagliola messa lì da un cacciatore. Max e
Lucy a quel punto decisero di portare quel povero cagnolino a casa.
Appena i genitori li videro, si intenerirono e decisero di portarlo dal
veterinario.
Per fortuna il medico disse che sarebbe guarito in poco tempo. Infatti gli
fasciò la zampa, gli somministrò delle medicine, fino a che fu di nuovo in
forma. Il cane riprese a saltare, a correre e a giocare.
I bambini lo riportarono nel loro appartamento, ma l'appartamento era
troppo piccolo per il cane, che era contrario anche lui a rimanere lì. Infatti, la
loro casa era composta da: una piccola cucina, un salotto e una stanza con tre
letti. Il povero cane non aveva spazio per saltare e sentiva nostalgia del suo
bosco.
Ogni giorno diventava sempre più triste:
i due bambini si accorsero della sua
tristezza, così lo portavano spesso a
giocare nel bosco, ma questo non
bastava a renderlo contento. A quel
punto, i due bambini decisero di
mettersi alla ricerca del cacciatore che lo
aveva
abbandonato.
Dopo
due
settimane, i bambini riuscirono a trovare il cacciatore che, però, non volle
riprenderlo con sé. I bambini gli suggerirono che, anche se non era più bravo
a cacciare le prede, era un ottimo animale da compagnia. Lui era sempre così
solo nel bosco e un cagnolino l'avrebbe fatto sentire meno solo. Il cacciatore
pensò a lungo e alla fine decise di tenerselo.
Da quel giorno, il cagnolino visse felice nel bosco e Max e Lucy andavano
continuamente a trovarlo.
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UNA VOLPE SPECIALE
Gruppo: numero 19 Tigre
C'era una volta un bambino di
nome Salvatore che viveva in
montagna. Era un bambino
sveglio, intelligente, simpatico,
amichevole e obbediente. Era un
sabato mattina, Salvatore venne
svegliato da uno strano rumore. A
lui sembrava il verso di una volpe.
Incuriosito, Salvatore guardò fuori
dalla finestra e ... vide un animale
con il pelo folto, bianco e con una coda piccola e morbida. Il povero animale
gemeva dal dolore. Salvatore, vedendo il povero animale, corse ad aiutarlo e
vide che era una povera volpe intrappolata. Salvatore si chiese tra sé e sé:
"Perché intrappolarla?". Così si avvicinò con un grosso pezzo di carne
fumante. La volpe iniziò a mangiare, mentre Salvatore prese un bastone e le
liberò la zampa. Quando la volpe finì di mangiare, Salvatore la prese con cura
e con fatica la portò in casa sua. Arrivato, prese una fascia, le fasciò la zampa
e le disse di non camminare e di rilassarsi. Venne sera, Salvatore andò a
vedere come stava la volpe. Ma, con sorpresa, si accorse che era sparita!
Corse in camera sua e con stupore la vide sul suo letto addormentata.
Poi Salvatore sentì un rumore: guardò fuori dalla finestra e vide una strana
ombra. Si trattava di un famoso cacciatore che era alla ricerca di volpi per
farsi delle pellicce. Appena vide la volpe, pensò che fosse veramente bella e
penso di catturarla. Il cacciatore era basso e robusto, indossava una casacca
blu con le stelline gialle, un cappello largo e aveva un fucile sulle spalle.
Indossava calzoni lunghi e bianchi e calzava dei grandi stivali. Aveva la barba
lunga e folta. Salvatore, capì le intenzioni del cacciatore, così nascose la volpe
in un posto sicuro e al suo posto mise una volpe di peluche.
Il cacciatore se ne accorse e se ne andò via sconsolato. Il bambino allora
liberò la volpe e diventarono ottimi amici.
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DUE AMICI INSEPARABILI
Gruppo: numero 20 Tigre
C'era una volta una bambino di nome Carl: era alto, con due occhi azzurri
come il mare e una corporatura abbastanza robusta; era molto simpatico e
amava molto gli animali, in modo particolar i cavalli bianchi.
Un giorno, con il permesso dei genitori, decise di iscriversi a equitazione. Il
primo giorno di equitazione, notò un istruttore che si chiamava Giovanni:
molto bravo, che gli faceva imparare la modalità corretta per cavalcare un
cavallo. Mentre Carl stava provando a saltare gli ostacoli, all'improvviso perse
l'equilibrio perché fu attratto da numerosi cavalli appena arrivati al centro
ippico. Dopo un lungo allenamento, Carl decise di fare un giro nelle stalle e
notò un cavallo bianco. Il signor Micael, l'addetto alla manutenzione e alla
pulizia delle stalle, che sapeva che a Carl piaceva molto il cavallo bianco, un
giorno aprì la stalla: Carl si avvicinò al cavallo e gli fece una carezza sulla
testa. L'animale si fece accarezzare e così i due diventarono fin da subito due
amici fedeli. Al campionato, Carl volle partecipare con lui e gli diede il nome
Spirit.
Spirit era un cavallo molto forte, con una criniera lunga di color nero come la
notte. Era molto affettuoso, soprattutto con Carl che era diventato il suo
padrone preferito. Ogni anno c'era una gara molto importante dove
potevano partecipare solo i cavalli più forti. Carl aveva tanto sognato di
partecipare e di vincere, così si iscrisse con Spirit. Il 24 Giugno fu una data
molto importante per i due perché vinsero la gara e Spirit divenne un
campione che solo Carl poteva avere. Il cavallo fu molto riconoscente con
Carl e i due vissero felici e contenti.
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I TRE AMICI
Gruppo: numero 4 Delfini
In un villaggio, ai piedi delle Prealpi vivevano due bambini di nome Andrea e
Sara.
Sara era bionda con occhi azzurri, era alta e il suo carattere era vivace.
Andrea, invece, aveva dei capelli color castano scuro, era di media statura e il
suo carattere era tranquillo.
Un giorno uscirono di casa per raccogliere le castagne. Sulla strada del ritorno
incontrarono un cuccio di "Golden retreiver" ferito. Era color miele, aveva
occhi castani e pelo folto. Vista la situazione lo portarono nella loro casa e lo
curarono con tanto amore.
Dopo averlo curato, cercarono di rintracciare il padrone del cucciolo, misero
tanti annunci porta a porta, ma proprio non lo trovarono. Così, dato che i due
ragazzi si erano affezionati alla bestiola, gli diedero un nome, lo chiamarono
Leila.
Andrea e Sara portarono tutti i giorni il loro cane Leila a spasso in montagna.
Un giorno, mentre passeggiavano su un terreno scivoloso, su cui i loro
genitori gli avevano proibito di andare, Andrea cadde in un burrone e non
riuscì più a risalire. Così accadde anche con Sara nel tentativo di soccorrere
suo fratello Andrea. Leila, allora, corse a chiamare le guardie di soccorso,
nella baita più vicina. Il cane, abbaiando, cercò di spiegare alle guardie la
situazione, ma all'inizio così non capivano; allora Leila abbaiò più forte, così le
guardie capirono che c'era qualcuno in pericolo, e la seguirono. Arrivati sul
posto, videro Andrea e Sara in fondo al burrone e corsero in soccorso dei
bambini che si ripresero in fretta. Alla fine i tre diventarono amici "per la
pelle" e vissero per sempre felici e contenti.
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STORIA DI UN BAMBINO CHE VENNE ESCLUSO DA TUTTI
Gruppo: TULIPANI GIALLI
Matteo si era da poco trasferito e non era riuscito ancora ad abituarsi al
nuovo paese. Per trovarsi qualche amico, si iscrisse alle lezioni di nuoto nella
vicina piscina.
Il primo giorno andò là, tutto contento perché avrebbe trovato (secondo lui)
tanti amici. Ma purtroppo l'unica cosa che ottenne, fu quella di tornare
subito a casa, perché il nuoto è uno sporto individuale, non di squadra. Infatti
non si consentiva di inserirlo nel gruppo, inoltre nel corso c'erano solo poche
persone e tutte poco disposte a fare amicizia con il povero ragazzo e in più gli
altri si divertivano a deriderlo, visto che era ancora poco pratico dell'attività.
Tornato a casa, Matteo si chiuse in camera sua ed era triste per la brutta
esperienza che aveva avuto. L'umore del ragazzo non era dei migliori! Tutto
era negativo per lui. Dal giorno dopo, anche a scuola i compagni si
divertivano a fargli degli scherzi e, per rallegrarsi, inventarono un a finta festa
e lo invitarono.
Quando ricevetti l'invito, Matteo si mise in testa che finalmente a qualcuno
stava simpatico!
Orck, l'organizzatore della festa-scherzo, era contento di essere riuscito ad
ingannare l'amico.
Matteo però si accorse successivamente che era stato tutto uno scherzo, una
ulteriore presa in giro. Era stato offeso e deriso. Voleva fare qualcosa per
essere inserito nel gruppo e risolvere il problema. Decise di non andare più in
piscina, perché era uno sport non adatto a lui, ma di iscriversi a calcio insieme
ai suoi compagni di scuola, i quali, da subito, cambiarono atteggiamento nei
riguardi del compagno.
Accettarono Matteo nel gruppo condividendo le emozioni che lo sport offriva
loro e collaborando nel gioco, anche perché Matteo si impegnò talmente
tanto da superare tutti e portare la
squadra al primo posto in classifica.
Fu una lezione di vita che fece riflettere
tutti, i quali capirono che solo lavorando
insieme si ottengono buoni risultati. Così
Matteo venne incluso positivamente,
non solo nella squadra, ma anche a
scuola e diventò il miglior amico di tutti!
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IL CAMPIONATO AL CONTRARIO
Gruppo: PAPAVERO
Era una sera buia e nuvolosa Nicola faceva parte di una squadra di basket.
Stava per iniziare la sua prima partita di campionato. Nicola era un bambino
alto, robusto, poco sportivo, ma intelligente. La squadra si era riunita al
palazzetto dello sport a Cislago, dove si sarebbe svolta la partita.
All'inizio erano tutti impauriti ed agitati; ogni tempo durava sei minuti ei
tempi erano sei. Al primo tempo gli avversari si portarono subito in vantaggio
segnando un canestro, però la Cistellum pareggiò subito dopo. Il tabellone
non mentiva, e le due squadre erano in parità. Tutti i ragazzi della Cistellum
esultavano; sfortunatamente Nicola prese in mano la palla che gli sfuggì; tutti
i suoi compagni gli risero in faccia.
Finita la partita, per colpa di Nicola, la Cistellum perse. Negli spogliatoi lo
presero in giro sia per la sua forma fisica che per la brutta figura che aveva
fatto in campo. Inoltre, lo minacciarono dicendogli di non fare parola
dell'accaduto, altrimenti lo avrebbero picchiato. Nicola tornò a casa
amareggiato, si chiuse in camera sua e non fece parola con nessuno, neanche
con i suoi genitori.
Lui aveva rispettato le regole, ma purtroppo era stato sfortunato. La notte
rifletté molto sull'accaduto e si ripromise che non sarebbe più successo. Da
quel giorno si allenò duramente, collaborando con i compagni e
condividendo le emozioni senza isolarsi, passava la palla permettendo agli
altri di fare canestro e migliorare la squadra.
I compagni cominciarono ad apprezzarlo, a stargli più vicino e a non
prenderlo più in giro. Diventarono una vera squadra e anche molto brava. Da
quel giorno tutti capirono che solo uniti e insieme, si ottengono risultati.
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I MINIONS
Gruppo: I MINIONS
Ogni sabato pomeriggio, ci sono gli allenamenti
di calcio della squadra "Minions", una squadra
formata da undici ragazzi di 12 anni. La loro
divisa è composta da calzoncini azzurri, maglia
gialla e calzettoni gialli. Ma in questo
allenamento c'è qualcosa di strano: ognuno
pensa per sé, non aiuta gli altri, né parla; questo
perché si stavano allenando per il torneo a cui si
sono iscritti, quindi c'è molta tensione!
Il capitano, soprattutto, è molto nervoso, sgrida
i suoi compagni e urla. Il mister è preoccupato,
non aveva mai visto la sua squadra litigare e
urlare in quel modo. Vedendo che i suoi ragazzi
non collaboravano, capì che non avrebbero potuto continuare l'allenamento
così e lo annullò! I ragazzi protestarono, ma il mister fu irremovibile. I ragazzi
solo in quel momento capirono di aver esagerato. Se ne andarono a casa
mogi, senza far la doccia, né cambiarsi. Tutti tranne il capitano Francesco; il
capitano andò dal mister e si scusò. Il mister stranamente non lo sgridò, ma
gli lanciò uno sguardo triste e con un piccolo sorriso forzato.
Finalmente, dopo molti sforzi inutili per collaborare, arrivò il giorno del
torneo. I ragazzi avevano indossato la loro divisa migliore. La prima squadra
con cui avrebbero giocato era la Rodense, che partì subito in attacco.
La squadra di Francesco arretrava, non riuscendo a oltrepassare la loro
difesa. Non si erano allenati bene e quindi persero cinque a zero. Fu una
disfatta anche per altre cinque partite. Francesco, a quel punto, imbufalito,
decise che non avrebbe più perso una sola partita.
Ormai però ne mancava solo una, più quella definitiva. Proprio in quel
momento, l'arbitro annunciò che ci sarebbe stata una pausa di un'ora. Il loro
allenatore li prese da parte, disse loro di mettersi la felpa e di seguirlo. Li
portò in un altro campo e li fece allenare; i ragazzi si impegnarono in quell'ora
più che in tutto il mese precedente e tornarono in campo più forti e
agguerriti che mai.
Vinsero le due partite mancanti e al momento della premiazione, anche se
avevano perso il torneo, non si arrabbiarono perché avevano capito che la
collaborazione, lo stare insieme e aiutarsi è più importante della vittoria.
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UNA RAGAZZA EMARGINATA
Gruppo: LE ROSE BLU
Era un giorno di scuola come tanti altri, quando in
classe arriva la Preside per comunicare che il
lunedì successivo sarebbe arrivata una nuova
alunna. Avremmo conosciuto una nuova
compagna: chissà quante cose ci avrebbe
raccontato della scuola che frequentava prima,
chissà quanto era carina ... chissà cosa avremmo
fatto di veramente bello insieme! In classe
avevamo deciso di preparare un cartellone di
benvenuto e tutti insieme aspettavamo con
trepidazione. Il lunedì arrivò in fretta, emozionati
entrammo in classe. La nuova arrivata si
chiamava Francesca, era una ragazza alta, magra, con gli occhi azzurri,
bionda e spavalda, veramente un ..."tipo". Passammo tutta la mattina ad
osservarla. Quando suonò la campanella dell'intervallo, ci avvicinammo e
cercammo di conoscerla meglio, perché era molto sicura di sé. Fummo
affascinati dalla sua personalità, ci mettemmo a chiacchierare e ci
accorgemmo che era molto volgare, in ogni frase inseriva una parolaccia,
questa cosa ci stupì molto e ci lasciò frastornati. Ad un tratto, si mise a
curiosare nell'aula, cominciò a tirar fuori i giochi della classe e, quando finiva,
non li rimetteva a posto. Ci accorgemmo anche che aveva preso il materiale
di un compagno senza chiedergli il permesso. A un tratto sparì, era andata in
bagno senza domandare se poteva. Lo comunicammo all'insegnante, la quale
si arrabbio tantissimo. La maestra, disperata, andò a cercarla e per colpa sua
finimmo tutti in castigo. Eravamo tanto arrabbiati con lei! Intanto passarono
altre due ore. Andammo a mensa e subito dopo, nell'ora di intervallo, tutti
insieme, decidemmo di parlare con lei e di metterla al corrente del nostro
patto di amicizia e delle regole stabilite all'inizio dell'anno scolastico. Le
facemmo capire che è molto importante il rispetto del materiale comune,
chiedere sempre il permesso di utilizzarlo, averne cura e on rovinarlo.
Abbiamo cercato di spiegarle le nostre abitudini in classe e come chiedere il
permesso per andare in bagno. All'inizio non sembrò tanto convinta, infatti
con il passare dei giorni, non modificò il suo comportamento.
Noi pian piano cominciammo ad allontanarla, non coinvolgendola nei nostri
giochi. Quando la maestra chiese come mai la lasciavamo sempre sola, noi le
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spiegammo le nostre ragioni. Durante la conversazione avuta in classe, le
facemmo capire che se non avesse collaborato, sarebbe rimasta da sola.
Fortunatamente da quel momento il suo comportamento cambiò, diventò
più gentile ed educata. La nostra amica riuscì ad inserirsi in modo positivo
all'interno del nostro gruppo classe ed oggi, finalmente, dopo tanti mesi,
possiamo dire che il nostro gruppo classe ha acquisito una nuova amica
diventata speciale.
TUTTI INSIEME ALL'EXPO
Gruppo: GERBERA
Il 30 settembre 2015 tutte le quinte e le
seconde della scuola primaria Giuseppe
Mazzini sono andate all'Expo. Siamo partiti
con l'autobus alle ore 8:15. Il percorso da
Cislago, dove si trova la nostra scuola, alla
periferia di Milano, dove si trova l'Expo
2015 è breve, circa 25/30 minuti.
Appena siamo arrivati abbiamo percorso
una piccola via del Decumano, dove si
trovava una riproduzione della Madonnina
del Duomo di Milano. Tutti insieme, le
quinte e le seconde, abbiamo scattato un
foto e poi le maestre l'hanno postata sul
sito della scuola. Dopo abbiamo visitato i
vari padiglioni: il Nepal, l'Israele, la Cina, il
padiglione "zero" e il Brasile. Per la maggior parte dei bambini, il padiglione
più bello è stato il Brasile, perché dava la sensazione di essere nella foresta
Amazzonica del Brasile.
Dopo una piccola sosta per la merenda, abbiamo proseguito lungo il
Decumano, poi abbiamo incrociato il Cardo e da lì siamo giunti all'"albero
della vita", simbolo dell'Expo Milano 2016. Ci siamo seduti sui gradini ai piedi
della vasca e abbiamo assistito allo spettacolo dell'albero della vita. Noi ci
siamo divertiti molto, non solo perché era bello lo spettacolo, ma anche
perché abbiamo passato una bella giornata insieme ai nostri compagni più
piccoli e a quelli della nostra età.
La cosa più bella di questa giornata è che siamo stati tutti insieme e ci siamo
divertiti tanto.
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DUE RAGAZZI IN DIFFICOLTA'
Gruppo: ROSA NERA
Marco è un bambino di dodici anni. Per lui era il
primo giorno di scuola, dopo essersi trasferito da
Roma a Milano. Era spaventato perché aveva paura
del cambiamento e di non riuscire a trovare nuovi
amici.
Entrò in classe e vide un gruppetto di ragazzi che si
misero a ridere; nell'angolo vide un ragazzino solo e
triste. Marco, con coraggio, alzando la voce si
presentò a tutti; notò un banco vuoto vicino al
bambino che aveva visto prima. Mentre si recava al suo posto, tutti gli
tiravano aeroplanini di carta.
Si sedette mentre iniziava la lezione di storia che lui odiava. Capì subito che
non sarebbe stato facile adattarsi alla scuola. La maestra lo chiamò per
leggere, e tutti commentarono perché l'emozione lo aveva fatto balbettare.
La campanella della mensa suonò. Nessuno lo voleva di fianco a sé, per
mangiare allora andò a sedersi vicino al bambino triste, chiedendogli come si
chiamasse e perché fosse così scontento.
Il ragazzo gli disse che si chiamava Andrea e che era triste perché tutti lo
prendevano in giro. Andrea vestito di stracci, con delle scarpe un po' rotte,
con una maglietta bucata, pantaloni scuciti e aveva capelli alla rinfusa.
Tra i due ragazzi nacque una leale ed eterna amicizia, e tutti e due capirono
che se si univano potevano diventare forti, e si sarebbero sempre aiutati a
vicenda. Marco, grazie al suo amico
Andrea, non aveva più paura di
quella scuola.
I compagni che prima avevano fatto
gli sbruffoni, vedendo la loro
amicizia e la loro collaborazione,
cominciarono a riflettere e pian
piano li invitarono a partecipare ai
loro giochi.
Marco e Andrea non erano più soli.
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AMICI PER LA MUSICA
Gruppo: GAROFANO
I ragazzi di una band stavano provando la
loro nuova canzone con la quale
avrebbero partecipato al concorso
musicale. Ognuno suonava una melodia
diversa; ad un certo punto smisero di
suonare e iniziarono a litigare.
"Smettetela!" Disse la mamma furibonda.
"Provate a collaborare e create una
canzone tutti insieme, da bravi amici!".
Allora ricominciarono da capo e ripensarono alla melodia che ciascuno aveva
suonato. Quelle note, se combinate insieme, potevano creare un bellissimo
brano.
Erano pochi, quindi inclusero alcuni loro compagni di classe. La band si era
messa d'accordo e in un solo giorno scrissero il testo. Ormai mancava poco al
concorso. La canzone parlava del loro legame che durava fin dalla loro
infanzia. Tutti si erano rispettati e ascoltati, la mamma ne era proprio fiera.
Arrivò il giorno del concorso, avevano partecipato molte persone, ma solo un
gruppo poteva vincere.
Il loro brano era orecchiabile e melodioso; dopo un po' i giudici decisero e
scelsero la loro canzone preferita!
Per gli amici era un momento importante e con un pizzico di fortuna
riuscirono a vincere.
VOLEVO UCCIDERMI ...!
Gruppo: CAMPANULE
Una ragazza di Padova, dell'età di dodici anni, ha tentato di suicidarsi,
buttandosi da un balcone del quinto piano, ma per fortuna si è salvata. Dopo
essersi risvegliata dal trauma, genitori e parenti avevano già spiegato tutto ai
poliziotti, che volevano sapere di più dalla vittima. Essa disse: "Mi sono
lanciata dal balcone perché i miei compagni e i miei amici mi prendevano in
giro per il fatto che sono grassa; loro continuavano ogni giorno a prendermi
in giro sempre di più, per questo ho tentato il suicidio. Ho anche lasciato un
biglietto sul tavolo in sala con scritto: "Ora sarete contenti". I poliziotti
chiedevano chi la prendeva in giro, ma lei no si ricordava niente.
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Loro ritirarono il cellulare della ragazza, guardarono i messaggi e scoprirono
chi erano i bulli e fecero loro molte domande. Negarono ogni cosa, ma alla
fine, i poliziotti, con le maniere forti, li fecero parlare, e loro confessarono di
aver tormentato la compagna. Alla fine i genitori denunciarono i bambini che
la prendevano in giro. Essi si scusarono dicendole se poteva perdonarli; lei,
essendo una ragazza di cuore, accettò e fece pace con loro e restarono per
sempre amici. Ella disse però che è importante non emarginare le persone e
collaborare con loro senza prenderle in giro per il loro aspetto fisico e le loro
capacità.
IL NUOVO ALUNNO
Gruppo: DENTE DI LEONE
Un giorno a scuola in una classe è arrivato un nuovo alunno di nome Marco.
Nessuno lo accoglieva, tutti lo evitavano, ma soprattutto gli facevano scherzi
imbarazzanti. All'intervallo la classe 5a E andò in cortile a giocare e Marco si
mise in un angolo a piangere, ma per fortuna una ragazza di nome Clara gli
chiese se voleva giocare con lei; Marco, piangendo, le rispose di sì e
iniziarono a giocare ad "acchiapparella".
Diventarono amici per la pelle, ma un giorno quando Marco era ammalato e
stette a casa da scuola, una compagna di Clara le disse di non stare con
Marco, di non frequentarlo, raccontandole tante bugie su di lui.
Quando Marco ritornò a scuola, un suo compagno che aveva sentito tutto, gli
riferì che Clara non voleva essere più sua amica.
Allora Marco, incredulo, le chiese se era veramente così: lei ripensò a quello
che le aveva detto la sua compagna e cambiò idea, dicendogli che voleva
essere sua amica e che la sua compagna le aveva detto tante bugie.
Allora Marco la perdonò e diventarono di nuovo amici per la pelle.
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IL PRIMO PASSO PER UN UOMO
Gruppo: PRIMULE
Il primo passo per un uomo è includere tutti, perché restare insieme è bello.
Collaborare rende più forti tutti, il coraggio non manca mai.
Una volta un bambino di nome Carlo e il suo miglior amico, Gianni,
prendevano in giro Luca perché era in sovrappeso. Il giorno dopo, Carlo, al
parco, si slogò la caviglia e non riusciva più a camminare; all'improvviso iniziò
a piovere e Luca lo aiutò a camminare e gli prestò l'ombrello.
Lo riportò a casa sorreggendolo. Carlo, riconoscente, si scusò per averlo
preso in giro.
Il girono dopo, a scuola, Carlo giocava insieme a Luca tranquillamente; Carlo
imparò la lezione: aveva capito che è importante rispettare tutti.
I due diventarono amici.
POSSO STARE CON VOI?
Gruppo: MARGHERITE
Ciao, sono Francesco, un bambino di quinta elementare. Le mie esperienze
scolastiche sono sia belle, sia brutte, sia strane sia noiose, ma ce n'è una in
particolare che vi vorrei raccontare.
In una giornata di scuola, dopo la lezione di matematica, all'intervallo, mi
avvicinai ad un gruppo di compagni che stavano giocando con le figurine:
dopo una prima, una seconda e una terza volta, non mi accettarono.
Chiesi il perché, ma loro mi guardavano di striscio e se ne andarono via, senza
ascoltarmi.
Il mio migliore amico mi venne ad aiutare e, anche con l'aiuto della maestra
riuscii a giocare con loro.
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I compagni presenti nel gruppo si scusarono e mi dissero che erano molto
dispiaciuti e per questo mi fecero capo.
Da quel giorno tutto il gruppo ha imparato a condividere, a includere tutti,
anche quelli più antipatici e a rispettare le regole, i compagni e le maestre.
IL NUOVO BAMBINO
Gruppo: TULIPANI BLU
Bambini che gridano, che si picchiano, litigano, giocano e, la povera maestra
è talmente arrabbiata che le esce il fumo dalle orecchie e non sa più cosa
fare.
Ma, fortunatamente, è soltanto un sogno e nella mia scuola è tutta un'altra
cosa. Infatti nella mia scuola i bambini giocano con tranquillità, si accettano a
vicenda e la maestra tranquilla e serena.
Un giorno, a scuola arrivò un nuovo bambino che creò scompiglio in classe:
cambiò la situazione della classe. Nel primo intervallo tutti gli alunni
cercavano di coinvolgerlo a giocare, ma il nuovo alunno non accettava gli altri
e li prendeva in giro. La maestra è arrabbiata e cerca di tranquillizzarli ma non
riesce a farli collaborare. Fortunatamente, dopo qualche settimana, il
bambino capisce che deve rispettare gli altri e includere tutti è la cosa più
bella e importante, perché un bambino senza amici è un bambino solo.
La solitudine è una cosa ingiusta, quindi bisogna includer tutti e non
escludere nessuno perché altrimenti rimane solo.
Da quel momento tutti andarono d'accordo e capirono che la collaborazione
è una cosa importantissima.
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IL RAGAZZO ESCLUSO
Gruppo: I CICLAMINI
Un giorno un bambino di nome Carlo Schiappa si
iscrisse a basket. Il primo giorno di allenamento,
non conoscendo nessuno, per l'emozione
appena prese in mano la palla, gli sfuggì e tutti i
suoi compagni gli risero in faccia.
Finiti gli allenamenti, nello spogliatoio lo presero
in giro per la sua forma fisica; era grasso e lo
minacciarono, dicendogli di non far parola ai
genitori dell'accaduto, altrimenti lo avrebbero
picchiato.
Tornato a casa, si chiuse in camera a piangere
per tutta la sera, senza neanche cenare.
La mattina dopo, quando andò a scuola, venne preso di mira dagli stessi
compagni del basket. Gli lanciarono gli aeroplanini di carta e con la
cerbottana le palline, con messaggi offensivi scritti sopra. I giorni passavano
la cosa andava peggiorando. Arrivò il giorno del suo compleanno; lui aveva
invitato tutta la classe, ma quel giorno partecipò soltanto Giorgino, il suo
miglior amico, anche lui grasso.
Carlo, dispiaciuto e scoraggiato, reagì a questa situazione e pensò di
rivoluzionare la sua vita, lasciando tutti a bocca aperta. Cominciò ad allenarsi
duramente, ogni giorno, sempre di più, dimagrì molto, rendendo il suo
aspetto migliore. Giocò tutte le partite seguendo sempre e facendo vincere la
squadra, passando la palla permettendo di far fare canestro anche agli altri,
condividendo il suo sapere con i compagni, nonostante lo avessero deriso e
su questo si impegnò molto, ci teneva tanto.
I compagni, meravigliati del cambiamento, lo condussero nella palestra di
basket e gli organizzarono una festa a sorpresa, per scusarsi di averlo preso in
giro per tanto tempo. Cominciarono a rispettarlo, gli fecero anche il regalo di
compleanno al quale non avevano partecipato: una bellissima bici da corsa.
Carlo era diventato così bravo che andò a giocare nella nazionale bambini di
basket e diventò il migliore giocatore d'Italia. Anche Giorgino, in suo rispetto,
fu inserito nel gruppo.
Tutto questo poté realizzarsi solo perché erano diventati un gruppo unito,
con la piena condivisione, collaborazione e rispetto delle regole.
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IL PRIMO GIORNO DI BENEDETTA
Gruppo: RANUNCOLO
Il primo giorno di scuola di Benedetta era un
grande giorno. Era emozionata all'idea di
conoscere persone nuove e di vedere la
maestra. Pensava che fossero tutti crudeli,
ma non era così. Aveva quattro maestre
gentili e brave che la aiutavano nelle materie
più difficili. Lo stesso giorno la maestra di
Italiano disse: "Ragazzi, prendete il quaderno
di Italiano e scrivete quello che c'è scritto alla lavagna". Benedetta,
prendendo il quaderno nota una lettera della sua mamma con scritto "Buona
scuola, amore mio". Benedetta fece appena un sorriso, interrotto dal
richiamo della maestra che le disse: "Cosa stai facendo?". Benedetta rispose:
"Niente maestra, stavo cercando la penna". All'improvviso suonò la
campanella dell'intervallo. Benedetta prese la merenda e vide una bambina
seduta in fondo alla classe e le chiese: "Come ti chiami?". "Mi chiamo
Matilde" rispose.
Matilde era simpatica e alla fine della giornata la invitò a casa sua e fecero i
compiti insieme.
Il giorno dopo Matilde aiutò Benedetta a fare amicizia con tutti i bambini
della sua classe e così gli alunni impararono cosa vuol dire collaborare e
aiutare.
UN LEGAME CHE NONSI SPEZZERA' MAI
Gruppo: STELLA ALPINA
Una mattina piovosa, mentre tornava dalla vacanza,
Giovanni, un bambino di dieci anni, vide sul bordo
della strada un cucciolo d cane impaurito e molto
magro.
Subito incitò il padre a rallentare e fermarsi.
Fermarono la macchina e scesero ad osservare il
povero cucciolo indifeso.
Giovanni
voleva
assolutamente
tenere
quell'adorabile cucciolo di pochi mesi, dagli occhioni
dolci, dal pelo morbido color cioccolato.
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Immediatamente, i genitori di Giovanni si consultarono sul fatto di tenere il
cucciolo. Dopo le insistenze di Giovanni, lo caricarono in macchina e lo
portarono a casa. Arrivati in città, andarono a comprargli qualcosina da
mangiare e una cuccia comoda e accogliente.
Entrati in casa sistemarono il tutto in un angolo del salotto. Giovanni, che
teneva delicatamente l'animale tra le braccia, pensò che alla cagnolina
serviva un nome, così lo chiamò Briciola.
Dopo qualche giorno Briciola si riprese dallo shock dall'abbandono e
cominciava ad impadronirsi del territorio. Tutti i componenti della famiglia
furono coinvolti nell'accudire, sfamare, portare a passeggio la cagnolina e lo
fecero con amore.
Passato qualche anno, Briciola diventò grande e la
famiglia si preoccupò di trovarle un compagno.
Partorì otto fantastici cuccioli, belli proprio come lei.
UOMINI DA SOCCORSO
Gruppo: GIRASOLE
C'era una scuola chiamata "Mille Colori" in provincia
di Reggio Emilia.
Quella scuola era allegra, bella, luminosa e abbellita
con coloratissimi cartelloni. In quella scuola regnava
la serenità e tutti i bambini erano attenti alle lezioni.
Il 29 gennaio, però, un grande terremoto colpì quel
paese: la scuola crollò e le luci mal fissate al piano
superiore si staccarono; ci fu un cortocircuito e un
principio di incendio. Si sentivano molte urla di
bambini che piangevano disperati. Una signora di
nome Gaia, che si trovava sul balcone di casa, chiamò i pompieri che non
tardarono ad arrivare.
Essi riuscirono a salvare molti bambini, ma ne
mancava ancora uno all'appello e si pensava che si
trovasse in un armadio, perché stava giocando a
nascondino durante l'intervallo.
Cercarono e cercarono il bambino e, grazie alla
collaborazione anche da parte dei compagni, lo
ritrovarono incastrato in un armadio. In circa mezz'ora
lo tirarono fuori.
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L'AVVENTURA DI SARA
Gruppo: TULIPANO
Sara è nata nel 1997, a Camerino, nelle
Marche; a 19 anni si è trasferita a Milano con
la sua famiglia. Lei vorrebbe fare la scienziata
in botanica; deve andare a studiare
all'Università di Milano, che si chiama
Politecnico.
Ora racconta ... "Sono partita alle cinque con
la mia famiglia; il primo a caricare la macchina
fu mio padre di nome Jack. Mio papà ha una
certa età, ha capelli grigi e bianchi, ama
vestirsi con le camicie a quadri e a righe, ama
indossare scarpe marroni. Come al solito, mio
fratello fu l'ultimo a preparare la valigia, a
causa dei videogiochi che lo occupano per
troppo tempo. Appena saliti a bordo, siamo partiti per Milano e siamo arrivati
alle undici.
Arrivati, mio padre e mio fratello scaricarono le valigie, gli scatoloni ... Finito
di scaricare, mangiammo una pasta in bianco. Passammo il pomeriggio a
riordinare.
Il giorno successivo, dovetti andare all'Università: ero molto agitata,
emozionata e molto nervosa. Arrivata davanti all'entrata, mi guardai intorno
e mi sentii disorientata." Sara entrò e cercò la sua aula: l'aula era grande e
spaziosa con la prof. di nome Elisa Rimoldi. La prof. Rimoldi era la prof. di
botanica, aveva una certa età e iniziò la lezione. Finita la lezione, Sara uscì
dall'aula, si diresse verso il giardino e iniziò a mangiare il suo panino. Una
ragazza si avvicinò a lei e disse: "Ciao, io sono Sofia, ho visto che sei nuova e ti
volevo conoscere". Sara rispose. "Piacere di conoscerti, io sono Sara".
Iniziano a chiacchierare, finché le lezioni non ripresero. Quando la scuola finì,
Sara e Sofia si rincontrarono a chiacchierare ancora, finché un gruppo di
ragazze presuntuose si avvicinarono e dissero: "Ciao, tu sei quella nuova?"
Sara ovviamente rispose di sì e loro ripresero a parlare: "Noi siamo le più
popolari della scuola! Siamo qui per avvertirti di non fare la presuntuosa, non
sarai mai la più bella!" Sofia disse: "Stai zitta, presuntuosa, immatura,
arrogante, ..." Sara non fece molto caso alle loro parole e decise di tornare a
casa. La sua famiglia le chiese come era andata all'Università. Lei riferì tutto,
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tranne l'incontro con quelle "galline". Il giorno dopo, finite le lezioni, ritornò
quel gruppetto di presuntuose, ma questa volta iniziarono a ridere. Sofia fece
loro la linguaccia, ma loro continuavano a ridere.
Il giorno seguente, Sara aprì l'armadietto e le cascò addosso dell'acqua
fredda. Sara non disse nulla ... quando la vide la professoressa bagnata
fradicia la sgridò e le chiese chi fosse stato a ridurla così. Sara non disse che
erano state quelle ragazze.
Quel gruppo di ragazze era guidato da Lucy, poi c'erano Lucia e Francesca, era
un gruppo di ochette presuntuose; erano così solo perché avevano dei padri
milionari e allora si comportavano in quel modo così antipatico. Sara, questa
volta, se la prese molto con Lucy e le altre, ma era molto timida e non
riusciva a dirlo a nessuno, neanche alla sua famiglia.
Sofia, uscita da scuola, le prese il braccio e le disse: "Va tutto bene? Oggi
come hai fatto a bagnarti così tanto? Sembra che qualcuno di abbia buttato
un secchi d'acqua addosso!!!"
Sara disse sottovoce: "E infatti ..." Sofia, che era una che capiva tutto al volo,
disse: "Qualcuno ti ha tirato veramente un secchio in testa!? Dimmi chi è
stato?" Sara disse: "Indovina: le solite tre!" Sofia: "Lucy, Lucia e Francesca!
Ora le strangolo!". Ma Sara le disse che era solo un po' d'acqua non c'era
bisogno di "strangolarle". Ma purtroppo Lucy, Lucia e Francesca
continuavano a farle scherzi di ogni tipo: le facevano strane scritte sul
quaderno, la prendevano in giro, le tiravano secchi d'acqua finché un giorno
l'hanno fatta grossa. Hanno spalmato del burro per terra, hanno scritto sulla
cattedra e fuori dalla porta hanno scritto "da Sara".
Quando la prof entrò, si infurio con Sara e la mandò dal Preside. Il Preside,
che era molto comprensivo, non la espulse, ma la sospese.
Sara non ebbe il coraggio di dire che non era sta lei, ma lei sapeva che Lucy e
company erano le responsabili perché il giorno prima le avevano scritto sul
diario "Verrai espulsa, te lo promettiamo!" Sara raccontò tutto a Sofia che era
diventata la sua migliore amica e la sua confidente. Ma Sofia non stette li ad
ascoltarla; andò dal Preside e gli raccontò ciò che avevano fatto a Sara. Il
Preside decise di convocare Sara e la sua famiglia: Sara confessò tutto nei
minimi dettagli. Il Preside convocò Lucy che negò tutto, Lucia e Francesca a
differenza confessarono e furono tutte sospese per un mese. Il Preside capì
che i loro genitori non sapevano di questa storia. Lucy, Lucia e Francesca
furono obbligate a chiedere scusa a Sara e da quel giorno Sara disse sempre
tutto ciò che succedeva e non si fece mai più prendere in giro.
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– I più vivi ringraziamenti agli alunni che hanno partecipato al V Concorso di
Scrittura Creativa, che sono riusciti a dare forma ai loro pensieri, facendoli
diventare parole…;
– Grazie agli insegnanti e professori che hanno reso possibile lo svolgimento
del Concorso;
- Con profonda gratitudine per l' ”aiuto” ricevuto dai nostri sponsor “Pizzeria
Stuzzicando” e “Sonic” impianti;
–Grazie al Comitato Genitori dell‘ ICS di Cislago. In particolare ai genitori
impegnati attivamente nello svolgimento del Concorso;
– Un ringraziamento affettuoso ai famigliari di Chiara Galvan.
……………………..ed infine con l’augurio che i nostri incontri continuino con così
grande amicizia e collaborazione, un grazie al nostro Dirigente Scolastico,
Prof.ssa Natalia Basilico.
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