ChI VINCERà NELL`“ASSALTO” ALLA FARMACIA?
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ChI VINCERà NELL`“ASSALTO” ALLA FARMACIA?
Marketing e comunicazione Chi vincerà nell’“assalto” alla farmacia? Scenari della distribuzione, tra modelli di vendita diretta in farmacia L’interesse delle aziende pharma alla farmacia nel breve-medio periodo stimolerà la crescita dell’offerta di servizi sul canale, anche grazie alle Cso. I grossisti svilupperanno delle service line e i depositari creeranno call center outbound di servizio al cliente. Nel lungo periodo si passerà all’insourcing commerciale in farmacia, con forme di direct-to-pharmacy attraverso partner della cui scala si possa beneficiare. Le grandi aziende farmaceutiche hanno “razionamento” dell’offerta) e gli accordi sempre pensato a una presa diretta sul ca- di agenti commissionari (peraltro parziali). nale farmacia, con obiettivi e motivazioni Ora però un nuovo, ineludibile, driver diverse nel tempo: prima per proteggersi strategico spinge le grandi aziende farma- dalla crescente forza dei grossisti – sempre ceutiche a riconsiderare il Dtp: la “loss-of- più concentrati e multinazionali – poi per exclusivity” di una parte molto importante assicurare la disponibilità del farmaco sul del portafoglio prodotti primary care nel mercato locale altrimenti minacciata dai prossimo triennio. Nel 2011 perderanno flussi di esportazione. Numerosi sono stati la protezione brevettuale farmaci – quali i tentativi di avviare soluzioni di direct-to- Lipitor, Plavix, Seretide, Seroquel, Actos, pharmacy (Dtp) tramite consorzi tra peer, Renato Ridella Zyprexa ecc., che valgono il 9% del mer- strada apparsa spesso obbligata per rag- al (Dtp) in Portogallo; ora è il turno del cato, nel 2012 il 7% – rispetto a una media giungere la massa critica necessaria. Ma free pricing in Francia (grazie all’emenda- annua del 4% nell’ultimo decennio. Inoltre, sono sempre falliti proprio per la difficoltà mento all’art.11 della Loi de Financement a differenza del passato, questi farmaci non di tenere insieme attori numerosi e diversi; de la Sécurité Social pour 2010 n°1976). saranno sostituiti da nuovi blockbuster: La per pura anedottica ricordiamo, tra i più Innovazioni normative in Italia non si sono primary care si sta genericizzando. Ciò pone vecchi, un tentativo in Inghilterra nel ’91, verificate e le big pharma hanno continuato a molte aziende farmaceutiche l’imperativo che vedeva coinvolti cinque grandi player a rinunciare al Dtp a causa degli economic: strategico di sostenere le vendite dei farmaci rappresentativi del 20% del mercato; tra i nessun player ha finora goduto della scala maturi e/o in scadenza brevettuale, cosa più recenti un altro tentativo promosso da sufficiente per adottare questo modello che implica necessariamente una relazione quattro soggetti in Grecia nel 2006. Negli distributivo sul 100% delle sue consegne. diretta col farmacista e lo sviluppo e la ge- ultimi anni, interpretazioni e aperture nor- Perciò si è sempre finito col perseguire stione di politiche commerciali sulla farma- mative hanno fatto strada prima al Free l’obiettivo di un maggior controllo del ca- cia. Con la “maturazione” dei prodotti sul Pricing (si veda Box) in Spagna (adottato nale tramite altre soluzioni, quali ad esem- mercato e l’evoluzione normativa, si stima massicciamente dalle aziende pharma), poi pio il customer demand management (o che oggi il farmacista abbia impatto sul 35% 28 ABOUTPHARMA | Marketing e comunicazione del mercato farmaceutico retail italiano, sitario crea call center outbound in ottica di •• aumento della concentrazione: i tre rispetto al 15% di 10 anni fa. Sempre più servizio al cliente, le stesse cooperative di maggiori depositari concentrano circa aziende farmaceutiche, quindi, cercheranno farmacie cominciano a offrire il servizio di il 38% del mercato a valore, rispetto al la relazione diretta col farmacista, rendendo vendita in farmacia. In questo contesto, al 15% di 10 anni fa. Maggiore e crescente la cosa inevitabile anche per i concorrenti, fine di assicurare la massima efficacia e co- è la concentrazione dei grossisti, dove i che potrebbero ancora farne a meno. pertura del canale, chi ha storicamente una primi tre player valgono il 56% del mer- La domanda quindi non è se l’azienda far- rete commerciale “fisica” le affianca quella cato a valore (era il 30-35% nel 2000); maceutica svilupperà e gestirà una propria virtuale (vendite telefoniche), chi è partito •• spinte all’integrazione verticale: i grossisti politica commerciale sulla farmacia, ma dal virtuale sviluppa quella fisica. soffrono l’“invasione di campo” da parte come lo farà; e come l’accorciamento del È probabile però che, in un orizzonte di delle cooperative di farmacie, che in al- route-to-market impatterà sulla filiera – in tempo più lungo, molte aziende proce- cune aree hanno raggiunto posizioni di primis sui grossisti, che rischiano la disin- deranno all’insourcing delle attività com- quasi monopolio. La riduzione del busi- termediazione. merciali in farmacia e avvieranno forme di ness e della marginalità li sta spingendo direct-to-pharmacy sull’intero canale farma- a loro volta non solo ad acquisire con- Sviluppo nel breve, insourcing cia e/o sull’intero portafoglio prodotti. Per correnti alla ricerca di economie di scala, nel lungo termine fare ciò, l’azienda cercherà nel canale in- ma anche a proporsi come depositari, sia La maggior parte delle aziende dell’etico termedio uno/pochi partner della cui scala per ricercare nuovo business sia per sfrut- conosce relativamente poco la farmacia possa beneficiare, perché da sola non ha tare gli asset che le acquisizioni rendono e preferirà seguire un prudente percorso la massa critica che assicuri economicità ridondanti – a valle invece, come noto, di apprendimento nell’avviare un’attività di costo. C’è un anello della filiera o un non possono integrarsi. strutturata e rilevante di vendita diretta. tipo di player meglio posizionato per of- Il consolidamento del canale e l’integrazione Nel breve-medio periodo, perciò, la cre- frire effetto scala ed economicità di costo? verticale sono reazioni all’assenza di crescita scente attenzione dell’azienda pharma Che cosa succederà agli altri anelli/player? e alla riduzione della marginalità, e riguar- alla farmacia farà leva su “agenti” terzi e Quale sarà l’endgame? dano “grossisti” più che “depositari”, perché stimolerà la crescita dell’offerta di servizi in maggior sofferenza. Vediamo meglio la sul canale. Il fenomeno è in pieno svolgi- Un canale in difficoltà mento: proliferano nuove Contract Sales Per provare a rispondere, è necessario par- Organization (Cso) che offrono servizi di tire dall’attuale stato di salute del canale e L’anello dei depositari vendita in farmacia, i grossisti nazionali svi- dai trend in corso. Tralasciando la farmacia A differenza dei grossisti, i depositari hanno luppano questa service line, qualche depo- che, seppure colpita da liberalizzazioni e con l’azienda pharma un rapporto in esclu- pay-back, rimane un “anello” a parte, in- siva (perlomeno su una metà dell’Italia – dividuiamo quattro “mega-trend” rilevanti Nord o Centro-Sud). Quando acquisiscono nella distribuzione intermedia: un cliente, quindi, davvero vedono la loro •• crescita del canale a valore sostanzial- scala aumentare e nel contempo diminuire mente nulla. Dal 2001 al 2009 la spesa quella di un concorrente. Ciò favorisce la farmaceutica lorda al netto dello sconto concentrazione e spinge alle acquisizioni: ri- è cresciuta dello 0,5% medio annuo; teniamo che nel breve-medio termine pos- •• riduzione della già bassa marginalità. Si sano emergere 2-3 player con una quota di stima che l’Ebitda margin medio dei de- mercato di almeno il 20%. Questa scala po- positari sia sceso stabilmente dal 6-8% di trebbe consentire loro di proporsi ai propri 10 anni fa al 5-7% oggi. Peggio è andata clienti farmaceutici come operatore logistico ai grossisti, il cui Ebitda margin medio per un efficiente Dtp “integrale” a condi- nello stesso periodo risulta sceso dal zione che tutti i loro clienti (o almeno i mag- 2-4% all’1-3%; giori) accettino. Si noti che già oggi il flusso Cos’è il free pricing Spesso impropriamente detto dual pricing, il free pricing prevede che l’azienda farmaceutica venda al grossista sempre ad un prezzo internazionale (più elevato). Solo al verificarsi di specifiche circostanze (quali la vendita finale del prodotto sul mercato nazionale a fronte di prescrizione medica) si riconosce al grossista uno sconto pari alla differenza con il (più basso) prezzo locale. competitività di questi due anelli. ABOUTPHARMA | Marketing e comunicazione 29 di prodotto verso gli ospedali e le farmacie il loro business attuale. A prima vista, nel contempo a svolgere la loro attività servite in diretta proviene dai depositari, quindi, il “case” per i grandi grossisti originaria sul restante 50% del mercato. ma i costi logistici sono alti. Probabilmente è di “minor rischio-minor rendimento” Oltre a loro, pochi operatori saranno ne- i grandi depositari dovrebbero soddisfare rispetto ai depositari. Il punto però è cessari alla metà del mercato che manterrà che probabilmente la route-to-market tradizionale: pochissimi i grossisti nazionali depositari, le cooperative farmaceutiche non hanno scelta, più forti e i grossisti locali leader su piazza; alcuni prerequisiti per diventare i veicolo di Dtph L’imperativo strategico di sostenere le vendite perché se fosse un difficile ci sia spazio anche per un grossi- esempio la dispo- dei farmaci maturi e/o depositario (o un sta nazionale che non sia anche Dtpp. Il nibilità di qualche in scadenza brevettuale altro grossista) a canale intermedio in Italia diverrà simile a piattaforma locale implica una relazione diretta divenire il “direct- quelli dei principali Paesi europei, dove dai per assicurare il ri- col farmacista e lo sviluppo to-pharmacy partner quindici ai venticinque operatori servono spetto dei livelli di di politiche commerciali (Dtpp)” per un 20- l’intero mercato. Chi saranno i Dtpp – gli servizio di legge o sulla farmacia 25% del mercato, attuali grossisti nazionali o i grandi depo- il loro fatturato si sitari – dipende dall’imprenditorialità di ridurrebbe probabil- questi player e forse anche dalle scelte – ma la vera difficoltà potrebbe consistere mente in proporzione: è una questione di commerciali delle aziende pharma: qua- nell’approccio mentale di questi operatori, sopravvivenza. Inoltre i grossisti subiscono già lora queste non facessero insourcing delle che dovrebbero evolvere profondamente il l’invasione di campo da parte delle coopera- attività di vendita in farmacia, i grossisti loro business model per cogliere un’opportunità tive farmaceutiche e i loro margini sono sottili avrebbero un indubbio vantaggio perché (per i depositari si tratterebbe di business in- e in riduzione. abituati a gestire “clienti” anziché “punti di “integrali” – ad la disponibilità di una propria flotta consegna”. teramente addizionale) e non per reagire a una minaccia (almeno inizialmente). Ultima L’anello dei grossisti locali È improbabile che l’endgame possa cam- annotazione interessante: servire in diretta la Non potendo ambire a divenire i Dtpp biare per un’eventuale apertura del mer- farmacia, secondo uno schema fee-for-service dell’azienda pharma, si può prevedere che cato americano alle importazioni parallele o e in esclusiva per un valore pari ad esempio solo i leader di mercato sopravviveranno, per un apprezzamento della sterlina: questi al 20% del mercato, avrebbe anche l’effetto forti della loro efficienza logistica e del suc- fattori potrebbero dare fiato al canale nel di ridurre della stessa percentuale il business cesso commerciale, che li rende indispen- breve periodo, ma non farebbero che ac- disponibile per i grossisti. sabili per le aziende farmaceutiche che non celerare e anzi ampliare la “corsa” al Dtp da passeranno a Dtp. Per gli altri è difficile ve- parte delle grandi aziende farmaceutiche. dere uno spazio nel medio-lungo termine. Piuttosto, nuovi scenari potrebbero essere L’anello dei grossisti nazionali Questi player hanno già le infrastrutture aperti da cambiamenti normativi: la possi- e la scala per candidarsi come partner Scenari di endgame bilità per i grossisti di integrarsi a valle nelle dell’azienda farmaceutica nel Dtp. Ma il Si può immaginare uno scenario di medio- farmacie, oppure l’apertura al free pricing problema è qui opposto: probabilmente lungo termine in cui il Dtp sia la route- sulla scia di Spagna e ora Francia. Questa ne hanno troppe. L’evoluzione richiesta to-market per metà o più del mercato alternativa di modello distributivo, in parti- al loro business model non sarebbe così farmaceutico retail (situazione già oggi in colare, potrebbe rappresentare una solu- profonda: il passaggio da “buy & sell” a essere in Uk), e il canale intermedio abbia zione adeguata alle esigenze delle aziende “fee-for-service”, e, forse, la disponibi- una configurazione profondamente diversa. farmaceutiche, ed evitare così l’esplosione lità di una propria flotta (questa sì un Cadrà l’attuale netta distinzione di ruoli tra del Dtp e delle sue conseguenze più dram- vero cambiamento). Per contro però depositari e grossisti (come già accade in matiche per il canale intermedio. Saranno i anche l’“opportunità” è un fatturato numerosi Paesi europei): 3-5 grandi opera- grossisti a proporla? solo in piccola parte addizionale per- tori – oggi depositari o grossisti nazionali – ché il grosso andrebbe a cannibalizzare saranno i Dtpp delle aziende, continuando 30 ABOUTPHARMA | Marketing e comunicazione Renato Ridella Partner, A.T. Kearney