il mito templare
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il mito templare
Non nobis domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam “Intorno al 1340 Ludolfo di Suchem,un sacerdote tedesco in pellegrinaggio verso la Terra Santa,sulle sponde del mar Morto si imbatè in due anziani uomini.Iniziò a conversare con loro e scoprì che tempo prima erano stati templari,catturati quando Acri cadde in mano ai mamelucchi nel Maggio del 1291 e da allora vissuti sulle montagne ,esclusi da ogni contato con la cristianità latina.Avevano moglie e figli ed erano sopravvissuti lavorando al servizio del sultano.Non sapevano che l’ordine del Tempio era stato soppresso nel 1312, e che due anni dopo il Gran maestro era stato mandato al rogo come relapso.Malgrado lo scandalo della soppressione furono ricevuti con tutti gli onori presso la corte papale e venne loro concesso di trascorrere in pace il resto dell’esistenza.Essi appartenevano ai rest,i ormai quasi obliati, di quel che appena una generazione prima era stato uno dei più poten ti ordini monastici della cristianità...” Mi piace aprire così questa tavola prendendo spunto dal libro Di Malcom Barber :“La storia dei templari” che rimane, a mio parere, il più completo ed esaustivo trattato sulla avventura storica dei templari . Perchè si scrive cosi tanto sul mito templare e che cosa affascina della loro storia ? Perchè , si affollano le ricerche, la letteratura i convegni e le discussioni intorno ai monaci guerrieri e alla loro regola ? Perchè la libera muratoria, specie dei corpi rituali fa capolino al mito templare ? Allora procediamo per gradi. Dopo la presa di Gerusalemme del 1099 , durante la prima crociata voluta e sostenuta da papa Urbano II ,nove cavalieri capeggiati da un certo Ugo de Payne decidono di unirsi e, facendo voto di castità,povertà ed obbedienza alla madre chiesa cattolica, promisero di con- Non nobis domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam sacrarsi a Dio nel 1118 per difendere attivamente e con le armi il già disagiato viaggio dei economico e politico. Svincolati dal pagamento delle decime e dalla sudditanza a vescovi e pa Pellegrini che si recavano a rendere omaggio al santo sepolcro e a i luoghi santi della Palestina. Il re Baldovino II , cugino di Goffredo di Buglione, l’eroe della conquistata città santa, dona loro una sede all’interno del palazzo della cupola della Roccia , oggi moschea di Ali AQsa, sulla spianata del Tempio ove cioè veniva reputata la sede originaria del Tempio di Salomone in Gerusalemme. Nel 1129 viene loro concessa , nel Concilio di Troyes, su ispirazione dell’abate circestense Bernardo di Chiaravalle, la regola che discipli nerà finalmente e compiutamente l’ufficio monastico templare, richiedendo, a tutti i cavalieri secolari, desiderosi di abbracciare triarchi, l’ordine dipenderà esclusivamente dal papa, traducendosi in braccio armato di quel potere temporale a cui tanti pontefici anelavano. Succederà così che la capacità di operare spostamenti finanziari a distanza, l’utilizzo di pre stiti a nobili e sovrani, e la capacità di saper sfruttare compiutamente la propria economia, l’ordine del Tempio attirerà le antipatie dei potentati e di porzioni interne del clero stesso. Ma l’ideale ascetico e divino, lo sprezzo per la vita e la paura, le capacità di combattimento, la regola che imponeva di non poter abbandonare in ritirata mai il campo di battaglia, costituiranno gli elementi portanti alla strutturazione di un esercito d’Elite al sevizio del re di Gerusalemme e e del papa nelle tante battaglie consumate in terra di Palestina e di Spagna. Insomma il fenomeno Templare si incuneò in poco tempo nell’immaginario collettivo dell’epoca , quale modello ideale a cui ispirarsi per combattere non solo il guerriero infedele, ma anche il vizio umano e l’incarnazione del male. Non omicida ma malicida diceva San Bernardo. Ciò non toglie che la convivenza con il mondo musulmano, a volte frutto di un pacifico com promesso, a volte frutto di un sapiente scambio di idee e culture, abbia contribuito ad un arricchimento di orizzonti, ad un prolifico confronto teologico, e ad una visione sincretistica del divino di cui l’ordine ne pagherà amaramente le spese. Quando cadrà Gerusalemme e le terre d’Oriente dovranno essere abbandonate, per la schiacciante ed incontenibile pressione islamica, l’ordine del Tempio, si troverà a gestire i soli possedimenti del continente europeo, ed inizia a serpeggiare nell’opinione collettiva , l’inutilità dell’istituzione templare e soprattutto la pericolosità del loro ingente e svincolato potere economico. La campagna denigratoria del re di Francia Filippo il Bello contro l’autorevolezza del Papa, la nuova istituzione canonica, di non rinunciare all’utilizzo delle armi per combattere gli infedeli. Insomma, per la prima volta, nella storia della chiesa, viene istituito un ordine a cui viene concesso, in difesa della croce cristica, l’utilizzo delle armi. E tale istituzione viene strutturata con un numero di regole che disciplinano severamente il comportamento monastico ricorrendo ad un sistema di penitenze di varia entità fin al ricorso dell’espulsione dall’ordine vissuto come una vera onta alla propria onorabilità. Grazie alle donazioni e alla capacità capillare di insediarsi con castelli e magioni in tutto il mondo cristiano, l’ordine templare vede crescere a dismisura il proprio potere Non nobis domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam all’epoca Bonifacio VIII, l’imposizione a quale suo successore, di un vescovo su cui poter imporre il proprio assoluto volere, e lo spostamento in terre di Francia della sede papale, rappresentarono le premesse a quel vuoto che fu costruito intorno all’ordine del Tempio e alla sua conseguente distruzione. Le difficoltà economiche in cui versava il regno di Francia, gli enormi debiti economici contratti con l’ordine Templare, indussero il re a condurre una spregiudicata strategia di annientamento dell’ordine. In una sola notte furono arrestati la gran parte di tutti i cavalieri templari presenti in Francia, denunciati con le più malevoli ed incredibili oltre che vergognose imputazioni, torturati con l’assenso del debole papa fino ad estorcere con il terrore le più ignominiose e abominevoli confessioni, false e invereconde verità, strutturate diabolicamente ad arte per tessere il filo di un melodramma quasi tragico e far passare l’ordine del Tempio alla storia come una Istituzione eretica al servizio del male e del peccato. Il tradimento estorto con le più estrose torture portò circa 70 reo confessi sul rogo, e l’abolizione del tempio con la bolla” Vox in eccelso” del 1312 ad opera del poi pentito e debole papa Clemente V. Infine la sera del 18 Marzo 1314 a Parigi, il Gran maestro Jaques De Molay insieme ad uno dei suoi più stretti collaboratori venne arso vivo al rogo dell’inquisizione . Questa sanguinaria e singolare pagina della nostra storia lasciò un’ombra amara e lunga nei secoli successivi fino a quando , a parte sparse riesumazioni episodiche , la nascita della massoneria speculativa non ne rivendicò un ideale collegamento. In effetti è con Michael Ramsay , massone scozzese,gran cancelliere della Gran loggia di Francia nel 1737, che abbozzò una presunta storia della massoneria con un celebre discorso, che inizia quel processo di ricerca di elementi templari nello studio delle origini della libera muratoria. Secondo il Ramsay fu fondamentale per i massoni il periodo delle crociate, quando i cristiani in terra santa , in lotta per riedificare il Tempio in un ambiente ostile,escogitarono una serie di segni segreti per il riconoscimento e la protezione reciproca. Fu poi la massoneria tedesca degli anni sessanta del settecento che introdusse una specifica connessione con i templari, affermando che essi , durante l’occupazione del tempio di Salomone erano addivenuti ad alcuni segreti, depositari di magici poteri, trasmessi da Giacomo di Molay ad un suo successore prima della propria esecuzione e dei quali i massoni del diciottesimo secolo si reputavano eredi diretti. Nacque così il mito templare e tutta una dottrina esoterica confluita nella definizione di neotemplarismo e di cui alcuni corpi rituali come il rito scozzese rettificato, il rito scozzese antico ed accettato e lo stesso rito di York ne celebrano il mito. L’idea che Salomone avesse inviato alcuni maestri eletti per vendicare la morte del maestro Hiram Habif fu tradotta dalla massoneria nei cosiddetti gradi di vendetta. La soppressione dei templari venne allora interpretata come l’atto criminale di un sistema religioso e politico repressivo, teso ad annientare un ordine depositario di verità profonde che minacciavano l’autorità costituita. La sopravvivenza clandestina dei templari attraverso i secoli significava quindi la possibilità di vendicare De Molay ,come era accaduto per la vendetta di Hiram ad opera di Salomone. Nel nostro rito , quello di York, la camera Templare, assurge, con la sua austera e ermertica simbologia, a rappresentare con forza ed energica determinazione, il percorso mistico ed individuale del viaggio interiore, incarnato dal fedele Pellegrino che nella sua investitura a cavaliere, dopo aver abbandonato le ricchezze Non nobis domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam materiali e dopo aver riempito il proprio sacco di faticose rinunce, giunge alla contemplazione divina del santo sepolcro, utilizzando i semplici strumenti cristici del pane e del vino trasmutato. Guenon definisce i Templari : “ Guardiani della terra santa” avvicinandoli alla setta dei Drusi o degli assassini con omologhi ruoli di monaci e guerrieri ed intendendo per terra santa il cuore del mondo o centro del mondo, l’onphalos della terra ove risiede la shekinah che peregrina si stabilizzò definitivamente quando fu eretto il tempio di Salomone,il tabernacolo della santità, il santo dei Santi, che è il cuore del Tempio, il centro di Sion. Questo Centro del mondo , questa terra santa per eccellenza, prototipo di tutte le altre,centro spirituale a cui sono subordinati tutti gli altri centri, sede della Tradizione primordiale da cui tutte le tradizioni particolari sono derivate è difesa da questi guardiani che dice Guenon ri mangono al limite del centro spirituale, ne circumnavigano il periplo, ne sovraintendono le periferie, interdicono l’accesso a coloro che non possiedono le qualificazioni richieste per potervi accedere, costituendo così ciò che noi identifichiamo nel copritore esterno, colui che difende e nasconde agli sguardi profani il mistero mistico prolifico del nostro rituale. Con la fine dell ‘ordine del tempio i misteri e le verità tramandate dall’esperienza templare sopravvissero grazie alla nascita di organizzazioni criptiche come i Fedeli D’Amore, la Massenia del Santo Graal ed altre ancora, tutte eredi dello spirito dell’ordine del Tempio e per la maggior parte ad esso legate a mezzo di una filiazione più o meno diretta . Gli stessi Rosacroce, sembrano aver mantenuto vivo questo spirito relazione con il Centro Supremo. Oggi, dice Guenon, non esiste più un centro del Mondo , non vi è più una terra santa da custodire poiché la via che conduce ad essa è ormai interamente smarrita. L’autorevolezza dello studioso francese non ci impedisce però di dissentire e di interpretare in modo difforme i segni dei tempi. Lo spirito di corpo nella tradizione Templare, unico nel suo genere, unita all’esperienza felice e viva della fratellanza massonica e della cultura spirituale che ne deriva, sposa invece una esigenza intima ed a volte incontenibile di riesumare le vesti con la patta rossa cruciforme sul mantello che orgogliosamente indossiamo per tra-durre e cum-segnare ai posteri ciò che ognuno di noi ha raccolto dall’esperienza massonica. E’ pur vero che abbiamo smarrito i segreti genuini di un libero muratore ma è pur altrettanto vero che ne abbiamo adottati altri che seppur sostitutivi ci permettono di realizzare e di rendere ancora efficace un messaggio di continuità, di qualcosa che non si è definitivamente spezzato, e che rappresenta per tutti noi quel credo invincibile che ad ogni tornata rituale celebriamo nel segno dell’eternità. «Con quanta gloria tornano i vincitori dalla battaglia! Quanto beati muoiono martiri in combattimento! Rallegrati o forte campione se vivi e vinci nel Signore: ma ancor più esulta e sii fiero nella tua gloria se morirai e ti riunirai al Signore. Per quanto la vita sia fruttuosa e la vittoria gloriosa a giusto diritto ad entrambe è da anteporre la morte sacra. Se, infatti, sono “beati quelli che muoiono nel Signore (Apocalisse: 14,13), quanto più lo saranno quelli che muoiono per il Signore» (S. Bernardo di Chiaravale). Bibliografia L’esoterismo cristiano R. Guenon Fedeli D’Amore L. Valli La Storia dei templari M. Barber Il Rito di York M. Graziani Non nobis domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam