La leggenda del complotto ordito dal re di Francia complice una
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La leggenda del complotto ordito dal re di Francia complice una
medioevo storia da riscrivere E il Papa dife se i Templari La leggenda del complotto ordito dal re di Francia complice una Chiesa supina ed interessata contro i Templari fu ampiamente sfatata sei anni fa dalle ricerche di una storica italiana, Barbara Frale, che inequivocabilmente mostrano quanto il Pontefice abbia fatto per salvare i Cavalieri dai rapaci artigli di Filippo il Bello. Ma in un mondo dove best sellers, ciarlatani e pseudo-storici new age la fanno da padroni, la verità storica fatica non poco a farsi sentire... di Mariano Bizzarri Un cavaliere templare, nella celebre incisione del Ghevauchet (XIX sec.). Nell’altra pagina il rogo del Gran Maestro Jacques de Molay e Geoffrey de Charnay templari il 18 marzo 1314, miniatura francese del XV secolo STORIA IN RETE | 52 Luglio\Agosto 2007 N el 2001 veniva ritrovato nell’Archivio Segreto Vaticano un documento originale la cui esistenza era fino ad allora stata ritenuta semi-leggendaria. Grazie alle ricerche condotte da Barbara Frale – esposte ne «Il Papato e il processo ai Templari» (ed. Viella) – veniva rinvenuta una preziosa pergamena in cui si attesta l’assoluzione concessa da papa Clemente V all’ultimo Gran Maestro dei Templari – Jacques de Molay – e ai maggiori dignitari dell’Ordine, allora rinchiusi nella fortezza di Chinon. Il documento fa parte integrante dell’inchiesta «parallela» voluta dal pontefice in opposizione a quella del re di Francia Filippo il Bello, e svoltasi a Poitiers nel corso del 1308. I legati pontifici espressamente scelti e incaricati da Clemente V di svolgere proprie indagini, assolsero gli ufficiali del Tempio dalla accuse più gravi loro mosse – tra cui quella preminente di eresia – e, dopo aver loro imposto di «fare ammenda degli errori» ed invocato il perdono della Chiesa, li assolsero come penitenti e li reintegrarono nella comunione cattolica. Come giustamente sottolinea la Frale, «La pergamena di Chinon dimostra [.…] che Clemente V intendeva salvare l’esistenza dell’Ordine Templare dandogli un ruolo nuovo dopo averne riformato i costumi e la disciplina; anche se in seguito dovette rinunciare al suo progetto a causa della sproporzione di forze materiali tra la corona di Francia e il papato in quegli anni, il documen- to permette di aprire la conoscenza della storia svelando eventi rimasti finora in ombra». In effetti il ritrovamento dell’assoluzione papale rivoluziona secoli di storiografia templare e impone una attenta revisione delle interpretazioni da sempre accreditate, non solo proponendo in luce diversa la complessa (e per molti versi ancora enigmatica) figura del pontefice, ma soprattutto perché offre spunti assolutamente inediti di lettura di un episodio che, lungi dal costituire un evento isolato e minore, sembra configurarsi come lo spartiacque centrale dei percorsi possibili che la società medievale avrebbe imboccato alle soglie del XIV secolo. All’alba del 13 ottobre 1307, Filippo il Bello, re di Francia, aveva fatto arrestare, su tutto il territorio nazionale, i Templari e i loro ufficiali e dignitari, accusati di una lunga serie di ignominie e reati. I «poveri cavalieri di Cristo» erano sospettati di idolatria, spergiuro, apostasia, sodomia ed eresia. Nonostante, la enormità degli addebiti non poteva passare inosservata l’assoluta gravità della decisione presa dal sovrano, titolare di un potere formalmente sottomesso all’autorità spirituale, che del tutto illegittimamente aveva osato attaccare e mettere sotto processo un Ordine monastico-cavalleresco, potente, rispettato che per sua stessa natura era assoggettato esclusivamente alla giurisdizione papale. L’iniziativa di Filippo il Bello va inquadrata nell’ambito di una strategia da tempo manifestata e volta ad infrangere, ad un tempo, la centralità del Papato e le prerogative dell’Ordine. Il sostanziale insuccesso incassato a seguito della malaccorta impresa di Anagni – nel corso della quale aveva cercato di sequestrare Bonifacio VIII e da questi era stato scomunicato – aveva indotto il re francese a cercare di pilotare la nomina del nuovo papa. L’elezione di Clemente V – al secolo Bertrand de Got – lungi dal costi- | 53 STORIA IN RETE