nozze - IC Ponte di Legno

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nozze - IC Ponte di Legno
PROGETTO “Mio nonno era un ciliegio”... ma sono
FIORI D' ARANCIO
al tempo dei nonni della R.S.A.
L' argomento di cui parliamo quest'anno con gli anziani della R.S.A. è l' abbigliamento di un
tempo; durante la nostra visita nel mese di febbraio ci siamo occupati in particolare di come
si vestivano quando si sposavano.
Da qui siamo poi arrivati a parlare di tutto quello che ruotava intorno a questo momento così
importante nella vita.
Ecco quello che abbiamo scoperto:
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IL FIDANZAMENTO:
Durava alcuni mesi: due oppure tre, quattro; a volte addirittura anni: otto, nove o dieci ; non potevano convivere se
non si sposavano prima e era obbligatorio sposarsi in chiesa.
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LE FOTO:
andavano dal fotografo e se non avevano un bel vestito se ne facevano prestare uno proprio da lui per essere
eleganti. Il cappotto era una grande ricchezza e non l' aveva quasi nessuno. La foto si metteva in una cornice e si
teneva sul comodino perchè spesso era l' unica di tutta la vita. Quando morivano questa foto si metteva sulla lapide.
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I CAPELLI
La donna non poteva tenere i capelli sciolti ma li raccoglieva a corona e alcune donne avevano una pettinatura seria,
altre portavano le trecce lunghe. Invece l' uomo si lisciava i capelli con la brillantina o con la polvere nera che si
trovava sotto le pentole della polenta; molti uomini portavano i baffi.
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I VESTITI
Le donne quando si sposavano mettevano una gonna lunga fino alle caviglie , se non avevano un
cappotto mettevano uno scialle sempre nero . Una piccola borsa, delle scarpe con poco tacco, una collana lunga,
sul cappotto spilla e non avevano il bouquet. Gli uomini , indossavano un cappotto, delle scarpe eleganti, una camicia
bianca, la cravatta o il papillon, un gilè, dei pantaloni Perché tutto nero? Le donne dovevano essere degne di portare
l'abito bianco e mettevano l'abito nero o blu o grigio, comunque scuro, perchè lo avrebbero indossato tutta la vita per
le occasioni speciali; prima dei venti anni non si mettevano le scarpe ma gli zoccoli .
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LA COLAZIONE
A colazione la famiglia e i parenti del fidanzato andavano a casa della fidanzata, dove era stato preparato un
rinfresco. Tutti potevano mangiare tranne i fidanzati, perchè dovevano andare alla comunione in chiesa e a quei tempi
per fare la comunione bisognava essere digiuni dalla mezzanotte.
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A CHE ORA SI SPOSAVANO
La cerimonia veniva celebrata nel paese della sposa alle sette o alle otto o addirittura alle dieci del mattino, nessuno si sposava
di pomeriggio. Se aspettavano un bambino si sposavano alle cinque del mattino, perchè avevano vergogna: un tempo avere
un bambino prima del matrimonio era una cosa brutta.
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IN CHE MESE
Si sposavano soprattutto nei mesi d' inverno:dicembre, gennaio, febbraio perchè nei campi non c'era lavoro e loro avevano più
tempo; in estate no perchè c'era troppo da lavorare.
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GLI INVITATI
A quei tempi erano al massimo trenta o quaranta, erano i genitori degli sposi e i parenti più vicini alle famiglie. Nelle cerimonie
del giorno d'oggi sono anche trecento e più, sono amici e zii e compagni di scuola di un tempo.
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I CONFETTI
Si chiamavano “cunfècc macc” ed erano piccoli e tondi, tutti colorati, fatti di zucchero e senza mandorla perchè costava
troppo; appena gli sposi uscivano di chiesa glieli buttavano addosso. Il riso non si buttava, quello se ce n'era era meglio
mangiarlo!
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IL PRANZO
Si faceva a casa dello sposo e non al ristorante, Si univano i tavoli e si stava o in casa o nel fienile. Erano le donne a cucinare e
preparavano i calsù e i prodotti che avevano: carne di pollo o coniglio.
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IL VIAGGIO DI NOZZE
Non esisteva proprio, facevano un giro nel paese o nella città dove si erano sposati, altro che oggi! Una signora per farci capire
questa cosa ci ha detto: ”Ho girato il mondo assai, da la Vila a Parchesai!”
Queste le notizie che abbiamo raccolto, passando qualche ora in compagnia dei nonni della R.S.A. e dei loro ricordi.
Nel mese di aprile li aspettiamo a scuola e sappiamo che verranno vestiti delle cose di un tempo, come per una sfilata di moda
che porterà a noi tanta allegria, e a loro profumo delle cose di un tempo andato e tanta nostalgia. Ma noi saremo lì, con i nostri
canti e le nostre scenette, la nostra allegria spensierata e contagiosa, a ricordare loro che la vita vale la pena di essere vissuta.
Sempre, fino in fondo.
la classe terza con la maestra Rosalba