Linee guida per la concessione e l`uso, a tempo
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Linee guida per la concessione e l`uso, a tempo
Linee guida per la concessione e l’uso, a tempo determinato, di ambiti territoriali urbani da destinare alla realizzazione di orti urbani in attuazione del progetto denominato “COLTIVAMI” e “GIARDINI CONDIVISI” A Cura di Dott. Claudio Furloni Settore Verde e Agricoltura Servizio Agricoltura: www.agricity.it P.zza Duomo 14 - 20122 Milano Premessa La pianificazione di strategie di riqualificazione di ambiti urbani abbandonati e/o degradati, unito alla necessità di politiche mirate al coinvolgimento sociale, al collegamento diretto con l’evento Expo 2015, e il rinnovato avvicinamento dei cittadini alla terra, hanno convogliato le attenzioni dell’Amministrazione Comunale verso un progetto di grande attualità: l’orto urbano. L’interesse generale verso questo tema è evidenziato dalla grande richiesta proveniente dalla popolazione milanese, identificabile non solo nei “tradizionali” anziani che si iscrivono alle liste di attesa degli orti gestiti dalle Zone di Decentramento, ma anche e soprattutto dalle numerose associazioni e reti di cittadini fortemente interessati alla coltivazione in ambiti pressoché urbani. Per rispondere a questa domanda è stato avviato un percorso di approfondimento che, partendo dallo stato attuale e dalle esperienze in corso in ambito internazionale, ha condotto all’individuazione delle caratteristiche del concetto “orto urbano” nella sua accezione attuale. In seguito alla definizione delle peculiarità del tema in oggetto, si è provveduto a ricercare alcune aree dove poter attuare la realizzazione del progetto “ColtivaMi”. Riguardo invece ai “Giardini condivisi” le aree sono in generale proposte dai cittadini e loro associazioni. 2) Il concetto di orto urbano Una serie di considerazioni multidimensionali, tra cui le trasformazioni urbanistiche degli ultimi decenni che hanno saturato quasi completamente il tessuto urbano, la perdita d’identità dei luoghi, le diverse forme di esclusione sociale, la riqualificazione dello spazio pubblico abbandonato, etc.. hanno portato a una definizione del concetto di orto urbano che in parte si discosta dalla sua interpretazione tradizionale. Si era soliti, infatti, pensare agli orti come ad appezzamenti di terreni, in zone estremamente periferiche, coltivati da persone anziane che tentano di sostituire (o almeno integrare) l’acquisto di prodotti ortofrutticoli con beni di produzione propria. Negli ultimi anni tale concetto di orto urbano come attività economica si è modificato: la produzione di frutta e verdura per garantirsi una sorta di autosufficienza alimentare ha lasciato il passo al desiderio di “capire cosa si mangia”, e alla voglia di tornare ad alcune attività “operative” e concerete. La nuova tendenza che si sta radicando è l’ortolano per hobby. La coltivazione dell’orto è sempre più un’attività di svago, un modo per fuggire (momentaneamente) alla frenesia della vita contemporanea, ma anche un momento di socialità, di rafforzamento della comunità e del senso civico, di condivisione e scambio di esperienze tra persone che manifestano un forte legame con la terra e i suoi prodotti. L’orticoltura, inoltre, incrementa la sensibilità verso la sostenibilità ambientale, migliora la qualità paesaggistica e il decoro di aree degradate o abbandonate e garantisce una forma di presidio del territorio. E’ ormai superata anche la convinzione che l’orto urbano sia un elemento di degrado paesaggistico e che sia il simbolo di una condizione sociale ed economica inferiore. Questo aspetto è testimoniato dall’eterogeneità dei soggetti interessati all’orticoltura: non si tratta solamente di operai e pensionati ma anche di impiegati, avvocati, ingegneri. L’età media si è abbassata notevolmente e si è rafforzata la percentuale di donne che si avvicinano a questa realtà, trasformando spesso gli orti in piccoli giardini fioriti che diventano anche elemento di decoro urbano. 3) Gli orti urbani gestiti dalle Zone il Progetto “Coltivami e il Giardino Condiviso Attualmente sono in corso 3 modalità di gestione degli ambiti ortivi. La prima riguarda l’assegnazione, tramite apposito bando, degli orti gestiti dalle Zone di Decentramento a pensionati ed anziani che abbiano compiuto i 60 anni di età, tenendo conto delle loro condizioni economiche; una percentuale pari al 10% del totale delle particelle ortive messe a bando viene riservata ed assegnata a portatori di handicap autosufficienti e disoccupati. La seconda riguarda il processo di partecipazione dei cittadini alla gestione del verde per la valorizzazione degli spazi in città. Attraverso la collaborazione tra istituzioni ed associazioni di cittadini che vogliono prendersi cura collettivamente del bene pubblico, il Comune di Milano ha inteso valorizzare gli spazi abbandonati attraverso i “giardini condivisi”, già realizzati con eccellenti risultati in alcune città europee. I giardini condivisi hanno le caratteristiche di giardini di quartiere, di giardini di inserimento, di giardini pedagogici, di giardini di prossimità in cui la gestione del giardino è frutto di una attività collettiva e concertata; sono luoghi aperti che incoraggiano l’interazione tra le generazioni e le culture, creano relazioni tra le diverse realtà presenti nel quartiere, rappresentano un metodo innovativo di recupero e/o gestione di aree pubbliche degradate e abbandonate, in cui la forma principale di gestione è lo strumento privilegiato per migliorare la percezione dei luoghi, ampliare la frequentazione e la coesione sociale, contrastare gli aspetti di degrado, favorire la gestione eco sostenibile della aree pubbliche Le aree interessate dal progetto sono aree comunali abbandonate e degradate, in taluni casi anche aree urbanizzate che presentano le caratteristiche per essere meglio fruibili e valorizzabili attraverso i giardini condivisi, fermo restando che il Comune di Milano può assumere un ruolo promozionale anche per le aree private che versano in stato di abbandono e sono inutilizzate. 4) Il progetto “ColtivaMi” Il Comune di Milano, anche in coerenza con il tema guida di Expo 2015, promuovere nuove esperienze nel campo degli orti urbani coinvolgendo cittadini, famiglie, giovani costituititi in associazioni e altre forme di aggregazione al fine di favorire l’educazione al corretto utilizzo del territorio nel pieno rispetto dell’ambiente. Favorire l’hobby dell’agricoltura deve essere intesa come strumento per creare nuovi spazi per le relazioni sociali, per tutelare e salvaguardare il territorio e migliorare l’attenzione verso la qualità dei prodotti alimentari, nonché per promuovere un’alimentazione sana e sicura. Il progetto, in tal senso, si propone di garantire una vera e propria gestione partecipata di spazio offrendo forme di libero accesso da parte di tutti i cittadini e promovendo eventi ed iniziative dirette a sviluppare la conoscenza e la formazione sui temi della campagna, dell’agricoltura eco-sostenibile e della tutela dell’ambiente; La natura sociale del progetto relativo alla realizzazione di orti urbani ha comportato la scelta di destinare l’iniziativa prevalentemente ai soggetti appartenenti al cd. terzo settore che, per loro natura rappresentano già una forma di aggregazione di cittadini e come tale garantiscono il raggiungimento delle finalità che il progetto si propone. Dal punto di vista della politica territoriale, l’orticoltura urbana presenta notevoli vantaggi in merito al presidio del territorio, in quanto l’utilizzo di ambiti ortivi all’interno della città garantisce il recupero di aree verdi abbandonate o in cattivo stato di manutenzione e nel contempo favorisce il decoro e la fruibilità del verde urbano e gli orticoltori diventano una forma di controllo che influisce positivamente sulla sicurezza percepita da parte dei cittadini. Risulta, così importante anche la sistemazione degli ambiti ortivi. I soggetti interessati all’assegnazione delle aree dovranno elaborare specifiche proposte progettuali che, seppure sulla base di prescrizioni di massima formulate d’ufficio per ciascun ambito, siano coerenti e indicative della proposta gestionale che si intende perseguire. La scelta di coinvolgere gli assegnatari alla realizzazione degli ambiti ortivi nasce dall’idea che favorire il raggiungimento delle finalità socio-ambientali significa anche garantire una flessibilità nell’individuazione del disegno progettuale concepito per ottimizzare la proposta di fruibilità e di finalità che ciascuna associazione indicherà nello specifico. 5) La ricerca di ambiti idonei Si è proceduto a individuare alcune aree, di proprietà del Comune di Milano, in cui è possibile attuare il progetto di nuovi orti urbani. La ricerca di tali spazi è avvenuta attraverso un lavoro congiunto con le Zone di Decentramento, alle quali è stato richiesto di presentare proposte di localizzazione di aree da adibire a orti urbani e, successivamente, presentando loro l’individuazione degli ambiti che sono stati ritenuti idonei. L’esito di tale collaborazione tra gli uffici centrali del Comune di Milano e quelli decentrati ha consentito la risoluzione di alcune questioni problematiche e la formulazione di proposte condivise. Tra i criteri utilizzati in questo lavoro di individuazione, stante la richiesta di orti urbani proveniente dalle zone centrali, si è seguito un ipotetico percorso radiale che, partendo dal centro città e dirigendosi verso le zone periferiche, incrociasse alcune aree libere e disponibili. Gli ostacoli maggiori, in questa ricerca, sono stati rappresentati dalla presenza di importanti vincoli ambientali e storico-culturali che hanno portato ad escludere alcuni ambiti, spesso situati nelle parti più centrali. La sovrapposizione e l’incrocio di diverse planimetrie e fonti di dati (dalle aree di proprietà comunale alle previsioni urbanistiche, dai vincoli amministrativi a quelli ambientali, etc..) ha portato all’individuazione iniziale di circa venti ambiti. In seguito a questa scrematura preliminare, gli ambiti ritenuti interessanti sono stati sottoposti a una richiesta di parere a diversi Settori del Comune di Milano, chiedendo loro di segnalare eventuali elementi progettuali o programmatici che avrebbero potuto contrastare il progetto “ColtivaMi”. Gli uffici interpellati hanno predisposto studi di approfondimento per ogni singola area, evidenziando alcuni elementi ostativi che hanno condotto allo stralcio di circa una decina di aree. Per incrementare il numero di lotti disponibili e per approfondire alcune questioni tecnico/progettuali è stato richiesto un contributo importante al Settore Arredo Urbano e Verde. Un paio di ambiti sono stati segnalati anche dal Servizio Agricoltura (Settore Valorizzazione Patrimonio Artistico e Sviluppo Servizi), in quanto trattasi di porzioni di campi agricoli attualmente non coltivati e per i quali non vi sono aziende agricole interessate alla conduzione. Parallelamente all’analisi urbanistica e tecnica affrontata per analizzare la fattibilità del progetto, è stato avviato un percorso di verifica dello stato ambientale dei suoli, per escludere terreni che sono caratterizzati da evidenti criticità ambientali. Nell’ipotesi in cui non venga garantita con certezza la completa salubrità dei suoli, si opterà verso l’obbligo della coltivazione nelle vasche. Per ogni ambito è stata predisposta una scheda riassuntiva che inquadra l’area rispetto al territorio milanese, fotografa lo stato dei luoghi e delinea alcuni dati quantitativi preliminari, sono stati riportati le superfici, i numeri di particelle ortive ricavabili e i vincoli/problemi esistenti. Si sottolinea che tali dati sono approssimativi e che il numero di orti insediabili è stato ottenuto dividendo la superficie dell’ambito per un parametro pari a 80, considerando che una particella ortiva potrebbe misurare circa 60-70 mq, e la restante porzione corrisponderebbe alle parti comuni (vialetti di distribuzione interna, zona spogliatoio, zona comune,..). L’esito dell’attività di localizzazione è stato un elenco di aree (circa una decina) considerate adatte. Successivamente, per tali ambiti, sono stati predisposti una serie di sopralluoghi utili a verificare concretamente lo stato dei luoghi, l’accessibilità, la conformità del terreno, la presenza di eventuali rifiuti, di alberature e di aree di sosta in prossimità, etc. Il sopralluogo ha rappresentato, inoltre, l’occasione per misurare, in linea di massima, la superficie effettivamente attrezzabile. 6) Modalità di assegnazione degli ambiti Il progetto “ColtivaMi” si caratterizza per l’ampia flessibilità di attuazione. Da qui la scelta di acquisire direttamente dagli interessati le proposte progettuali per gli ambiti ortivi e di procedere alla loro valutazione secondo criteri atti a definire il grado di aderenza e di coerenza delle proposte alle finalità del progetto “ColtivaMi”. La scelta di demandare al soggetto affidatario dell’area la trasformazione stessa dell’ambito comporta la necessità di prevedere un’assegnazione in concessione d’uso a titolo gratuito per una durata di anni pari a quelli necessari al completo ammortamento della spesa impegnata. La valutazione tiene conto dei seguenti aspetti: Proposta tecnica: il soggetto interessato dovrà elaborare un progetto trasformazione dell’area per la sistemazione ad orti. I criteri di valutazione terranno conto fondamentalmente dei seguenti aspetti tecnici: adeguatezza delle opere di urbanizzazione, razionalità della scelta di distribuzione delle particelle ortive e degli spazi comuni, qualità dei materiali utilizzati, qualità del valore estetico dell’intera sistemazione. Proposta gestionale: L’intero ciclo dell’attività ortiva che si intende attuare dovrà essere oggetto di apposita relazione nella quale siano descritte le modalità di gestione. I criteri di valutazione terranno conto della capacità di coinvolgere più categorie di soggetti con particolare attenzione alla capacità di fare rete con altre Associazioni o Enti della Zona, dell’organizzazione gestionale e operativa degli spazi assegnati e di quelli comuni, delle iniziative di promozione e di educazione ambientale che si intendono svolgere in parallelo all’attività ortiva. Proposta economico-finanziaria: Il progetto proposto richiede un investimento privato che dovrà necessariamente essere oggetto di un piano di ammortamento finanziario da valutarsi appositamente. Il piano indicherà l’ammontare dell’investimento e il piano tariffario da applicarsi per l’assegnazione delle particelle ortive agli associati, tenendo conto che la concessione d’uso dell’area potrà essere assegnata a titolo gratuito per anni 9 (nove), dopo dei quali la concessione potrà essere rinnovata per ulteriori anni 3 (tre) a fronte del pagamento di un canone annuo, stabilito, pari a € 300,00 a particella ortiva virtuale (numero di particelle ortive “virtuale” calcolato da stima della scheda tecnica di dettaglio allegata al bando).