Untitled - Comune di Cabras
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PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CABRAS In adeguamento al PPR e al PAI COMUNE DI CABRAS Provincia di Oristano SINDACO: Cristiano Carrus ASSESSORE ALL’URBANISTICA: Dott. Davide Atzori RESPONSABILE UFFICIO DEL PIANO INTERNO ALL’UFFICIO TECNICO: Geom. Renzo Atzeni (responsabile Servizio Urbanistica) UFFICIO DI PIANO: RESPONSABILE: Geom. Renzo Atzeni UFFICIO DI PIANO: Pianificazione Ing. Ivan Onnis Ing. Alberto Lutzu Ingegneria ambientale VAS Dott. Geol. Fausto Pani Ing. Amb. Enrico Giordano Ambito rurale Dott. Agr. Giovanni Sechi Consulenza storica Dott. Carla Del Vais Architettura e paesaggio Arch. Sara Meli GIS SISTEMA INFORMATICO: Geom Efisio Spanu Zucca (Ufficio Tecnico) Dott. Forestale Carlo Poddi Ing. Domenico Sanna RILIEVI CARTOGRAFIA Geom. Emilio Atzori PUL Arch. Aron Murgia Valutazione ambientale e paesaggistica Dott.Geol. Antonello Gellon Dott. Agr. Terenzio Scano Dott. Forestale Carlo Poddi RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Sommario 1. RELAZIONE TECNICO ILLUSTATIVA .............................................................................................................. 2 1.1PREMESSA .................................................................................................................................................... 2 1.2 RIFERIMENTI NORMATIVI .......................................................................................................................... 2 1.3 L’ANALISI STORICO ARCHEOLOGICO ................................................................................................ 6 1.4 LINEE PROGETTUALI E OBIETTIVI DELLA VARIANTE .......................................................................... 13 1.5 PARAMETRI URBANISTICI ....................................................................................................................... 20 2. NORME DI ATTUAZIONE ............................................................................................................................... 26 2.1 EDILIZIA RESIDENZIALE PRIVATA ........................................................................................................... 26 2.2 EDILIZIA E ATTREZZATURE TURISTICO RICETTIVE ................................................................................ 27 2.3 VOLUMI PER ATTREZZATURE SERVIZI E SPORT .................................................................................. 27 2.4 MATERIALI E ATTUAZIONE..................................................................................................................... 28 2.4.1 Murature ............................................................................................................................................ 28 2.4.2 Coperture ......................................................................................................................................... 28 2.4.3 Serramenti ......................................................................................................................................... 28 2.4.5 Spazi esterni ...................................................................................................................................... 29 2.5 INTERVENTI SULL’EDILIZIA ESISTENTE .................................................................................................... 29 2.5.1 Manutenzione Ordinaria............................................................................................................... 29 2.5.2 Manutenzione Straordinaria ........................................................................................................ 30 2.5.3 Restauro e Risanamento Conservativo .................................................................................... 31 2.5.4 Ristrutturazione Edilizia ................................................................................................................... 31 2.6 OPERE DI URBANIZZAZIONE .................................................................................................................. 32 2.6.1 Viabilità .............................................................................................................................................. 32 2.6.2 Percorso pedonale sul lungomare ............................................................................................ 33 2.6.3 Rete acque bianche ..................................................................................................................... 33 2.6.4 Rete acque nere ............................................................................................................................ 33 2.6.5 Rete idrica......................................................................................................................................... 34 2.6.6 Rete elettrica ................................................................................................................................... 34 1 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI 1. RELAZIONE TECNICO ILLUSTATIVA 1.1PREMESSA Il Comune di Cabras si estende per una considerevole ampiezza con un territorio di 101,00 kmq. Ha un estensione del litorale di complessivi ml.34.685 di cui ml.18.289,81 di spiaggie e ml. 16.395,33 di litorale roccioso, superiore alla media dei Comuni sardi - racchiudendo entro i suoi confini aree profondamente diverse per caratteristiche geomorfologiche. A ovest, emerge capo S. Marco, la città storica di Tharros, tanto importante da poter essere ritenuta un’entità a sé stante e i nuclei abitati di notevole dimensione, ma di caratteristiche edilizie non appropriate, quali San Giovanni di Sinis e Funtana Meiga. San Giovanni di Sinis, nucleo abitato nato in relazione agli insediamenti storici, una volta pittoresco villaggio di pescatori dalle caratteristiche capanne di falasco, oggi interamente distrutte per far luogo a un indiscriminato accorpamento di seconde case estive nate sulla necropoli punico romana. San Giovanni cade in totale letargo fuori dal mese di Agosto, e sopravvive solo grazie alla vicinanza di Tharros. L’Amministrazione Comunale ha predisposto un Piano Particolareggiato che ricompone la situazione sulla base dello studio di disciplina delle zone “F”. Percorrendo la strada che qui conduce si può vedere in lontananza lo stagno di Mistras, mentre nei sobborghi alla cittadina si trova la chiesa di S. Giovanni di Sinis, costruzione poderosa a tre navate, realizzata in pietra arenacea, di fatto uno dei monumenti cristiani più vetusti dell'isola, un tempo già chiesa campestre della Tharros medioevale. La valenza archeologica si sposa al paesaggio assolutamente straordinario costituito dal mare splendido che cinge su due lati il sito. A nord di San Giovanni di Sinis si snoda invece il litorale di Abbarossa, che comprende il promontorio di Turre Seu, proseguendo si trovano altre spiagge interessanti come quelle di Is Aruttas e Mari Ermi. La celebrità di queste spiagge risiede nei colori e nella presenza di granuli di quarzo arrotondato 1.2 RIFERIMENTI NORMATIVI La pianificazione si attua in adeguamento al Piano Paesaggistico Regionale (P.P.R.) , al Piano per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I) ed alla normativa in materia di Valutazione ambientale strategica (V.A.S.) La L.R. n. 8/2004, la cosiddetta “legge salvacoste” (“Norme urgenti di provvisoria salvaguardia per la pianificazione paesaggistica e la tutela del territorio regionale”), recependo quanto stabilito dal Codice dei beni culturali e del paesaggio (D. Lgs. 22 gennaio 2 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI 2004 n. 42), ha introdotto il PPR quale “principale strumento della pianificazione territoriale regionale“, che assume i contenuti di cui all’art. 143 del D.Lgs. n. 42/2004, e ne stabilisce la procedura di approvazione. Il 20 novembre 2005 la Regione Sardegna ha approvato la proposta di PPR ai sensi dell’articolo 135 del D. Lgs. n. 42/2004, nei termini previsti dalla L.R. n. 8/2004. Con D.G.R. n. 22/3 del 24 maggio 2006, in riferimento all’art. 2, comma 1 della stessa L.R. n. 8/2004, il PPR è stato adottato per il primo ambito omogeneo, l’area costiera. La Giunta Regionale, a seguito delle osservazioni espresse dalla Commissione consiliare competente in materia di urbanistica, ha approvato in via definitiva il primo ambito omogeneo del PPR con Delibera n. 36/7 del 5 settembre 2006. Il PPR è entrato quindi in vigore con la pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Sardegna avvenuta l’8 settembre 2006. Con il Piano Paesaggistico la “Regione riconosce i caratteri, le tipologie, le forme e gli innumerevoli punti di vista del paesaggio sardo, costituito dalle interazioni della naturalità, della storia e della cultura delle popolazioni locali, intesi come elementi fondamentali per lo sviluppo, ne disciplina la tutela e ne promuove la valorizzazione”. Il PPR assicura la tutela e la valorizzazione del paesaggio del territorio regionale e si pone come quadro di riferimento e di coordinamento degli atti di programmazione e pianificazione regionale, provinciale e locale, per lo sviluppo sostenibile del territorio, fondato su un rapporto equilibrato tra i bisogni sociali, l’attività economica e l’ambiente e perseguibile mediante l’applicazione dei principi della sostenibilità. Il Piano stralcio di bacino per l’Assetto Idrogeologico (PAI) del bacino unico regionale, è stato approvato con Delibera n. 54/33 del 30 dicembre 2004 successivamente integrato e modificato con specifiche varianti; il PAI è stato redatto dalla Regione Autonoma della Sardegna ai sensi del comma 6 ter, dell’art. 17 della Legge 18 maggio 1989 n. 183 “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo” e s.m.i.successivamente confluita nel D.Lgs. 152/2006 " Norme in materia ambientale” Il PAI ha valore di piano territoriale di settore e, poiché persegue finalità di salvaguardia di persone, beni ed attività dai pericoli e dai rischi idrogeologici, prevale su piani e programmi di settore di livello regionale e infraregionale e sugli strumenti di pianificazione del territorio previsti dall’ordinamento urbanistico regionale, secondo i principi indicati nella Legge n. 183/1989. La Valutazione Ambientale Strategica (VAS), nata concettualmente alla fine degli anni ’80, è un processo sistematico di valutazione delle conseguenze ambientali di proposte pianificatorie, finalizzato ad assicurare che queste vengano incluse in modo completo e considerate in modo appropriato, alla pari degli elementi economici e sociali all’interno dei modelli di “sviluppo sostenibile”, a partire dalle prime fasi del processo decisionale. 3 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI L’adozione da parte del Parlamento e del Consiglio dell’UE della direttiva “Concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente” (n.2001/42/CE del 27/06/01, meglio nota come direttiva sulla VAS) individua nella valutazione ambientale un “ fondamentale strumento per l’integrazione di carattere ambientale nell’elaborazione e nell’adozione di piani, in quanto garantisce che gli effetti dell’attuazione dei piani siano presi in considerazione durante la loro elaborazione e prima della loro adozione . Il recepimento effettivo delle Direttiva VAS in Italia è avvenuto con il D.Lgs 3 aprile 2006, n. 152 (Codice dell'Ambiente) recante “Norme in materia ambientale”, che riordina e modifica gran parte della normativa ambientale. Il 29 gennaio 2008 è stato pubblicato il Decreto Legislativo 16 gennaio 2008, n. 4 (D.Lgs 4/2008) recante “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale”. Al fine di garantire un supporto costante per una corretta conduzione del processo di VAS, l’Assessorato della Difesa dell’Ambiente, Servizio Sostenibilità Ambientale e Valutazione Impatti, ha emanato le Linee Guida per la VAS applicata ai Piani Urbanistici Comunali (“Linee Guida VAS Sardegna”) (maggio 2007). Se lo straordinario valore dei luoghi propone al pianificatore suggerimenti e indirizzi precisi sulle scelte da adottare, scelte che non possono essere altro che dirette alla cura e alla valorizzazione del paesaggio nel rispetto del suo stesso spirito, ulteriore e decisiva indicazione all’operare in tale direzione proviene dalla stessa normativa sulla base della quale il progetto pianificatorio attuale deve essere condotto e portato a termine. Infatti, l’attuale pianificazione si autodefinisce principalmente nella sua natura con valenza paesistica. In questo senso il P.U.C. nasce come adeguamento della pianificazione al vigente P.P.R., ma potermmo anche darle la lettura come il naturale completamento di una pianificazione già avviata sulla base del superato Piano Territoriale Paesistico n. 7 del Sinis approvato con D.P.G.R. n.276 del 6.8.1993, poi annullato . Pertanto frutto dell’evoluzione normativa che ha portato all’attuale modello pianificatorio del territorio non più inteso come la mera parcellizzazione urbanistica , ma un moderno strumento di crescita che ha per fulcro la salvaguardia dell’ambiente e la difesa della nostra identità e peculiarità territoriale. Più precisamente, con riguardo specificatamente ai meri riferimenti normativi, i criteri per la definizione dell'impianto metodologico si determinano in rapporto a due questioni fondamentali: - la natura della nuova pianificazione con valenza paesistíca che deve conciliare 4 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI l’ambiente con nuove forme di utilizzo del territorio ( sviluppo sostenibile) ; - la nuova forma del Piano. La prima si riferisce all'esigenza di dare seguito e senso agli obiettivi di riqualificazione ambientale e in particolare di riproporsi concretamente il problema della qualità ambientale. La seconda all'esigenza di ridare alla strumentazione urbanistica funzione di promozione e coordinamento delle trasformazioni e di ritrovare coerenze tra le norme e le modalità di intervento. Ancora una volta, per una corretta presentazione delle problematiche che si vanno ad affrontare con la predisposizione del Piano Urbanistico Comunale, è opportuno partire da un breve riferimento al quadro legislativo: I Piani Urbanistici Comunali (PUC) e in adeguamento - per tutti i comuni interessati dal primo Ambito Costiero del Piano Paesaggistico Regionale (P.P.R.) -, derivano dalla Legge Urbanistica regionale 45/89 che all’art.11, impone di procedere all’adeguamento - entro sei mesi dall'approvazione del Piano Paesaggistico Regionale La Giunta Regionale ha seguito il criterio di collegare l'adeguamento alla redazione di un nuovo - integralmente nuovo – Piano Urbanistico Comunale con l'intento dichiarato di promuovere una nuova generazione di strumenti urbanistici comunali con valenza paesistica, Piani Urbanistici Comunali che quindi assumono l'obiettivo di portare a compimento la Pianificazione Paesistica Regionale a livello locale . Pertanto, i piani di adeguamento si definiscono come piani innovativi rispetto a quelli della precedente legislazione regionale - diversi negli obiettivi e nell'ispirazione: sono Piani per i quali è richiesta - per norma - la pienezza dei contenuti, a partire dalla fondamentale attenzione alla qualità dell'ambiente; essi presuppongono, di conseguenza, di estendere il quadro delle conoscenze necessarie per rappresentare la complessità della struttura ambientale. Al riguardo, normativamente, si prescrive: - la conoscenza puntuale delle risorse ambientali, antropiche e naturali; - la priorità della riqualificazione - come riprogettazione dell'esistente - con l'obiettivo della salvaguardia dei valori paesistico-ambientali; - la verifica attenta di ogni trasformazione programmata con tutti i metodi di controllo opportuni per definire le compatibilità ambientali. -la Valutazione ambientale strategica (V.A.S.) definita quale “ processo sistematico inteso a valutare le conseguenze sul piano ambientale delle azioni proposte -politiche, piani o iniziative nell'ambito di programmi ai fini di garantire che tali conseguenze siano incluse a tutti gli effetti e affrontate in modo adeguato fin dalle prime fasi del processo decisionale, sullo stesso piano delle considerazioni di ordine economico e sociale". 5 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI 1.3 L’ANALISI STORICO ARCHEOLOGICO In un territorio quale quello di Cabras, così straordinariamente ricco di monumenti archeologici e storici e di opere d’arte architettonica, la conoscenza e la corretta collocazione, nel rispetto delle stesse normative di vincolo e salvaguardia - L. 1923 n. 3267/1, L. 1939 n. 1089, L. n. 1497, L. 1985 n. 431, L. 1993 n. 23 e L. 1989 n. 31/1 - è non tanto strumento limitativo quanto criterio per la valorizzazione stessa del livello socioeconomico del territorio e direttrice delle scelte sulle attività guida della popolazione. In questo senso tutto il territorio di Cabras, dalla monumentalità celebre di Tharros alla pulizia costruttiva e spaziale dell’architettura contadina più povera, costituisce un vero e proprio museo nel paesaggio. Ne è conferma il vincolo di tutela paesaggistica sull’intero territoro comunale (compresi l’isola di Mal di Ventre e lo scoglio del Catalano), stabilito dalla Regione Sarda con decreto del 6/4/90 n. TPUC/27, ai sensi della L.1497 del 1939. E’ evidente che il progetto del Piano non poteva che tener conto di una tale presenza culturale; pertanto le sue scelte sono decisamente indirizzate dalla sua consistenza, dalla localizzazione dei beni, dall’importanza della loro cura e infine dalla ricerca della loro godibilità da parte dei cittadini. L’area di S. Giovanni di Sinis restituisce, nonostante lo sviluppo iniziato a partire dalla fine degli anni Cinquanta della borgata marina omonima, numerose evidenze archeologiche che si pongono in stretta relazione con la città di Tharros. L’area in questione può infatti considerarsi a buon diritto parte integrante delle pertinenze territoriali della colonia antica, periferica rispetto all’abitato sorto alle pendici orientali del colle di S. Giovanni e con prevalente destinazione funeraria e produttiva. La necropoli settentrionale tharrense, in posizione speculare rispetto all’area funeraria del Capo San Marco e del tutto corrispondente sotto l’aspetto cronologico e tipologico, si sviluppa in fase fenicio-punica lungo una stretta fascia costiera compresa tra l’Osservatorio dell’AMP, il tipico edifico cupolato impiantato alla fine dell’Ottocento e noto anche come “villa Boy”, e, verso Nord, lo spiaggione di San Giovanni; nella successiva fase romana la necropoli occupa anche settori più interni e si sviluppa in una vasta area compresa tra quella più antica e la chiesa di S. Giovanni. La storia degli studi di tale area necropolare è certamente meno documentata rispetto a quella del settore meridionale. È certo che essa era già nota alla fine dell’Ottocento per la presenza di sepolture a vista, come si evince dal rilievo in scala 1:500 (Del Vais 2006) redatto dal Soprastante agli scavi Filippo Nissardi tra il 1884 e il 1885, preliminare alle indagini di scavo poi condotte sul Capo San Marco. Alla fine dello stesso secolo, tra il 1891 e il 1893, si collocano le campagne di scavo tharrensi dell’avvocato Efisio Pischedda che, come risulta dalle autorizzazioni rilasciategli (Del Vais, Fariselli 2010, p. 9), operò anche nella località di Santu Marcu; al proposito può ritenersi con buona verosimiglianza che tali scavi abbiano 6 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI interessato anche l’area della necropoli settentrionale, nota ancora oggi con questo toponimo, e che l’avvocato di Seneghe abbia intercettato un lembo funerario ad incinerazione in un’area che egli ben conosceva, risiedendo per la villeggiatura in un’abitazione, ancora oggi esistente, ubicata in piena necropoli. Attorno allo stesso periodo vennero costruite alcune delle prime case sul litorale, tra cui la cd. villa Boy; in occasione dello scavo delle fondazioni di quest’ultima furono rinvenute tombe fenicie i cui corredi sono stati successivamente acquisiti dal museo oristanese (Zucca 1998, pp. 84-86). Per tutta la prima metà del Novecento non si ha notizia di ritrovamenti nell’area funeraria che doveva essere a vista e già in parte depredata. Un intervento distruttivo perpetrato nel 1947 ad opera di alcuni cavatori locali di pietre fu interrotto dalla Soprintendenza, nei cui archivi, oltre alla pratica relativa all’episodio, sono conservate alcune foto che documentano lo stato dell’area in quell’anno. Con l’impianto, a partire dalla fine degli anni Cinquanta, della borgata di San Giovanni di Sinis, la necropoli venne in parte coperta e subì notevoli interventi di distruzione e di saccheggio. In conseguenza di tali manomissioni sono giunti al Museo di Cagliari, all’Antiquarium Arborense di Oristano e in alcune collezioni private diversi materiali di corredo, ma certamente un numero limitato rispetto a quanto è andato verosimilmente disperso (Del Vais, Fariselli c.s.). In quegli stessi anni, e precisamente nei mesi di giugno-luglio del 1958, fu eseguito anche un intervento da parte della Soprintendenza alle Antichità, sotto la direzione di Gennaro Pesce, in contemporanea con le indagini condotte nell’abitato antico. In occasione dello scavo di fondazione della casa Massidda, in corrispondenza della prima schiera di costruzioni, furono individuati dei materiali archeologici che determinarono l’interruzione dei lavori e un intervento di scavo da parte della Soprintendenza archeologica di Cagliari, durato diverse settimane. L’indagine mise in luce una serie di sepolture a camera e a fossa parallelepipeda scavate nella calcarenite che al momento dello scavo risultarono tutte violate. Per tale ragione l’esplorazione venne interrotta e l’area, poi acquisita dall’Amministrazione comunale di Cabras e mai edificata, rimase per decenni in abbandono. Nello stesso lotto, Giovanni Tore, tra il 1989 e il 1991, condusse, con collaboratori del Museo Civico di Cabras e studenti dell’Università di Cagliari, lunghe e proficue indagini rimaste finora sostanzialmente inedite (Tore 2000). Egli, intervenendo nell’area scavata negli anni Cinquanta e ampliando sui quattro lati le sezioni di scavo, poté documentare oltre cinquanta tombe ricavate nel banco roccioso, alcune delle quali conservavano lembi funerari intatti benché in una situazione generale fortemente compromessa da violazioni antiche e moderne e dalla coltivazione di una cava che aveva in parte distrutto, forse già da età antica, ampi lembi funerari. Lo stesso settore, benché non completamente indagato, è stato oggetto nel 2001 di un intervento di valorizzazione realizzato con fondi dell’otto per mille concessi al Comune di Cabras, che ne 7 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI ha favorito la restituzione alla fruizione pubblica. Altre limitate indagini di scavo sono state condotte nel 1981 dalla Soprintendenza archeologica nei lembi funerari fenici dell’area attorno all’Osservatorio dell’AMP (Zucca 1989, pp. 95, 97-98) e nel 1991 da Giovanni Tore nella necropoli romana. Negli anni 2002, 2007, 2009 i lavori di urbanizzazione della borgata sono stati accompagnati da sondaggi archeologici che hanno messo in evidenza sia sepolture fenicio-puniche che romane. Di particolare rilevanza, quelli condotti nel 2007 in prossimità dell’area musealizzata con fondi dell’8 per mille, dove sono state messe in luce diverse tombe fenicie integre, oltre che sepolture puniche scavate nel bancone roccioso e, a maggiore distanza, tombe ad enchytrismos, vale a dire inumazioni in anfora (Del Vais, Fariselli 2010, pp. 10-11). Le ricerche sistematiche sono riprese nell’estate del 2009, con la prima campagna di scavo condotta dall’Università di Cagliari (Dipartimento di Scienze Archeologiche e StoricoArtistiche, direzione scientifica Dott. Carla Del Vais), su concessione ministeriale in collaborazione con l’Università di Bologna (Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici, responsabile Dott. Anna Chiara Fariselli); si sono svolte finora tre campagne (2009-2011) che hanno interessato il lotto già musealizzato, l’area adiacente all’Osservatorio dell’AMP e un piccolo lembo necropolare ubicato più a nord sul bordo della falesia. Dal punto di vista tipologico e rituale, nella necropoli fenicio-punica può enuclearsi una fase deposizionale fenicia, inquadrabile tra l’ultimo quarto del VII sec. a.C. e la prima metà del VI, che prevede la pratica dell’incinerazione associata a tombe in fossa scavate nella sabbia e, meno frequentemente, nel bancone calcarenitico. Le fosse arcaiche della necropoli presentano notevoli varianti morfologiche e dimensionali: sono attestati cavi di forma subcircolare, ellittici più o meno allungati e sub-rettangolari; le fosse sub-circolari e una parte di quelle ellittiche risultano di dimensioni modeste, dai 60 cm al metro circa, mentre quelle ellittiche allungate e sub-rettangolari possono raggiungere i 2 m di lunghezza; la profondità varia da 25 a 85 cm circa. L’orientamento delle fosse di forma allungata è vario, ma prevale quello in senso est-ovest. Le ultime indagini hanno documentato la presenza di fosse delimitate da file di scheggioni di calcarenite messi in opera alla sommità delle fosse dopo la deposizione funeraria. Quanto alle coperture delle tombe, sono attestate semplici lastre monolitiche in calcarenite o sistemi più complessi costituiti da blocchi giustapposti messi in opera in maniera assai accurata, oltre che coperture di scheggioni e terra pressata. Quanto al rituale funerario, nel caso delle sepolture di dimensioni ridotte è evidente la pratica dell’incinerazione secondaria; all’interno delle fosse i resti del defunto risultano generalmente deposti direttamente sul fondo delle stesse, senza l’utilizzo di urne cinerarie, più spesso coperti o frammisti al corredo ceramico. Nel caso invece delle sepolture di dimensioni maggiori, sembra essere attestata sia la pratica incineratoria primaria, evidente dalla quantità 8 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI considerevole di tracce di bruciato e dalla disposizione delle ossa in posizione anatomica, sia quella secondaria. Relativamente ai corredi ceramici, si percepisce una certa standardizzazione dei tipi e delle associazioni che si attestano sulla disposizione del cooking pot o dell’olletta da cucina con orlo estroflesso uniti al piatto ombelicato o in posizione verticale o rovesciati; una o più brocche con orlo a fungo insieme alla trilobata, coppette da cucina in genere in posizione rovesciata. Più di rado compaiono altre forme vascolari fenicie e ceramiche d’importazione etrusca. A tali materiali si associano oggetti di ornamento e toeletta personale oltre che armi. Quanto alla fase punica, l’introduzione del rituale inumatorio riconducibile ad influenza cartaginese determina, probabilmente fin dalla fine del VII sec. a.C., la diffusione di nuovi tipi tombali scavati nel bancone calcarenitico, nella fattispecie tombe a camera e tombe a fossa parallelepipeda. Le prime si articolano in un vano d’accesso (dromos) a pianta rettangolare, quasi sempre dotato di una gradinata per facilitare la discesa, estesa su tutto o parte del lato breve opposto all’ingresso, e in una camera quadrangolare piuttosto semplice, scavata ad un livello più basso rispetto al dromos, talvolta con nicchie alle pareti e più raramente con fosse ricavate sul pavimento; la camera, dopo la tumulazione, veniva in genere chiusa con una lastra di arenaria mentre il vano d’accesso era interamente riempito con il materiale di risulta dello scavo, misto a sabbia e terra. Le tombe a fossa parallelepipeda, invece, di profondità variabile, presentano spesso all’imboccatura delle riseghe funzionali alla sistemazione della copertura, costituita generalmente da lastre in arenaria giustapposte. La monumentalità di tali sepolture, da sempre in parte a vista, ne ha determinato la sistematica spoliazione in tempi lontani e recenti, tanto che a oggi nessuna indagine scientifica ne ha documentato una integra. Nonostante ciò, i numerosi lacerti funerari individuati negli anni Ottanta e in occasione delle ultime indagini da parte dell’Università di Cagliari hanno dato un significativo contributo alla ricostruzione dei dati rituali e materiali. I defunti, sempre in posizione supina e con le braccia lungo i fianchi o al petto, con testa rivolta a Ovest, potevano essere deposti direttamente sul piano pavimentale o all’interno di bare lignee, di cui si sono conservati solo i chiodi e le coppiglie in metallo. All’interno delle tombe, sia quelle a camera che a fossa, erano deposti attorno ai cadaveri ricchi corredi ceramici, sia punici che d’importazione greca, e oggetti d’ornamento personale. Quanto alla fase romana, che si sviluppa, come detto, in aree differenti rispetto alla fase precedente, essa conta al momento sepolture in fossa scavate nella sabbia, talvolta del tipo alla cappuccina, vale a dire protette con serie di embrici giustapposti, e a enchytrismos (in anfore da trasporto). La scarna attestazione di età recente, relativa principalmente a ritrovamenti occasionali e a scavi eseguiti per i lavori di urbanizzazione della borgata, deve 9 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI aggiungersi a quella antiquaria, assai meno documentata ma concentrata nell’area della chiesa di S. Giovanni, prima area funeraria pagana, poi cristiana. Quest’ultima rappresenta l’edificio monumentale più importante di S. Giovanni. Orientata ad est con l’abside e costruita in blocchi di arenaria, presenta un impianto generale modesto: l’aula, di forma rettangolare, appare divisa in tre navate, coperte da volte a botte e terminate da un transetto parimenti voltato; in corrispondenza della navata centrale e dell’unica abside compare una piccola cupola, sostenuta da grossi pilastri alveolati. Le navate laterali comunicano con quella centrale mediante tre archi poggianti su tozzi e semplici pilastri; l’edificio è illuminato, nella navata centrale, da tre piccole aperture quadrangolari, in corrispondenza dell’abside e del transetto da bifore. La sobria facciata è ravvivata nella parte centrale da un oculo ubicato al di sopra della porta d’ingresso. Il nucleo centrale della chiesa, costituito dall’ambiente cupolato e riferibile ad un originario edificio a croce greca iscritta in un quadrato, fu impiantato probabilmente nel VI sec. d.C.; successivamente, tra il IX e l’XI sec., la struttura subì una radicale trasformazione che comportò l’aggiunta dell’abside e dell’aula trinavata, in sostituzione del braccio orientale e di quello occidentale, e l’apertura delle bifore. In occasione di recenti restauri è stato individuato alla base dell’abside un lacerto di intonaco dipinto in bruno e rosso su fondo bianco, raffigurante parte di un tendaggio (velario); tale elemento, che doveva far parte di una decorazione parietale più ampia, trova confronti in contesti extrainsulari datati tra l’VIII e il IX secolo. Nel corso degli stessi lavori e con successivi scavi dell’Università di Sassari è stato evidenziato al di sotto della chiesa e immediatamente a sud di essa un preesistente edificio con abside orientata ad est; per la presenza nell’area di numerose sepolture, tra cui alcuni sarcofagi ancora presenti al di sotto del piano pavimentale, si è ipotizzato che i resti murari identificati si riferiscano ad una basilica funeraria paleocristiana (Messina, Mureddu 2002), poi sostituita dalla chiesa a croce greca. Un altro aspetto di grande rilevanza del paesaggio di S. Giovanni è rappresentato dalle cave di calcarenite. Estese aree di coltivazione sono visibili lungo la fascia costiera, dove esse hanno spesso intaccato preesistenti tombe puniche, ma se ne individuano anche in settori più interni. Tra queste ha particolare rilevanza monumentale quella denominata localmente “Sala da ballo”, localizzata sul mare, al limite settentrionale dell’abitato (Del Vais et alii 2006). Nella sua parte centrale, dove l’estrazione ha raggiunto il livello più basso fino ad esaurire il banco calarenitico, essa risulta protetta sul lato a mare da un risparmio roccioso largo alcuni metri, evidentemente funzionale, così come ipotizzato per altri consimili giacimenti mediterranei, a salvaguardare l’attività di cava dall’azione dei marosi, tanto più che si tratta di una zona 10 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI particolarmente battuta dal vento di Maestrale; lungo tale risparmio sono ricavati alcuni passaggi di modeste dimensioni che verosimilmente erano funzionali all’imbarco dei materiali lapidei verso la destinazione di utilizzo. Sul lato a monte i fronti estrattivi sono solo parzialmente visibili per la presenza di estesi cumuli di detriti derivati dalla coltivazione della cava che quindi, doveva avere un’estensione maggiore. Sempre nella fascia costiera si individuano altri tagli diffusi fino all’area dell’Osservatorio dell’AMP, area che, insieme a quella funeraria musealizzata, mostra tagli evidenti che sono andati a distruggere, a volte quasi del tutto, sepolture puniche a camera e a fossa. Quanto al settore interno, la cava più ampia si individua immediatamente a nord dell’abitato moderno, in un’area non urbanizzata. Dove la vegetazione lo consente, si individuano estesi fronti, caratterizzati però da modesta altezza. Un'altra cava di notevole importanza è ubicata più a sud, all’interno dell’abitato e a ridosso della strada moderna; tale cava, sui resti della quale si è impiantata un’abitazione moderna, risulta di particolare interesse dal punto di vista cronologico in quanto all’interno di essa nel 1991 vennero scavate da G. Tore numerose tombe alla cappuccina di età romana repubblicana o primo-imperiale, evidente successive alla coltivazione. Dallo studio delle tracce di lavorazione visibili nelle cave citate, come anche nelle altre meno estese evidenti presso tutti gli affioramenti rocciosi dell’area, si evince che l’attività estrattiva prevedeva l’escavazione, con l’uso di picconi metallici, di solchi larghi dai 5 ai 20 cm circa, progressivamente più stretti verso il basso e a sezione a V o a U, che consentivano di delimitare blocchi, anche di dimensioni considerevoli, liberandoli sulle facce laterali; il distacco della faccia inferiore avveniva tramite l’utilizzo di cunei, in metallo o in legno, conficcati profondamente nella roccia con l’ausilio di pesanti mazze. Sia nella “Sala da Ballo” che nelle aree funerarie sono visibili diversi blocchi solo parzialmente liberati che attestano tale processo estrattivo. La questione più spinosa in riferimento alle cave è la loro attribuzione cronologica, in quanto al momento disponiamo di dati assai scarni. Se è possibile, come detto, determinare una pertinenza ad età pre-romana della cava localizzata a ridosso della strada, per le altre vi sono più ampi margini di incertezza. Le tracce estrattive che hanno intaccato le tombe cartaginesi si riferiscono evidentemente ad una fase successiva, ma non sappiamo di quanto. Le tecniche estrattive documentate a S. Giovanni, così come in altri settori del Sinis, trovano ampio riscontro in altre regioni mediterranee, in contesti che vengono generalmente ricondotti ad età antica. La mancata attestazione di manufatti ceramici nelle cave costiere del Sinis, anche quando, come alla “Sala da Ballo”, risultano consistenti i detriti conseguenti alla cavatura, non consente di trarre ulteriori indicazioni al riguardo. Può quindi ipotizzarsi che la coltivazione sia iniziata in età antica, per soddisfare i bisogni della città, ma non è escluso 11 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI che essa si sia protratta fino ad età recente, come anche confermato dall’intervento effettuato nel 1947 della Soprintendenza archeologica per bloccare un’attività illegittima di estrazione in piena necropoli. Il quadro fin qui delineato in relazione all’area di San Giovanni con ogni probabilità non esaurisce il patrimonio archeologico conservato in loco. Sono presenti infatti estese aree finora apparentemente non indagate e non intaccate dallo sviluppo edilizio che potrebbero aver preservato resti archeologici sia funerari che di altra natura. In una di queste, ubicata dietro il nucleo costiero settentrionale dell’abitato, è stata ipotizzata la presenza di un quartiere artigianale ceramico, indiziata dal rinvenimento in anni non lontani di scorie ceramiche di età punica (Tore, Zucca). 12 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI 1.4 LINEE PROGETTUALI E OBIETTIVI DELLA VARIANTE Piano Particolareggiato (1983) Il piano si basa sullo strumento urbanistico di pianificazione comunale “Studio di disciplina territoriale delle zone “F” redato e approvato ai sensi della L.R. n.10 del 09.03.1967. Dopo un analisi scaturita da sopraluoghi, valutazioni e rilievi strumentali si è giunti alla redazione di un piano particolareggiato che desse una nuova conformazione urbanistica alla borgata marina, normando il futuro sviluppo sostenibile. Si è intervenuto sull’edificato esistente, su un possibile sviluppo di nuove volumetrie, su nuove aree verdi, di servizi, di rispetto e sulla viabilità. Il tutto tenendo in considerazione il contesto soggetto a numerevoli vincoli ( vedi tavola G5 Planimetria dei vincoli). Piano Particolareggiato variante (1998) La variante si è resa necessaria per adeguare il Piano al Decreto Assessoriale n 1161/U del 07.08.1984, che lo approvava con le seguenti “modifiche introdotte d’ufficio”: 1)-esclusione dall’uso edificatorio di una vasta area, (circa 2/5 di quella proposta nel P.P. n.d.r.) vincolata ex lege 1089/39, dalla Soprintendenza Archeologica; 2)-obbligo di adeguare l’Iff e la percentuale delle aree destinate all uso alberghiero al disposto del D.A. 2266/U del 20.12.1983, sopravvenuto nelle more di esame del P.P. Come per il P.P. originario, la presente revisione, si propone comunque di: a)-Recuperare le potenzialità edificatorie originali: circa mc 52.850 destinati alla residenza sia privata che ricettivo-aberghiera; b)-Ricucire, per quanto possibile, nelle aree al di fuori dal vincolo ex lege 1089/39, stante la caduta del limite edificatorio dei 150 ml dal mare, l'abitato esistente con l'espansione proposta; c)-Risolvere, per tramite dell'iniziativa pubblica, i problemi conseguenti allo spezzettamento della proprietà delle aree sottoposte al P.P., avviando un processo totalmente unitario, tale da consentire uno sviluppo omogeneo dell'insieme in termini temporali, urbanistici, ambientali, edilizi, architettonici, infrastrutturali, programmandone i modi, i tempi e le condizioni e, sopratutto controllandone costantemente la crescita così da garantirne il conseguimento degli obiettivi. d)-Porre, pur se all'infuori dei limiti topografici del P.P., i principi ed i presupposti per la salvaguardia attiva e la fruizione corretta del contesto ambientale nel quale il P.P. si pone, e cioè la penisola del Sinis ed in particolare la zona archeologica di Tharros, che da San Giovanni si allunga sino al Capo San Marco, impostando un discorso di respiro tale da superare le chiusure locali, immettendo i valori ambientali e culturali, mai sufficientemente 13 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI stimati, di questo territorio in un ambito ben più vasto da quello regionale e provinciale attuale. Piano Particolareggiato in adeguamento al PPR e al PAI (2011) Le modifiche apportate al piano particolareggiato pubblicato nel buras n.8 del 2001, numero inserzione 1591 sono le seguenti: • includere all’interno del piano particolareggiato gli immobili precedentemente rimasti esclusi; • determinazione di nuovi limiti del piano dettati dal PUL e dal PPR; • spostamento e rimodulazione dei volumi e della superfici previsti inizialmente sulla collina a nord aventi la destinazione turistico-alberghiera ( una parte viene confermata in questa posizione e un’altra parte viene rilocalizzata lungo la strada provinciale lato Golfo di Oristano) • nessun aumento di volumi o superfici rispetto al precedente piano particolareggiato di San Giovanni di Sinis approvato. Indirizzi generali della pianificazione urbanistica Riqualificare l'identità urbana; Conservare o ricostruire da un punto di vista ambientale i margini di transizione; Riordinare il sistema fondiario; Riqualificare e migliorare la dotazione delle alberature e delle siepi; Conservare gli areali a copertura forestale e le fasce di riconnessione dei complessi boscati e arbustivi, della vegetazione riparia e delle zone umide; Prevedere la ricostruzione dei paesaggi originari; Razionalizzare e controllare le eventuali espansioni urbane; Progettare e gestire in maniera integrata intercomunale gli spazi e i servizi ai litorali; Obiettivi Governo delle trasformazioni urbanistiche; Riordino e potenziamento della zona PIP artigianale; Pianificazione delle zone Costiere; Governo delle trasformazioni urbanistiche e tutela del sistema ambientale e archeologico; Valorizzazione di tutto il sistema turistico, ambientale, storico e culturale; Sviluppo della mobilità sostenibile; Attivazione di politiche per la promozione di servizi di eccellenza; Rivalorizzazione del paesaggio urbano; 14 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI Cronistoria precedenti Piani Particolareggiati di San Giovanni di Sinis. PIANO PARTICOLAREGGIATO TIPO ATTO NUMERO DELIBERA CONSIGLIO COMUNALE N. 168 DELIBERA GIUNTA REGIONALE N. 1161/U DATA 20 12 1983 07 08 1984 VARIANTE TIPO ATTO NUMERO DATA PARERE FAVOREVOLE SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGICA NOTA PROT. 693/1 19 02 1998 PARERE FAVOREVOLE TUTELA PAESAGGIO OR PROT. 2333 13 09 2000 PARERE FAVOREVOLE COMMISSIONE EDILIZIA VERBALE 25 18 09 2000 DELIBERA ADOZIONE CONSIGLIO COMUNALE N.80 DELIBERA CONSIGLIO COMUNALE N. 102 19 09 2000 22 12 2000 PUBBLICAZIONE BURAS PARTE TERZA INSERZIONE N. 1591 N. 8 09 03 2001 Documenti del Piano particolareggiato di San Giovanni di Sinis : TAV / ELAB. TIPOLOGIA G.1 Relazione G.2 Documentazione catastale G.3 Copia Piano particellare approvato 1: 1000 G.4 Planimetria catastale 1: 1000 G.5 Planimetria dei Vincoli 1: 1000 G.6 Zonizzazione 1: 1000 G.7 Planivolumetrico 1: 1000 G.8 Quaderno delle Tipologie G.9 Viabilità e Sosta 1: 1000 G.10 Rete Fognante 1: 1000 G.11 Rete elettrica e di illuminazione 1: 1000 15 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI Foto aerea con rappresentazione dei vincoli presenti e perimetri dei piani particolareggiati 16 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI Foto aerea con rappresentazione dei vincoli presenti e perimetri dei piani particolareggiati 17 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI Foto aerea con rappresentazione dei perimetri dei piani particolareggiati 18 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI Rappresentazione delle aree soggette a modifica 19 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI 1.5 PARAMETRI URBANISTICI 20 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI Foto aerea con rappresentazione dei vincoli presenti e perimetri dei piani particolareggiati 21 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI Legenda tavola G6 Zonizzazione 22 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI Tavola G6 Zonizzazione 23 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI Legenda tavola G7 Planivolumetrico 24 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI Tavola G7 Planivolumetrico 25 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI 2. NORME DI ATTUAZIONE L’attuazione del Piano particolareggiato avverrà ponendo in atto quanto consentito dalla Legislazione Urbanistica percorrendo, con iniziativa del Comune di Cabras, la via del COMPARTO EDILIZIO OBBLIGATORIO dal quale discenderà l’organo attuativo del CONSORZIO e tutta la procedura prevista della medesima Legge. Le fasi progettuali successive al presente Piano Particolareggiato saranno le seguenti: -Verifica definitiva della proprietà delle aree al momento della vigenza del P.P. -Verifica della congruenza fra proprietà, istanze, volumi e loro destinazione d’uso e ubicazione; -Progettazione esecutiva delle opere d’urbanizzazione primaria e secondaria; -Progetto Generale Esecutivo e di Coordinamento dei Corpi Edilizi, comprendente anche il Piano specifico del verde Pubblico e Privato; -Progetto esecutivo dei singoli nuclei. L’attuazione potrà avvenire solo dopo l’elaborazione integrale dei progetti esecutivi cosi che, anche in caso di edificazioni singole e frazionate, sia comunque definita e garantita la corrispondenza assoluta e la totale omogeneità delle stesse con il progetto complessivo, e dovrà comunque essere completata entro i termini che verranno stabiliti dal CONSORZIO. 2.1 EDILIZIA RESIDENZIALE PRIVATA Ferma restando la validità di tutte le norme contenute nello dagli strumento urbanistico vigente, vengono di seguito elencate quelle più salienti e relative agli interventi e alle tipologie previste nel presente P.P. La residenza privata dovrà essere attuata unicamente con edifici ad un solo piano fuori terra, con esclusione di scantinati e seminterrati, e con la sola possibilità di utilizzare, all’interno della pendenza massima del 35 % il volume dell’eventuale sottotetto come spazio accessorio non residenziale. L’indice di fabbricabilità fondiaria è quello massimo consentito e cioè mc/mq 0,75; negli isolati nei quali (il n 1, 7, 8, 9, 10) la superficie fondiaria è ulteriormente suddivisa in strettamente privata e in condominiale, l’Iff calcolato sull’area strettamente privata risulta di mc/mq 1,00. L’altezza massima all’intradosso dell’ultimo solaio, se orizzontale, o all’intersezione del solaio inclinato, nella parte più bassa, con la parete esterna, misurata rispetto al piano di sistemazione esterno dovrà essere compresa fra 2,70 e 3,00 ml. Negli schemi proposti sono rappresentate alcune sottotipologie relativa soltanto alla 26 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI disposizione del volume nelle schiere, che potrà essere passante, con patio interno e a blocco compatto. Le coperture saranno con tetto ad una sola falda e con parti piane a terrazza. All’interno degli spazi fondiari privati, sul fronte adiacente alla viabilità carraia esterna, dovranno essere realizzate delle verande solo coperte, destinate principalmente a spazio per la sosta veicolare, chiuse verso strada da muri di recinzione continui, coordinati nei materiali e nelle bucature, al fine di garantire adeguati spazi di sosta veicolare. Le verande-tettoia previste verso strada dovranno essere realizzate unitariamente, sempre con copertura laterizia inclinata, anche con strutture lignee in vista ed avranno una profondità compresa fra 4,00 e 5,00 ml I corpi edilizi dovranno distare dalle tettoie di cui sopra non meno di ml 5,00. Le recinzioni interne, fra unità e unità non potranno superare l’altezza di ml 1,40 e dovranno discendere, anch’esse da un omogeneo progetto unitario. 2.2 EDILIZIA E ATTREZZATURE TURISTICO RICETTIVE Per i corpi principali, destinati ad attività direzionali, gestionali e comunque di interesse più generale sarà consentita la gestione del volume su due piani, sempre nell’ambito dell’ Iff = mc/mq 0,73, mentre per i nuclei destinati alla residenza, è prescritta l’utilizzazione del volume su un solo piano, mantenendolo per quanto possibile aderente al terreno naturale, con l’esclusione assoluta di scantinati e/o seminterrati, 2.3 VOLUMI PER ATTREZZATURE SERVIZI E SPORT Come già enunciato, per essi è stato reso disponibile un volume di mc 8800, del quale una parte, non quantificata, è stata ubicata in corrispondenza di cinque nuclei residenziali privati; A seguito delle considerazioni e degli accordi risultanti dai contatti preliminari con i funzionari della Soprintendenza Archeologica, estensori del vasto vincolo ex lege 1089/39, il volume restante verrà ubicato nella fase di Progettazione Esecutiva delle opere di urbanizzazione secondaria, durante la quale dovranno essere verificate materialmente le condizioni, dal punto di vista delle preesistenze archeologiche, delle aree prescelte per l’ubicazione dei volumi. Isolato per isolato sarà obbligatorio procedere alla progettazione esecutiva coordinata e all’attuazione dell’insieme architettonico, degli spazi fondiari condominiali e delle eventuali Attrezzature di Interesse Comune adiacenti facendo riferimento comunque al Progetto Generale Esecutivo dell’intero al fine di garantire i risultati che costituiscono il presupposto e 27 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI le premesse del presente P.P. 2.4 MATERIALI E ATTUAZIONE Presupposto generale per l’edificazione sarà l’obbligo di adeguarsi all’andamento del terreno naturale, limitando all’indispensabile le opere di scavo e di riporto. la quota degli edifici dell’intero Piano sarà essere preordinata e coordinata dall’apposito Progetto Generale Esecutivo che starà alla base della Progettazione Architettonica Esecutiva e che terrà conto anche delle quote e delle sistemazioni relative alle opere d’urbanizzazione primaria ( in particolare dalla viabilità). 2.4.1 Murature Per i materiali da utilizzarsi, con riferimento a quanto già enunciato nelle premesse, si dovrà privilegiare l’uso della pietra locale, che potrà essere ad opera incerta nei piani murari e a cantoni regolari negli spigoli; sarà possibile usare intonaci colorati in pasta (nella gamma delle terre) episodicamente ed in percentuale inferiore alle parti in pietra; particolare cura dovrà essere posta nella previsione delle murature della recinzione continua che racchiude i nuclei abitativi e che dovrà essere interamente coordinata nei materiali e nel rapporto fra i vuoti e i pieni con i corpi interni e nella sua totalità verso l’esterno. 2.4.2 Coperture Dovranno essere miste, a tetto, ad una sola falda con pendenza massima del 35 %, orientata verso la viabilità esterna, e piani, a terrazza ; i materiali di copertura e rivestimento saranno di qualità laterizia e dovranno essere uniformemente coordinati almeno all’interno dello stesso nucleo abitativo; non saranno consentiti canali di gronda esterni: le acque meteoriche saranno scaricate a cielo libero o raccolte da doccioni in pietra o da canali di gronda realizzati in muratura, opportunamente impermeabilizzati e colorati, nell’ambito della copertura o del suo coronamento; 2.4.3 Serramenti Negli edifici e nelle recinzioni dovranno essere in legno o in metallo verniciato opaco, con assoluta esclusione dell’alluminio lucido e/o non verniciato e saranno coordinati all’interno dello stesso nucleo. 28 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI 2.4.5 Spazi esterni Saranno ammesse solo pavimentazioni in laterizio, in pietrame o in legno, omogenei comunque con quelli utilizzati in altre parti. Con l’uso dei medesimi potranno essere realizzati, sempre e comunque previo progetto coordinato, elementi di arredo e di utilità (quali sedili, panche, camini, piani di cottura, fioriere, contenimento di terrazzamenti, vasche d’acqua etc..). La ricezione dei segnali radio e radio televisivi dovrà essere realizzata tramite impianti centralizzati per nuclei e comunque evitando l’installazione individuale e la proliferazione indiscriminata di antenne e parabole. Le aree non pavimentate dovranno essere sistemate a verde con l’utilizzo prevalente delle essenze della vegetazione mediterranea esistenti in loco e al contorno e comunque in armonia col Piano del verde . 2.5 INTERVENTI SULL’EDILIZIA ESISTENTE Come peraltro previsto nello Studio di Disciplina del Territorio, presupposto del P.P. originario, per l’edilizia esistente non è consentito alcun aumento di volume, sarà tuttavia possibile procedere a tutti quegli interventi di RECUPERO necessari e migliorativi consentiti dalla Normativa Urbanistica e di seguito elencati: 2.5.1 Manutenzione Ordinaria Ferme restando le disposizioni e le competenze previste dalle Leggi 01.06.1939 n 1089 e 29.06.1939 n 1497 e succ. modifiche e integrazioni, nonchè quanto disposto dall’art. 31 della Legge 05.08.1978 n 457, costituiscono interventi di manutenzione ordinaria quelli che riguardano le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie a integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti. In particolare rientrano nella categoria, sempre che rispettino gli elementi tecnomorfologici esistenti: Opere interne: • pulitura e sostituzione degli intonaci e dei rivestimenti; • tinteggiatura, riparazione e sostituzione degli infissi e dei serramenti interni; • riparazione e sostituzione parziale o totale delle pavimentazioni; • riparazione e sostituzione di impianti tecnologici (idraulico, elettrico, termico, di climatizzazione, fognario etc..) purché non comportino la creazione di nuovi volumi e non si tratti di opere di rilevanza tale da modificare in modo irreversibile elementi o parti dell’organismo edilizio. 29 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI Opere esterne: • pulitura dei prospetti, tinteggiatura degli stessi senza mutamanto dei colori e delle caratteristiche chimico fisiche degli strati di finitura esistenti, ripresa parziale degli intonaci e dei rivestimenti esistenti senza mutazione dei caratteri tecnologici e chimico fisici; • pulitura, tinteggiatura, riparazione o sostituzione degli infissi e dei serramenti senza modificarne i materiali ed il disegno; • riparazione e sostituzione dei soli manti di copertura del tetto senza apportare modifiche relative ai materiali ed alle soluzioni tecnologiche preesistenti; • riparazione e sostituzione dei canali di gronda e dei pluviali nonché dei comignoli esistenti senza cambiarne la posizione, i caratteri tecnologici e formali; • tinteggiatura, riparazione e sostituzione di recinzioni esterne senza modifiche ai materiali, alla posizione, alle dimensioni ed alla forma; • riparazione e sostituzione delle pavimentazioni senza modifiche dei materiali, delle forme e disegno e delle modalità di posa. 2.5.2 Manutenzione Straordinaria Comprende tutte le opere e le modifiche necessarie per rinnovare o sostituire parti, anche strutturali, degli edifici, fatiscenti o allo stato di collasso , nonchè le opere e le modifiche occorrenti per realizzare ed integrare i servizi igienico sanitari e tecnologici esistenti, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari. Sono opere di manutenzione straordinaria: • apertura, chiusura o modifica di vani sulle murature portanti interne alle singole unità immobiliari e/o appartenenti agli spazi comuni a più unità entro l’organismo edilizio oggetto dell’intervento; • demolizione e ricostruzione dei tramezzi interni, sempre che le opere richieste risultino compatibili con la conservazione dei caratteri fondamentali dell’organismo edilizio; • rifacimento totale degli intonaci esterni, attuato nel rispetto dei caratteri fisico chimici, e del colore di quelli esistenti, e sempre che non siano presenti motivi decorativi importanti (nel qual caso l’opera ricade nel campo del restauro conservativo); • rifacimento di recinzioni, pavimentazioni esterne e manti di copertura, anche con modifica dei materiali preesistenti ma con mantenimento delle caratteristiche tecnologiche e morfologiche. Relativamente alle coperture il rifacimento dovrà limitarsi al manto esterno di protezione ed alla sostituzione degli elementi portanti con 30 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI elementi tecnologici e morfologici compatibili e senza modifica del numero, della posizione e dello schema statico esistente, così da non alterare il comportamento statico dell’organismo edilizio; • rifacimento, ampliamento o integrazione di locali per servii igienico sanitari o tecnologici purchè nel rispetto degli elementi caratterizzanti il corpo edilizio. 2.5.3 Restauro e Risanamento Conservativo Sono gli interventi volti a conservare l’organismo edilizio nella sua consistenza materica e nella stratificazione storica e formale per tramite di un insieme coerente di opere che , nel rispetto del sistema strutturale, distributivo, tecnologico e morfologico preesistente, ne consentano destinazioni d’uso compatibili. Si attua tramite il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio, l’inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle destinazioni d’uso, e l’eliminazione degli elementi estranei all’organismo stesso, il tutto nell’ottica del mantenimento dei caratteri costruttivi originari. Fatti salvi i limiti e i vincoli derivanti dalle leggi operanti in materia di protezione del patrimonio storico e artistico, monumentale e ambientale, il restauro potrà anche essere imposto dall’Amministrazione Comunale nei casi per i quali lo ritenesse opportuno. 2.5.4 Ristrutturazione Edilizia Comprende gli interventi volti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possono portare ad un organismo diverso, in tutto o in parte da quello originario. Può riguardare gli interni e/o gli esterni di un determinato corpo Ristrutturazione Edilizia Interna • sostituzione delle strutture orizzontali secondo le tecniche ed i materiali originari • unione di locali interni appartenenti ad una stessa unità, o a più unità immobiliari, anche attraverso aperture in breccia praticate nei setti murari interni • rifacimento delle strutture di collegamento verticale e inserimento di nuove strutture di collegamento, nel rispetto dell’assetto distributivo essenziale dell’edificio • inserimento di nuovi impianti igienico sanitari e tecnologici nel rispetto dell’assetto distributivo essenziale dell’organismo edilizio e della volumetria esistente 31 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI • modifica dell’organizzazione dei locali interni nel rispetto degli elementi dell’assetto distributivo originario. Ristrutturazione Edilizia Globale (comprende tutti gli interventi della Ristrutturazione Interna ed inoltre): • modifica dei fronti esterni nel rispetto degli elementi costruttivi e morfologici esistenti (tipologia delle aperture, proporzioni etc..) di valore storico tradizionale • rifacimento delle strutture di copertura, senza variazione della quota di gronda e di colmo, della geometria complessiva e del tipo dei materiali di copertura • rifacimento parziale delle strutture verticali nel rispetto dell’area di sedime , della volumetria esistente, del rapporto dell’organismo con gli spazi esterni e con gli altri organismi edilizi contermini, coerentemente con l’assetto distributivo essenziale dell’organismo in oggetto. Gli interventi di cui al punto 9-b (pag. 11) del capitolo Descrizione del Piano e Proposte, relativi alla possibilità di accorpare la superfici di alcuni spazi di ritaglio, di proprietà comunale, all’area di pertinenza di edifici privati, al fine di ottenere nuclei omogenei ed unitari, potranno attuarsi previa elaborazione di un Progetto esecutivo Unitario (esteso quindi all’intero raggruppamento delle unità immobiliari interessate) che definisca l’assetto esterno dei prospetti e delle recinzioni, con particolare attenzione alle coloriture ed all’uso dei materiali Tutte le proposte di intervento ricadenti nei casi su elencati dovranno tendere a uniformare l’aspetto ed i caratteri dell’edilizia esistente alle indicazioni proposte per i nuovi insediamenti. 2.6 OPERE DI URBANIZZAZIONE 2.6.1 Viabilità Nel presente piano particolareggiato sono state individuate due sezioni stradali tipo che hanno ingombro complessivo rispettivamente di 12.00 mt e 10.00 mt. La sezione con larghezza complessiva di 12.00 mt è destinata alla viabilità principale; ha sede viaria netta di mt. 8.00 e marciapiedi da ambo i lati con mt. 2.00 di larghezza. La sezione con larghezza complessiva di 10.00 mt è destinata alla viabilità di penetrazione; ha sede viaria netta di mt. 7.00 e marciapiedi da ambo i lati con mt. 1.50 di larghezza. Le sezioni stradali hanno le pendenze trasversali verso il centro strada dove si trovano le caditoie per la raccolta di 32 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI acque meteoriche. Sempre a centro strada sono localizzate la rete acque nere e la rete idrica. La rete elettrica si trova in corrispondenza di uno dei marciapiedi. La sede stradale è in conglomerato bituminoso. La fascia centrale della strada, al disotto della quale si trovano le reti fognanti, è pavimentata con materiale basaltico. I marciapiedi sono rivestiti con conci di arenaria, le cordonate saranno in pietra dura raccordate al piano viario in modo da permettere in qualunque punto anche ai portatori di handicap l’accesso al marciapiede. Nella stima delle opere di urbanizzazione è prevista la sistemazione di alcune piazzette presenti all’interno dell’abitato. Di tutte le strade all’interno del perimetro del piano sono stati elaborati i profili longitudinali e le sezioni. Queste ultime sono in numero sufficiente ad ottenere un conteggio rigoroso dei movimenti di terra necessari e successivamente riportati nella stima delle opere di urbanizzazione. 2.6.2 Percorso pedonale sul lungomare Tra le opere di urbanizzazione previste figura anche la sistemazione della passeggiata a mare. Il percorso a mare verrà delimitato da dei muretti a secco in arenaria e pavimentato sempre con lastre di arenaria posate a secco su sottostante strato di terreno sabbioso. Tra le opere di sistemazione del percorso sul lungomare sono previste la sistemazione delle discese a mare ed un intervento di risanamento geologico delle scarpate che delimitano l’arenile. 2.6.3 Rete acque bianche Come già detto le caditoie di raccolta delle acque meteoriche sono previste a centro strada al disotto della pavimentazione in materiale basaltico. Le condotte della rete acque bianche saranno in tubazioni di PVC pesante tipo 303/1 con diametri variabili dai 300 ai 500 mm. Il punto di recapito finale è previsto in zona baricentrica rispetto all’abitato ad est della strada provinciale S.Giovanni - Cabras. Sia la rete acque bianche che la rete acque nere convogliano le acque al citato punto di recapito per caduta con pendenza minima del 0.2% senza la necessità di pozzetti di sollevamento. 2.6.4 Rete acque nere La rete acque nere è prevista in tubazioni di grès ceramico con diametro variabile dai 200 ai 250 mm con giunzioni in resine poliuretaniche. Per ambedue le reti sono state elaborate le planimetrie, i profili ed i particolari costruttivi. La distanza minima tra la generatrice inferiore della tubazione ed il manto stradale finito è pari a mt. 1.20. Nell’elaborato profili tale distanza 33 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI appare ridotta a mt. 0.90 in quanto non si tiene conto del cassonetto stradale e dei manti di finitura in conglomerato bituminoso. Il recapito finale è il medesimo di quello previsto per la rete acque bianche, in tale punto è prevista una centrale di pompaggio che porta le acque luride all’impianto di depurazione situato in località “Abarossa” alle spalle della lottizzazione “Funtana Meiga”. ( vedi elaborato collegamenti territoriali). Per tener conto dell’aumentato apporto di acque luride è stato previsto di affiancare all’impianto di depurazione esistente un nuovo impianto con le medesime caratteristiche. 2.6.5 Rete idrica La rete idrica è prevista in tubazione di polietilene PN 16 tale tubazione è posta a centro strada immediatamente sopra le reti fognanti a circa 80 cm. dal manto stradale finito. E’ stata prevista la distribuzione ad anelli, ve ne sono quattro principali, ed una serie di diramazioni secondarie che raggiungono tutte le abitazioni esistenti e le future zone di espansione. La rete idrica è alimentata per caduta da un serbatoio di accumulo esistente posto in località “Matta Perdosa” immediatamente sopra la lottizzazione “Funtana Meiga”. A seguito di dimensionamento di massima sono stati previsti i seguenti diametri: • condotta adduttrice ∅ 160 mm • anelli principali ∅ 110 mm • diramazioni secondarie ∅ 80 mm Le saracinesche, gli scarichi, gli sfiati e tutti i pezzi speciali sono previsti in ghisa sferoidale. 2.6.6 Rete elettrica La rete elettrica è posizionata sotto i marciapiedi stradali (v. sez. stradale tipo) e fa capo alla cabina ENEL esistente in prossimità della strada provinciale che delimita l’abitato sul lato Est. Nella stima delle opere di urbanizzazione è stata comunque prevista l’edificazione di una nuova cabina sicuramente necessaria per soddisfare la mutata e maggiore richiesta di energia elettrica. La rete di illuminazione pubblica in progetto è stata suddivisa in tre rami principali con alimentazione indipendente : • rete illuminazione abitato esistente • rete illuminazione zone di espansione • rete illuminazione passeggiata a mare Ciascuna rete è dotata di apposito quadro di controllo che permette la programmazione delle fasce orarie di utilizzo per tutto l’arco dell’anno. Tutte le linee elettriche sono in cavo a doppio isolamento tipo FG7R, le sezioni previste sono le seguenti: • linea dorsale principale 3x150+1x95 mmq 34 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI • linee di derivazione principale 3x70+1x50 mmq • linee di derivazione secondarie 4x16 mmq E’ stato previsto l’interramento di un cavidotto vuoto predisposto per allacci privati e nuovi impianti. Sono state utilizzati due tipi di lampioni per l’illuminazione pubblica: • lampione per la zona abitata e di futura espansione altezza palo 4.00 mt , potenza lampada 250 w e passo tra i lampioni di 12.00 - 15.00 mt • punto luce per la passeggiata a mare altezza mt. 1.00, potenza lampada 125 w e passo tra punti luce di 15.00 mt. 35 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA E NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE PIANO PARTICOLAREGGIATO SAN GIOVANNI DI SINIS IN ADEGUAMENTO AL PPR E AL PAI Bibliografia R. Coroneo, Architettura romanica dalla metà del mille al primo ’300, Nuoro 1993. R. Coroneo, Pittura in Sardegna dal IV all’VIII secolo, in Archivio Storico Sardo, XLIV, 2005, pp. 33-51. C. Del Vais, Per un recupero della necropoli meridionale di Tharros: alcune note sugli scavi ottocenteschi, in E. Acquaro, C. Del Vais, A.C. Fariselli (edd.), Beni culturali e antichità puniche. La necropoli meridionale di Tharros. Tharrhica-I, La Spezia 2006, pp. 7-41 (= Del Vais 2006). C. Del Vais, A. Depalmas, A.C. 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