LOGO GRANDE VITICOLTURA ENOLOGIA GIOVEDì 12
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LOGO GRANDE VITICOLTURA ENOLOGIA GIOVEDì 12
Il Protocollo Viticolo per la riduzione dell’impatto ambientale nei vigneti del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG GIOVEDì 12 DICEMBRE 2013 Padova – Centro Congressi A. Luciani Filippo Taglietti Conegliano Valdobbiadene: l'area Incremento superficie produttiva area Conegliano Valdobbiadene Glera e varietà minori ‐ anni 2000‐2013 7.000,00 6.000,00 5.259,12 5.454,84 5.896,27 5.984,03 2012 2013 5.650,86 4.974,86 5.000,00 4.000,00 3.277,36 3.460,73 3.618,01 3.778,40 3.931,43 4.125,45 4.307,17 4.524,86 4.708,90 3.000,00 2.000,00 1.000,00 0,00 Ante 2000 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Ha superficie produttiva area Conegliano Valdobbiadene 2008 2009 2010 2011 VITICOLTURA SOSTENIBILE • Approccio globale a livello di sistemi di produzione e di trasformazione delle uve che associa la sostenibilità economica delle strutture e dei territori • L’ottenimento di prodotti di qualità • La considerazione delle esigenze di una viticoltura di precisione e dei rischi legati all’ambiente • La sicurezza dei prodotti e la salute dei consumatori • La valorizzazione degli aspetti patrimoniali, storici, culturali ed ecologico‐paesaggistici Concetto territoriale di sostenibilità • Vision – Sostenibilità a lungo termine della comunità viticola in Conegliano Valdobbiadene – L’inserimento del concetto di sostenibilità nell’ambito della produzione vitivinicola si attua: con le tre “E’s” di sostenibilità: • con l’adozione di pratiche sensibili all’ambiente ¾ (Environmentally Sound) • rispondenti ai bisogni e agli interessi più ampi possibili della società ¾ (Socially Equitable), • economicamente attuabili da mantenere ed implementare ¾ (Economically Feasible). Code of Sustainable Winegrowing Practices Analisi del rischio tout court BUONE PRATICHE DI PRODUZIONE MANUALE VITICOLO • Tipo di rischio: – – – – Per la qualità dell’uva Per la Salute Per l’Ambiente Per la Sicurezza dell’operatore • Buone pratiche: – Per la salute del consumatore – Per la tutela dell’ambiente – Per la sicurezza del lavoro Conegliano Valdobbiadene • Obiettivi: – definizione manuale di produzione vitivinicola che faccia della sostenibilità ambientale, sociale, economica il nuovo modello di sviluppo dell’intero territorio – definizione profilo della realtà produttiva – Interpretazione della Green Economy come: • sostenibilità a 360° • disciplinare di produzione integrato e migliorato rispetto alla normativa attuale • disciplinare di produzione certificato da ente terzoÆvalidazione e trasparenza • VANTAGGIO COMPETITIVO • Introduzione manuale vitivinicolo per misurare la sostenibilità aziendale • Valutazione reale ed oggettiva della sostenibilità LA DIFESA INTEGRATA PER LA CE In questo contesto come documento di riferimento per i principi e i criteri da seguire si utilizza la Decisione UE n. 3864/96, che, tra l’altro, definisce come difesa Integrata quanto segue: “La difesa fitosanitaria deve essere attuata impiegando, nella minore quantità possibile (quindi solo se necessario e alle dosi minori), i prodotti a minor impatto verso l’uomo e l’ambiente scelti fra quelli aventi caratteristiche di efficacia sufficienti a ottenere la difesa delle produzioni a livelli economicamente accettabili e tenendo conto della loro persistenza. Quando sono possibili tecniche o strategie diverse occorre privilegiare quelle agronomiche e/o biologiche in grado di garantire il minor impatto ambientale, nel quadro di un’agricoltura sostenibile. Il ricorso a prodotti chimici andrà limitato ai casi dove non sia disponibile un’efficace alternativa biologica o agronomica”. Obiettivo prioritario: produzione di colture che perturbino il meno possibile gli ecosistemi agricoli e che promuovano i meccanismi naturali di controllo fitosanitario – D.Lgs n. 150, art. 3, c.5 m) Art. 14 Dir 128/2009/UE D.Lgs n. 150 del 14.08.2012 • • Principio di precauzione – art. 2, comma 2 Entro il 01/01/2014 definire e stabilire le condizioni necessarie per assicurare l’applicazione dei principi della difesa integrata “obbligatoria” di cui all’Allegato III della Direttiva (Regioni entro il 30.04 al Mipaf e Ministero entro il 30.06 all’UE): – – – – • • • Prevenzione e monitoraggio infestazioni ed infezioni Mezzi biologici di controllo Pratiche agronomiche adeguate Pf a minor rischio Entro il 26.11.2016 controllo funzionale a tutte le macchine agricole – RPR anticipato al 31.12.2013 Istituire incentivi appropriati ed elaborare soluzioni tecniche per incoraggiare gli utilizzatori professionali ad applicare su base “volontaria” gli orientamenti specifici per coltura ai fini della difesa integrata Favorire la diffusione dell’agricoltura biologica a norma del Reg. CE n. 834/2007 Va evidenziato che l’incremento della superficie ad IPM “avanzata” non comporta necessariamente una riduzione quantitativa complessiva di alcune sostanze attive; viene invece sensibilmente ridotto il rischio attraverso la scelta di PF con migliore profilo tossicologico ed eco-tossicologico Piano di Azione Nazionale • Promozione di programmi di informazione e formazione – verso popolazione – trasmissione dossier a SIN ‐ SIAP • Buone pratiche di uso dei prodotti fitosanitari – attivazione di reti di assistenza tecnica – dal 26.11.2015 certificati di abilitazione all’utilizzo, alla vendita ed alla consulenza – tutela consumatori • Misure specifica di tutela e protezione delle risorse idriche e delle aree sensibili – art. 93 DLgs 152/2006 ed All.1, lett. A.2.6, tab. 1/A • Difesa integrata e metodi a basso impatto ambientale – attività di ricerca e sperimentazione – tutela biodiversità ed ecosistemi …in corso di approvazione e, con entrata in vigore del D.Lgs. N. 150/2012, da trasmettere in Commissione Europea – revisione ogni 5 anni Regioni e Province Autonome di TN e BZ trasmettono entro il 31.12.2016 relazione dettagliata sui progressi e successivamente ogni 30 mesi Livello obbligatorio ed avanzato di Produzione Integrata: ruolo attivo delle Amministrazioni Difficoltà intrinseca nella viticoltura del Conegliano Valdobbiadene • • • • • Frammentazione aziendale – viticoltore hobbista Contesto rurale – vigneto cortile – popolazione interessata e promiscuità azienda – abitato Irrorazione aerea – immagine vs validità tecnica Comprensione dell’importanza di cooperazione intra‐ e intersettoriale per la gestione delle risorse naturali e per migliorare la sostenibilità ambientale e sociale e quindi “comunione di intenti” per la valorizzazione del territorio e del prodotto– aggregazione d’impresa, noleggio macchinari agricoli, etc Tradizione viticola e forte acclività dei vigneti REGOLAMENTO DI POLIZIA RURALE DELLA DOCG PROTOCOLLO VITICOLO BOLLETTINI AGRONOMICI RICERCA ED INNOVAZIONE Obiettivo 1. Riduzione dei rischi IL 2014… 1. Il Protocollo Viticolo ambisce a divenire un Manuale perché le basi della difesa integrata si fondano su pratiche agronomiche corrette e ragionate 2. Gestire in modo avanzato la difesa della vite: ulteriore restrizione nel campo di utilizzo dei PF e limitazioni d’uso di alcune famiglie chimiche aventi medesime modalità di azione 3. Import tolerance per Paesi target del prodotto: arrivare alle aziende spumantistiche attraverso il viticoltore accrescendo il livello di attenzione nella gestione in vigna – marketing dell’uva 4. Approntare sistemi localmente integrati di lotta biologica e/o da induzione di resistenza 5. Creazione di un modello dinamico georefenziato con la presenza di “indicatori di peso” nell’utilizzo dei PF 6. Formazione ed informazione attraverso i mezzi di comunicazione consortili – utilizzatori, rivenditori 7. Audizioni pubbliche e confronti con le cittadinanze RICADUTE SUL COMPORTAMENTO DEL VITICOLTORE 1. Report Istat “La distribuzione per uso agricolo dei PF” rivela che nel decennio 2000-2010 la quantità di prodotti distribuiti è calata del 6.8%, in particolare per fungicidi, insetticidi 2. Il Protocollo Viticolo è uno strumento nelle mani del viticoltore affinché sia sempre al passo coi tempi e con la normativa – documento di formazione indiretta 3. Il Protocollo Viticolo rappresenta una “condizionalità riflessa” indirizzando il viticoltore verso forme di BPA 4. Il Protocollo Viticolo impone un utilizzo svariato e ragionato di formulazioni specifiche consentendo una rotazione dei pa e la gestione delle logiche antiresistenza Le frontiere tecnico‐scientifiche • Progetto Biomasse • Progetto Biodiversità • Progetto Deriva • Progetto IPM avanzata • Progetto Carboon Foot Print • Progetto MicroBiodiversità LOGISTICA DELL’APPROVVIGIONAMENTO DI SARMENTI DI VITE Raffaele Cavalli e Stefano Grigolato Dipartimento TESAF Università degli Studi di Padova Creazione di un modello di recupero e gestione del patrimonio di biodiversità viticola nel sistema del vigneto collinare del Conegliano-Valdobbiadene DOCG (BIODIVIGNA) ¾ Industrializzazione della viticoltura ¾ La biodiversità nel vigneto, un fattore limitante spazi delimitati, gestiti con regole diverse La viticoltura L’ambiente naturale perdita di BIODIVERSITÀ produzione preservare La perdita di BIODIVERSITÀ comporta un danno: • ambientale, perché riduce la variabilità genetica; • ecologico, perché comporta un degrado della funzionalità degli ecosistemi • culturale, perché è una perdita di conoscenze; • economico, vengono compromessi i servizi ecosistemici. 9Selezione clonale Uniformità generalizzata 9Uniformità = Perdita della diversità costituitasi attraverso processi biologici, storici ed ambientali Negli ultimi 20 anni si è compreso che la biodiversità in viticoltura è un aspetto essenziale per la valorizzazione dei diversi ambienti di coltivazione e per la qualità del prodotto. ¾ Produttività primaria La biodiversità aumenta la ¾ Riciclo dei nutrienti funzionalità dell’ecosistema ¾ Stabilità ¾ Impollinatori Servizi ecosistemici ¾ Controllo dei patogeni ¾ Paesaggio Obiettivi specifici: •far emergere e recuperare la biodiversità della varietà Glera attraverso la salvaguardia, lo studio ed il ripristino di materiale genetico di vecchi ceppi di viti ancora oggi presenti in alcuni areali di coltivazione della vite; •definire la biodiversità delle comunità di vegetazione spontanea all’interno e nel contorno del vigneto, connessa ad una variabilità pedoclimatica e di gestione del vigneto stesso; •caratterizzare dal punto di vista molecolare la risposta a diverse condizioni ambientali e di coltivazione mediante l’analisi trascrittomica dei profili di espressione genica; •verificare se la caratterizzazione ecologica, biologica e paesaggistica delle rive può divenire uno strumento di marketing e di valorizzazione della produzione. Biodiversità del germoplasma di Glera: censimento, mappatura, raccolta, controlli sanitari e propagazione. - Consorzio per la Tutela del Vino Conegliano Valdobbiadene DOCG – F. Taglietti - Veneto Agricoltura – M. Giannini I vecchi ceppi: un patrimonio per il territorio Dott. Filippo Taglietti Paolo Guizzo Consorzio per la Tutela del Vino Conegliano Valdobbiadene Docg INTERAZIONE VITIGNO-AMBIENTE. La fisiologia della pianta dipendono strettamente dall’ambiente circostante. L’interazione vitigno–ambiente crea caratteristiche distintive per i prodotti che hanno origine in quest’area. Il terroir comprende una specificità di suolo di topografia di clima, di paesaggio e di biodiversità. La composizione del suolo, la disponibilità d’acqua, gli insetti, la microflora del terreno, le condizioni climatiche: queste sono alcune delle componenti dell’ambiente che influiscono sulla vita e sulla fisiologia della pianta prima e sul suo prodotto dopo. Progetto Biodivigna Relazioni tra intensità di gestione, topografia e biodiversità vegetale nei vigneti Juri Nascimbene Con la collaborazione di: Elisabetta Barizza, Mariano Brentan, Diego Ivan, Lorenzo Marini, Filippo Taglietti, Michela Zottini e di molte aziende che hanno aderito al progetto Biodiversità della flora spontanea: relazioni tra intensità di gestione, topografia e biodiversità vegetale. Dott. Juri Nascimbene Sono stati selezionati 25 vigneti in modo da rappresentare l’intero range geografico dell’area DOCG e il gradiente di intensità di gestione e di condizioni di pendenza, limitando le differenze altitudinali Fattori ambientali e gestionali Fattori geografici Media±DS Range (Min_Max) Latitudine N (UTM) 5087485±3070 5080361-5093160 Longitudine E (UTM) 279060±8350 265047-290553 Altitudine (m) 190±58 100-350 Pendenza (%) 34±30 0-90 Esposizione (°) 185±74 76-340 3.6±1 2-6 N di trattamenti erbicidi y-1 0.8±0,9 0-3 Azoto (Kg ha-1) 18±25 0-70 Fattori gestionali N of sfalci y-1 Misure di biodiversità La risposta delle comunità vegetali è stata valutata mediante 4 parametri: N totale di specie per vigneto N medio di specie per plot Eterogeneità % Evenness (ripartizione delle abbondanze) Tratti funzionali I tratti funzionali sono caratteristiche di una specie indicative del suo dattamento alle condizioni ambientali. Caratterizzazione della biodiversità microbica del sistema vigneto Prof. B. Baldan, Dott. E. Baldan, Dott. M. Zottini La risposta della pianta può essere valutata dal punto di vista: ecologico, fisiologico, molecolare. Oggi abbiamo le basi scientifiche, le tecnologie e le conoscenze necessarie per poter “codificare” questo tipo di interazione tra la pianta e l’ambiente circostante. Dott. Michela Zottini, Elisabetta Barizza La biodiversità come risorsa di mercato Prof. Tiziano Tempesta Il Progetto DERIVA: soluzioni tecniche e naturali sulla gestione della deriva Giuseppe Zanin – Cristiano Baldoin Dipartimento DAFNAE - Università di Padova Dipartimento TeSAF - Università di Padova Per un dato organismo e PF, il rischio (R) è dato da: R = P x E dove P rappresenta la pericolosità, cioè la tossicità intrinseca del PF, ed E l’esposizione dell’organismo al PF. Per gli organismi che vivono nei diversi comparti ambientali, E viene stimata con la PEC (concentr. ambientale prevedibile). Le misure di mitigazione possono agire su E riducendo le PEC nei vari comparti ambientali (acqua, aria, suolo…) oppure su P. R = P x E Mitigazione R = P x E Il progetto Vitinnova: per la Vitinnova razionalizzazione della difesa fitosanitaria e la validazione dei nuovi modelli di previsione Dr. A. Zanzotto * * Dr. M. Morroni CRA‐Centro di Ricerca per la Viticoltura Conegliano (TV) Mappa Siti Az. Agr. Spagnol Az. Agr. Adami Il Progetto VITINNOVA • due obiettivi specifici Ob.1. Riduzione dei rischi • A. Adozione principi di difesa integrata • B. Utilizzo di p.f. col più favorevole profilo eco‐ tossicologico Ob. 2. Riduzione della quantità di prodotti ‐ Momento di intervento: trattare quando effettivamente necessario (dir. 128/2009) ‐ Germinazione oospore, Infezioni 1arie, 2arie … ‐ Influenza del clima (es. regola dei 3‐10, calendario incubazione) Ob. 2. Riduzione della quantità di prodotti Modelli Previsionali Mod. Vitimeteo (da A. Guerra, 2009) Rete Internet eMail telefono Schema operativo Schema Sperimentale GRAZIE PER L’ATTENZIONE