The Beauty of the Extreme Diversità come risorsa
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The Beauty of the Extreme Diversità come risorsa
The Beauty of the Extreme Diversità come risorsa Festival della Scienza Genova 2008 The Beauty of the Extreme, Festival della Scienza, Genova 2008 ARCHITECTURE AND VISION The Beauty of the Extreme Diversità come risorsa Abstract Progettare e vivere la diversità come risorsa. Due architetti/designer – Arturo Vittori e Andreas Vogler (Archiecture and Vision) – e un astronauta, Roberto Vittori, a confronto per offrire una lettura stimolante della “diversità”, aprendo lo sguardo sulla Terra e sull’Universo, sulle risorse disponibili e sulle potenzialità della tecnologia, ampliando il significato di ecosostenibilità. Architecture and Vision (AV) è un team di ricerca e progettazione internazionale impegnato nello sviluppo di soluzioni innovative e per il trasferimento tecnologico fra ambiti differenti, per applicazioni aerospaziali e terrestri. Roberto Vittori è l’astronauta italiano ESA che ha partecipato alle missioni per l’ISS e ha collaborato con AV per alcuni progetti. “Diversi”, lontani, sono l’esperienza della vita nello spazio, le condizioni dell’ambiente lunare e marziano per le future missioni dell’uomo, ma anche l’ambiente terrestre, sia naturale sia antropizzato (il deserto, l’alta montagna, una città inquinata ecc.). Per AV l’estremo – ciò che è massimamente “diverso” – si dà non come ostacolo ma come stimolo per studiare e ricercare soluzioni in grado di avvicinare l’uomo all’uomo e l’uomo all’ambiente, senza compromettere i reciproci equilibri. La natura (con la sua inesauribile ricchezza), lo sguardo del progettista (abituato a studiare e comprendere), la Terra vista dallo spazio e lo spazio visto dalla Terra offrono la stessa immagine: The Beauty of the Extreme. The Beauty of the Extreme | Festival della Scienza, Genova 2008 02 Contenuti Architecture and Vision (AV) è un team di ricerca e progettazione internazionale particolarmente impegnato nello sviluppo di progetti innovativi e per il trasferimento tecnologico fra ambiti differenti, per applicazioni aerospaziali e terrestri. Adottando un approccio multidisciplinare, i due fondatori – gli architetti Arturo Vittori e Andreas Vogler – collaborano abitualmente con professionisti specializzati, mettendo a confronto, coordinando e facendo incontrare competenze apparentemente distanti fra loro. Molte delle esperienze maturate, inoltre, hanno portato Architecture and Vision ad affrontare ambienti e situazioni estremi, lontani sia nello spazio sia nel tempo. Fra i progetti più recenti, che hanno ricevuto già notevoli riconoscimenti a livello internazionale, sono inclusi per esempio la stazione lunare gonfiabile MoonBaseTwo (2007) – un cui modello è dal 2007 parte della collezione del Museum of Science and Industry di Chicago – e il veicololaboratorio pressurizzato MarsCruiserOne (2007), concepito per le future missioni su Marte, previste per il 2032. Ma “estremo” – o apparentemente tale – può essere anche l’ambiente terrestre, sia naturale sia antropizzato, sia per l’uomo sia per altri esseri viventi: il deserto, l’alta montagna, un centro cittadino particolarmente esposto all’inquinamento ecc. Così, fra gli altri progetti sviluppati dal team si trovano una tenda specificamente concepita per il deserto, DesertSeal (2004; dal 2006 inclusa nella collezione permanente del MoMA, New York); SnowCrystals (2004), un rifugio di montagna modulare capace di sfruttare l’energia prodotta dal trattamento dei rifiuti (biogas); EcoUnit (2003), una unità sanitaria mobile pensata per portare sostegno alle popolazioni dei paesi in via di sviluppo; BirdHouse (2006), un nido per uccelli da collocare nel deserto del Marocco, per il quale AV ha collaborato anche con Roberto Vittori, astronauta ESA e fratello di Arturo. Nella filosofia progettuale di AV, quindi, l’estremo – ciò che è massimamente “diverso” – si dà non come ostacolo bensì come stimolo per studiare e ricercare soluzioni innovative in grado di avvicinare l’uomo all’uomo e l’uomo all’ambiente, senza compromettere i reciproci equilibri. In questo senso la bellezza dell’estremo (The Beauty of the Extreme) accoglie ed esprime il significato più profondo del progettare e del costruire, in quanto capacità di affrontare e avvicinare ciò che è apparentemente distante attraverso la conoscenza e la progettazione; ovvero, ancora, capacità di assumere punti di vista inediti, di guardare situazioni e problemi secondo prospettive non precostituite. La natura stessa, fonte di ispirazione e conoscenza nella sua ricchezza e inesauribile diversità, si offre al nostro sguardo come il migliore insegnamento. Un incontro/conferenza aperto al pubblico è l’occasione per Arturo Vittori e Andreas Vogler per ripercorrere e illustrare alcuni dei progetti sviluppati, riportando l’attenzione sulla progettazione come strumento per affrontare la diversità, sia questa sulla Terra o nell’Universo. In questo senso AV intende sottolineare insieme le potenzialità dell’uomo e la qualità unica di ogni ambiente, estendendo il significato del concetto chiave di questo millennio: ecosostenibilità. Comprendere la diversità di ciascun ambiente diventa il fondamento per una progettazione responsabile in ogni settore – dall’automotive all’aeronautica, dall’architettura aerospaziale al design urbano –, in grado di applicare le tecnologie più innovative e di sfruttare le The Beauty of the Extreme | Festival della Scienza, Genova 2008 03 risorse disponibili per una equilibrata e corretta integrazione uomo-macchina-ambiente. In questa ottica la progettazione finalizzata all’esplorazione spaziale costituisce un caso limite per tale approccio, in quanto richiede la massima integrazione di discipline e competenze generalmente tenute separate, imponendo inoltre un’attenta considerazione dei fattori umani (psicologici, cognitivi, ergonomici, sociali), per realizzare habitat “a misura d’uomo” e non invasivi. Nella sua attività AV può vantare fra le altre collaborazioni quella con l’astronauta ESA (Agenzia spaziale europea) Roberto Vittori. L’intervento di quest’ultimo durante l’incontro/conferenza è pensato per offrire l’interessante punto di vista di chi ha vissuto l’esperienza dell’estremo (la vita nello spazio), le esigenze e le necessità di situazioni “altre”, difficili. Una incomparabile possibilità di mettere a confronto l’uomo-esploratore e l’uomo-progettista, di guardare la diversità attraverso i loro occhi e le loro parole. Una occasione unica per interrogarsi sul mondo a venire, di immaginare il nostro futuro, ancora apparentemente lontano, diverso, eppure vicinissimo. Si prevede di organizzare l’incontro come segue: - presentazione/introduzione dei relatori; - intervento di Roberto Vittori sull’esplorazione dello spazio e sull’esperienza della vita nello spazio come ambiente estremo; la Terra vista dallo spazio (cfr. “Circling the Earth in the orbital spaceship I marvelled at the beauty of our planet. People of the world, let us safeguard and enhance this beauty – not destroy it.” Y. Gagarin); la diversità di ogni ambiente/habitat; la Terra come nido, l’habitat da costruire e proteggere; l’ambiente estremo dello spazio, l’importanza del progetto; il progetto BirdHouse di Architecture and Vision; - intervento di Arturo Vittori e Andreas Vogler: la natura come esempio di diversità; l’unicità di ogni ambiente; diversità come stimolo e come capacità di sviluppare innovazione; dalla Terra all’Universo: la progettazione per il settore spaziale, il progetto a confronto con l’estremo (MoonBaseOne, MoonBaseTwo, MarsCruiserOne); dall’Universo alla Terra: le condizioni e gli ambienti estremi terrestri, dal deserto alla città inquinata, fino ai paesi in via di sviluppo (progetti: DesertSeal, EcoUnit, SnowCrystals); ampliare il concetto di “ecosostenibilità”; la filosofia progettuale di Architecture and Vision; - domande/dibattito con il pubblico. Durante la conferenza è prevista la proiezione di alcuni video e di immagini per illustrare i progetti. Si prevede inoltre la possibilità di esporre nella sala della conferenza pannelli illustrativi dei principali progetti che saranno presentati, per permettere al pubblico di avere ulteriori informazioni. The Beauty of the Extreme | Festival della Scienza, Genova 2008 04 Architecture and Vision Architecture and Vision (AV) è un team di progettazione e ricerca costituito dagli architetti Arturo Vittori, italiano, e Andreas Vogler, svizzero. Con sedi a Roma e Monaco di Baviera, e uffici a Tolosa e Chicago, si occupa di architettura e design, con particolare interesse per il trasferimento tecnologico fra i settori aerospaziale e terrestre. Il team punta a migliorare la qualità della vita attraverso l’uso consapevole delle tecnologie e delle risorse disponibili per una equilibrata e corretta integrazione uomo-macchina-ambiente. Mobilità, ecosostenibilità, ergonomia fisica e cognitiva, fattori umani costituiscono i riferimenti principali della filosofia progettuale di AV, che svolge costante attività di ricerca e sviluppo e utilizza un approccio multidisciplinare e human-centered per affrontare ambienti estremi e diversi, dal deserto terrestre al suolo marziano e lunare. AV lavora per compagnie aeree, agenzie spaziali, istituzioni governative, istituti di ricerca e universitari, fondazioni e aziende private. Molti progetti sono stati recensiti, segnalati ed esposti a livello internazionale. Nel 2006 AV ha collaborato con l’astronauta dell’ESA (Agenzia spaziale europea) Roberto Vittori – fratello di Arturo – per il BirdHouseProject. Nello stesso anno il prototipo di tenda DesertSeal (2004) è stato inserito nella collezione permanente del Museum of Modern Art, New York, dopo essere stato esposto nella mostra SAFE: Design Takes on Risk (2005), curata da Paola Antonelli. Nello stesso anno Vittori e Vogler sono stati selezionati come Modernday Leonardos (Moderni Leonardo) dal Museum of Science and Industry di Chicago per l‘esposizione ‘Leonardo da Vinci: Man, Inventor, Genius. Nel 2007 un modello della stazione gonfiabile MoonBaseTwo (2007) – ideata per condurre ricerche sulla Luna – è stato incluso nella collezione del Museum of Science and Industry di Chicago, mentre MarsCruiserOne (2007), il progetto di veicolo-laboratorio pressurizzato per l’esplorazione di Marte, è stato esposto al Centre Georges Pompidou, Parigi, durante la mostra Airs de Paris. Per ulteriori informazioni: www.architectureandvision.com The Beauty of the Extreme | Festival della Scienza, Genova 2008 05 Relatori Arturo Vittori (n. Viterbo, Italia, 1971), architetto, è fondatore del team di progettazione e ricerca Architecture and Vision (AV). Dopo la laurea conseguita nel 1998 presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli studi di Firenze, ha maturato varie esperienze, collaborando fra l’altro con Santiago Calatrava e Jean Nouvel. Dal 2002 al 2004 è stato Manager Cabin Design presso Airbus, a Tolosa (Francia), partecipando anche alla progettazione degli interni della cabina per il primo A380; dal 2004 al 2006 ha lavorato con Future Systems, collaborando con Anish Kapoor al progetto per una stazione della metropolitana di Napoli, mentre nel 2006 si è occupato di yacht design presso lo studio londinese Francis Design. Dal 2002 ha avviato una collaborazione con l’architetto svizzero Andreas Vogler, con cui ha costituito nel 2003 Architecture and Vision, un team specializzato nello sviluppo di progetti innovativi e nel trasferimento tecnologico fra ambiti diversi, per applicazioni aerospaziali e terrestri. Vari progetti di AV hanno già ottenuto importanti riconoscimenti a livello internazionale: nel 2006 il prototipo di tenda per ambienti estremi DesertSeal (2004) è stato inserito nella collezione permanente del MoMA, New York; nel 2007 un modello della stazione gonfiabile MoonBaseTwo (2007) – ideata per condurre ricerche sulla Luna – è stato incluso nella collezione del Museum of Science and Industry di Chicago. Relatore in numerosi convegni e conferenze internazionali, ha tenuto workshop e lezioni in vari atenei. Dall’anno accademico 2007/08 è professore a contratto di Industrial Design presso il Corso di laurea in Disegno industriale della Prima Facoltà di Architettura “Ludovico Quaroni” dell’Università “La Sapienza” di Roma. Iscritto all’Ordine degli Architetti della Provincia di Viterbo, è inoltre membro dell’American Institute of Aeronautics and Astronautics (AIAA). The Beauty of the Extreme | Festival della Scienza, Genova 2008 06 Andreas Vogler (n. Basilea, Svizzera, 1964), architetto, è fondatore del team di progettazione e ricerca Architecture and Vision. Dopo aver lavorato come progettista d’interni, nel 1994 ha conseguito la laurea presso l’ETH di Zurigo. Nel 1995 ha collaborato con Christoph Ingenhoven e dal 1995 al 1996 con Richard Horden, del quale in seguito è stato assistente per la ricerca e la didattica presso la Technische Universität di Monaco di Baviera, fino al 2002. Nel 1998 ha avviato a Monaco il proprio studio; a partire dallo stesso anno, e fino al 2000, ha tenuto corsi semestrali di progettazione aerospaziale. Guest professor dal 2003 al 2005 alla Kongelige Danske Kunstakademi di Copenaghen, nel biennio 2005-2006 ha partecipato al programma di ricerca Concept House della Technische Universiteit di Delft. Dal 2002 ha avviato una collaborazione con l’architetto italiano Arturo Vittori, con cui ha costituito nel 2003 Architecture and Vision, un team specializzato nello sviluppo di progetti innovativi e nel trasferimento tecnologico fra ambiti diversi, per applicazioni aerospaziali e terrestri. Vari progetti di AV hanno già ottenuto importanti riconoscimenti a livello internazionale: nel 2006 il prototipo di tenda per ambienti estremi DesertSeal (2004) è stato inserito nella collezione permanente del MoMA, New York; nel 2007 un modello della stazione gonfiabile MoonBaseTwo (2007) – ideata per condurre ricerche sulla Luna – è stato incluso nella collezione del Museum of Science and Industry di Chicago. Relatore in convegni internazionali, ha organizzato conferenze di interesse scientifico. Dall’anno accademico 2007/08 è professore a contratto di Industrial Design presso il Corso di laurea in Disegno industriale della Prima Facoltà di Architettura “Ludovico Quaroni” dell’Università “La Sapienza” di Roma. Iscritto alla Bayerische Architektenkammer e al Deutscher Werkbund, è inoltre membro dell’American Institute of Aeronautics and Astronautics (AIAA). The Beauty of the Extreme | Festival della Scienza, Genova 2008 07 Roberto Vittori (n. Viterbo, 1964) è un astronauta italiano dell’ESA. Ha frequentato l‘Accademia Aeronautica italiana nel 1989 e ha conseguito il brevetto di pilota militare negli Stati Uniti. Ha volato con i Tornado nell‘Aeronautica Italiana prima del brevetto del 1995 alla scuola nazionale dei piloti della marina statunitense di Patuxent River, nel Maryland. Ha prestato servizio presso il Reparto Sperimentale di Volo di Pratica di Mare come pilota collaudatore per lo sviluppo della nuova piattaforma aerea europea, l‘Eurofighter Typhoon. Ha al suo attivo oltre 1700 ore di volo in più di 40 diversi aeromobili, tra cui l‘F-104 Starfighter, il Tornado GR.1, l‘F/A-18, l‘AMX, M-2000, G.222 e P180. Nell‘agosto 1998 ha iniziato presso il Johnson Space Center a Houston, Texas un periodo di addestramento e di valutazione che lo ha visto impegnato in diversi ruoli. Dal 25 aprile (TM-34) al 5 maggio 2002 (TM33), Roberto Vittori ha partecipato ad un volo taxi alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), nell‘ambito di un accordo di programma tra l‘agenzia russa Rosaviakosmos, l‘Agenzia Spaziale Italiana, e l‘ESA. Durante la sua permanenza a bordo dell‘ISS ha lavorato a fianco al resto dell‘equipaggio e seguito quattro esperimenti scientifici per il programma europeo. La missione ha anche consegnato con successo sulla Stazione un nuovo „battello di salvataggio“, che ora è a disposizione degli occupanti nel caso di un‘emergenza a bordo. Il 15 aprile 2005 partecipa ad un secondo volo-taxi pilotando la navetta Sojuz (TMA-6) all‘approccio con la ISS, dove effettua degli esperimenti per conto dell‘ASI, tra cui LAZIO, patrocinato dalla regione omonima; esperimenti di affaticamento fisico e germinazione di semi di piante erbacee per una possibile fonte di cibo spaziale. Vittori diviene il primo astronauta europeo a visitare due volte la ISS e ritorna a Terra il 24 aprile dello stesso anno a bordo della capsula Sojuz TMA-5. The Beauty of the Extreme | Festival della Scienza, Genova 2008 08 Intervista Arturo Vittori: The Birdhouse Project slogan is “The earth is our nest”. Roberto, you have been to space twice. How has this personal experience in space influenced your thoughts about our planet and the environment? Roberto Vittori: Let me answer your question with a quote made by Yuri Gagarin after his first space flight, „Circling the Earth in the orbital spaceship I marvelled at the beauty of our planet. People of the world, let us safeguard and enhance this beauty – not destroy it.“ I completely agree with the message Yuri Gagarin is conveying. Our perception of our planet changes once we see it from outer space. With this new perspective we are able to appreciate just how beautiful and fragile it is. It makes you question the ways we are living and the choices we making in our everyday life. If everyone had the opportunity to see our planet from outer space I am sure there would be much more respect for ‘our nest’. AV: How do you think technology can help safeguard or even enhance our world instead of destroying it? RV: The ISS is an excellent example how a habitat can contain itself and be selfsufficient even in the most extreme of environments. Technology can help, but our design approach and life style need to change as well. We could greatly benefit from looking at older civilizations before us who have demonstrated a much better integrated relationship with the ecosystem and the environment. Although technology is advancing at a rapid pace, providing us with such inventions as solar panels, wind turbines and water recycling systems, it is still not enough. This is the most complex and problematic issue humanity will face over the next hundred years. We must find a way to harmoniously co-exist here on earth. We need to be in balance with the environment, yet not lose the standards or quality of life we are accustomed to. AV: The International Space Station is like a ‘house’ for people flying to space. Do you see a relation between the bird house and the ISS? RV: The birdhouse is not just a nest, it is also a shelter for birds. It was first conceived as protection for birds against the pesticides used in agriculture and sprayed by airplanes over the fields. The ISS is a laboratory in space, the house for the astronauts working there, but also a shelter because space is a very extreme environment. Both of them provides temporary shelter in a similar way, both structures reinforce and nourish the ideas of progression, migration, and change. As birds will not be able to survive in nature without the protection provided by the Birdhouse, astronauts in space completely depend on the machineries for survival. AV: The Birdhouse project also wants to inspire children to creatively interact with the environment and to improve it. What was your inspiration for becoming an astronaut? Do you have any advice for children today? The Beauty of the Extreme | Festival della Scienza, Genova 2008 09 RV: I still remember the historical day in 1969; I was 5 years old and man made his first trip to the Moon. I believe this event had a big impact on me and I think on our entire generation. In a way this day I opened my mind to space. Space inspires all of us, especially children. Space is exploration, it is the unknown, space pushes us beyond the boundaries we think we are limited to. I spend a lot of time talking with children of different age groups and I have 3 myself: one is eleven, one six and the youngest is two. Children ask the most incredible questions. They are curious about everything, they want to understand everything and they need answers. Concerning the environment, I think we owe it to the planet to tell the children they should understand the real situation. They need to know how problematic our current situation is. I remember learning of an important tradition in the ancient Greece culture… that every new born was assigned an important task for his or her life. This task was to leave the Earth in better condition than it was when they were born. It would be great if we could introduce this spirit again to our children and to all future generations. Intervista realizzata in occasione del progetto BirdHouse, 2006. The Beauty of the Extreme | Festival della Scienza, Genova 2008 010 Progetti BioTower “BioTower” è un grattacielo a consumo energetico zero, concepito come un microquartiere destinato a ospitare attività diverse, sia residenziali sia lavorative e commerciali. Alto 360 m, l’edificio sfrutta l’energia solare e la ventilazione naturale per un migliore controllo termico. Sollevato dal suolo, genera nello spazio sottostante una piazza pubblica a gradoni, un luogo di incontro protetto che si connette con l’ambiente cittadino. EcoUnit La questione igienico-sanitaria è ancora oggi uno dei problemi prioritari per i Paesi in via di sviluppo. Pensata per fornire assistenza diffusa e come strumento per l’educazione all’igiene, “EcoUnit” è una struttura mobile facilmente trasportabile con un camion, da collocare vicino a centri di servizio medico e ovunque sia necessario. Utilizzando soluzioni sviluppate per la Stazione Spaziale Internazionale, è dotata di sistemi di purificazione e di riciclo dell’acqua, inoltre sfrutta l’energia del sole e quella derivata dalla valorizzazione dei rifiuti (biogas). The Beauty of the Extreme | Festival della Scienza, Genova 2008 011 MercuryHouse Proponendosi come una critica dello spreco di spazio e risorse dell’edilizia moderna, “MercuryHouseTwo” è un’abitazione monofamiliare sviluppata in verticale e trasportabile, progettata per una produzione seriale e personalizzabile. Il rivestimento in vetro trattato con nanotecnologie permette di controllare l’irraggiamento solare e lo sfruttamento dell’energia termica, mentre una serra gonfiabile automatizzata, collegata alla casa, consente di soddisfare parte delle necessità alimentari quotidiane degli abitanti. SnowCrystals “SnowCrystals” è un moderno rifugio di montagna per chi pratica sport estremi, ispirato alla conformazione e alla bellezza dell’ambiente naturale in cui si inserisce. Le unità componibili sono costituite da moduli con forma esagonale – derivata dalla geometria dei cristalli di neve – e offrono all’interno un ambiente funzionale e confortevole come una cabina d’aereo. Il rifugio sfrutta l’energia rinnovabile e le risorse disponibili in loco (sole, acqua) e adotta un sistema per la valorizzazione dei rifiuti (biogas). The Beauty of the Extreme | Festival della Scienza, Genova 2008 012 DesertSeal “DesertSeal” è una tenda ideata per l’ambiente estremo del deserto. Sfruttando il gradiente termico diurno delle regioni aride, l’aria fresca è convogliata all’interno con un ventilatore elettrico collocato nella parte superiore della tenda e ricaricato grazie a un pannello solare flessibile esterno. La forma generale è derivata da analisi aerodinamiche e consente l’ingresso in piedi. La pressione dell’aria assicura stabilità in caso di vento e lo speciale tessuto argentato protegge dall’irraggiamento solare. BirdHouse Nel 2006 Architecture and Vision è stato selezionato per l’edizione Space Designer Designed BirdHouse promossa dalla giapponese BirdHouse Foundation. per realizzare un nido da installare nel deserto del Marocco. Progettata nel rispetto dell’ecosistema locale, la struttura è studiata nei minimi dettagli per offrire riparo e sostentamento agli uccelli, sfruttando le risorse disponibili – energia solare, vento, acqua piovana – e lo specifico gradiente termico diurno. The Beauty of the Extreme | Festival della Scienza, Genova 2008 013 MoonBase “MoonBaseTwo” è un laboratorio gonfiabile ideato per affrontare le condizioni estreme della Luna. Concepito come base stabile per condurre ricerche in situ e per l’esplorazione dell’ambiente circostante, consente inoltre di studiare la permanenza dell’essere umano fuori dall’atmosfera terrestre. Progettata per essere trasportata con il vettore Ares V, la stazione si configura automaticamente dopo l’atterraggio per essere pronta ad accogliere i primi astronauti – fino a 4 persone per 6 mesi. MarsCruiser “MarsCruiserOne” è una Rover pressurizzata, abitabile, ideata per consentire l’esplorazione della Luna e di Marte durante le future missioni spaziali. Il veicolo è un laboratorio progettato per ospitare 3 astronauti, con autonomia fino a 2 settimane prima di ritornare alla base principale. Caratterizzato dalle ruote omnidirezionali, adatte per affrontare terreni rocciosi, si sposta con velocità di 5-10 km/h. Gli interni sono studiati per garantire la massima funzionalità e il comfort per l’equipaggio. The Beauty of the Extreme | Festival della Scienza, Genova 2008 014 Contatti Architecture and Vision Arturo Vittori Via del Piano 20 I-01020 Bomarzo VT +39 349 4284161 [email protected] Andreas Vogler Hohenstaufenstr. 10 D-80801 Munich +49 (0)1733570833 [email protected] Referente organizzativo Maddalena Dalla Mura Via Giovanni da Udine 17 I-33100 Udine +39 349 7889661 [email protected] www.architectureandvision.com The Beauty of the Extreme | Festival della Scienza, Genova 2008 015