sei di sesto - superiorisesto
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A cura del Comitato di Redazione, con supervisione della prof. Rita Gaviraghi e con la straordinaria collaborazione di Matteo Rainieri (IIAT) per l’impostazione grafica O T S E S I D SEI * Num N°5 “Morire di corruzione: la storia di Ambrogio Mauri” Sommario: eciale ero Sp * Anno VII Marzo 2015 [email protected] [email protected] Pag. 1 “Morire di corruzione: la storia di Ambrogio Mauri” 27 Febbraio 2015. Conferenza Pag. 2 UN UOMO ONESTO L’onestà ripaga L’onestà ripaga “Morire di corruzione: la storia di Ambrogio Mauri” Pag. 3 Pag. 4 Come promesso, il Sei di Sesto dedica questo numero speciale interamente alla figura di Ambrogio Mauri, l’imprenditore onesto di cui lungamente si è parlato in occasione dello scorso numero e soprattutto nella bella conferenza-evento del 27 febbraio scorso. La professoressa Cometti, curatrice dell’evento, con alcuni allievi sensibili alla questione hanno fornito ampia testimonianza. Leggiamo insieme. Una riflessione…dedicata agli studenti del “Dalla Chiesa” Cari Studenti, ta d’importanti fatti sociali (spesso interpretati dai mass -media in modo manipolatorio strumentale o con totale incompetenza), ab- come sapete, da alcuni anni proponiamo, presso biamo organizzato, negli anni, diversi momen- la nostra scuola, un percorso d’educazione alla cittadi- ti di confronto con esponenti della cultura nanza, che quest’anno è frutto del lavoro collaborativo, giuridica, economica, psicologica e delle pro- in particolare, del Dipartimenti giuridico ed economico fessioni. -aziendale e che abbiamo intitolato, non a caso, “A scuola di valori”. Come non ricordare, con gratitudine, l’impegno gratuito profuso da prestigiosi rela- Pensiamo che ci sia in Voi, nuove generazioni, tori, che ci hanno onorato della loro presenza un forte bisogno di riscoprire il valore della regola a scuola? Dai professori Nando Dalla Chiesa e come risorsa, strumento per stare bene con se stessi e Adolfo Ceretti, docenti dell’Università di Mi- con gli altri, non solo, quindi, limite alla propria liber- lano, al Dott. Battarino, magistrato impegna- tà individuale. to in difficili inchieste, all’avvocatessa Giovanna Fava, presidente dell’Associazione don- La realtà di noi adulti, si caratterizza, purtrop- ne giuriste… po, per la quotidiana contraddizione fra gli insegnamenti che impartiamo come educatori ed i piccoli, gran- Il nostro intento è stato sempre quello di scandali di cui vi rendiamo spettatori, con gli oppo- di coinvolgervi in significativi eventi formati- sti comportamenti di fatto agiti in qualità di attori vi, ma anche di suggerire l’analisi di tali te- sociali. matiche come servizio culturale al territorio sestese e limitrofo, invitando alle conferenze Ripensando a queste nostre incoerenze e volen- do presentarvi un’informazione scientificamente corret- genitori, autorità istituzionali, comuni cittadini. Numero 5 Pagina 2 Il Sei di Sesto_Marzo 2015 p ro g et to “A sc uo l a di va lo r i”, i n izi at o ne ll ’a n no sco l a st ico i n co r so , ma c h e, gra zi e a l o sb a g lio ? ), p o te v a re nd ere ap p e tib il e i l te n ta ti vo d i co rro mp ere a nc h e u n i n se g n a nte ! r ico no sci me nto o t te n u to d al l ’U ff i cio S co la s tico Re g io na le, co n ti n uer à ne l p r o s s i mo , ha vo l u t o A mi a ma dre, c he, o so il p ara go n e, co - d ar e p ar tico lar e r il e va n za al lo sp i no so p ro b le m a me l a si g no ra Co s ta nz a, mo g lie d ’A mb ro gio d ell a co rr uz io ne, i n v it and o la Do t t . Ro be rt a Ma uri , l ’h a, i n q ue st e s cel te co nd i v is e, se mp r e M a uri, fi gl ia d i u n i mp r end ito r e o n es to , v it ti m a so ste n u to . d i q ue l si s te ma d i p o t er e co r r o tto , c he d a g li a n n i ’9 0 , (d ec e n nio i n c u i gi u n se a d r a m ma t ico ep i lo go l a vi ce nd a es i ste n zi ale d i A mb r o gio Ma ur i) , si d ir eb b e es se r s i p r o tr atto , se nz a so l u zio ne d i No n so lo p er q ue s ti ri co rd i p erso n al i e, certo , p er la tri s te fi ne d i u n “g ra nd e uo mo ”, ho fa tic ato a no n co m m u o ver mi d ura n te l a co n fer e nza . co n ti n u it à, fi no a i no s tr i g io r ni. Di ffic il e no n r i ma ne re sco s si d al co mLa rel azio n e d el la Do tt . Ma ur i ha fat to se g u ito al co nt r ib u to sci e nt i fi c o all ’i n fo r ma zio n e, fo r n it o d all a Do t t . C h ia ra P u t a t u ro , rap p r es e nt a nte d i Tra n sp a ren c y I n t e rn a tio n a l , a sso ci azio n e no p r o f it, i n p r i ma fi la ne l co n tra sto al la co r r uz io n e. po rta me nto di voi S tud en ti : l’a tte nz io ne pa rte ci pe , i l s il e nz io to tal e, q ue l mo to di c uo re c he v i ha p o rt ato , sp o nt a nea me nt e, p i ù vo l te ad alza r vi t u tt i i n p i ed i n el l ’ap p la ud ire la Do t t. Ma ur i, la v o lo ntà e l’i mp eg no p ro fu so ne ll a p r ep ara zio n e d e ll ’ev e nto , la mera v ig l io - La Do tt . M a ur i ha r ip er co r so l a sto r ia u ma n a d el ge ni to r e, r i f er e nd o v ice nd e d al b uo n sap o r e d ’o ne s tà, co r r e tt ezza, u ma n a se n sib il it à ver so gl i a ltr i, a p ar ti r e d al le p er so ne co n l e q ua li Amb ro gio Ma ur i , i mp r e nd ito r e , er a p i ù i n co n ta tto , o v v ero i p r o p r i d ip e nd e n ti. sa c rea t iv i tà d i c ui s iet e s ta ti cap a ci. Mi so no d et ta c h e, s e a nc h e no n rico r d eret e “i l ne go zio g i uri d ico ” o “i l mo no p o l io seco nd o la s c uo la ma rg i na li s ta”, ma a vrò d a to il mi o p i cco lo co n trib u t o , i n sie me a i Co l le g h i, ne l fo rgiar e me n ti d i fu tu ri i mp re nd ito r i, co m - D ura nt e l ’e mo zio na n te r ac co nto , p e n so me rci al is ti , a v vo c at i, g e ni to r i “ i ll u mi na ti” da l ch e mo lt i d i no i sp e tta to r i ( ge n ito r i e a uto r it à se n so de l b en e co l lett i v o ….a llo r a, s arà va ls a p r es e nti ) ab b ia no r a m me n ta to le p er so nal i v i - la p e n a d ’i n se g n are. ce nd e d i v it a, gl i e se m p i i nco n tr a ti d ’ i nte g ri tà mo r ale , r i sp et to d el la d eo n to lo g ia p r o fe s sio n al e o , al co ntr ario , d i ma la ffar e. Io ho r i pe nsa t o E p er q u es ta co n s ap e v o lezz a, Ra ga zz i d ell ’I s ti t uto Tec n ico Eco no mi co , a l l’ i ns eg na me nto di ce nte d i r a gio n er ia nel l ’ i nd us tr io s a ci tt à d i Vi ai te mp i in cu i Li ceo Sci e nt i fi co , d e l Liceo d ell e S cie n ze U ma n e, vi ri n graz io d i c uo re . ret t it ud in e, co n seg na t o mi da mi o pa d re , d o ge v a no , d el u na sc uo la più “se le tt i va” d e ll ’ at t ua le, ( t e mo , car i S t ud e nt i, ch e q ue st a fra se no n i n c o nt r er à il vo st r o p la u so , Pro f es so re s sa E ma n u e la Co met ti Numero 5 Sei di Sesto_Marzo 2015 Pagina 3 Un uomo onesto Un uomo onesto Un uomo onesto è un libro che Monica Zapelli pubblica nel 2012. Si tratta della biografia di Ambrogio Mauri. "Questa è la storia di un uomo normale. Innamorato del suo lavoro e incapace di rinunciare ai suoi principi." Questo l'incipit delle biografia, in poche parole tutta l'essenza di Ambrogio Mauri. Mauri ha solo diciannove anni quando eredita l'aziende di famiglia, un'officina che ripara autoveicoli, sommersa dai debiti e con quarante famiglie sulle spalle. Il giovane imprenditore non si dà per vinto, abbandona gli studi e dedica anima e corpo all'impresa, come farà per tutta la sua vita. Ci mette poco a capire che il suo obiettivo è costruire autobus e non solo ripararli, e così, all'inizio degli anni Settanta, fa il passo: propone all'ATM di Milano un contratto per la fornitura di una nuova versione di autobus con carrozzeria in alluminio. A Mauri non interessa il lusso, vuole costruire "mezzi pubblici, veicoli pensati per le persome comuni e non beni di consumo fini a se stessi". La Zapelli, con grande naturalezza, riesce a portarci nel mondo di Ambrogio Mauri, un mondo di sacrifici, sforzi, uomini corrotti, un mondo che descrive con disinvoltura, rendendo agile e veloce la lettura, lasciando sempre adito alle considerazioni del lettore. Un libro decisamente da leggere per conoscere un' Italia sconosciuta ma sempre attuale, per conoscere un padre che ha tentato di rendere il nostro paese un luogo migliore in cui far crescere le future generazioni, un uomo che ha dedicato la sua vita all'onestà, un imprenditore geniale, senza il quale gli autobus non sarebbero riscaldati, non sarebbero in alluminio, non avrebbero il pianale ribassato per consentire l'accesso ai disabili e i loro sedili non sarebbero ignifughi e antiproiettile. "Siamo in tanti, e siamo figli di questo Paese, come quelli ci derubano” - conclude la Zapelli “Riprendiamoci il nostro domani, il nostro Stato, il nostro Paese. Facciamoli sentire stranieri in terra italiana [ i corrotti, n.d.a.]. Solo così Ambrogio Mauri avrà vissuto per qualcosa. Perché nessuno debba più morire come lui. In fondo, glielo dobbiamo" Sì, glielo dobbiamo davvero. Andrea Garavello 5 AFM Nonostante Ambrogio Mauri sia un uomo geniale raramente incontra qualcuno che gli dia fiducia, ma ad ogni appalto è sempre la stessa storia: gli autobus migliori sono i suoi, ma gli altri pagano le mazzette e lo sorpassano. Arriva il ciclone del 1992, Tangentopoli, Mauri vi ripone grandi speranze, è davvero convinto che tutto possa finalmente cambiare. Non è così, ma lui non si arrende, nonostante sia consepevole che non riuscirà ad ottenere gli appalti. Un uomo onesto ripercorre la vita di un uomo, un marito, un padre, un imprenditorore che non si lascia sconfiggere fino all'ultimo, quando ormai, oppresso dagli eventi, sconvolto e stanco di "lottare contro la stupidità e la malafede " comprende che non può continuare così. Anche nei suoi ultimi istanti di vita pensa alla sua azienda: ne aggiusta il cancello e programma il lavoro settimanale. Numero 5 Pagina 4 Sei di Sesto_Marzo 2015 21 Aprile 1997, Ambrogio Mauri si toglie la vita. Abbandona la famiglia, i parenti, gli amici, l’impresa che con tanta passione ha fatto nascere, evolvere, e crescere. Un suicidio egoistico? Ambrogio Mauri era depresso? No, nulla di tutto questo. Il suicidio di Ambrogio Mauri è stato l’atto ultimo di un uomo che, in un ambito in cui pagare tangenti è normale, ha detto no. Ha detto no alle buste piene di soldi passate sottobanco, ha detto di no alle gare d’appalto “truccate”. Perché per Ambrogio Mauri la normalità non era dover pagare le mazzette per lavorare. Lavorare per lui era mettere in ogni cosa la passione, il cuore, l’ingegno, per arrivare a creare prodotti migliori, innovativi, economici e, soprattutto, sicuri. È stata la figlia del dott. Mauri, la signora Roberta Mauri, a portarci la testimonianza della battaglia combattuta dal padre, in onore dell’incontro Morire di corruzione, organizzato nell’Aula Magna del nostro istituto Venerdì 27 Febbraio. Ed è stato con commozione, nostalgia, ma anche desiderio di renderci testimoni, che la signora Mauri ci ha trasmesso il pensiero del padre: non sono le mazzette a rendere il prodotto migliore, ma la sua qualità; la soluzione non è pagare, ma essere sempre onesti e coraggiosi. “È questo l’imprenditore, non c’entra il fatturato, non c’entrano gli inviti nei salotti buoni o le vacanze a Portofino. C’entrano il cuore, la testa, la capacità di rischio, l’amore per il proprio lavoro e l’orgoglio di essere sempre un passo avanti agli altri con i propri prodotti. C’entra il rispetto delle regole, perché è inutile invocare il libero mercato se poi si parla ancora di sottobanco.” (Tratto dal libro Un uomo onesto, di M. Zapelli) Ambrogio Mauri inizia a lavorare nell’impresa del padre a diciannove anni, quando questi viene a mancare. Si trattava di un’officina che riparava autobus e in cui Ambrogio investirà, per creare un’impresa che non si limita alla riparazione, ma che progetta bus innovativi. Le idee di Ambrogio sono tante e lui le mette subito in pratica: l’autobus bimodale o Bi-bus ne è un esempio, un autobus in grado di funzionare sia a corrente elettrica sia a gasolio, il primo ibrido nel panorama europeo, come anche le carrozzerie in alluminio, materiale molto più leggero e durevole rispetto all’acciaio di cui erano tradizionalmente fatte. Per Ambrogio Mauri sono due le cose che più contano nel suo lavoro: l’orgoglio verso ciò che fa e i suoi dipendenti. Lo rivela durante il discorso inaugurale del Bi-bus, quando con gioia annuncia l’inizio di una serie di collaudi finanziati dall’esterno, dei suoi mezzi. Dirà che sono l’inventiva, la passione, la capacità e il gusto per il rischio che permettono alle imprese di sopravvivere e lavorare al meglio; le imprese hanno bisogno di adeguarsi al mercato con rapidità sempre maggiore, e avere una manodopera qualificata e che ogni obiettivo raggiunto non è un traguardo, ma un punto di partenza per il futuro. I problemi per l’azienda di Mauri, però, cominciano presto. Fin da subito l’imprenditore si rifiuta di pagare le tangenti necessarie per riuscire a vedere i suoi autobus e ne paga con la fatica, i rifiuti. Ambrogio Mauri non si arrende, non rinuncerà alla sua onestà, perché lavorare vuol dire anche questo. Continua a lavorare con determinazione, senza mai la tentazione di infilarsi in quelle vie privilegiate che vede imboccare dai suoi concorrenti. Nel 1970 Ambrogio Mauri viene eletto nel Consiglio Comunale e gli viene affidato il delicato impegno dell’approvazione di un piano regolatore. Ogni sera torna a casa distrutto, dopo interminabili ore di riunioni immerse nella tensione. A casa cominciano ad arrivare lettere minatorie, carte bomba, arrivano persone che suonano il campanello per riempire di insulti e minacce l’imprenditore. Mauri non si arrende e presto verrà a scoprire che c’è qualcuno che lo sostiene, che tenta di proteggerlo. Sembra assurdo, ma sono alcuni suoi avversari politici, due comunisti, a seguirlo in macchina tutti i giorni dopo le sedute in consiglio, per assicurarsi che non gli venga fatto del male. Mauri continua fra alti e bassi a produrre, senza smettere mai di lavorare in modo rigoroso e senza imbrogli. Nemmeno il più forte, però, può resistere in mezzo a tanta ingiustizia. Partecipa a gare d’appalto in cui i mezzi dell’azienda che si è già deciso di premiare vengono favoriti, o gli vengono respinte offerte a causa di timbri mal fatti sulla busta. La sua ditta sta crollando, ma Mauri non intende fare quel passo, non intende mettere dei soldi in una busta per salvare la sua attività, anche se lo fanno tutti: non rinuncerà mai ai suoi valori. Mauri si sente in colpa per la sua onestà, perché sa che sarà costretto a mandare a casa molti dei suoi dipendenti. Numero 5 Sei di Sesto_Marzo 2015 Pagina 5 L’Italia ormai non è più un Paese normale: lo Stato comincia a indebitarsi non per promuovere la crescita e lo sviluppo, ma per garantire privilegi e clientelismo e gli italiani cominciano a rassegnarsi davanti a questa condizione. Ma proprio quando la situazione sembra più disperata che mai, la corruzione viene riconosciuta col fenomeno di Tangentopoli e il pool di Mani Pulite comincia le sue inchieste. Il suicidio di Ambrogio Mauri non ha mai fatto provare rabbia ai suoi familiari, che, anzi, si sono sempre sentiti in dovere di proteggere la sua memoria. Il suicidio non deve essere esaltato, ma nemmeno ci si deve permettere di giudicarlo. Nessuno conosce le motivazioni profonde che hanno spinto verso un gesto tanto estremo. Nessuno sa cosa Ambrogio Mauri ha veramente passato. Mauri non sa stare zitto di fronte a questo cambiamento e si mette a disposizione dei magistrati come testimone. Non sarà mai chiamato a testimoniare, ma la sua voce si farà sentire. Come quando viene invitato a un incontro fra gli imprenditori e Di Pietro e si rivolge ai colleghi dicendo “Alzi la mano chi non ha mai pagato una tangente.” Davanti al silenzio, solo una può essere la sua reazione: “Signor Di Pietro, o qui sono tutti monchi o non ha capito che cosa abbiamo davanti.” Tanto la corruzione c’è e sarà sempre così. Questo periodo di giustizia dura poco, così poco che la stagione successiva tutto sembra tornare come era prima. Mauri fa un altro tentativo, partecipando alla gara dell’ATM per 100 nuovi veicoli. Si presenta da solo alla prima gara, che viene annullata. L’imprenditore non ne è sorpreso, dopotutto. Non gli è stata però restituita la busta con la sua offerta, che sicuramente sarà comunicata ai suoi concorrenti prima della prossima gara. Mauri non si perde d’animo nemmeno questa volta e cerca di limare il più possibile sui costi, in modo da arrivare il giorno della seconda gara con una nuova e migliore offerta. Questa volta sono due i partecipanti, lui e la CAM. È la IVECO a vincere la gara, nonostante non abbia presentato la sua offerta. La CAM si è ritirata e alla IVECO è stato affidato l’appalto, lasciando ancora una volta Mauri a mani vuote. Questa è la goccia che fa traboccare il vaso. Mauri lascia un’ultima lettera prima di andarsene, in cui afferma di aver deciso di scendere dal treno della vita e si affida al giudizio di Dio. Il mondo non era più quello di Mauri e lui l’ha abbandonato a testa alta. Per la famiglia è stato difficile, tra il dolore, l’interesse della stampa e i debiti. La loro vita è cambiata, hanno iniziato a lavorare più di dodici ore al giorno, ricollocando le maestranze e tentando in tutti i modi di non crollare. Nemmeno ci hanno pensato di dichiarare il fallimento. (Tratto dal libro Un uomo onesto, di M. Zapelli) Che cos’è la corruzione? Per aiutarci a capire meglio la storia di Ambrogio Mauri e della sua lotta contro le tangenti è intervenuta la dottoressa Chiara Putaturo di Transparency International, organizzazione non governativa impegnata dal 1996 nella lotta contro la corruzione in Italia (www.transparency.it). Secondo Transparency International la corruzione è un abuso del potere conferito per un guadagno personale, una forma di tradimento verso la fiducia data dai cittadini. Attraverso un sondaggio sulla percezione della corruzione in Italia e nel mondo, i dati hanno rivelato che secondo l’opinione pubblica le cause principali di questo fenomeno sono il desiderio di velocizzare le procedure, esprimere gratitudine, ottenere un servizio più economico o ricevere un servizio. Un secondo sondaggio ci ha illustrato invece le misure necessarie per combattere la corruzione. Le prime misure da adottare riguardano il ruolo punitivo della giustizia e il cosiddetto whistle blower, colui che denuncia e segnala i fatti, un comportamento che il 56% degli Italiani si dice pronto ad adottare. Seguono poi le azioni dei singoli, il rispetto delle regole e l’importanza della trasparenza su tutti i tipi di informazione. Numero 5 Sei di Sesto_Marzo 2015 Pagina 6 Perché è vero, la corruzione c’è, ma nel nostro piccolo tutti possiamo fare qualcosa. La signora Mauri ha insistito molto sull’importanza di quei piccoli gesti che a prima vista sembrano non fare la differenza e su quella speciale autostima che manca agli italiani, l’autostima civica. Se per autostima personale intendiamo la consapevolezza del proprio valore, da cui deriva il coraggio e la forza di affrontare le difficoltà, un’autostima che dipende solo da noi stessi, per creare autostima civica devono impegnarsi tutti gli Italiani. Siamo un popolo che tende a sottovalutarsi, ricordando gli esempi negativi del nostro Paese, piuttosto che quelli positivi. A partire dalla scuola, occorrerebbe ricordare anche gli esempi positivi dell’Italia, come il generale Dalla Chiesa, cui il nostro Istituto è stato intitolato, ma anche persone meno conosciute, persone comuni che sono entrate in contatto con le tangenti e le hanno rifiutate e ora operano per combattere la corruzione. Che cosa possiamo fare noi studenti, nel concreto? Pagare i biglietti dei mezzi pubblici è il primo passo, un’azione che sembra quasi banale. La seconda è partecipare alla petizione online di Don Carlo Ciotti “Riparte il Futuro” (www.riparteilfuturo.it) per richiedere al Parlamento il miglioramento della legge anticorruzione. Fare piccole azioni di questo tipo ti rendono una persona buona, pulita, di esempio per altri. Oggi Ambrogio Mauri è uno di quegli esempi. È l’esempio di un uomo onesto e giusto, che non ha mai rinunciato ai suoi valori. Un uomo rispettoso, che ha sempre messo il benessere degli altri davanti alla possibilità di guadagno. La sua storia è quella di un uomo che ha vissuto la sua vita fino all’ultimo respiro. I sogni sono importanti, ti permettono di buttare il piede oltre l’ostacolo, ma se li vuoi realizzare veramente, mentre la testa vola, i piedi devono rimanere per terra. (Tratto dal libro Un uomo onesto, di M. Zapelli) Claudia Colombo, IVBS