ECONOMIA E MERCATO IN ITALIA IL RUOLO DELLO STATO
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ECONOMIA E MERCATO IN ITALIA IL RUOLO DELLO STATO
Periodico on line in rete all’indirizzo www.agci.it Mensile di informazione dell’AGCI Associazione Generale delle Cooperative Italiane Febbraio 2016 O MERCAT E IA M O ECON IN ITALIA STATO DELLO IL RUOLO www.agci.it Capitale e Lavoro nelle stesse mani Giuseppe Mazzini A.G.C.I. ASSOCIAZIONE GENERALE DELLE COOPERATIVE ITALIANE L’AGCI, Associazione Generale delle Cooperative Italiane, nasce a Roma nell’ottobre 1952 ed ottiene, ai sensi e per gli effetti del D.L.C.P.S. n. 1577 del 14/12/1947, ufficiale riconoscimento giuridico con Decreto del Ministro per il Lavoro e la Previdenza sociale del 14/12/1961, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 22 febbraio 1962, n. 48. L’AGCI è frutto dell’iniziativa di un gruppo di sodalizi di ispirazione repubblicana, liberale e socialdemocratica, che si distacca dalla Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue, per dar vita, così come era precedentemente avvenuto per i cooperatori cattolici, ad una nuova Centrale cooperativa. A riprova degli ideali che sono alla base delle sue origini, l’AGCI può vantare, quale suo primo Presidente, una delle espressioni più alte dei valori laici e libertari: Meuccio Ruini. L’AGCI è, quindi, per storia, ma anche per consistenza, una delle tre maggiori Associazioni Nazionali di rappresentanza, assistenza, tutela e revisione del Movimento cooperativo: si tratta di un’Organizzazione senza fini di lucro, libera ed indipendente che, fedele agli ideali mazziniani ed in armonia con i valori fondanti individuati dall’International Co-operative Alliance (ICA), promuove la diffusione, il consolidamento, l’integrazione e lo sviluppo del Movimento stesso, nel rispetto dei princìpi di democrazia e di mutualità, nonché nell’interesse generale dell’economia del Paese. LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA L’AGCI ha la propria sede centrale in Roma ed una organizzazione articolata, sull’intero territorio nazionale, in 19 rappresentanze regionali, 8 provinciali, 5 interprovinciali ed in 35 delegazioni territoriali. Vi sono, inoltre, 8 Associazioni settoriali di categoria, di cui fanno parte tutti gli enti che, indipendentemente dall’area geografica di appartenenza, esercitano la medesima attività economica o attività connesse ed affini: AGCI Abitazione è l’organismo di settore al quale aderiscono tutte le cooperative di abitazione e/o loro Consorzi iscritti all’Associazione. AGCI Agr.It.Al. opera su tutto il territorio nazionale attraverso due Dipartimenti - specializzati nel comparto della pesca e dell’agricoltura – e riunisce anche le cooperative aderenti attive nel settore del consumo. AGCI Credito e Finanza raggruppa Banca AGCI S.p.A., le Banche di Credito Cooperativo, le Banche Popolari, General Fond SpA, le cooperative ed i Consorzi Garanzia fidi, G.F.C. – Gruppo Finanza Cooperativa, Cifap ed altre imprese che esercitano attività finanziaria, come le Società di Mutuo Soccorso. AGCI Culturalia è l’organizzazione di rappresentanza delle cooperative aderenti all’Associazione operanti nei settori della cultura e dello spettacolo, del turismo e dei beni culturali ed ambientali, dello sport e del tempo libero. AGCI Editoria è l’associazione nazionale delle cooperative editoriali, giornalistiche e della comunicazione. AGCI Produzione e Lavoro è l’organismo di settore che riunisce le cooperative dei settori manifatturiero, costruzioni (edilizia abitativa, industriale e stradale), impiantistica, opifici metalmeccanici e tutto quanto sia riconducibile alla produzione di beni. AGCI Servizi di Lavoro è l’associazione di settore cui fanno capo le cooperative di movimentazione merci, logistica e facchinaggio; autotrasporto di cose e persone, taxi ed autonoleggio; globalservice, manutenzione, pulizia, igiene e sanificazione; servizi socio-sanitari; servizi di consulenza e progettazione per imprese; vigilanza e portierato; turismo e ristorazione. AGCI Solidarietà è l’associazione di settore che si occupa della promozione, della rappresentanza e dell’assistenza nei confronti delle cooperative sociali aderenti. Nel 2010, l’AGCI ha ottenuto l’iscrizione alla prima classe dell’Albo nazionale degli enti di Servizio civile, con la conseguente abilitazione a presentare, in corrispondenza della pubblicazione degli appositi bandi da parte dell’UNSC, progetti da realizzare presso le proprie sedi di attuazione accreditate, distribuite sull’intero territorio del Paese. L’Associazione aderisce inoltre ad importanti Organismi europei ed internazionali di rappresentanza della Cooperazione (Cecop, Cogeca, Cecodhas, Cicopa, Cooperatives Europe, ICA), nei quali contribuisce, con propri esponenti, alla tutela ed alla promozione delle società cooperative nei diversi ambiti territoriali e settoriali, attraverso programmi e progetti di sviluppo, iniziative di studio e di approfondimento, di assistenza e consultazione, di concorso all’elaborazione degli indirizzi legislativi, economici e sociali che interessano il Movimento cooperativo. In particolare, nel Board dell’International Co-operative Alliance, è stato eletto un dirigente AGCI, che vi rappresenta la Cooperazione italiana. Attualmente sono associate ad AGCI oltre 8.000 cooperative, con circa 470.000 soci, 105.000 occupati ed un fatturato pari a più di 8 miliardi di euro. COMPITI E FINALITÀ Nell’ambito delle sue finalità generali e dei suoi compiti istituzionali, l’Associazione – svincolata da condizionamenti partitici ed animata dall’intento di valorizzare il lavoro e l’impegno civile dei cooperatori – si occupa, per conto delle cooperative aderenti, della gestione di attività di informazione, di consulenza sulle problematiche fiscali, legislative e del lavoro, di tutela e di scambio, di collegamento strategico tra le imprese, di servizio, di coordinamento politico/organizzativo, di diffusione della coscienza e della conoscenza cooperativa, di formazione tecnica e professionale dei cooperatori: tutto ciò, anche attraverso la costruzione di proficui rapporti con gli omologhi settori delle altre Organizzazioni, con le rappresentanze sindacali, con le Istituzioni e con le strutture amministrative pubbliche. L’AGCI è firmataria di 14 CCNL, di 1 Accordo per la gestione dei servizi ai beni culturali e di 1 Protocollo sul facchinaggio. L’Associazione segue costantemente gli sviluppi delle normative italiane, europee ed internazionali di interesse per le imprese in generale e per le società cooperative in particolare; svolge un’azione di informazione e di aggiornamento nei confronti dei soci, prevalentemente tramite gli strumenti della rassegna stampa quotidiana e delle circolari elaborate dall’Ufficio studi/legislativo e relazioni industriali; fornisce consulenze sulle problematiche afferenti alla vita societaria degli iscritti; assume funzioni di interlocuzione e stimolo nei confronti delle competenti Autorità, specie con riferimento alla Direzione generale per le Piccole e Medie Imprese e gli Enti cooperativi presso il Ministero dello Sviluppo Economico. L’AGCI è inoltre competente ad espletare la vigilanza sulle cooperative aderenti, finalizzata a verificare, in particolare, attraverso la revisione, annuale o biennale, il possesso dei requisiti mutualistici. L’Associazione assiste altresì le proprie associate anche negli ambiti delle relazioni industriali, della promozione di nuove cooperative, della tutela della privacy, della sicurezza sul lavoro e della formazione. L’AGCI è cofondatore e gestore di strumenti di bilateralità attraverso i quali, nel rispetto delle norme contrattuali stipulate con i rinnovi dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, eroga servizi alle imprese aderenti ad essa ed ai richiamati enti bilaterali. Infine, l’Associazione fornisce alle imprese iscritte servizi nell’ambito del credito, della formazione e della progettazione. Nel 2011, l’AGCI ha dato vita, insieme a Confcooperative e Legacoop, all’Alleanza delle Cooperative Italiane, coordinamento stabile tra le tre maggiori Organizzazioni cooperative del Paese. STRUTTURE COLLEGATE L’AGCI Nazionale dispone di specifiche strutture collegate, costituite al fine di fornire alle imprese associate un supporto qualificato e professionalmente valido negli ambiti di particolare rilevanza per lo sviluppo di una sana ed efficiente imprenditorialità cooperativa. Tra queste ricordiamo: BANCA AGCI S.p.A. Autorizzata all’esercizio dell’attività creditizia con provvedimento dell’Autorità di vigilanza del 28 marzo 2007, Banca AGCI SpA è un Istituto di credito che opera prevalentemente con le piccole e medie imprese, quale strumento per il supporto, il consolidamento e lo sviluppo delle cooperative aderenti all’Associazione, nonché dei soci e dipendenti delle stesse. CONSEF Costituito nel 2009, il Consorzio Nazionale Servizi Finanziari si propone di mettere in rete e far funzionare in modo sinergico le strutture, operanti nel settore del credito, di cui AGCI dispone, al fine di: offrire servizi finanziari efficienti, efficaci e di qualità alle cooperative aderenti all’Associazione; indirizzare le stesse verso la capitalizzazione e la costruzione di idonei strumenti di finanza di sistema; consentire il superamento delle difficoltà di accesso al mercato del credito, l’accelerazione dei processi di concentrazione ed integrazione, il rafforzamento delle capacità imprenditoriali e manageriali. GENERAL FOND S.p.A. Costituita nel 1993, la società gestisce, senza scopo di lucro, il Fondo mutualistico per la promozione e lo sviluppo della cooperazione, alimentato dal 3% degli utili annuali di tutte le cooperative aderenti all’Associazione e dai patrimoni residui di quelle poste in liquidazione. La Società opera nella promozione e nel finanziamento di nuove imprese ed iniziative di sviluppo della cooperazione, con preferenza per i programmi diretti all’innovazione tecnologica, all’incremento dell’occupazione ed allo sviluppo del Mezzogiorno. GFC – GRUPPO FINANZA COOPERATIVA Costituito nel 2012 per l’erogazione del credito alle cooperative dell’AGCI, GFC opera a livello nazionale e svolge attività finanziaria sia nei confronti della cooperazione, sia delle Piccole e Medie Imprese (PMI). CONSORZIO NAZIONALE MEUCCIO RUINI Costituito in forma di società cooperativa consortile nel 2009, quale Ente di emanazione dell’AGCI, doverosamente intitolato al primo Presidente dell’Associazione, vero e proprio Padre della Patria, il Consorzio Nazionale Meuccio Ruini per la formazione, i servizi al lavoro e l’innovazione tecnologica si propone, in via prioritaria, di: partecipare, direttamente o attraverso le imprese associate, alle opportunità di finanziamento, in tema di formazione, provenienti da risorse pubbliche regionali, nazionali, comunitarie ed internazionali; promuovere forme innovative di progettazione della formazione e dei servizi al lavoro; favorire la crescita qualitativa, professionale e delle competenze, per l’adeguamento strutturale e la modernizzazione del tessuto di imprese associate aderenti all’AGCI. Via Angelo Bargoni, 78 - 00153 Roma Tel. 06/58327.1 Fax 06/58327.210 [email protected] - www.agci.it Mensile di informazione dell’AGCI Associazione Generale delle Cooperative Italiane Febbraio 2016 Libera Cooperazione Anno XIX - Nuova serie N. 146 Febbraio 2016 Editoriale Registrazione n. 227/1997 del 24.04.1997 Pubblicazione mensile Economia e mercato in Italia. Il ruolo dello Stato di Rosario Altieri Periodico on line in rete all’indirizzo www.agci.it Attualità Editore Associazione Generale Cooperative Italiane Via Angelo Bargoni, 78 00153 Roma Direttore Rosario Altieri Direttore responsabile Raffaella De Rosa Concept grafico © Michele Spera Collaboratori Raffaella De Rosa, Filippo Turi Hanno collaborato a questo numero Raffaella de Rosa, Micaela Di Gennaro, Antonella Greco, Ilaria Lulli Lina Palma, Silvia Rimondi, Marieli Ruini, Gabriella Urbani Segreteria di redazione Stefano Pasqualini Tel. 06.58327214 Redazione e Amministrazione Via Angelo Bargoni 78 00153 Roma Tel. 06.58328347 - Fax 06.58328350 [email protected] www.agci.it Chiuso in redazione 13 Febbraio 2016 In copertina: Economia e mercato. Il ruolo dello Stato Legge di Stabilità 2016. Le principali misure di interesse per le imprese di Silvia Rimondi Debiti P.A. e Sud: da Fondazione “Con il Sud” e Movimento Cooperativo garanzie per 50 milioni di euro Settima indagine congiunturale: le cooperative credono nella ripresa La svalutazione dei crediti commerciali di Gian Luigi De Gregorio Associazione The People’s Business. How Cooperatives and Mutuals can contribute to the policy agenda of European Progressives Le Cooperative italiane aperte ai partenariati pubblico-privato. L’intervista del Presidente Altieri a “Vita.it” Insieme per lo sviluppo. La Cooperazione Assicurativa come fattore di crescita territoriale Alleanza Il valore del lavoro nello spettacolo dal vivo. Norme nazionali ed europee e reti protettive a cura di Raffaella de Rosa Osservatorio Cooperazione Agricola a cura di Antonella Greco Sociale APICE: la nuova scommessa di SOL.CO. Napoli di Lina Palma Formazione La formazione continua nella Cooperazione. Le politiche e le attività di Fon.Coop Di Gabriella Urbani Progetto Bricks. Il Consorzio Meuccio Ruini promuove il formatore di cantiere: un nuovo formatore per una nuova modalità formativa di Micaela Di Gennaro Progetto C.R.eS.C.O per promuovere la qualità e innovare le competenze complessive delle strutture per l’infanzia di Marieli Ruini ECONOMIA E MERCATO IN ITALIA IL RUOLO DELLO STATO Rosario Altieri l ruolo che lo Stato deve avere in una economia ha sempre rappresentato un argomento che ha appassionato tutti gli attori coinvolti ed anche molti cittadini interessati all’evoluzione del sistema economico. Si è discusso ed ancora si discute di quanta autonomia debba avere il mercato, di come si debba e si possa intervenire per correggere una deriva troppo liberista o eliminare una coltre soffocante di una presenza asfissiante delle Istituzioni nelle normali transazioni economiche. Personalmente, ho sempre pensato che una economia moderna, democratica ed efficiente debba svilupparsi potendo contare su regole certe e coerenti con gli obiettivi da perseguire, sulla previsione di sanzioni commisurate alla gravità delle irregolarità fatte eventualmente registrare nell’esercizio delle attività imprenditoriali e sul ruolo di indirizzo e di discreto, ancorché attento, controllo da parte delle Istituzioni settorialmente e territorialmente competenti. L’Italia moderna, quella – per intenderci – che si è andata sviluppando subito dopo la proclamazione della Repubblica e la ricostruzione dalle macerie lasciateci da un ventennio oscuro ed opprimente, aveva disegnato il ruolo di ciascun attore, assegnando appunto allo Stato il compito di indirizzo, soprattutto nei settori strategici, ed alle imprese quello di promuovere, attraverso investimenti, capacità manageriali e competenze professionali, lo sviluppo del sistema economico. Accanto a tutto ciò, erano venute determinandosi le condizioni per una rappresentanza sindacale degli interessi dei lavoratori, che connotava l’intero sistema produttivo italiano di una forte caratterizzazione democratica, in cui non vi fosse la supremazia di una classe sulle altre e si realizzasse una convivenza civile in grado di garantire eguali opportunità a prescindere dalle proprie origini. È indubbio che, con il passare del tempo, l’ordinamento economico del Sistema Italia abbia subìto alcune trasformazioni che ne hanno determinato un evidente scostamento dagli obiettivi per i quali lo stesso era stato concepito. La presenza, infatti, nel panorama imprenditoriale nazionale, di aziende parastatali e la conseguente esistenza dell’Istituto per la Ricostruzione Industriale, che aveva in origine lo scopo di indirizza- Editoriale I UNA ECONOMIA MODERNA, DEMOCRATICA ED EFFICIENTE DEVE SVILUPPARSI POTENDO CONTARE SU REGOLE CERTE E COERENTI CON GLI OBIETTIVI DA PERSEGUIRE, SULLA PREVISIONE DI SANZIONI COMMISURATE AGCI / Febbraio 2016 / 4 VI SONO, PERÒ, ALTRI ASPETTI CHE OGGI RISCHIANO DI RAPPRESENTARE UN LIMITE ALLO SVILUPPO ED UN ATTACCO ALLA LIBERTÀ DI IMPRESA E QUESTI SONO COSTITUITI DA UNA SERIE DI INTERVENTI LEGISLATIVI O INTERPRETATIVI DELLE LEGGI CHE PESANO NEGATIVAMENTE SULLE IMPRESE STESSE. IL PRIMO È QUELLO DEI RITARDI CON CUI LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE CORRISPONDE ALLE IMPRESE QUANTO LORO DOVUTO PER L’EROGAZIONE DEI BENI E DEI SERVIZI: RISULTA DIFFICILE SPIEGARE AL MONDO CHE IN ITALIA UN’IMPRESA PUÒ FALLIRE SOLO re, come in precedenza detto, soprattutto nei settori strategici, le scelte più opportune da operare, si sono via via trasformate in una competizione non sempre positiva fra questi soggetti e le imprese private e la logica assistenziale imperante nei primi è andata sempre più affermandosi. Si è giunti al punto di trovarsi in presenza di uno Stato imprenditore operante in settori assolutamente improbabili, finendo persino a regalarci imprese pubbliche produttrici di caramelle e gelati o impegnate a gestire punti di ristoro. Di fronte ad una tale situazione, si è avvertita forte la necessità di riconsegnare al privato attività assolutamente incoerenti con qualsiasi logica di indirizzo strategico che uno Stato deve essere in grado di garantire. E credo sia stato universalmente riconosciuto indispensabile e doveroso procedere alla opportuna dismissione, da parte dello Stato, di tutte queste attività imprenditoriali. Quello che mi sento di dire è che sarebbe stato, forse, il caso di interrogarsi con maggiore determinazione di quanto non sia stato fatto, sulle modalità di tali dismissioni, nonché sulla necessità – che si sarebbe dovuta avvertire – di garantire, nelle procedure di alienazione di queste imprese, valutazioni più congrue rispetto al loro valore nel corso dei trasferimenti di proprietà. Sarebbe stato anche doveroso procedere con criteri di maggiore oggettività nell’individuazione dei soggetti ai quali le attività venivano cedute. Tutto ciò, però, appartiene ad un passato che vorremmo non dovesse più ritornare, così come tutto ciò deve rimanere ben radicato nella nostra mente e trasmesso nel tempo come conoscenza alle nuove generazioni per evitare che, di fronte a situazioni analoghe, si tenesse ancora una volta tanto poca considerazione degli interessi complessivi del Paese e della Comunità nazionale. A tale proposito, il mio pensiero va a tutte le procedure di alienazione del patrimonio pubblico che, tante volte, appaiono ancora troppo poco rispettose degli interessi generali del Paese e molto più propense a generosità a vantaggio di qualche soggetto privato. Infatti, oggi ci troviamo di fronte ad uno scenario molto diverso, nel quale non è presente l’anomalia dello Stato imprenditore e molto, forse troppo, è lasciato alla libera determinazione dell’impresa. Non intendo, con ciò, affermare che occorre ridurre la libertà di scelta di qualsiasi forma d’impresa. Intendo soltanto riferirmi alla necessità che il sistema possa contare su poche, chiare ed inequivocabili regole e su sanzioni altrettanto certe e comminabili, con le quali colpire tutti quelli che dovessero operare al di fuori del rispetto delle leggi. Sarebbe questa la condizione per favorire lo sviluppo di una economia liberale che lasci all’imprenditore la responsabilità di assumere le scelte ritenute più opportune ma che, nello stesso tempo, lo vincoli all’osservanza di quelle pratiche che garantiscono una democrazia economica attenta ad ottenere dal sistema produttivo la massima ricchezza possibile, ma anche a realizzare una distribuzione più equa della stessa. Vi sono, però, altri aspetti che oggi rischiano di rappresentare un AGCI / Febbraio 2016 / 5 Editoriale ALLA GRAVITÀ DELLE IRREGOLARITÀ FATTE EVENTUALMENTE REGISTRARE NELL’ESERCIZIO DELLE ATTIVITÀ IMPRENDITORIALI E SUL RUOLO DI INDIRIZZO E DI DISCRETO CONTROLLO DA PARTE DELLE ISTITUZIONI SETTORIALMENTE E TERRITORIALMENTE COMPETENTI. Editoriale PERCHÉ FORNISCE LE PROPRIE PRESTAZIONI ALLO STATO. IL SECONDO È RAPPRESENTATO DALLA SUFFICIENZA E SUPERFICIALITÀ CON LE QUALI SI FA RICORSO A PRELIEVI DA FONDI ALIMENTATI DAI CONTRIBUTI DELLE IMPRESE E ANCHE DEI LAVORATORI PER SOPPERIRE AD ESIGENZE DI UNA ECONOMIA SEMPRE PIÙ IN AFFANNO. MI RIFERISCO AI PRELIEVI OBBLIGATORI DAI FONDI DELLA PREVIDENZA INTEGRATIVA PER IMPIEGARLI NELLA EROGAZIONE DI INDENNITÀ DI DISOCCUPAZIONE O DI CASSA INTEGRAZIONE, SPACCIANDOLE PER POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO. limite allo sviluppo ed un attacco alla libertà di impresa e questi sono costituiti da una serie di interventi legislativi o interpretativi delle leggi che pesano negativamente sulle imprese stesse. Il primo è quello dei ritardi con cui la Pubblica Amministrazione corrisponde alle imprese quanto loro dovuto per l’erogazione dei beni e dei servizi: non vi è alcuna ragione perché ciò avvenga e risulta difficile spiegare al mondo che in Italia un’impresa può fallire solo perché fornisce le proprie prestazioni allo Stato o ad altri enti pubblici. Il secondo è rappresentato dalla sufficienza e superficialità con le quali si fa sovente ricorso a prelievi da fondi alimentati dai contributi delle imprese e, in alcune circostanze, anche dei lavoratori per sopperire ad esigenze di una economia sempre più in affanno. Mi riferisco ai prelievi obbligatori dai Fondi della previdenza integrativa per impiegarli nella erogazione di indennità di disoccupazione o di cassa integrazione, spacciandole poi per politiche attive del lavoro. Mi riferisco, anche, ad interventi a gamba tesa sui Fondi interprofessionali per la formazione che, se assimilati – così come da qualche parte si teorizza – a risorse pubbliche, nonostante essi vengano somministrati dalle imprese per provvedere al continuo adeguamento delle competenze e delle professionalità dei propri addetti, rischierebbero di rappresentare un costo sostenuto senza la possibilità di ricavare da esso i benefici previsti. Sarebbero tanti altri gli esempi da portare a suffragio di tale argomentazione. Credo, però, che questi accennati siano sufficienti a rappresentare l’esigenza di un’inversione di tendenza. Abbiamo bisogno di uno Stato e di una Pubblica Amministrazione che agevolino lo sviluppo, che ne determinino le migliori condizioni possibili e non ne limitino, viceversa, le potenzialità. AGCI / Febbraio 2016 / 6 I THE PEOPLE’S BUSINESS How Cooperatives and Mutuals can contribute to the policy agenda of European Progressives Associazione l Presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, Rosario Altieri, ha rivolto un indirizzo di saluto ai partecipanti al seminario tenutosi il 20 gennaio 2016 a Roma, presso il Palazzo della Cooperazione, sul tema “How Cooperatives and Mutuals can contribute to the policy agenda of European Progressives”, ovvero sul possibile contributo di Cooperative e Mutue all’agenda politica dei Progressisti europei. Lo stesso Altieri ha sottolineato l’importanza del percorso di unificazione che, nel nostro Paese, le tre storiche Associazioni di rappresentanza della Cooperazione – AGCI, Confcooperative e Legacoop – hanno intrapreso a partire dal 2011 con l’intento di arrivare, nel gennaio del 2017, alla costituzione della Casa comune dei cooperatori italiani. Ha quindi ricordato che l’Alleanza rappresenta, in termini economici e occupazionali, circa il 90% del Movimento cooperativo italiano, evidenziando come negli anni della crisi le cooperative, diffuse in ogni area del Paese ed operanti in tutti i settori economici (da quelli tradizionali ai più innovativi), abbiano dimostrato una vitalità superiore alle altre tipologie d’impresa. AGCI / Febbraio 2016 / 7 IL VALORE DEL LAVORO NELLO SPETTACOLO DAL VIVO Norme nazionali ed europee e reti protettive per promuovere l’occupazione e la qualità professionale nel settore Alleanza A cura di Raffaella De Rosa l lavoro nello spettacolo dal vivo e l’individuazione di possibili soluzioni per promuovere l’occupazione e la qualità professionale nel settore sono stati i punti focali dell’iniziativa, promossa il 18 gennaio scorso a Roma, da Agis, Alleanza Cooperative Italiane Cultura, Tavolo Lavoro Legalità e Sicurezza e Organizzazioni sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom. Associazioni datoriali e sindacali dello spettacolo riunite insieme, dunque, per testimoniare la centralità di questo settore, le sue potenzialità di sviluppo, l’opportunità di superare la frammentazione al suo interno e per chiedere alle istituzioni una normativa adeguata alle caratteristiche del mercato e del lavoro. In particolare, l’iniziativa ha inteso sottolineare l’esigenza di riordino, semplificazione e modernizzazione delle normative del settore quale presupposto per l’incremento dell’occupazione e della qualità professionale dei lavoratori dello spettacolo dal vivo e, quindi, per un rilancio dell’economia del settore stesso. Il convegno si è articolato su tre “tavoli tematici”, ciascuno dei quali ha affrontato un argomento o, più precisamente, una delle tre “tesi” sulle quali i soggetti promotori si sono prefissi di attirare l’attenzione degli “addetti ai lavori” e che, in estrema sintesi, possono essere così indicate: 1) l’auspicabile evoluzione della normativa euro- I pea nel senso di favorire la mobilità transnazionale dei lavoratori dello spettacolo; 2) la necessità di una maggiore sensibilità del legislatore nazionale nei confronti della specificità del lavoro nel settore; 3) per welfare e mercato l’opportunità di utilizzo delle risorse economiche, sia fiscali attraverso una tassa di scopo su OTT e sui contributi ex Enpals confluiti nell’Inps, al fine di governare i processi di innovazione, riorganizzazione e razionalizzazione attraverso il welfare di settore. Per quanto concerne il primo tema - interventi di Umberto Carretti (SLC-Cgil), Chiara Chiappa (Tavolo Spettacolo Lavoro Legalità Sicurezza), Italo Inglese (Agis) e Giulio Stumpo (Legacoop)-, sono state discusse la necessità di provvedere alla certificazione delle professioni dello spettacolo da far valere in Italia e in Europa, le criticità di un quadro giuridico nel quale le doppie imposizioni fiscali, e la non omogeneità dei diversi regimi previdenziali ostacolano la libera circolazione dei lavoratori, vanificando così, paradossalmente, proprio uno dei princìpi-cardine dell’Unione europea. Il secondo tavolo tematico – interventi di Emanuela Bizi (SLC-Cgil), Cristiano Chiarot (Anfols) e Marco D’Alò (FederCultura-Confcooperative) si è occupato, invece, di riflettere sulla possibilità di una disciplina organica del lavoro nel settore, generalmente caratterizzato da un’intrinseca intermittenza, AGCI / Febbraio 2016 / 8 con particolare riferimento all’adeguamento delle normative pensionistiche, degli ammortizzatori sociali e della sicurezza sul lavoro. Infine, il terzo tavolo – con interventi di Fabio Benigni (Uilcom Uil), Francesca Bernabini (Federdanza), Gennaro Milzi (Siae) e dell’on. Roberto Rampi è stato dedicato alla richiesta, che i soggetti organizzatori del convegno intendono sostenere, delle risorse da utilizzare per il sostegno e il rilancio dello spettacolo, da individuare principalmente nell’ utilizzo delle ingenti risorse ex Enpals confluite all’Inps oltre che con un’equa gestione dei diritti d’autore in Italia e all’estero. Il dott. Ferdinando Montaldi, della Direzione centrale dell’Inps è intervenuto in merito al tema del welfare e dei contributi previdenziali dei lavoratori dello spettacolo. Erano presenti al Convegno parlamentari della commissione lavoro e delle commissioni cultura di Camera e Senato, oltre a numerosi operatori del settore e rappresentanti delle organizzazioni promotrici. Durante il loro intervento la senatrice Elena Ferrara e l’on. Roberto Rampi della Commissione Cultura hanno dichiarato di voler coinvolgere gli organizzatori del convegno nelle audizioni per l’attesa legge sullo Spettacolo dal vivo prevista dalla Legge di Stabilità 2015. Sono intervenuti il Presidente dell’AGIS Carlo Fontana ed il Presidente di Alleanza Cooperative Italiane Cultura, Carlo Scarzanella, il quale ha sottolineato come la cooperativa sia lo strumento scelto da tanti artisti e da tanti tecnici per la loro attività proprio per il valore che la storia e la cultura della Cooperazione conferiscono al lavoro. Anche se l'innovazione tecnologica ha portato forti cambiamenti, non si è comunque modificato un dato e cioè: le "persone" sono e restano il fattore essenziale nel settore dello spettacolo. Nella pagina accanto: Attori in prova e in scena Alleanza AGCI / Febbraio 2016 / 9 OSSERVATORIO COOPERAZIONE AGRICOLA 36,1 MLD DI FATTURATO, 815MILA ADESIONI, 92MILA OCCUPATI Alleanza A cura di Antonella Greco rescita nel Sud, politiche di branding ed export. Sono le tre parole d’ordine del post crisi per il sistema della cooperazione agroalimentare italiana, che negli anni più neri (2011-2013) ha registrato una crescita del fatturato quasi doppia rispetto all’industria alimentare del Paese (+9% contro +5%). L’istantanea presentata il 28 gennaio scorso a Roma dall’Osservatorio della cooperazione agricola italiana, istituito dal Ministero delle Politiche agroalimentari e forestali e sostenuto dalle quattro Organizzazioni di rappresentanza delle cooperative dell’agroalimentare (AGCI-Agrital, Fedagri Confcooperative, Legacoop Agroalimentare ed Unicoop) fornisce un identikit sempre più corposo del comparto. Per Nomisma, che ha svolto la ricerca, è di 36,1mld di euro il fatturato annuo (2013) prodotto dalle 5.024 imprese collettive associate, con 92mila addetti e 815.898 adesioni: numeri che collocano l’Italia al terzo posto per fatturato nella speciale classifica Ue della cooperazione agroalimentare e al primo posto per numero di imprese, rispettivamente con quote del 10% e del 27% sul totale delle compagini europee. “I dati evidenziati dall’Osservatorio – ha detto il presidente di Alleanza delle Cooperative – settore Agroalimentare, Giorgio Mercuri - se da una parte sono C importanti e confermano il sistema vincente della nostra cooperazione, dall’altra indicano che ci sono ampi margini di miglioramento. È vero infatti – ha proseguito Mercuri - che non possiamo ancora parlare di modello italiano della cooperazione se prima non omogeneizziamo, anche in termini di valore prodotto, il sistema associativo su tutto il territorio nazionale e se non proseguiamo nel processo di aggregazione e AGCI / Febbraio 2016 / 10 potenziamento delle nostre cooperative. In questo modo i nostri prodotti – ha concluso - potranno contare di più sui mercati internazionali, che costituiscono il futuro sempre più prossimo per le nostre organizzazioni”. Un percorso, annota la ricerca, già intrapreso con successo da 4 regioni italiane del Nord - Emilia Romagna, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto – che da sole valgono il 75% del fatturato complessivo del sistema cooperativo italiano. Negli anni della crisi piena, il fatturato della cooperazione agricola è cresciuto quasi il doppio rispetto all’industria agroalimentare Alleanza Regioni, queste ultime, a cui si deve gran parte della centralità della cooperazione nel sistema primario, con il 24% del giro d’affari totale dell’agroalimentare nazionale e il 36% degli approvvigionamenti della materia prima agricola. Per il viceministro del Mipaaf, Andrea Olivero: “Il settore agroalimentare oggi più che mai è al centro dell’attenzione del Governo e della politica economica, come dimostrano le scelte perseguite in questi mesi tese ad una visione del settore che ha come punti di forza l’innovazione, la sostenibilità ambientale, la semplificazione, l’accesso al credito. Il mondo della cooperazione, e i dati lusinghieri che sono stati presentati oggi lo dimostrano, è in grado di valorizzare più di un terzo della produzione agricola nazionale, ha una notevole propensione all’export delle nostre eccellenze agro-alimentari. Dobbiamo certamente trovare soluzioni che possano ridurre lo squilibrio che anche quest’anno ritroviamo tra Nord e Sud, una sfida da perseguire collettivamente come sistema paese. Perciò il mio impegno oggi è di proseguire quel lavoro di squadra finalizzato a garantire sul piano legislativo e normativo quanto risponde ai fabbisogni di questa agricoltura rinnovata che ha in sé la valorizzazione dei prodotti, dei territori, delle tradizioni e delle persone”. Per la responsabile Cooperazione di Nomisma, Ersilia di Tullio, che ha presentato la ricerca: “La cooperazione italiana ha retto l’onda d’urto della crisi. Superata questa fase occorre guardare avanti e porsi nuovi obiettivi di crescita, guardando a quel che avviene oltre i confini nazionali. In Francia, ad esempio, la cooperazione agroalimentare, con un numero di imprese pari a poco più della metà dell’Italia e quasi 85mld di euro di fatturato, rappresenta il 40% della produzione alimentare. Altro aspetto significativo dei francesi, è l’efficacia nel valorizzare i propri prodotti attraverso politiche di marca, con 1 brand alimentare su 3 che appartiene alla cooperazione”. AGCI / Febbraio 2016 / 11 LE COOPERATIVE ITALIANE APERTE AI PARTENARIATI PUBBLICO-PRIVATO Associazione Per il Presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane e di AGCI, Rosario Altieri, il potenziale della nuova cooperazione allo sviluppo va ben oltre l’aiuto pubblico allo sviluppo e va messo a sistema. Una delle strade maestre è la promozione di partenariati pubblico-privati innovativi. “Vita.it”, 30 Gennaio 2016 a cooperazione internazionale allo sviluppo è una realtà complessa: in essa coesistono risorse di varia provenienza ed è apprezzabile la volontà del Governo italiano di coinvolgervi tutti i soggetti che, a vario titolo, concorrono a proiettare l’intero “sistema Paese” all’estero garantendo un contributo allo sviluppo dei Paesi partner. Ciò è ancor più importante se si pensa alle sfide globali di fronte alle quali ci troviamo: migrazioni e cambiamento climatico, ma anche il crescere delle disuguaglianze, gli innumerevoli focolai di guerra, il rischio terroristico, la lotta alla fame e alla povertà estrema, le pandemie, l’affermazione dei diritti delle donne e la governance democratica. Sono tutte sfide, queste, che richiedono interventi sistemici che devono coinvolgere tutti i soggetti delle cooperazione italiana. Siamo, quindi, chiamati a un impegno condiviso, che si trasformi in un “patto” da costruire nello spazio più naturale, il CNCS. La Direttrice dell’Agenzia, nella propria intervista a Vita.it, ha espresso due tipi di preoccupazioni legate all’operatività: le condividiamo, ma ci sembra che, anche grazie al contributo che stanno portando le strutture politiche esistenti all’interno del Ministero e con i decreti attuativi in preparazione, possa essere rispettato il timing previsto. Esprimiamo un’altra preoccu- L pazione, relativa al tempo che l’Agenzia impiegherà per ottenere l’accreditamento UE per la gestione di risorse in cooperazione delegata. Si tratta di un passaggio strategico, anche se in questo momento storico potremo continuare a contare sul riconoscimento della DGCS. A questo proposito, l’attribuzione in delegata del progetto SINCE sul Trust Fund Africa è un segnale importante, ma auspichiamo il ricorso a tale modalità per molti altri progetti sia perché ciò consentirebbe di creare le condizioni per cominciare a declinare la nuova, moderna cooperazione italiana, attivando blending di risorse e soggetti diversi, sia perché le disponibilità attuali dell’APS sono insufficienti: siamo, infatti, ancora molto distanti dagli Obiettivi dello 0,25% entro il 2017 indicati dal Premier Renzi. Ci sentiamo chiamati a garantire un maggiore impegno nella definizione di innovativi partenariati pubblico-privato anche attraverso il coinvolgimento diretto delle imprese aderenti all’Alleanza delle Cooperative Italiane nei AGCI / Febbraio 2016 / 12 futuri progetti e con riferimento a ciascuno dei tre “pilastri” della cooperazione allo sviluppo (DGCS, Agenzia, Cassa Depositi e Prestiti), a cominciare dal contributo che saprà assicurare il gruppo di lavoro tematico del CNCS dedicato al settore privato. Ha ragione la Direttrice Frigenti quando dice che esiste un’enorme quantità di risorse che si muovono. Se si pensa, per esempio, che le cooperative hanno realizzato, nel periodo 2008-2012, oltre 100 progetti investendo oltre 60 milioni di euro e che altrettanto si potrà mettere in rete attraverso le molteplici iniziative di associazioni, Enti locali, sindacati, imprese profit e società civile, si può ben comprendere quanto sia rilevante il potenziale della nuova cooperazione allo sviluppo: esso va ben oltre l’APS e va messo a sistema. L’Agenzia, la DGCS e CdP devono cominciare a valorizzare questo enorme potenziale, favorendo la costituzione di nuovi partenariati. Siamo pronti ad assicurare il nostro pieno e fattivo contributo nei confronti di queste tre strutture in coerenza con le indicazioni fornite dal Consiglio Affari Esteri dell’Unione Europea nelle Conclusioni sul ruolo del settore privato assunte il 12 dicembre 2014, secondo le quali ogni Stato membro deve trovare il proprio approccio differenziato per coinvolgere, appunto, il settore privato. La particolare caratteristica del sistema imprenditoriale italiano, costituito da numerose piccole e medie imprese, e soprattutto l’altrettanto peculiare capacità delle società cooperative di riferirsi al territorio e di relazionarsi proficuamente con esso, dove interagiscono con Ong, Enti locali, Fondazioni, Centri di Ricerca, etc., rappresentano senza dubbio specificità importanti per raggiungere risultati certamente positivi. LANDO CONTI SINDACO DEL DIALOGO, DELLA COERENZA E DEL RISPETTO Il 10 febbraio 2016 ricorre il trentesimo anniversario della barbara uccisione di Lando Conti da parte delle Brigate Rosse. Lando Conti rivestiva a quell’epoca l’incarico di Presidente Nazionale della nostra Associazione, che veniva privata così tragicamente di una guida illuminata e sicura. U AGCI / Febbraio 2016 / 13 In collaborazione con il Comune di Firenze, città di cui Lando era stato Sindaco, l’AGCI ha ritenuto doveroso organizzare una giornata di memoria, nel corso della quale evidenziare le doti umane e professionali di un Uomo che ha sempre assicurato un contributo notevole ovunque sia stato chiamato a svolgere la Sua azione e che ancora tanto avrebbe potuto dare all’Associazione, alla Sua Firenze ed all’Italia tutta. Associazione A trent’anni dalla sua scomparsa, il 10 febbraio una giornata di memoria organizzata da AGCI e Comune di Firenze Associazione INSIEME PER LO SVILUPPO LA COOPERAZIONE ASSICURATIVA COME FATTORE DI CRESCITA TERRITORIALE n’alta partecipazione di pubblico ha affollato la sede direzionale della BCC Mediocrati di Rende, in occasione del convegno sul tema “Insieme per lo sviluppo. La cooperazione assicurativa come fattore di crescita territoriale” organizzato dalla Compagnia del Sud Società Cooperativa per azioni. Illustri relatori hanno inteso dare il proprio contributo partecipando alla presentazione della costituenda Società Cooperativa, ad iniziare dal Sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti che ha definito la cooperazione assicurativa come Rete di paracadute importante per un momento di difficoltà . In effetti la CDS Compagnia del Sud è una società cooperativa ad azionariato diffuso che mira a diventare la prima Compagnia del Mezzogiorno d’Italia e la seconda Cooperativa assicurativa italiana. Una esperienza imprenditoriale unica che vede finalmente il Sud protagonista e non spettatore. Durante la manifestazione è stato sottoscritto un accordo con l’Associazione Generale delle Cooperative Italiane, AGCI, il cui Presidente nazionale Rosario Altieri, intervenendo al convegno, ha garantito un immediato e significativo contributo allo sviluppo del progetto. Il presidente della CDS Compagnia del Sud, Franco Ferro, nel ringraziare tutti i numerosissimi partecipanti, i parlamentari regionali e nazionali, i rappresentanti di U AGCI / Febbraio 2016 / 14 Associazione Associazioni di categoria, i presidenti di Ordini professionali, i già soci presenti ha chiesto l’impegno comune per giungere velocemente alla concreta realizzazione del progetto, con un invito rivolto anche al pubblico presente, per una pronta sottoscrizione delle azioni. Sono intervenuti inoltre Nicola Paldino, Presidente Federazione Regionale Bcc; per la Regione Calabria il consigliere regionale Mauro D’Acri; Klaus Algieri , presidente della Camera di Commercio; Angelo Bruscino, Presidente giovani imprenditori Confapi. Il convegno è stato infine moderato dal giornalista Oreste Parise mentre la presentazione della Cds è stato a cura della giornalista Fiorenza Gonzales. Nel pubblico, tra gli altri, Consiglieri regionali Giuseppe Graziano e Franco Sergio, i parlamentari Sebastiano Barbanti, Francesco Molinari, Mariano Rabino, Antonio Caridi; i sindaci Dott. Pietro Caracciolo, del Comune di Montalto Uffugo; Walter Scerbo, di Palizzi; Mimmo Le Rose, vice sindaco del comune di Campana; Domenico Giannetta, sindaco di Oppido Mamertina. AGCI / Febbraio 2016 / 15 LEGGE DI STABILITÀ 2016 LE PRINCIPALI MISURE DI INTERESSE PER LE IMPRESE Attualità Silvia Rimondi IL 22 DICEMBRE 2015 IL SENATO HA DATO IL VIA LIBERA AL TESTO DELLA LEGGE DI STABILITÀ 2016, LE CUI DISPOSIZIONI SONO OPERATIVE DAL 1° GENNAIO DELL’ANNO IN CORSO. SI SINTETIZZANO DI SEGUITO LE PRINCIPALI MISURE INTRODOTTE DAL CITATO PROVVEDIMENTO, RINVIANDO ALL’ARTICOLATO COMPLETO PER UN ESAME PIÙ APPROFONADITO DELLE STESSE. IMU-TASI Si tratta di uno dei capitoli di maggior rilevanza della manovra (vale 3,7 miliardi) e prevede: – l’eliminazione della TASI sulla prima casa (anche nel caso di assegnazione al coniuge legalmente separato), fatta eccezione per le abitazioni di lusso; – una riduzione del 50% per l’imposta sulla prima casa concessa in comodato d’uso a parenti di primo grado (figli e genitori), a condizione che si possieda solo un’altra casa di proprietà nello stesso Comune; – la cancellazione dell’IMU sui terreni agricoli e di quella sugli imbullonati (macchinari fissi al suolo delle aziende). ALTRE DISPOSIZIONI RIGUARDANTI GLI IMMOBILI – Vengono prorogate al 2016 le detrazioni sulle ristrutturazioni edilizie e sugli interventi di riqualificazione energetica nelle attuali misure, pari rispettivamente al 50% e al 65%; – È altresì prorogato il bonus mobili, che si arricchisce di una nuova possibilità: una detrazione sempre al 50%, fino ad una spesa massima di 16.000 euro, per arredi ed elettrodomestici destinati alla prima casa appena acquistata da giovani coppie (con almeno uno dei due componenti sotto i 35 anni); – Si prevede inoltre un leasing agevolato per l’acquisto della prima casa sempre da parte delle giovani coppie; – Viene introdotta la possibilità di usufruire delle agevolazioni fiscali sull’acquisto della prima casa, relative all’imposta di registro o all’IVA, anche per chi ne abbia già beneficiato per acquistare un’abitazione precedente e decida di cambiare casa, a condizione che il vecchio immobile venga alienato entro un anno dal rogito. AGCI / Febbraio 2016 / 16 MISURE PER LE IMPRESE – Viene previsto un credito d’imposta, diversificato a seconda delle dimensioni dell’impresa (20% per le piccole, 15% per le medie, 10% per le grandi), per gli investimenti in macchinari da parte delle aziende aventi sede in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, oppure nelle zone assistite delle regioni Molise, Sardegna ed Abruzzo; – Viene eliminata l’IRAP agricola; – Si introduce uno sconto contributivo al 40% per due anni per le assunzioni a tempo indeterminato effettuate nel 2016; – Si prevede la detassazione dei premi di produttività; – Viene previsto, ai fini delle imposte sui redditi, un superammortamento al 140% per le imprese e gli esercenti arti o professioni. La deduzione è applicabile agli acquisti di beni materiali strumentali effettuati tra il 15 ottobre 2015 ed il 31 dicembre 2016, per i quali il legislatore, con esclusivo riferimento alla determinazione delle quote di ammortamento e dei canoni di locazione finanziaria, ha stabilito, appunto, che “il costo di acquisizione è maggiorato del 40 per cento” rispetto a quello effettivo. La disposizione non si applica agli investimenti in beni materiali strumentali con coefficienti di ammortamento inferiori al 6,5%, oltre agli investimenti in fabbricati e costruzioni. Ai fini del calcolo dell’acconto dovuto per il periodo di imposta 2016, le nuove disposizioni non hanno effetto, per cui lo stesso andrà determinato secondo le regole ordinarie. Vi sono, poi, ulteriori provvedimenti di interesse più generale, che di seguito si elencano senza pretesa di esaustività. – Il tetto per l’utilizzo dei contanti viene portato a 3.000 euro; resta però a 1.000 euro per i money transfer e per i pagamenti della Pubblica Amministrazione; – Vengono congelati gli euro, per cui commercianti e professionisti sono obbligati ad accettare sempre pagamenti con carte di credito e bancomat per operazioni sopra i 5 euro, a meno che non ci sia un’oggettiva impossibilità tecnica; – Sul versante della spending review, ci sono misure che in tutto valgono intorno ai 5 miliardi, che riguardano sanità, spese della pubblica amministrazione, tagli ai CAF (centri di assistenza fiscale); – Sul fronte fiscale, si prevedono semplificazioni per la dichiarazione dei redditi 2016, con aumenti IVA e accise per il 2016 previsti da precedenti clausole di salvaguardia per assicurare il pareggio di bilancio; – I liberi professionisti sono equiparati alle PMI nell’accesso ai fondi UE; – Riguardo alla conciliazione lavoro-famiglia, vengono previsti due giorni di congedo obbligatorio per i papà, da utilizzare anche non consecutivamente. In aggiunta a ciò, il voucher per asilo o babysitter è esteso anche a lavoratrici autonome e imprenditrici; – Per i pagamenti elettronici, viene eliminato il tetto dei 30 l’abolizione delle verifiche per i rimborsi superiori a 4.000 euro relativi a carichi di famiglia o eccedenze di precedenti dichiarazioni. Vengono introdotti nuovi obblighi per medici e strutture sanitarie nella trasmissione dei dati al fisco per la predisposizione del 730/precompilato 2016, che conterrà le spese sanitarie, senza però applicare sanzioni nel 2016 (a meno che non si rilevi un’indebita fruizione di detrazioni); – Il canone RAI dal 2016 scende a 100 euro (dai precedenti 113,50) e si paga con la bolletta elettrica, in dieci rate. Attualità PACCHETTO SICUREZZA-CULTURA A seguito dei recenti attentati di Parigi, è stato inserito in manovra, utilizzando i fondi originariamente stanziati per l’anticipo al 2016 di parte del taglio IRES alle imprese (che slitta quindi al 2017), un pacchetto da due bilità di part-time agevolato, senza penalizzazioni, per i lavoratori a cui mancano meno di tre anni all’età pensionabile. miliardi di euro, dei quali il 50% da destinare alla sicurezza (previsto, tra l’altro, un bonus di 80 euro in busta paga per tutti gli esponenti delle forze dell’ordine) ed il restante 50% alla cultura (introdotta una card da 500 euro per i ragazzi che compiono 18 anni, da utilizzare in musei, cinema, teatri). PENSIONI Risultano confermate le misure originarie, in parte potenziate. Nello specifico: – l’Opzione Donna viene estesa anche alle lavoratrici nate nell’ultimo trimestre dell’anno (quindi i requisiti sono 35 anni di contributi e 57/58 anni di età); – la No tax area sale per i pensionati over 75 dagli attuali 7.750 a 8.000 euro, mentre per quelli con meno di 75 anni passa da 7.500 a 7.750 euro; – viene prevista la settima salvaguardia a tutela di 26.300 esodati; – si introduce una nuova possi- AGCI / Febbraio 2016 / 17 DEBITI P.A. E SUD Attualità Da Fondazione “Con il Sud” e Movimento Cooperativo garanzie per 50 milioni di euro a favore di cooperative sociali, consorzi e organizzazioni non profit del Sud che vantano crediti nei confronti della PA ondo di 5 milioni di euro e garanzie per altri 50 milioni a disposizione delle cooperative sociali, consorzi e organizzazioni non profit del Sud (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia) che vantano crediti verso la pubblica amministrazione. Le risorse sono disponibili grazie al fondo costituito da Fondazione CON IL SUD, dai fondi mutualistici della cooperazione (Fondosviluppo, Coopfond, General Fond) e dalle finanziarie della cooperazione: CGM Finance, C.C.F.S. e Cooperfactor. Fondo gestito da Cooperfidi Italia, il confidi nazionale della cooperazione e del terzo settore vigilato da Banca d’Italia, che rilascia le proprie garanzie alle banche e società finanziarie particolarmente attive nel settore sociale: Banca Popolare Etica, Banca Prossima, BCC, Unipol Banca e CGM Finance. Saranno smobilizzabili i crediti vantati dai soggetti beneficiari verso la pubblica amministrazione per le seguenti attività: contratti di appalto; prestazioni di servizi; rimborsi fiscali; devoluzione 5xmille. Grazie alla revisione del regolamento che ne regola l’accesso, il fondo potrà garantire operazioni fino a 500 mila euro per cooperative ed associazioni, 1,4 milioni per i consorzi. Nonostante le recenti iniziative promosse dal Governo Renzi per potenziare lo smobilizzo dei crediti delle imprese, le cooperative F sociali, i loro consorzi e le associazioni non profit del Mezzogiorno denunciano ancora oggi una situazione pesante determinata da un lato dallo stock di crediti verso la PA, oltre 450milioni di Euro, e dall’altra dai tempi di pagamento scesi a 115 giorni, ma con punte prossime di 150gg. in Calabria e Campania. «Si tratta di risorse rilevanti – sottolinea Mauro Frangi, presidente di Cooperfidi – che potranno assicurare un’adeguata liquidità a cooperative, consorzi e associazioni impegnate ad assicurare, in partnership con il pubblico, servizi sociali che sarebbero altrimenti compromessi dalla spending review nella parte più povera del Paese». Cooperfidi Italia, da parte sua, partecipa allo sforzo della Fondazione e degli strumenti finanziari della cooperazione assicurando alle cooperative e associazioni garantite un costo della garanzia particolarmente contenuto: l’1% annuo della garanzia rilasciata su operazioni rinnovabili a 12 mesi; 1% annuo AGCI / Febbraio 2016 / 18 (minimo 1%) per le garanzie prestate sulle fideiussioni commerciali e 2% dell’importo garantito sui finanziamenti chirografari. «I debiti della Pubblica amministrazione al Sud – secondo il presidente della Fondazione con il Sud, Carlo Borgomeo – rappresentano un serio problema per le cooperative sociali e le associazioni impegnate in prima linea sul territorio, molto spesso a supplire lo Stato fornendo servizi sociali essenziali per i cittadini. Così al danno si aggiunge anche la beffa. La Fondazione CON IL SUD sostiene progetti che sperimentano modelli di welfare di comunità, ma quattro anni fa abbiamo deciso di avviare insieme ad altre organizzazioni un fondo di garanzia con Cooperfidi per aiutare da subito le realtà in grave difficoltà. Uno strumento che abbiamo affinato nel tempo e che ora va ulteriormente promosso perché rappresenta una opportunità concreta per tutti, organizzazioni non profit, operatori, cittadini e anche le stesse PA». CONGIUNTURALE ALLEANZA COOPERATIVE ITALIANE e cooperative sono ottimiste, ma non si fanno illusioni, sanno che la strada è ancora in salita, ma per lo meno iniziano a vedere la luce in fondo al tunnel. È il quadro che emerge dalla settima indagine congiunturale dell’Alleanza delle Cooperative italiane che traccia un bilancio dell’ultimo quadrimestre 2015 e le previsioni per i tre mesi del 2016. L Occupazione Le cooperative, in particolare quelle sociali, e in misura ridotta quelle dei servizi, confermano la capacità, mai venuta meno nemmeno negli anni più bui della crisi, di creare occupazione a tassi che riescono a bilanciare le perdite che invece si registrano nelle costruzioni e nell’industria. Complessivamente l’84% delle cooperative ha mantenuto stabili o aumentato i livelli occupazionali, in particolare il 18% ha visto crescere la forza lavoro contro un 16% che invece ha ridotto l’occupazione. Fatturato Negli ultimi 4 mesi del 2015 la componente stagionale ha contribuito nell’80% delle cooperative a mantenere stabile o addirittura in crescita il volume di affari. In particolare l’andamento della domanda nelle ultime settimane del 2015 ha garantito la stabilità del fatturato di una cooperativa su due (52%), mentre è stato decisivo per la crescita dei ricavi di oltre una coope- PER CRESCERE LE COOPERATIVE PUNTANO SU PIÙ AGGREGAZIONI. TRA I PRINCIPALI OSTACOLI: LA DOMANDA, LA CONCORRENZA SLEALE, IL CARICO FISCALE E LA BUROCRAZIA rativa su quattro (26,5%) . Credito e liquidità Restano sempre tesi i rapporti tra cooperative e banche. Nell’ultimo quadrimestre 2015 una coop su 4 tra quelle che si sono rivolte agli istituti di credito per ottenere un fido sono rimaste a bocca asciutta (14,4%) o si sono viste accordare un credito inferiore a quello richiesto (9,6%). Non va meglio sul fronte dei pagamenti, sia dal pubblico che da privato. A fronte di un 10% di cooperative che ha registrato un miglioramento dei tempi di pagamento della Pa, fa il paio un 12% che invece ha riscontrato un peggioramento delle condizioni. Va peggio con i debitori privati. Una cooperativa su 5 lamenta un allungamento dei tempi entro cui vengono pagate le fatture mentre solo l’8% delle AGCI / Febbraio 2016 / 19 imprese intervistate fa segnare un miglioramento nei tempi di incasso dei crediti. Ostacoli alla crescita Per una cooperativa su due è la stazionarietà della domanda il principale impedimento all’attività. Il 13% punta l’indice invece contro la concorrenza sleale e il fenomeno delle cooperative spurie e poco più del 10% vede nella burocrazia, nell’imposizione fiscale, nella corruzione e nei ritardati pagamenti un significativo ostacolo allo sviluppo. Previsioni Cooperative pronte a investire e a continuare a creare occupazione, nonostante nei primi 4 mesi del 2016 non si prevedano significative variazioni positive nello scenario economico nazionale. È un ottimismo della volontà quello che prevale tra le cooperative. Una su 4 ha messo in cantiere nuovi investimenti per migliorare il proprio posizionamento sul mercato, in particolare nelle cooperative sociali e quelle attive nell’agroalimentare. L’11% prevede un aumento dell’occupazione. Una su 5 si aspetta nel primo quadrimestre del 2016 una crescita del fatturato. Pochi dubbi invece su quale sia la strada da percorrere per accrescere la competitività: il 20% è pronta a seguire progetti di aggregazione con altre cooperative per dare vita a imprese più solide in grado di reggere il confronto con la concorrenza e conquistare nuovi mercati. Attualità VII NOTA Le cooperative credono nella ripresa. Nei primi 4 mesi del 2016 1 su 4 pronta a fare nuovi investimenti, 1 su 10 a creare nuova occupazione LA SVALUTAZIONE DEI CREDITI COMMERCIALI Attualità Gian Luigi De Gregorio a crisi economica finanziaria degli ultimi anni si è riflessa in modo dirompente sulla stabilità delle aziende italiane, caratterizzate sempre più dall’aumento di crediti in sofferenza. L Il rischio di credito, cioè il rischio di insolvenza commerciale dei clienti, rappresenta una variabile importante da monitorare adeguatamente per evitare che possa ripercuotersi sull’equilibrio economico e finanziario dell’azienda, anche alla luce del complesso rapporto tra normativa civilistica e fiscale. L’art. 2426 comma 1 numero 8) del codice civile stabilisce che i crediti devono essere iscritti in bilancio al valore presumibile di realizzazione. Il valore nominale dei crediti deve essere quindi rettificato per tenere conto di resi, di rettifiche di fatturazione, sconti e abbuoni ed ogni altra causa di minor realizzo, nonché di perdite per inesigibilità, che possono essere: – ragionevolmente previste in base a valutazioni e stime degli amministratori sull’esigibilità dei crediti iscritti in bilancio; – realizzate in dipendenza di elementi certi e precisi, e quindi non derivanti da valutazioni degli amministratori sulla recuperabilità del credito. I principi di prudenza e di competenza sanciti dall’art. 2423-bis del c.c.1 impongono di tener conto dell’eventuale perdita su crediti nell’esercizio in cui essa diviene ragionevolmente prevedibile, senza “rinviarla” agli esercizi futuri in cui si manifesterà con certezza. Pertanto, il valore dei crediti va rettificato tramite un fondo di svalutazione, che verrà poi utilizzato per assorbire la perdita nel momento in cui questa si realizzerà. Nel caso di perdite potenziali/ragionevoli, gli accantonamenti al fondo svalutazione crediti vanno iscritti in Conto Economico alla voce B.10.d) Svalutazioni dei crediti compresi nell’attivo circolante e delle disponibilità liquide. L’importo da accantonare al fondo svalutazione si determina attraverso un procedimento ana- Tabella 01 AGCI / Febbraio 2016 / 20 litico di valutazione dell’esigibilità dei singoli crediti, anche se si ritiene ammissibile -in determinate condizioni- l’adozione di un procedimento di valutazione sintetico attraverso formule applicate a classi di crediti omogenee con profili di rischio simili. Diversamente, se la perdita sul credito è “realizzata” -sulla base di elementi certi e precisi2essa va imputata in Conto Economico alla voce B.14 - Oneri diversi di gestione, previo utilizzo del fondo svalutazione crediti se esistente. L’Organismo Italiano di Contabilità (OIC) al Principio 15 indica alcune fattispecie al verificarsi delle quali il credito deve essere mantenuto o cancellato dal bilancio, come meglio spiegato nella Tabella 01. Gli artt. 101 comma 5 e 106 del TUIR contengono la disciplina fiscale delle perdite e delle svalutazioni su crediti. L’art. 106 stabilisce che le svalutazioni dei crediti risultanti in bilancio sono deducibili ai fini IRES in base ad un criterio forfettario (deducibilità massima pari allo 0,5% del valore nominale o di acquisizione dei crediti iscritti in bilancio) fino a che l’ammontare complessivo delle svalutazioni e degli accantonamenti non raggiunge il 5% del valore nominale dei crediti iscritti in bilancio. Se gli accantonamenti al fondo svalutazione crediti superano tali limiti, l’eccedenza è fiscalmente indeducibile e origina una variazione in aumento in dichiarazione dei redditi. Il fondo svalutazione crediti si può suddividere in: – fondo dedotto relativo alla parte degli accantonamenti effettuati nei limiti dello 0,5% con il massimo del 5% (art. 106 TUIR); – fondo non dedotto relativo alla parte che eccede il 5% (differenza tra accantonamenti civilistici e quelli deducibili ex art. 106 TUIR). In caso di successivo utilizzo a copertura di perdite su crediti, questo genera una variazione in diminuzione al fine di evitare che l’accantonamento non dedotto al momento dello stanziamento sia perso definitivamente3. Il valore contabile dei crediti da prendere a base per il calcolo della svalutazione (potenziale e/o certa) è dato dalla somma algebrica del valore dei crediti di natura commerciale derivanti dalla cessione dei beni e dalle prestazioni di servizi di cui all’art. 85 comma 1 del TUIR, e cioè: – i crediti derivanti dalla cessione di beni e prestazione di servizi; – i crediti concessi a società controllate o collegate da parte di una società che ha come oggetto della propria attività l’assunzione di partecipazioni e finanziamenti (diversi dai crediti di finanziamento); – i crediti assistiti da pegno o ipoteca (ossia una garanzia che non comporta un costo per il creditore); – le ricevute bancarie all’incasso; – i crediti ceduti pro-solvendo. Vedi Tabella 02 Non rientrano nella base del calcolo il valore dei: – crediti, anche commerciali coperti da garanzia assicurativa; – crediti non commerciali, come quelli derivanti dalla cessione dei beni strumentali; – crediti di finanziamento; – crediti concessi a chiunque non legati ai ricavi dell’impresa (ad es. i crediti verso dipendenti); – crediti derivanti da acconti a fornitori; – crediti commerciali ceduti con clausola pro-soluto a seguito della quale il cedente è liberato dal pagamento del credito (ma non dalla garanzia di esistenza dello stesso); – crediti derivanti da depositi bancari. Le perdite su crediti, ai sensi dell’art. 101 comma 5 del TUIR sono deducibili ai fini IRES se il debitore è assoggettato a procedure concorsuali o ha concluso un accordo di ristrutturazione del debito oppure se la perdita risulta da elementi certi e precisi4, che devono essere documentati dal contribuente. La deducibilità ai fini IRES è però limitata alla parte che eccede le svalutazioni e gli accantonamenti dedotti negli esercizi precedenti (art. 106 comma 2 TUIR). AGCI / Febbraio 2016 / 21 Relativamente all’assoggettamento a procedure concorsuali il momento della certezza fiscale della perdita ai fini della competenza fiscale è diverso a seconda del tipo di procedura: – fallimento: data della sentenza dichiarativa di fallimento; – concordato preventivo: data del decreto di ammissione alla procedura; – liquidazione coatta amministrativa: data del provvedimento; – amministrazione straordinaria: data del decreto che la dispone; – ristrutturazione del debito: data del decreto di omologa. L’art. 101 comma 5 del TUIR si occupa delle perdite su crediti derivanti da mini-crediti scaduti da almeno 6 mesi, da crediti in procedure concorsuali e da crediti che rientrano in accordi di ristrutturazione omologati ex art. 182-bis del R.D. 267/1942. Fiscalmente si rileva una perdita su crediti, deducibile senza ulteriori oneri probatori da parte del contribuente per la parte che eccede accantonamenti e svalutazioni dedotti nei periodi d’imposta precedenti, mentre, civilisticamente si rileva un accantonamento al fondo svalutazione crediti, quantificato in base alle valutazioni dell’amministratore circa l’inesigibilità del credito. Per le perdite derivanti da mini-crediti, le svalutazioni risultanti in bilancio e non dedotte fiscalmente sono comunque deducibili come perdite, ex art. 101 comma 5 del TUIR, e non soggiacciono alle limitazioni stabilite dall’art. 106 comma 1 per le svalutazioni dei crediti. Nel fondo di svalutazione crediti che raccoglie gli accantonamenti dei crediti “per masse” non è però possibile individuare l’ammontare delle svalutazioni cumulate e gli utilizzi del fondo svalutazione crediti riferibili ai mini-crediti stessi, per cui in questo caso nel periodo d’imposta in cui sussistono entrambi i requisiti per la deducibilità dei mini-crediti (scadenza da oltre 6 mesi e imputazione in bilancio del componente Attualità Tabella 02 Attualità negativo -anche a titolo di svalutazione-), l’intero ammontare dei mini-crediti scaduti da almeno 6 mesi che trova capienza nelle svalutazioni non dedotte negli anni precedenti deve essere considerato fiscalmente una perdita su crediti deducibile ex art. 101 comma 5 del TUIR. Vi sono poi crediti di modesta entità scaduti da almeno 6 mesi, ovvero prescritti oppure cancellati dal bilancio in applicazione dei principi contabili nazionali e internazionali dove gli elementi certi e precisi si ritengono sussistenti ex lege, e la deduzione delle perdite può avvenire senza ulteriori oneri probatori a carico del contribuente. La tabella che segue riepiloga la complessità della svalutazione dei crediti sulla base della disciplina fiscale. Vedi Tabella 03 Segue un esempio: Ipotizziamo che una società al 31/12/n presenti in bilancio crediti per euro 100.000, di cui 25.000 relativi a mini-crediti (nessuno scaduto da almeno 6 mesi). Il Fondo svalutazione crediti (contenente tutti gli accantonamenti senza distinguo tra mini-crediti e altri crediti) è pari a euro 5.000, di cui dedotto ex art. 106 TUIR per euro 500. Nell’esercizio n+1 ipotizziamo non vengano effettuate ulteriori svalutazioni dei crediti e che mini-crediti che superano la scadenza dei 6 mesi ammontino ad euro 6.000. Nel periodo d’imposta n+1 si rilevano perdite fiscali per euro 5.000, pari all’ammontare dei mini-crediti scaduti da almeno sei mesi e che trovano capienza, per euro 500 nel Fondo dedotto (ex art. 106 TUIR) e per euro 4.500 nel computo delle svalutazioni non dedotte degli anni precedenti ricomprendenti indistintamente sia mini-crediti che altri. Pertanto, in sede di dichiarazione dei redditi (anno n+1) si effettuerà una variazione in diminuzione per l’importo di euro 4.500. Vedi Tabella 04 L’esempio mette in evidenza la complessità della corretta svalutazione dei crediti e la conseguente necessità di monitorare la valutazione dei mini-crediti che vengono poi imputati a perdita ai sensi dell’art. 101 comma 55. Dal momento che i mini-crediti vengono cancellati dal bilancio e, quindi, interamente dedotti non potranno generare ulteriori perdite deducibili e non potranno essere Tabella 03 Tabella 04 AGCI / Febbraio 2016 / 22 presi in considerazione per il calcolo del plafond di cui all’art. 106 del TUIR (0,5% del valore nominale …), in quanto detti crediti sono da considerarsi fiscalmente “stralciati”, anche se sono ancora iscritti in bilancio. In caso di utilizzo, il fondo svalutazione crediti non dedotto non potrà più generare variazioni in diminuzione per la parte corrispondente ai mini-crediti dedotti. Pertanto, la base di calcolo per la deduzione delle svalutazioni ex art. 106 comma 5 non può più comprendere i crediti già dedotti fiscalmente come perdite, e quindi diviene pari a 95.000 euro (100.000 - 5.000). Qualora volessimo ipotizzare che nell’anno n+2 vengano stralciati dal bilancio mini-crediti (già dedotti fiscalmente) per 4.000 euro, poiché il fondo svalutazione civilistico è pari a 5.000 euro, la perdita verrà interamente assorbita dal fondo senza originare variazioni in diminuzione, in quanto il fondo è stato già interamente dedotto. 1 Nella redazione del bilancio devono essere osservati i seguenti principi: la valutazione delle voci deve essere fatta secondo prudenza e nella prospettiva della continuazione dell’attività, nonché tenendo conto della funzione economica dell’elemento dell’attivo o del passivo considerato. 2 Ad esempio sono elementi “certi e precisi”: il riconoscimento giudiziale del credito inferiore al valore iscritto in bilancio, la cessione del credito, la transazione con il debitore, la prescrizione del credito. In tutti questi casi il minor valore di realizzo del credito non dipende da valutazioni dell’amministratore sull’esigibilità del credito, ma da situazioni di fatto che impongono lo stralcio (totale o parziale) del credito stesso. 3 Circolare Agenzia delle Entrate n. 26/E/2013: le perdite su crediti vanno prioritariamente assorbite tramite il fondo dedotto e solo per l'eventuale eccedenza tramite il fondo non dedotto. 4 Sono elementi certi e precisi: – l'assoggettamento a procedure concorsuali; – l'infruttuosa azione legale esperita; – la documentata mancanza dei beni mobili e immobili del debitore; – l'esito negativo del pignoramento; – la fuga o la latitanza del debitore; – la chiusura dei locali dell'impresa; – la denuncia penale per truffa; – la rinuncia al credito solo dopo aver dimostrato la convenienza economica in quanto la riscossione comporterebbe una procedura eccessivamente onerosa, prescindendo così dal termine di sei mesi. 5 Circolare Agenzia delle Entrate n. 14/E/2014 AGCI / Febbraio 2016 / 23 Attualità NOTE APICE LA NUOVA SCOMMESSA DI SOL.CO. NAPOLI Sociale Lina Palma* OL.CO. Napoli, Consorzio di Cooperative Sociali aderente alla AGCI, nella prossima primavera festeggerà i vent’anni di attività. Vent’anni a servizio della cittadinanza, scrivendo tanti capitoli importanti e innovativi del welfare locale napoletano con ancora una costante voglia di sperimentare, di innovare e di investire. E così quando si visita un fondo agricolo di circa 15 mila metri quadri nel Comune di Apice, in provincia di Benevento, scattano le intuizioni del Presidente del Consorzio, Pina Colosimo. E se diventasse… Certo, ma alle intuizioni deve seguire un lavoro serio di analisi: approfondire i bisogni dei cittadini, verificare la sostenibilità economica, progettare. Parte così un lavoro di ricerca che vede il contatto con i 19 comuni dell’ambito territoriale B2, con l’Ufficio di Piano,si lavora sulle banche dati dell’ASL, di Inps, Inail e Istat. Emerge la presenza di circa 750 persone con disabilità psichica, che a causa della carenza di strutture e servizi oggi sono costrette a spostarsi lontano. E allora quello spazio coperto ma tutto da ristrutturare di 600 metri quadri circa può diventare un Centro Sociale Polifunzionale per disabili minori e adulti, pensato come un luogo di accoglienza per le persone che necessitano di un sostegno durante la giornata e che hanno bisogno di interventi S specifici di tipo terapeutico, riabilitativo, di apprendistato e inserimento sociale e lavorativo, insomma un presidio di benessere sul territorio. Il Centro ospiterà 30 persone, tra minori dagli 11 ai 18 anni e adulti dai 19 ai 30 anni, autonomi e semiautonomi. In primavera, con il ventennale del Consorzio, la posa della prima pietra, alla presenza del Presidente di A.G.C.I., Rosario Altieri. Ma il Centro Polifunzionale è solo una parte del progetto. Parallelamente è partita la bonifica del terreno: si è provveduto alla pulizia e alla recinzione della tenuta, è stato effettuato il “sovescio” del terreno, cioè una pratica agronomica consistente nell’interramento di apposite colture allo scopo di mantenere o aumentare la fertilità dello stesso, secondo i principi dell’agricoltura biologica e dell’agricoltura biodinamica. Sì, perché oltre alle attività più o meno convenzionali previste nel Centro Polifunzionale, si intende offrire ai ragazzi disabili un’opportunità di professionalizzazione e di inserimento al lavoro, con gli strumenti della terapia occupazionale, attraverso appunto l’agricoltura biodinamica. Si tratta in sostanza di una modalità di coltivazione che utilizza, oltre alle tecniche dell’agricoltura biologica, altre derivanti dagli insegnamenti di Rudolf Steiner, filosofo e pedagogista austriaco e che prevede la considerazione dei cicli astronomici e lunari nel calendario delle lavorazioni. Il terreno è trattato come un enorme laboratorio, AGCI / Febbraio 2016 / 24 “dinamizzato” con preparati a base di sostanze naturali e letame, per incrementare la sua vitalità e le sue difese; la concimazione, la coltivazione e l’allevamento sono attuati con modalità che rispettano e promuovono la fertilità del terreno. Secondo il metodo biodinamico, infatti, la fertilità e la vitalità del terreno devono essere ottenute con mezzi naturali: compost prodotto da concime solido da cortile, materiale vegetale come fertilizzante, rotazioni colturali, pesticidi a base di sostanze minerali e vegetali. Insomma, accanto al Centro Polifunzionale, vi sarà la possibilità per i ragazzi disabili di acquisire competenze e formazione nel campo della biodinamica, insieme all’opportunità di essere inseriti nel mondo del lavoro, attraverso il sostegno per la creazione di impresa; ma il fondo di Apice offrirà anche la possibilità di fare un’esperienza di cittadinanza attiva e di sentirsi utili in un progetto di crescita personale per arrivare alla costruzione di un futuro autonomo e dignitoso. Quella tra lavoro agricolo e disabilità può essere una sinergia molto valida dal momento che, soprattutto per i disabili psichici, il lavoro manuale e fisico può costituire una dimensione di crescita personale e lavorativa importante, tale da mettere in risalto le qualità e la produttività del giovane stesso in un contesto compatibile con la propria disabilità, poiché all’aria aperta ed in un ambiente libero. Ma non è tutto: il Centro offri- Sociale rà la possibilità di svolgere attività ricreative/riabilitative nella piscina coperta, prevista tra gli spazi funzionali della tenuta, oltre che le attività ludico-ricreative e riabilitative, tra cui: – Attività laboratoriali per il recupero delle autonomie e la promozione di abilità sociali; – Attività laboratoriali a supporto del processo di integrazione (laboratorio di carta riciclata; laboratorio di ceramica; laboratorio di attività manuali/espressive e découpage; laboratorio di cucina; laboratorio di materiale plastico); – Laboratorio di art therapy; – Pet therapy; – Scuola di radio con attivazione di una radio web; – Laboratorio di informatica; – Attività finalizzate all’orientamento al lavoro; – Attività sportive – nuoto e ginnastica dolce; Iniziative in favore dei caregiver, attraverso la formazione di un gruppo Auto-Mutuo-Aiuto, di un gruppo psicologico esperienziale di sostegno ai care giver, la creazione di un laboratorio di educazione e aggiornamento per caregiver, l’attivazione di una pagina web collegata e di un sito istituzionale per facilitare la costruzione della comunità dei caregiver. Appuntamento in primavera per la posa della prima pietra! *Responsabile Ufficio Comunicazione Consorzio SOL.CO. Napoli AGCI / Febbraio 2016 / 25 LA FORMAZIONE CONTINUA NELLA COOPERAZIONE Le politiche e le attività di Fon.Coop: valori, risultati, prospettive Formazione Gabriella Urbani uando la formazione crea valore per la cooperazione e i suoi lavoratori, quando un Fondo Interprofessionale come Fon.Coop dimostra di saper rispondere alle molteplici esigenze di sviluppo e di competitività dell’economia sociale con specifiche politiche di indirizzo e di finanziamento delle attività formative. Sono questi, in estrema sintesi, i temi presentati nel volume La formazione continua nella cooperazione. Le politiche e le attività di Fon.Coop: valori, risultati, prospettive uscito a fine 2015 per le edizioni Il Mulino, nella collana “Storia e studi cooperativi” del Centro italiano di documentazione sulla cooperazione e l’economia sociale. I saggi dei due curatori del libro, Marco Ruffino, docente dell’Università di Bologna, e Paolo Venturi direttore di Aiccon presentano un’analisi dell’universo cooperativo e del non-profit dal punto di vista delle prospettive formative sul quale poi è misurato il posizionamento e l’azione di Fon.Coop. In particolare l’analisi di Venturi, insieme a Sara Rago, sui dati 2001-2011 del censimento Istat sul mondo dell’economia sociale fanno emergere quelle caratteristiche generali che Marco Ruffino, nella sua analisi dei dati di Fon.Coop, può assumere per contestualizzare le politiche del Fondo e le risposte ottenute. tamenti delle imprese non solo offrendo finanziamenti congrui e servizi personalizzati, ma anche stimolando le attività più innovative e portatrici di cambiamento. Proprio sul lato dell’innovazione, un termine che accomuna i due saggi è morfogenesi, intesa come capacità di evolversi differenziando le proprie specificità interne. Venturi e Rago scrivono: “… la scelta strategica effettuata da molte cooperative di esplorare nuovi settori di attività diversi da quelli in cui finora avevano operato e che si ripercuote anche nelle caratteristiche strutturali e nelle forme assunte da tali soggetti imprenditoriali (morfogenesi)”. Questo avviene in particolare nello specifico della cooperazione sociale, ove si osserva un’apertura “ad ambiti operativi inesplorati, seppur già pre-esistenti ed in precedenza coperti da altre forme di imprenditorialità […] cui ne consegue un riadattamento organizzativo e settoriale”. Q Venturi e Rago individuano nei dati Istat la tradizionale funzione anticiclica dell’economia sociale correlata alla capacità di innovare e dare risposta ai bisogni dei cittadini. Il saggio Marco Ruffino mostra come la naturale propensione alla formazione dell’economia sociale sia stata governata dal Fondo, che ha inciso sui compor- AGCI / Febbraio 2016 / 26 Dall’analisi di Ruffino i fenomeni di morfogenesi si verificano soprattutto nella cooperazione sociale, che rappresenta circa il 43% delle aderenti, dislocate tradizionalmente nei settori dei servizi alle persone e alle imprese, ma anche in agricoltura, nei trasporti, nella ristorazione. Su questo Ruffino a riguardo scrive: “Siamo dunque in presenza di una capacità innovativa non teorizzata ma direttamente praticata anche da parte di soggetti di non rilevante dimensione, non omogeneamente sostenere l’innovazione ed il riposizionamento con specifiche politiche di finanziamento della formazione e la sua presenza nella cooperazione e nell’economia sociale potrà diventare sempre più incisiva e diffusa. Da segnalare infine il saggio di Carlo Scarzanella, presidente del Fondo dal 2012 al 2015, che approfondisce il contesto normativo nel quale opera Fon.Coop in quanto Fondo Interprofessionale e AGCI / Febbraio 2016 / 27 analizza il ruolo dei Fondi nel sistema della Formazione Continua. Anche alla luce degli ultimi accadimenti, che sembrano attribuire ai Fondi la natura di organismi di diritto pubblico da parte di alcune autorità pubbliche, il saggio offre una base chiara per comprendere la complessità nella quale i Fondi hanno operato ed operano, sottolinea la loro specificità di organismi posti tra Stato e Mercato, e propone una serie di riflessioni per le azioni future. Formazione diffusa ma con esiti aggregati significativamente evidenti alla rilevazione statistica. Sono terreni e processi che spontaneamente interrogano Fon.Coop, aprendo potenziali spazi di allargamento del proprio ruolo, in un inedito rapporto di valore fra «morfogenesi» (come supportare il cambiamento) ed «omeostasi» (qui nel positivo significato di garanzia del mantenimento dell’equilibrio fra eguaglianza ed equità). Il Fondo ha dato prova di saper PROGETTO BRICKS IL CONSORZIO MEUCCIO RUINI PROMUOVE IL FORMATORE DI CANTIERE: UN NUOVO FORMATORE PER UNA NUOVA MODALITÀ FORMATIVA Formazione Micaela Di Gennaro ra i vari profili presi in considerazione dal progetto BRICKS, viene introdotta la figura del Formatore di Cantiere, ovvero colui al quale è affidata la formazione degli addetti direttamente nel cantiere sulla base dell’Assisted On the Job Training (AOJT) metodologia che si avvale delle nuove tecnologie e-learning per l’integrazione del supporto teorico. Per Formatore di Cantiere si intende un profilo preposto ad aumentare e omogeneizzare il livello professionale degli addetti in modo da ottenere risultati sempre più in linea con le esigenze produttive e con un contesto competitivo e in rapida evoluzione. Il Formatore di Cantiere (di seguito FdC), affianca il lavoratore in collaborazione con i Responsabili Preposti presenti, astenendosi dal fornire disposizioni operative dirette al personale discente, presente all’interno del cantiere stesso. Sostanzialmente egli svolge il suo ruolo sulla base delle sue competenze specialistiche ed effettuando il coaching di discenti “sul campo” (il cantiere), assistito dall’uso qualificato di mezzi formativi oggi molto diffusi (e-learning, CBT, evidenze esistenti in Rete in materia, filmati, ecc.). Si tratta della ri-visitazione del tradizionale “on the job training” (OJT) che è stato aggiornato grazie all’ausilio delle nuove tecnologie, proponendo un modello, snel- T lo, flessibile che mantiene i vantaggi dell’OJT, in particolare, l’imparare “facendo”, tramite un feedback continuo con il docente e li integra con un supporto teorico adeguato grazie alla disponibilità dell’e-learning. A ciò si aggiunge che, l’accesso rapido all’intero mondo Web, consente ai più motivati, ampie possibilità di confronto con altre esperienze, la ricerca di novità e aggiornamenti sulle metodologie e tecniche impiegate e, non ultimo, l’accesso a Forum specifici dove confrontare le proprie esperienze con altri. Il profilo del Formatore di Cantiere Normalmente, il FdC è una risorsa dell’Azienda che, oltre alle mansioni che lo coinvolgono direttamente nello sviluppo del Cantiere, svolge il ruolo aggiuntivo di Formatore. Tali competenze supplementari, che ne arricchiscono il profilo rispetto ad un addetto aziendale tradizionale del settore, consistono nella: – Capacità di individuare le ripercussioni delle tecnologie che attengono all’impiantistica energetica e all’ambito edilizio sugli aspetti energetici e ambientali e nell’ambito lavorativo specifico, con particolare riguardo ad una visione e comprensione del “Sistema/Edificio/Impianto” e dei sottosistemi che lo costituiscono. – Capacità di operare secondo le regole dell’arte nel settore della AGCI / Febbraio 2016 / 28 tecnologia specifica di sua competenza. – Capacità di individuare ed applicare le disposizioni di legge in materia di sicurezza sul lavoro. – Capacità di coaching, in termini di affiancamento e supporto degli allievi lungo il percorso di sviluppo delle prestazioni proprie e altrui, con capacità di variare le azioni formative a seconda delle esigenze e delle risposte del singolo allievo, facendo in modo che l’allievo “impari operativamente” con un processo di monitoraggio dell’apprendimento e feedback continuo. – Capacità di saper gestire e sorvegliare attività esposte a cambiamenti imprevedibili. – Capacità di valutare l’allievo alla conclusione del percorso anche in termini di conoscenze, abilità e prestazioni. In conclusione si può affermare che il FdC rappresenta per le Aziende un investimento, anche significativo, ma che può essere ripagato con la maggiore qualità ed adeguatezza delle risorse impiegate e con un risparmio complessivo derivante dalla riduzione degli interventi correttivi e dall’aumento della qualità del prodotto finale. C.R.eS.C.O UN PROGETTO PER PROMUOVERE LA QUALITÀ E INNOVARE LE COMPETENZE COMPLESSIVE DELLE STRUTTURE PER L’INFANZIA Formazione Marieli Ruini l Consorzio Meuccio Ruini in risposta all’avviso 25 di FonCoop, “Piani formativi aziendali concordati settoriali”, ha presentato un progetto, in procinto di essere avviato, dal titolo “Comunicazione, Relazione e Sostegno alla Crescita e all’Organizzazione” (C.R.eS.C.O) dedicato alle cooperative AGCI del settore sociale. Quest’ultimo, riveste per il mondo della cooperazione un’importanza particolare essendo uno dei più consistenti in senso quantitativo poiché impegna il 18% delle cooperative e il 23% del totale degli addetti e anche perché l’attenzione al sociale rispecchia nella misura maggiore i valori di partecipazione, democrazia e mutualità della cooperazione. In tale ambito gli asili nido e le scuole d’infanzia rappresentano uno dei focus cruciali e maggiormente degni di attenzione poiché il nido è il primo e più complesso ambiente extra-familiare che il bambino incontra nella sua vita. Consapevole di quanto oggi sia necessario investire a livello organizzativo sul piano della comunicazione, delle relazioni con le famiglie e della interculturalità e sullo sviluppo delle competenze specialistiche del personale dipendente, il Consorzio Meuccio Ruini ha realizzato un Piano formativo innovativo che fornisce un supporto complessivo ai vari ruoli professionali delle Cooperative aderenti al progetto, promuovendone sia il miglioramento organizzativo, sia l’aggiornamento delle I competenze specialistiche degli educatori. Il progetto C.R.eS.C.O, infatti, non è solo formazione, comprende anche altre attività indirizzate a migliorare globalmente la qualità dei servizi forniti. In particolare la prevista azione di ricerca sarà fondamentale per comprendere la valenza innovativa dell’offerta educativa sul mercato italiano e dei nuovi metodi che meglio possono rispondere alle esigenze dei bambini e delle famiglie. Tale base euristica supporterà lo sviluppo dei percorsi formativi che rispecchiano l’offerta di servizi delle strutture nido/scuola per l’infanzia a 360°, cioè comprendendo formazione e aggiornamento delle competenze sia rispetto alla gestione organizzativa sia rispetto ai modelli e strumenti educativi, inclusa una più ampia prospettiva di potenziali finanziamenti sia a livello nazionale che europeo. Le attività avranno luogo in 7 regioni: Lombardia, Lazio, Abruzzo, Campania, Basilicata, Calabria, e Sicilia. Le cooperative beneficiarie del progetto appartengono allo stesso ambito educativo/formativo per l’infanzia e mostrano stili consolidati, accomunati da una costante attenzione alle dinamiche interne e alla qualità del rapporto con le persone. L’iniziativa, della durata di 1 anno, si concluderà con l’organizzazione di una conferenza nazionale dedicata a favorire il dialogo e la conoscenza dei risultati raggiunti, che avrà luogo a Roma con un alto livello di coinvolgimento istituzionale. AGCI / Febbraio 2016 / 30 Obiettivi generali di C.R.eS.C.O Fornire competenze aggiornate ai ruoli manageriali e di coordinamento per promuovere il cambiamento nella gestione organizzativa e la qualità del servizio; Fornire competenze aggiornate agli educatori per relazionarsi in maniera efficace con i colleghi, i genitori, i bambini; Fornire conoscenze per individuare le opportunità di sviluppo e crescita d’impresa legate ai piani nazionali, territoriali ed europei. Il 9 febbraio scorso a Roma, presso il Senato della Repubblica, i primi firmatari senatori del Pd Massimo Caleo e Stefano Vaccari hanno presentato alla stampa il disegno di legge dal titolo “Disposizioni per il contrasto delle false cooperative”, sottoscritto da altri 34 colleghi di Pd, Ala, Ap, Autonomie, Misto.Alla conferenza stampa, che si è tenuta presso la sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama, hanno partecipato, accanto ai firmatari: Rosario Altieri, presidente nazionale Alleanza Cooperative Italiane e AGCI; Mauro Lusetti, presidente nazionale Legacoop e copresidente nazionale dell’Alleanza; Maurizio Gardini, presidente Nazionale Confcooperative e copresidente nazionale dell’Alleanza. Presenti anche i “Conoscere per decidere, decidere per innovare” Corso di cultura politica per giovani imprenditori AGCI, in collaborazione con la Fondazione Giovanni Spadolini “Nuova Antologia”, sta organizzando un Corso di cultura politica rivolto ai giovani imprenditori dal titolo “Conoscere per decidere, decidere per innovare”. A breve sarà pubblicato il programma dell’iniziativa, ma sin da ora è possibile richiedere informazioni al riguardo all’indirizzo di posta elettronica [email protected] Servizio Civile AGCI Lavorare con e per gli altri: l’esperienza di Ilaria Lulli, 19 anni, studentessa Dopo aver sostenuto il colloquio ed essere risultata idonea, ad ottobre 2015 ho iniziato la mia esperienza di servizio civile presso la cooperativa Ludus. Questa struttura si occupa di offrire una serie di servizi inerenti all’infanzia ed alla famiglia, cercando di stimolare la ricerca di soluzioni flessibili ed innovative in campo educativo per migliorare la qualità della vita quotidiana AGCI / Febbraio 2016 / 31 AGCI Attualità AGCI Iniziative AGCI Notizie AGCI Appuntamenti ALLEANZA COOPERATIVE Presentato in Senato DDl contro false cooperative direttori Filippo Turi (AGCI) e Giancarlo Ferrari (Legacoop), Vincenzo Mannino (Segretario Generale Confcooperative), Carlo Scarzanella componente Ufficio di Presidenza Alleanza e Presidenza AGCI, Stefania Serafini Responsabile Progetti di Rete Legacoop. Il Presidente Altieri, auspicando una rapida approvazione del provvedimento, ha ringraziato i senatori firmatari per la tempestività con la quale hanno raccolto il “grido di dolore” degli oltre 100mila cittadini firmatari della petizione popolare e che hanno ritenuto assurde le accuse rivolte alla buona cooperazione. “Un grido di dolore che riguarda il Paese intero e non solo la cooperazione, che rappresenta una forma di impresa fondamentale sia sul versante economico, sia su quello dell’inclusione e della socialità. Difendiamo dunque una realtà che assicura inclusione, una realtà produttiva che non delocalizza, non trasferisce capitali e lavoro, che cresce e fa crescere insieme a sé il proprio territorio. Il ruolo sociale della cooperazione - ha concluso Altieri - è fondamentale per un futuro in cui non solo cresca la ricchezza ma si realizzi una distribuzione più equa della stessa”. delle famiglie e recuperare i valori delle relazioni parentali. Grazie al servizio civile ed al progetto “Cresciamo insieme sul territorio”, a cui sto partecipando, sono riuscita a comprendere cosa vuol dire “lavorare con e per gli altri”, aiutandosi a vicenda e cercando insieme di raggiungere gli obiettivi predisposti. Lavorare e mettersi a disposizione dei bambini, a mio parere, è uno dei lavori più stimolanti e belli che si possa intraprendere, grazie al quale, dopo tanta fatica, si ottengono molte soddisfazioni. Bisogna saper condividere con le altre colleghe gioie, soddisfazioni, ma anche problemi e dispiaceri perché, solo provando a risolverli insieme, si può raggiungere un risultato soddisfacente e concreto. Prendersi cura del prossimo in generale ed assumersi delle responsabilità nei suoi confronti permette di crescere, migliorarsi e, a mio avviso, completarsi come persone. Essendo a metà del mio percorso, posso riconoscere che ho ancora tanto da imparare ma posso inoltre dire che, comunque, le esperienze fino ad oggi maturate mi hanno fatto crescere ed avere una visione più ampia su quello che potrà essere il mio lavoro futuro.