COMUNICATO STAMPA - FONDAZIONE CITTà ITALIA
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COMUNICATO STAMPA - FONDAZIONE CITTà ITALIA
COMUNICATO STAMPA Il restauro L’Ascensione, il Giudizio Universale e la Pentecoste costituiscono il trittico del Beato Angelico oggetto di questo restauro. Si tratta di un dipinto realizzato a tempera ad uovo su tavola (in Pioppo) intorno alla metà del XV secolo. Il restauro di quest’opera è stato lungo (circa un anno e mezzo) ed eseguito interamente al microscopio I motivi che hanno spinto la Soprintendenza ad affrontare questo intervento sono stati: 1. Importanti e diffusi sollevamenti degli strati pittorici dal supporto, che in passato fu irreversibilmente danneggiato da agenti xilofagi; 2. Una fessurazione verticale di parte del Giudizio Universale, danno riconducibile ad una vecchia cornice “costrittiva” e non rispettosa dei fisiologici movimenti del supporto; 3. Lacune degli strati pittorici, perdita di alcune stesure pittoriche e di molti particolari originali delle dorature a missione; 4. Vistose alterazioni dell’immagine e della cromia del dipinto dovute a passati interventi di restauro: - strati soprammessi di vernice di protezione, non originale, ossidata; - i fondi oro a guazzo (Ascensione e Mandorla del Giudizio Universale) deturpati da costellazioni di rattoppi in oro troppo visibili e applicati sull’originale nascondendo le incisioni originali sull’oro puro della raggiera; - Una ripresa pittorica, alterata e soprammessa alla pittura originale, lungo tutto il perimetro delle tre tavole (particolare sul Giudizio Universale) nascondeva in effetti le incisioni originali dell’Angelico per delimitare l’area dipinta e ampliando la raffigurazione di circa 6 mm, completando dettagli come volti, aureole, panneggi e parte della vegetazione del terreno nel Giudizio Universale e dell’architettura nella Pentecoste; - diffuse ed alterate integrazioni pittoriche ovunque sulle superfici del trittico, in corrispondenza di stuccature e abrasioni; - integrazioni delle decorazioni in oro a missione con porporina alterata - presenza di uno strato grigio di natura proteica, fortemente alterato, sottostante lo strato di vernice di protezione non originale. Per cause ancora non bene identificate le tre tavole sono costellate da piccole e diffuse deformazioni e infossamenti della superficie pittorica, imputabili forse a colpi accidentali. Le indagini scientifiche svolte, tutte di tipo non invasivo (dall’Enea di Roma e dalll’IFAC-CNR di Firenze che avevano già eseguito diversi studi sulle opere dell’Angelico come sul Tabernacolo dei Linaioli) sono state: - indagine radiografica eseguita (ENEA) per avere alcune informazioni sulle condizioni conservative e costitutive del supporto strati pittorici e tecnica artistica - indagini alla fluorescenza X, analisi XRF(Enea) per informazioni su alcuni degli elementi costitutivi degli strati pittorici, - indagine alla Spettroscopia di Riflettanza (Fiber Optic Reflectance Spetctroscopy) (IFAC-CNR) per individuare alcuni dei pigmenti della tavolozza del pittore Esse hanno dato un grande contributo allo studio delle condizioni conservative dell’opera ed alla tecnica artistica impiegata dall’Angelico. Schematicamente l’intervento è consistito in: 1) operazione di consolidamento localizzato dei microsollevamenti, sollevamenti e distacchi degli strati pittorici dal supporto (operazione lunga e ripetuta a causa dei vuoti della materia lignea, sotto lo strato preparatorio, causati dalle vecchie gallerie dei tarli); 2) operazione di ricongiungimento della sconnessione delle due assi del Giudizio Universale (in corrispondenza della fessurazione) ed incollaggio della sconnessione stessa; 3) operazione di pulitura al microscopio che ha interessato il graduale assottigliamento e rimozione selettiva di: - strato di vernice di restauro ossidata; - molti ritocchi cromaticamente alterati e debordanti l’originale - strato grigio di natura proteica presente sotto la vernice di restauro; - rimozione dei deturpanti rattoppi in foglia oro applicati a missione (di antichi interventi) sulla doratura a guazzo originale dei fondi dell’Ascensione e sulla mandorla del Cristo del Giudizio Universale; - rimozione meccanica a bisturi del solo rifacimento perimetrale più recente ed il relativo strato di gesso presente esternamente all’incisione che debordava l’originale e copriva il rifacimento più antico che è stato invece mantenuto; La fase di pulitura è stata monitorata con lampada di Wood, permettendo inoltre di visualizzare parte di una vernice molto antica, presumibilmente originale, ovviamente mantenuta. Alcune ridipinture antiche che si trovavano in corrispondenza di mancanze, sono state anch’esse mantenute (es:. nel Giudizio Universale parte dell’impugnatura d’oro, parte della spada stessa del San Paolo e alcune decorazioni in oro a conchiglia presenti sulla veste del Cristo). La delicatezza dell’opera, il suo cattivo stato conservativo e la ricchezza delle rifiniture in oro hanno sostanzialmente allungato i tempi di lavoro. La fase di presentazione estetica dell’intervento si è articolata in: - stuccatura a livello delle piccole mancanze e in corrispondenza delle vecchie stuccature non completamente rimosse in quanto ancora idonee; reintegrazione pittorica delle stuccature a selezione cromatica con colori ad acquarello e velature con colori a vernice; - stesura sulla superficie di un velo di protettivo finale In considerazione delle condizioni conservative dell’opera, dipinta su un supporto che fu in passato assottigliato (dell’esiguo spessore di un centimetro) ed indebolito dagli agenti xilofagi, è d’obbligo per la manutenzione di quest’opera il controllo assoluto delle condizioni termoigrometriche. Il restauro del trittico si è svolto in due fasi temporali; il primo intervento, grazie al contributo del Comitato Nazionale per i 550 anni della morte del Beato Angelico, ha previsto il restauro complessivo delle due tavole laterali dell’Ascensione e della Pentecoste e di un primo intervento conservativo (fermatura dei sollevamenti e della fessurazione) sul Giudizio Universale per la presentazione del dipinto alla mostra Beato Angelico l’alba del Rinascimento ai Musei Capitolini (anno 2009). Successivamente, con il contributo della Fondazione CittàItalia, si è effettuato il restauro della tavola centrale del Giudizio Universale. Roma, 6 aprile 2012 Elisabetta Zatti [email protected] [email protected]