Apprendistato cognitivo

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Apprendistato cognitivo
Apprendistato cognitivo
Si tratta di apprendere a fare ciò che non si sa fare facendolo. Questa affermazione ci permette di
introdurre la metodologia dell’apprendistato cognitivo.
L'apprendistato
cognitivo (cognitive
apprenticeship)
è
una
metodologia didattica sviluppata
dai
ricercatori americani Allan Collins, John Seely Brown e Susan Newman, sostenitori della teoria pedagogica
del costruttivismo sociale. Si tratta di una proposta di organizzazione delle attività didattiche che riprende i
principi dell'apprendistato tradizionale, della cosiddetta "bottega artigiana" di un tempo, della didattica basata
sulle competenze, della "concettualizzazione della pratica" e si concretizza in un approccio che riserva
maggiore attenzione agli aspetti metacognitivi e ai diversi contesti di applicazione del processo di
apprendimento.
Il modello dell'apprendistato cognitivo nasce dalla constatazione del fallimento della scuola tradizionale,
che non consente agli studenti una piena padronanza degli utensili cognitivi che essa introduce: si tratta di
realizzare un'integrazione tra i caratteri della scuola formale e dell'apprendistato, dominante in tutte le
società prima dell'avvento della scolarizzazione.
L'apprendistato tradizionale impiega quattro importanti strategie per promuovere la competenza esperta:
1. modeling (l'apprendista osserva e imita il maestro che dimostra come fare);
2. coaching (il maestro assiste continuamente secondo le necessità: dirige l'attenzione su un
aspetto, dà feedback, agevola il lavoro);
3. scaffolding (è un aspetto particolare del coaching: il maestro fornisce un appoggio
all'apprendista, uno stimolo, pre-imposta il lavoro, ecc.);
4. fading (il maestro elimina gradualmente il supporto, in modo da dare a chi apprende uno spazio
progressivamente maggiore di responsabilità).
L'apprendistato cognitivo si differenzia dall'apprendistato tradizionale per la maggiore attenzione alla
dimensione metacognitiva, agli aspetti del controllo e alla variazione dei contesti di applicazione. Si
introducono allora altre strategie, quali: articolazione (si incoraggiano gli studenti a verbalizzare la loro
esperienza); riflessione (si
spinge
a
confrontare
i
propri
problemi
con
quelli
di
un
esperto); esplorazione (si spinge a porre e risolvere problemi in forma nuova).
Definizione di apprendistato cognitivo
L'apprendistato è una pratica formativa che consiste nella partecipazione alle attività proprie di contesti
lavorativi. Nel caso di una formazione sul lavoro all'interno di un apprendimento tecnico-professionale le
diverse modalità sono previste dal progetto educativo dell'istituzione educativa di appartenenza. Un novizio
che si avvia ad imparare un mestiere, una professione, una pratica è in una posizione di "partecipazione
periferica legittimata", ma la sua posizione diviene sempre più centrale quanto più l'esperienza e la
partecipazione gli consentono di sviluppare abilità e conoscenze, cioè competenza. Collins, Brown e
Newman rivalutano i processi di modeling/coaching/scaffolding/fading, propri di un percorso di
apprendistato, ai quali associano una intensa attività di riflessione e concettualizzazione su quanto si fa e
si impara.
A cura di F.Q.
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L'apprendistato
cognitivo
si
rifà,
per
alcuni
aspetti,
ai
concetti
espressi
da Lev
Semënovič
Vygotskij sull'interiorizzazione e sulla zona di sviluppo prossimale, concetti che indicano quanto nel
processo di apprendimento dell'individuo siano rilevanti l'interazione con gli altri e l'aiuto degli altri. Lo
sviluppo delle funzioni cognitive più complesse in un individuo emergono, secondo l'apprendistato cognitivo,
con la collaborazione di individui "esperti", che fungono per il soggetto come modelli: l'esperto esibisce la
propria prestazione, guida, orienta e conduce l'apprendista verso nuove competenze. Il modellamento
(modeling) permette all'apprendista di appropriarsi di saperi e procedure utili a situazioni specifiche o più
largamente a contesti sociali e di realizzare quella che viene definita: partecipazione guidata. Il concetto
di partecipazione guidata, secondo Barbara Rogoff, sostanzia il processo educativo come atto reciproco in
cui l'alunno, l'apprendista, acquisisce conoscenze attraverso la collaborazione con il tutor e attivamente
contribuisce alla risoluzione di problemi muovendosi all'interno di contesti di interazione casuali e informali.
Il funzionamento cognitivo si modifica giorno per giorno grazie ai rapporti di apprendistato, che consistono in
allenamenti e assistenza da parte dell'esperto (coaching); in un sostegno e appoggio continuo attraverso
indicazioni e feedback (scaffolding); in una graduale riduzione dell'assistenza (fading) man mano che
l'apprendista diviene più competente ad articolare ciò che sta svolgendo e ad esporre a voce alta
l'esperienza di cui ha maturato consapevolezza; in una riflessione ponderata sulle sue prestazioni e nel
confronto di queste con quelle dei pari o degli esperti, confronto che potenzia le abilità di autocorrezione e di
autoregolazione; infine, nell'esplorare e risolvere problemi in maniera autonoma e scegliendo percorsi e
soluzioni nuove.
Un esempio di apprendistato cognitivo sono le comunità di pratica, contesti di apprendimento basati sulla
condivisione, collaborazione e aiuto reciproco in cui si genera conoscenza. In esse l'apprendente matura
quella particolare energia psichica che sostiene il processo di apprendimento, la motivazione, soprattutto se
le situazioni di problem solving a lui prospettate sono reali. Le modalità sociali e di apprendistato in tali
ambienti di apprendimento si sono sviluppate maggiormente con l'avvento delle tecnologie multimediali.
L'interazione che si intesse è tra gli esperti, gli apprendisti e gli strumenti tecnologici culturalmente
determinati. La conoscenza è distribuita tra le persone, le fonti di informazioni, i dati raccolti, le tecnologie
che ne sostengono l'organizzazione, tra gli interlocutori, esperti e pari, con cui si comunica.
Elementi che sostengono l'apprendistato cognitivo
Contesto
Il contesto è il luogo dove si sviluppano i processi cognitivi, si stabiliscono interazioni sociali e si genera la
conoscenza situata tipica degli ambienti di apprendistato.
Incapsulamento dell'apprendimento
Fenomeno che limita e circoscrive gli apprendimenti scolastici al ristretto ambito della scuola e pertanto
produce conoscenze non riutilizzabili. La modalità dell'apprendistato mira al superamento di questa
tendenza e a determinare un sapere critico generalizzato da poter spendere nelle diverse esperienze.
Comunità di allievi
L'apprendistato cognitivo si fonda sull'interazionesociale che crea expertise distribuita tra i vari componenti
della comunità attraverso pratiche collaborative.
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Insegnamento reciproco
È il punto focale dell'apprendistato cognitivo che si determina in virtù del modellamento, dell'assistenza e del
sostegno, sia l'esperto, sia l'apprendente assumono il ruolo di insegnante.
Metodi di insegnamento
Collins, Brown e Newman svilupparono sei metodi da applicare durante le diverse fasi dell'apprendistato
cognitivo;
-
i primi tre (modeling, coaching, scaffolding) sono il fulcro dell'apprendistato e sono legati all'area
cognitiva e metacognitiva;
-
i due successivi (articulation and reflection) sono sviluppati al fine di favorire la tecnica del problem
solving;
-
l'ultimo passo (exploration) è pensato per aiutare a condurre l'apprendista all'indipendenza e per
aiutare ad identificare e risolvere eventuali problemi.
Modeling: Il metodo del Modeling prevede che il maestro illustri e svolga un compito in presenza
dell'apprendista, il quale può così costruire un modello concettuale grazie all'esperienza (per esempio, un
docente di matematica potrebbe illustrare a voce alta ogni singolo passaggio durante lo svolgimento di un
compito, fungendo da modello all'apprendista).
Coaching: Qui, invece, l'esperto osserva i compiti svolti dall'apprendista, dando suggerimenti e feedback
mirati allo sviluppo delle conoscenze e al miglioramento delle prestazioni.Il maestro assiste continuamente
secondo le necessità del ragazzo.
Scaffolding: In questo metodo, vengono strutturate le strategie e i metodi utili all'apprendista per
migliorarne conoscenze e rinforzare l'apprendimento e questo può avvenire per manipolazione, in maniera
attiva o tramite il lavoro di squadra,il maestro fornisce un appoggio all'apprendista, uno stimolo e preimposta
il lavoro.
Articolazione
Questa fase evidenza l'importanza dell'indagine, del pensare ad alta voce e il ruolo critico degli
studenti;attraverso l'indagine, gli insegnanti pongono domande agli studenti per permettere loro di
comprendere meglio il loro grado di conoscenza e per formare migliori modelli concettuali; il pensare a voce
alta, obbliga gli studenti ad articolare i propri pensieri mentre risolvono i problemi.
Gli studenti assumono un ruolo determinante nel momento in cui monitorano il lavoro svolto dai loro colleghi
durante le sessioni di gruppo.
Riflessione
In questa fase l'apprendista ha la possibilità di comparare i propri processi e metodi di problem solving con
quelli di altri esperti o colleghi; un metodo utilizzato è quello di comparare le precedenti performance di
esperti e studenti, sottolineando gli aspetti comuni e quelli distanti, con lo scopo di migliorarsi di volta in
volta.
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Esplorazione
Gli studenti devono risolvere i problemi in autonomia, in forma nuova, inoltre devono essere in grado di
insegnare ai loro colleghi strategie di problem solving.
Gli autori delle ricerche su questo approccio - Collins, A, Brown, J.S, Newman, S.E.- affermano che
l’apprendistato cognitivo mutua dall’apprendistato tradizionale le quattro fasi fondamentali:
1) l’apprendista osserva la competenza esperta al lavoro e poi la imita (modeling)
2) il maestro assiste il principiante, ne agevola il lavoro, interviene secondo le necessità, dirige
l’attenzione su un aspetto, fornisce feedback (coaching)
3) il maestro fornisce un sostegno in termini di stimoli e di risorse, reimposta il lavoro (scaffolding)
4) il maestro diminuisce progressivamente il supporto fornito per lasciare via via maggiore autonomia e
un crescente spazio di responsabilità a chi apprende (fading).
Nell’apprendistato cognitivo a queste strategie di base se ne affiancano altre che danno maggior rilievo
ai processi cognitivi e alle strategie metacognitive.
1) si incoraggiano gli studenti a verbalizzare (pensare a voce alta), come ha fatto precedentemente il
docente come modello, mentre realizzano l’esperienza;
2) li si induce a confrontare i propri problemi con quelli di un esperto, facendo così emergere le
conoscenze tacite (facilitazione procedurale)
3) li si spinge ad esplorare, porre e risolvere i problemi in forma nuova.
In questo modo anche lo studente più debole si mette alla prova cimentandosi in contesti non minacciosi
per il Sé e sperimentando progressivamente la propria autoefficacia. In questo modo egli inoltre è condotto
ad assumere in proprio la regolazione dei suoi processi cognitivi.
C’è da aggiungere che nell’apprendistato cognitivo la classe è una comunità che apprende.
Tutti,
insegnanti
e
allievi,
assicurano
una
responsabilità
congiunta
di
apprendere
e
insegnare reciprocamente.
Risulta chiaro che questo metodo si inscrive a pieno titolo all’interno dell’approccio socioculturale
vigotskiano.
Va sottolineato il collegamento tra l’apprendistato cognitivo e l’acquisizione delle competenze. In altre parole
la modalità interattiva dell’apprendimento sottolineata da Vygotskij, a livello socioculturale,
viene
confermata dalle neuroscienze.
Nell’apprendistato cognitivo il docente esplicita i processi del suo pensiero (pensa a voce alta), sia quelli
cognitivi, sia quelli metacognitivi, mentre cerca e trova il senso o la polisemia dei testi che propone
attraverso la sua lettura, mentre imposta la procedura pertinente e complessa di un testo scritto, mentre
trova il bandolo nella traduzione dei testi di greco o di latino, mentre esplicita le connessioni e i processi
soggiacenti al ragionamento matematico o geometrico nella esplorazione delle varie situazioni
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problematiche, ecc. Risulta pertanto ovvio che sono i docenti che per primi devono padroneggiare i processi
mentali che stanno sollecitando, processi che invece spesso rimangono taciti e non espressi perché affidati
a procedure automatizzate.
Sono i docenti universitari disciplinaristi che devono conoscere ed insegnare ai futuri docenti la loro
disciplina scorporandone ed evidenziandone i processi mentali implicati.
Successivamente a turno saranno gli allievi ad essere messi alla prova con la medesima prassi,
naturalmente su compiti diversificati ma simili, finché l’abitudine ad esternare processi cognitivi e
metacognitivi sarà consolidata e finché la competenza, che sappiamo si acquisisce “facendo”, quando
ancora non si sa fare, un pò alla volta si rafforzerà anche di fronte all’imprevisto.
Da notare che tutti, allievi e docente, insegnano, man mano che le competenze affiorano. Si parla, infatti,
di insegnamento reciproco.
L’aspetto che piacerà meno ai fautori della scuola selettiva e classista, costruita sui vecchi parametri
gentiliani, che al tempo di Gentile però aveva una giustificazione, è che in questo modo le competenze
verranno acquisite anche dai soggetti più fragili.
Verificare operativamente che si sta apprendendo è, infatti, la più forte molla motivazionale.
Bibliografia
•
Collins A., Brown J. S., Newman S. E., Cognitive apprenticeship: Teaching the craft of reading, writing
and mathematics (Technical Report No. 403). BBN Laboratories, Cambridge, MA. Centre for the Study
of Reading, University of Illinois. Gennaio 1987
•
Collins A., Brown J. S., Newman S. E., L'apprendistato cognitivo, per insegnare a leggere, scrivere e a
far di conto, in C. Pontecorvo et al., 1995, pp. 181-231.
•
Aziz
Ghefaili, Cognitive
Apprenticeship,
Technology,
and
the
Contextualization
of
Learning
Environments. Journal of Educational Computing, Design & Online Learning, Vol. 4, autunno 2003.
•
Pontecorvo C. Dinamiche dell'innovazione a scuola in A. Talamo (a cura di) Apprendere con le nuove
tecnologie, La Nuova Italia, Firenze, 2000
•
Rogoff B., "Imparando a pensare. L'apprendimento guidato nei contesti culturali", Cortina, Milano, 2006.
•
R. Gagliari, M. Gabbari, A. Gaetano "La Scuola con la LIM",La strategia dell'apprendistato cognitivo:
Teoria ed esempi didattici,Editrice La Scuola, Brescia, 2010.
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