La rosa nera | L`informazione libera
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22/03/2011 La rosa nera | L'informazione libera Numero 18 del 15/03/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO martedì 22 marzo Precipita F15 Usa, salvi i due piloti Gheddafi assedia Misurata: 40 morti. Leggi... Editoriale Mostra 0 | 5 | 10 | 15 Articoli Ultimo Articolo Tutti gli Articoli L’estremismo islamico è una invenzione di Gheddafi? Fini recita nei panni del padrino don Mariano, su testo di Sciascia ne ” Il giorno della civetta” La sinistra ha trattato con Gheddafi prima del Cavaliere (la differenza sta nei risultati ottenuti) L’avanzata delle forze di Muammar Gheddafi continua, destinazione Bengasi, mentre il colonnello mostra in tv un ribelle pentito... Sport Tag Mostra Siamo patetici! Berlusconi come Calimero! 0 | 5 | 10 | 15 Articoli Ultimo Articolo Tutti gli Articoli Il Napoli e il numero tre. I numeri dicono “sì” agli azzurri Salernitana: quale il futuro dei granata? Milan – Napoli 3 – 0. Ma è ovvio: è colpa di Lavezzi!!! Reja: «Lazio in Champions? Destino nelle nostre mani» Cavani, Lavezzi e Hamsik; Cannavaro, Campagnaro e Aronica; De Laurentiis, Bigon e Fassone. Il numero tre è ovunque in casa azzurra. Politica Mostra Tag Lavezzi squalificato 3 giornate: Tosel ne combina un’altra 0 | 5 | 10 | 15 Articoli Ultimo Articolo Tutti gli Articoli Nucleare, tre italiani su quattro dicono “no” alle nuove centrali Il dietrofront del Veneto “Festeggiamo il tricolore” Il campione intervistato dalla Gnresearch mostra una forte ostilità ai progetti del governo e si dice pronto a votare di conseguenza al referendum http://www.larosanera.it/ Tag Nuovo soccorso dell’IDV al Cavaliere Tesi di dottorato copiata, Guttenberg si è dimesso Siamo proprio sicuri che il Cavaliere non è lui il nuovo capo dell’Anello di Andreotti? 1/4 22/03/2011 La rosa nera | L'informazione libera Ritrovaci su Facebook Attualità Mostra 0 | 5 | 10 | 15 Articoli Ultimo Articolo Tutti gli Articoli Giappone: una nuova Chernobyl? Sos Nasa: gli alieni sono tra noi. Hoover scopre fossili microscopici extraterrestri Ennesima esplosione ieri a Fukushima. Il rischio radiazioni si fa più concreto. Germania e Spagna fanno passi indietro sul nucleare Dipendere affettivamente La Nera Mostra La Rosa Nera Tag Ti piace. Non mi piace più La Rosa Nera Il nuovo editoriale de "La Rosa Nera". L’estremismo islamico è una invenzione di Gheddafi? | La rosa nera www.larosanera.it L'informazione libera Lampedusa: la nuova terra promessa Buon compleanno YouTube! 15 marzo alle ore 21.56 La Rosa Nera Il nuovo editoriale di Sport a cura di Marco Branca 0 | 5 | 10 | 15 Il Napoli e il numero tre. I numeri dicono “sì” agli azzurri | La rosa nera www.larosanera.it L'informazione libera Articoli Ultimo Articolo Tutti gli Articoli Tag Emergenza migranti, Regioni in campo “Pronte ad accoglierne 50mila” Il Mostro di Firenze, un anatema che uccide 15 marzo alle ore 21.55 Stop alla violenza su bambini A 135 persone piace La Rosa Nera. Frana a Reggio Calabria, un morto La famiglia che uccide Per il ministro dell'Interno Roberto Maroni: "Si tratterà di una distribuzione con un numero realistico" Luana S av erio A ntonella E nrica V incenzo E rnesto M ario A gata V incenzo M arco P lug-in sociale di F acebook La Rosa Mostra 0 | 5 | 10 | 15 Articoli Ultimo Articolo Tutti gli Articoli Donna e cellulite: una lotta continua tra diete e trattamenti estetici L’8 marzo delle donne: il mito delle origini Natalie Portman, attrice e mamma da Oscar Tumore utero ed ovaio, le donne li confondono La cellulite è un problema per molte donne. Numerose le terapie da poter seguire per combatterla Piano e Forte Mostra Tag Festival di Sanremo: le sue donne, da vallette a conduttrici 0 | 5 | 10 | 15 Articoli Ultimo Articolo Tutti gli Articoli R.E.M. Collapse Into Now Ludwig, che passione! Nuovo disco per la band di Athens, tra attese, conferme, collaborazioni eccellenti e passi falsi Scurdammoce o’ passato! 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Notizie Flash Un mistero tinto di musica Piano e Forte Il fantasma vendicativo Politica Luna, stagioni e mesi di nascita influenzano il momento del parto, la possibilità di concepire e la probabilità di contrarre malattie? Who's who | 0 5 | 10 | 15 Ultimo Articolo Tutti gli Articoli Tamara de Lempicka, maestra di trasgressione Eduardo De Filippo Articoli Tag Nikola Tesla: l’oscura morte del “padre dell’elettricità” Le donne guerriere tra storia e leggenda In occasione dell’anniversario della sua morte, avvenuta il 18 Marzo 1980, il Vittoriano espone una delle più complete rassegne sull’arte e sulla vita della controversa pittrice La storia di “Teddy bear”, il peluche più famoso al mondo Mostra Napoli La Rosa Sport Mostra Who's who Tag | 0 5 | 10 | 15 Articoli Ultimo Articolo Tutti gli Articoli Tag 150 anni Unità di Italia, Bolle danza al San Carlo 8 Marzo 2011: lavoro, arte e politica Scampia non è una discarica! Binge drinking: lo sballo prima di tutto Roberto Bolle di nuovo al San Carlo per una serata davvero speciale: la Notte Bianca che celebra i 150 anni dell’Unità d’Italia La guerra dell’acqua Mostra Economia | 0 5 | 10 | 15 Articoli Ultimo Articolo Tutti gli Articoli Accordo Lactalisfondi esteri per la cessione delle quote La tutela del patrimonio ambientale italiano Il colosso francese assesta un duro colpo alla difesa dell'italianità del gruppo di Collecchio: acquisisce il 15,3% del capitale e sale al 29% circa. Annunci Google LINEA DI CONFINE Ansia LINK 2 Tag Benzina, record storico «Tassa» fino a tre euro per prelevare contanti La tutela della salute incide sulle nostre tasche Ansia E Stress Curare L Ansia Ansia Che Fare LINK 3 LINK 4 LINK 5 THE BEATALL Editore: A.C.S.P. C.F. 95094790631 - Registrazione Tribunale di Napoli n. 86 del 26.10.2010 per la diffusione elettronica e cartacea http://www.larosanera.it/ 3/4 22/03/2011 http://www.larosanera.it/ La rosa nera | L'informazione libera 4/4 22/03/2011 L’estremismo islamico è una invenzio… Numero 18 del 15/03/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO L’estremismo islamico è una invenzione di Gheddafi? Sezioni MARTEDÌ, 15 MARZO 2011 19:30 Attualità NESSUN COMMENTO Chi sono i ribelli libici? Che volto hanno? Dove si concentrano? Da diversi giorni si parla di queste persone, si sa che sono accampati ad est del paese e che la loro capitale di riferimento è Beghazi. Gente sconosciuta fino a qualche settimane fa e che ora si trova improvvisamente al centro delle attenzioni dei paesi europei primo fra tutti la Francia che attraverso Nicolas Sarkozy ha riconosciuto ufficialmente la delegazione dei ribelli e il consiglio Nazionale di transizione, l’organo rappresentativo in cui si sono organizzati i ribelli, è stato denominato come unico interlocutore in Libia. Inoltre oggi, una delegazione del Consiglio è stata vista a Parigi da Hillary Clinton, segretario di stato americano. Nel ruolo di leader del Consiglio di transizione è stato eletto Mustafa Abdul Jalil, già ministro della giustizia di Gheddafi. Jalil ha dato le dimissioni il mese scorso a causa “dell’eccesso di brutalità” usata dalle forze del raìs nel reprimere i ribelli. Sulla sua testa pende una taglia di mezzo milione di dinari, circa 410,000 dollari, e poco meno della metà per informazioni utili che possono portare alla sua cattura. Ha confessato che è stato Ghaddafi stesso ha ordinare la strage di Lockerbie del 1988 dove morirono i 270 passeggeri del volo Pan Am 103. Cinema E' vero che? Economia Editoriale La Nera La Rosa Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Sport Who's who Alla vicepresidenza del Consiglio è stato scelto Abdel Hafiz Ghoqa, ex rappresentate di Benghazi presso il governo di Tripoli. Ghoqa è un avvocato specializzato nei diritti umani ed è stato presidente dell’albo degli avvocati. E’ stato arrestato il diciannove febbraio e rilasciato poco dopo. E’ considerato un “ribelle della prima ora” data il suo ruolo all’interno di un gruppo di attivisti democratici che operavano in Libia prima ancora prima dell’inizio delle violenze. Ali Al Issawi è stato un ministro dell’Economia e all’inizio degli scontri ricopriva il ruolo di ambasciatore libico in India, incarico da cui di è dimesso per protestare contro “le violenza impartite ai civili da parte del governo e dei mercenari”. L’ex ministro del Tesoro tentò di dimettersi già nel 2008, gesto che ha reso Issawi molto stimato all’interno del movimento. Nel Consiglio di transizione si occupa di politica estera ed ha fatto parte della delegazione riconosciuta dalla Francia il 10 marzo scorso. Omar al Hariri è il capo militare dell’organizzazione dei ribelli. E’ un uomo della vecchia guardia di Gheddafi, ha partecipato al colpo di stato che portò il raìs al potere nel 1969. Già nel 1975 al Hariri partecipò a un tentativo di colpo di stato, poi fallito, contro il colonnello. Fu inizialmente condannato a morte ma in seguito la sentenza fu rivista ed al Hariri condannato agli arresti domiciliari nella città di Tobruk a est del paese. Ha preso parte al movimento dei ribelli dal loro inizio. L’avanzata delle forze di Muammar Gheddafi continua, destinazione Bengasi, mentre il colonnello mostra in tv un ribelle pentito, ipotizzando per lui e per chi si pente un’amnistia. Dalla loro roccaforte i rivoltosi rispondono che andranno fino alla fine, e la comunità internazionale, così riluttante a riconoscerli come interlocutori, inizia ad aprirsi a missioni diplomatiche alla luce del sole per prendere i contatti. Ma il tempo stringe, le navi cariche di rifugiati sono partite verso l’Italia, una è stata fermata su richiesta del Viminale, ma fonti dicono che in viaggio ce ne sono altre ventuno: e ora che sul campo Gheddafi mostra tutta la sua forza – non l’aveva mai persa, in realtà – la diplomazia deve trovare altri strumenti di pressione. Di certo c’è che l’obiettivo principale è capire chi sono i ribelli, e che cosa vogliono (oltre alla fine del regime di Gheddafi). I segnali sono contraddittori, alcuni chiedono un intervento, come il leader più conosciuto all’estero, l’ex ministro Mustafa Abdul Jalil, altri un sostegno umanitario e militare (armi), tutti guardano all’Europa come interlocutore principale e soprattutto tutti ci tengono a sottolineare – in modo tanto enfatico da risultare quasi sospetto – che al Qaida non c’è in Libia e che l’estremismo islamico è un’invenzione di Gheddafi. Vincenzo Branca Mi piace Di' che ti piace questo elemento prima di tutti i tuoi amici. Edit this entry. This entry was posted on martedì, marzo 15th, 2011 at 19:30 and is filed under Editoriale. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site. Edit this entry. Lascia un commento http://www.larosanera.it/?p=1995 1/2 22/03/2011 L’estremismo islamico è una invenzio… Loggato come webmaster. Esci » INVIA LINEA DI CONFINE LINK 2 LINK 3 LINK 4 LINK 5 THE BEATALL Editore: A.C.S.P. C.F. 95094790631 - Registrazione Tribunale di Napoli n. 86 del 26.10.2010 per la diffusione elettronica e cartacea http://www.larosanera.it/?p=1995 2/2 22/03/2011 Il Napoli e il numero tre. I numeri dico… Numero 18 del 15/03/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO Il Napoli e il numero tre. I numeri dicono “sì” agli azzurri Sezioni MARTEDÌ, 15 MARZO 2011 20:50 NESSUN COMMENTO Tre, il numero perfetto. Il numero divino: Padre, Figlio e Spirito santo. Il numero magico, così come recita una famosa pubblicità “Three is a magic number”. Sembra proprio che teologia, scaramanzia e antropologia conferiscano a questo numero un valore di assoluta importanza. Dal punto di vista esoterico, il numero tre è fondamentale. Si trova sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento, difatti nella Bibbia, le parti del Tempio sono tre così come i figli di Noè, i giorni delle tenebre in Egitto prima dell’esodo e i giorni che Giona visse nella balena. Il triangolo, raffigurazione geometrica del numero tre, rappresenta la nascita, lo zenit, e il tramonto. E quando si parla, di antropologia, scaramanzia, teologia ed esoterismo tutti mischiati in un’unica salsa, come non si può parlare di Napoli (e del Napoli), che fa del sacro e del profano la propria prerogativa? Lavezzi, Cavani ed Hamsik sono tre e rappresentano la triade perfetta, o quasi, che conferisce al Napoli quella forza che attualmente gli consente di essere la terza potenza del campionato. Il numero tre che torna. Tre, come i gol che il Napoli ha rifilato al Parma col ritorno di Lavezzi. Il mosaico che torna a comporsi: da Marekiaro, al Matador e al Pocho. Tre, come le competizioni per cui il Napoli lottava prima che il trio fosse “sciolto” parzialmente dalla squalifica del giudice Tosel a Ezequiel Lavezzi in campionato, e dalle scelte di Mister Mazzarri in Europa League. Un trio che non può essere diviso. Singolarmente ottimi calciatori, ma che quando giocano assieme, si completano, diventano una sola forza. Il segreto del Napoli sono loro. I risultati dimostrano quanto detto: Cavani è secondo in classifica marcatori, il Pocho è terzo nella graduatoria degli assist e Hamsik è uno dei centrocampisti più prolifici del campionato. Ma la cabala del tre non si limita al solo reparto offensivo. Difatti il reparto difensivo composto da TRE difensori, guarda caso, vanta la TERZA miglior difesa del campionato. E come non considerare il pacchetto dirigenziale: De Laurentiis, Fassone e Bigon. Ovvero: presidente, direttore generale e direttore sportivo… ed anche qui il numero torna. Sembra incredibile, ma i numeri dicono proprio così. E come diceva il maestro Tosatti “in una scienza inesatta quale il calcio, l’unico dato inappellab ile, a cui si può dar conto per elab orare statistiche, son proprio i numeri”. E i numeri in questo momento parlano di una squadra terza in classifica, con la terza miglior difesa, composta a sua volta da tre difensori e da un attacco composto dai tre calciatori suddetti. La riflessione viene spontanea: gli azzurri hanno vinto due scudetti ed il terzo sarebbe il raggiungimento del numero perfetto: il numero tre. Che sia questa la stagione per arrivare al mitico numero? Affidiamo a San Gennaro stavolta l’arduo compito di completare l’opera. Del resto gli scudetti son due, con la mano del Santo Patrono si raggiungerebbe il tanto agognato numero 3 che farebbe tornare a splendere la nostra cara vecchia città. Attualità Cinema E' vero che? Economia Editoriale La Nera La Rosa Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Sport Who's who Marco Branca A Marco Branca, Marco Della Gatta e altri 6 piace questo elemento. Non mi piace più Edit this entry. This entry was posted on martedì, marzo 15th, 2011 at 20:50 and is filed under Sport. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site. Edit this entry. Lascia un commento Loggato come webmaster. Esci » http://www.larosanera.it/?p=2003 1/2 22/03/2011 Il Napoli e il numero tre. I numeri dico… INVIA LINEA DI CONFINE LINK 2 LINK 3 LINK 4 LINK 5 THE BEATALL Editore: A.C.S.P. C.F. 95094790631 - Registrazione Tribunale di Napoli n. 86 del 26.10.2010 per la diffusione elettronica e cartacea http://www.larosanera.it/?p=2003 2/2 22/03/2011 Nucleare, tre italiani su quattro dicon… Numero 18 del 15/03/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO Nucleare, tre italiani su quattro dicono “no” alle nuove centrali MARTEDÌ, 22 MARZO 2011 12:12 NESSUN COMMENTO ROMA – E’ un bollettino carico di pessime notizie per il governo il sondaggio sul sentimento degli italiani rispetto al nucleare realizzato dalla Gnresearch. I risultati delle risposte fornite dal campione di mille cittadini rappresentativi dell’intera popolazione nazionale alla società internazionale di ricerche di mercato pubblicati in anteprima su Repubblica.it fotografano infatti un quadro decisamente negativo non solo per le aspirazioni di un ritorno all’energia atomica, ma anche per le ricadute sul consenso nei confronti della maggioranza. Circa tre italiani su quattro non vogliono infatti la realizzazione di nuovi impianti nucleari, giudicano negativamente le politiche del governo nei confronti delle energie rinnovabili e si dicono pronti ad andare a votare all’imminente referendum per bloccare i piani dell’esecutivo. GUARDA LE TABELLE DEL SONDAGGIO 1 Entrando nel dettaglio del sondaggio il dissenso popolare per le scelte energetiche di Palazzo Chigi appare poi ancora più evidente e strutturato. Il 59% degli intervistati si dice “molto contrario” alla costruzione di nuove centrali. A questa opposizione va poi aggiunta quella del 17% che si definisce “abbastanza contrario”, per un totale di oltre il 75%. A preoccupare gli italiani non sono tanto gli eventi “straordinari” come il terremoto giapponese, ma piuttosto l’ordinaria amministrazione. “L’impatto negativo sull’ambiente e sulla salute dei cittadini, anche in assenza di incidenti o errori umani” è temuto dal 45%, lo “smaltimento delle scorie radioattive” dal 29%, il “rischio di incidenti dovuti ad errori umani” dal 15% e il “rischio di incidenti dovuti ad eventi naturali” dall’11%. Temi che evidentemente condizionano anche i fautori dell’atomo. Circa il 20% di questi ultimi, malgrado il loro consenso al nucleare, si dice infatti “abbastanza” o “molto contrario” all’eventuale costruzione di una centrale nella sua regione. Se ben il 90% degli italiani ha comunque ben presente che la nostra dipendenza energetica da altri paesi è un tema “molto” (59%) o “abbastanza” importante (30%), una schiacciante maggioranza del 69% ritiene che la soluzione per risolvere il problema sia il ricorso “esclusivamente alle energie rinnovabili”. Una scelta per la quale il 37% degli italiani sarebbe “certamente” disposto a pagare un qualcosa in più in bolletta e un altro 39% lo sarebbe “probabilmente”. A fronte di questa predisposizione non meraviglia quindi che il 43% giudichi “molto negativamente” i provvedimenti del governo sulle rinnovabili 2 (leggi decreto Romani) e un altro 29% li ritenga “abbastanza negativi”. Per far valere queste opinioni gli italiani si dicono quindi in larga maggioranza (70%) pronti a recarsi alle urne in occasione del prossimo referendum sul nucleare mentre un altro 71%, alla domanda “cosa voterebbe nel caso decidesse di andare a votare” risponde “contro il ritorno delle centrali atomiche”. Davanti a questo quadro davvero pesante non sembrerebbero aver sortito effetti positivi per l’immagine dell’esecutivo neppure le repentine frenate 3 annunciate da diversi esponenti del governo. Per ben il 56% degli intervistati la pausa di riflessione auspicata dai ministri Romani e Prestigiacomo altro non è che “una scelta di convenienza per non perdere consensi”, mentre solo il 39% pensa che la motivazione vada ricercata in una “concreta preoccupazione per la salute e la sicurezza dei cittadini”. Valutazioni che pesano sul giudizio complessivo dato all’operato dei due ministri. Né il responsabile dell’Ambiente né tantomeno quello dello Sviluppo economico superano infatti il 4,5 in pagella. Sezioni Attualità Cinema E' vero che? Economia Editoriale La Nera La Rosa Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Sport Who's who ROMA – E’ un bollettino carico di pessime notizie per il governo il sondaggio sul sentimento degli italiani rispetto al nucleare realizzato dalla Gnresearch. I risultati delle risposte fornite dal campione di mille cittadini rappresentativi dell’intera popolazione nazionale alla società internazionale di ricerche di mercato pubblicati in anteprima su Repubblica.it fotografano infatti un quadro decisamente negativo non solo per le aspirazioni di un ritorno all’energia atomica, ma anche per le ricadute sul consenso nei confronti della maggioranza. Circa tre italiani su quattro non vogliono infatti la realizzazione di nuovi impianti nucleari, giudicano negativamente le politiche del governo nei confronti delle energie rinnovabili e si dicono pronti ad andare a votare all’imminente referendum per bloccare i piani dell’esecutivo. GUARDA LE TABELLE DEL SONDAGGIO 1 Entrando nel dettaglio del sondaggio il dissenso popolare per le scelte energetiche di Palazzo Chigi appare poi ancora più evidente e strutturato. Il 59% degli intervistati si dice “molto contrario” alla costruzione di nuove centrali. A questa opposizione va poi aggiunta quella del 17% che si definisce “abbastanza contrario”, per un totale di oltre il 75%. A preoccupare gli italiani non sono tanto gli eventi “straordinari” come il terremoto giapponese, ma piuttosto l’ordinaria amministrazione. “L’impatto negativo sull’ambiente e sulla salute dei cittadini, anche in assenza di incidenti o errori umani” è temuto dal 45%, lo “smaltimento delle scorie radioattive” dal 29%, il “rischio di incidenti dovuti ad errori umani” dal 15% e il “rischio di incidenti dovuti ad eventi naturali” dall’11%. Temi che evidentemente condizionano anche i fautori dell’atomo. Circa il 20% di questi ultimi, malgrado il loro consenso al nucleare, si dice infatti “abbastanza” o “molto contrario” all’eventuale costruzione di una centrale nella sua regione. Se ben il 90% degli italiani ha comunque ben presente che la nostra dipendenza energetica da altri paesi è un tema “molto” (59%) o “abbastanza” importante (30%), una schiacciante maggioranza del 69% ritiene che la soluzione per risolvere il problema sia il ricorso “esclusivamente alle energie rinnovabili”. Una scelta per la quale il 37% degli italiani sarebbe “certamente” disposto a pagare un qualcosa in più in bolletta e un altro 39% lo sarebbe “probabilmente”. http://www.larosanera.it/?p=2019 1/2 22/03/2011 Nucleare, tre italiani su quattro dicon… A fronte di questa predisposizione non meraviglia quindi che il 43% giudichi “molto negativamente” i provvedimenti del governo sulle rinnovabili 2 (leggi decreto Romani) e un altro 29% li ritenga “abbastanza negativi”. Per far valere queste opinioni gli italiani si dicono quindi in larga maggioranza (70%) pronti a recarsi alle urne in occasione del prossimo referendum sul nucleare mentre un altro 71%, alla domanda “cosa voterebbe nel caso decidesse di andare a votare” risponde “contro il ritorno delle centrali atomiche”. Davanti a questo quadro davvero pesante non sembrerebbero aver sortito effetti positivi per l’immagine dell’esecutivo neppure le repentine frenate 3 annunciate da diversi esponenti del governo. Per ben il 56% degli intervistati la pausa di riflessione auspicata dai ministri Romani e Prestigiacomo altro non è che “una scelta di convenienza per non perdere consensi”, mentre solo il 39% pensa che la motivazione vada ricercata in una “concreta preoccupazione per la salute e la sicurezza dei cittadini”. Valutazioni che pesano sul giudizio complessivo dato all’operato dei due ministri. Né il responsabile dell’Ambiente né tantomeno quello dello Sviluppo economico superano infatti il 4,5 in pagella. Fonte: Repubblica.it Mi piace Di' che ti piace questo elemento prima di tutti i tuoi amici. Edit this entry. This entry was posted on martedì, marzo 22nd, 2011 at 12:12 and is filed under Politica. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site. Edit this entry. Lascia un commento Loggato come webmaster. Esci » INVIA LINEA DI CONFINE LINK 2 LINK 3 LINK 4 LINK 5 THE BEATALL Editore: A.C.S.P. C.F. 95094790631 - Registrazione Tribunale di Napoli n. 86 del 26.10.2010 per la diffusione elettronica e cartacea http://www.larosanera.it/?p=2019 2/2 22/03/2011 Giappone: una nuova Chernobyl? | La … Numero 18 del 15/03/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO Giappone: una nuova Chernobyl? Sezioni MARTEDÌ, 15 MARZO 2011 19:15 NESSUN COMMENTO A Parigi, all’apertura dei lavori del G8, il primo ministro francese Alain Juppe’ ha dichiarato che il rischio nucleare in Giappone è “estremamente elevato”. A seguito del doppio disastro naturale – terremoto di magnitudo 8.9 seguito da tsunami con onda di 10 metri – che ha colpito il Giappone la settimana scorsa, molti impianti nucleari sono risultati a rischio di fusione. La prima emergenza nucleare in Giappone è stata dichiarata per la centrale di Fukushima 1, i cui reattori hanno superato il limite legale di radioattività, e sono ormai tutti trattati con acqua di mare e acido borico per favorirne il raffreddamento e neutralizzare potenziali criticità; malfunzionamenti sono risultati a Onagawa (Miyagi) e nell’impianto Tokai 2, distante appena 120 km da Tokyo, il cui sistema di raffreddamento è stato danneggiato. Nonostante le iniezioni d’acqua nei reattori 1 e 2 della centrale di Fukushima 1 siano risultati efficienti per ripristinare la situazione, a complicare le cose è stata una terza esplosione nel reattore n.2, avvenuta alle 6:00 del mattino (ore 22:00 di ieri sera in Italia). E’ la terza esplosione verificatasi nell’impianto. A ciò si è aggiunto un incendio divampato questa mattina al reattore n.4, causato dallo scoppio dell’idrogeno, che ha provocato una fuga di radioattività nell’atmosfera, nonostante fosse uno dei reattori che si riteneva non essere stato danneggiato dal disastro dello scorso 11 Marzo. Attualità Cinema E' vero che? Economia Editoriale La Nera La Rosa Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Sport Who's who La centrale Fukushima 1 è uno dei 25 impianti nucleari più grandi del mondo: gestita dalla Tokyo Electric Power Company (Tepco), la centrale si trova nella città di Okuma, a circa 200 chilometri da Tokyo, nella prefettura di Fukushima, ed è costituita da sei unità separate fra loro, che complessivamente hanno una produzione di 4,7 GW. A circa 11 km dalla centrale di Fukushima 1 (Daichi) si trova un altro impianto nucleare, quello di Fukushima 2 (Daini). Al momento del terremoto erano in funzione tre dei sei reattori, che si sono spenti automaticamente, mentre gli altri tre erano fermi per manutenzione. Si tratta di centrali del tipo BWR (Boiling Water Reactor), un modello progettato negli Stati Uniti negli anni ‘50. Le centrali del tipo Bwr utilizzano acqua demineralizzata per raffreddare il reattore. Il calore prodotto dal processo di fissione nucleare che avviene all’interno del reattore viene raffreddato dall’acqua che, riscaldandosi, vaporizza. Il vapore così ottenuto viene utilizzato per azionare una turbina e quindi viene fatto condensare e torna ad essere acqua allo stato liquido che rientra in circolo nel reattore. Quindi il fumo che si nota fuoriuscire dalla centrale nelle riprese dei media non è altro che vapore acqueo prodotto inseguito allo spegnimento del circuito primario che raffredda il reattore. La popolazione che vive nei pressi delle centrali nucleari di Fukushima è stata sfollata poiché le autorità nipponiche hanno riscontrato che la fuga dalla centrale ha livelli di radioattività nell’aria di 400 millisiviert per ora. Sono 210 mila le persone, di cui 70 mila bambini, evacuate a titolo precauzionale intorno alle due centrali; inoltre il primo ministro Naoto Kan ha chiesto a tutti coloro che vivono ad una distanza di 2030 chilometri dalla centrale di rimanere al chiuso. Come a Chernobyl le autorità giapponesi stanno distribuendo iodio alla popolazione che vive nei pressi della centrale di Fukushima, perché protegge dalle radiazioni. Secondo il premier giapponese Naoto Kan “non ci sarà un’altra Chernob yl”, eppure l’incidente alla centrale nucleare di Fukushima rappresenta il terzo tra i peggiori della storia e potrebbe rivelarsi un vero disastro se non si riuscisse ad arginare la fusione del nucleo del reattore. Secondo Joseph Cirincione, esperto nucleare americano, responsabile del Ploughsares Fund, quanto accaduto a Fukushima rappresenta già da ora un disastro, anche se venisse bloccato. L’incidente alla centrale di Fukushima 1 è stato valutato, dall’Agenzia nipponica per la sicurezza nucleare e industriale, a livello 4, incidente con conseguenze locali, ossia non significative all’esterno dell’impianto, su una scala di 7. Il disastro nucleare di Chernobyl del 1986 (Unione sovietica) fu valutato di livello 7, incidente molto grave, catastrofico, con rilascio di materiale radioattivo di iodio 131 in un’area molto estesa, ed effetti acuti sulla salute delle persone contaminate e sull’ambiente, sulla Scala internazionale degli Eventi Nucleari, mentre l’incidente del 1979 a Three Mile Island (Usa) era di livello 5, incidente con possibili conseguenze all’esterno dell’impianto e rilascio di materiale radioattivo tale da richiedere contromisure parziali. Il premier giapponese ha chiesto ai suoi cittadini di mantenere la calma e di non sprecare l’energia in quanto vi è stato un taglio di circa un quinto della produzione di energia nucleare. Per tale ragione il governo ha annunciato dei b lack-out programmati in vaste zone del Giappone, compresa la capitale, diffondendo attraverso la società elettrica giapponese una scheda informativa con tutti gli orari e le zone interessate. Questa situazione di emergenza ha fatto sì che le ambasciate italiana, cinese e francese abbiano richiamato i propri cittadini in patria e invitato chi non abbia reale necessità di recarsi in Giappone ad astenersene. Dopo quanto sta accadendo in Giappone il mondo sta cambiando, le società industriali hanno messo in discussione ciò che era ritenuto sicuro, sotto controllo e necessario per lo sviluppo e indipendenza economica. In Germania il cancelliere tedesco Angela Merkel ha dichiarato la chiusura di due impianti nucleari che si trovano in Assia e nel Baden-Wuettemberg poiché rappresentano i due siti più vecchi del http://www.larosanera.it/?p=1988 1/2 22/03/2011 Giappone: una nuova Chernobyl? | La … paese. Per gli altri 17 impianti il governo tedesco rimanda di tre mesi la decisione per valutare meglio la situazione. La Spagna, invece, conta di ridurre gradualmente la propria dipendenza dal nucleare e ha dichiarato che per l’anno 2013 chiuderà la centrale di Garona. Simona Esposito Mi piace A Marco Della Gatta e un'altra persona piace questo elemento. Edit this entry. This entry was posted on martedì, marzo 15th, 2011 at 19:15 and is filed under Attualità. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site. Edit this entry. Lascia un commento Loggato come webmaster. Esci » INVIA LINEA DI CONFINE LINK 2 LINK 3 LINK 4 LINK 5 THE BEATALL Editore: A.C.S.P. C.F. 95094790631 - Registrazione Tribunale di Napoli n. 86 del 26.10.2010 per la diffusione elettronica e cartacea http://www.larosanera.it/?p=1988 2/2 22/03/2011 Emergenza migranti, Regioni in camp… Numero 18 del 15/03/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO Emergenza migranti, Regioni in campo “Pronte ad accoglierne 50mila” MARTEDÌ, 22 MARZO 2011 12:16 NESSUN COMMENTO ROMA – Da regioni, provincie e comuni c’è stata adesione alla richiesta di accogliere fino a 50mila migranti, “un numero molto realistico”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, al termine di un incontro con i presidenti di regioni, Anci ed Upi. “Il piano predisposto dal ministero dell’Interno – ha spiegato Maroni al termine del vertice – prevede una distribuzione che tenga conto, sul territorio, del numero degli abitanti. Per cui si tratterà di una distribuzione con un numero realistico che terrà conto anche di alcuni, necessari correttivi per regioni che hanno già una forte pressione migratoria come la Sicilia, la Calabria o la Puglia o emergenze quali l’Abruzzo con il terremoto”. Maroni distribuirà il piano “nei prossimi giorni per l’approvazione definitiva” di regioni, province e comuni. Sul fronte finanziario, di cui si è parlato durante l’incontro al Viminale, Maroni al termine ha confermato che “il piano comporterà un impegno finanziario. Ho ricordato che il Consiglio dei Ministri ha rifinanziato il fondo della protezione civile con le risorse necessarie per gestire l’emergenza umanitaria, facendo le cose che servono”. Infine verrà rafforzato il sistema Sprar (Sistema di Protezione per richiedenti asilo e rifugiati) che permetterà di accogliere circa un decimo del totale. Il presidente della conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha parlato di “collaborazione inter istituzionale. Ci sarà presentato il piano – ha commentato – poi insieme opereremo per gestire questa fase molto complessa. L’Upi garantisce “piena adesione” alla proposta del governo, “piena disponibilità” anche dai comuni che parlano di criterio di distribuzione sul territorio convincente. Maroni ha, quindi, accennato al villaggio della solidarietà di Mineo dove si sperimenterà “la creazione di un modello di eccellenza per l’accoglienza, un modello italiano che vogliamo presentare in tutta Europa”. Nel residence di Mineo si trovano 800 rifugiati. Per quanto riguarda l’isola di Lampedusa, Maroni ha spiegato come sia “in corso l’intervento per spostare chi è giunto a Lampedusa in altre strutture. Dall’inizio dell’anno a oggi e dunque in meno di tre mesi sono già arrivati in 14.918 mentre erano stati 4mila nell’intero anno precedente: sono tutti tunisini, maschi, giovani, ovvero si tratta di un’intera generazione che parte dalla Tunisia, dove mi recherò domani perché questo flusso di immigrati clandestini rischia di essere sfruttato dai trafficanti. La Tunisia è un Paese amico dell’Italia e della Ue e ha tutto l’interesse a mantenere con noi buoni rapporti”. Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, è in “costante contatto” con il ministro Maroni per quanto riguarda il problema di un possibile sbarco di immigrati libici in Sicilia. “Ci sono già – ha detto a margine di una conferenza al Senato – la croce rossa e la regione Sicilia che tengono sotto controllo la situazione. Noi siamo pronti a un coordinamento nazionale, ma serve un coordinamento europeo”. Sezioni Attualità Cinema E' vero che? Economia Editoriale La Nera La Rosa Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Sport Who's who ROMA – Da regioni, provincie e comuni c’è stata adesione alla richiesta di accogliere fino a 50mila migranti, “un numero molto realistico”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, al termine di un incontro con i presidenti di regioni, Anci ed Upi. “Il piano predisposto dal ministero dell’Interno – ha spiegato Maroni al termine del vertice – prevede una distribuzione che tenga conto, sul territorio, del numero degli abitanti. Per cui si tratterà di una distribuzione con un numero realistico che terrà conto anche di alcuni, necessari correttivi per regioni che hanno già una forte pressione migratoria come la Sicilia, la Calabria o la Puglia o emergenze quali l’Abruzzo con il terremoto”. Maroni distribuirà il piano “nei prossimi giorni per l’approvazione definitiva” di regioni, province e comuni. Sul fronte finanziario, di cui si è parlato durante l’incontro al Viminale, Maroni al termine ha confermato che “il piano comporterà un impegno finanziario. Ho ricordato che il Consiglio dei Ministri ha rifinanziato il fondo della protezione civile con le risorse necessarie per gestire l’emergenza umanitaria, facendo le cose che servono”. Infine verrà rafforzato il sistema Sprar (Sistema di Protezione per richiedenti asilo e rifugiati) che permetterà di accogliere circa un decimo del totale. Il presidente della conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha parlato di “collaborazione inter istituzionale. Ci sarà presentato il piano – ha commentato – poi insieme opereremo per gestire questa fase molto complessa. L’Upi garantisce “piena adesione” alla proposta del governo, “piena disponibilità” anche dai comuni che parlano di criterio di distribuzione sul territorio convincente. Maroni ha, quindi, accennato al villaggio della solidarietà di Mineo dove si sperimenterà “la creazione di un modello di eccellenza per l’accoglienza, un modello italiano che vogliamo presentare in tutta Europa”. Nel residence di Mineo si trovano 800 rifugiati. Per quanto riguarda l’isola di Lampedusa, Maroni ha spiegato come sia “in corso l’intervento per spostare chi è giunto a Lampedusa in altre strutture. Dall’inizio dell’anno a oggi e dunque in meno di tre mesi sono già arrivati in 14.918 mentre erano stati 4mila nell’intero anno precedente: sono tutti tunisini, maschi, giovani, ovvero si tratta di un’intera generazione che parte dalla Tunisia, dove mi recherò domani perché questo flusso di immigrati clandestini rischia di essere sfruttato dai trafficanti. La Tunisia è un Paese amico dell’Italia e della Ue e ha tutto l’interesse a mantenere con noi buoni rapporti”. Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, è in “costante contatto” con il ministro Maroni per quanto riguarda il problema di un possibile sbarco di immigrati libici in Sicilia. “Ci sono già – ha detto a margine http://www.larosanera.it/?p=2023 1/2 22/03/2011 Emergenza migranti, Regioni in camp… di una conferenza al Senato – la croce rossa e la regione Sicilia che tengono sotto controllo la situazione. Noi siamo pronti a un coordinamento nazionale, ma serve un coordinamento europeo”. Fonte: Repubblica.it Mi piace Di' che ti piace questo elemento prima di tutti i tuoi amici. Edit this entry. This entry was posted on martedì, marzo 22nd, 2011 at 12:16 and is filed under La Nera. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site. Edit this entry. Lascia un commento Loggato come webmaster. Esci » INVIA LINEA DI CONFINE LINK 2 LINK 3 LINK 4 LINK 5 THE BEATALL Editore: A.C.S.P. C.F. 95094790631 - Registrazione Tribunale di Napoli n. 86 del 26.10.2010 per la diffusione elettronica e cartacea http://www.larosanera.it/?p=2023 2/2 22/03/2011 Donna e cellulite: una lotta continua t… Numero 18 del 15/03/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO Donna e cellulite: una lotta continua tra diete e trattamenti estetici Sezioni Attualità MARTEDÌ, 15 MARZO 2011 18:39 Cinema NESSUN COMMENTO Se bella vuoi apparire un po’ devi soffrire. E noi donne ne sappiamo qualcosa sulla veridicità di questa affermazione. Ogni giorno ci sottoponiamo a trattamenti assurdi. Iniziamo la mattina con doccia e scrub viso/corpo, creme e cremine varie picchiettando delicatamente in alcuni punti e massaggiando energicamente in altri. E poi esercizi “on the road” quando camminiamo, con addominali e glutei contratti, in giro per la città o prima di arrivare a lavoro. Non ci facciamo mancare diete estremamente povere di calorie e “beveroni” per favorire la diuresi, oltre a ore in palestra e in piscina per concederci un “fuori programma” alimentare di tanto in tanto. E quando tutto questo non basta per avere un corpo all’altezza delle nostre aspettative? Ecco che, nelle ventiquattro ore di trattamenti attivi e passivi continui, riusciamo a trovare tempo anche per quelli estetici in centri specializzati. Purtroppo una dieta controllata, ricca di frutta e verdura fresche, non basta ad eliminare i fastidiosi inestetismi della cellulite. La palestra aiuta a distendere la pelle tonificando i tessuti, ma non elimina il problema. Anche la rigorosa regola del bere almeno due litri di acqua povera di sodio al giorno confluisce nella risoluzione di alcuni fastidi, ma non di tutti. Due sono le filosofie accreditate. C’è quel filone secondo cui tutto quello appena elencato basta per modellare il corpo in base alle nostre aspettative. E poi esiste la “teoria dell’esteta”: palestra, dieta, trattamenti amatoriali e medicina estetica. E' vero che? Economia Editoriale La Nera La Rosa Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Sport Who's who Numerose le terapie, soprattutto anticellulitiche, da poter programmare con gli specialisti. Il più delle volte vengono associate tra loro per un risultato più evidente e duraturo. Purtroppo la cellulite è una “malattia” sia da un punto di vista medico, sia, per molte donne, da un punto di vista mentale. Si tratta di una patologia conosciuta anche come P.E.F., ovvero Panniculopatia Edemato-Fibrosclerotica, e ha tre stadi in base alla gravità. Esiste la cellulite compatta, la flaccida e l’edematosa (conseguenza della prima). Diverse le cause associabili: fattori ormonali, stress, ereditarietà, cattiva circolazione del sangue dovuta anche all’uso improprio di determinati tipi di calzature e di un vestiario eccessivamente stretto che, comprimendo, ostacola il giusto afflusso sanguigno e linfatico. Diversi sono i metodi per combattere questo inestetismo: alla base c’è un massaggio drenante che aiuta la circolazione; conosciuta anche l’elettrolipolisi attraverso la quale è possibile ridurre la circonferenza (in maniera significativa delle cosce) grazie all’uso di correnti a basso voltaggio. Stesso sistema è utilizzato per la ionoforesi con l’aggiunta di farmaci specifici quali, ad esempio, l’aminofillina, la carnitine e l’escina. Un metodo indicato per la seconda tipologia descritta è la laser-terapia, che non comporta alcuna controindicazione. Di contro c’è la mesoterapia. L’utilizzo di siringhe per microinfiltrazioni di farmaci la rende più dolorosa rispetto a quelle descritte finora, ma l’associazione di quest’ultima al linfodrenaggio e all’ozonoterapia (infiltrazione di ozono nelle aree localizzate) la rende efficace per un ottimo risultato. In voga ultimamente ci sono tre metodi: pressoterapia, cavitazione e lpg. La prima è indicativa per un’insufficienza linfatica e venosa di entità più importante. È un trattamento che non comporta dolore, ma solo pazienza, visto che le sedute durano, in media, quaranta minuti. La cavitazione, invece, aiuta a ridurre il grasso che viene assorbito dal sistema linfatico ed eliminato direttamente dal corpo attraverso l’urina. Effetti collaterali di lieve entità si manifestano con una sensazione di torpore e di calore, nonché lievi edemi. Il trattamento lpg consiste invece nell’aspirazione delicata della pelle che produce l’arrotolamento e lo srotolamento di quest’ultima. Praticata da dieci anni, facilita l’eliminazione delle tossine e aiuta la circolazione linfatica e venosa. Determina anche un rassodamento cutaneo e un rimodellamento del corpo. Casi estremi comportano infine la lipoaspirazione e la liposcultura, nonché la liposuzione. Si tratta di interventi di chirurgia estetica a tutti gli effetti: vengono infatti praticate delle microincisioni, eseguite in anestesia locale, attraverso le quali aspirare l’adipe grazie all’uso di cannule collegate a macchinari. Numerose anche le controindicazioni per questa tipologia di trattamenti, i cui risultati sono a lungo termine (ma non per sempre), ma che comportano anche numerose limitazioni per quanto concerne la dieta alimentare. Va bene soffrire per migliorare il proprio corpo e rinvigorire l’autostima e l’accettazione di se stesse, ma non bisogna eccedere, rischiando di scivolare nell’ossessione, quando intervenire non è necessario da un punto di vista medico. Roberta Santoro http://www.larosanera.it/?p=1971 1/2 22/03/2011 Mi piace Donna e cellulite: una lotta continua t… A Marco Della Gatta, Briony Tallis e altri 3 piace questo elemento. Edit this entry. This entry was posted on martedì, marzo 15th, 2011 at 18:39 and is filed under La Rosa. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site. Edit this entry. Lascia un commento Loggato come webmaster. Esci » INVIA LINEA DI CONFINE LINK 2 LINK 3 LINK 4 LINK 5 THE BEATALL Editore: A.C.S.P. C.F. 95094790631 - Registrazione Tribunale di Napoli n. 86 del 26.10.2010 per la diffusione elettronica e cartacea http://www.larosanera.it/?p=1971 2/2 22/03/2011 R.E.M. Collapse Into Now | La rosa nera Numero 18 del 15/03/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO R.E.M. Collapse Into Now Sezioni MARTEDÌ, 15 MARZO 2011 18:50 Attualità NESSUN COMMENTO Cascare nel solito cliché del “nuovo disco più elaborato/meno elaborato del precedente” con i R.E.M. è piuttosto facile, ma in questo caso forse ce lo risparmieremo. Collapse Into Now è l’ennesimo (si è perso il conto) album da studio per la band georgiana, attesa al varco dopo il pur positivo Accelerate del 2008, che aveva riportato Stipe e soci a “tirare” un po’ di più i propri pezzi, e che rimane in ogni caso un album dai toni estremamente rock e vivaci. Se con Accelerate ci siamo convinti della poliedricità dei R.E.M., con Collapse Into Now ce ne rendiamo sempre più conto. Un album che offre pezzi tiratissimi e b allad struggenti. Il disco si apre con un uno-due efficace (“Discoverer” e “All The Best”), due pezzi davvero rock che riportano alla mente le atmosfere da garage band (o quasi) del precedente disco. Cinema E' vero che? Economia Editoriale La Nera La Rosa Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Sport Who's who Notevoli chitarre di Peter Buck, come sempre. Il Singolo “ÜBerlin” invece non convince come si deve, forse per mancanza di inventiva o per gli arrangiamenti. Risultato: nulla di più che una b allad in chiave acustica corroborata da un organo in primo piano. Si va molto meglio con “On My Heart”, dove per un attimo si riascoltano i R.E.M. di “Losing My Religion”, con una fisarmonica azzeccatissima che fa da tappeto al pezzo e ottimi incroci di chitarre e mandole arpeggiate (perché non scegliere questa, come singolo?). La scia acustica prosegue con “It Happened Today”, delicata al piano e alle acustiche, nonché impreziosita nel finale dalla partecipazione di Eddie Vedder dei Pearl Jam ai cori che dominano il pezzo. La scarsa vena compositiva però riappare sorniona in “Every Day Is Yours To Win”, pezzo che verrà ricordato solo per il nome più lungo del solito. Strofe ripetute senza voglia e incisività da Michael Stipe (non rendendo giustizia alla sua estensione vocale). “Mine Smell Like Honey” ha il merito se non altro di togliere via il torpore con la sua vivacità, un onesto ed efficace pezzo guitar-rock (ciò che i R.E.M. sanno forse fare meglio). “Alligator Aviator Autopilot Antimatter” è un deciso duetto con Peaches davvero fresco e si erge fra i brani dell’album come tra i più godibili, così come l’ottima e “chitarrosa” (evviva!) “That Someone Is You”. La scaletta piuttosto disarticolata si chiude con due b allads, “Me, Marlon Brando, Marlon Brando And I”, intensa e delicata, e “Blue”, che vede come ospite Patti Smith, che ormai gravita sempre più spesso attorno alla band, dove un freddo Stipe si intervalla con una poco ispirata Smith, davvero una chiusura non degna di questo nome. Collapse Into Now è il disco di cui potevamo fare tutti a meno. Una sorta di Greatest Hits con brani inediti che ricalcano stereotipi di vecchi pezzi del gruppo, con la differenza che i vecchi pezzi non erano affatto stereotipi. Aspettiamo Stipe, Buck e Mills alla prossima, si spera migliore, avventura, e chissà che il tour che verrà lanciato con il disco non ci faccia cambiare idea. Marco Della Gatta Mi piace A Briony Tallis, Marco Della Gatta e altri 2 piace questo elemento. Edit this entry. This entry was posted on martedì, marzo 15th, 2011 at 18:50 and is filed under Piano e Forte. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site. Edit this entry. Lascia un commento Loggato come webmaster. Esci » http://www.larosanera.it/?p=1977 1/2 22/03/2011 R.E.M. Collapse Into Now | La rosa nera INVIA LINEA DI CONFINE LINK 2 LINK 3 LINK 4 LINK 5 THE BEATALL Editore: A.C.S.P. C.F. 95094790631 - Registrazione Tribunale di Napoli n. 86 del 26.10.2010 per la diffusione elettronica e cartacea http://www.larosanera.it/?p=1977 2/2 22/03/2011 Oltre il Giappone, la catastrofe è sul g… Numero 18 del 15/03/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO Oltre il Giappone, la catastrofe è sul grande schermo Sezioni MARTEDÌ, 15 MARZO 2011 18:47 NESSUN COMMENTO Un terremoto di 8.9 magnitudo della scala Richter che squarcia strade e fa crollare case. Un’umanità spazzata via dalla forza distruttrice delle acque alte 10 metri. Sembrava di essere nel mezzo di un kolossal catastrofico. Purtroppo non ci sono trucchi, niente computer graphic, né stuntman. Non siamo in un film, tutto è drammaticamente reale. Le immagini terrificanti che in questi giorni ci sono arrivate dal Giappone fanno impallidire anche il più geniale dei registi, abituato a servirsi degli effetti speciali più sofisticati per descrivere almeno in parte la potenza devastante di cui è capace la natura. Ma per quanto realistiche, le visione cinematografiche restano relegate nel campo della fantascienza mentre la realtà, come ci ha dimostrato la tragedia che ha colpito il paese del Sol Levante, spesso riesce a superare la fantasia. E se di fronte a quella si resta impassibili e attoniti, a guardare sullo schermo alluvioni, asteroidi che si abbattono sulla terra, terremoti, vulcani che esplodono, tornado, glaciazioni, extraterrestri che minacciano l’uomo, bombe atomiche che distruggono il pianeta e via dicendo, il pubblico si esalta. Attualità Cinema E' vero che? Economia Editoriale La Nera La Rosa Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Sport Who's who L’epopea cinematografica del disastro è assai fertile. L’industria del cinema negli ultimi 40 anni si è sbizzarrita a produrre effetti speciali all’avanguardia e riprese ad altissima spettacolarità in grado di rendere i cataclismi da celluloide quanto più realistici possibile. E’ del 1933 il film considerato capostipite del genere, La distruzione del mondo (Delug) di Felix Feist. Ma la consacrazione vera e propria avviene solo negli anni ’70, con l’avvento del catastrofismo “moderno” che coincide pressappoco con l’uscita nelle sale di Airport (1970) e quattro anni più tardi de L’inferno di cristallo (1974). A mettere a rischio la civiltà umana non ci sono più solo disastri naturali e animali (citiamo Terremoto del 1974, Swarm del 1978 e Meteor del 1979), ma anche le azioni degli uomini stessi, e ciò che essi hanno costruito. Dopo un decennio di break creativo, il genere catastrofico tornerà di moda prepotentemente, rinvigorito dall’avvento della grafica computerizzata, a partire dagli anni ’90. Il film che segna la svolta è Independence day, kolossal campione di incassi del 1996 diretto da un maestro del genere, Roland Emmerich. Da allora i disaster movies non hanno più abbandonato le sale cinematografiche, e sono arrivati i vari Armageddon, Twister, Dante’s Peak, Deep Impact, The Day after Tomorrow, 2012. Ma perché hanno tanto successo queste pellicole? Cos’è tutta questa voglia collettiva di disastri cinematografici? Il pubblico al cinema è sempre andato alla ricerca dell’insolito, di esperienze che difficilmente si crede possano avvenire nella vita quotidiana, e alle quali, probabilmente, non si riuscirebbe a sopravvivere. E non c’è nulla di più terrorizzante e ineluttabile di quei disastri naturali come tsunami, terremoti e eruzioni vulcaniche che trascendono la volontà umana e mettono a rischio l’esistenza sulla terra. Eppure al cinema l’uomo ha sempre trovato il modo di sopravvivere, di affrontare la catastrofe e di superarla. Non si tratta di un semplicistico happy ending studiato a tavolino, ma di una vera e propria necessità psicologica se vogliamo. Non è un caso infatti che questo cinema abbia vissuto i suoi periodi d’oro in momenti di grande instabilità e incertezza mondiale. Gli Stati Uniti dei primi anni ’30 erano figli della Grande Depressione del ’29, il mondo negli anni ’70 faceva i conti con la crisi petrolifera e i conflitti medio orientali, gli anni ’90 furono gli anni della disgregazione dell’Europa dell’Est, e il nuovo millennio si apre con l’attacco terroristico alle Torri Gemelle. Andare al cinema a vedere l’umanità sopravvivere a situazioni ben più tragiche di quelle che si vivono nella vita reale, e a illudersi che grazie ad un’azione collettiva degli uomini tutto si può superare, è una grande iniezione di speranza e fiducia nel futuro. Come sosteneva Aristotele, la rappresentazione collettiva delle nostre angosce funziona da catarsi personale. Al sicuro tra le mura di una sala guardiamo in faccia le nostre paure più recondite e ce ne liberiamo. Per una filmografia della catastrofe vi consigliamo la visione di : Airport (1970) – Un folle dinamitardo minaccia di far saltare in aria un aereo in rotta da Chicago a Roma. L’inferno di cristallo (1974) – Un inferno di fuoco scatena il panico in un grattacielo di cristallo alto 138 piani. Armageddon – Giudizio finale – Un enorme asteroide minaccia la terra Terra. La Nasa invia una squadra nello spazio per farlo esplodere con una testata nucleare a tempo. The Day After Tomorrow – Eco-movie sulle conseguenze catastrofiche che potrebbe innescare il riscaldamento globale del clima. Deep Impact (1998) – Una cometa è in rotta di collisione il pianeta. Il genere umano ha un anno di tempo per organizzarsi a sopravvivere all’impatto. Dante’s Peak (1997) – Un vulcano inattivo si risveglia inaspettatamente minacciando la vita di 7000 persone. Magnitudo 10.5 – L’incubo di sentire tremare la terra sotto i piedi. Un terremoto violentissimo devasta le http://www.larosanera.it/?p=1974 1/2 22/03/2011 Oltre il Giappone, la catastrofe è sul g… coste americane nordoccidentali. Twister – La forza devastante degli uragani. 2012 – Un’avventura epica che punta su una delle nostre più recenti e radicate paure: la fine del mondo. Vajont – La forza distruttrice dell’acqua e la superficialità umana. Catastrofe purtroppo realmente accaduta nel 1963. Enrica Raia Mi piace A Briony Tallis, Marco Della Gatta e altri 4 piace questo elemento. Edit this entry. This entry was posted on martedì, marzo 15th, 2011 at 18:47 and is filed under Cinema. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site. Edit this entry. Lascia un commento Loggato come webmaster. Esci » INVIA LINEA DI CONFINE LINK 2 LINK 3 LINK 4 LINK 5 THE BEATALL Editore: A.C.S.P. C.F. 95094790631 - Registrazione Tribunale di Napoli n. 86 del 26.10.2010 per la diffusione elettronica e cartacea http://www.larosanera.it/?p=1974 2/2 22/03/2011 Dimmi quando sei nato e ti dirò chi s… Numero 18 del 15/03/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO Dimmi quando sei nato e ti dirò chi sei Sezioni MARTEDÌ, 15 MARZO 2011 18:56 NESSUN COMMENTO Oggi, nell’era comunitaria dei social network, scoprire le date di nascita dei nostri amici e conoscenti non è mai stato tanto semplice: basta un click per ricordarsi dei compleanni, fare gli auguri ed evitare le eterne figuracce connesse alle dimenticanze. Ma, regole del b on ton a parte, sicuramente tutti avrete notato come i compleanni si distribuiscano in maniera tutt’altro che uniforme: a giorni privi di nascite, se ne contrappongono altri decisamente troppo “pieni” di compleanni, tanto da far pensare che esistano dei giorni “preferiti” per venire al mondo. Casualità statistica, destino o misteriose influenze? Esistono delle regole che determinano la fertilità, l’avvicendamento delle nascite e i boom demografici? Oppure la vita e la morte sono frutto soltanto dei voleri di un capriccioso Fato? Da sempre l’essere umano tenta di dare un senso alla propria esistenza, e, tra le altre questioni su cui l’uomo si è interrogato, probabilmente sin dalle origini della cultura, quella della fertilità e della previsione delle nascite sembra occupare un posto centrale: le tematiche della fertilità femminile e della gravidanza, o dell’influenza che la data di nascita può avere sulla personalità dell’individuo affascinano da sempre l’essere umano, che ha tentato di isolare delle variabili ricorrenti allo scopo di fare previsioni. Previsioni che si connettono primariamente all’astrologia, al movimento delle stelle e dei pianeti (ma anche all’alternanza delle stagioni calde e fredde) che si ritiene abbiano una insospettabile influenza nei più svariati ambiti della vita “terrestre”. Attualità Cinema E' vero che? Economia Editoriale La Nera La Rosa Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Sport Who's who Cicli lunari e fertilità. La Luna, satellite della Terra, è sempre stata considerata uno dei pianeti che maggiormente influenza i cicli della vita umana, in particolare quelli legati alla crescita e alla nascita: se da una parte è vero che la Luna, con la forza di attrazione gravitazionale che esercita sulla crosta terrestre, è responsabile di fenomeni come le maree, d’altra parte, però, appaiono dubbie svariate altre credenze, come quelle che ipotizzano l’esistenza di una connessione tra le fasi lunari e quelle relative ai raccolti e alle semine, oppure alla crescita di unghie e capelli, e addirittura la congiunzione dei cicli lunari con ciclo mestruale, fertilità e gravidanza. Si tratta di superstizioni antiche che accompagnano i misteri della vita e della nascita: da sempre mamme e nonne sono attente a contare i giorni secondo un calendario lunare per prevedere con esattezza la data del parto della puerpera, mentre le ostetriche riferiscono un incremento sensibile dei parti nei giorni di luna piena. Quanto c’è di vero? Esiste un momento “prediletto” per nascere? Il pediatra milanese Italo Farnetani, da anni impegnato nella catalogazione delle nascite, ritiene di si. Esiste un giorno più “fortunato” degli altri per le nascite, che varia di anno in anno ma che è sempre e comunque soggetto all’influenza dei cicli lunari – e in particolare della luna piena – sulla gravidanza: la spiegazione scientifica sarebbe che l’alternanza tra la luce diurna e quella notturna – e soffusa – della luna piena stimolerebbe l’epifisi, ghiandola del cervello preposta alla secrezione di ormoni sessuali, favorendo l’avvio del travaglio. Esisterebbe quindi un giorno “favorevole” alle nascite: e se nell’anno 2009 le previsioni del dott. Farnetani hanno indicato la notte del 31 Dicembre, ovviamente rischiarata dalla luna piena, come “giorno X”, con l’attesa di quasi 5mila nascite italiane, nell’anno 2010 lo “scettro” del giorno con più nascite è passato al 23 Settembre (che secondo le attese ha portato la cicogna in più di 5mila famiglie italiane), andando a rafforzare il primato di mese più “prolifico” che Settembre già possiede da parecchi anni, con la maggior parte dei concepimenti avvenuti tra Dicembre e Gennaio, a cavallo delle feste natalizie che si rivelano, per motivi tutt’altro che incomprensibili, di anno in anno “fertilissime”. Il metodo Jonas e la ricerca di Oliver Kuss. Eugene Jonas può senza dubbio essere considerato predecessore di Italo Farnetani: scienziato cecoslovacco, astrologo per passione, Jonas elaborò un famoso “metodo” in grado di prevedere le nascite attraverso il calcolo dei periodi fertili della donna, che varia a seconda della sua data di nascita. Nello specifico, secondo Jonas la donna raggiungerebbe la massima fertilità, e avrebbe quindi più possibilità di concepire, in quei momenti in cui la Luna e il Sole formano, insieme alla Terra e altri pianeti, un angolo coincidente a quello presente nella volta celeste al momento della sua stessa nascita. Insomma, secondo Jonas “vita chiama nuova vita”, perché ogni donna avrebbe più possibilità di rimanere incinta quando i pianeti sono allineati allo stesso modo che nella data della sua nascita. Il metodo Jonas permetterebbe addirittura di “decidere” il sesso del nascituro, sempre attraverso una serie di calcoli astrali. E se questa affascinante ipotesi gode di forte credito presso gli ambienti “astrologici”, a smentirla arriva uno studio statistico condotto dallo scienziato tedesco Oliver Kuss, che insieme agli altri ricercatori dell’Università di Halle ha incrociato i dati relativi a più di quattro milioni di nascite avvenute tra il 1966 e il 2003 con oltre 470 fasi lunari, dimostrando che non vi è alcuna coincidenza tra la luna piena e l’incremento delle nascite, che si distribuiscono uniformemente durante tutto il ciclo lunare, senza mai toccare picchi degni di nota. Eppure, la ricerca conferma il mese di Settembre come quello con più compleanni, e aggiunge un altro interessante dato: la maggior parte delle nascite si concentrerebbe nei primi giorni della settimana, tra lunedì e martedì. Frutto della casualità? Mese di nascita e fertilità. Un altro singolare studio che connette la data della nascita alla fertilità è stato condotto da un’équipe austriaca dell’Università di Vienna, guidata dalla ricercatrice Susanne Huber e pubblicato sulla rivista Human Reproduction. Il gruppo di ricerca non ha fatto altro che acquisire http://www.larosanera.it/?p=1985 1/2 22/03/2011 Dimmi quando sei nato e ti dirò chi s… i dati relativi ai mesi di nascita della popolazione austriaca a partire dal 1967, e incrociando questi rilievi con il numero di figli per ciascun individuo, ha fatto delle interessanti quanto curiose scoperte. A quanto pare, gli uomini nati nei mesi autunnali sarebbero meno prolifici di quelli nati in primavera, con la possibilità di non diventare mai padri che supera di un buon 10% quella degli uomini nati tra Marzo e Maggio; al contrario, le donne nate nei mesi invernali, soprattutto a Dicembre, risultano le più feconde, rispetto a quelle nate a Luglio, che invece avrebbero il 13% in più di probabilità di non dare alla luce nemmeno un bebè. Una situazione che sembra influenzata non tanto dalle stelle e dai pianeti, quanto piuttosto da fattori climatici, dato che lo stesso studio, condotto in Nuova Zelanda, dove le stagioni sono inverse alle nostre, avrebbe dato opposti risultati. Ancora, altri studi hanno tentato di connettere la data, e più in generale la stagione di nascita con la predisposizione a sviluppare alcune malattie specifiche: e se è già stato dimostrato che i neonati venuti al mondo nei mesi più bui, come novembre e dicembre, hanno, da adulti, maggiore possibilità di sviluppare una depressione a causa probabilmente della mancanza di luce di cui hanno sofferto nei primi periodi di vita, più di recente un gruppo di epidemiologi del Veterans Affairs Medical Center di Omaha in Nebraska ha tentato di dare risposte più precise all’ipotesi di una connessione tra malattie e mese di nascita, estendendo la ricerca a un maggior numero di patologie. Emerge così che, solo per fare un esempio, la schizofrenia colpirebbe i nati tra Gennaio e Marzo, mentre il Parkinson avrebbe maggiore incidenza sui nati da Aprile a Giugno, e così via, in barba alle innumerevoli teorie che ipotizzano l’esistenza di una predisposizione genetica per la comparsa di determinate malattie. Ipotesi (scientifiche e non) che gettano luci e ombre su quello che resta uno dei misteri inaccessibili alla cognizione umana: la nascita, e l’influenza che essa può avere, a seconda di quando avviene, sulla vita futura del neonato. Riscontri senza dubbio affascinanti, ma a cui le coppie che intendono avere un figlio forse farebbero meglio a non prestare troppa attenzione: tra un calcolo e l’altro per la previsione del periodo migliore per far nascere il bebè, si rischierebbe di perdere il momento “buono” per concepirlo. Giuliana Gugliotti Mi piace A Briony Tallis, Marco Della Gatta e altri 4 piace questo elemento. Edit this entry. 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C.F. 95094790631 - Registrazione Tribunale di Napoli n. 86 del 26.10.2010 per la diffusione elettronica e cartacea http://www.larosanera.it/?p=1985 2/2 22/03/2011 Tamara de Lempicka, maestra di trasg… Numero 18 del 15/03/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO Tamara de Lempicka, maestra di trasgressione Sezioni MARTEDÌ, 15 MARZO 2011 18:53 Attualità NESSUN COMMENTO Una babele di linguaggi pittorici, dal cubo-futurismo russo e francese, all’iperrealismo e all’Art Déco, coniugati all’insegna della sensualità più sfrontata: questa è l’arte (e potremmo dire anche la vita) di Tamara de Lempicka (1898-1980), pittrice di origine polacca tra le più apprezzate e discusse del XX secolo, che oggi, a quasi ventuno anni esatti dalla sua morte, viene celebrata al Museo del Vittoriano con una “personale” tardiva che espone più di 120 tra disegni e quadri della “regina del moderno”, molti di provenienza “privata”, alcuni prestati anche da Jack Nicholson, appassionato collezionista: un’esposizione che si pone l’ambizioso obiettivo di ricostruire, insieme al suo percorso pittorico, anche quello della vita privata dell’artista, attraverso una serie di documenti e filmati che ne scandagliano le relazioni – intime e intellettuali – e tentano di gettare nuova luce su una delle personalità più controverse dell’epoca. Cinema E' vero che? Economia Editoriale La Nera La Rosa Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Sport Who's who Bisessuale dichiarata, cresciuta nella megalomanica convinzione – trasmessale dalla nonna Clementine – di essere straordinaria, vissuta sempre in viaggio tra Pietroburgo e Parigi, California e Italia, Tamara de Lempicka fu davvero l’icona di un’epoca, quella delle follies parigine (e non solo) degli anni ’20, della sfrenata ricerca della modernità e del gusto per l’esagerazione: non soltanto perché i suoi dipinti, con i loro colori accesi, le forme definite e le forti ombreggiature che rendono le sue figure dipinte quasi scultoree, sintetizzano appieno l’atmosfera di quegli anni, ma anche e soprattutto perché Tamara rese la sua stessa vita, più che la sua arte, emblema di un’epoca, simbolo di uno stile di vita estremo e ricercato, trasformando la sua stessa immagine in un’icona della modernità. Imprenditrice di se stessa, pioniera inconsapevole delle nuove forme di comunicazione, Tamara de Lempicka seppe vendere la propria arte anzitutto attraverso vere e proprie operazioni commerciali (che oggi potremmo definire esempi del più scaltro marketing, come quando indisse un concorso – truccato – per eleggere una modella per un suo nuovo dipinto, che ebbe una potente risonanza sui media) in cui a essere in vendita non erano i suoi quadri, ma proprio lei, “Tamara”, con tutti i significati, gli echi, le risonanze che la sua persona evocava nella pubblica opinione. Corteggiata – senza successo – da Gabriele D’Annunzio durante un breve soggiorno al Vittoriale, documentato nei racconti di Aélis Mazoyer, governante e amante dello scrittore, ammirata – artisticamente parlando – dal visionario Salvador Dalì, Tamara de Lempicka ha affascinato intere generazioni, e continua a esercitare la sua malia anche ben oltre la sua morte, con la sua immagine circonfusa di mistero, primo fra tutti quello della sua nascita, che ella dichiarava essere avvenuta nel 1902 a Varsavia, a dispetto di documenti ufficiali recentemente rintracciati che la collocano in Russia quattro anni prima; poi quello della sua vita, consumata tra locali notturni e relazioni extraconiugali, apparentemente brillante – ed esaltata dagli effetti della cocaina – sotto i riflettori mondani, ma in realtà inficiata nell’intimo dallo spettro della depressione; e infine quello della sua morte, avvenuta in solitudine. Fanatica ammiratrice di Greta Garbo, probabilmente si ispirò alla sua immagine di diva hollywoodiana per costruire, durante gli anni del suo soggiorno negli States, la sua figura di donna libera e intraprendente, amante del bello e dell’eccesso, fin quasi a sfiorare il kitsch, a tratti attraversata da una rudezza quasi mascolina, eppure permeata di una travolgente sensualità, di quelle che mettono soggezione agli uomini (tanto da costringere il suo primo marito, Tadeusz Lempicki, ad abbandonarla a causa della sua vita libertina, in cui non c’era posto per la famiglia, e da spingere il barone Kuffner, suo secondo marito, a garantirle la più totale libertà, sessuale e non) e che solo una donna sfrontatamente padrona di se stessa può avere. Una sensualità che dirompe nei suoi nudi, famosissimi fra gli altri quelli dedicati alla sua burrosa amante, Rafaèla, esposti per la prima volta insieme al Complesso del Vittoriano, e che invece recede in altri dipinti, sfumando nella trattenuta castità dei ritratti della figlia Kizette, fino a scomparire definitivamente nelle tele a carattere mistico/religioso. E’ alla luce della sua vita, così come scelse di costruirsela, che Tamara può essere considerata “regina del moderno”, in assoluto prima “stella” di un “pop” inteso come “popular”, corrente culturale che abbraccia varie forme d’arte e si rivolge, appunto, alla massa. E alla massa Tamara de Lempicka seppe parlare facendo parlare di sé, prima ancora che delle sue opere, che, senza la magnetica attrazione che ella esercitava tutt’intorno, tra la gente comune come nei ristrettissimi circoli d’arte, probabilmente non avrebbero avuto, per quanto indiscutibilmente talentuose, lo stesso sfavillante successo. Perché, a ben guardare, la sua pittura, piuttosto che essere un inno all’innovazione si presenta come un mélange senza precedenti di vari elementi pittorici – classicismo italiano ispirato a pittori come Carpaccio, Cubismo e avanguardia Realista – spesso in contrasto tra loro sia visivamente sia concettualmente, che ben poco presenta di nuovo, se non la unica, irripetibile capacità dell’artista di conferire una sublime armonia laddove ci si aspetterebbe di veder regnare il caos (emblematico l’esempio de Les jeunes filles, in cui l’alone soffuso dell’amore saffico tra le due donne stride fortemente nel contrasto coi grattacieli dello sfondo). E ancora una volta, a dominare la scena è sempre lei, Tamara, la sua personalità carica di contrasti e per questo unificatrice, che si legge in trasparenza nella trama di ogni suo dipinto: è l’autrice stessa la vera protagonista dei suoi quadri, i cui soggetti restano, nonostante tutto, a fare da sfondo alla sua preponderante figura, quella dibattuta e ambigua della donna Tamara. http://www.larosanera.it/?p=1981 1/2 22/03/2011 Tamara de Lempicka, maestra di trasg… Giuliana Gugliotti Mi piace A Anna Ambrosino, Briony Tallis e altri 6 piace questo elemento. Edit this entry. This entry was posted on martedì, marzo 15th, 2011 at 18:53 and is filed under Who's who. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site. Edit this entry. Lascia un commento Loggato come webmaster. Esci » INVIA LINEA DI CONFINE LINK 2 LINK 3 LINK 4 LINK 5 THE BEATALL Editore: A.C.S.P. C.F. 95094790631 - Registrazione Tribunale di Napoli n. 86 del 26.10.2010 per la diffusione elettronica e cartacea http://www.larosanera.it/?p=1981 2/2 22/03/2011 150 anni Unità di Italia, Bolle danza al … Numero 18 del 15/03/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO 150 anni Unità di Italia, Bolle danza al San Carlo Sezioni MERCOLEDÌ, 16 MARZO 2011 01:42 Attualità NESSUN COMMENTO Roberto Bolle, un Romeo di mezzanotte nella notte tricolore di Napoli. Nella città partenopea, come nel resto del paese, fervono i preparativi per rendere omaggio, il prossimo 17 marzo, ai 150 anni dell’Unità d’Italia. Un evento molto importante e sentito che il Teatro San Carlo ha deciso di festeggiare con una serata speciale destinata a farsi ricordare a lungo: una notte bianca che avrà inizio mercoledì 16 marzo a partire dalle ore 24.00 e proseguirà a notte inoltrata ad introdurre, quindi, la festa nazionale del 17. Protagonista assoluto sul palco del teatro partenopeo, l’étoile internazionale e primo ballerino del Teatro alla Scala di Milano, Roberto Bolle, che interpreterà in assoluta anteprima le scene più suggestive ed emozionanti de “I duelli di armi e d’amore” del “Roméo et Juliette” firmato da Amedeo Amodio su musiche dell’omonima sinfonia di Hector Cinema E' vero che? Economia Editoriale La Nera La Rosa Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Sport Who's who Berlioz. Bolle torna dunque nel massimo teatro napoletano a quasi un anno dalla tanto discussa performance di Giselle, dove il ballerino aveva “osato” danzare completamente nudo mettendo in risalto con la sua danza vigorosa e dirompente le linee perfette del suo corpo statuario. Stavolta però sarà diverso. Nessuno scandalo. Il ballerino originario di Casale Monferrato sarà Romeo nel celebre allestimento di Amodio, una delle creazioni più applaudite e rappresentate del coreografo milanese – vincitrice tra l’altro del Premio Danza&Danza nel 1987 – che tra le sue particolarità vede l’alternarsi di danza e prosa con la recitazione di brani dal testo originale di William Shakespeare. Insieme a Lucìa Lacarra (Giulietta), Alessandro Macario (Mercuzio), Edmondo Tucci (Tebaldo), Marco Spizzica (Benvolio) ed il Corpo di Ballo del Teatro San Carlo, l’étoile interpreterà alcune delle scene più importanti dell’opera: i duelli iniziali (musica e parlato), la festa in casa Capuleti e il primo incontro tra Romeo e Giulietta, la notte serena, il duello tra Mercuzio e Tebaldo (parlato), la morte di Mercuzio, il duello tra Romeo e Tebaldo e, nel finale, il passo a due con Bolle e la Lacarra. Al termine del balletto, l’Orchestra e il Coro stabili del San Carlo eseguiranno l’Inno nazionale di Mameli diretti da Massimiliano Stefanelli. I festeggiamenti di questo anniversario arrivano in un momento di enorme difficoltà per l’arte e la cultura in generale nel nostro paese, come ci tiene a sottolineare Bolle. “Come è stato più volte ricordato da illustri artisti e pensatori, cito uno per tutti l’insuperab ile Rob erto Benigni, l’arte, la cultura, la lingua hanno fatto l’Italia, la nazione, prima della politica. Il nostro Paese possiede una storia gloriosa, affascinante, ricca di b ellezza, di tragicità, di grandi uomini e grandi donne mossi da una forza meravigliosa, da valori, orgoglio e un destino che l’hanno portato all’unità. A 150 anni dalla sua unificazione, l’Italia semb ra oggi fragile, frastornata. È quindi ancora più importante ricordare da dove e da cosa veniamo per non svilirci. Spero che il 17 marzo possa essere un’occasione anche di riflessione per chi, con una politica miope, sta colpendo al cuore la nostra identità”. Lo spettacolo di mezzanotte sarà un’anteprima in notturna del balletto in cartellone dal 22 al 29 marzo 2011. Domenica 20 marzo, alle ore 18, la prova generale, con incasso devoluto all’Ospedale Santobono di Napoli, nell’ambito dell’iniziativa “Il San Carlo per il sociale”. L’attesa però è tutta per quella che Rossana Purchia, soprintendente del San Carlo, ha definito “una grande festa” che permetterà – grazie http://www.larosanera.it/?p=2011 1/2 22/03/2011 150 anni Unità di Italia, Bolle danza al … ai prezzi popolarissimi dei biglietti (posto unico da 30 euro) – a tutta la cittadinanza di festeggiare degnamente un avvenimento così importante per il nostro Paese. E per chi non avrà la fortuna di esserci, l’appuntamento è su Rai uno con due collegamenti in diretta nel corso della trasmissione condotta da Pippo Baudo. Enrica Raia Mi piace A Enrica Raia, Marco Della Gatta e altri 46 piace questo elemento. Edit this entry. This entry was posted on mercoledì, marzo 16th, 2011 at 01:42 and is filed under Napoli. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site. Edit this entry. Lascia un commento Loggato come webmaster. Esci » INVIA LINEA DI CONFINE LINK 2 LINK 3 LINK 4 LINK 5 THE BEATALL Editore: A.C.S.P. C.F. 95094790631 - Registrazione Tribunale di Napoli n. 86 del 26.10.2010 per la diffusione elettronica e cartacea http://www.larosanera.it/?p=2011 2/2 22/03/2011 Accordo Lactalis-fondi esteri per la ce… Numero 18 del 15/03/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO Accordo Lactalis-fondi esteri per la cessione delle quote Sezioni MARTEDÌ, 22 MARZO 2011 12:18 NESSUN COMMENTO MILANO – La Francia segna in contropiede un goal pesantissimo all’Italia nella partita per Parmalat. Lactalis, già titolare di una partecipazione del 13,7% nel capitale di Collecchio, ha raggiunto un accordo per acquisire la quota del 15,3% in mano a Skagen, MacKenzie e Zenit, i tre fondi che avevano presentato una propria lista per il cda per scalzare Enrico Bondi. La firma è arrivata nelle prime ore di oggi dopo un braccio di ferro con IntesaSanPaolo che in nome della cordata italiana era da ore in pressing sugli investitori istituzionali. I transalpini però – incuranti del decreto anti-stranieri allo studio di Giulio Tremonti 1 – hanno fatto saltare il tavolo con una maxi-offerta a 2,8 euro per azione (il 13% in più della chiusura di ieri) per un totale di 750 milioni che ha spiazzato Cà de Sass, costretta alla prudenza in attesa di un via libera di Ferrero all’operazione tricolore. La società della famiglia Besnier – che in Italia controlla già Galbani, Invernizzi e Cademartori – definirà nella giornata di oggi i dettagli tecnici del passaggio azionario che le consentirà di presentarsi all’assemblea del 14 aprile con una partecipazione del 29%, appena sotto la soglia dell’Opa, un pacchetto probabilmente decisivo per conquistare il controllo del cda di Parmalat e alzare su Collecchio la bandiera francese. Lo schiaffo di Parigi lascia ben poche speranze di ribaltare la situazione ai paladini dell’italianità. L’unica strada “finanziaria” a disposizione è a questo punto il lancio di un’Opa sul 100% della società di Bondi. Ma il prezzo è salatissimo (poco meno di 5 miliardi) e viste le difficoltà incontrate da Intesa a raccogliere un miliardo per fronteggiare Lactalis in questo primo tempo della partita, il percorso è decisamente impervio. La palla è quindi in mano al governo che ha già ribadito più volte di voler proteggere Parmalat da scalate ostili per il peso che l’azienda ha nella delicatissima filiera lattiero casearia nazionale. E’ ancora possibile? Tremonti potrebbe trovare formule giuridiche (simili a quelle utilizzate proprio dalla Francia) per bloccare le operazioni non gradite su società strategiche, ma ora che Lactalis ha in mano la maggioranza relativa tutto è più complesso. E un eventuale intervento a gamba tesa di Roma esporrebbe l’Italia un lungo contenzioso in sede Ue. La pressione delle organizzazioni agricole – preoccupate che i francesi si approvvigionino di materia prima all’estero – potrebbe però convincere lo stesso l’esecutivo a giocare questa carta. A uscire con le tasche piene sono invece i fondi stranieri che dopo essersi dichiarati pronti a scendere in campo per difendere l’italianità di Parmalat hanno deciso invece all’ultimo minuto di cedere alla tentazione del denaro, incassando (in maniera del tutto legittima) un netto premio rispetto ai piccoli azionisti e agli altri loro colleghi fuori dal patto a tre. Attualità Cinema E' vero che? Economia Editoriale La Nera La Rosa Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Sport Who's who MILANO – La Francia segna in contropiede un goal pesantissimo all’Italia nella partita per Parmalat. Lactalis, già titolare di una partecipazione del 13,7% nel capitale di Collecchio, ha raggiunto un accordo per acquisire la quota del 15,3% in mano a Skagen, MacKenzie e Zenit, i tre fondi che avevano presentato una propria lista per il cda per scalzare Enrico Bondi. La firma è arrivata nelle prime ore di oggi dopo un braccio di ferro con IntesaSanPaolo che in nome della cordata italiana era da ore in pressing sugli investitori istituzionali. I transalpini però – incuranti del decreto anti-stranieri allo studio di Giulio Tremonti 1 – hanno fatto saltare il tavolo con una maxi-offerta a 2,8 euro per azione (il 13% in più della chiusura di ieri) per un totale di 750 milioni che ha spiazzato Cà de Sass, costretta alla prudenza in attesa di un via libera di Ferrero all’operazione tricolore. La società della famiglia Besnier – che in Italia controlla già Galbani, Invernizzi e Cademartori – definirà nella giornata di oggi i dettagli tecnici del passaggio azionario che le consentirà di presentarsi all’assemblea del 14 aprile con una partecipazione del 29%, appena sotto la soglia dell’Opa, un pacchetto probabilmente decisivo per conquistare il controllo del cda di Parmalat e alzare su Collecchio la bandiera francese. Lo schiaffo di Parigi lascia ben poche speranze di ribaltare la situazione ai paladini dell’italianità. L’unica strada “finanziaria” a disposizione è a questo punto il lancio di un’Opa sul 100% della società di Bondi. Ma il prezzo è salatissimo (poco meno di 5 miliardi) e viste le difficoltà incontrate da Intesa a raccogliere un miliardo per fronteggiare Lactalis in questo primo tempo della partita, il percorso è decisamente impervio. La palla è quindi in mano al governo che ha già ribadito più volte di voler proteggere Parmalat da scalate ostili per il peso che l’azienda ha nella delicatissima filiera lattiero casearia nazionale. E’ ancora possibile? Tremonti potrebbe trovare formule giuridiche (simili a quelle utilizzate proprio dalla Francia) per bloccare le operazioni non gradite su società strategiche, ma ora che Lactalis ha in mano la maggioranza relativa tutto è più complesso. E un eventuale intervento a gamba tesa di Roma esporrebbe l’Italia un lungo contenzioso in sede Ue. La pressione delle organizzazioni agricole – preoccupate che i francesi si approvvigionino di materia prima all’estero – potrebbe però convincere lo stesso l’esecutivo a giocare questa carta. A uscire con le tasche piene sono invece i fondi stranieri che dopo essersi dichiarati pronti a scendere in campo per difendere l’italianità di Parmalat hanno deciso invece all’ultimo minuto di cedere alla tentazione del denaro, incassando (in maniera del tutto legittima) un netto premio rispetto ai piccoli azionisti e agli altri loro colleghi fuori dal patto a tre. Fonte: Repubblica.it http://www.larosanera.it/?p=2026 1/2 22/03/2011 Mi piace Accordo Lactalis-fondi esteri per la ce… Di' che ti piace questo elemento prima di tutti i tuoi amici. Edit this entry. This entry was posted on martedì, marzo 22nd, 2011 at 12:18 and is filed under Economia. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site. Edit this entry. 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