Progetto EPG finito
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Progetto EPG finito
Aggiungi un posto a tavola Progetto per l’integrazione dei bambini stranieri nelle scuole Gruppo I 7 nani Claudia Scolari Chiara Spaggiari Claudia Tarpini Silvia Maria Romeo Gaia Postizzi Sofia Vesely INTRODUZIONE In questi ultimi anni il nostro territorio è diventato sede di una società multietnica in cui culture diverse si trovano a convivere. L'Italia, infatti, risulta essere il terzo paese europeo per numero assoluto di stranieri residenti. Analizzando le zone di provenienza, si nota come ci sia stato un deciso incremento dei flussi migratori provenienti dall'Europa orientale. Accanto ad essi, le principali comunità straniere presenti in Italia sono quella albanese, marocchina, cinese ed ucraina, le quali risiedono per la maggior parte nel nord-ovest del paese. Si può notare una maggiore presenza nei capoluoghi di provincia rispetto alle zone rurali. Tra le province italiane, quella con la comunità straniera più grande è, quella di Milano, seguita da quella di Roma. Dalle ricerche emerge che la popolazione straniera presenta un'età media decisamente più bassa di quella italiana. In particolare, gli stranieri nati in Italia nel 2010 hanno rappresentato il 14% del totale delle nascite. Soprattutto nella scuola si rivela la presenza di alunni provenienti da diversi paesi: la scuola diventa, quindi, un luogo di confronto e scambio culturale, ma anche luogo in cui è possibile acquisire gli strumenti per raggiungere un buon livello di integrazione. Nel passato le migrazioni verso altri territori sono state sancite da necessità di tipo prevalentemente alimentare. La natura delle migrazioni nel contesto attuale ha, invece, un orientamento maggiormente economico-sociale e politico. Non è più solo la mancanza di cibo a far intraprendere un viaggio, lungo e faticoso, ma la volontà di approdare in realtà che permettano condizioni di vita migliori per se e per la propria famiglia. Qualunque siano le motivazioni che spingono gli individui ad abbandonare il proprio paese di origine, questo viaggio risulta sempre essere un processo traumatico dovuto alla privazione di tutto ciò che fino al momento della partenza è considerato il proprio “universo culturale”. Tra le molte difficoltà di adattamento, una Progetto: Aggiungi un posto a tavola 2 posizione fondamentale è occupata dalle differenze nei regimi alimentari. Ciò che permane è, comunque, il desiderio di mantenere le proprie radici, stabilire un punto d’incontro tra se e la propria identità, ricreando, fisicamente e mentalmente, i luoghi in cui ci si sente a casa. Il cibo diventa un vero e proprio strumento di riappropriazione identitaria nel momento in cui questa venga a mancare, è il ponte verso la propria terra, i propri affetti, i propri luoghi. Risulta quindi chiaro il nesso tra cibo, abitudini alimentari, sapori familiari da un lato, e identità, attaccamento ai luoghi, alle sensazioni e ai ricordi dall’altro. Il cibo mantiene in vita il legame con la cultura di origine, in modo vivo perché diretto, immediato, fisico. L’unione delle pratiche alimentari tradizionali con quelle del paese d’accoglienza crea il clima ideale per un’esperienza collettiva di integrazione culturale attraverso il cibo. La cucina può, a ragione, essere comparata al linguaggio, «costituisce pertanto uno straordinario veicolo di identificazione e di comunicazione: non solo è strumento di identità culturale, ma il primo modo, forse, per entrare in contatto con culture diverse, infatti mangiare il cibo altrui sembra più facile – anche solo all’apparenza – che codificare la lingua. Più ancora della parola, il cibo si presta a mediare fra culture diverse,la cucina è allora «la soglia più accessibile di una cultura. È la soglia più bassa di un confine. Mangiare la cucina degli altri significa attraversare questa soglia». Il cibo può diventare uno strumento di conoscenza e di accettazione dell’altro. Come la psicologia dello sviluppo ci indica, le capacità sensoriali evolvono durante la crescita e si affinano, ma inizialmente il neonato utilizza tutte le sue capacità percettive per scoprire il mondo che ha intorno. Alcune abilità percettive sono “preferite” rispetto ad altre, anche in base all'età ed alla cultura, tra queste, soprattutto nel bambino piccolo, si può facilmente osservare come il gusto sia di particolare rilievo: nelle sue prime esplorazioni infatti il bambino mira ad usare particolarmente la bocca per conoscere ed apprendere. Anche Freud individuò la “fase orale” come primo stadio nella strutturazione della personalità dell'individuo, in tale fase è proprio la bocca alla base della Progetto: Aggiungi un posto a tavola 3 conoscenza dell'oggetto e dell'alterità. In particolare nei primi anni di vita, l'alimentarsi corrisponde ad un incontro con l'altro e questo atto mantiene, anche dopo l'allattamento, un significato relazionale. Il senso del gusto, che ogni persona sviluppa nel corso della propria evoluzione, non è costituito unicamente da fattori biologici, ma assieme a questi concorrono anche elementi di natura psicologica, sociale e culturale. Il “mangiare insieme” allora non è più un mero atto di sopravvivenza, ma assume il valore di uno scambio reciproco ed è un momento che trasmette un senso di appartenenza. In particolare, nelle scuole questo strumento può essere molto funzionale a prevenire pregiudizi e discriminazioni, in un’età in cui questi sono ancora poco radicate. La sensibilità verso il tema dell’integrazione e più in generale della multiculturalità, così come l’ interesse e la curiosità nello sperimentare, in prima persona, la cucina multietnica, ci ha portato ad elaborare un progetto che integrasse entrambe le tematiche. Nella letteratura abbiamo potuto osservare che sono presenti diversi progetti che si occupano di sensibilizzare al tema dell’integrazione. In alcuni di questi, il cibo risulta essere un protagonista a cui già sono state riconosciute le potenzialità sopra citate, anche se si differenziano per le modalità con cui esse vengono proposte. Nell'intento di rendere il progetto un'idea non solo efficacie, ma anche unica ed il più possibile completa, abbiamo ricercato all'interno della letteratura altri progetti già esistenti. Attraverso questa analisi abbiamo in primo luogo potuto perfezionare il programma migliorando la prima fase della nostra proposta, inserendo alcuni momenti “formativi” che verranno esposti più approfonditamente in seguito. Durante l'indagine abbiamo avuto modo di notare come molti progetti ritagliassero uno spazio particolare per il dialogo, delineandosi pertanto come interventi preferibilmente didattici. Di coseguenza, o per necessità, molti Progetto: Aggiungi un posto a tavola 4 interventi che abbiamo visionato nella letteratura racchiudevano all'interno del loro programma delle fasi di sviluppo linguistico, includendo così momenti d'istruzione. Queste difficoltà sono sicuramente reali e la loro risoluzione è altrettanto ovviamente basilare per poter coinvolgere i giovani stranieri nella quotidianità dell'ambiente italiano; nonostante ciò è stato preferito mantenere questo progetto su una linea meno scolastica, in modo tale che l'intervento non assumesse la parvenza di essere un programma di insegnamento pensato per gli stranieri, ma con gli stranieri. Per ovviare il possibile problema, il progetto è stato organizzato in modo tale da poter essere il più libero possibile, dando quindi voce anche ad altri metodi comunicativi non necessariamente linguistici, come ad esempio l'uso di immagini, attività fisiche (balli), disegni e, non di meno, la fisicità dell'azione di cucinare e mangiare per creare una relazione. L'indagine sulla letteratura già esistente ha inoltre evidenziato la presenza di diversi progetti che considerano il cibo ed il mangiare come momento atto ad instaurare una connessione ed una scoperta (o riscoperta) della cultura. È questo il caso, ad esempio, del progetto interculturale effetuato dalla Milano Ristorazione; in tale progetto la società muove l'intento di servire alle mense scolastiche anche alcuni piatti tipici proveninti da altre tradizioni gastronomiche, sicché i giovani milanesi possano scoprire ricette nuove, mentre i giovani stranieri ritrovano la loro cultura. Quanto accomuna questo progetto con alcuni altri interventi che abbiamo incontrato nella letteratura è la mancanza di un momento preliminare di manipolazione del cibo, momento in cui i bambini possono scoprire le materie prime tipiche ed un diverso modo di cucinarle, oltre che diversi di assaporare e di mangiare. L'uso della manipolazione del cibo è rintracciabile in alcuni progetti della letteratura, ma non direttamente proposto come intervento per diminuire le distanze tra le culture, abbiamo infatti rinvenuto diversi progetti che usano la pratica del cucinare come tramite per l'apprendimento di nuove lingue (come l'inglese “Officina del gusto-l'inglese si impara in cucina”) o, ancora, per trasmettere un educazione alimentare (“Bambini con gusto”). Progetto: Aggiungi un posto a tavola 5 Dato interessante che abbiamo rinvenuto visionando vari progetti esistenti, consiste nel fatto che spesso il raggio d'utenza individuato è circoscritto ad una o qualche scuola, mentre solo taluni, come anche il progetto della Milano Ristorazione, contemplano aree d'intervento più ampie. Per quanto sia corretto che in alcune zone la presenza di comunità straniere sia maggiore, è altrettanto vero che l'evento migratorio sia divenuto una realtà osservabile spesso in svariate località. A fronte di questo fatto abbiamo voluto riprendere l'iniziativa di questi progetti, ricercando un alleanza con il Comune al fine di poter espandere il progetto in più scuole. Il progetto più simile che abbiamo trovato è "Saperi e sapori dal mondo", esso a l'intento di promuovere la conoscenza dei prodotti e dei cibi tipici dei paesi di provenienza di ciascun bambino. In questo progetto, in particolare, il pane è stato usato come mediatore interculturale attraverso cui i bambini hanno potuto osservare e gustare le diverse tipologie di pane come quello arabo, francese e cinese. La particolarità del progetto è stata il confronto tra le diverse modalità di stare a tavola nei vari paesi del mondo. FINALITA' DEL PROGETTO Perseguire l’integrazione degli alunni stranieri e delle loro famiglie nella scuola. o Favorire l'integrazione sociale degli alunni stranieri attraverso attività mirate; o Aiutare i ragazzi a sviluppare conoscenze, atteggiamenti e abilità importanti per vivere in una società multietnica e multiculturale; o Creazione nelle classi di un clima aperto e positivo; o Favorire gradualmente accoglienza, inserimento e integrazione; Progetto: Aggiungi un posto a tavola 6 o o o o o o o o o o Promuovere il benessere scolastico attraverso la condivisione culturale; Valorizzare la persona nella sua singolarità e la diversità come risorsa; Trasmettere idea di accettazione e integrazione; Favorire incontro tra culture e promuovere esperienza di inserimento nella scuola; Incentivare la collaborazione scuola famiglia e la partecipazione alla vita scolastica; Incentivare la conoscenza tra le famiglie; Superamento di stereotipi e pregiudizi; Sostenere alunni nella fase di adattamento al contesto; Sviluppare e consolidare i rapporti a livello affettivo/comunicativo con i compagni e gli adulti dell’ambiente scolastico (accoglienza); Promuovere la conoscenza delle altre culture sia negli aspetti di differenza sia in quelli di comunanza. OBIETTIVI Gli obiettivi che ci si propone sono: o Realizzare l'accoglienza; o Valorizzare la lingua e la cultura di origine; o Incoraggiare i momenti di socializzazione tra i ragazzi stranieri e i compagni italiani; o Implementare identità dei singoli; o Integrarsi e accettarsi attraverso le proprie tradizioni; o Aumentare capacità relazionali; o Conoscenza della storia, lingua tradizione dei paesi di origine dei bambini inseriti nella scuola; o Educare all’ascolto e alla conoscenza di sé e degli altri. Progetto: Aggiungi un posto a tavola 7 DESTINATARI Il progetto è rivolto: o Alunni italiani e stranieri delle classi della scuole primaria di primo grado, in quanto essa si configura come uno dei luoghi di primo contatto con l’alterità e con la diversità, in cui è possibile prevenire atteggiamenti pregiudizievoli. o I genitori degli alunni sia per favorire la formazione di un terreno fertile per la tolleranza nell’ambiente familiare, sia per aumentare i contatti tra le famiglie di diversa nazionalità. CONTESTO TERRITORIALE Il progetto è rivolto alle scuole primarie di primo grado nel comune di Milano, in quanto dalle ricerche è emerso che, è presente un maggior numero di immigrati rispetto agli altri comuni. Saranno poi le scuole a decidere quali classi far partecipare al progetto in base alle loro esigenze di integrazione dei bambini. Secondariamente il progetto potrebbe incidere in maniera positiva anche sull'ambiente sociale in cui i bambini e le proprie faiglie vivono (quartiere, luogo di lavoro, ecc.). Progetto: Aggiungi un posto a tavola 8 MODALITÀ DI INTERVENTO Abbiamo deciso di impostare l’intervento partendo da un incontro preliminare tra la psicologa e gli insegnanti delle classi coinvolte, con lo scopo di definire gli obiettivi e le modalità di svolgimento del progetto. Dopo aver preso accordo con gli insegnanti questi si preoccuperanno di stabilire un incontro con la psicologa e i genitori, per informare questi ultimi dell’iniziativa e raccogliere il consenso circa un’ eventuale partecipazione. Gli incontri si svolgeranno una volta ogni due settimane, durante una mattinata suddivisa in due momenti: 1) un primo momento denominato “laboratorio culturale” saranno i genitori e figli a “raccontarsi” e a “raccontare” la loro terra, gli usi e costumi del loro popolo. Inoltre verranno proposte attività per avvicinare i bambini alle diverse culture, tra queste: (Ad esempio facendo riferimento alla cultura albanese) o visione del materiale multimediale come slide, utilizzo di immagini spiegando il significato e facendo indovinare ai bambini a che paesi appartengono e ascolto di musica facendo girare i bambini nella stanza stoppando la musica in modo intermittente, facendoli muovere davanti agli specchi. Pensiamo, infatti, che il modo migliore per avvicinarsi alla musica è giocare con lei, vivere sia fisicamente che emozionalmente un'esperienza creativa che coinvolga vari aspetti importanti. Il gioco, il movimento, il corpo, la voce sono i canali con cui i bimbi possono esplorare l'elemento musicale. o giochi tipici in quanto siamo consapevoli che il gioco è per il bambino una modalità naturale per imparare a stare nel mondo, Progetto: Aggiungi un posto a tavola 9 sollecitati dalla curiosità e dalla voglia di conoscere. Daremo grande spazio ai giochi collaborativi, dove ognuno potrà identificare se stesso in un ruolo, superando così l’egocentrismo ed aprendosi al pluralismo, imparando a gestire affinità, rifiuti, intrusioni, dispute, sviluppando abilità e capacità cognitive e comunicative, sperimentando modelli sociali e culturali, che sostengono e orientano l’apprendimento e la crescita. Giochi tipici albanesi sono “il gioco del fazzoletto” in cui i bambini sono seduti in cerchio, un bambino gira intorno al cerchio tenendo un fazzoletto in mano, lascia il fazzoletto ad un bambino, se questo è svelto prende il fazzoletto, si alza e vince. Oppure il gioco del quadrato dove si disegna un quadrato per terra con scritti dentro quattro numeri, si prende un sasso e si lancia nel quadrato, poi si salta con un piede e si sposta il sasso dentro al quadrato, se si toccano le linee si perde. o balli tipici come la danza albanese “ghega” è quanto di più semplice si possa immaginare. Si fa sopra un solo motivo semplice e lento che richiama lontanamente il «rispetto» italiano. I danzatori si dispongono uniti in catena in due file, l'uno contro l'altro, e si avvicinano e si allontanano alzando ritmicamente ora l'uno ora l'altro piede, secondo il tempo della canzone. o lettura di filastrocche, storie, fiabe (novella albanese) “Le bugie di Nasredin”: In un paesino sulle montagne albanesi tutti conoscevano Nasredin, ma più di tutto sapevano che era un bugiardo megagalattico. Nessuno riusciva a smascherarlo, perché lui era subito pronto con un’altra bugia più grande ancora … La sua fama raggiunse la città e un giorno arrivò un forestiero,ben vestito e distinto, che cominciò e ad attirare gente proclamando ad alta voce la sua furbizia. - So che abita qui Nasredin il bugiardo, quel signorino che ha imbrogliato tutti voi. Ma vedrete, cari signori, non riuscirà a imbrogliare me. L’uomo si Progetto: Aggiungi un posto a tavola 10 mise ad aspettare il gran bugiardo e il mercoledì,giorno di mercato ,Nasredin arrivò in piazza come al solito,con il suo somarello e le sue verdure da vendere. - So che tu racconti bugie stratosferiche a tutti, ma con me non ci riuscirai -lo sfidò il forestiero -Mi accorgo subito se una persona dice il vero o il falso-. Nasredin ,sotto i baffi,si mise a ridere ,ci pensò un pochino,lo squadrò da capo a piedi e poi gli disse: - Sì,accetto la tua sfida, ma devo prima andare a casa un momento perché ho dimenticato lì il sacco delle mie bugie. Aspettami, non ti muovere, che sarò di ritorno fra poco. Nasredin salì in groppa al suo asino e dati piano coi piedi due colpi sotto la pancia dell'animale che ragliava, se ne andò fischettando . L’uomo si mise ad aspettare,un'ora,due ore,tre ore... e Passò la mattina, passò il pomeriggio, e arrivò la sera . Un passante vide il forestiero fermo ormai da tempo nella piazza ad aspettare e gli disse: -Non te la prendere caro mio. Ci hai detto che sei furbo, ma come vedi, Nasredin è riuscito a imbrogliare anche a te! o contatto con oggetti tipici della cultura: lahuta che è un tipo di violino monocorde. 2) un secondo momento denominato “laboratorio di cucina” in cui bambini e genitori collaboreranno nella preparazione di piatti tipici del loro paese. Le differenze culturali implicano differenti prodotti culinari, determinando così degli abbinamenti di sapori che risultano diversi da quelli a cui siamo abituati, ma non per questo "sbagliati". Approcciarsi a nuovi gusti implica un atto di sperimentazione da parte dei bambini, attraverso il quale si rendono possibili dei momenti di crescita e di formazione di un sé più sicuro e creativo. In Albania: la blaklava dessert tipico è un dolce complesso e stratificato, di sottili sfoglie di pasta filo, proprio come foglie o fogli di carta, imburrate e appoggiate in una teglia: noci tritate più o meno finemente, assieme a pistacchi, vengono sparse sui vari strati, che vengono poi arrotolati e cotti al forno, prima di essere imbevuti con una soluzione di zucchero e succo di limone o miele e spezie con acqua Progetto: Aggiungi un posto a tavola 11 di rose. Nella tradizione albanese la baklava viene tagliata in triangoli, quadrati o rettangoli e servito ma non in abbondanza in quanto è veramente ricco di calorie. A questo seguirà un momento dedicato all’assaggio delle pietanze. OPERATORI COINVOLTI Figure professionali Le diverse figure professionali coinvolte, oltre alla psicologa sono: o insegnanti; o personale della mensa (se presente); o personale ATA. Progetto: Aggiungi un posto a tavola 12 SETTING I luoghi in cui si svolgerà concretamente il progetto saranno principalmente due. Nella prima parte della giornata (laboratorio culturale), si potranno sfruttare le aule dove si svolgono normalmente le lezioni; sarà probabilmente necessario modificare la disposizione dei banchi e delle sedie per svolgere i giochi che necessitano movimento. Nella seconda parte (laboratorio di cucina), il progetto si sposterà nella mensa scolastica, sia nella cucina per la parte pratica, sia nel luogo destinato al pranzo per degustare i piatti preparati. MATERIALE/ RISORSE Per il laboratorio culturale Sarà necessario preparare del materiale multimediale che comprenda delle slide che permettano ai bambini di focalizzare l’argomento del giorno con parole chiave e disegni. Serviranno poi materiali più ludici e divertenti come giochi, musiche (attraverso le quali si potranno insegnare balli tipici), filastrocche, oggetti tipici della specifica cultura (ad esempio le bacchette per mangiare simbolo della cultura cinese). Per il laboratorio di cucina C’è bisogno dei materiali della mensa e della cucina in modo che i bambini con genitori e insegnanti possano cucinare e divertirsi insieme ad assaggiare il risultato. Progetto: Aggiungi un posto a tavola 13 Tutti i materiali dovranno essere presentati dalle maestre, ma concordati precedentemente con la psicologa, la quale collaborerà con le insegnanti nella creazione delle slide e nel reperimento dei giochi/oggetti. DURATA Un incontro ogni due settimane, il numero di incontri è stabilito in relazione al numero dei differenti paesi di origine dei bambini da rappresentare. (Se per esempio in una classe ci sono tre bambini cinesi si farà solo una giornata dedicata alla Cina). Le fasi di realizzazione riguardano: o fase preliminare: incontro tra psicologa e insegnanti per stabilire insieme come attuare il progetto e incontro tra psicologa e genitori con la presenza delle insegnanti sia per spiegare il progetto sia per coinvolgere anche i genitori nell’intervento di integrazione. o fase intermedia: attuazione del progetto mediante il laboratorio culturale e il laboratorio di cucina. o fase finale: valutazione del progetto attraverso diversi strumenti e restituzione dei risultati ai genitori. Progetto: Aggiungi un posto a tavola 14 DIFFUSIONE DEL PROGETTO Il progetto verrà presentato al comune che avrà il compito di divulgarlo alle diverse scuole primarie di primo grado. Inoltre, una bozza del progetto verrà divulgata in internet così da dare la possibilità alle scuole interessate di contattarci per collaborare insieme. VALUTAZIONE Al fine di verificare l'efficacia dell'intervento sono stati pensati vari strumenti volti a indagare l'andamento del progetto in itinere (valutazione iniziale, valutazione intermedia e valutazione finale). Questi strumenti sono: o consenso iniziale e partecipazione: un primo feedback sull'interesse riguardo al progetto deriva dalla quantità di adesioni da parte degli alunni e dei genitori. In itinere, è possibile continuare a verificare l'andamento dell'interesse verso il progetto monitorando la partecipazione/presenze. o osservazioni sistematiche degli alunni: consiste nella valutazione qualitativa dell’interesse, del coinvolgimento e della partecipazione da parte degli alunni. Questa valutazione sarà effettuata dallo psicologo dell'equipe attraverso la compilazione di apposite griglie. o valutazione pre/post intervento: utilizzando il test Affective Lexical Primining Score (ALPS) utile ad identificare i pregiudizi sociali inconsci. L'esperimento consiste, in un primo momento, nel mostrare Progetto: Aggiungi un posto a tavola 15 a ciascun soggetto delle immagini raffiguranti i volti di individui di diverse etnie; in un secondo tempo, il protocollo prevede che venga presentato un viso e subito dopo una parola che può essere priva di senso oppure riferita ad un aspetto del reale, con una connotazione positiva, negativa o neutra. Il soggetto deve decidere a quale categoria appartiene il vocabolo. E' risultato che nei soggetti non addestrati quando veniva mostrato un volto, ad esempio di un afroamericano, la risposta era più rapida se la parola che seguiva aveva un connotato negativo e più lenta se aveva un connotato positivo. Questo viene fatto per verificare se i tempi di reazione cambiano dopo l'intervento. o diario di bordo: questo strumento consiste nel descrivere le attività svolte durante ogni incontro, facendo anche riferimento alle emozioni suscitate, considerazioni e riflessioni. La stesura del diario è libera, infatti viene lasciato molto spazio alla creatività: il diario può essere integrato a piacimento anche da materiale creativo. Questo strumento di valutazione può essere redatto dall'insegnante oppure dai bambini con l'aiuto dell'insegante. o disegno/tema: la scelta dello strumento deve essere fatta in base alle capacità del bambino e al livello di scolarizzazione raggiunto. o questionario per i genitori: strumento da somministrare ai genitori al termine dell'intervento per verificare il loro grado di soddisfazione e l'efficacia. Progetto: Aggiungi un posto a tavola 16