Il_fenomeno_ISIS_di_Salvatore_Federico

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IL FENOMENO ISIS
di Salvatore Federico
Lo Stato Islamico[1] (abbreviato IS), è un gruppo terrorista islamista attivo in Siria e Iraq, il cui
attuale capo, Abu Bakr al-Baghdadi, nel giugno 2014 ha unilateralmente proclamato la nascita di un
“califfato” nei territori caduti sotto il suo controllo. Si è detto che, per la prima volta, il gruppo
jihadista cambiava strategia rispetto al passato rivendicando la propria sovranità su un territorio e
ambendo a divenire una vera e propria entità politica. O che, quantomeno, ora disponeva dei mezzi
sufficienti per sostanziare tali dichiarazioni. In rare occasioni, però, ci si è soffermati sul significato
del Califfato. Il Califfato sorge come istituzione alla morte del Profeta Maometto, con la
designazione dei suoi successori chiamati a guidare la comunità dei fedeli (ummah). Si tratta di un
riferimento storico e quasi mitologico per l'Islam radicale, che richiama l’età d’oro dell’Islam. La
caratteristica principale del Califfato è quella di presentarsi come punto di riferimento per l’intera
ummah e di non basarsi su identità e confini nazionali. La dichiarazione di al-Baghdadi mira a
ristabilire l’istituzione califfale e la pone in diretto contrasto con i moderni Stati nazione. Si tratta di
un progetto alquanto irrealistico nel mondo contemporaneo, ma è l'obiettivo dichiarato di quasi tutto
i movimenti jihadisti.[2]
Prima della proclamazione del califfato, si faceva chiamare Stato Islamico dell'Iraq e alSham, comunemente tradotto come Stato Islamico dell'Iraq e della Siria (abbreviato ISIS)
oppure Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (abbreviato ISIL).
Le origini del gruppo risalgono ad Al-Qaida in Iraq (2004-2006), poi rinominato Stato
Islamico dell’Iraq (2006-2013), fondato da Al-Zarqawi nel 2004 per combattere l’occupazione
americana dell’Iraq e il governo iracheno sciita, sostenuto dagli USA dopo il rovesciamento di
Saddam Hussein. A partire dal 2012 lo Stato Islamico dell’Iraq è intervenuto nella guerra civile
siriana contro il governo di Bashar al-Assad e, nel 2013, avendo conquistato una parte del territorio
siriano (con capitale Raqqa), ha cambiato nome in Stato Islamico dell’Iraq e della Siria (ISIS). Nel
2014 l’ISIS ha espanso il proprio controllo in territorio iracheno (con la presa di Mossul in giugno),
proclamando la nascita del califfato il 29 giugno 2014.[3] Le rapide conquiste territoriali dell’ISIS
hanno finito per attirare la preoccupazione della comunità internazionale, spingendo gli USA e altri
Stati occidentali e arabi ad intervenire militarmente contro l’ISIS con bombardamenti aerei in Iraq
da agosto 2014 e in Siria da settembre 2014.[4]
Dapprima alleato di Al-Qaida, rappresentata in Siria dal fronte al-Nusra, l’ISIS se ne è
definitivamente distaccato nel febbraio 2014, diventandone il principale concorrente per il primato
nel jihad globale. Così, a partire da ottobre 2014, altri gruppi jihadisti esterni all’Iraq e alla Siria
hanno dichiarato la loro affiliazione all’ISIS, assumendo il nome di “province” (wilayah) dello
Stato Islamico: tra queste, si sono particolarmente distinte per le loro attività la provincia del Sinai,
attiva nella regione egiziana del Sinai, e le Province libiche di Barqa e Tripoli, che, nel contesto
della seconda guerra civile libica, controllano la città di Derna e parte della città di Sirte in Libia.[5]
L'ONU[6] e alcuni singoli Stati hanno esplicitamente fatto riferimento allo Stato Islamico come a
un'organizzazione terroristica, così come i mezzi d'informazione in tutto il mondo.[7][8][9][10][11]
1. L’ideologia politica
Lo Stato Islamico è un'organizzazione islamica estremista che segue la linea oltranzista di al-Qaida
e considera il jihad globale un dovere di ogni musulmano. Come al-Qaida, molti altri gruppi
“gruppi islamisti e jihadisti, emersi come propaggini dei Fratelli Musulmani dalla fine degli anni
1920, sono stati tutti impegnati in una lotta per rovesciare i governi a maggioranza musulmana, al
fine di creare uno stato teocratico, che si riferiscano a un califfato, governato divinamente da un
solo leader”. L’IS è la prima organizzazione islamista al mondo,[12] che tuttavia non afferma la
cogenza della jihad, avendo da tempo optato per una strategia legale per salire al potere. Segue
un'interpretazione radicale e anti-occidentale dell'Islam, promuove la violenza religiosa e considera
coloro che non concordano con la sua interpretazione del Corano infedeli e apostati; si rifà all'Islam
delle origini e rifiuta le “innovazioni” più recenti considerandole responsabili della corruzione del
suo spirito originario. Condanna i califfati più recenti e l'Impero ottomano per aver deviato da
quello che chiama “islam puro”, per restaurare il quale ha stabilito un suo califfato.[13] Allo stesso
tempo lo Stato Islamico mira a fondare uno stato fondamentalista salafita, e quindi sunnita, in Iraq,
Siria e altre parti del levante.
2. Amministrazione e membri
Attualmente il gruppo è guidato da Abu Bakr al-Baghdadi, autoproclamatosi califfo, con un gruppo
ristretto di consiglieri. Ci sono due vice, Abu Muslim al-Turkmani per l'Iraq e Abu Ali al-Anbari
per la Siria, e dodici governatori locali in entrambi i Paesi. Sotto il comando dei governatori ci sono
dei consigli locali su finanza, leadership, questioni militari, questioni legali (che includono le
decisioni sulle esecuzioni), assistenze ai combattenti stranieri, sicurezza, informazione militare e
media. In più un consiglio della shura ha il compito di assicurarsi che tutte le decisioni dei
governatori e dei consigli corrispondano all'interpretazione della shari'a accettata dallo Stato
Islamico. Secondo Jasmine Opperman, direttore delle operazioni africane contro il terrorismo
Research & Analysis Consortium (TRAC), l’ISIS ha probabilmente diviso la governance della
“Stato islamico” in rami siriani e iracheni, semplicemente per rendere più facile l'esecuzione. “Il
califfato è visto come uno stato, ma ci sono due governi diversi; […] credo che questa divisione è
puramente amministrativa in questo momento. Non vogliono minimizzare il califfato, ma per
rendere più facile la governabilità sono stati costretti a fare una separazione tra la Siria e l'Iraq.” [14]
Al-Raqqa è de facto la capitale siriana dello Stato Islamico e si dice che sia un mezzo per
testare o provare l'autorità di ISIS,[15] che infatti nel settembre 2014 aveva già ricomposto una
moderna struttura di governo.
Le istituzioni, restaurate e ricostruite, stanno fornendo servizi. La diga di al-Raqqa continua
a fornire acqua ed energia elettrica, esperti stranieri aiutano gli ufficiali siriani a far funzionare le
istituzioni civili. Solo la polizia e i soldati sono combattenti dello Stato Islamico che ricevono
alloggi confiscati ai musulmani non sunniti oppure abbandonati. Vengono forniti i servizi sociali e
viene praticato il controllo dei prezzi; le tasse vengono imposte ai benestanti. Esportando petrolio
dai campi petroliferi conquistati lo Stato Islamico intasca decine di milioni di dollari.[16][17] Isis ha
attuato un programma di potere morbido nelle aree irachene e siriane sotto il suo controllo che
include servizi sociali, prediche religiose e proselitismo. Si occupa anche della manutenzione delle
strade e della rete elettrica.[18]
Frank Gardner, un giornalista britannico esperto di sicurezza, ha concluso che le prospettive
dello Stato Islamico di mantenere il controllo e di governare sono più solide nel 2014 di quanto non
lo fossero nel 2006. A dispetto della sua brutalità, lo Stato Islamico si è ben radicato tra la
popolazione e difficilmente verrà rimosso dalle forze di sicurezza siriane ed irachene. Ha
rimpiazzato un governo corrotto con efficienti autorità controllate localmente, ha restaurato servizi
ed acqua e petrolio sono forniti in maniera adeguata.[19]
A Mossul lo Stato Islamico ha implementato la shari'a nei programmi scolastici, bandendo
l'insegnamento di storia nazionale, letteratura, arte, musica e della teoria dell'evoluzione di
Darwin.[20][21][22] Molti genitori iracheni hanno boicottato le scuole in cui sono stati introdotti i
nuovi programmi.[23]
3. Linee guida per i civili
Dopo aver conquistato le città irachene, l’ISIS ha pubblicato delle linee guida su come indossare
veli e vestiti; ha avvertito le donne di Mossul di indossare veli che coprano tutto, pena una severa
punizione. Per lo Stato islamico “questa non è una restrizione alla sua libertà, ma per impedire di
cadere nella volgarità o nell’umiliazione e di essere un teatro per gli occhi di coloro che sono alla
ricerca.” [24] Ha anche messo al bando manichini nudi e ordinato che le facce dei manichini sia
maschili che femminili venissero coperte.
L’ISIS ha pubblicato 16 note, chiamate “Contratto con la città”: una serie di regole rivolte ai
civili di Nineveh. Una regola stabilisce che le donne devono stare in casa e non uscire, a meno che
non sia necessario; un'altra dice che rubare sarà punito con l'amputazione.[25] Oltre a bandire la
vendita e il consumo di alcolici, che è normale nella cultura musulmana, l’ISIS ha vietato la vendita
e l'uso di sigarette e narghilé. Hanno anche messo al bando “musica e canzoni in macchina, alle
feste, in negozi ed in pubblico, così come fotografie di persone nelle vetrine dei negozi”.[26]
I cristiani, che vivono in aree sotto il controllo dell'ISIS e che vogliono rimanere nel
califfato, hanno tre opzioni: convertirsi all'islam, pagare l'imposta religiosa oppure la morte. ISIS ha
già imposto simili regole per i cristiani di Al-Raqqa, in Siria, una delle città più liberali della
nazione.[27][28]
4. Obiettivi
 Istituzione di uno stato islamico
Fin dal suo inizio l'istituzione di uno stato islamico puro è stato uno degli obiettivi principali
dell'organizzazione. Secondo la giornalista Sarah Birke, una delle “differenze significative” tra il
fronte al-Nuṣra e lo Stato Islamico è che quest'ultimo “tende ad essere più focalizzato
sull'istituzione di un proprio governo nel territorio conquistato”. Mentre entrambi i gruppi
condividono l'ambizione di costruire uno stato islamico, ISIS è “molto più spietata […] compie
attacchi settari e impone immediatamente la shari'a”.[29] Lo Stato Islamico ha ufficialmente
raggiunto il suo obiettivo il 29 giugno 2014, quando ha rimosso la dicitura "Iraq e Levante" dal
proprio nome e dichiarato i territori occupati di Iraq e Siria come parte di un nuovo califfato.[30]
 Rivendicazioni territoriali
A metà 2014 il gruppo ha pubblicato un video intitolato La fine di Sykes-Picot, nel quale è presente
un cileno, Abu Safyya, che parla inglese. Il video annuncia le intenzioni del gruppo di eliminare gli
attuali confini tra i paesi islamici del Vicino Oriente; questo è un riferimento ai confini decisi
dall'accordo Sykes-Picot durante la prima guerra mondiale.[31][32]
Il 13 ottobre 2006 il gruppo annunciò la fondazione dello Stato Islamico dell'Iraq, che
rivendicò l'autorità sui governatorati islamici di Baghdad, al-Anbar, Diyala, Kirkuk, Ṣalaḥ al-Din,
Ninawa e parti del governatorato di Babil.[33]
In seguito all'espansione del gruppo all'interno della Siria nel 2013 e l'annuncio dello Stato
Islamico dell'Iraq e del Levante, il numero di province rivendicate è salito a 16. In più, rispetto alle
sette irachene, le wilaya siriane, in gran parte entro i confini dei governatorati esistenti, sono
Hassaké, Deir el-Zor, al-Raqqa, Homs, Aleppo, Idlib, Hama, Damasco e Laodicea.[34]
La sede del potere dello Stato Islamico in Siria è il governatorato di al-Raqqa. È risaputo che
i più importanti leader dello Stato Islamico, incluso Abu Bakr al-Baghdadi, abbiano visitato il
capoluogo al-Raqqa.[35]
5. Finanze
Uno studio di duecento documenti (lettere personali, note spesa e registri dei membri), appartenenti
ad al-Qaʿida in Iraq e ad ISIS stessa, è stato effettuato dalla RAND Corporation nel 2014. Si è
scoperto che tra il 2005 e il 2010 le donazioni dall'estero arrivavano solo al 5% del capitale a
disposizione del gruppo, il resto veniva raccolto in Iraq. Nel periodo di tempo studiato, alle cellule
era richiesto d'inviare fino al 20% degli introiti, derivanti da rapimento, estorsione e altre attività, al
livello superiore della gerarchia del gruppo. I comandanti di grado più alto avrebbero poi distribuito
i fondi alle celle provinciali o locali che si trovavano in difficoltà o avevano bisogno di soldi per
condurre gli attacchi. I dati mostrano che per il denaro liquido ISIS contava su membri di Mossul, la
cui dirigenza era usata per elargire ulteriori fondi ai miliziani di Diyala, Ṣalāḥ al-DIn (Salahuddin) e
Baghdad che si trovavano in difficoltà.[36]
Nella metà del 2014 lo spionaggio iracheno ha ottenuto informazioni da un membro
dell'ISIS, il quale ha rivelato che le risorse del gruppo ammontano a due miliardi di dollari
statunitensi.[37] ISIS è così il più ricco gruppo jihadista del mondo.[38] Alcune voci dicono che circa
tre quarti di questa somma è rappresentata da risorse di cui il gruppo si è impadronito durante la
presa di Mossul nel giugno del 2014; queste includono fino a 429 milioni di dollari rubati dalla
banca centrale di Mossul, assieme ad altri milioni e ad una grande quantità di lingotti d'oro rubati da
altre banche di Mossul.[39] È stato però messo in dubbio il fatto che ISIS abbia potuto recuperare
una somma così imponente dalla banca centrale[40] e abbia realizzato le rapine in banca di cui è
accusata.
ISIS ha regolarmente praticato l'estorsione, ad esempio domandando denaro ai camionisti,
minacciandoli di far esplodere il loro carico. Le rapine in banca e alle gioiellerie sono state altre
fonti di guadagno.[41] È risaputo, inoltre, che il gruppo abbia ricevuto fondi da donatori privati dagli
stati del Golfo,[42][43] e sia il primo ministro iraniano che quello iracheno Nuri al-Maliki hanno
accusato l'Arabia Saudita e il Qatar di finanziare l'ISIS,[44][45][46] senza però fornire prove. [47][48][49]
Si pensa che il gruppo riceva dei considerevoli finanziamenti dalle sue operazioni nella Siria
orientale, dove ha sequestrato campi petroliferi e contrabbandato materiali grezzi e beni
archeologici.[50] ISIS guadagna denaro anche dalla produzione di petrolio greggio e vendendo
energia elettrica nella Siria settentrionale e al governo siriano.[51]
Fin dal 2012 l'ISIS ha prodotto rapporti annuali dando informazioni numeriche sulle sue
operazioni in uno stile che ricorda i report aziendali, incoraggiando potenziali donatori.[52][53]
5. Propaganda e social media
Il gruppo fa un uso efficace della propaganda,[54] come ha dimostrato con la scelta del colore nero
per il suo vessillo (colore ufficiale della dinastia abbaside, che ebbe come sue capitali Baghdad e
Samarra), su cui è scritto un Tawḥid che, per quanto calligraficamente sgraziato, va letto dal basso
verso l'alto, probabilmente per sottolineare la rilevanza dei concetti espressi: "Muḥammad" al
livello inferiore, seguito al di sopra dalla parola "rasul" (Inviato [di Allah]) e, in alto, dal sostantivo
Allah.
Ulteriore elemento simbolico, fortemente evocativo per i musulmani più acculturati, è il
luogo prescelto nell'estate del 2014 per l'annuncio della costituzione del "Califfato" islamico: la
moschea di Mossul, detta al-Nuri, così detta perché fondata dal sultano turco Nur al-Din (il nostro
Norandino), che avviò proprio da Mossul la riconquista islamica della Terrasanta occupata dai
crociati.
Sul giornale online dell'ISIS Dabiq è stato poi pubblicato il 12 ottobre un fotomontaggio,[55]
che è stato (come probabilmente sperava l'ISIS) puntualmente riproposto dai media occidentali, in
cui era raffigurata sullo sfondo la Basilica di San Pietro a Roma, con il vessillo dell'ISIS sventolante
al di sopra dell'obelisco della piazza, e un titolo (The failed crusade) in cui si sottolineava il
"fallimento" della "Crociata" - intesa dai componenti dello Stato Islamico dall'inefficacia dei
bombardamenti aerei alleati - e l'imminente inevitabile conquista di Roma, assurta a simbolo
dell'intero Occidente.
Nel novembre del 2006, poco dopo la creazione dello Stato Islamico dell'Iraq, il gruppo ha
fondato l'al-Furqan Institute for Media Production, il quale produce CD, DVD, manifesti, libelli e
propaganda di rete.[56] Il principale organo di stampa dello Stato Islamico è l'I'tisaam Media
Foundation, fondato nel marzo del 2003, e distribuisce tramite il Global Islamic Media Front
(GIMF).[57]
Nel 2014 lo Stato Islamico ha fondato l'Al Hayat Media Center, rivolto ai popoli occidentali
e pubblica materiale in inglese, tedesco, russo e francese. [58] Nel 2014 ha anche fondato la Anjad
Media Foundation, che pubblica Anasheed (ovvero "canti religiosi" che incitano al jihad).[59]
Lo Stato Islamico si avvantaggia regolarmente dei media sociali, in particolare di Twitter.
Per distribuire il suo messaggio organizza campagne hashtag, incoraggiando tweet con etichette
popolari e utilizzando applicazioni che abilitano lo Stato Islamico a diffondere la propria
propaganda sui profili dei suoi sostenitori.[60] L'uso dei media sociali è stato descritto da un esperto
come “probabilmente più sofisticato di [quelli della] maggior parte delle compagnie
statunitensi”.[61] Un altro commento è che “ISIS mette più enfasi nei media sociali rispetto agli altri
gruppi jihadisti […] Ha una presenza sui media sociali molto coordinata”. [62]
Anche se i feed dello Stato Islamico su Twitter vengono regolarmente censurati, provocando
nell'ottobre del 2014 una minacciosa rimostranza dell'ISIS, frequentemente essi vengono ricreati,
consentendo di mantenere all'organizzazione una forte presenza in rete. Il gruppo ha tentato di
espandersi su altre piattaforme sociali quali Quitter, Friendica e Diaspora, ma gli ultimi due hanno
immediatamente rimosso la sua presenza.[63]
6. Equipaggiamento
Le armi più comuni usate contro la coalizione multinazionale in Iraq durante la guerriglia irachena
tra il 2003 e il 2011 erano quelle prese dalle riserve di armi di Saddam Hussein distribuite per il
Paese; queste comprendevano i fucili d'assalto AKM, mitragliatrici PK e lanciarazzi RPG-7.[64]
ISIS è stata in grado di rafforzare le sue capacità militari catturando una grande quantità di
armi di diverse tipologie durante la Guerra civile siriana e nella guerriglia irachena scatenatasi dopo
il ritiro delle truppe statunitensi. Queste razzie di armi hanno migliorato le capacità del gruppo di
portare a termine le operazioni successive ed ottenere ulteriori equipaggiamenti.[65]
Le armi che ISIS ha ottenuto e impiegato comprendono: missili terra-aria Strela-2[66] e FIM92 Stinger[67]; Missili anticarro M-79 Osa, HJ-8[68] e AT-4 Spigot; artiglieria 130mm M-46 e obici
M198,[69]; carri armati T-54/55, T-72 e M1 Abrams[70]; autoblindo Humvee e M1117[71]; camion
muniti di mitragliatriic DShK; cannoni antiaerei ZU-23-2[72][73]; lanciarazzi multipli BM-21 Grad;
almeno un missile Scud.[74]
Quando ISIS ha preso l'aeroporto di Mosul nel giugno del 2014 ha sottratto degli elicotteri
Sikorsky UH-60 Black Hawk ed alcuni aerei da trasporto che stazionavano lì.[75][76] Secondo Peter
Beaumont del The Guardian sembra difficile che ISIS sarà in grado di schierarli.[77]
ISIS si è anche impossessata di materiale nucleare dall'università di Mosul nel luglio del
2014. In una lettera al segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon l'ambasciatore ONU in Iraq,
Muhammad 'Ali al-Hakim, ha detto che il materiale presente nell'università “può essere utilizzato
per creare armi di distruzione di massa”. Esperti nucleari considerano però la minaccia
insignificante. Il portavoce dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica Gill Tudor scrive che il
materiale rubato era “di bassa qualità e non presenta un rischio significativo per la sicurezza o
proliferazione nucleare”.[78][79]
7. Aspetti controversi
 Accuse di crimini di guerra
Nel luglio del 2014 la BBC ha riportato le parole dell'investigatore capo delle Nazioni Unite che
dichiara: “I combattenti dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (ISIL) potrebbero essere
aggiunti alla lista dei sospettati per crimini di guerra in Siria.”[80] Nell'agosto del 2014 le Nazioni
Unite hanno accusato lo Stato Islamico di commettere “atrocità di massa” e crimini di guerra. Il
rapporto dice che la forza aerea siriana ha usato bombe a botte su quartieri civili. Nelle carceri del
governo, i detenuti sono stati sottoposti a torture orribili e a violenza sessuale. Tra le altre accuse di
crimini di guerra, commessi dal governo siriano del presidente Bashar al-Assad, è stato l'uso
sospetto di gas di cloro.[81][82]
 Conflitti con altri gruppi
Hwaida Saad e Rick Gladstone scrivono nel The New York Times, che nel dicembre del 2013, in
Siria, i ribelli affiliati al Fronte Islamico e l'Esercito Siriano Libero lanciarono un'offensiva contro i
combattenti di ISIS ad Aleppo e dintorni. Scontri mortali sono stati riportati tra gli jihadisti sunniti
islamici, legati ad Al Qaeda, e gli insorti in altre alleanze, che punteggiano uno scisma crescente
all'interno dell'opposizione armata siriana sul potere esercitato dai suoi membri religiosamente
radicalizzati, molti dei quali provenienti da altri Paesi.[83]
 Presunte relazioni con il governo siriano
Nel gennaio del 2014 il Daily Telegraph ha scritto che fonti dei servizi segreti occidentali,
confermate da alcuni disertori di al-Qaʿida, sospettano che il governo siriano abbia fatto un accordo
con ISIS e il Fronte al-Nuṣra riguardante il petrolio, dicendo che i combattenti stavano finanziando
la loro campagna vendendo petrolio greggio al regime dai campi petroliferi che avevano
acquisito.[84]
Un diplomatico occidentale anonimamente ha confermato che c'erano contatti regolari tra il
regime e forze legate ad al–Qaʿida, dicendosi però incerto sul grado di reciproca fiducia. Inoltre ha
dichiarato: “Non ho dubbi che ci siano connessioni […] Ma l'assistenza diretta fornita da ISIS al
regime con le vendite di petrolio, e l'implicita accettazione della presenza di ISIS in alcune aree da
parte del regime, potrebbero indicare un'alleanza tattica che permette a entrambe le entità di
perseguire i loro scopi a breve termine”.[85]
Alcuni analisti hanno notato che le basi dell'ISIS non sono state attaccate dall'artiglieria
siriana, né dall'aviazione. Un portavoce del Foreign Office del Regno Unito ha anche evidenziato
che la mancanza di bombardamenti delle basi di ISIS rende credibile il sospetto di collusione. [86]
Anche The Guardian ha pubblicato un articolo nel quale concorda con la tesi della collusione.[87]
 Violazione dei diritti umani
All'inizio di settembre del 2014 il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite decise di
mandare in Iraq e in Siria un team per investigare su abusi ed uccisioni “di portata inimmaginabile”
compiute dallo Stato Islamico. Zeid Ra'ad al Hussein di Giordania, che ha sostituito Navanethem
Pillay come Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha incoraggiato i capi
mondiali ad intervenire per proteggere le donne e bambini che si trovano tra le mani dei combattenti
dello Stato Islamico, che si diceva stessero cercando di creare una “casa del sangue”. Ha fatto
appello alla comunità internazionale perché concentri i suoi sforzi per porre fine al conflitto in Iraq
e Siria.[88]
 Persecuzioni religiose
ISIS obbliga le persone che si trovano nelle aree sotto il suo controllo ad attestare la propria fede
islamica, vivere secondo la propria interpretazione dell'islam sunnita e sotto la Legge coranica con
la pena di morte, tortura e mutilazione genitale.[89][90] La violenza è rivolta verso i musulmani sciiti,
Assiri, caldei, siriaci e armeni cristiani, in particolare yazidi, drusi, shabak e mandei.[91]
Amnesty International ha accusato l'ISIS di pulizia etnica nei gruppi minoritari dell'Iraq
settentrionale.[92]
 Trattamento dei civili
Durante il conflitto iracheno del 2014 ISIS ha pubblicato dozzine di video che mostrano il
trattamento riservato ai civili, molti dei quali erano considerati in base alla loro religione e gruppo
etnico. Navanethem Pillay, da Alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, ha
segnalato la presenza di crimini nella zona di guerra dell'Iraq divulgando un rapporto delle Nazioni
Unite in cui si fa riferimento a militari iracheni e diciassette civili uccisi in una strada di Mossul da
parte dei combattenti dell'ISIS. Le Nazioni Unite riportano inoltre che dal cinque al ventidue giugno
ISIS ha ucciso più di mille civili iracheni e ne ha feriti almeno un altro migliaio. [93][94][95] Dopo la
pubblicazione da parte di ISIS di fotografie che ritraggono i suoi combattenti uccidere file di
giovani uomini, le Nazioni Unite hanno dichiarato che le esecuzioni a sangue freddo eseguite
dall'ISIS nell'Iraq settentrionale vanno quasi sicuramente annoverate tra i crimini di guerra.[96]
L'avanzata di ISIS in Iraq nella metà del 2014 è stata accompagnata da continua violenza in
Siria. Il 29 maggio un villaggio siriano è stato assaltato dall'ISIS ed almeno quindici civili sono
rimasti uccisi, secondo Human Rights Watch almeno sei erano bambini.[97] Un ospedale della zona
ha confermato di aver ricevuto quindici corpi lo stesso giorno.[98] L'Osservatorio siriano per i diritti
umani ha riportato che il primo giugno un uomo di centodue anni è stato ucciso con tutta la sua
famiglia in un villaggio ad Hama.[99]
ISIS ha reclutato nei propri ranghi bambini iracheni che possono essere visti mentre
pattugliano le strade di Mossul imbracciando un fucile con una maschera in faccia.[100]
 Accuse di violenza sessuale
Secondo un rapporto, la presa dalle città irachene nel giorno del 2014 da parte di ISIS è stata
accompagnata da un'impennata di crimini contro le donne.[101][102]
Il Guardian ha riportato che l'agenda estremista dell'ISIS si estende al corpo delle donne e
che le donne che vivono sotto il suo controllo sono state catturate e stuprate.[103]
Hannaa Edwar, una delle principali sostenitrici dei diritti delle donne a Baghdad, che dirige
un’organizzazione non governativa chiamata Iraqi Al-Amal Association, ha dichiarato che nessuno
dei suoi contatti a Mossul ha potuto confermare alcun caso di stupro. Un'altra attivista per i diritti
delle donne di Baghdad, Basma al-Khateeb, ha detto che una cultura della violenza contro le donne
esiste in Iraq e si sente sicura del fatto che avvenissero violenze sessuali nei confronti delle donne a
Mossul non solo ad opera dell'ISIS ma di tutti i gruppi armati.[104]
Durante un incontro con Nuri al-Maliki, il ministro degli Esteri britannico Wiliam Hague ha
dichiarato: “Chiunque glorifichi, supporti o si unisca all'ISIS deve capire che aiuterebbe un gruppo
responsabile di rapimento, tortura, esecuzioni, stupro e molti altri orribili crimini.”[105] Secondo
Martin Williams del The Citizen, un quotidiano sudafricano, una parte dei membri appartenenti alla
linea dura del salafismo considerano il sesso extraconiugale con più partner come una forma
legittima di guerra santa ed è “difficile riconciliare questo con una religione nella quale alcuni
seguaci insistono che le donne debbano essere coperte dalla testa ai piedi, con solo una sottile
apertura sugli occhi”.[106]
Haleh Esfandiari del Woodrow Wilson International Center for Scholars ha sottolineato
l'abuso su donne locali da parte dei combattenti dell'ISIS dopo aver catturato un'area. “Solitamente
prendono le donne più vecchie a un improvvisato mercato degli schiavi e provano a venderle. Le
più giovani […] sono stuprate o date in sposa ai combattenti […]. È basato sul matrimonio
temporaneo, ed una volta che questi combattenti hanno fatto sesso con queste giovani donne, le
passano ad altri combattenti.”[107]
Alcuni testimoni hanno dichiarato che alcune ragazze yazide, dopo essere state stuprate dai
combattenti dell'ISIS, si sono suicidate gettandosi dal monte Jebel Sinjar.[108]
 Persecuzione degli omosessuali
L'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) ha evidenziato come l'Isis promuova la
persecuzione delle persone omosessuali prevedendo per loro la pena capitale.[109] Diversi Tribunali
islamici, tra cui le Corti islamiche di Wilayet al-Furat, di Mayadin e di Deyr az Zor, hanno
condannato a morte diversi omosessuali con metodi particolarmente brutali e cruenti, anche ispirati
ad un antico supplizio islamico secondo cui “i sodomiti devono essere fatti precipitare dal punto più
alto della città, e poi lapidati fino alla morte”[110]. Alcuni omosessuali, quindi, sono stati legati e
portati in cima al tetto del palazzo più alto della città fatti precipitare a terra, e poi lapidati
pubblicamente.[111]
 Il ruolo di John McCain
Tutt'altra dimensione assumono i presunti rapporti con il senatore USA John McCain,
presumibilmente come presidente dell'IRI (International Repubblican Institute, "specie di ramo
repubblicano della NED, creata da Ronald Reagan per estendere le attività della CIA")[112]
documentati da una serie di controverse fotografie che testimonierebbero relazioni tra i due. In un
editoriale pubblicato su Boulevard Voltaire, il giornalista Thierry Meyssan ha scritto di fotografie e
video che mostrano il senatore repubblicano in compagnia di rappresentanti di fazioni opposte al
regime siriano, fra cui Al Baghdadi. Interrogato sulla sua vicinanza a terroristi islamici, il senatore
repubblicano avrebbe affermato di non conoscere alcuni di essi (nello specifico, Mohammad Nour,
"che si sarebbe intrufolato nella foto di sua iniziativa").[113] Sarah Burris di Blue Nation Review ha
rilevato del resto come McCain già dal 2013 sostenesse l'intenzione di armare l'ISIS, riportando,
inoltre, le rivelazioni di McCain in occasione di alcune interviste televisive originarie, mandate in
onda dalle emittenti televisive statunitensi Fox e CNN, sul suo supporto a gruppi ribelli in funzione
anti-Assad in Siria.[114]
 Le critiche degli studiosi islamici
Alcuni commentatori sunniti come Zayd Hamis, e anche mufti jihadisti e salafiti come Adnan alAroor e Abu Basir al-Tartusi, ritengono però che lo Stato Islamico ed altri gruppi terroristici ad esso
correlati non siano affatto salafiti, ma eretici kharigiti, al servizio di un'agenda imperiale antiislamica.[115][116]
Altre fonti associano invece l'ideologia del gruppo non al Fondamentalismo islamico e allo
jihadismo di al-Qaʿida, ma al Wahabismo.[117] Secondo lo studioso Bernard Haykel il wahabismo è
“il parente più stretto dello Stato Islamico […]. Per al-Qaʿida la violenza è un mezzo per arrivare ad
un fine, per ISIS è un fine in sé”.[117] Secondo il New York Times, “tutti i più influenti teorici della
jihad criticano lo Stato Islamico definendolo anormale, considerando nullo l'autoproclamato
califfato” e criticandolo per le decapitazioni di giornalisti ed operatori umanitari.[117]
I salafiti, come gli appartenenti allo Stato Islamico, credono che solo un'autorità legittima
possa intraprendere la direzione del jihad, in ciò rifacendosi alla tradizione sunnita che identificava
come una delle prerogative indispensabili per il califfo quella di condurre il jihad in Dar al-Harb, e
che la purificazione della società islamica sia prioritaria rispetto ad altre attività, come quella di
combattere contro Paesi non musulmani. Ad esempio, per quanto riguarda la questione palestinese,
lo Stato Islamico considera Ḥamas – un gruppo sunnita che costituisce la branca dei Fratelli
Musulmani in Palestina – come apostata e senza alcuna autorità per guidare il jihād. Combattere
Ḥamas potrebbe quindi essere il suo primo passo verso il confronto con Israele.[118]
Alle fine di settembre del 2014 più di centoventi studiosi islamici di tutto il mondo hanno
firmato una lettera aperta al leader dello Stato Islamico rifiutando esplicitamente le interpretazioni
che il gruppo dà del Corano e della Hadith per giustificare le proprie azioni.[119] La lettera
rimprovera lo Stato Islamico per le esecuzioni dei prigionieri, descrivendole come “atroci crimini di
guerra”, e per la persecuzione degli yazidi, definita “abominevole”. Accusano inoltre il gruppo di
istigare la fitna istituendo la schiavitù in contraddizione all'interpretazione antischiavista che gli
ulema danno al giorno d'oggi.[120]
8. Teorie del complotto
Alcuni cospirazionisti nel mondo arabo hanno avanzato l'ipotesi secondo cui dietro lo Stato
Islamico ci siano gli Stati Uniti d'America, che così facendo intendono destabilizzare ulteriormente
il vicino oriente, per non meglio dichiarate finalità geopolitiche. Le primi illazioni in tal senso
furono pubblicate nel luglio 2014 dal Gulf Daily News, una testata che ha sede nel Bahrein.[121]
Quando tali indiscrezioni hanno cominciato a guadagnare consensi, l'ambasciata americana in
Libano ha emesso un comunicato ufficiale in cui nega le accuse, definendole una totale
invenzione.[122]
Un'altra teoria complottista afferma che Abu Bakr al-Baghdadi è in realtà un attore e agente
israeliano del Mossad chiamato “Simon Elliot”: chi condivide questa asserzione ribadisce che ciò si
evince dai documenti scoperti da Edward Snowden, ma l'avvocato di quest'ultimo ha definito tutta
la vicenda “una bufala”.[123][124][125]
Sitografia
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ORE, 25 agosto 2014. http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-08-25/la-siria-dice-si-raidusa-terroristi-isis-ma-il-nostro-coordinamento--142101.shtml?uuid=ABkmeFnB
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[15] Ben Hubbard, Life in a jihadist Capital: Order With a Darker Side, in The New York Times, 23
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[87] Beware the game of shadows in Syria, in the Guardian, 26 giugno 2014.
http://www.theguardian.com/world/2014/jun/26/beware-game-shadows-syria
[88] Stephanie Nebehay, New U.N. rights boss warns of 'house of blood' in Iraq, Syria, in Reuters, 8
settembre 2014. http://www.reuters.com/article/2014/09/08/us-un-rightsidUSKBN0H30KB20140908
[89] Terrence McCoy, ISIS, beheadings and the success of horrifying violence, in The Washington
Post, 13 giugno 2013. http://www.washingtonpost.com/news/morning-mix/wp/2014/06/13/isisbeheadings-and-the-success-of-horrifying-violence/
[90] Nabih Bulos, Islamic State of Iraq and Syria aims to recruit Westerners with video, in Los
Angeles Times, 20 giugno 2014. http://www.latimes.com/world/middleeast/la-fg-isis-video20140620-story.html
[91] Maria Abi-Habib, Iraq's Christian Minority Feels Militant Threat , in The Wall Street Journal,
26 giugno 2014. http://www.wsj.com/articles/iraqs-christian-minority-feels-militant-threat1403826576
[92] Iraq crisis: Islamic State accused of ethnic cleansing, in BBC News, 2 settembre 2014,
http://www.bbc.com/news/world-middle-east-29026491
[93] ISIL Militants Killed More Than 1000 Civilians In Recent Onslaught In recent Onslaught in
Iraq: UN, in RT News, 24 giugno 2014. http://www.rttnews.com/2340932/isil-militants-killedmore-than-1000-civilians-in-recent-onslaught-in-iraq-un.aspx
[94] Iraq violence: UN confirms more than 2000 killed, injured since early June, in UN News
Centre, 24 giugno 2014.
http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=48117#.VRRaBGB0zIU
[95] UN warns of war crimes as ISIL allegedly executes 1,700, in Today's Zaman, 15 giugno 2014.
http://www.todayszaman.com/news-350389-un-warns-of-war-crimes-as-isil-allegedlyexecutes-1700.html
[96] Richard Spencer, Iraq crisis: UN condemns 'war crimes' as another town falls to Isis, in The
Telegraph, 16 giugno 2014.
http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/middleeast/iraq/10904414/Iraq-crisis-UNcondemns-war-crimes-as-another-town-falls-to-Isis.html
[97] Syria: ISIS Summarily Killed Civilians, in Human Rights Watch, 14 giugno 2014.
http://www.hrw.org/news/2014/06/14/syria-isis-summarily-killed-civilians
[98] Syria conflict: Amnesty says ISIS killed seven children in north, in BBC News, 6 giugno 2014.
http://www.bbc.com/news/world-middle-east-27726035?print=true
[99] NGO: ISIS kills 102-year-old man, family in Syria, in Al Arabiya, 1 giugno 2014.
http://english.alarabiya.net/en/News/middle-east/2014/06/01/NGO-ISIS-kills-102-year-oldman-family-in-Syria-.html
[100] Armed Children as Young as 9 Patrolling Streets of Mosul, in The Clarion Project, 3 luglio
2014. https://web.archive.org/web/20140714145246/http:/www.clarionproject.org/news/armedchildren-young-9-patrolling-streets-mosul
[101] Surging Violence Against Women in Iraq, in Inter Press Service, 27 giugno 2014.
http://www.ipsnews.net/2014/06/op-ed-surging-violence-against-women-in-iraq/
[102] Clare Winterton, Why We Must Act When Women in Iraq Document Rape, in The
Huffington Post, 25 giugno 2014. http://www.huffingtonpost.com/clare-winterton/why-wemust-act_b_5528162.html
[103] Yifat Susskind, Under Isis, Iraqi women again face an old nightmare: violence and repression,
in The Guardian, 3 luglio 2014. http://www.theguardian.com/global-development/povertymatters/2014/jul/03/isis-iraqi-women-rape-violence-repression
[104] Giglio Mike, Fear Of Sexual Violence Simmers In Iraq As ISIS Advances, in BuzzFeed, 27
giugno 2014. http://www.buzzfeed.com/mikegiglio/fear-of-sexual-violence-simmers-in-iraq-asisis-advances#.ykKbEN4l
[105] Sherlock Ruth, Hague urges unity as Iraq launches first counter-attack, in The Telegraph, 26
giugno 2014.
http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/vaticancityandholysee/10929292/Hagueurges-unity-as-Iraq-launches-first-counter-attack.html
[106] Martin Williams, Sexual jihad is a bit much, in The Citizen, 25 settembre 2013.
http://citizen.co.za/52696/sexual-jihad-is-a-bit-much/
[107] Kira Brekke, ISIS Is Attacking Women, And Nobody Is Talking About It, in The Huffington
Post, 8 settembre 2014. http://www.huffingtonpost.com/2014/09/08/isis-attacks-onwomen_n_5775106.html?cps=gravity
[108] Havidar Ahmed, The Yezidi Exodus, Girls Raped by ISIS Jump to their Death on Mount
Shingal, in Rudaw Media Network, 14 agosto 2014.
http://rudaw.net/english/kurdistan/140820142
[109] Adam Withnall, Isis throws 'gay' men off tower, stones woman accused of adultery and
crucifies 17 young men in 'retaliatory' wave of executions, in The Indipendent, 18 gennaio
2015.
http://www.independent.co.uk/news/world/middle-east/isis-throws-gay-men-off-tower-stoneswoman-accused-of-adultery-and-crucifies-17-young-men-in-retaliatory-wave-of-executions9986410.html
[110] Isis, lapidati in Siria due giovani gay: è la prima esecuzione per "omosessualità", in Il
Messagero.it.
http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/ESTERI/isis_gay_tetto_siria_islam_terrorismo/noti
zie/1057436.shtml
[111] As US tears itself apart over torture of terrorists, let's just remember who we're up against:
ISIS throws man off roof to his death for being gay – and strings up ‘rapists’ in the streets, in
dailymail.co.uk, 10 dicembre 2014. http://www.dailymail.co.uk/news/article-2868419/Thrownroof-gay-ISIS-release-chilling-new-images-brutal-execution-man-guiltysodomy.html#ixzz3QXTdyxM8
[112] Maria Grazia Bruzzone, ISIS: le foto del sen. Mc Cain, Obama, i Neocon e altri retroscena.,
in La Stampa, 28 agosto 2014. http://www.lastampa.it/Page/Id/2.1.173814703
[113] John McCain, un uomo pericoloso. Il suo ruolo nel 'lancio' dell'Isis, in Wall Street Italia, 14
settembre 2014. http://www.wallstreetitalia.com/article/1732387/geopolitica/john-mccain-unuomo-pericoloso-il-suo-ruolo-nel-lancio-dell-isis.aspx
[114] Sarah Burris, John McCain Circa 2013 “We should arm ISIS”, in Blue Nation Review.
http://bluenationreview.com/john-mccain-circa-2013-arm-isis/
[115] Is ISIL really 'Sunni'? Not at all, in presstv.ir, 17 giugno 2014.
http://www.presstv.ir/detail/2014/06/17/367304/is-isil-really-sunni-not-at-all/
[116] Syria: Umar Shishani's Second-in-Command in ISIS Slams Scholars Who "Sow Discord" &
Don’t Fight, in eaworldview.com, 7 febbraio 2014. http://eaworldview.com/2014/02/syriaumar-shishanis-second-command-isis-slams-scholars-sow-discard-dont-fight/
[117] David D. Kirkpatrick, ISIS’ Harsh Brand of Islam Is Rooted in Austere Saudi Creed, in The
New York Times, 24 settembre 2014.
http://www.nytimes.com/2014/09/25/world/middleeast/isis-abu-bakr-baghdadi-caliphwahhabi.html?_r=1
[118] Why Islamic State has no sympathy for Hamas, in al-monitor.com, 29 luglio 2014.
http://www.al-monitor.com/pulse/originals/2014/07/islamic-state-fighting-hamas-prioritybefore-israel.html#
[119] Lauren Markoe, Muslim Scholars Release Open Letter to Islamic State Meticulously Blasting
Its Ideology, in The Huffington Post, Religious News Service, 24 settembre 2013.
http://www.huffingtonpost.com/2014/09/24/muslim-scholars-islamic-state_n_5878038.html
[120] Open Letter to Al-Baghdadi, September 2014. http://www.lettertobaghdadi.com/
[121] Baghdadi 'Mossad trained’, in Gulf Daily News, 15 luglio 2014. http://www.gulf-dailynews.com/NewsDetails.aspx?storyid=381153
[122] The US, IS and the conspiracy theory sweeping Lebanon, in BBC News, 11 agosto 2014.
http://www.bbc.com/news/world-middle-east-28745990
[123] 'Password 360' Conspiracy Theories Linking CIA To Isis Actually Bring A Serious US
Denial, in The Huffington Post, 14 agosto 2014.
http://www.huffingtonpost.co.uk/2014/08/14/cia-israel-isis-conspiracy-theories-hilaryclinton_n_5677687.html
[124] Mehdi Hassan, Inside jobs and Israeli stooges: why is the Muslim world in thrall to
conspiracy theories?, in The New Statesman, 5 settembre 2014.
http://www.newstatesman.com/politics/2014/09/inside-jobs-and-israeli-stooges-why-muslimworld-thrall-conspiracy-theories
[125] Andy Baker, Why Iran Believes the Militant Group ISIS Is an American Plot, in The New
York Times, 19 luglio 2014. http://time.com/2992269/isis-is-an-american-plot-says-iran/