“la comunicazione tra professionista e coppie nella la

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“la comunicazione tra professionista e coppie nella la
L’ARTE DEL COMUNICARE IN
GINECOLOGIA ED OSTETRICIA
Rimini, 2010 ottobre 23
“la comunicazione tra professionista e coppie nella
PMA”
PATRIZIA ROCCHI, MD
Fisiopatologia della Riproduzione
Ospedale Cervesi Cattolica
“comunicare significa farsi toccare
dalle emozioni dell’altro”
Quello che trovate in questa relazione, è frutto di tanti anni in
questo settore, di amore per questo lavoro, dello stupore per
il fascino di una vita che inizia ………………………
L’opportunità di poterla veder nascere ogni giorno “dal principio”,
continuo a credere sia un’esperienza meravigliosa e fantastica
…. con tanti “contro”: vedere un figlio come diritto, come
scontato, come soluzione ai problemi di coppia, come
“affermazione”….questa è una realtà a mio avviso triste,
con la quale sempre più spesso
ci si confronta
LOUISE BROWN HA COMPIUTO
32 ANNI ED E’ MAMMA!
IL 25 LUGLIO 1978 NASCEVA IN GRAN BRETAGNA LA PRIMA
BAMBINA CONCEPITA GRAZIE ALLA FECONDAZIONE IN VITRO:
LOUISE BROW. DA ALLORA, CIRCA 5 MILIONI DI BAMBINI
SONO NATI NEL MONDO GRAZIE A QUESTE TECNICHE. I
NOSTRI AUGURI A LOUISE E A TUTTE LE DONNE E GLI
UOMINI CHE CERCANO UN FIGLIO CON LA PROCREZIONE
ASSISTITA
LA PAURA DI QUESTE TECNICHE
TECNICHE ORMAI DI “ROUTINE”, “STANDARDIZZATE”,
“CERTIFICATE”, eppure anche i medici e i ginecologi che si
occupano di altro ne hanno paura, non le conoscono e spesso
demotivano i pazienti
Circa il 40% delle coppie che si rivolge ad un centro di PMA,
abbandona dopo un solo tentativo fallito
25% dopo un primo colloquio
Un adeguato sostegno psicologico permetterebbe di sostenere meglio
lo stress di un esito negativo in modo da non arrendersi troppo
presto
INFERTILITA’:
MALATTIA ORGANICA E PSICOLOGICA
L’infertilità non è soltanto un problema fisico,
ma ha numerosi risvolti psicopsico-sociali e sessuali
con intrusione dello specialista nella sfera intima
la prova di coraggio per il singolo e per la coppia
è accettare “una” condizione che al termine
del percorso clinico e diagnostico porta la coppia
a “dover scegliersi” o “no” oltre il progetto riproduttivo
che, realizzato o fallito, avrà comunque ristrutturato
il senso dello stare insieme:
Prima si è “coppia” e poi si è “coppia con figli”.
Contrariamente a quello che è il comune modo di pensare,
IL FIGLIO PUO’ ESSERE “COMPLETAMENTO”
MA NON UNIONE
I figli sono “altro da te”, hanno una loro identità e prima o
poi seguono il loro cammino verso la vita
Il compagno/a concon-divide con il partner tutta la vita
LO SVILUPPO SOCIALE
La procreazine libera e consapevole rappresenta una tappa irrinunciabile
dello sviluppo sociale, l’attesa onnipotente, inconscia
ma socialmente riconosciuta
L’azione di controllo si ritiene sia “irreversibile”: si pensa di “poter
decidere” quando e come avere un figlio, in una sorta di meccanismo che
comunque rischia di negare l’influenza del desiderio e della soggettività
Grande evoluzione della dimensione del biologico e delle “tecniche” in
molti aspetti dell’esistenza con “contrazione” dello spazio
dell’immaginazione intorno agli interrogativi sulla vita e sull’essere: le
tecniche di fecondazione assistita vengono spesso vissute dalla coppia
come “soluzione miracolosa”, “risolvente”, con un impatto psicologico
successivo al primo colloquio spesso devastante in primis per la “non”
certezza del risultato!!!
IL CONCEPIMENTO,
INCONTRO TRA
“scienze mediche e scienze
umane”
Il progresso, rappresentato dalla contraccezione medica, ha dato inizio ad una
modificazione profonda
“DELL’ASPETTO IMMAGINATIVO DEL CONCEPIMENTO”
rendendo la sessualità parzialmente indipendente dalla procreazione:
IERI:: la sessualita’ rappresentava una conseguenza “ sempre possibile” dell’ atto sessuale e il
IERI
figlio una potenzialità sempre presente e prevedibile
OGGI:: il concepimento è per lo più volontariamente programmato e, in fondo,
OGGI
presente solo grazie alla prevedibilità dell’assenza
SI E’ PASSATI DAL:
FIGLIO COME CONSEGUENZA DEL DESIDERIO SESSUALE DELL’UOMO PER UNA
DONNA
AL
FIGLIO COME OGGETTO DELLA “VOLONTA’ COSCIENTE”
“PROCREARE AL DI LA’ DEL LIMITE”
Ciò che caratterizza lo spirito di questi ultimi anni, non è più la
”POSSIBILITA’ DI LIMITARE LA PROCREAZIONE
bensì
“POSSIBILITA’ DI PROCREARE AL DI LA DEL LIMITE”
Di conseguenza, il testimone del “POTERE DI GENERARE” è
passato di mano ed è affidato alla competenza
della tecnica medica
È divenuto realizzabile ciò che sino ad ora era rimasto espresso
solo sotto forma di mito:
LA POSSIBILITA’ DI CONCEPIRE SENZA L’INCONTRO DELLA
COPPIA e l’attuale scenario delle tecnologie riproduttive,
sembra essere una replica della
PLURISECOLARE LOTTA TRA SESSI PER IL CONTROLLO DEL:
“POTERE GENERATIVO”
PMA: ESEMPIO DELLA COMPLESSITA’
DEL GENERARE OGGI
Generare è un’esperienza universale e profondamente ambivalente, percorsa da una
forte conflittualità inconscia tra
DESIDERIO, BISOGNO, PAURA
I problemi bioetici a cui ci troviamo di fronte nel nostro lavoro, non si
prestano a soluzioni univoche o dogmatiche: esistono zone “grigie” che non
devono rimanere zone “d’ombra”, ma occorre il coraggio e la volontà di
esplorarle, senza cercare subito soluzioni, ascoltando i protagonisti, sapendo
aspettare, imparando a lasciare in sospeso ………………………
“IL DOVUTO”
Attualmente si assiste ad una grande evoluzione della dimensione del
biologico e delle tecniche, in molti aspetti dell’esistenza
Come conseguenza si assiste al contrarsi dello spazio della
immaginazione intorno agli interrogativi della vita e sull’essere
Tutte le scoperte scientifiche, PERO’, contengono, anzi amplificano, il
versante dello sconosciuto, del mistero, che rappresenta ciò che rende
l’esperienza dell’essere umano specificatamente unica ed irripetibile
L’ESPERIENZA DI SENTIMENTI “PERTURBANTI” CHE SEMPRE PIU’
CARATTERIZZA IL MOMENTO STORICO DELLA MEDICINA DELLA
RIPRODUZIONE, NON VA NE’ SOTTOVALUTATA, NE’
SOPRAVALUTATA, MA RESA PENSABILE, CERCANDO STRUMENTI
DI RIFLESSIONE, EVITANDO CHE LA “REALTA’ SOVRASTI LA
MENTE E LA RENDA MUTA”
L’AIUTO
DELLO PSICOLOGO
1.
2.
3.
Va da se che accanto a medici, biologi ed infermieri, occorra
che lo PSICOLOGO sia integrato nell’equipe di ogni centro
Il compito dello psicologo è quello di tutelare il benessere
emotivo delle coppie durante le varie fasi del percorso
Obbiettivo che si raggiunge non solo attraverso INTERVENTI
MIRATI SUI PAZIENTI, ma anche e soprattutto attraverso:
La riflessione sugli aspetti affettivi della organizzazione
I vissuti emotivi dei diversi ruoli professionali
Le modalità di comunicare tra gli operatori sanitari e le coppie
“LA CRISI”:
PERICOLO E OPPORTUNITA’
(Mahlstedt P.”the psychological component of infertility.Fert Ster, 43(3):33543(3):335-346, 1985)
La letteratura è concorde nel ritenere l’infertilità e il suo trattamento
medico come un momento di “crisi”
“momento” che destabilizza e mette a rischio l’equilibrio emotivo della
“COPPIA” e dei “SINGOLI MEMBRI” della stessa
Nell’infertilità, la funzione medica di diagnosi e terapia è strettamente
connessa alla necessità di una buona comunicazione, di un “buon incontro”
La diagnosi di infertilità è un fattore di grande disagio che irrompe
gravosamente nella vita della coppia, ponendola in una condizione di
sofferenza emotiva con angosce spesso incontenibili e quindi di
“pericolo”
ma può anche costituire una grande “opportunità” per la coppia: la
capacità umana di cercare di COMCOM-PRENDERE, dare cioè un
significato agli accadimenti con il fine ultimo di una maggiore unione
L’ADATTAMENTO
L’infertilità è una malattia caratterizzata sul piano organico da patologia
d’organo (sterilità tubarica, endometriosi, maschile ecc.) e sul piano
psicologico dal “VUOTO”:
dall’assenza del bambino immaginato
Accettare la scoperta che un processo che si considerava “naturale” e
“ovvio”: il diventare genitori, non lo è affatto, è una scoperta quasi
sempre inattesa e perciò “devastante”
Viene meno il “progetto di coppia”
“L’infertilità” diventa il “non evento”, estremamente critico nella vita
EVOLUTIVA di ciascun individuo, con un impatto generalmente più
marcato nella donna che è “normalmente” creatrice, ma con la medesima
conseguenza sull’uomo, che sente di disattendere il suo potere
“fecondante”
Tutto ciò fa crollare il “PILASTRO BIOLOGICO” dell’identità sessuale:
il singolo deve ristrutturare se stesso in base a questa nuova scoperta
che è una deviazione da quello che viene considerata “LA NORMA”
LA VERGOGNA
L’adattamento riguarda il rapporto con il mondo
La coppia infertile deve confrontarsi con la società
Questo può far nascere sentimenti di vergogna e di colpa
La donna che lavora può temere l’accusa di aver puntato troppo
alla carriera
L’uomo sente messa in discussione la propria virilità
Tutto ciò può portare la coppia ad isolarsi
Le dinamiche familiari perdono l’equilibrio ed insorgono conflitti
profondi
La vergogna si traduce nel bisogno di segretezza, tenendo
nascosto il problema spesso rivolgendosi a centri lontani dalla
città di origine
LA FATICA DELLA TERAPIA
Nel processo di adattamento, uomini e donne, sono diversi:
La DONNA:
vive l’infertilità nel suo corpo
corpo,, non può
immaginare la propria identità femminile all’infuori della maternità e il
“diritto” al bambino, diventa “diritto” all’identità di donna, solo un
figlio potrà ristrutturare l’integrità perduta. La donna, porta il peso
maggiore, in termini di accertamenti e terapie.
L’ UOMO_
UOMO____________
___________ vive l’infertilità nella sua mente
mente,, quindi non
accetta di essere la causa, spesso è la parte più fragile, o meglio,
“più” sofferente della coppia: non è raro che insorgano problemi nella
sfera della identità sessuale, come:
1.
disfunzioni erettili,
2.
ansia di prestazione,
3.
calo del desiderio proprio in coincidenza
della fase ovulatoria, a completo discapito
dell’aspetto ludico ed erotico.
UN PROBLEMA DI “COPPIA”
L’infertilità va considerata “SEMPRE” un
problema di coppia, anche nelle situazioni in cui
il problema è sicuramente imputabile ad uno
dei due.
Il problema è/deve essere condiviso
“dall’universo--coppia”
“dall’universo
Tutte le energie della “coppia” andranno
dedicate ad un progetto univoco e molto
impegnativo
UN ADEGUATO “COUNSELLING” prepara
la coppia ad affrontare i contraccolpi delle
terapie (ansia, depressione, restringimento
degli investimenti, impatto sulla sessualità,
perdita della intimità corporea, esperienza di
corpo alienato - meccanizzato) e l’insuccesso
del trattamento
LA COMPLESSITA’
COMPLESSITA’ che unisce gioia e sofferenza, vita e malattia, speranza
e disperazione e soprattutto fa emergere tra donne e uomini, nelle
coppie, negli operatori di cura, risorse umane eccezionali, intelligenze,
sentimenti che vanno riscoperte come
VALORI SCIENTIFICI E SOCIALI
Di fronte alle scoperte scientifiche è indispensabile un confronto tra
scienze mediche, bioetica, filosofia, scienze della mente, scienze sociali,
scienze pedagogiche: tutti questi strumenti di scoperta e riflessione
umana DEVONO essere considerati con lo stesso valore e dignità
La sfida che ci troviamo ad affrontare come operatori sanitari non è più
solo sul prolungamento della vita umana, ma sulla
“QUALITA’ DELLA VITA”
RELAZIONE
OPERATORE SANITARIOSANITARIO-PAZIENTE:
sapere aspettare
L’operatore sanitario, deve fermarsi, sapere aspettare. Questo non
significa “RELATIVISMO ETICO”
Significa “RIGORE”, senso profondo di responsabilità, rispetto nei
confronti della coppia , ricerca del “limite”
Una ricerca del limite che si ponga continuamente domande, non solo sui
risultati delle tecniche scientifiche o dei fenomeni sociali, ma sui loro
significati umani
Tante energie, scarsi risultati!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
PMA: RIORGANIZZARE I
SIGNIFICATI PER INTRODURRE LA
DIMENSIONE DEL LUTTO
Infertilità come elaborazione della perdita, diminuendo il rischio della
negazione del limite e della fuga nell’onnipotenza
È fondamentale una cultura del “limite”, inteso come valore, scelta
consapevole del confine, non divieto, sia per la coppia che per i sanitari
Tutto ciò prevede necessariamente un lavoro integrato, interdisciplinare
che si prenda cura della coppia nella sua totalità, intesa come “corpo”,
“mente”, “emozionalità”
E’ necessario, all’interno della tecnologia e delle procedure
biobio-mediche più avanzate, che si creino spazi temporali e
mentali in cui sia possibile aiutare la coppia a mantenere il
contatto con il proprio mondo interno, perchè possano
attingere alle proprie risorse emotive, essere protagonisti
e responsabili, perché sia agevolato il passaggio
dalla “fecondazione” alla “procreazione”
ASPETTI PSICOLOGICI DELLA COPPIE
INFERTILI
La maggior parte delle coppie che non riescono a procreare è
vittima di un “trauma” a cui non è “preparata”,
“preparata”, questo, mette in
crisi il proprio sistema di valori, i progetti, le speranze, con lo
sviluppo di una “immagine di se” negativa, deviata dalla norma e
caratterizzata da un flusso di emozioni “ingovernabili”, non
ultima la “rabbia” nei confronti di chi ti da la “sentenza” e non
riesce a darti una soluzione definitiva.
La sterilità acquista per alcune coppie, connotazione di morte, di
negazione della possibilità di sviluppare il proprio progetto
familiare con angoscia di svuotamento, castigo, solitudine,
vergogna, invidia, disprezzo (verso se stessi e verso chi può
procreare) e, successivamente,
vero e proprio lutto
lutto!!!!
“IL LUTTO”
(Froggio, 2000)
LUTTO STABILE
Si riacutizza ogni mese con l’arrivo
del ciclo mestruale in quanto
segnala la “non gravidanza”
LUTTO RICORRENTE
Lo ritroviamo:
1.
2.
3.
nelle coppie che ricercano un
figlio da sole
In quelle che ottenuto un
insuccesso presso un centro,
ne cercano subito un altro
In chi non riflette, non cerca
di capire, tutto è possibile: la
colpa è degli altri
Queste coppie piangono l’assenza del
figlio che non c’è, ma è fortemente
presente
È un lutto difficile, perché non
prevede riti consolatori che
mantengono vivo nella memoria il
defunto (funerali, veglie, lapidi)
GLI SPAZI, I TEMPI, I MODI della
comunicazione nel percorso PMA
“colorano” e “segnano”
spesso inconsapevolmente
DA UN LATO: i significati emotivi e simbolici profondi dell’esperienza di
infertilità e di procreazione delle coppie
DALL’ALTRO: i vissuti e le identità professionali degli operatori sanitari
Nello spazio d’incontro tra sé e l’altro, si genera “SENSO”
LA CONDIVISIONE TRAMITE IL LINGUAGGIO DELLA PAROLA E IL
LINGUAGGIO DELLE EMOZIONI DA’ SIGNIFICATO AL NON
CONOSCIUTO E A CIO’ CHE, PER DIFESA, NON E’ PENSABILE
LA “POTENZIALITA’ DI CURA” MEDIANTE LE PAROLE NON E’
SOLO APPANNAGGIO DELLA PSICOLOGIA
E’ INSITA IN OGNI INCONTRO TRA PERSONE
“IL COUNSELLING”: miglioramento
della qualità di vita
Il counselling per i problemi di infertilità è di relativamente frequente
acquisizione
Solo il modello integrato “BIO“BIO-PSICOPSICO-SOCIALE e multifocale, può
permettere di avere un approccio “proficuo” nella relazione terapeutica
con la coppia infertile
I fattori psicologici vanno interpretati, non più come causa della
sterilità, ma come conseguenza della condizione fisica di infertilità
Il counselling si pone come obiettivo primario il miglioramento della
qualità della vita dei pazienti attraverso una maggiore consapevolezza e
una migliore gestione delle conseguenze psicologiche alla diagnosi di
sterilità
I PARAMETRI PSICOLOGICI
(C. M. MAZURE, D. A. GREENFELD, Psychological Studies of in vitro fertilization/embryo transfer
participants, IN Journal of in Vitro Fertilization and Embryo Transfer, 1989, 12 (1), pp.242pp.242-249)
Il 49% delle donne e il 15% degli uomini intervistati in questo
lavoro, consideravano l’infertilità l’esperienza più dolorosa della
propria vita, paragonabile solo ad un lutto o ad un divorzio
Le nevrosi erano più frequenti in quei soggetti per i quali non
erano note le cause di infertilità (sterilità idiopatica)
L’ansia risultava più legata all’infertilità
che non al trattamento
I livelli di depressione erano più alti dopo
l’insuccesso che non durante il trattamento,
più marcati nelle donne
“L’INVESTIMENTO
NELLA STRUTTURA”
Alcune coppie trovano appoggio “totale” sul corpo medico, da loro
idealizzato e trasformato in “oggetto” di investimento affettivo.
Il centro diviene il solo posto in cui queste coppie trovano un senso di
sicurezza e dove possono incontrare altre coppie private del “figlio” in
cui possono identificarsi e sentirsi “meno sole”
Il medico può, a loro avviso, contenere l’angoscia, i protocolli imposti
dalle autorità, le lunghe attese
La rappresentazione “del se” svalorizzata e mortificata, può di fronte
ad un medico capace di ascoltare, comprendere, dire la “parola giusta”,
farli sorridere e fare loro sentire meno il peso di una situazione penosa.
Va da se la totale dipendenza nei confronti di questa persona
Il programma di fecondazione assistita diviene per queste coppie sia
“possibile realizzazione” e “concretizzazione” del loro desiderio, che
SPAZIO DI RIFLESSIONE per la coppia, utile al contenimento delle
dinamiche personali in gioco: UNIVERSO DI RAPPRESENTAZIONI che
incide profondamente sullo “svolgimento psichico” della gravidanza con
una rilevanza da non sottovalutare
“IL COUNSELLING”: obiettivi
Ogni centro PMA dovrebbe avere come obiettivi essenziali nella propria
attività clinica:
RIDUZIONE E TRATTAMENTO DELL’ANSIA
TRATTAMENTO DELLA DEPRESSIONE
MIGLIORAMENTO DELLA RELAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE
DI COPPIA
SOSTEGNO NELLA FASE DECISIONALE
SOSTEGNO A MANTENERE O RAGGIUNGERE UNA BUONA
QUALITA’ DI VITA
“IL COUNSELLING”:
carenza di personale dedicato
Le difficoltà spesso rilevate nell’efficacia degli interventi, derivano da:
1.
2.
3.
carenza/assenza di personale psicologico specificamente preparato
nonostante, l’eccezionale LEGGE 40 preveda la necessità di
supportare psicologicamente la coppia durante l’iter diagnostico e
terapeutico e sostiene che OGNI CENTRO PMA DEBBA
ASSICURARE LA PRESENZA DI UN ADEGUATO SOSTEGNO
PSICOLOGICO ALLA COPPIA, predisponendo la possibilità di una
consulenza da parte di uno psicologo adeguatamente formato nel
settore
Dalla necessità di un maggior confronto tra esperienze diverse e
istituzionalmente separate
Dalla necessità di una maggiore integrazione tra personale medico e
personale psicologico: nella maggior parte dei centri, gli psicologi
effettuano consulenze separate dal resto dell’attività clinica PMA,
rischiando di
CONFERMARE NEI PAZIENTI
UN’ESPERIENZA DI SCISSIONE TRA
SOFFERENZA FISICA E PSICHICA,
tra corpo e mente
“IL COUNSELLING”:
accettare l’infertilità e tecnologia
Ad oggi, le opzioni di trattamento, sono aumentate
notevolmente: TESE, congelamento ovociti,
transfer a blastocisti, transfer differito,
transfer transmiometriale, ciclo naturale
1.
2.
3.
Le coppie investono significativamente nella ricerca del TIPO
di trattamento, l’impatto dei fattori psicologici sulla capacità
di effettuare una scelta e sulla possibilità di avere un risultato
positivo, fanno si che GLI ARGOMENTI RIGUARDANTI LE
METODOLOGIE DI TRATTAMENTO dominino
frequentemente il “counselliing” per la sterilità
È evidente che i fattori psicologici quali:
L’ambivalenza del desiderio di genitorialità
La riluttanza ad ammettere l’esistenza di problemi di fertilità
Le attitudini negative o conflittuali nei confronti della
tecnologia medica
SEMBRANO CONDIZIONARE LA CAPACITA’ DI
COMPRENSIONE E ACCETTAZIONE DEL TRATTAMENTO
Questi fattori influenzano anche il processo decisionale sul
“SE” e “QUANDO” abbandonare il trattamento
“IL COUNSELLING”: la legge 40 e
internet
Gli interventi legislativi, soprattutto in Italia, hanno aumentato la
complessità dei fattori in campo, sia per le coppie che per gli operatori
sanitari, ottenendo (paradossalmente), l’effetto esattamente contrario
a quello desiderato (più ICSI, trattamenti all’estero, altro).
Le coppie si sentono ancora più “non tutelate” di prima della legge 40 e
prendono sempre più informazioni, spesso inutili, perché incomplete
INTERNET è diventato il maggior sistema informativo a cui accedono i
pazienti con una serie inarrestabile di conseguenze, quasi sempre
NEGATIVE.
“COMUNICARE” con i pazienti è diventato più complesso, come
maggiore è la diffidenza degli stessi nei confronti del medico.
“SUPERARE” la barriera che la coppia crea nei confronti dell’operatore
sanitario è più difficile in quanto lo vedono causa del loro problema o
meglio “causa della non soluzione”.
“INTESA” medicomedico-pazienti, rimane “cosa” fondamentale
per la buona riuscita del trattamento
e per una adeguata “compliance” in caso di insuccesso
“IL COUNSELLING”: “i nostri figli,
saranno come gli altri?”
È la domanda più frequente, probabilmente il pensiero di tutti, va
affrontata prima ancora che venga posta
La letteratura internazionale ci dice che i bambini concepiti con tecniche
PMA, NON “SONO BAMBINI SPECIALI” e i loro genitori, NON
“SONO GENITORI SPECIALI”.
SPECIALI”.
Numerose ricerche scientifiche dimostrano che lo sviluppo dei figli
concepiti con tecniche di PMA è NELLA NORMA, sono bambini normali
sia dal punto di vista intellettivo, cognitivo, affettivo
I genitori, viceversa, spesso si sentono “genitori speciali”:
L’ELABORAZIONE DEL PERCORSO GENITORIALE per queste coppie,
sembra essere più delicato, sia individualmente che per la coppia
L’esperienza affettiva di questi genitori, in un contesto sociale che non
riconosce la loro sofferenza e spesso “li accusa”
di volere un figlio ad ogni costo” E’/SEMBRA
così nuova dal punto di vista
della cultura della famiglia, che mancano le
parole per definirla ed è difficile per i genitori stessi
RICONOSCERSI
nelle categorie emotive “tradizionali”
BIMBO IN BRACCIO: E DOPO???
(B. BAYLE, L’embryon sur le divan. Psychopathologie de la conception humane, Masson, Paris, 2003, pp.57pp.57-58)
La soppressione del sintomo attraverso il concepimento con la PMA e la
nascita del bambino, pone in secondo piano, MA PUO’ NON ELIMINARE
il nodo emotivo della infertilità: queste coppie, fino a pochi mesi prima
vivevano in modo fobico partorienti, puerpere, bambini e li evitavano
Questo atteggiamento nasce da un imprinting narcisistico che incide in
modo pesante sullo svolgimento psichico della gravidanza in caso di esito
positivo
La sofferenza emotiva NON E’ necessariamente psicopatologia, però il
dolore mentale si può trasformare in psicopatologia nel caso in cui NON
VENGA:
“ACCOLTO”
“CONTENUTO”
“CONDIVISO”
Anche in caso di successo!!!
Da qui, la necessità di un adeguato “counselling” che sostenga la coppia
ANCHE durante e dopo la gravidanza!
“IL BAMBINO NASCE DENTRO DI NOI MOLTO PRIMA DEL
CONCEPIMENTO
CI SONO GRAVIDANZE CHE DURANO ANNI DI SPERANZA, ETERNITA’
DI DISPERAZIONE”
(M.IVANOVA CVETAEVA)
“Con le parole si può rendere una persona
profondamente felice o spingerla alla disperazione
più profonda”
“provocare delle parole là dove regna il silenzio
imbarazzato, l’incomprensione, l’intolleranza,
talvolta lo spavento …………………………..”
(MONIQUE BYDIOWSKI)