“la comunicazione tra professionista e coppie nella la
Transcript
“la comunicazione tra professionista e coppie nella la
L’ARTE DEL COMUNICARE IN GINECOLOGIA ED OSTETRICIA Rimini, 2010 ottobre 23 “la comunicazione tra professionista e coppie nella PMA” PATRIZIA ROCCHI, MD Fisiopatologia della Riproduzione Ospedale Cervesi Cattolica “comunicare significa farsi toccare dalle emozioni dell’altro” Quello che trovate in questa relazione, è frutto di tanti anni in questo settore, di amore per questo lavoro, dello stupore per il fascino di una vita che inizia ……………………… L’opportunità di poterla veder nascere ogni giorno “dal principio”, continuo a credere sia un’esperienza meravigliosa e fantastica …. con tanti “contro”: vedere un figlio come diritto, come scontato, come soluzione ai problemi di coppia, come “affermazione”….questa è una realtà a mio avviso triste, con la quale sempre più spesso ci si confronta LOUISE BROWN HA COMPIUTO 32 ANNI ED E’ MAMMA! IL 25 LUGLIO 1978 NASCEVA IN GRAN BRETAGNA LA PRIMA BAMBINA CONCEPITA GRAZIE ALLA FECONDAZIONE IN VITRO: LOUISE BROW. DA ALLORA, CIRCA 5 MILIONI DI BAMBINI SONO NATI NEL MONDO GRAZIE A QUESTE TECNICHE. I NOSTRI AUGURI A LOUISE E A TUTTE LE DONNE E GLI UOMINI CHE CERCANO UN FIGLIO CON LA PROCREZIONE ASSISTITA LA PAURA DI QUESTE TECNICHE TECNICHE ORMAI DI “ROUTINE”, “STANDARDIZZATE”, “CERTIFICATE”, eppure anche i medici e i ginecologi che si occupano di altro ne hanno paura, non le conoscono e spesso demotivano i pazienti Circa il 40% delle coppie che si rivolge ad un centro di PMA, abbandona dopo un solo tentativo fallito 25% dopo un primo colloquio Un adeguato sostegno psicologico permetterebbe di sostenere meglio lo stress di un esito negativo in modo da non arrendersi troppo presto INFERTILITA’: MALATTIA ORGANICA E PSICOLOGICA L’infertilità non è soltanto un problema fisico, ma ha numerosi risvolti psicopsico-sociali e sessuali con intrusione dello specialista nella sfera intima la prova di coraggio per il singolo e per la coppia è accettare “una” condizione che al termine del percorso clinico e diagnostico porta la coppia a “dover scegliersi” o “no” oltre il progetto riproduttivo che, realizzato o fallito, avrà comunque ristrutturato il senso dello stare insieme: Prima si è “coppia” e poi si è “coppia con figli”. Contrariamente a quello che è il comune modo di pensare, IL FIGLIO PUO’ ESSERE “COMPLETAMENTO” MA NON UNIONE I figli sono “altro da te”, hanno una loro identità e prima o poi seguono il loro cammino verso la vita Il compagno/a concon-divide con il partner tutta la vita LO SVILUPPO SOCIALE La procreazine libera e consapevole rappresenta una tappa irrinunciabile dello sviluppo sociale, l’attesa onnipotente, inconscia ma socialmente riconosciuta L’azione di controllo si ritiene sia “irreversibile”: si pensa di “poter decidere” quando e come avere un figlio, in una sorta di meccanismo che comunque rischia di negare l’influenza del desiderio e della soggettività Grande evoluzione della dimensione del biologico e delle “tecniche” in molti aspetti dell’esistenza con “contrazione” dello spazio dell’immaginazione intorno agli interrogativi sulla vita e sull’essere: le tecniche di fecondazione assistita vengono spesso vissute dalla coppia come “soluzione miracolosa”, “risolvente”, con un impatto psicologico successivo al primo colloquio spesso devastante in primis per la “non” certezza del risultato!!! IL CONCEPIMENTO, INCONTRO TRA “scienze mediche e scienze umane” Il progresso, rappresentato dalla contraccezione medica, ha dato inizio ad una modificazione profonda “DELL’ASPETTO IMMAGINATIVO DEL CONCEPIMENTO” rendendo la sessualità parzialmente indipendente dalla procreazione: IERI:: la sessualita’ rappresentava una conseguenza “ sempre possibile” dell’ atto sessuale e il IERI figlio una potenzialità sempre presente e prevedibile OGGI:: il concepimento è per lo più volontariamente programmato e, in fondo, OGGI presente solo grazie alla prevedibilità dell’assenza SI E’ PASSATI DAL: FIGLIO COME CONSEGUENZA DEL DESIDERIO SESSUALE DELL’UOMO PER UNA DONNA AL FIGLIO COME OGGETTO DELLA “VOLONTA’ COSCIENTE” “PROCREARE AL DI LA’ DEL LIMITE” Ciò che caratterizza lo spirito di questi ultimi anni, non è più la ”POSSIBILITA’ DI LIMITARE LA PROCREAZIONE bensì “POSSIBILITA’ DI PROCREARE AL DI LA DEL LIMITE” Di conseguenza, il testimone del “POTERE DI GENERARE” è passato di mano ed è affidato alla competenza della tecnica medica È divenuto realizzabile ciò che sino ad ora era rimasto espresso solo sotto forma di mito: LA POSSIBILITA’ DI CONCEPIRE SENZA L’INCONTRO DELLA COPPIA e l’attuale scenario delle tecnologie riproduttive, sembra essere una replica della PLURISECOLARE LOTTA TRA SESSI PER IL CONTROLLO DEL: “POTERE GENERATIVO” PMA: ESEMPIO DELLA COMPLESSITA’ DEL GENERARE OGGI Generare è un’esperienza universale e profondamente ambivalente, percorsa da una forte conflittualità inconscia tra DESIDERIO, BISOGNO, PAURA I problemi bioetici a cui ci troviamo di fronte nel nostro lavoro, non si prestano a soluzioni univoche o dogmatiche: esistono zone “grigie” che non devono rimanere zone “d’ombra”, ma occorre il coraggio e la volontà di esplorarle, senza cercare subito soluzioni, ascoltando i protagonisti, sapendo aspettare, imparando a lasciare in sospeso ……………………… “IL DOVUTO” Attualmente si assiste ad una grande evoluzione della dimensione del biologico e delle tecniche, in molti aspetti dell’esistenza Come conseguenza si assiste al contrarsi dello spazio della immaginazione intorno agli interrogativi della vita e sull’essere Tutte le scoperte scientifiche, PERO’, contengono, anzi amplificano, il versante dello sconosciuto, del mistero, che rappresenta ciò che rende l’esperienza dell’essere umano specificatamente unica ed irripetibile L’ESPERIENZA DI SENTIMENTI “PERTURBANTI” CHE SEMPRE PIU’ CARATTERIZZA IL MOMENTO STORICO DELLA MEDICINA DELLA RIPRODUZIONE, NON VA NE’ SOTTOVALUTATA, NE’ SOPRAVALUTATA, MA RESA PENSABILE, CERCANDO STRUMENTI DI RIFLESSIONE, EVITANDO CHE LA “REALTA’ SOVRASTI LA MENTE E LA RENDA MUTA” L’AIUTO DELLO PSICOLOGO 1. 2. 3. Va da se che accanto a medici, biologi ed infermieri, occorra che lo PSICOLOGO sia integrato nell’equipe di ogni centro Il compito dello psicologo è quello di tutelare il benessere emotivo delle coppie durante le varie fasi del percorso Obbiettivo che si raggiunge non solo attraverso INTERVENTI MIRATI SUI PAZIENTI, ma anche e soprattutto attraverso: La riflessione sugli aspetti affettivi della organizzazione I vissuti emotivi dei diversi ruoli professionali Le modalità di comunicare tra gli operatori sanitari e le coppie “LA CRISI”: PERICOLO E OPPORTUNITA’ (Mahlstedt P.”the psychological component of infertility.Fert Ster, 43(3):33543(3):335-346, 1985) La letteratura è concorde nel ritenere l’infertilità e il suo trattamento medico come un momento di “crisi” “momento” che destabilizza e mette a rischio l’equilibrio emotivo della “COPPIA” e dei “SINGOLI MEMBRI” della stessa Nell’infertilità, la funzione medica di diagnosi e terapia è strettamente connessa alla necessità di una buona comunicazione, di un “buon incontro” La diagnosi di infertilità è un fattore di grande disagio che irrompe gravosamente nella vita della coppia, ponendola in una condizione di sofferenza emotiva con angosce spesso incontenibili e quindi di “pericolo” ma può anche costituire una grande “opportunità” per la coppia: la capacità umana di cercare di COMCOM-PRENDERE, dare cioè un significato agli accadimenti con il fine ultimo di una maggiore unione L’ADATTAMENTO L’infertilità è una malattia caratterizzata sul piano organico da patologia d’organo (sterilità tubarica, endometriosi, maschile ecc.) e sul piano psicologico dal “VUOTO”: dall’assenza del bambino immaginato Accettare la scoperta che un processo che si considerava “naturale” e “ovvio”: il diventare genitori, non lo è affatto, è una scoperta quasi sempre inattesa e perciò “devastante” Viene meno il “progetto di coppia” “L’infertilità” diventa il “non evento”, estremamente critico nella vita EVOLUTIVA di ciascun individuo, con un impatto generalmente più marcato nella donna che è “normalmente” creatrice, ma con la medesima conseguenza sull’uomo, che sente di disattendere il suo potere “fecondante” Tutto ciò fa crollare il “PILASTRO BIOLOGICO” dell’identità sessuale: il singolo deve ristrutturare se stesso in base a questa nuova scoperta che è una deviazione da quello che viene considerata “LA NORMA” LA VERGOGNA L’adattamento riguarda il rapporto con il mondo La coppia infertile deve confrontarsi con la società Questo può far nascere sentimenti di vergogna e di colpa La donna che lavora può temere l’accusa di aver puntato troppo alla carriera L’uomo sente messa in discussione la propria virilità Tutto ciò può portare la coppia ad isolarsi Le dinamiche familiari perdono l’equilibrio ed insorgono conflitti profondi La vergogna si traduce nel bisogno di segretezza, tenendo nascosto il problema spesso rivolgendosi a centri lontani dalla città di origine LA FATICA DELLA TERAPIA Nel processo di adattamento, uomini e donne, sono diversi: La DONNA: vive l’infertilità nel suo corpo corpo,, non può immaginare la propria identità femminile all’infuori della maternità e il “diritto” al bambino, diventa “diritto” all’identità di donna, solo un figlio potrà ristrutturare l’integrità perduta. La donna, porta il peso maggiore, in termini di accertamenti e terapie. L’ UOMO_ UOMO____________ ___________ vive l’infertilità nella sua mente mente,, quindi non accetta di essere la causa, spesso è la parte più fragile, o meglio, “più” sofferente della coppia: non è raro che insorgano problemi nella sfera della identità sessuale, come: 1. disfunzioni erettili, 2. ansia di prestazione, 3. calo del desiderio proprio in coincidenza della fase ovulatoria, a completo discapito dell’aspetto ludico ed erotico. UN PROBLEMA DI “COPPIA” L’infertilità va considerata “SEMPRE” un problema di coppia, anche nelle situazioni in cui il problema è sicuramente imputabile ad uno dei due. Il problema è/deve essere condiviso “dall’universo--coppia” “dall’universo Tutte le energie della “coppia” andranno dedicate ad un progetto univoco e molto impegnativo UN ADEGUATO “COUNSELLING” prepara la coppia ad affrontare i contraccolpi delle terapie (ansia, depressione, restringimento degli investimenti, impatto sulla sessualità, perdita della intimità corporea, esperienza di corpo alienato - meccanizzato) e l’insuccesso del trattamento LA COMPLESSITA’ COMPLESSITA’ che unisce gioia e sofferenza, vita e malattia, speranza e disperazione e soprattutto fa emergere tra donne e uomini, nelle coppie, negli operatori di cura, risorse umane eccezionali, intelligenze, sentimenti che vanno riscoperte come VALORI SCIENTIFICI E SOCIALI Di fronte alle scoperte scientifiche è indispensabile un confronto tra scienze mediche, bioetica, filosofia, scienze della mente, scienze sociali, scienze pedagogiche: tutti questi strumenti di scoperta e riflessione umana DEVONO essere considerati con lo stesso valore e dignità La sfida che ci troviamo ad affrontare come operatori sanitari non è più solo sul prolungamento della vita umana, ma sulla “QUALITA’ DELLA VITA” RELAZIONE OPERATORE SANITARIOSANITARIO-PAZIENTE: sapere aspettare L’operatore sanitario, deve fermarsi, sapere aspettare. Questo non significa “RELATIVISMO ETICO” Significa “RIGORE”, senso profondo di responsabilità, rispetto nei confronti della coppia , ricerca del “limite” Una ricerca del limite che si ponga continuamente domande, non solo sui risultati delle tecniche scientifiche o dei fenomeni sociali, ma sui loro significati umani Tante energie, scarsi risultati!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! PMA: RIORGANIZZARE I SIGNIFICATI PER INTRODURRE LA DIMENSIONE DEL LUTTO Infertilità come elaborazione della perdita, diminuendo il rischio della negazione del limite e della fuga nell’onnipotenza È fondamentale una cultura del “limite”, inteso come valore, scelta consapevole del confine, non divieto, sia per la coppia che per i sanitari Tutto ciò prevede necessariamente un lavoro integrato, interdisciplinare che si prenda cura della coppia nella sua totalità, intesa come “corpo”, “mente”, “emozionalità” E’ necessario, all’interno della tecnologia e delle procedure biobio-mediche più avanzate, che si creino spazi temporali e mentali in cui sia possibile aiutare la coppia a mantenere il contatto con il proprio mondo interno, perchè possano attingere alle proprie risorse emotive, essere protagonisti e responsabili, perché sia agevolato il passaggio dalla “fecondazione” alla “procreazione” ASPETTI PSICOLOGICI DELLA COPPIE INFERTILI La maggior parte delle coppie che non riescono a procreare è vittima di un “trauma” a cui non è “preparata”, “preparata”, questo, mette in crisi il proprio sistema di valori, i progetti, le speranze, con lo sviluppo di una “immagine di se” negativa, deviata dalla norma e caratterizzata da un flusso di emozioni “ingovernabili”, non ultima la “rabbia” nei confronti di chi ti da la “sentenza” e non riesce a darti una soluzione definitiva. La sterilità acquista per alcune coppie, connotazione di morte, di negazione della possibilità di sviluppare il proprio progetto familiare con angoscia di svuotamento, castigo, solitudine, vergogna, invidia, disprezzo (verso se stessi e verso chi può procreare) e, successivamente, vero e proprio lutto lutto!!!! “IL LUTTO” (Froggio, 2000) LUTTO STABILE Si riacutizza ogni mese con l’arrivo del ciclo mestruale in quanto segnala la “non gravidanza” LUTTO RICORRENTE Lo ritroviamo: 1. 2. 3. nelle coppie che ricercano un figlio da sole In quelle che ottenuto un insuccesso presso un centro, ne cercano subito un altro In chi non riflette, non cerca di capire, tutto è possibile: la colpa è degli altri Queste coppie piangono l’assenza del figlio che non c’è, ma è fortemente presente È un lutto difficile, perché non prevede riti consolatori che mantengono vivo nella memoria il defunto (funerali, veglie, lapidi) GLI SPAZI, I TEMPI, I MODI della comunicazione nel percorso PMA “colorano” e “segnano” spesso inconsapevolmente DA UN LATO: i significati emotivi e simbolici profondi dell’esperienza di infertilità e di procreazione delle coppie DALL’ALTRO: i vissuti e le identità professionali degli operatori sanitari Nello spazio d’incontro tra sé e l’altro, si genera “SENSO” LA CONDIVISIONE TRAMITE IL LINGUAGGIO DELLA PAROLA E IL LINGUAGGIO DELLE EMOZIONI DA’ SIGNIFICATO AL NON CONOSCIUTO E A CIO’ CHE, PER DIFESA, NON E’ PENSABILE LA “POTENZIALITA’ DI CURA” MEDIANTE LE PAROLE NON E’ SOLO APPANNAGGIO DELLA PSICOLOGIA E’ INSITA IN OGNI INCONTRO TRA PERSONE “IL COUNSELLING”: miglioramento della qualità di vita Il counselling per i problemi di infertilità è di relativamente frequente acquisizione Solo il modello integrato “BIO“BIO-PSICOPSICO-SOCIALE e multifocale, può permettere di avere un approccio “proficuo” nella relazione terapeutica con la coppia infertile I fattori psicologici vanno interpretati, non più come causa della sterilità, ma come conseguenza della condizione fisica di infertilità Il counselling si pone come obiettivo primario il miglioramento della qualità della vita dei pazienti attraverso una maggiore consapevolezza e una migliore gestione delle conseguenze psicologiche alla diagnosi di sterilità I PARAMETRI PSICOLOGICI (C. M. MAZURE, D. A. GREENFELD, Psychological Studies of in vitro fertilization/embryo transfer participants, IN Journal of in Vitro Fertilization and Embryo Transfer, 1989, 12 (1), pp.242pp.242-249) Il 49% delle donne e il 15% degli uomini intervistati in questo lavoro, consideravano l’infertilità l’esperienza più dolorosa della propria vita, paragonabile solo ad un lutto o ad un divorzio Le nevrosi erano più frequenti in quei soggetti per i quali non erano note le cause di infertilità (sterilità idiopatica) L’ansia risultava più legata all’infertilità che non al trattamento I livelli di depressione erano più alti dopo l’insuccesso che non durante il trattamento, più marcati nelle donne “L’INVESTIMENTO NELLA STRUTTURA” Alcune coppie trovano appoggio “totale” sul corpo medico, da loro idealizzato e trasformato in “oggetto” di investimento affettivo. Il centro diviene il solo posto in cui queste coppie trovano un senso di sicurezza e dove possono incontrare altre coppie private del “figlio” in cui possono identificarsi e sentirsi “meno sole” Il medico può, a loro avviso, contenere l’angoscia, i protocolli imposti dalle autorità, le lunghe attese La rappresentazione “del se” svalorizzata e mortificata, può di fronte ad un medico capace di ascoltare, comprendere, dire la “parola giusta”, farli sorridere e fare loro sentire meno il peso di una situazione penosa. Va da se la totale dipendenza nei confronti di questa persona Il programma di fecondazione assistita diviene per queste coppie sia “possibile realizzazione” e “concretizzazione” del loro desiderio, che SPAZIO DI RIFLESSIONE per la coppia, utile al contenimento delle dinamiche personali in gioco: UNIVERSO DI RAPPRESENTAZIONI che incide profondamente sullo “svolgimento psichico” della gravidanza con una rilevanza da non sottovalutare “IL COUNSELLING”: obiettivi Ogni centro PMA dovrebbe avere come obiettivi essenziali nella propria attività clinica: RIDUZIONE E TRATTAMENTO DELL’ANSIA TRATTAMENTO DELLA DEPRESSIONE MIGLIORAMENTO DELLA RELAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE DI COPPIA SOSTEGNO NELLA FASE DECISIONALE SOSTEGNO A MANTENERE O RAGGIUNGERE UNA BUONA QUALITA’ DI VITA “IL COUNSELLING”: carenza di personale dedicato Le difficoltà spesso rilevate nell’efficacia degli interventi, derivano da: 1. 2. 3. carenza/assenza di personale psicologico specificamente preparato nonostante, l’eccezionale LEGGE 40 preveda la necessità di supportare psicologicamente la coppia durante l’iter diagnostico e terapeutico e sostiene che OGNI CENTRO PMA DEBBA ASSICURARE LA PRESENZA DI UN ADEGUATO SOSTEGNO PSICOLOGICO ALLA COPPIA, predisponendo la possibilità di una consulenza da parte di uno psicologo adeguatamente formato nel settore Dalla necessità di un maggior confronto tra esperienze diverse e istituzionalmente separate Dalla necessità di una maggiore integrazione tra personale medico e personale psicologico: nella maggior parte dei centri, gli psicologi effettuano consulenze separate dal resto dell’attività clinica PMA, rischiando di CONFERMARE NEI PAZIENTI UN’ESPERIENZA DI SCISSIONE TRA SOFFERENZA FISICA E PSICHICA, tra corpo e mente “IL COUNSELLING”: accettare l’infertilità e tecnologia Ad oggi, le opzioni di trattamento, sono aumentate notevolmente: TESE, congelamento ovociti, transfer a blastocisti, transfer differito, transfer transmiometriale, ciclo naturale 1. 2. 3. Le coppie investono significativamente nella ricerca del TIPO di trattamento, l’impatto dei fattori psicologici sulla capacità di effettuare una scelta e sulla possibilità di avere un risultato positivo, fanno si che GLI ARGOMENTI RIGUARDANTI LE METODOLOGIE DI TRATTAMENTO dominino frequentemente il “counselliing” per la sterilità È evidente che i fattori psicologici quali: L’ambivalenza del desiderio di genitorialità La riluttanza ad ammettere l’esistenza di problemi di fertilità Le attitudini negative o conflittuali nei confronti della tecnologia medica SEMBRANO CONDIZIONARE LA CAPACITA’ DI COMPRENSIONE E ACCETTAZIONE DEL TRATTAMENTO Questi fattori influenzano anche il processo decisionale sul “SE” e “QUANDO” abbandonare il trattamento “IL COUNSELLING”: la legge 40 e internet Gli interventi legislativi, soprattutto in Italia, hanno aumentato la complessità dei fattori in campo, sia per le coppie che per gli operatori sanitari, ottenendo (paradossalmente), l’effetto esattamente contrario a quello desiderato (più ICSI, trattamenti all’estero, altro). Le coppie si sentono ancora più “non tutelate” di prima della legge 40 e prendono sempre più informazioni, spesso inutili, perché incomplete INTERNET è diventato il maggior sistema informativo a cui accedono i pazienti con una serie inarrestabile di conseguenze, quasi sempre NEGATIVE. “COMUNICARE” con i pazienti è diventato più complesso, come maggiore è la diffidenza degli stessi nei confronti del medico. “SUPERARE” la barriera che la coppia crea nei confronti dell’operatore sanitario è più difficile in quanto lo vedono causa del loro problema o meglio “causa della non soluzione”. “INTESA” medicomedico-pazienti, rimane “cosa” fondamentale per la buona riuscita del trattamento e per una adeguata “compliance” in caso di insuccesso “IL COUNSELLING”: “i nostri figli, saranno come gli altri?” È la domanda più frequente, probabilmente il pensiero di tutti, va affrontata prima ancora che venga posta La letteratura internazionale ci dice che i bambini concepiti con tecniche PMA, NON “SONO BAMBINI SPECIALI” e i loro genitori, NON “SONO GENITORI SPECIALI”. SPECIALI”. Numerose ricerche scientifiche dimostrano che lo sviluppo dei figli concepiti con tecniche di PMA è NELLA NORMA, sono bambini normali sia dal punto di vista intellettivo, cognitivo, affettivo I genitori, viceversa, spesso si sentono “genitori speciali”: L’ELABORAZIONE DEL PERCORSO GENITORIALE per queste coppie, sembra essere più delicato, sia individualmente che per la coppia L’esperienza affettiva di questi genitori, in un contesto sociale che non riconosce la loro sofferenza e spesso “li accusa” di volere un figlio ad ogni costo” E’/SEMBRA così nuova dal punto di vista della cultura della famiglia, che mancano le parole per definirla ed è difficile per i genitori stessi RICONOSCERSI nelle categorie emotive “tradizionali” BIMBO IN BRACCIO: E DOPO??? (B. BAYLE, L’embryon sur le divan. Psychopathologie de la conception humane, Masson, Paris, 2003, pp.57pp.57-58) La soppressione del sintomo attraverso il concepimento con la PMA e la nascita del bambino, pone in secondo piano, MA PUO’ NON ELIMINARE il nodo emotivo della infertilità: queste coppie, fino a pochi mesi prima vivevano in modo fobico partorienti, puerpere, bambini e li evitavano Questo atteggiamento nasce da un imprinting narcisistico che incide in modo pesante sullo svolgimento psichico della gravidanza in caso di esito positivo La sofferenza emotiva NON E’ necessariamente psicopatologia, però il dolore mentale si può trasformare in psicopatologia nel caso in cui NON VENGA: “ACCOLTO” “CONTENUTO” “CONDIVISO” Anche in caso di successo!!! Da qui, la necessità di un adeguato “counselling” che sostenga la coppia ANCHE durante e dopo la gravidanza! “IL BAMBINO NASCE DENTRO DI NOI MOLTO PRIMA DEL CONCEPIMENTO CI SONO GRAVIDANZE CHE DURANO ANNI DI SPERANZA, ETERNITA’ DI DISPERAZIONE” (M.IVANOVA CVETAEVA) “Con le parole si può rendere una persona profondamente felice o spingerla alla disperazione più profonda” “provocare delle parole là dove regna il silenzio imbarazzato, l’incomprensione, l’intolleranza, talvolta lo spavento …………………………..” (MONIQUE BYDIOWSKI)