Cosa rovina le arterie - Polispecialistica Roma Quattro

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Cosa rovina le arterie
Uno scorretto stile di vita può causare problemi al flusso sanguigno. Quali comportamenti e quali
sostanze evitare per non rovinare le arterie ?
Vene e arterie. I due tipi di vasi in cui scorre tutto il sangue dell'organismo non sono molto diversi
strutturalmente. Entrambi, infatti sono preposti alla circolazione del sangue, contribuiscono (grazie
all'endotelio, il tessuto che riveste la superficie interna dei vasi sanguigni, dei vasi linfatici e del cuore,
e che è costituito da un monostrato di cellule piatte e poligonali, dette cellule endoteliali o endoteliociti,
che entrano a diretto contatto con il sangue ) a fermare le emorragie.
Tuttavia, le arterie sono i vasi più importanti, in quanto al loro interno scorre il sangue ricco di ossigeno
e sostanze nutritive.
In pratica, è grazie a loro che gli organi, i tessuti e gli apparati dell'organismo ricevono gli elementi
necessari alla loro vita e alla loro funzionalità.
Tenere alla larga i potenziali nemici significa mettersi al riparo dalle malattie cardiovascolari cioè quelle
a carico del cuore e della circolazione.
Queste ultime costituiscono il pericolo principale del nostro tempo: rappresentano, infatti, la prima causa
di morte. E' anche vero, però, che le malattie cardiovascolari, in certi casi, possono essere prevenute.
I nemici delle arterie, ovvero le situazioni o i comportamenti che facilitano la comparsa di tali disturbi,
sono anzitutto quelli non modificabili e cioè quelli legati alle caratteristiche fisiche ed ereditarie della
persona e che, pertanto, non possono essere eliminati in alcun modo. Appartengono al gruppo:
la familiarità , cioè, la presenza di malattie cardiovascolari tra parenti stretti; il sesso, in quanto gli
uomini sono, per costituzione, più a rischio rispetto alle donne; l'età, perchè, con il passare degli anni, è
naturale che le arterie, al pari di qualsiasi altro tessuto dell'organismo, invecchino e si deteriorino; alcune
malattie, come per esempio il diabete, perché lo zucchero, non essendo assimilato e rimanendo nel flusso
sanguigno, danneggia i vasi.
Ben più importanti sono i comportamenti e quindi i rischi modificabili: quelli che dipendono
esclusivamente dalle errate abitudini di vita e che, di conseguenza, possono essere corretti. In
particolare, a mettere a repentaglio la salute dei vasi sono: l'alcol, il fumo, l'eccesso di grassi e
zuccheri, la pressione alta, il consumo smodato di sale, lo stress.
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Un lume da conservare
Il diametro di un'arteria, cioè lo spazio in cui scorre il flusso sanguigno, è definito "lume". Affinché la
circolazione avvenga regolarmente, è importante che il lume mantenga le sue dimensioni e non sia chiuso
da eventuali depositi. Ecco, dall'alto verso il basso, come può essere un vaso: sano e normale, con il
lume ristretto da un deposito, con la circolazione sanguigna ostacolata dalla presenza di un trombo.
Rischi modificabili (I pericolosi sette)
01) L'alcol in eccesso
Le bevande alcoliche, soprattutto i superalcolici ma anche il vino e la birra, se assunti in quantità
eccessive, risultano tossiche per la parete endoteliale, cioè per il tessuto che riveste internamente i vasi
sanguigni. In particolare, l'alcol altera i processi chimici di trasformazione del colesterolo: la diretta
conseguenza sarà che nelle arterie ne circolerà una quantità maggiore rispetto al dovuto, il che altera le
funzioni del fegato, ostacolando, tra l'altro, i processi della coagulazione del sangue.
02) Via le sigarette
Il fumo è un'altra sostanza altamente tossica per l'intero organismo e per le arterie. Le componenti del
fumo che danneggiano direttamente i vasi sanguigni sono il monossido di carbonio e la nicotina.
Il monossido di carbonio è un gas che interferisce con il trasporto dell'ossigeno nel sangue e che ne
compromette l'utilizzo da parte dei singoli organi e dell'intero sistema cardiocircolatorio. Ma la sostanza
più pericolosa è la nicotina, che intossica l'intero organismo e che danneggia il cuore e la circolazione, in
quanto può determinare: a) una vasocostrizione a livello periferico ( cioè delle arterie situate nelle parti
dell'organismo distanti dal cuore), responsabile dell'innalzamento della pressione; b) un aumento dei
battiti cardiaci che, con il tempo, provoca un affaticamento del cuore; c) spasmi alle coronarie, che
ostacolano l'afflusso di sangue al cuore e alle piccole arterie della retina (la membrana dell'occhio che
trasforma gli stimoli luminosi in immagini) compromettendo la vista.
03) Attenzione alla dieta
Tra i due tipi di grassi di origine alimentare, cioè il colesterolo e i trigliceridi, è il primo a costituire un
pericolo diretto per le arterie. Il colesterolo può essere suddiviso in: HDL o "buono", che costituisce un
fattore di protezione in quanto, circolando nel sangue, serve a rimuovere eventuali depositi ; LDL o
"cattivo", che contribuisce a "incrostare" le pareti delle arterie e a dare inizio alla placca.
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Alti valori di colesterolo LDL sono un importante fattore di rischio per le malattie della circolazione.
Oltre che dal tipo di alimentazione, l'ipercolesterolemia (cioè valori di colesterolo totale nel sangue
superiori a 200 mg per dl) dipende in gran parte anche da altri fattori, quali: difetti genetici, come per
esempio l'alterazione del recettore del colesterolo cattivo (LDL); il fumo; l'assunzione della pillola
anticoncezionale; la vita sedentaria.
I trigliceridi, da soli, non danneggiano le pareti.
Tuttavia, costituiscono un pericolo se associati ad alti valori di colesterolo, perché possono incrementare
la massa di grasso che si deposita nelle arterie. Il valore normale è compreso tra i 40 e i 170 mg per dl di
sangue. Essi risentono in modo significativo dei comportamenti alimentari che sono stati adottati. Di
conseguenza, per tenerli sotto controllo, è sufficiente correggere la dieta, riducendo l'introito di grassi.
Inoltre, va specificato che il colesterolo e i trigliceridi di per sé non sarebbero neanche troppo pericolosi,
se non associati ad un alto livello di zuccheri. Il consumo smodato di zuccheri (soprattutto di quelli
aggiunti, spesso presenti in alimenti di produzione industriale e quindi spesso inconsapevole ) favorisce
l’infiammazione delle arterie, il che a sua volta è alla base del deposito di trigliceridi e colesterolo nel
tessuto arterioso. Se l’arteria non è infiammata, i grassi scorrono via molto più facilmente.
La consapevolezza alimentare serve quindi a verificare i componenti degli alimenti che mangiamo,
scartando quelli che contengono conservanti e zuccheri aggiunti in quantità anche per questi motivi ( una
lattina di coca cola contiene l’equivalente di 9 cucchiaini di zucchero, quantità di per sé superiore al
quantitativo di zuccheri giornaliero di cui il nostro organismo ha bisogno ). E questo, persino in assenza di
diete o sacrifici particolari! Chiaro che nei casi in cui appare necessario, nel percorso di terapia può
essere inserita anche la prescrizione di un regime alimentare controllato con l’intervento della Biologa
nutrizionista, con approccio multidisciplinare, come prassi del nostro Centro.
04) Pressione alta
Altro nemico è la pressione alta. Le arterie tendono a consumarsi a causa di un flusso sanguigno che
scorre troppo velocemente. Questo vortice lede il loro strato interno (l'endotelio) e di conseguenza può
determinare avvallamenti che costituiscono un luogo particolarmente adatto per l'adesione delle
piastrine e del colesterolo.
In pratica, le arterie diventano un terreno più favorevole per la formazione di trombi. Inoltre, perdono
elasticità e contribuiscono all'aumento della pressione, dando inizio a una sorta di circolo vizioso.
L'ipertensione si ha quando il valore della minima supera i 90 mmHg.
In particolare, si tratta di ipertensione:
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- lieve, se la minima è compresa tra i 90 e i 94 mmHg,
- moderata, se è compresa tra i 95 e i 104 mmHg,
- severa, se è compresa tra i 105 e i 115 mmHg.
Se supera i 115 mmHg, si parla di ipertensione grave.
05) Occhio al sale
Anche l'abitudine di mangiare cibi eccessivamente salati, a lungo andare, danneggia le arterie. Questo
poiché il sale in eccesso richiama liquidi nel flusso di sangue, che quindi aumenta in quantità. Un flusso
maggiore crea una pressione maggiore. Il risultato finale è che il consumo smodato di sale causa
l'ipertensione.
06) Non arrabbiarsi
Lo stress negativo si ha quando la risposta agli stimoli che provocano tensione, ansia e agitazione
perdura nel tempo e non è seguita da un rilassamento. Esso può causare danni ai diversi organi del corpo
e favorire la comparsa di malattie anche serie, come per esempio l'infarto, l'ictus o l'ulcera.
Questo accade perché, nelle situazioni di stress, aumenta la concentrazione nel sangue di alcuni ormoni,
soprattutto del cortisolo, che provoca: l'innalzamento della pressione del sangue, l'aumento del glucosio
nel sangue; l'abbassamento delle difese naturali dell'organismo.
07) Pochi dolci
Ultimo nemico delle arterie sono gli zuccheri in eccesso.
Una situazione di iperglicemia (cioè un eccesso di glucosio nel sangue) favorisce, infatti, l'aterosclerosi.
Il glucosio gonfia le cellule dell'endotelio e, se è presente in quantità eccessive, finisce con lo spaccarle.
Le cellule possono cicatrizzarsi, ma laddove si forma la cicatrice si crea un terreno adatto alla formazione
delle placche.
Mani e piedi troppo freddi
Quando i problemi di circolazione si verificano nelle arterie che irrorano gli arti (sia quelli superiori, cioè le
braccia, sia quelli inferiori, cioè le gambe), le principali conseguenze possono essere: crampi muscolari ai
polpacci, soprattutto se sono causati da restringimenti dell'arteria femorale, deputata a portare il sangue
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ossigenato agli arti inferiori; sensazione di freddo alle estremità (mani e piedi), soprattutto nelle donne e
nelle persone anziane.
Più dure e più spesse
La malattia più comune che può colpire le arterie si chiama "arteriosclerosi". Si tratta di un processo di
indurimento e di ispessimento, che rende le pareti dei vasi meno elastiche e che, di conseguenza, si
ripercuote sulla circolazione sanguigna, la quale avviene più velocemente (ipertensione). L'arteriosclerosi
è un fenomeno che si verifica progressivamente con l'invecchiamento. E' peggiorato dall' aterosclerosi ,
un'alterazione dei vasi caratterizzata dalla formazione di placche aterosclerotiche (i cosiddetti
"ateromi"), ossia da accumuli di grasso e altro materiale che chiudono il vaso e ostruiscono la
circolazione.
Le placche possono rallentare oppure ostacolare il flusso del sangue nelle arterie, ma possono favorire
anche la formazione di trombi, cioè di coaguli (grumi) di sangue.
Le piastrine, infatti, si possono accumulare con facilità a livello delle placche, impilandosi l'una sopra
l'altra e dando origine a trombi di dimensioni sempre maggiori, che possono ostruire il passaggio del
sangue.
Se c'è un aneurisma
L'aneurisma è una dilatazione di un'arteria, causato dalla pressione del sangue esercitata sulla parete del
vaso. Nella maggior parte dei casi, l'aneurisma si verifica ai grossi vasi, quali: l'aorta, cioè l'arteria più
grande dell'organismo che irrora l'addome; le carotidi e succlavie (le arterie superiori più importanti che
irrorano la testa e gli arti superiori), le arterie iliache (che irrorano gli arti inferiori, l’intestino e la regione
pelvica).
All'interno dell'arteria si forma, in genere, una fenditura piena di sangue, che si estende indebolendo vaste
zone del vaso: a questo punto la pressione del sangue all'interno dell'arteria può causarne la rottura.
A determinare l'aneurisma può essere una debolezza congenita (cioè presente sin dalla nascita ) delle
pareti dell'arteria. E' il caso, per esempio, di quelle cerebrali, che però sono più rare.
Nella maggior parte dei casi, invece, si tratta di accumuli di grasso che deformano le pareti del vaso in
questione e le rendono più fragili. Quando si verifica un aneurisma addominale, la causa è principalmente
l'aterosclerosi.
Infine, si può anche verificare un aneurisma ventricolare, che forma una sacca nella parete del cuore. In
questo caso, si tratta spesso di una complicazione successiva a un infarto.
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