Il Varesotto patria del caffè artigianale
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Il Varesotto patria del caffè artigianale
LA PROVINCIA DI VARESE Varese economia 13 GIOVEDÌ 10 APRILE 2014 Il Varesotto patria del caffè artigianale Ci sono otto aziende di torrefazione, a conduzione familiare, cresciute e diventate leader del mercato Lavorazioni fedeli alle origini anche se avvengono con la tecnologia. E i prodotti prendono per la gola VARESE ADRIANA MORLACCHI Unchiccodicaffèriman da a Paesi esotici, alle foreste plu viali, al caldo e al sole. Ma Varese ha un aroma di caffè tutto suo, che dalle tazzine fumanti si diffonde nell’aria da più di un secolo e che guarda all’export, dove l’espresso e il cappuccino sono simboli italia ni come gli spaghetti. Il caffè, in fatti, è considerato made in Italy per eccellenza. Con il caffè si può prendere per la gola chiunque. E del caffè viene il “vizio”: sarà per questo che la torrefazione non sente la crisi co me altri settori? Storie antiche Le aziende di torrefazione varesi ne, spesso a tradizione familiare, negli ultimi anni hanno fatto inve stimenti per alzare la qualità e guardare all’export. Anche la co municazione è cambiata: se nel secolo scorso facevano leva sul cliente “mordi e fuggi”, adesso cercano di farsi conoscere nel mondo partecipando a eventi e concorsi internazionali: come i campionati del mondo dei baristi che sanno fare il caffè migliore. Nella nostra provincia, nei da tabase della Camera di Commer cio, figurano otto industrie di tor refazione, a cui vanno aggiunti i tanti bar che macinano i chicchi, che però sono schedati come pub blici esercizi e sfuggono al conteg gio. Le aziende che si dedicano esclusivamente alla torrefazione hanno in totale una trentina di dipendenti e sono diffuse su tutto il territorio, con una concentra zione maggiore a Gallarate, dove ce ne sono ben tre. Il caffè a Varese ha una storia lunga, iniziata nel secolo scorso. La Varesina Caffé, per esempio, è nata nel 1919 in via San Martino, nel pieno centro della città, tanto che si tramanda da nonno a nipote il ricordo dell’aroma che da quella strada si diffondeva fino a San Vit tore. Nel 1982 l’azienda è stata rile vata dalla famiglia Maffina, che ha voluto garantire la continuità del marchio e la qualità del prodotto, nonché la varietà di miscele che sono più di venti. Oggi l’azienda si trova in via Vellone 15 a Varese e, oltre al mercato italiano, sta po L’export va bene e il business regge Espresso e cappuccio non conoscono crisi Seconda e terza generazione innovano i processi e sviluppano idee tenziando l’export. Un’altra realtà importante è Felmoka, nata nel 1960 da Giam berto, Silverio e Felice Volpe. Do po anni di ricerche, le redini del l’azienda sono passati a figli e nipo ti, fino alla specializzazione in mi scele per i bar. Felmoka si trova a Malnate. Tecniche moderne A Marnate, invece, c’è El Mundo, un’azienda specializzata da 40 an ni sull’espresso all’italiana, inteso come un contenitore di cultura e passione. L’azienda è nata nel 1967 dall’idea dei due soci fondatori. El Mundo è un altro esempio di un’attività che, nel corso degli an ni, si è trasformata da azienda fa miliare di tipo artigianale a realtà strutturata e moderna. Tutto con una continua spinta verso lo svi luppo e l’innovazione, nonché l’acquisizione di marchi quali Ital moka, Aba Parma, Nuova Pedros e Frigerio. Ma come avviene la lavorazio ne del caffè a Varese? Per prima cosa arriva il caffè grezzo, che deve essere pulito e sottoposto a una ulteriore selezione. Poi vengono lo stoccaggio e la tostatura, che è il processo più delicato perché la fase industriale deve avvicinarsi il più possibile alla lavorazione ar tigianale. La tostatura deve essere lentaeilraffreddamentonaturale, anche se affidato alle tecnologie più avanzate. Successivamente il chicco viene macinato. Infine il confezionamento deve garantire la fragranza del prodotto. 1 Il caffè è una delle abitudini più diffuse anche nel Varesotto: qui ci sono prodotti di gran qualità VARESEPRESS La chicca Macchina anni Trenta e aria La tazzina buona a 80 cent In provincia di Varese ci sono grandi torrefazioni industriali e piccoli bar con torrefazione. Un esempio di piccola torrefazione “artigianalissima” è Colorcaffè di via San Cristoforo a Saronno, che usa ancora oggi una vecchia macchina degli anni ’30 per tostare il caffè, come se il tempo non fosse mai trascorso. La particolarità è che il caffè, che esce dal processo di torrefazione a 200 gradi, viene raffreddato con l’aria e non con l’acqua. Solo chi lavora quan- Confartigianato «No alla Tari per le imprese» VARESE «A pagare la tassa rifiuti devono essere solo coloro che usufruiscono del servizio pubbli co, non le imprese». Mauro Colombo spiega: «Le imprese di produzione e manifat turiere, artigianali e non, sono già obbligate alla gestione degli im ballaggi, al pagamento dei contri buti ai consorzi di filiera, alla ge stione Sistri, Conai, Mud e allo smaltimento tramite aziende au torizzate dei propri rifiuti». «Smaltiamo già rifiuti speciali» Così il numero uno di Confarti gianato Imprese Varese, che entra nel merito della conversione del decreto legge Salva Roma ter, al l’interno del quale torna l’assimi lazione dei rifiuti a misura di Co mune. Sostanzialmente, le imprese pagheranno la Tari anche se smal tiscono in proprio i rifiuti. Al mas simo potranno ottenere degli sconti sulla parte variabile della tariffa, proporzionali alla quota di rifiuti assimilati avviati al riciclo. Ma saranno i Comuni a stabi lirli con regolamento. Non vi sa ranno riduzioni uniche valide in tutta Italia, né esenzioni dal paga mento della quota fissa. Colombo si appella al principio europeo del “chi inquina paga”che stabilisce, invece, l’esclusione dal la tassa rifiuti di tutte quelle aree produttive dove si formano, in via continuativa e prevalente, rifiuti speciali al cui smaltimento sono tenuti a provvedere, a proprie spese, i relativi produttori. La fa coltà da parte dei Comuni di indi viduare le aree di produzione di rifiuti speciali non assimilabili ri mette in discussione il principio europeo: «La nuova proposta di modifica, contenuta nel Salva Ro ma ter, peggiora le cose: confer ma, infatti, che non c’è nessuna volontà di considerare la Tari cor relata a un servizio ma, anzi, di imporla come una nuova tassa che va a penalizzare le imprese». Collaborazione coi Comuni In pratica, la domanda attorno alla quale si è arrovellato il Parla mento da dicembre a oggi è la se guente: le imprese e gli operatori commerciali che smaltiscono una parte dei loro rifiuti (quelli specia tità di caffè modeste può permettersi di usare questo sistema, antico ma pregiato. «Con l’aria, il chicco rimane più croccante - spiega Liliana Pasquettin, titolare dell’attività - I clienti, dicendo che si tratta di un buon prodotto, mi danno soddisfazione. E io, saltando le aziende di torrefazione e la rivendita, riesco ancora a vendere il caffè a 80 centesimi alla tazzina». La torrefazione artigianale si trova nel centro di Saronno, in un immobile degli anni ’50 ristrutturato con i prin- cipi del risparmio energetico: pannelli fotovoltaici e materiali isolanti. L’attività della piccola torrefazione è paragonabile, per il processo, a quella di una grande azienda: «Si acquista la materia prima, senza la quale un artigiano non va da nessuna parte spiega Liliana - Poi bisogna un po’ sperimentare, perché può essere che il caffè che si ottiene sia buono, come può essere che si debba cercare ancora. Importantissima è la tostatura: più si avvicina al passato, meglio è». Da Liliana arriva anche una massima: «Per crearsi un posto in un mondo in cui c’è già tutto, qualcosa di nuovo bisogna trovare: può essere il servizio, la metodologia, o, come in questo caso, tutte le cose insieme».•A. MOR. Fuorisalone di inediti Varesini protagonisti tuoso, un tavolo in fibra di carbo nio lucida modellata «per ottene re curve sinuose in corrisponden za delle estremità e tagliata a vivo sui bordi, dimostrazione del pro prio animo complesso e resisten L’appuntamento con il Salone or te», dice la descrizione. Tutti pro mai è diventata un’occasione per dotti di eccellenza, modellati e lanciare le proprie novità e per creati a mano dagli artigiani di mettersi in mostra, a prescindere Tecknomonster a Casorate Sem dal fatto che il settore dell’arreda pione. mento sia o meno il “core busi Sempre nel distretto di via Tor ness” aziendale. Non solo in Fiera tona, nell’ambito di MiGusto, so ma anche fuori. no impegnati per tutta la settima Se Missoni Home na del Fuorisalone an punta sul flower power che i corsisti dello Ial di e sulle “storie di papa Design Saronno, ente di for veri” nello showroom lavoro, che e novità mazione di viale Elvezia, Whirl propongono per lo pool lancia una serie di anche da chi spuntino di mezzo appuntamenti in via dei farmer fin di mestiere giorno Tortona insieme a Ki ger food all’insegna tchen Aid, altro grande non fa mobili della filiera corta. marchio in cucina. Espone invece in Direttamente dal distretto ae zona Lambrate, altro polo creati ronautico del Varesotto, l’azienda vo della città, l’azienda di Besnate Tecknomonster, che fa parte del Lilea Design, che lancia insieme gruppo Orobianco fondato dal al partner Odone Marmi il nuovo l’imprenditore gallaratese Giaco brand Clique, ideato insieme a tre mo Valentini, ha presentato lune designer, tra cui il gallaratese Fi dì in via Tortona, nell’ambito di lippo Protasoni: materiali tradi Mipel Off, la prima collezione di zionali come il marmo combinati interior design realizzata in fibra con le nuove tecnologie. Protaso di carbonio. Le ultime creazioni ni ad esempio è la mente di un della collezione dedicata all’arre tavolo in marmo dotato di presa damento si chiamano Inanitas, elettrica e di un divano con porta una poltrona in pelle, fibra di car oggetti e caricabatteria wire bonio e legno massiccio, e Vollut less. 1 A. Ali. VARESE Settimana del mobile, anche il Fuorisalone parla varesino. Dietro ai grandi nomi Missoni Home e Whirlpool e alle aziende che espongono in Fiera c’è molto di più. Mauro Colombo, direttore di Confartigianato Imprese VARESEPRESS La legge impone a molti settori la gestione di imballi e filiere li ma assimilati agli urbani), senza affidarli ai servizi locali di igiene urbana, devono pagare la Tari an che su questo servizio che non utilizzano? «Confartigianato Imprese Va rese ha più volte sollecitato i sin daci: prima di deliberare le tariffe, frutto solo di calcoli matematici e di poco buon senso, sarebbe op portuno confrontarsi con chi co nosce bene il tessuto imprendito riale del territorio conclude Co lombo Solo la collaborazione fra enti e imprese porta a una otti mizzazione delle risorse e a un vantaggio per il territorio e le sue imprese». 1 Valeria Deste