Copertina e Grafica
Transcript
Copertina e Grafica
INDICE GENERALE ATTUALITÀ PAG. 3 INTERVISTE E INCHIESTE PAG. 13 CULTURA PAG. 16 SPORT PAG. 28 CURIOSITÀ E HUMOR PAG. 30 ENIGMISTICA PAG. 33 ____________________________________________________ MEMBRI DELLA REDAZIONE E COLLABORATORI Bolzani Michele Caffarra Loris Coghi Francesco Cucconi Francesco Dall’Acqua Ivan Federico Michela Federico Tania Ghio Davide Madini Sonia Malavasi Andrea Malpetti Claudia Malpetti Maura Monteleone Valentina Olivieri Stefano Pasini Sara Potiscki Sara Salvaterra Selene Sedda Francesco Sisti Matteo Tirelli Giacomo Veneri Federico Responsabile Impaginazione: Negri Michel Responsabile Editoriale: Prof. Marozzi Claudio Copertina e Grafica Ghio Davide Collaboratore Esterno Bonichini Alessandro NUMERO 17 - MAGGIO 2008 2 BETWEEN COLLEGE AND BEACH L’ESPERIENZA MALTESE DELLA 3S Quest’anno, anziché fare un viaggio d’istruzione, Dove siamo atterrati la sera del 20 Aprile; questa è abbiamo optato per una settimana studio all’este- stata la nostra prima impressione. ro. Dove andare?? Ci sarebbe piaciuto andare in Inghilterra, ma i costi troppo elevati hanno impedito di dare il via all’operazione. Quando stavamo per arrenderci e scegliere una qualsiasi meta italiana, ci siamo ricordati di quella piccola isola sotto la Sicilia che anni fa era stata una colonia inglese: quale luogo meglio di Malta avrebbe potuto darci l’opportunità di imparare l’inglese a un prezzo ragionevole? Entusiasti, dopo il sì della preside, abbiamo cominciato ad organizzare il viaggio con la fantasia e il timore di non arrivare a quell’ottanta per cento di partecipanti necessario per partire. Dopo varie discussioni siamo arrivati al giorno deciso per la partenza, dove abbiamo, per la prima volta, incrociato gli sguardi con le altre classi (3T, 4AET) e con i profe accompagnatori; così dopo le raccomandazioni della preside ci siamo diretti all’aeroporto alla volta di Malta. Dopo che ci sono state assegnate le camere i profe ci hanno dato la buonanotte e noi ci siamo messi a dormire: almeno così loro pensavano! 3 A T T U A L I T A’ La mattina dopo, abbastanza addormentati come quando andiamo a scuola, ci siamo diretti al college maltese, dove abbiamo sostenuto un test che ha diviso per abilità nella lingua inglese le tre classi. Il corso che abbiamo seguito si è rivelato molto ben organizzato e piacevole; abbiamo completato schede ma soprattutto ci siamo cimentati in dialoghi diretti con l’insegnante; siamo addirittura diventati scrittori! Ecco la nostra prima composizione (con qualche errore) : A T T U A L I T A’ Once upon a time in a raining night a sad frog fell down in a river. The frog arrived in a forest where it saw a little house and found an old strange man. This man had a beautiful daughter and decided to transform the frog in a knight to save her; to help him he gave three presents: a magic carpet, a sword and a ring. The knight left from the house to the castle where the girl was prisoner in the highest tower. When he arrived he met the old witch with her wolf who stopped him. The knight take the sword, the witch transformed the wolf in a dragon. The battle began but the knight was in danger, so he took the magic ring and call a falcon; together they killed the dragon and the witch. The knight got the girl free and gave her a wedding ring. The knight and the girl took the witch’s money and went up carriage and go far, far away. Il pomeriggio invece è stato dedicato a visite culturali durante le quali abbiamo visto cose interessanti... 4 ...e fatto nuove amicizie . Alla sera eravamo così stanchi che ci addormentavamo ovunque… Qualche pomeriggio invece abbiamo preferito il relax in spiaggia… sì, perché con tutta la fatica che facevamo al mattino un po’ di riposo ce lo meritavamo… ... ma proprio ovunque!!! A T T U A L I T A’ …e anche i profe! 5 Comunque siamo sempre ripartiti alla grande, a volte creando vere e proprie opere d’arte. Qualche volta ci siamo fermati a pensarvi.. …perché vi siete persi tutti noi: A T T U A L I T A’ E tutto questo: Alla fine abbiamo capito che più siamo e più ci divertiamo; infatti in pullman sono scoppiati i cori tra classi… ma si sa che in fondo vince sempre l’amicizia! Quindi quello che ci auguriamo è che l’anno prossimo si possa fare un altro viaggio e che magari veniate anche voi! Sara & C. 6 ENERGIA PULITA ALL’ITIS Pannelli fotovoltaici e produzione di idrogeno dal prossimo anno scuola che raggiunge l’obiettivo posto dalla Comunità Europea: il 20% del proprio fabbisogno energetico proveniente da fonti rinnovabili entro il 2010. Nella giornata di sabato 29 marzo si è tenuta la conferenza stampa di presentazione degli inizi dei lavori per la costruzione di un laboratorio per la produzione di idrogeno e l’installazionedipannellifotovoltaicipressol’ITIS“Fermi”. Il progetto prevede 3 fasi di realizzazione (entro settembre): 1. opere strutturali di messa in sicurezza dei locali e installazione di un impianto geotermico per il riscaldamento e il rinfrescamento del laboratorio 2. l’installazione dell’impianto per la produzione di idrogeno (per elettrolisi) e suo utilizzo mediante celle combustibili 3. installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto dell’istituto e messa in opera di apparecchiature per rilievo ed elaborazione dati a fini didattici. Il costo totale del progetto è di € 29000, finanziati per il 60% circa da Provincia di Mantova, Camera di Commercio, Agire, Confindustria Mantova, Fondazione BAM Scopo del laboratorio è il suo utilizzo didattico per tutte le specializzazioni dell’Istituto, sia come impianto dimostrativo (acquisizione di competenze riguardo alle nuove tecnologie, bilancio energetico, stoccaggio ecc.) sia come sistema di rilevamento (sonde, contatori, calcolo del risparmio di anidride carbonica ecc.). Già a partire dal prossimo anno scolastico gli alunni dell’istituto, ma anche quelli di altre scuole che ne facciano richiesta, potranno sperimentarne le attrezzature ed eseguire le relative esperienze. Il laboratorio infatti vuole essere una ricchezza per tutto il territorio mantovano e, come tale, sarà messo a disposizione di tutte le scuole. Da anni sono ormai chiari i segni di un rinnovato interesse per l’utilizzo dell’energia solare. Un simile interesse non si avvertiva dalla fine degli anni Settanta, ovvero della prima grave crisi petrolifera (chi non si ricorda le domeniche senza macchine tra il divertimento e l’incredulità della gente?) . In quel tempo furono poste molte speranze nell’utilizzo di questa fonte di energia rinnovabile, distribuita, pulita, facilmente disponibile e nella sostanza anche inesauribile (si stima che il sole si estinguerà tra 5 miliardi di anni ). I risultati ottenuti furono scarsi ed antieconomici, a causa di aspettative teoriche troppo ottimistiche ed errori tecnici di applicazione. In apparenza questi impianti sono di facile e semplice installazione, in realtà la realizzazione corretta esige conoscenze e professionalità non minori di altri impianti e non è sufficiente l’incentivo o il finanziamento statale a pioggia. Oggi il mercato è in grado di fornire prodotti tecnologicamente avanzati che, assemblati correttamente e inseriti nel contesto idoneo, sono in grado di evitare gli errori del passato. Tutto ciò però non basta ad assicurare una ripresa certa e duratura del solare termico e fotovoltaico perché i costi sono ancora elevati. Sono necessari formazione e adeguati incentivi, giustificati dal fatto che lo sfruttamento dell’energia solare nelle varie forme può limitare il consumo dei combustibili fossili, che ormai stanno esaurendosi, il cui costo è in continua ascesa e che stanno rovinando i delicati equilibri termici e biologici del pianeta . Alcune considerazione di tipo ecologico (polveri, effetto serra (CO2), piogge acide ecc...) ci dicono che la difesa dell’ambiente e della salute non può essere lasciata alle leggi dell’economia di mercato, perché l’economia non valuta questa realtà o perlomeno fa fatica a considerarla. Spetta ai nostri governanti mettere in atto politiche atte a correggere queste mancanze: ad esempio incentivando la cultura e l’uso di energie rinnovabili meno dannose di quelle imposte dal mercato libero. Il progetto dell’ ITI “ E. FERMI” si inserisce in questo contesto: in primo luogo formazione, in secondo luogo uso razionale e produzione di energia meno dannosa. L’ITI “ E. FERMI “ vuole anche essere una Prof. Renato Mischi 7 A T T U A L I T A’ RIFLESSIONI SULLA QUESTIONE TIBETANA A T T U A L I T A’ oppressione, ma strategicamente i tibetani hanno sfruttato questo evento unico per far sentire il loro grido all’Occidente. Quindi non partecipare ai giochi significherebbe protestare per l’atteggiamento della Cina, ma allo stesso tempo chiudere le porte ad ogni possibilità di dialogo tra Cina e Tibet. Questa questione complicatissima fornisce molti spunti di riflessione. Per esempio: come rapportare il problema tibetano all’Italia? Pongo questa domanda ai lettori perché chi difende il Tibet, spesso corrisponde a chi protesta quando il Papa si intrometQuesto non è un articolo di giornale, infatti non vi te in questioni relative allo stato (come per esempio darò pesanti informazioni storiche e culturali sul Ti- eutanasia, aborto ecc.). Allora mi chiedo: perché bet e sulla Cina. Ricorderò semplicemente come il nella realtà italiana la massima autorità religiosa Tibet desideri disperatamente l’indipendenza dal- spesso viene condannata per i suoi interventi politilo Stato cinese. Perché? Per il governo cinese “la ci, mentre il Tibet che si ribella alle imposizioni cireligione è veleno” e i tibetani, che vivono di spi- nesi per i valori religiosi viene giustificato e difeso? ritualità e di preghiera, rivendicano il loro diritto a A questa domanda non rispondo…Perché? Perché non professare il proprio “credo”. L’unico modo per con- è un articolo, è una riflessione… mia, ma anche vostra… trastare la rigida cultura cinese è rendersi indipendenti, ma la Cina non è disposta a rinunciar al Tibet. Claudia Malpetti Questo problema non è insorto nel 2008 con l’avvicinarsi delle Olimpiadi di Pechino, ma è una questione aperta da lunghissimi anni. Ma allora perché la ribellione tibetana si vede effettivamente solo ora nelle nostre televisioni? Sappiamo tutti che la Cina taglia le informazioni con gli altri paesi, tanto che la ribellione è stata vista su tutti gli schermi tranne quelli cinesi. Un po’ come dire: “Facciamo finta di niente, perché tanto nulla è accaduto!”. Beh, questa frase da me strutturata in modo satirico calzerebbe a pennello sulle labbra delle massime autorità degli stati occidentali (Francia, Italia, Stati Uniti, ecc.), futuri partecipanti alle Olimpiadi. Perché dico questo? Perché prima importanti “cariche” annunciano il boicottaggio dei giochi olimpionici per inviare un messaggio pacifista e in seguito ritrattano, sottolineando che il loro discorso doveva essere necessariamente riferito alla giornata d’apertura. Mi chiedo come mai sia così difficile sentir dire con chiarezza da un capo di Stato che le Olimpiadi non si possono boicottare per interessi economici. Nessun cittadino pretende il “buonismo” dalla politica, ma almeno la sincerità di ammettere il problema economico, che sovrasta ogni tipo di protesta, anche il boicottaggio, sarebbe il minimo. Ma allora un’altra domanda che sorge spontanea: “ Boicottare o no i giochi olimpionici per rivendicare la pace e i diritti religiosi dei tibetani? Io sostengo che a questa domanda non si può dare risposta, per un fondamentale motivo. Sarebbe moralmente corretto non permettere che un evento così importante come le Olimpiadi si disputi in un luogo di 8 CRISI ALITALIA: LA NOSTRA COMPAGNIA DI BANDIERA DAL 1947 RISCHIA IL CRACK del lavoro, al di sotto della media europea (24% del fatturato contro il 32 % di Air France ad esempio), ma anche in riferimento al fatto che vi è un coefficiente di riempimento degli aeroplani minore del 50 %, una voragine sul piano dei costi. Senza ricordare le spese per il carburante (il 16% a differenza di Air France che lo ha inferiore al 10%), i ritardi tecnologici (l’emissione di biglietti via internet è ferma al 3%, un’altra compagnia inglese, la British Airways, ha oltrepassato il 50%) e l’esagerato surplus di addetti che in primis ha portato alla chiusura dell’aeroporto di Malpensa (315 milioni di euro sono volti all’organico in eccesso con un fatturato pari a 4.8 miliardi di euro). Una altro errore madornale, che si è compiuto negli ultimi anni è quello relativo alle esternalizzazioni di handling (con questo termine si intende una serie di servizi che le società aeroportuali appaltano a enti esterni, ad esempio il trasporto ed il deposito di bagagli e il check-in), informatica e manutenzione. L’handling non dovrebbe essere sottovalutato, è il biglietto da visita di una compagnia aerea e non seguirlo in modo adatto vuol dire non essere competitivi sulla qualità del servizio a terra; da ciò consegue una significativa perdita di “pezzi rilevanti di mercato”. Buona parte della colpa è detenuta dunque dai manager che avrebbero dovuto ottimizzare i collegamenti di Alitalia, ma anche dai frequenti scioperi, e in certi casi anche dall’arroganza del personale (ma quest’ultimo caso non riguarda solo la compagnia dell’Alitalia). Come si è visto, sono molte le cause che hanno condotto alla crisi Alitalia; secondo una stima di non molto tempo fa (Aprile 2008) la società di trasporti perdeva circa 15 € al secondo. Per rendere la cosa un po’ più suggestiva basti pensare che in circa 160 secondi (all’incirca il tempo necessario per leggere quest’articolo) Alitalia ha perso 2400€. Sarebbe comunque errato concludere l’articolo senza aver dato un minimo di parola alla società, e quindi mi sembra doveroso citare qui di seguito uno slogan con il quale Alitalia ha festeggiato un anniversario importante, quello dei 60 anni: “Abbiamo iniziato a volare quando la maggior parte del mondo ancora camminava e se oggi il tuo mondo è più grande è anche un po’ merito nostro”. Nata 62 anni fa dalla ristrutturazione della L.A.I. (Linee Aeree Italiane), la nostra compagnia di bandiera oggi è in piena crisi. Per capire le motivazioni di questa profonda crisi è necessario fare un po’ di cronistoria. La nostra società di trasporto aereo, che fino a qualche anno addietro era considerata il fiore all’occhiello del nostro paese, effettua il suo volo inaugurale il 5 maggio 1947 con uno dei quattro aeroplani della FIAT concessi dall’Aeronautica Militare sulla linea Torino-Roma e Roma-Catania. Nel 1982 Alitalia raggiunge la cifra storica di 10 milioni di passeggeri trasportati; tra la metà degli anni ’80 e la metà degli anni ’90 fanno il loro ingresso nella flotta della Compagnia molti nuovi Airbus utili a sviluppare il medio raggio (rendendo alla portata di tutti il viaggio in aereo). Intanto la compagnia raggiunge i 20 milioni di passeggeri. Fino alla fine degli anni ’90 il trasporto aereo era utilizzato da una percentuale di utenti molto inferiore rispetto ad oggi, poi, con la nascita di altre compagnie aeree il mercato si è allargato a livelli esponenziali. La gestione dell’Alitalia era positiva, i guadagni erano in positivo. Dalla fine degli anni ’90, a causa di diversi fattori, la compagnia ha cominciato a perdere prestigio e a perdere i connotati che la rendevano una delle migliori al mondo. Tutto ciò a motivo di una gestione prettamente utilitaristica, non rivolta agli utili della società ma ai guadagni personali di ognuno. Si sono succeduti amministratori delegati e presidenti in pochi anni, ma la situazione è peggiorata sempre di più. E lo stato ha sopperito sempre alle perdite, avendo la quota di maggioranza della compagnia. Ma ora non può più farlo. Oggi c’è chi si ritrova a voler difendere questo marchio italiano di prim’ordine cercando di mantenere orgoglio e dignità e chi invece cerca di svendere tutto senza tener conto della gloriosa storia di Alitalia. Certo è che quest’ultima si è ritrovata a dover affrontare sofferenze economiche non solo riguardanti il costo Francesco Coghi 9 A T T U A L I T A’ V2-DAY: O CI SEI O NON CI SEI - …. Al v-day ci sei o non ci sei….. – - …. E perché io l’8 settembre farò una mia giornata e la chiamerò v-day, v come vaf****o day… Beppe Grillo A T T U A L I T A’ Con queste parole l’8 Settembre del 2007 il comico genovese Beppe Grillo dava inizio ad una giornata chiamata v-day, dove chiamava tutti gli italiani insoddisfatti a scendere in piazza per protestare contro il governo, per firmare una proposta di legge che avrebbe portato fuori dal Parlamento tutti i politici denunciati o con più di due legislature, tutti fuori per sfogarsi, per fare in modo che la democrazia partisse “dal basso”. La risposta degli italiani c’è stata eccome, sono state raccolte più di 500.000 firme (ne bastavano molte meno), con centinaia di manifestazioni in tutta Italia (anche a Mantova e provincia). Ma non solo: tutta queste persone hanno attirato l’attenzione dei media, che hanno parlato a lungo di questa giornata, il più delle volte condannandola e giudicandola come insensata, e tutto questo ha portato notevole pubblicità al comico genovese, che tramite il suo blog, tra l’altro uno dei più visitati al mondo, ha potuto diffondere meglio le sue idee. Ora, a distanza di qualche mese, Grillo ci ha riprovato: infatti il 25 Aprile, giorno della Liberazione, c’è stato un V2-Day, stavolta non contro la casta dei politici, bensì contro la casta dei giornalisti. Grillo infatti ha ribadito più volte nel suo blog quanto sia controllata l’informazione qui in Italia, perlopiù da partiti politici e uomini di potere, sottolineando anche il fatto che la quasi totalità dei giornali in circolazione percepiscono finanziamenti statali, ed inevita- bilmente molti giornali finiscono con l’essere sotto il controllo di partiti politici, alterando l’informazione. Questo accade inoltre anche con i giornalisti televisivi, e anche i telegiornali molto spesso sono secondo Grillo controllati. Del resto molti in Europa hanno definito l’Italia un paese semilibero in fatto d’informazione. Secondo Grillo si è formata col tempo una “casta” dei giornali, dove i giornalisti sono costretti a lavorare sotto il protettore se vogliono svolgere il loro lavoro, e dove i politici tengono sotto controllo l’informazione. Quindi, tramite il blog, Grillo ha ribadito l’importanza della “libera informazione in libero stato”, l’importanza della rete come mezzo d’informazione e la necessità di eliminare questa “casta”. Per cui il 25 Aprile il comico ci ha riprovato: in diretta da Torino si è svolto il V2-Day, al quale hanno partecipato migliaia di persone, che hanno voluto dire la loro sulla libertà di informazione. Questa volta, però, c’è una differenza: infatti il primo V-Day era una raccolta di firme per una proposta di legge, mentre adesso ci troviamo davanti ad una proposta di referendum in piena regola, e mentre la proposta di legge non era neanche stata minimamente presa in considerazione al Parlamento, questa volta una proposta di referendum dovrà essere presa in considerazione; ed essenzialmente questa richiesta si basa su tre punti: 1. Abolizione dei finanziamenti pubblici all’editoria 2 Abolizione dell’ordine dei giornalisti 3 Abolizione della legge Gasparri (legge molto criticata, creata dal secondo governo Berlusconi, che favorisce in maniera evidente le reti Mediaset) Trattandosi di una proposta di referendum, la raccolta firme è ancora valida per qualche tempo, e viene effettuata ogni domenica nei comuni indicati dal sito www.beppegrillo. it, dove si possono trovare tutte le informazioni necessarie. Alla fine, tutte le firme raccolte verranno spedite a Roma, e se saranno sufficienti si farà un referendum, per cui non ci resta che aspettare. E chi fosse interessato vada a firmare nei comuni indicati dal sito. La battaglia è ancora aperta. 10 Ivan Dall’Acqua IL RAP TRA CONTESTAZIONE E POESIA Il rap: poesia, moda o stile di vita? Il rap c’è chi lo definisce volgare, chi si rifiuta di ascoltarlo perchè privo di importanti colonne sonore; alcuni critici lo definiscono un “insulto” alla musica, altri un uso sbagliato della lingua italiana. Cercando su un qualsiasi dizionario si possono trovare diverse definizioni: “capacità di scandire a tempo parole in rima; portare la voce all’incidere inarrestabile di un ritmo continuo; forma di comunicazione diretta e musicale che si sviluppa come compromesso tra la pura elaborazione formale e l’esplicitazione di un contenuto, tra l’immediatezza espositiva e l’esercizio di stile”. Una domanda che non può non sorgere a chi ragiona sul rap è la seguente: come mai il rap è così diffuso fra i giovani? Le motivazioni sono diverse, magari anche contestabili; tra esse la più importante è forse la mancanza di paura quando si tratta di denunciare in modo diretto le tante piaghe della nostra società, a differenza di altri tipi di musica che preferiscono non trattare di argomenti “scomodi”, come la droga, l’alcol, la prostituzione, la vita dei ragazzi cresciuti nelle periferie delle grandi città. Lo caratterizza poi l’impetuoso fluire sulla base musicale di vocaboli che danno un tono molto forte e d’impatto ai messaggi che vuole mandare. Se si cerca la definizione di “poesia” su un dizionario, si può trovare questa spiegazione: “l’arte e la tecnica di comporre versi o di esprimere, in forme ritmiche, idee, sentimenti e realtà secondo la propria visione del mondo”. Se questa è la definizione, allora si può definire poesia il rap? Per molti giovani sì; per loro i rapper sono poeti che parlano di argomenti che li riguardano da vicino, con un gergo diffuso tra di loro; ma alcuni critici non comprendono l’essenza di questo genere musicale e si ostinano a criticarlo aspramente. E i rapper come definiscono la loro arte? “Io e lei” degli Huga Flame, noto gruppo rap, è una canzone che può far capire a chiunque l’importanza e il signi- ficato che questa musica ha per alcune persone, tra le quali chi la compone:”c’è chi con il rap racconta e fa riflettere,c’è chi diventa quel che in vita poi non riesce ad essere,c’è chi lo accusa di creare confusione perchè sputa su una società che schiaccia questa generazione,l’hip hop è vivo, c’è chi lo infanga e c’è chi ogni giorno di alimentarlo non si stanca [...] è così il rap, è semplice e diretto, a volte sfrontato ma tu non prenderlo come un difetto, c’è chi ha il dono di combattere a parole, ma quanto può far male un testo scritto col cuore? C’è chi lo fa perchè ha necessità di esprimersi, c’è chi lo ascolta per moda o per poi non deprimersi, spesso il rap non unisce ma divide, io cerco di amarlo per affrontare nuove sfide...” I rapper sono sicuramente persone colte e con un uso della lingua molto sciolto. Questo si presenta in particolar modo nel freestyle, la tecnica che consiste nell’improvvisare rime, con o senza accompagnamento ritmico, ed alla quale alcuni rapper devono la propria notorietà, trattandosi di una performance che implica una notevole abilità nell’inserire al momento opportuno le parole necessarie alla chiusura della rima. L’improvvisazione è il momento in cui chi tiene in mano il microfono dà libero sfogo al linguaggio gergale della sua zona o comunque al suo personale modo di esprimersi, con termini ed espressioni che ne determinano lo stile e quindi la riconoscibilità. Il mondo del rap lo si può immaginare come una grande famiglia, in cui il freestyle rappresenta il teatro della sfida per i rapper o gli aspiranti tali, che su questo campo si guadagnano il rispetto dei propri “fratelli”. C’è chi il rap lo rende uno stile di vita, chi lo ascolta per moda, chi per buttare uno sguardo su quel mondo fatto di trasgressione, chi lo compone per sfogarsi, chi per la popolarità. Il rap è un insieme di rime, metafore, ritmi, coi quali alcune persone decidono di raccontare il mondo visto dai propri occhi e altre si limitano ad ascoltarle. Questo stile di vita, questa moda, questa voglia di sfogarsi si presenta come una crepa fra i canoni della canzone tradizionale, per attirare l’attenzione su di sé e sui problemi che infangano la nostra società; una crepa con la voglia di abbattere il muro di ipocrisia edificato da un sistema che vuole renderci tutti uguali. 11 Maura Malpetti A T T U A L I T A’ ENEL - ITIS BINOMIO VINCENTE cartelloni, su calendari o anche stampati su maglie. Il progetto ha sbaragliato gli avversari e ha vinto! Quest’anno infatti ,come testimoniano le molte foto presenti nell’istituto, la classe (ora 4BEN) è stata premiata con il PREMIO ENEL e l’ITIS ha vinto un lettore DVD di ultima generazione. In conclusione, ecologicamente parlando, il futuro del pianeta è nelle nostre mani e sarebbe ora di iniziare ad interessarsene con più attenzione ed impegno. Se volete avere qualche idea su cosa potreste (e dovreste) fare per ridurre il vostro impatto ambientale, andate su http://www.climatecrisis.net/takeaction/whatyoucando/. Fabio Giannotta A T T U A L I T A’ Alcune classi del triennio ITIS, durante il passato anno scolastico, hanno partecipato ad un incontro sponsorizzato dall’ENEL sullo sviluppo sostenibile e le energie alternative. Durante la conferenza sono stati toccati vari temi importanti ai giorni nostri e che diverranno fondamentali in futuro (come avete potuto notare nella recente assemblea d’istituto). L’ingegner Cangini, incaricato dall’Enel, ha iniziato la sua trattazione partendo dai vari tipi di energia presenti nel mondo e ha continuato spiegando alcuni processi produttivi, dai più classici ai più moderni come, per esempio, i pannelli fotovoltaici. Sono state poi spiegate le problematiche energetiche dell’Italia, la quale dipende in massima parte dalle importazioni di energia degli altri Paesi. Sono stati inoltre proposti molti esempi comportamentali per evitare alcuni dei più comuni e diffusi sprechi energetici (come usare il condizionatore in modalità deumidificatore o chiudere sempre il frigorifero). Sapevate ad esempio che se vi accingete ad acquistare un elettrodomestico è molto meglio acquistarlo il più ecologico possibile (ovvero di classe A)? Questa tipologia è più conveniente sia sul piano ecologico che su quello economico; infatti il costo totale (cioè la somma tra esborso iniziale e spese relative ai consumi durante tutto l’arco della sua attività), per esempio, di un frigorifero di classe A è molto minore rispetto a quello di uno più inquinante e meno efficiente. Infine è stato proposto a noi studenti di partecipare al concorso “ENERGIA IN GIOCO” TAGLIA XXL, che richiedeva un progetto in grado di sensibilizzare le coscienze sul risparmio energetico. La classe che ha frequentato la 3BEN nel passato anno scolastico, grazie all’interessamento della professoressa Milena Rocca, ha partecipato con una serie di vignette ed immagini create da noi studenti, che possono essere utilizzate in vari modi, ovvero come Abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo la seguente lettera LETTERA APERTA A MIA FIGLI A (...E A TUTTI VOI CHE POTRESTE ESSERLO) Cara Iaia, ti sembra patetico vero? Vedere queste righe sul giornalino della tua scuola? Forse lo è ma, come sai, quando devo dire qualcosa, stare zitta non mi riesce bene. Eccoci dunque! Volevo ripeterti, anche da queste autorevoli (!?) pagine, il mio amore sconfinato e la mia voglia di farti crescere come una bella persona. I tanti no, le varie punizioni, quella che tu consideri, oggi, cattiveria, sono solo degli strumenti, forse non sempre i più appropriati, per darti delle basi educative su cui tu possa costruire il tuo futuro, prepararti per un mondo che cambia rapidamente, e spesso non in meglio, dove l’individualismo frequentemente é la molla che fa girare le cose, ma dove invece c’è bisogno del contributo di tutti per andare avanti. Non pensare sempre che quello che fa più comodo a te sia necessariamente la cosa migliore da fare, non ritenere sempre che la verità quando è scomoda è da sottacere e dire solo ciò che gli altri vorrebbero sentirsi dire. La verità spesso non è facile ma, alla fine paga... perché paga l’onestà... perché paga l’essere brave persone; forse è un pagamento dilazionato nel tempo, forse e un pagamento a lungo termine, ma è un pagamento soddisfacente ed appagante quanto nessun altro. Anche la tua scuola serve a questo, non solo ad imparare formule scientifiche, il rigore, l’autorevolezza dei tuoi insegnanti spero mi diano una mano nell’educazione di una figlia che, come tanti adolescenti, crede già di sapere come funziona la vita e che il mondo giri intorno a lei! Ti sorprenderà, più avanti, scoprire che non è affatto così!! Avrei molto altro da dirti... le solite “maternali”, dirai tu e le liquiderai con un :”Sì va bene, hai ragione.” Cosicché io sarò contenta e me ne starò zitta per un po’ .. .ben sapendo che le mie parole sono entrate per un orecchio ed uscite dall’altro, ma con la speranza, mai sopita, che le mie parole siano vischiose e ne resti traccia durante il passaggio tra le orecchie. Un bacio...mille baci...quelli che ora che sei “grande” non vuoi più! 12 la tua mummy LE ASPETTATIVE DI FINE ANNO SCOLASTICO Abbiamo chiesto agli studenti della scuola, ad esclusione di quelli delle quinte, quali risultati si aspettano in occasione degli scrutini finali, proponendo loro 3 opzioni: 1. promozione a giugno 2. sospensione del giudizio a causa di debiti da saldare 3. bocciatura a giugno Hanno risposto quasi tutte le classi, cosicché i risultati in percentuale del sondaggio possono considerarsi attendibili di quello che gli studenti si aspettano. Non ne esce un quadro molto rassicurante: gli studenti pensano che solo circa il 40% di loro sarà promosso a giugno mentre una percentuale leggermente più alta dovrebbe trovarsi “rinviata” alle prove di fine agosto per sperare nella promozione; infine una percentuale di poco superiore al 15% non dovrebbe proprio farcela ad andare avanti. Consideriamo pure quest’ultimo dato come “fisiologico”: qualcuno che ha preso sotto gamba l’anno scolastico c’è sempre, così come qualcun altro che, pur impegnandosi, proprio non ce l’ha fatta a tenere il ritmo. Quello che lascia perplessi (certo parliamo di aspettative, ma a circa un mese e mezzo dalla fine della scuola gli studenti sanno bene in quale condizione si trovano) è il dato relativo ai debiti. Più di 2/5 dell’intera popolazione dell’Itis si aspetta di avere dei debiti da recuperare durante l’estate. Viene da chiedersi quanto sia servita la costosa macchina dei corsi obbligatori voluta dall’Ordinanza Fioroni. Viene da chiedersi se per certi aspetti non sia stata controproducente, costringendo gli alunni a pomeriggi in più a scuola che possono avere influito negativamente sulla loro preparazione. Oppure viene da domandarsi se quei corsi siano stati insufficienti per numero di ore e se ce ne vorrebbero di più. Ma forse la domanda che maggiormente dovrebbero porsi gli studenti è un’altra: hanno capito oppure no che, se il Consiglio di classe riterrà a fine agosto che uno studente non abbia colmato le sue lacune, quest’ultimo non sarà ammesso alla classe successiva? Hanno cioè capito che il sistema dei cosiddetti debiti è cambiato e che, in sostanza, si è tornati al vecchio sistema degli “esami di riparazione”. Hanno capito che di quell’oltre il 40% che pensa di avere dei debiti, qualcuno ci lascerà le penne, andando ad ingrossare le fila dei bocciati di giugno, che rischiano di essere così alla fine ben di più di quel 15% circa che è emerso dai sondaggi? Molti diranno che forse è tempo che la scuola si ripensi come istituzione formativa, che qualcosa non fun- ziona. Non si può che dargli immediatamente ragione: la scuola superiore italiana aspetta da ottant’anni una autentica riforma e si trova in balia delle “pensate” piuttosto improvvisate di questo o quel ministro. Però, cari amici, finché le cose non cambieranno, la scuola sarà questa. Forse è ora di svegliarsi e di metterci un po’ più di energia nello studio. Non tutto si ottiene facilmente. Nemmeno il diploma. Un augurio a tutti per gli scrutini. E speriamo che siate stati troppo pessimisti, magari per scaramanzia. L’anno prossimo abbiamo intenzione di confrontare le vostre aspettative con i risultati reali di quest’anno scolastico 2007/2008. 13 La redazione CLASSI PRIME Promossi 110 Con debito 111 Bocciati 48 40% 41% 19% I N T E R V I S T E E I N C H I E S T E segue CLASSI SECONDE Promossi 85 47% Con debito 90 42% Bocciati 35 18% I N T E R V I S T E CLASSI TERZE Promossi 60 33% Con debito 100 56% Bocciati 19 11% E I N C H I E S T E CLASSI QUARTE Promossi 59 37% con debito 71 45% Bocciati 29 18% INTERVISTA AI RAPPRESENTANTI IN CONSIGLIO DI ISTITUTO Noi della redazione abbiamo deciso di rivolgere qualche domanda ai compagni rappresentati di istituto. Volevamo sapere qualcosa della loro esperienza di quest’anno ed avere un giudizio su di essa. Ecco che cosa ci hanno risposto. Cosa vi ha spinto a candidarvi come rappresentanti d’istituto? Per masochismo, per fare una nuova esperienza e perché me l’hanno chiesto altri della mia lista. Pirovano: tra i rappresentanti dello scorso anno mi sono offerto anch’io per dare una mano ai nuovi: conoscendo già i meccanismi ho messo a disposizione la mia esperienze per facilitare e velocizzare i compiti. Quali obbiettivi vi eravate dati per quest’anno? Proseguire sulla buona strada dell’anno scorso: assemblee di qualità, presenza e peso nel Consiglio di istituto, convocazione mensile del comitato studentesco, annuario, ... Siete riusciti a realizzare tutto quello che avevate programmato? Di assemblee ne avevamo programmate di più ma sapevamo già della possibilità di non poterle realizzare tutte. Siete soddisfatti di quello che avete fatto? Decisamente sì. Le due assemblee sembrano aver avuto successo tra gli studenti, e questo è il maggior motivo di soddisfazione per noi. Come vi siete trovati a lavorare tra voi e con il prof. Spazzini che vi ha affiancato?e con la Dirigente? Con Spazzini benissimo: sempre disponibile a darci una mano e molto elastico nell’organizzazione. Con la preside rapporto positivo, decisamente migliore dello scorso anno, atteggiamento propositivo ed aperto alle nostre richieste. Avete intenzione di riproporvi come rappresentanti? Veramente no, è un compito pesante, l’anno prossimo saremo in quinta e vorremmo farla bene. Pirovano: io in quinta ci sono già e l’anno prossimo spererei di non essere più in questa scuola. Un anticipo sull’ultimo giorno di scuola? Ci stiamo lavorando, sarà una sorpresa! Sara Pasini 14 LO “STATO DI BENESSERE” DEGLI STUDENTI DELLE PRIME Noi del giornale “Fermitutti” abbiamo pensato di sentire l’umore degli studenti delle Prime ad un mese dalla fine dell’anno scolastico. I risultati, raccolti ed elaborati da Valentina Monteleone e Selene Salvaterra, sono riportati qui di seguito. Rapporto tra gli studenti: 1. C’è un buon rapporto di amicizia e di collaborazione tra di voi? SI 48 Abbastanza 24 Poco 20 NO 8 2. C’è tra di voi un clima di competizione eccessivo? SI 28 NO 72 3. Hai notato situazioni di emarginazione e/o fenomeni di bullismo in classe? SI, pesanti 0 SI, ma lievi 24 NO 76 COMMENTO: i rapporti tra compagni, già in prima, risultano nel complesso soddisfacenti: sulla competizione predominano l’amicizia e la collaborazione; e non risultano esserci evidenti fenomeni di discriminazione o peggio di “bullismo”; infatti solo un quarto di coloro che hanno risposto al questionario rileva lievi situazioni di emarginazione e/o fenomeni di “bullismo”: se leggiamo attentamente, comprendiamo che non ci troviamo certo di fronte a episodi che si possano avvicinare a quelli di cui (purtroppo) ci informano quasi quotidianamente i mass media. Più probabilmente si tratta delle solite forme di presa in giro e di scherzi poco furbi tipici di questa età, che vanno comunque anch’essi condannati e fermati prima che si trasformino magari in qualcosa di peggio. Rapporto con gli insegnanti: 1) Ritieni che gli insegnanti siano motivati e che si impegnino veramente ad insegnare la loro disciplina? SI, tutti 48 Alcuni NO 16 Molti NO 8 NO 28 2) Gli insegnanti ti sembrano preparati e in grado di aiutare chi è in difficoltà nella loro materia? SI, tutti 28 Alcuni NO 56 Molti NO 12 NO 4 3) Gli insegnanti instaurano con gli allievi dei positivi rapporti di confidenza, aiutandoli anche nei loro momenti di difficoltà personale? SI, tutti 68 Alcuni NO 12 Molti NO 0 NO 20 4) Ritieni che gli insegnanti facciano delle preferenze tra gli studenti? SI, quasi tutti 40 SI, alcuni 52 No, nessuno 8 5) Gli insegnanti hanno un comportamento corretto ed educato nei confronti degli alunni? SI, tutti 56 Alcuni NO 32 Molti NO 12 NO 0 COMMENTO: al rapporto alunni-insegnanti è stato dedicato il maggior numero di domande. Ad una di queste è stata data dalla maggioranza una risposta che deve fare riflettere: gli studenti di prima percepiscono il fatto che gli insegnanti abbiano delle preferenze e che non trattino tutti allo stesso modo. Magari i docenti sono convinti del contrario, e di non fare differenze, trattando tutti alla stessa maniera (o magari ciascuno secondo i suoi meriti scolastici); però gli alunni hanno delle “antenne” particolarmente sensibili su questo punto. Il resto delle risposte è molto più confortante, segno che comunque, al di là della percezione di qualche lieve “favoritismo”, gli studenti sentono che la maggior parte dei docenti sono all’altezza, non solo del loro compito didattico ma anche di quello educativo. E forse questa positiva immagine che gli studenti delle prime ricevono dai loro profe contribuisce a indirizzare la risposta all’ultima domanda di questo questionario, come vedremo fra poco. Ritieni questa scuola: Troppo impegnativa 28 Impegnativa ma non eccessivamente 56 Facile 16 In definitiva, come ti trovi in questa scuola? Molto bene 76 Abbastanza bene 16 Piuttosto male 4 Molto male 0 COMMENTO: che la scuola sia impegnativa per molti già potevamo saperlo. La risposta lo conferma. Se il 16% sostiene che è facile (beati loro!), quasi il doppio dice il contrario (forse sono proprio quelli che non navigano in buone acque e che non sanno come andrà per loro lo scrutinio di fine anno. Però, sorpresa!, alla domanda finale ben il 96% (in cui sono compresi dunque molti che hanno detto che si tratta di una scuola difficile) risponde che in questa scuola si trova bene. E del resto lo abbiamo visto: i rapporti tra compagni sono complessivamente buoni, e così pure quelli con i professori. Si fa fatica, magari, ma il clima è positivo. E l’ITI “E. Fermi” viene così promosso con buoni voti! La redazione 15 I N T E R V I S T E E I N C H I E S T E RACCONTI SERIAL KILLER C U L T U R A E’ cominciato tutto due mesi fa. La prima vittima è stata mia zia Judith, anni 49, vedova. La polizia ha detto che l’assassino era un inesperto, perché l’ha colpita con non so quante coltellate prima di riuscire ad ammazzarla. C’era sangue per molti e molti metri sul sentiero di ciottoli che conduce alla casa della zia. E’ morta a pochi passi dal cancello, verso le sette di sera. A quell’ora era già quasi buio, perché era la fine di febbraio. Mia zia era stata da noi poche sere prima. Io sono Joel e ho 15 anni. Viviamo insieme io e la mamma, soli, dopo che il papà è morto tre anni fa in un incidente. Faceva il camionista. E’ andato giù in un burrone con tutto il rimorchio. La mamma lavora al supermercato tre chilometri fuori dal paese. Torna a casa per il pranzo, poi riparte e sta via sino a tardi la sera per via della chiusura delle casse. Io vado a scuola; e non me la cavo tanto bene. Ma la mamma dice che è lo stesso, che migliorerò. Io le credo: è buona la mia mamma. La nostra è una casetta bassa lungo la strada principale, un po’ lontana dalle altre. Ma qui le case sono tutte così. C’è tanto spazio, tanto verde. Anche la casa di zia Judith è isolata dalle altre. L’assassino non ha avuto problemi: si è nascosto nel boschetto lungo il viale, al buio, e ha aspettato che la zia rientrasse dal lavoro. La polizia non è riuscita a trovare un motivo, anzi dicono “un movente”, che possa spiegare quell’omicidio. Poi sono arrivati gli altri. Dicevo che mia zia Judith era stata a casa nostra pochi giorni prima. Era allegra come al solito quando è entrata. <<Margaret>> ha detto << ho trovato una ricetta di zuppa di cavoli che sono sicura piacerà anche a Joel.>>. A me i cavoli non piacciono, la zia lo sapeva, e la mamma non me li faceva più da un pezzo. <<Ma questa è una minestra speciale, i cavoli non si sentono nemmeno, vedrai!>> e ha spiegato alla mamma cosa doveva fare. E la mamma poi me l’ha fatta. Dopo tre giorni da quando era venuta, la zia era già morta. Il cadavere era tutto pieno di sangue e di ferite. I colpi sembravano tirati quasi a caso, ma uno, violento, aveva raggiunto il cuore attraverso la schiena, perché la zia stava scappando, lo dice anche la polizia. Ma la cosa che ha sconvolto di più è che l’hanno trovata con la lingua tagliata di netto infilata in gola. La mamma non ha parlato per un giorno intero, poveretta, la zia era sua sorella ed era anche la parente più stretta che avevamo. La mamma si sentiva sola: dopo il papà anche la zia, è stato un brutto colpo. Ma ci sono io vicino a lei. L’aiuto, tengo la casa in ordine, vado a fare la spesa mentre lei è a lavorare, mangio perfino la zuppa di cavoli della zia per farla contenta. Anche a scuola mi impegno, ma i risultati non arrivano. Per quasi un mese non è successo niente. Le indagini sono continuate, ma la polizia non ha scoperto nulla. Si è cominciato a dire che forse era stato un vagabondo di passaggio, un disperato che voleva rapinarla, o forse violentarla, chissà, se ne sentono tante, anche se a dire il vero non so come si potesse pensare una cosa del genere: la zia aveva ancora la borsetta con il portafogli e la collanina d’oro al collo, e non era certo una bella donna. C’era poi il particolare della lingua tagliata che era inspiegabile per tutti. Poi c’è stata la signora Orfield, dall’altra parte del paese. E’ stato di martedì. Lunedì a mezzogiorno la mamma aveva cucinato la zuppa di cavoli, non posso dimenticarlo. Era la seconda volta che la mangiavo, la prima dopo la morte della zia. <<Non l’ho più fatta d’allora>> aveva detto la mamma, <<ma ho visto che ti è piaciuta quella volta... povera Judith>> e le era venuto da piangere. In verità a me questa minestra fa schifo. Ma l’ho mangiata la prima volta per fare contenta mamma. Lei si sacrifica tanto per me, come posso darle un dispiacere? E anche quel lunedì l’ho mandata giù. Già lei piangeva per zia Judith, come facevo a rifiutarla? La signora Orfield aveva circa cinquantacinque anni e viveva sola in un bel villino circondato da un giardino con alcuni alberi da frutta sul davanti e un orto sul retro. Io la conoscevo. Ci conosciamo praticamente tutti in paese. Si era trasferita qui da alcuni anni, non mi ricordo da quale città. Voleva la quiete e la libertà della campagna, diceva. Non lavorava, aveva una rendita che le permetteva di starsene in santa pace e di coltivare il suo orto, di cui andava fiera. C’era di tutto: piselli, carote, lattuga, cavoli, fagioli, zucchine, pomodori: un vero ben di Dio. <<Io non ho vizi e mi accontento di poco, vivo quasi con i prodotti del mio orto>> diceva. Qualche volta la mamma mi mandava da lei a chiederle della verdura. La mamma voleva pagarla ma la Orfield non voleva. Così la mamma per sdebitarsi le portava ogni tanto qualcosa dal supermercato dove lavora. Mercoledì mattina hanno buttato il giornale alla porta, come al solito. La mamma lo ha ritirato e ha esclamato: <<Santo cielo, la signora Orfield!>>. Si è lasciata cadere sulla sedia e ha cominciato a leggere: <<Orrendo crimine a Bellred (Bellred è il mio paese)>>. C’era scritto che la sera prima una vicina di casa della signora era andata, verso le nove, a chiederle un po’ di prezzemolo per il minestrone. Aveva suonato, poi aveva chiamato, ma nessuno aveva risposto. Eppure c’era luce nella casa. Temendo che la signora 16 Orfield si fosse sentita male, aveva provato a spingere la porta d’ingresso e aveva visto che era aperta. Allora era entrata continuando a chiamare la signora Orfield. La luce proveniva dalla cucina e così la vicina, la signora Ross, si era diretta là, e aveva visto. La Orfield era a terra con un sacchetto di plastica attorno alla testa e la pancia aperta da due tagli a croce. C’era tanto sangue, e pezzi di budella sul pavimento. La polizia diceva che la morte risaliva a poco prima del ritrovamento, attorno alle sette. Il giornale a quel punto ricollegava il delitto, <<un delitto così efferato>> c’era scritto, all’omicidio di zia Judith, per la sua ferocia e perché anche questo risultava inspiegabile. Chi poteva avercela con la Orfield? Ora l’orto della signora Orfield è abbandonato. La casa è chiusa con i sigilli. Ma dell’assassino vero non si sa ancora nulla. Un serial killer? un mostro omicida a Bellred? Sembrava incredibile, però era l’unica spiegazione che veniva in mente a molti perché di moventi non se ne trovavano. <<Stai attento Joel>> mi dice di continuo la mamma <<non andare in giro quando si fa buio, o almeno rimani dentro il paese, per carità!>>. Io ho un bel risponderle che l’assassino se la prende solo con le signore di mezza età, perché anche la terza vittima era sui cinquant’anni, ma la mamma è spaventata, e la capisco, povera mamma. Poi si è saputo che hanno arrestato un tale, uno che non si era mai visto in paese. Sembra che andasse in giro con un coltello. Lo ha visto la signora Carey dalla finestra <<aggirarsi furtivo>>, così ha scritto il giornale, presso casa sua. E pare che il vagabondo abbia confessato di essere lì per rubare, una gallina o un coniglio, così raccontava lui, ma la polizia era convinta di essere sulla strada giusta. Il coltello era a serramanico, con una lama bella lunga, come quello che ho trovato l’estate scorsa giù al fiume, chissà di chi era. L’hanno trasferito giù in città ed è ancora in prigione anche se intanto le cose qui a Bellred sono andate avanti. Dopo il terzo omicidio qualcuno ha cominciato a mettere insieme i pezzi del mosaico, come dice il nostro vicino Hermann Linck: tutte donne, non giovani e non vecchie, ma non tutte vedove e sole, sempre di sera, sempre con un coltello. Questa volta è toccato alla fruttivendola, Sarah Barrett, 52 anni, che aveva con il marito il negozio a pochi isolati da casa mia. Il marito era andato come sempre in giro col camioncino per vendere nelle case più isolate e la moglie stava sistemando le casse vuote di verdura nel cortiletto dietro il negozio. L’avevo vista proprio quella mattina di due settimane fa, perché la mamma mi aveva mandato a comprare la frutta e la verdura: arance, mele, lattuga e cavoli. <<A lei piacciono i cavoli, signora Barrett?>> <<Ma certo, Joel, li mangio spesso e volentieri>>. <<A me non piacciono per niente. Ma la mamma dice che mi fanno bene e stasera vuol fare la zuppa con una ricetta che le aveva dato zia Judith. Lei conosceva la zia?>>. <<Come no, poveretta! Che brutta fine! Chissà la tua mamma come ha sofferto. E la signora Orfield? Squartata come un vitello, che orrore! Per fortuna pare che l’abbiano preso, l’assassino. Non si poteva più essere sicuri di niente, nemmeno in casa propria. Ecco, tieni questi magnifici cavoli e dai retta alla mamma che ha ragione. I cavoli fanno bene. Ciao>>. L’hanno trovata in mezzo alle cassette della verdura, ma le mani non c’erano. Erano finite nell’orto della signora Orfield, c’era scritto sul giornale il giorno dopo. L’assassino deve avere scavalcato il muretto e averla sorpresa alle spalle. Prima l’ha strangolata e poi le ha tagliato tutt’e due le mani con un coltello. <<Ma forse non è andata così.>> ho detto alla mamma <<Forse lei lo conosceva e lo ha fatto entrare e lui le è saltato addosso, l’ha imbavagliata e le ha tagliato le mani. Poi l’ha uccisa.>> <<Non dire quelle cose;> ha risposto la mamma <<non aggiungere orrore a orrore, Joel. Su queste cose, sui morti assassinati non si scherza. Non farmi pensare a quella povera donna.>>. Ma quale serial killer, ha detto la polizia, e due giorni dopo ha arrestato il marito. Si sa, non andavano molto d’accordo. I vicini li sentivano litigare a due isolati di distanza. E il negozio era della signora Barrett ancor prima che sposasse Harry Witter. Un fannullone che non aveva mai combinato niente di buono nella sua vita. Si dice che, approfittando dell’idea del maniaco, abbia fatto fuori la moglie e per rendere più forte la pista del mostro le abbia tagliato le mani gettandole apposta nell’orto della Orfield. E così adesso la polizia ha due assassini per tre omicidi. La gente in paese è sconvolta e a scuola non si parla d’altro. Meglio così: gli insegnanti non hanno molto tempo per spiegare e ci danno pochi compiti. Intanto io ripasso e cerco di recuperare nelle materie in cui vado male. Però stasera la mamma ha fatto di nuovo la minestra di cavoli. E’ buona la mamma. Non può sapere che fatica faccio a mandarla giù perché io mi sforzo e faccio finta di niente. E’ buona ma è cocciuta, troppo cocciuta. Mi viene ancora il voltastomaco a pensare a quella zuppa. Mi viene una rabbia, una rabbia terribile, come la prima volta che me l’ha fatta dopo che zia Judith le aveva dato la ricetta. Non ci ho più visto quella volta. E allora il giorno dopo sono andato ad aspettare la zia nel boschetto vicino a casa sua. Faceva un po’ freddo e avevo le mani intirizzite. Quando l’ho vista arrivare sono saltato fuori. <<Chi è...oh ciao Joel, mi hai 17 C U L T U R A C U L T U R A spaventata. Ti manda la mamma?>> <<No zia, sono venuto per i cavoli.>> <<I cavoli?...Ah...la zuppa! La mamma te l’ha fatta? E ti è piaciuta, vero? L’avevo detto alla mamma: vedrai che Joel la gradirà e gli passerà quell’assurda avversione per i cavoli.>> <<No. Non mi è piaciuta>>. Quando la zia ha visto il coltello ha gridato qualcosa ed ha teso le mani in avanti. Ma io non l’ho ascoltata e l’ho colpita. Un colpo solo. Poi ho guardato il sangue che usciva. Anche la zia ha guardato il suo sangue. Siamo stati fermi lì, per qualche istante. Poi ha detto solo <<Joel>> come se volesse chiedermi qualcosa. E io le ho detto: <<Non mi è piaciuta. Non mi sono mai piaciuti i cavoli.>> Solo allora forse ha capito che non scherzavo e si è messa a correre verso casa. Ma io ho 15 anni e sono svelto. L’ho inseguita con calma. Ogni tanto le davo qualche coltellata alla schiena. Poi acceleravo e mi portavo davanti a lei e la colpivo al petto e alla pancia. Lei gridava, ma non c’era nessuno. Poi mi sono detto: <<Non devo tornare tardi per la cena. Se la mamma arriva e non mi vede si preoccupa, povera mamma>>. E così l’ho colpita più forte e lei è caduta. Ha smesso di parlare, quella sua lingua lunga, di cavoli e zuppe. Per essere più sicuro gliel’ho tagliata e ficcata in gola, che si soffocasse con la sua lingua. La signora Orfield non mi aveva fatto niente, ma la mamma aveva cucinato la zuppa e piangeva a causa di zia Judith. Che cosa potevo dire a mamma? Che i cavoli mi fanno schifo? Ho mandato giù, ma la rabbia era tanta, così tanta che non sono riuscito a fare i compiti quel pomeriggio e a scuola ho fatto una figuraccia peggio del solito. Tutta colpa dei cavoli. La mamma non c’entrava. Lei lo faceva per me. Ma i cavoli... Mi è venuta in mente la signora Orfield con quel bell’orto pieno anche di cavoli. Lei coi suoi cavoli era un’alleata di zia Judith. Anche lei non mi capiva e non mi poteva sopportare. Chi coltiva i cavoli come può capire chi li odia? Ecco, lei andava bene per sfogarmi, per vendicarmi dei cavoli e di zia Judith. Un po’ le assomigliava, avevano quasi la stessa età. <<Buona sera signora Orfield.>> <<Ciao Joel. Serve qualcosa alla mamma? C’è un po’ buio nell’orto ma con una buona torcia elettrica...>> <<Sì, la mamma chiede se può avere dei cavoli per preparare la zuppa per domani, se non la disturba.>> <<Ma figurati. Ne ho di bellissimi in questa stagione. Anzi, ne ho appena mangiato anch’io.>> <<Davvero, signora Orfield? Le piacciono tanto?>> <<Sì Joel, sono un cibo sano e leggero. E a te piacciono?>>. Eravamo arrivati in cucina dove la Orfield teneva la torcia elettrica. Avevo portato con me un sacchetto di plastica per farle vedere dove avrei messo i cavoli. E invece ci ho messo la sua testa e l’ho stretto. Era robusta e ha lottato, ma io la tenevo da dietro e non ho fatto molta fatica. Nel dibattersi è finita a terra e per me è stato più facile tenerla. Allora ho tirato fuori il coltello a serramanico dalla tasca, ho mollato il sacchetto un momento e ho aperto la lama. Lei ne ha approfittato per alzare il sacchetto dal volto e respirare. <<Vediamo i suoi cavoli signora Orfield>> le ho detto e le ho aperto la pancia. Urlava tossiva e respirava insieme ma io l’ho tenuta giù con una mano e ho continuato a scavare nelle sue budella. Poi mi sono stufato che si agitasse e ho stretto ancora il sacchetto intorno al collo. Non ho visto i cavoli, c’era troppo sangue e troppa confusione di carne e viscere. Forse sono stato troppo maldestro, non come quei chirurghi precisi che si vedono in tivù. Ma la mamma non ha capito e dopo due settimane mi ha mandato a comprare i cavoli dalla fruttivendola. E lei li prendeva con quelle sue mani callose e una faccia soddisfatta. Sembrava che mi dicesse <<Guarda che bei cavoli Joel. Ti fanno schifo ma a me non importa niente. Io i cavoli li vendo e più ne vendo e meglio è per me. Cosa vuoi che me ne importi se a te fanno vomitare? Mangia, mangia, Joel, su, fai contenta la tua mamma!>>. Non meritava di morire? Forse allora la mamma avrebbe capito. Anche per questo ho buttato le mani tra i cavoli ormai secchi dell’orto della Orfield. Quella sera sono tornato da lei. <<Salve signora Barrett.>> <<Ciao Joel, che fai ancora qui?>> <<Quando torna la mamma mi fa la minestra di cavoli.>> <<E allora? Che vuoi dire?>> <<Sono i suoi cavoli, signora. Me li ha venduti lei.>> <<Certo. E sono buonissimi, te l’assicuro.>> <<A me i cavoli non piacciono.>> <<Ma cosa posso farci io, Joel? Lo hai detto alla mamma?>> E mi ha girato la schiena per continuare a sistemare le cassette. <<Non posso dirlo alla mamma.>>. Era una donna abbastanza piccola la signora Barrett. Le sono andato dietro e le ho fatto passare il mio fazzoletto sopra la testa infilandoglielo in bocca. Passavano delle macchine fuori e i suoi gemiti non si potevano sentire. Ho tirato con forza il fazzoletto e l’ho trascinata a terra a faccia in giù. Questa volta avevo già aperto il coltello. Ho legato ben stretto il fazzoletto mentre lei si agitava inutilmente. Dall’altra parte del muretto non ci potevano vedere in quella posizione. L’ho tenuta ferma con i ginocchi e con il peso del mio corpo e ho cominciato a tagliare. <<Le sue mani non prenderanno più cavoli, signora Barrett. I suoi cavoli la mia mamma non li cucinerà più.>> Più che cercare di urlare grugniva, come un maialino. Non ho impiegato molto, aveva le ossa piccole. <<Andrà all’inferno senza le sue mani che puzzano di cavolo, signora Barrett.>> le ho detto. E mentre lei 18 agitava inutilmente i moncherini ho slegato il fazzoletto e l’ho abbassato alla gola, poi ho stretto forte. Però stasera la mamma ha fatto di nuovo la minestra di cavoli. Forse non è buona come la credevo. Forse lo fa apposta. Forse ha capito che odio i cavoli e lei li continua a fare per punirmi. Vuole punirmi per quello che è successo alle sue amiche, a zia Judith, alla Orfield, alla Barrett. Tutte loro amavano i cavoli, e quando parlavano di me sono sicuro che dicevano <<quel povero stupido Joel. Non capisce niente. Non gli piaccioni i cavoli! Ma ci penseremo noi. Li mangerà, voglia o non voglia.>> Sì, deve essere proprio così, altrimenti non si capirebbe questo accanimento della zuppa. E chissà quante altre ce ne sono che sono d’accordo con la mamma in questo paese! Credevo che fosse buona la mamma. Ma adesso ho aperto gli occhi. Il coltello l’ho nascosto sotto l’olmo in giardino. Prof. Claudio Marozzi IL RUOLO DELLA TORRE La spazionave “Elysa-VDC”, partita in esplorazione dalla colonia spaziale 18, era ormai fuori controllo. Unico equipaggio, il Comandante volontario Riddler Di Franco, non sapeva come gestire la cosa. In parte perché si era offerto come volontario per il primo viaggio umano in quel settore ancora sconosciuto dello spazio, un po’ perché con l’entrata nel buco nero che aveva inghiottito l’Elysa-VDC, aveva sbattuto la testa e ora era stordito, coricato sul pavimento della spazionave, con un rivolo di sangue che gli scendeva dalla nuca. Incontrollabile, l’Elysa-VDC si era persa dentro il buco nero e tutto sembrava perduto. Riddler, ancora a terra, si portò la mano alla nuca, dove aveva sbattuto, ma sembrava tutto a posto, niente perdite di sangue ne ferite. Tutto sembrava immobile. Diede un occhiata in giro: tutto normale. Fece uno sforzo, e riuscì a rialzarsi, quasi senza fatica. Ma non fu il fatto della bassa gravità a impressionare Riddler, bensì fu quando, fuori dall’oblò, vide sabbia. Sabbia dentro un buco nero? Impossibile. Doveva essere atterrato da qualche parte, il computer di bordo doveva avere effettuato un atterraggio d’emergenza in qualche modo, doveva esserci una spiegazione alla sua vita miracolata da quella che sembrava una morte certa. Decise di aprire il portellone, per lo meno per farsi un’idea di dov’era finito. Indossò la tuta spaziale, controllò che il respiratore fosse pieno, aprì il portello, uscì. Sabbia. Solo sabbia. Un mare di sabbia. Ma, guardandola bene, forse non era proprio sabbia. Non normale, perlomeno... Aveva un colorito arancio-salmone, con una tonalità leggermente grigia, e quel mare di sabbia, non sembrava proprio un mare. A ben vedere, in effetti, non aveva mucchi di sabbia, o “onde”, o rocce che interrompessero la monotonia di quel paesaggio arancione. Era come un pavimento di sabbia, preciso, perfetto, quasi come se qualcuno avesse posto quella sabbia granello per granello, ponendola in una posizione precisa, perfetta, indiscutibile. Poi Riddler alzò lo sguardo da quella monotonia arancione, e vide il cielo. Uno strano cielo, in effetti, non si vedeva alcun sole, né stelle. Solo una specie di aurora violacea, senza fine, che andava sempre più scurendo con l’allontanarsi del paesaggio. Decise di incamminarsi pervedere cosa poteva esserci in quel mondo sconosciuto. Man mano che si allontanava dalla spazionave, il cielo diventava sempre più scuro e viola. Nemmeno un soffio di vento correva in quella sterminata distesa di sabbia. Tutto era immobile e muto, persino i passi di Riddler sembrava non causassero alcun rumore o spostamento. Finché, all’improvviso, all’orizzonte, poté scorgere un punto nero. Mentre avanzava, quel punto nero diventava sempre più vicino, sempre più nitido, fino a quando iniziò ad assumere una propria forma. Riddler cominciò a distinguere i contorni della nera struttura, longilinea, stagliata verso il cielo. Finché capì che era una torre, costruita con mattoni neri. Si potevano vedere chiaramente i cinque piani di cui era composta, e ad ogni piano, una grande torcia accesa era appesa al muro esterno. Riddler non si chiese cosa ci facesse una torre in quel posto. Non si chiese perché delle torce accese vi fossero appese, né perché la torre fosse costruita solo con grossi mattoni neri. Non si chiese nulla di tutto ciò e, quando fu davanti al portone della torre, lo spinse con entrambe le mani ed entrò. Poi la porta si chiuse dietro di lui. All’interno del piano terra regnava il buio. Riddler attese che i suoi occhi si abituassero alle tenebre della stanza, per poter scorgere meglio l’ambiente. Quando finalmente si abituò a quell’oscurità, poté scorgere dei lunghi tavoli, ai quali erano sedute delle ombre. Le ombre stavano sfogliando alte pile di fogli, con sopra scritti alcuni nomi. Riddler non sapeva in che lingua fossero scritti, eppure li capiva. Una voce irruppe dall’alto: <Essi sono coloro che cercano pagina dopo pagina errori di stampa, sono co- 19 C U L T U R A C U L T U R A loro che cercano le imperfezioni nel nome, ma essi sono condannati all’oscurità, poiché tra i tanti nomi che traducono, hanno dimenticato il proprio.> Tornò il silenzio. L’uomo non capiva cosa stava accadendo, ma vide nell’angolo della stanza una scala a chiocciola, dalla quale scendeva uno spiraglio di luce, e decise di salirla. Primo piano. Qui una fitta nebbia permeava l’ambiente impedendo a Riddler di vedere più avanti dei propri passi. All’improvviso, un rumore attutito di passi. Erano delle persone, prive di vesti, alcune con le palpebre cucite, altre con le orecchie tagliate. E la voce, dall’alto, parlò di nuovo: <Essi sono coloro che non hanno voluto vedere e sentire, sono i ciechi che credono a quello che vedono, e i sordi che credono a quello che sentono, sono condannati a inseguirsi per le proprie credenze, fino a che i ciechi vedranno e i sordi sentiranno.> Di nuovo tornò il silenzio. Riddler proseguì verso una scala a pioli che aveva visto vicino al muro. Ma prima di salirla, si sporse da una feritoia nel muro, e guardò giù. La fiaccola che doveva trovarsi a livello del piano terra era spenta, e il cielo da viola era diventato nero, e poche stelle rimanevano a vegliare sulla totale oscurità. Salì la scala con decisione, e arrivò al piano successivo. Secondo piano. Qui crescevano molti alberi, e l’uomo dovette districarsi tra essi, per proseguire. All’improvviso, vide alcune persone, dalla pelle fatta corteccia, che rimanevano immobili, attorcigliate in lunghe liane, che pendevano dagli alti alberi. Riddler proseguì nella giungla d’alberi e di uomini fatti piante, poi la voce dall’alto tornò: <Essi sono quelli che non hanno saputo interpretare se stessi, siamo tutti costantemente chiamati a interpretare un ruolo, e quando cerchiamo di cambiarlo, è finita, si diventa diversi. Le liane della solitudine li stringono e li mutano.> Riddler proseguì, senza voltarsi indietro, verso una scala di corda, ma prima di salire si fermò davanti a una finestra e si sporse a guardare. Il cielo era ormai nero, e una fitta nebbia stava salendo le pareti della torre. La fiaccola che doveva essere al primo piano si era spenta, e la vista al suolo era impedita dalle fitte tenebre. L’uomo salì anche questa scala, e giunse nel terzo piano. Qui era come un labirinto di muri di fiamma, un’aura rossa di fuoco permeava la stanza, e negli angoli di quei muri di fiamma, delle persone rannicchiate si stringevano il capo, rotolandosi per terra. E altre persone, quasi incenerite, saltavano attraverso i muri di fiamma, anch’esse a volte dalle fiamme. La voce dall’alto non tardò ancora una volta ad arriva- re: <Essi sono coloro che hanno sofferto, sono quelli che hanno fatto soffrire, sono entrambi colpevoli di evitare i sentimenti che loro stessi provano, sono gli amati e gli amanti.> Riddler, cercando di non bruciarsi con le fiamme, prosegui, verso una scalinata di pietra, ma prima si fermò, ancora una volta, a osservare fuori attraverso una grata. E tutto era nero. Il nero della disperazione saliva dal basso, ed era arrivato a spegnere la torcia del secondo piano, saliva avido le nere mura della torre. L’uomo arrivò al piano successivo. Qui il tetto della torre era crollato, e rovine di tempi antichi circondavano la stanza. Dagli squarci nel tetto, quasi delle cicatrici, si intravedeva non un cielo nero, bensì una forte luce bianca. Ma nonostante tutta quella luce, il piano era buio. Ad un angolo della stanza sedeva su uno sgabello un vecchio, dai lunghi capelli bianchi e dalla folta barba. Riddler si avvicinò verso di lui, il vecchio si girò, tese la mano all’uomo e, quando Riddler la afferrò, tutto si fece bianco, e la sua vista si annebbiò, seguita da un onda di buio..... Documento tratto dal Diario di Bordo del Capitano David Sosso: Oggi, alle ore spaziali 30:70, nel settore galattico N.9.40 abbiamo ritrovato un’astronave abbandonata e ormai in disuso. Analizzando l’architettura interna e esterna della nave, possiamo dedurre che sia vecchia di circa 1470 anni. All’interno della nave, c’erano i resti di un essere umano della specie Homo Sapiens Sapiens Idaltu Terrenus. Tale uomo, secondo le analisi del laboratorio mortuario locale, dovrebbe essere morto sbattendo la testa contro un pannello di comando dell’astronave... Il reperto verrà portato al museo navale di Grothlan Settimo, sotto la scorta di un drappello imperiale di grado Blu. Un grazie a Chiara, mio unico amore, e all’Arcanavdc per una frase importante in questo racconto. 20 Francesco Sedda LA MODA DEL PIERCING VIENE DA LONTANO Si definisce piercing, in senso generale, ogni perforazione della pelle e dei tessuti sottostanti che permetta l’inserimento di oggetti che non hanno alcuna utilità fisiologica o funzionale(in pratica non servono a niente!). Insomma, come tutti sappiamo, è la moda di inserire anelli, o oggetti di altro tipo come piccoli bilancieri metallici, in diverse parti del corpo, perlopiù sul viso: naso, labbro e sopracciglia; oppure nelle orecchie, sulla lingua, nell’ombelico o nelle zone genitali. Come la pittura del corpo, il tatuaggio o la scarnificazione (l’incisione superficiale della pelle con lame di metallo, pietre o conchiglie, al fine di produrre cicatrici pronunciate), il piercing è espressione di diverse culture ed è praticato presso numerose tribù la cui organizzazione si basa su una rigida divisione dei ruoli sociali. Queste pratiche servono infatti a distinguere i ruoli di ciascun individuo all’interno della società e a regolare i rapporti nella vita quotidiana o durante le cerimonie ufficiali: la loro posizione, il modo in cui sono eseguite, la forma, il materiale adoperato convogliano immediatamente una serie di notizie e informazioni utili a identificare la persona come appartenente a un determinato gruppo e a stabilire quale posizione occupi al suo interno. Il piercing è di solito praticato come rito di iniziazione, per segnare il passaggio dall’infanzia all’età adulta. La pratica del piercing era nota e assai diffusa anche nelle società antiche. Nell’Egitto dei faraoni, ad esempio, era riservato alle persone di rango reale ed era invece proibito alle persone comuni; nell’antica Roma era un segno distintivo del coraggio: i soldati erano soliti applicarsi anelli ai capezzoli per dimostrare il proprio valore. Nelle società occidentali odierne la pratica del piercing è stata dapprima un segnale di ribellione al conformismo e in seguito si è trasformata in una moda estetica. Negli anni Settanta gli esponenti del movimento punk utilizzarono il piercing come segno di appartenenza al gruppo e di rottura con le tradizioni e i valori della società borghese (nonché come mezzo per sconvolgere i ”benpensanti“); poi, a partire dagli anni Novanta, il piercing ha acquisito lo status di espressione corporea sempre più accettata, il cui significato non va al di là di quello estetico. Loris Caffarra CINEMA INDIANA JONES E IL REGNO DEL TESCHIO DI CRISTALLO RegiaSteven Spielberg InterpretiHarrison Ford, Shia LaBeouf, Cate Blanchett Ritorna dopo 19 anni Indiana Jones nell’attesissimo quarto capitolo della saga: “Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo”, nei cinema italiani dal 23 Maggio. Harrison Ford nonostante i suoi 65 anni tornerà a vestire i panni dell’archeologo Jones nella quarta avventura cinematografica che mescola volti nuovi a inaspettati ritorni. Tra le novità la più curiosa è l’arrivo di Shia LaBeouf, nei panni del figlio di Indy. Steven Spielberg ha però anche pensato ai ritorni, ha richiamato infatti Karen Allen, la prima e più memorabile donna di Indy Marion Ravenwood quella che ne “I predatori dell’arca perduta” gli teneva testa a una gara di bevute e gli spezzava il cuore. La storia del nuovo capitolo si svolge nel 1957, circa vent’anni dopo l’ambientazione dei primi tre film, e racconterà un lotta contro il tempo per mettere le mani su un favoloso teschio di cristallo nascosto nella giungla centroamericana. Dopo aver passato i primi tre film a combattere i nazisti, stavolta Jones dovrà vedersela con i sovietici intenzionati ad impossessarsi del prezioso manufatto maya. L’impresa più ardua è stata trovare uno script degno del personaggio e della saga: George Lucas ha fatto rimaneggiare la trama più e più volte licenziando persino la sceneggiatore Frank Darabont e cestinando un intero copione gia pronto. Lo spettacolo sarà comunque assicurato anche se il regista Steven Spielberg in onore della tradizione userà pochi effetti digitali e molti stuntman e trucchi pratici. 21 Sonia Madini C U L T U R A IL VAMPIRO NELLA CULTURA E NELLA LETTERATURA C U L T U R A La paura che i morti potessero tormentare tra i vivi e’ antichissima, basti pensare che il più antico testo che tratta di vampiri a noi conosciuto e’ una tavoletta babilonese. Anche in altre antiche tradizioni troviamo riferimenti ad esseri che si nutrivano del sangue dei viandanti persi nel deserto. Persino nella Bibbia e’ possibile scovare vari riferimenti, come la figura di Lilith, la malvagia prima moglie di Adamo, ritenuta la madre di tutti i vampiri. Infine anche i romani e i greci possedevano delle sorte di vampiri nella loro mitologia, perlopiù di sesso femminile, come la Lamia e la Stix. Gli antichi rimedi popolari al vampirismo sono molti. Tra essi ricordiamo l’uso di armi di argento taglienti e perforanti, l’uso di un paletto di legno di frassino da conficcare nel loro cuore, l’aglio come blanda misura precauzionale e, ultima ma non per importanza, la fede religiosa e i simboli sacri, come la croce. Il primo testo moderno con protagonista un vampiro fu Il vampiro di John Polidori, scritto ai primi dell’800 nella stessa occasione in cui Mary Shelley creò il suo Frankenstein. Seguirono infiniti altri testi, tra cui ad esempio Carmilla di Sheridan Le Fanu, fino ad arrivare al più famoso di tutti, il Dracula di Bram Stoker, ispirato anche da una figura storica: il principe Vlad III di Vlacchia detto Tepes, cioè l’impalatore. Grazie ai film, talvolta tratti da fumetti come Blade e Underworld, la figura del vampiro oggi ha assunto una forma ben diversa dal “non-morto” che attaccava freddi e dispersi villaggi. Il loro aspetto e il loro comportamento appaiono apparentemente umani, in quanto svelano la loro vera forma solo nei momenti di caccia o di difesa. Spesso questi vampiri sono orgogliosi del loro stato, disprezzano i “mezzo-sangue”, ovvero umani diventati vampiri a causa di un morso, e cacciano spesso e volentieri solo per divertimento. In altre produzioni cinematografiche, come Dal tramonto all’alba, i vampiri sono raffigurati come rozzi camionisti e motociclisti che si riuniscono in posti abituali all’apparenza normali. Il loro scopo sarebbe quello di attirare degli umani che diventeranno poi delle facili vittime. Non dimentichiamo poi la saga dei vampiri della scrittrice Ann Rice, il cui testo più famoso è senza dubbio Intervista col vampiro, che è stato anche trasposto in film con protagonista Tom Cruise, e le Notti di Salem di Stephen King. Alcune caratteristiche generali restano quelle classiche dei vampiri, come la vulnerabilità all’argento e ai paletti nel cuore, altre invece assumono un ruolo minore, come la debolezza all’aglio. Insomma, i tempi cambiano, e i vampiri moderni si stanno adeguando. Possiamo trovare l’elemento “vampiro” anche in molti giochi di ruolo e videogiochi, come le ambientazioni di Vampire: La Masquerade, che presenta un mondo moderno dove i vampiri sono rappresentati come aristocratici, organizzati in una precisa gerarchia, che vivono di notte, in continua ricerca di vittime. Insomma, le leggende sui vampiri si sono adattate ai nostri tempi e, nonostante la “vecchiaia” di questo argomento, sono comunque ancora in grado di affascinarci e intimorirci... 22 Francesco Sedda CINEMA SPEED RACER Regia- Andy e Larry Wachowski Interpreti- Emile Hirsch, Christina Ricci, Matte Fox Speed Racers è u film ispirato a una serie cartoon giapponese di culto (“Go Go Match”) e viene portato sullo schermo dai fratelli Wachowski diventati famosi per la trilogia di Matrix. Qui comunque si cambia genere, anche se l’ingrediente principale, come in Matrix, rimangono gli spettacolari effetti speciali. Dal mondo lugubre e adulto d Matrix si passa al multicolore e fanciullesco universo inventato da Tatuo Yoshida. La vicenda è quella di Speed (Emile Hirsch, protagonista di “Into the Wild”), giovane pilota che tenta di conquistare la gloria a bordo della “Match 5”contro un losco affarista che imbroglia e combina i risultati delle gare. Tra gli interpreti anche la ex figliola della famiglia Addams Christina Ricci e il dottore Jack della fortunata serie “Lost”, nei panni di un pilota misterioso dal passato oscuro. Le sequenze intrise di colori pastello sembrano tavole di fumetti che, con l’aggiunta di un ritmo forsennato e di una valanga di effetti visivi, ricordano inevitabilmente i videogame… e l’aggiunta di trucchi alla “Ispettore Gadget” di certo aiuta. alle risse e alle moto, decidono di cambiare vita e di dedicare le loro esistenze alla ricerca dell’amore e della verginità. Purtroppo per loro, si trovano continuamente coinvolti in risse, nelle quali sono imbattibili, ma che spesso li discreditano agli occhi delle ragazze. Mano a mano che battono avversari e il loro cerchio di “seguaci-amici” si allarga, cresce anche la loro popolarità, che ogni volta li porta a doversi battere con qualcuno sempre più forte. Il duo diventa famoso con il nome di “Oni-Baku”; Oni è riferito a Eikichi e prende spunto dal suo cognome Onizuka ma anche dalla sua traduzione “demone”; Baku invece è riferito a Riuji e significa letteralmente “Il ragazzo bomba”. Tutto questo viene presentato in chiave molto ironica, e sempre con questa ironia illustra un lato della vita adolescenziale giapponese sconosciuto ai più. Una cosa molto piacevole da notare è come i disegni dell’autore maturino nel corso della serie (composta da 15 volumi), fino ad arrivare al ben noto stile di GTO- Great Teacher Onizuka. Chi volesse vivere tutta l’esperienza di Onizuka fin dai suoi esordi dovrà partire dal volume unico detto “Bad Company”, che narra l’incontro alle medie tra Eikichi e Riuji, passare per “Shonan Junai Gumi”, e infine approdare a “GTO- Great Teacher Onizuka”. BUONA LETTURA!! Sonia Madini FUMETTI SHONAN JUNAI GUMI LA BANDA DELL’AMORE PURO DI SHONAN Shonan Junai Gumi è il primo manga che il maestro Toru Fujisawa dedica al duo Oni-Baku, scritto attorno al 1990.L’edizione italiana (edita dalla Dynit) ha come traduzione letterale del titolo “La banda dell’amore puro di Shonan” ed è conosciuta anche come “Young GTO - Le avventure del giovane GTO”. In questo manga sono narrate le vicende di due liceali, Eikichi Onizuka e Riuji Danma, i quali, dopo essersi conosciuti alle medie quando pensavano solo 23 Stefano Olivieri e Giacomo Tirelli C U L T U R A RAT-MAN UN FUMETTO TUTTO ITALIANO C U L T U R A RACCONTO GIANNI IL DONATORE DI SOGNI Normalmente, quando una persona sente parlare di fumetti, oggi pensa ai manga giapponesi tipo quelli dei cartoni televisivi, ma non è sempre così. E’ per questo che voglio presentarvi uno dei migliori fumetti che io stia leggendo in questo periodo: Rat-Man, un prodotto tutto italiano! Figlio di Leo Ortolani, Rat-Man è un fumetto che da molti viene definito “letteratura disegnata”. Questo non vi deve far pensare alla tradizionale letteratura che si tratta sui banchi di scuola: si vuol semplicemente dire che c’è una insolita ricchezza di parole abilmente intracciate con lunghi silenzi. Ma veniamo alle storie. Sono divertentissime disavventure di un “super eroe” travestito da topo giallo, che, immedesimato perfettamente nella parte, vive avventure già vissute dai grandi veri super eroi (per esempio i Fantastici Quattro, X-man etc…) o affronta i grandi problemi che può riservare una “professione” come la sua. Il tutto viene raccontato con una demenza geniale, che spesso lascia però il posto a messaggi morali o comunque seri. L’aspetto più caratteristico della grafica è quella specie di maschera che hanno i volti, dovuta al fatto che da piccolo (almeno così ha raccontato) l’autore si trovava meglio a disegnare musi di scimmie che non volti umani. Ma, nonostante questo, sono molte e belle le espressioni che egli riesce a dare con pochi tratti. Ve lo consiglio, se vi piace la lettura di un fumetto intelligente e esilarante insieme. C’era una volta in un paese lontano un ragazzo di nome Gianni, il cui più grande desiderio era quello di diventare donatore di sogni. Quando camminava per strada, infatti, vedeva la gente correre indaffarata e tutta presa dalla smania di non perdere tempo; e allora diventava triste e pensava che un giorno lui avrebbe ridonato a tutti la gioia di vivere. E soprattutto ai bambini che, come gli adulti, non si divertivano più e non stavano più assieme tra loro. Infatti, perché avrebbero dovuto uscire ed incontrarsi quando lo potevano fare via internet? O perché la gente avrebbe dovuto trovarsi come un tempo al bar chiacchierare e a scherzare se poteva tranquillamente dire l’essenziale via sms? Insomma, Gianni era l’unico che ancora credeva nella felicità, e dunque nei sogni, nella fantasia, nell’amicizia. E il desiderio di trasmettere agli altri questa sua speranza era molto forte. Un giorno egli riuscì (ma con quanta fatica!) a convincere i suoi concittadini a ritrovarsi tutti per parlare insieme. Quando la riunione cominciò, sembrò andare tutto bene, ma Gianni aveva appena cominciato a parlare che gli occhi di Flavio il panettiere si incrociarono con quelli di Giovanni il postino. I due avevano già litigato molte volte perché entrambi erano innamorati di Susy che, esasperata dai continui battibecchi dei due pretendenti, se n’era alla fine andata dal paese. Flavio e Giovanni arrivarono ben presto alle mani, e anche tutti gli altri, per un motivo o per l’altro, finirono con l’accapigliarsi. Il povero Gianni, al centro della baraonda, era il solo che cercava, ma invano, di riportare la calma. E alla fine, con gli occhi gonfi di lacrime di dolore, cadde a terra per le percosse che aveva subito. Tutti si fermarono, molti cercarono di rianimarlo. Ma per il nostro Gianni non ci fu niente da fare. La sua morte, il suo gesto eroico, i suoi sogni, la sua caparbietà fecero riflettere la gente. Ora, in quel piccolo paese, regnano la serenità e la gioia: i bambini corrono spensierati per i campi mentre i grandi si incontrano di nuovo al bar, come un tempo. E si narra che lo spirito di Gianni voli di notte di casa in casa a regalare a ciascuno un bel sogno. E nella piazzetta c’è una piccola targa in suo onore circondata da fiori multicolori: <A Gianni, che ci ha ridato i sogni>. Michele Bolzani 24 Mara Magalini SERIE TV FUMETTI Ci eravamo lasciati, nella terza stagione, con l’arrivo sull’isola di Naomi, che viene accoltellata da Locke per impedirle di chiamare la nave dei presunti “salvatori”, ma Jack, non facendosi intimidire dalle minacce di morte, chiama lui stesso la nave. Poi in un flash forward sempre Jack, parlando con Kate, dice di essere convinto di aver commesso uno sbaglio abbandonando l’isola e che è sicuro che dovrebbero tornare tutti indietro. La notizia comunicata da Desmond (“Not Penny’s boat” (“Non è la nave di Penny”)) crea scompiglio sull’isola e divide i superstiti in due gruppi: chi si fida di Locke che sostiene che le persone sulla nave non sono soccorritori; e chi si fida di Jack che fa di tutto per mettersi in contatto con loro. I due gruppi resteranno divisi per l’intera stagione ma pochi del gruppo di Locke rimarranno vivi. La stagione serve soprattutto per scoprire molti dei segreti che la serie precedente aveva lasciato in sospeso: si scoprono parecchie novità sull’isola e sui suoi visitatori, vengono svelate le vite che i personaggi avranno nel futuro e anche molti dettagli del loro passato. Altrettanti segreti però resteranno irrisolti e se ne aggiungeranno di nuovi. Molto più corta delle altre, la quarta serie è composta da soli 13 episodi (a causa anche dello sciopero degli sceneggiatori della WGA) di cui 12 già sulla rete in lingua originale sottotitolati in italiano. La prima tv in Italia è programmata a fine anno nelle reti in chiaro ed è già in programmazione su Fox dal 7 aprile. Aspettiamo con ansia la quinta serie, che si anticipa sarà quella conclusiva, e magari anche il film di cui si vocifera in rete. Claymore e’ un anime/manga pubblicato da Planet manga che narra la storia di Claire, una giovane guerriera mezzo demone (claymore) che lavora in una agenzia specializzata nello sterminio di demoni su commissione. In uno scenario gotico medioevale si susseguono le avventura della “strega dagli occhi d’argento”, un altro nome per chiamare le claymore, senza emozioni, solo con grande crudeltà e freddezza, fino al giorno dell’incontro con Raki, un giovane a cui i demoni hanno sterminato la famiglia. Raki sceglie di seguire Claire alla ricerca della vendetta, e tra loro si instaura un rapporto di stretta amicizia. Intanto si iniziano a scoprire le caratteristiche peculiari della protagonista e il suo tipico modo di combattere, fino a conoscerne il passato. Le claymore in realta’ da giovani sono normalissime bambine che per un motivo o per un altro finiscono nell’accademia dell’organizzazione che introduce nei loro corpi il sangue e la carne demoniache. Questa operazione viene effettuata per creare il guerriero ritenuto perfetto, cioè un guerriero con la forza di un demone ma con l’animo di un essere umano. Ne consiglio vivamente la lettura. LOST QUARTA STAGIONE CLAYMORE Nicholas Chieregatti 25 Giacomo Tirelli C U L T U R A DISEGNI DI MICHELA FEDERICO C U L T U R A 26 DISEGNO DI SELENE SALVATERRA DISEGNI DI SARA POTYSCKI 27 C U L T U R A SPORTITIS CAMPIONI PROVINCIALI Categoria Allievi (BIENNIO) Squadre: BASKET (Martinelli, Mantovani, Lombardi, Lanzoni, Madella, Fortunati, Chiesa, Chaar, Pirovano, Cretu, Mazzocchi, Morandini. Professor Grazioli) PALLAMANO (Nocerino, Pirovano, Favaro, Battisti, Diani, Paloschi, Tovagliari, Leso, Gilberti, De Ambrogi, Vella, Spagnolo, Tenutta, Piedrazzi. Professoressa Agostino) CALCIO A 11 (Caramaschi, Cappucci, Toffali, Zucca, Ferretti, Dal Sorbo, Saponaro, Ferri, Noverino, Di Nucci, Maroni, Marostica, Tarana, Speri. Professor Miorali) PALLATAMBURELLO (Cavinato, Lanzoni, Fornari, Scanavini, Saponaro, Ferri, Pirovano, Tovagliari, Favaro, Scalorbi. Professor Grazioli) ATLETICA (Felline, Toffali, Favaro, Mazzocchi, Cantoni, Del Sorbo, Capucci, Gagandeep. Professoressa Parmiggiani) Singoli: Lancio del disco: Capucci Riccardo Getto del peso: Del Sorbo Antonio 110 ostacoli: Felline Francesco Staffetta 4x100: Gasi Felline Frizziero Toffali S P O R T Campestre dei laghi: Maffezzoli Pierluca Sci slalom: Marano Cesare Nuoto 50 sl Orlandi Michele Categoria Allieve Salto in lungo: Banzi Viola 100 ostacoli: Negri Matilde Categoria Juniores Squadre: CALCETTO (Balzanelli, Vincenti, Gallo, Boschini, Badalotti, Mazzali, Andreato, Marconi. Professor Miorali) PALLATAMBURELLO (Ferraresi, Badalotti, Fraccaro, Negri, Marconi, Gorni, Stori, Tullio. Professor Grazioli) PALLAVOLO(Castagna, Negri, Gavioli, Bondioli, Pelagatti, Artigiani, Froni, Prandi. Professoressa Beatini) ATLETICA (Masenelli, Zecchini, Mattera, Zucchi, Adu, Braga, Marani. Professoressa Pamiggiani) Singoli: Lancio del disco Mattera Alessandro 300 m Marani Diego Francesco Pirovano 28 E’ IL TERZO SCUDETTO CONSECUTIVO E L’ITALIA SI INCHINA ALL’INTER REGINA Scriviamo questo articolo per toglierci qualche sasParma” (perchè i parmensi non possono essere nerazsolino dalla scarpa e per commentare il terzo scudet- zuri?) e che possiamo giustificare, come possiamo capire l’incazzatura dei giallorossi e il loro nervosismo: to nerazzurro consecutivo. in fondo il farli arrivare così vicino a noi illudendoli di avere qualche possibilità di vittoria aveva anche questo fine! La vittoria così è stata ancora più bella, senza contare il fatto che la doppietta decisiva l’ha segnata Ibrahimovic, ex-idolo juventino... Ah già, come non nominare gli juventini? Ci hanno accusato di rubare!! Loro che accusano noi di rubare, questa è bella! E’ come se Lupin desse del ladro a un bambino che ruba una caramella al mercato! E dopo tutta questa goliardia, non si può dimenticare di fare gli elogi ai veri protagonisti, quelli che sono riusciti a vincere 3 scudetti di fila! Complimenti al presidente Moratti, che dopo tanti anni merita più di tutti queste soddisfazioni, all’unico allenatore, il Mancio, che è riuscito a vincere così tanto in pochi anni. A capitan Zanetti, unico giocatore sempre presente e con un cuore grande così. A tutti i giocatori (Solari compreso...) che fino all’ultimo hanno remato tutti dalla stessa parte. A tutti quelli che sono mancati per buona parte della stagione. A Roberto Scarpini (voce di Inter Channel), che con le sue cronache ci ha fatti appassionare tutti quanti. E complimenti anche ai vari giornali e televisioni, che si sono inventati l’impossibile pur di destabilizzare l’ambiente nerazzurro: evidentemente con risultati assai scarsi! Amala! Pazza Inter, amala! E’ così che inizia il nostro Ma soprattutto complimenti a tutti i tifosi come noi inno, che descrive alla perfezione questa squadra ca- (e voi) che hanno sostenuto e applaudito la squadra pace di guadagnare 11 (undici) punti di vantaggio nel anche nei momenti di difficoltà: in fondo anche noi girone di andata quando ha”asfaltato” praticamente tifosi siamo campioni d’Italia. Per la terza volta contutti, e arrivare all’ultima di campionato con la Roma secutiva. a meno 1 (uno!). Incredibile! Ma è anche per questo Tre cuori nerazzurri che questa squadra la ami, perché ti fa soffrire ma alla fine ti regala grandi soddisfazioni. Michel Negri Quest’anno si è forse assistito a uno dei campionati Davide Fantuzzi più belli e combattuti degli ultimi 20 anni: e noi l’abDavide Ghio biamo vinto! C’è stata grande battaglia sia nelle parti alte della classifica che in coda: anche per la Coppa Uefa hanno lottato parecchie squadre e il caso ha voluto che ci finissero i grandi “Campioni del Mondo”: grandi in Europa (Kakà santo subito!) ma ridicoli in Italia! Già, perche la soddisfazione di vedere i “cugini” rossoneri andare in Uefa e, nello stesso giorno, vincere lo scudetto, è incredibile. Ma non continuiamo a offenderli, anche loro fanno la loro parte nel far partecipare la città di Milano ad entrambe le competizioni europee. Passiamo quindi alla rabbia della Roma, la quale si attacca a cose assurde quali “I tifosi dell’inter erano a 29 S P O R T 25 REGOLE X SCRIVERE E-MAIL A VOLTE È FACILE FARGLIELA PAGARE!!! H U M O R 1. I verbi avrebbero da essere corretti 2. Le preposizioni non sono parole da concludere una frase con 3. E non iniziate mai una frase con una congiunzione 4.CERCATE DI ACCORGERVI IN FRETTA DI AVere il “caps lock “ inserito! 5. Evitate le metafore, sono come i cavoli a merenda 6. Inoltre, troppe precisazioni, a volte, possono, eventualmente, appesantire il discorso. 7.Siate press’a poco precisi 8. Le indicazioni fra parentesi (per quanto rilevanti) sono (quasi sempre) inutili. 9. Attenti alle ripetizioni, le ripetizioni vanno sempre evitate 10. Non lasciate mai l 11. I confronti vanno evitati come i cliche 12. In generale, non bisogna mai generalizzare 13. Trattate sempre i vostri interlocutori come amici, brutti stronzi. 14. Usare paroloni a sproposito e’ come commettere un genocidio 15. Imparate qual’e’ il posto giusto in cui mettere l’apostrofo 16. Non usate troppi punti esclamativi!!!!!!!!!!!!! 17. “Non usate le citazioni”, come diceva sempre il mio professore 18. Evitate il turpiloquio, soprattutto se gratuito, porca puttana! 19. C’e’ veramente bisogno delle domande retoriche? 20. Vi avranno gia’ detto centinaia di milioni di miliardi di volte di non esagerare 21. Evitate le virgole, che non, sono necessarie Un uomo d’affari manda un fax alla sua donna: “Mia cara moglie: tu comprenderai che, ora che hai 54 anni, io ho dei bisogni che tu non puoi più soddisfare. Io sono felice con te, ti considero una moglie meravigliosa e sinceramente spero che tu non prenderai male il fatto che, quando riceverai questo fax, io sarò all’hotel Confort Inn con Vanessa, la mia segretaria, che ha 18 anni. Non ti arrabbiare, sarò a casa prima di mezzanotte”. Quando l’uomo arriva a casa, trova un foglio sul tavolo nella sala da pranzo: “Caro marito, ho ricevuto il tuo fax e non posso che ringraziarti per avermi avvertita. Approfitto di questa occasione per ricordarti che anche tu hai 54 anni. Inoltre, ti informo che quando tu leggerai questo messaggio, sarò all’hotel Fiesta con Michel, il mio istruttore di tennis, che, come la tua segretaria, ha 18 anni. Visto che sei un noto uomo d’affari, e, in più sei laureato in Matematica, potrai facilmente comprendere che noi due ci troviamo in situazioni simili ma…con una piccola differenza: “18 entra più volte nel 54, rispetto al 54 nel 18 “..... Quindi, non mi aspettare prima di domani! Baci dalla tua donna che ti capisce…” LO SPAZIO DI CONVIVENZA DEL MASCHIO E DELLA FEMMINA Il maschio capisce con la convivenza di non poter in alcun modo sperare in una cosa: UNA GESTIONE EQUA DELLO SPAZIO. In primo luogo LEI parte dal sano presupposto secondo cui LUI non ha e non avrà mai gusto nel vestire. L’uomo indossa abiti perché non può girare con i gioielli di famiglia al vento. La donna indossa abiti per sedurre e/o fare invidia alle amiche e/o coprire la cellulite… e comunque con stile. Dopo i primi mesi di convivenza il maschio vede irrimediabilmente contrarsi il proprio habitat che pian piano si perde in una curva spazio temporale. Il cassetto dei calzini si stipa e vi entra TUTTO! Calze, calzini, mutande, boxer, camicie, maglie, maglioni, scarpe, bandiera squadra preferita, documenti dell’auto, stereo, attrezzi ginnici, giornaletti porno… il suo intero universo è in un cassetto profondo 60 cm. 30 Il resto è SUO! Le 168 paia di scarpe (n.b. ten- COSA È PEGGIO: LA SCUOLA denzialmente quasi uguali tra loro se non per difSUPERIORE O L’UNIVERSITÀ? ferenze impercettibili a occhio nudo… che se tu maschio queste differenze non le noti ti pianta Scuola= il tuo ingresso a scuola è controllato il muso per 2 anni… lo sai vero?) sono suddiviUniv = puoi entrare quando vuoi se in comode scarpiere disseminate per la casa. Se la casa è un mini appartamento non c’è la tappezzeria. Ci sono scarpiere. Ovunque. Rivestono i muri. E poi c’è il guardaroba di LEI. 134046 abiti, abitini, gonne, jeans, slippini, giacche, giacchette, giacchine… il tutto per primavera/estate, estate, estate piena, estate/autunno, autunno/inverno, inverno, inverno veramente freddo, inverno/primavera… e ringrazia Dio, maschio, che non esistono più le mezze stagioni. Tu maschio hai tre camicie, tre mutande, tre maglioni, tre paia di pantaloni, una giacca… e ti va già grassa che LEI non butta via la tua roba per fare spazio. E poi c’è il BEAUTY CASE! Tu uomo ti lavi solo ed esclusivamente per non minare i rapporti sociali oltre misura. Spazzolino, dentifricio sapone e basta… ti radi a secco con il coltello di Rambo perché altrimenti LEI non ha spazio per la sua roba. LEI ha la crema da notte, la crema da giorno, la crema da aperitivo, l’idratante corpo, l’idratante mani (e tu uomo non provare a chiedere… nemmeno a pensare che se una crema idrata il corpo idrata anche le mani… NON CI PROVARE… ti esponi al rischio di un trattato di quarantotto pagine redatto da LEI per insegnarti le differenze. E POI TI INTERROGA). Poi ci sono gli anticellulite (più o meno costosi man mano che si avvicina la prova costume), i 12 shampoo e i 24 bagnoschiuma, i 32 olii ed essenze per la vasca idromassaggio…e se non hai la vasca idromassaggio non farne notare l’assenza perché LEI non butta gli olii. TI FA COMPRARE LA VASCA IDROMASSAGGIO. Non hai spazio? Ti butta le camicie e la fa installare nell’unico cassetto che hai! Ora maschio. L’unico spazio che sei riuscito a prenderti in casa è quello deltelevisore da 15.000,00 pollici. Un cinema in salotto! Scuola = se manchi se ne accorgono tutti, soprattutto i prof Univ = se manchi non frega niente a nessuno Scuola = sei interrogato spesso Univ = se ti va bene ti interrogano solo qualche volta l’anno, e solo quando lo decidi tu Scuola = se un’interrogazione ti va male recuperi la volta successiva (di solito al più presto) Univ = se un’inerrogazione ti va male recuperi la volta successiva (tra sei mesi se ti va bene) Scuola = i compagni ti fanno copiare e ti aiutano Univ = i compagni non solo non ti fanno copiare, ma fanno anche ostruzionismo Scuola = comincia l’età delle cazzate Univ = l’età delle cazzate sta per finire Scuola = se vai a scuola guidando la macchina sei il più figo della scuola Univ = se vai a lezione con la macchina il tuo unico risultato è che farai cento giri a vuoto per il posteggio Scuola = se non hai ancora trombato sei normale Univ = sei non ancora hai trombato sei un emarginato totale Scuola = ti lamenti che i prof ti mettono sul naso Univ = succede sul serio Scuola = di solito dopo cinque anni passi al grado successivo(università) Univ = di solito dopo cinque anni non hai ancora nessuna aspettativa Scuola = se litighi col prof magari sei perdonato Univ = se litighi col prof meglio cambiare facoltà Ti credi salvo? Ti credi felice? Ti credi padrone inconScuola = quando hai finito puoi andare all’università trastato della TUA televisione e del TUO telecomando? Univ = ma quando finirai? Peccato. Peccato davvero. Perché questa sera c’è il Dr. House/ Elisa di Rivombrosa/ La figlia di Elisa/ La cugina di Elisa che si fa il Dr. House… IL TELECOMANDO E’ SUOOOOOO!!!! 31 H U M O R MUSEO DELLE CURIOSITA’ /2 H U M O R • È impossibile leccarsi il gomito. • Un coccodrillo non può tirare fuori la lingua. • I maiali non possono fisicamente guardare il cielo. • Gli elefanti sono gli unici animali del creato che non possono saltare (per fortuna). • È impossibile starnutire con gli occhi aperti. • L’accendino è stato inventato prima dei fiammiferi. • Una persona normale ride circa 15 volte al giorno. • Babbo Natale in origine era verde. È stata infatti la Coca Cola nel 1931, con la sua pubblicità a cambiare il colore di Babbo Natale da verde a rosso, che è il colore del suo marchio. • Ogni re delle carte rappresenta un grande re della storia: Picche: Re David; Fiori: Alessandro Magno; Cuori: Carlo Magno; Quadri: Giulio Cesare. • In una statua equestre solitamente se il cavallo ha due zampe per aria, la persona sul suo dorso è morta in combattimento, se il cavallo ha una delle zampe anteriori alzate, la persona è morta in seguito ad una ferita inferta in combattimento, se il cavallo ha le quattro zampe per terra, la persona è morta per cause naturali. • Il nome Jeep viene dall’abbreviazione usata nell’esercito americano per le auto ‘General Purpose’, cioè G.P. pronunciato in inglese. • La parola cimitero proviene dal greco koimetirion che significa: dormitorio. • Nell’antica Inghilterra la gente non poteva fare sesso senza il consenso del Re (a meno che non si trattasse di un membro della famiglia reale). Quando la gente voleva un figlio doveva chiedere il permesso al Re, il quale consegnava una targhetta che dovevano appendere fuori dalla porta mentre avevano rapporti. La targhetta diceva Fornication Under Consent of the King (F.U.C.K.). Questa è l’origine della parola. • Durante la guerra di secessione, quando tornavano le truppe ai loro quartieri senza avere nessun cadu- to, scrivevano su una grande lavagna 0 Killed (zero morti). Da qui proviene l’espressione O.K. per dire tutto bene. • Nel Nuovo Testamento nel libro di San Matteo si dice che è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago piuttosto che un ricco entri nel Regno dei Cieli. Il problema è che san Geronimo, il traduttore del testo, interpretó la parola Kamelos come cammello, quando in realtà in greco Kamelos è quel cavo d’ormeggio utilizzato per legare le barche ai moli. In definitiva il senso della frase è lo stesso ma quale vi sembra più coerente? • Quando i conquistatori inglesi arrivarono in Australia, si spaventarono nel vedere degli strani animali che facevano salti incredibili. Chiamarono immediatamente uno del luogo (gli indigeni australiani erano estremamente pacifici) e cercarono di fare domande con i gesti. Sentendo che l’indigeno diceva sempre Kan Ghu Ru adottarono il vocabolo inglese kangaroo(canguro). I linguisti determinarono dopo ricerche che il significato di quello che gli indigeni volevano dire era “Non vi capisco”. • Moltiplicando 111.111.111 x 111.111.111 si ottiene 12.345.678.987.654.321 (naturalmente potete controllare). • L’ 80% di quelli che hanno letto questo articolo hanno provato a leccarsi il gomito!! CARICATURA DI MICHELE BOLZANI 32 Prof.ssa Rebustini ABREVICURC NB: le soluzioni orizzontali vanno inserite da destra a sinistra e le verticali dal basso in alto E N I G M I S T I C A 33 1-molta, abbondante 2-strada cittadina 3-pagine (abbreviazione) 4-“abiti” per francescani 5-mare senza vocali 6-gabbia per polli 8-grande stato nel cuore dell’Europa 9-avverso, nemico, con intenzioni non benevole 10-articolo determinativo 11-soffoca le grandi città 12-la lascia il piede o la zampa 13-tentacolare essere marino 14articolo indeterminativo 15-la tecnica o scienza dell’amministrazione di una collettività 16-articolo determinativo 19-andata… in poesia 21-un fiume russo 23-apertura nel pavimento o nel soffitto 24-branca della matematica che studia superfici e volumi 25-cavallo… senza la fortificazione romana 26-cosparso di punte 27-lo scandalo che costrinse Nixon a dimettersi 29-considerare di poco conto, svalutare 32-sorella di un genitore 32a-come… inglese 35-articolo e pronome 37-a capo di una monarchia 41-prima di “là” quando si salta 42-diritta, in verticale 43-preparare il terreno per la semina 44-risentita, per un torto o un’espressione negativa 45-così si chiama anche il jolly 46-Conferenza Episcopale Italiana 47-le hanno i maschi dei ruminanti… e anche certi coniugi 49-ingresso di uno stabile 51-corso d’acqua 52-moneta indiana 55-una tinta… mimetica (senza H) 56-l’uomo romano da cui deriva l’aggettivo “virile” 57-ha tre colori ma non è una bandiera 58-onorevole in breve 59-un personaggio “spaziale” di Walt Disney 60-metà di otto 61-un superalcolico 63-femmina che fa le uova 67-siero che si forma a seguito di un’infezione 70-il più famoso tra i segnali Morse 71-caldo umido opprimente 72-apertura, orifizio, passaggio 76-il malvagio protagonista di uno dei primi romanzi di Stephen King 77-prefisso che significa “uguale”, “il medesimo” 79-carnivoro africano che si nutre spesso di carogne 80-trampoliere e mezzo per sollevare pesi 81-un saluto degli antichi Romani 82-capoluogo regionale nel nord dell’Afghanistan 83- privi di un occhio o comunque di una consistente percentuale della capacità visiva 84-un sito su Internet 87-a corto di fiato, senza resistenza allo sforzo 88-avverbio di tempo 89-un lago del nord Italia 93-ordine di fermarsi 94-un comando al Pc per configurare 96-destini 98strumento musicale a fiato 99-pianta da cui si ricava una fibra per fare tessuti 101-una taglia piccola 102-le Nazioni Unite nella sigla in inglese 103-capoluogo lombardo situato sull’omonimo lago 105-il soprannome…“de oro” di Maradona 107-ordigno antiuomo e anticarro 108-preposizione… che moltiplica 110-“o” in poesia 111-è fatto di games e ce n’è più d’uno in un match 112-congiunzione ipotetica 113-prima degli… “altri” 115-un tipo di linea che collega più Pc 116-prima persona presente di sapere 117-un formato di file per immagini 118-uno dei ceppi etnici degli zingari 120-si dice nel tennis quando la palla colpisce e supera la rete nella battuta 122metà orma 123-metallo prezioso 125- le vocali di zia 126-particella pronominale 128-preposizione… che innalza 130- non è “off” 131-dà il nome alla Pianura Padana 132-nemmeno VERTICALI 2-guidava il cocchio nelle corse dell’antica Roma 7-un re shakespeariano 11-una breve scena comica 13-zingaro 17-seguirono la cometa 18-Aeronautica Italiana 20si possono muovere… ma di solito stanno fermi 22-scuri, tenebrosi, molto tristi 24-vi vive il leone 26-incapace 28-solitario…come il colle di Leopardi 30-pronome personale maschile 31-Club Alpino Italiano 32-uomo politico di rilievo 33-un nucleo speciale dei Carabinieri 34-albergo 36-Terni nelle vecchie sigle 38-prefisso che significa “un’altra volta”, “di nuovo” 39-malattia dei bronchi 40-ruminanti africani 43-preparare con ordine e logica 46-case di galline 48-vocali in mole 50-tre a rovescio 51-piccolo difetto… sulla pelle 52-stritola le sue prede 53-preposizione articolata 54-l’ultimo capo dei Galli che si arrese a Cesare e ne ornò il trionfo a Roma 60lo stop di Formula Uno o… il tacchino mantovano 61- 62-un legume 64-il Gebel capo arabo che pose per primo piede nella penisola iberica e diede il nome a Gibilterra 65-in rostro e in roccia 66-il… contrario di stop 67-i nostri … CSI 68-religioso francescano 69-recipiente russo per bollire l’acqua del tè 71-grosso palmipede… dal buon fegato 73-guida carismatica, maestro spirituale 74-la vecchia targa della vecchia Girgenti 75-immagine… catturata 78-capitale dell’Arabia Saudita 81-Pescara nelle vecchie targhe 83-felici e contenti 85-un moschettiere di Dumas 86-è arrivata prima della decima 88-un dio egizio 90-tassa sulle prestazioni e sulle merci 91-ce l’abbiamo sempre e solo quando c’è luce 92-un numero sacro e consueto nella nostra esperienza 94-un tipo di magistrato 95-ciò contro cui si ferma l’acqua di qualsiasi bacino o corso d’acqua 97-sostanza corporea molto amara 99-nome del duca normanno che conquistò l’Inghilterra 100-antiquato e sorpassato 102-negazione 104nome del Teocoli uomo di spettacolo 106-ente radiotelevisivo pubblico 109-voce del verbo avere 110-il vero nome di Tamerlano 112-accompagna l’influenza 113-meglio che funzionino quando si è in discesa 114-parola che ha lo stesso suono ma diverso significato 119-sostiene sepali e petali 121-grossi mammiferi onnivori 124-un codice di sicurezza 125-la culpa che si recita 127-nome di donna 128-la sigla del rame 129-i tipici contadini messicani 133-la …. fine del semaforo 134-un “cugino” dello struzzo 135-si usano sulla neve 136-titolo nobiliare generico 137-così vengono chiamate le ragazze che eseguono esercizi per sostenere il tifo di una squadra ORIZZONTALI E N I G M I S T I C A 34 REBUS E N I G M I S T I C A 35 E N I G M I S T I C A 36 CRUCIREBUS NB: al posto delle immagini ci sono delle definizioni di cruciverba (S + va di fretta con le gambe in movimento) IL (lo dona chi è dell’AVIS) NEL (sigla di Lecce) (città lagunare senza la sorella della mamma) (6,2,6,5,4) (coprono ma non nascondono) E (la femmina dell’anfibio più grande d’Europa) G (noleggio) (7,8) (religiose) (si fanno con le corde) SPI (cerimonia) (5,2,7) (si accende per scaldarsi) (sigla di Torino) D (si mette al dito, ma con una G in più) (7,1,7) (scopi) (sovrano) IN (micia) (scura, detto di una stanza o della notte) (6,2,8) (grandi navigatori dell’antichità, meno CI) (non è un aereo ma vola, meno ELI) (fiore dal gambo spinoso) (11,4) (arte venatoria) (sigla di Torino) (apri la bocca perché sei contento) (cintura) (pronome personale maschile plurale) (10,2,9) DIS (corpo celeste) (rimbalza nelle valli) (li si dà a quelli che nascono) (sigla di Como) (8,9) SIN (servono per le candele) (gioia, gaudio, stato di benessere) (grossi fratelli della mamma) (7,13) (grandi guardaroba) LLO (uno dei punti cardinali) (abitante del Nuovo Mondo) (9,12) (usi uno dei sensi) (hanno compiuto grandi gesta) N (strumento) (c’è quello dei periti, dei medici, degli avvocati…) SCO (8,2,5,2,5) (Dei familiari degli antichi romani) (gira dall’altra parte) DI (antica città del Peloponneso) (sigla di Como) (2,7,2,8) (agente al servizio della CIA o di altri enti analoghi) (non lo è senza sudditi) DAL (foro) D (pronome personale femminile) (tiene riparati fiori e piante) (chiude con un tappo) 37 E N I G M I S T I C A (6,3,4,5,9) (contrario di dopo) (anello nuziale) PE (ce ne sono ancora molte in Lapponia) (9,7) ILG (azione, comportamento) (piccoli ruminanti domestici meno I) (parte della nave dove si colloca il carico) LI (2,5,3,3,7) (pesi) (attività motoria fatta prevalentemente per divertimento, solitamente a suon di musica) (uscio) TAA (tre volte) (ordigni militari antiuomo, anticarro ecc.) (pianta arborea dalle foglie lunghe e flessibili, più una I) (cervello, intelletto) (10,7,1,7,11) SOLUZIONI Soluzione del cruciverba del numero precedente E N I G M I S T I C A Soluzioni dei rebus del numero precedente silenzi A tori pera RMI dà fuoco = silenziatori per armi da fuoco C anno nate mici DI ali = cannonate micidiali vele NO fulmina N te = veleno fulminante trattori AIN colli NA = trattoria in collina va lenti no R ossi = Valentino Rossi pia No forte A code = pianoforte a code BI vacca re ALL aperto = bivaccare all’aperto botte GADI salumi ERE = bottega di salumiere freddo AS sassi NOAS soldato Perù CCIDE re = freddo assassino assoldato per uccidere per favo re IM para LE miele Z ioni = per favore impara le mie lezioni vestito rima Stone LL arma dio = vestito rimasto nell’armadio Soluzioni dei rebus di questo numero Sedere Al vola N te = sedere al volante Colli mare PER fetta mente = collimare perefettamente 38 Mini ST rose NZA porta fogli = ministro senza portafogli S chele trono NU mano = scheletro non umano Ammiraglio pero SIL avo Ra tori = ammira gli operosi lavoratori F orca pere SEGUI re LA sente NZA = forca per eseguire la sentenza L elicottero preci pitone LL ago DI mezzo = l’elicottero precipitò nel Lago di Mezzo Parche G giostra pie nodi auto carri = parcheggio strapieno di autocarri Nonno mina re IL suono ME = non nominare il suo nome LO stan becco S alta perle monta GNE = lo stambecco salta per le montagne Sentinella viale squadre dei bersagli eriche AR riva NO = senti nella via le squadre dei bersaglieri che arrivano Soluzioni dei crucirebus di questo numero S corre IL sangue NEL Le Vene(zia) = Scorre il sangue nelle vene Veli E rospa G nolo = Veliero spagnolo Pie nodi SPI rito = Pieno di spirito Stufa To D aGnello = Stufato d’agnello Fini re IN gatta buia = Finire in gattabuia Feni(ci) (eli)cottero rosa = Fenicottero rosa Caccia To ridi cinghia li = Cacciatori di cinghiali DIS astro eco nomi Co = Disastro economico SIN cere felicità zioni = Sincere felicitazioni Armadi LLO sud americano = Armadillo sudamericano Senti eroi N mezzo albo SCO = Sentiero in mezzo al bosco Lari volta DI Sparta Co = La rivolta di Spartaco Spia re DAL buco D ella serra tura = Spiare dal buco della serratura Prima vera PE renne = Primavera perenne ILG atto con(i)gli stiva LI = Il gatto con gli stivali Gravi danza porta TAA ter mine felIce mente = Gravidanza portata a termine felicemente Soluzione del cruciverba di questo numero 39 E N I G M I S T I C A PHOTOGALLERY