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La storia di un uomo che con la sua azienda ha scritto pagine di grande rilievo socioeconomico per il
nostro territorio
Bursese, l’imprenditore umanista
01/06/2011 Incontro Giuseppe Bursese, fondatore del Gruppo Logistico
LDI, nel Polo Logistico di Santa Palomba di proprietà del suo
gruppo. Mi colpisce subito il suo studio, una scrivania
spartana, senza una postazione computer e tutto intorno
opere d’arte. Mi incuriosisce molto questo imprenditore di
successo, uno dei leader nazionali della logistica, che sul
nostro territorio ha creato dal nulla la sua azienda. Gli chiedo
Una veduta aerea del polo logistico di subito come è arrivato a Pomezia e lui risponde così: “Sono
Santa Palomba
nato a Mileto in Calabria e mi sono trasferito a sei anni nel
1945 a Sesto San Giovanni con la mia famiglia. Ho iniziato a
lavorare giovanissimo nel trasporto con la società milanese Sart e successivamente con la Lorini. Nel
1970 la Lorini aprì una propria sede a Pomezia per servire un suo importante cliente che aveva
insediato lì una sua azienda e mi chiese di trasferirmi nella nuova sede. Accettai con piacere perché
mi avevano detto che in questa città, grazie alla Cassa per il Mezzogiorno, si stava creando un
importante polo industriale e quindi avvertii che anche per me vi potevano essere nuove opportunità
di lavoro. Come avevo immaginato il nuovo polo industriale aveva bisogno anche di efficienti
strutture di servizi e nel 1979 ho deciso di iniziare una mia attività ed insieme a mia moglie Cristina
fondammo la Laziale Distribuzione. E’ stato poi un continuo crescere e nel 2008 abbiamo aperto il
nuovo stabilimento di Santa Palomba e trasferito gli uffici nella nuova struttura. Attualmente
direttore generale del Gruppo Logistico LDI è mio figlio Alessandro che con mio grande orgoglio ha
voluto seguire l’attività familiare. Mia moglie Cristina mantiene un ruolo importante perché è
responsabile della parte amministrativa dell’azienda”.
- Come mai sulla sua scrivania non vedo un computer?
“Non uso il computer né il telefonino, non perché sono all’antica, anzi per natura guardo sempre
avanti. Non utilizzo queste tecnologie perché ho un mio modo di vivere e non voglio cambiare.
Quando sono in azienda sono a disposizione di tutti, quando la lascio, stacco la spina ed in auto
metto musica classica. E’ un mio modo di essere, mi piace l’arte e sono convinto che la cultura
umanistica apre la mente e ti migliora la qualità della vita”.
- Come si è trovato a Pomezia?
“In generale bene. Vi ho anche abitato per un certo periodo ed ho tanti amici. Sono legato a Pomezia
perché in questa città ho potuto realizzarmi come imprenditore”.
- Quali sono le difficoltà che si incontrano a Pomezia?
“In generale la città avrebbe bisogno di servizi migliori. Penso soprattutto alla viabilità in cui
necessitano interventi di messa in sicurezza. Da anni mi sto interessando affinché venga sistemato
l’incrocio tra via Ardeatina e via dei Castelli Romani. E’ un punto nevralgico dell’area industriale,
molto pericoloso e dove avvengono continui incidenti, basterebbe poco per eliminare i pericoli,
eppure nessuno ti ascolta. L’Amministrazione comunale dovrebbe favorire gli insediamenti industriali
eppure tante volte vengono messi ostacoli. Pensi che siamo costretti a pagare una Tarsu molto
costosa rispetto ad altre realtà, questo perché nel computo vengono conteggiati anche i capannoni
che praticamente non smaltiscono nulla perché i nostri rifiuti sono tutti speciali e paghiamo apposite
società specializzate per il loro smaltimento. Noi riteniamo più che giusto pagare la Tarsu sugli uffici
ma non è possibile che dobbiamo pagare anche per i capannoni. Questo porta ad un aumento
complessivi dei costi che non ci rende poi competitivi sul mercato”.
- Pomezia in questi ultimi anni si sta sempre più caratterizzando per una grande presenza di aziende
che operano nel settore della logistica. E’ questo il suo futuro?
“Sicuramente è un obiettivo da perseguire ed in questo sto collaborando con la struttura comunale
dell’Area Vasta, che è diretta dal dottor Giancotti, dirigente delle Attività Produttive del Comune di
Pomezia, e che comprende 18 Comuni. Obiettivo è quello di predisporre una pianificazione dei servizi
logistici sia a Pomezia ma anche negli altri Comuni facenti parte dell’Area Vasta. Il Comune di
Pomezia si è impegnato a costituire un gruppo di lavoro formato da esperti e coordinato dal direttore
generale dottor Gerosa, esperto del settore. Da parte mia coinvolgerò la Federlazio e il CNA e tutti
insieme predisporremo una bozza di piano strategico della logistica nell’Area Vasta pometina”.
- Quale è l’obiettivo?
“La logistica da tempo non è più quella dei depositi e degli spostamenti merci ma è essenzialmente
un servizio alle imprese interessando le loro attività produttive. Quindi una logistica che sta portando
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da tempo l’insediamento a Pomezia di grandi aziende nazionali ed internazionali del settore. In
questo processo va costruito un polo logistico dinamico che dovrà essere realizzato sull’asse
ferroviario Santa Palomba-Campoleone-Latina e su un polo di trasporto e di stoccaggio per un
insediamento di circa 400 ettari che dovrà coinvolgere i Comuni dell’Area Vasta”.
- Quindi l’occupazione del futuro sul nostro territorio sarà in questo settore?
“Certamente. Un dato per tutti, nei paesi Europei a vocazione logistica, da anni, i servizi sono ai
primi posti come industria, vedi Olanda, Inghilterra, Germania. In quest’ultima nazione i servizi a
valore aggiunto come intermodalità e logistica rappresentano il secondo settore nell’economia del
paese, con un’occupazione di circa 6 milioni di persone. Quindi, va da sé che il nostro obiettivo,
come territorio, deve essere prevalentemente rivolto ai servizi, per rendere competitive le nostre
aziende e creare occupazione.
Già ora abbiamo difficoltà a reperire personale specializzato. Per quel che riguarda la mia azienda
fino ad oggi abbiamo formato noi i nostri dipendenti perché sono la vera nostra grande risorsa. Ma è
chiaro che bisogna che il Comune di Pomezia si attivi per creare corsi specialistici presso il suo Polo
Universitario per un settore dove sul territorio vi è una richiesta di personale”.
Bursese mi porta poi a visitare il Polo Logistico. Prima vediamo gli uffici e conosco il dottor
Alessandro, che è al lavoro davanti al computer. E’ la seconda generazione dei Bursese che sta lì al
chiodo a lavorare ed il padre, si vede, è orgoglioso di questo figlio che si è guadagnato sul campo i
gradi di dirigente dell’azienda. Andiamo poi a visitare il cuore dell’azienda, il CED interno che opera
con la tecnologia CISCO che controlla centralmente la videofonia su IP tramite gli Unified
Communications Manager e la radiofrequenza (per l’uso dei lettori laser palmari o dei cellulari come
interni telefonici) tramite AP sotto Wireless Lan Controller. Tutte le sedi remote sono a loro volta
doppiamente collegate con tecnologia DMVPN. La tecnologia del CED consente di soddisfare ogni
esigenza aziendale attraverso l’adozione delle più recenti tecnologie sia hardware che software.
Questo permette ai clienti di entrare in tempo reale nel sistema e accedere ad informazioni. Usciamo
dalla palazzina uffici e ci incamminiamo nei bellissimi viali che lui mi racconta percorrere la mattina
in bicicletta per raggiungere i vari settori del Polo. Una volta l’area era tutta di proprietà dell’IBM, poi
nel 2006 la grande sfida dei Bursese con un investimento di 60 milioni di euro per la realizzazione
del Polo Logistico di Santa Palomba che ha una struttura di 80.000 metri quadrati coperti, immersi in
ampi spazi e tutto intorno la dolcezza della campagna romana interrotta sullo sfondo dai Castelli
Romani. Entriamo in uno dei settori ed anche uno come me che non capisce molto di logistica si
accorge che vi è una grande organizzazione, funzionalità ed alta professionalità. Vedo che vi è una
alta tecnologia al servizio di un grande lavoro di squadra svolto da addetti che operano con
metodicità e tranquillità.
E’ evidente che vi è un giusto equilibrio tra tecnologia e qualità della vita degli addetti. Io ero
rimasto alla logistica intesa come trasporto merci e Bursese mi spiega che è ben altro. Il settore in
cui siamo entrati è quello dedicato alla fashion in cui arriva il materiale direttamente dalle aziende e
viene sistemato su una scaffalatura multipiano automatizzata. Tutto avviene attraverso una gestione
informatizzata del magazzino che procede alla ricezione dei prodotti, alla gestione degli ordini e delle
rese, alla spedizione nelle sedi richieste dal cliente. Mi spiega Bursese che vi è una completa
integrazione informatica tra il sistema di gestione del cliente e quello del magazzino con
aggiornamento in tempo reale dei dati di movimentazione in entrata ed in uscita.
Ora incomincio a capire che il Polo Logistico è in effetti l’anello di congiunzione tra il produttore ed i
punti vendita finali.
L’organizzazione del Polo Logistico permette al produttore di avere in tempo reale accesso alle
informazioni relative alle vendite, ordini e scorte e di conseguenza questa pianificazione
strettamente coordinata favorisce flessibilità, rapidità di risposte alle variazioni della domanda e
variabilizzazione dei costi (non più costi fissi ma costi che variano a seconda delle vendite - questo è
il successo per un’azienda che crede nell’outsourcing). Ne sono ammirato, spesso non ci rendiamo
conto, noi che viviamo in questa città, dell’alta tecnologia presente nelle nostre aziende.
Ci lasciamo davanti agli uffici e Bursese mi dice che fin da quando si sono lanciati in questa impresa
del nuovo Polo Logistico di Santa Palomba hanno avuto come obiettivo principale non solo quello di
essere al passo con le nuove esigenze della logistica ma anche quello di contribuire allo sviluppo del
nostro territorio.
“Il nostro obiettivo - mi sottolinea Bursese - non è solo quello di far crescere la nostra azienda e
quindi di dare occupazione ma è anche quello di creare valore e di accrescere nei nostri concittadini
fiducia e senso di appartenenza alla propria città e rappresentare un elemento di aggregazione e
stabilità sul territorio e nel nostro settore”.
Autore:
Antonio Sessa
22/06/2011 10.31