PERICOLI DEL TEMPO ESTIVO: I TEMPORALI E LA RADIAZIONE

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PERICOLI DEL TEMPO ESTIVO: I TEMPORALI E LA RADIAZIONE
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TERRA TRENTINA
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oggi utilizzate sono a disposizione in azienda anche per i clienti
che volessero prenderne visione ed il rispetto della loro applicazione è verificato periodicamente dall’Agenzia per la garanzia della qualità, organismo di
certificazione dell’Istituto agrario
di S. Michele all’Adige”.
Come è avvenuta la certifi•
cazione?
“È stata svolta una preverifica nello scorso mese di marzo, voluta
dal sottoscritto e dal nostro consulente per accertare che tutto
fosse stato predisposto in maniera conforme. Successivamente è
stata effettuata la visita vera e
propria con una supervisione da
parte degli Ispettori che hanno
valutato il nostro operato. A noi
è sembrato in quel momento
quasi un esame, ma sono certo
che nelle successive visite di sorveglianza, diventerà un effettivo
momento di analisi e di individuazione di eventuali carenze
gestionali”.
È stato oneroso certificarsi?
“Il maggior onere, come detto
prima, è stato quello in termini
di tempo e di impegni familiari,
per riunioni ed incontri. Il costo
reale per la certificazione, può
apparire oneroso, ma in questa
spesa concorre la Provincia Autonoma di Trento, concedendo
un contributo a fondo perduto
alle aziende che intendono conseguire questo riconoscimento”.
Prospettive future?
“È difficile dire, molto dipenderà da come la certificazione verrà percepita dai clienti e da come
noi riusciremo a sostenerla. Ritengo comunque che il ritorno
in termini di maggiore fiducia ed
affidabilità della nostra azienda
sul mercato darà sicuramente dei
buoni risultati, considerando soprattutto che siamo stati i primi
a farlo. Per noi comunque una
bella soddisfazione”.
La conoscenza serve per evitare il pericolo e fugare false credenze
RICERCA•METEO
•
conto che presto avrò anche la
collaborazione di mio figlio che
sta conseguendo il diploma di
perito agrario, ho ritenuto opportuno approfondire l’argomento,
per conoscere le reali prospettive derivanti dall’applicazione del
sistema di qualità”.
Quali documenti avete predisposto e in cosa consiste il
percorso formativo?
“Per ogni attività svolta presso la
troticoltura abbiamo predisposto
un’istruzione operativa ove sono
riportate responsabilità, modalità operative, controlli da svolgere. Nei vari incontri con i consulenti, che si sono tenuti durante
tutto il periodo di preparazione,
durato oltre un anno, abbiamo
dovuto analizzare quanto fatto,
confrontarci, individuare i possibili punti critici e verificare i margini di miglioramento. Preliminarmente sono stati presi in esame i
documenti da predisporre in
base alla normativa ISO 9000, e
successivamente tali documenti
sono stati redatti. Oltre alle Istruzioni di lavoro, abbiamo predisposto una serie di moduli e registri ove ciascuno di noi deve
annotare ogni operazione svolta
(trattamenti sanitari, disinfezioni,
trasferimenti, selezioni ecc) per
il successivo controllo. I moduli
sono stati predisposti in maniera
chiara, comprensibile e soprattutto compilabili in modo da sottrarre il minor tempo possibile
alle normali attività quotidiane.
Il percorso formativo non è fatto
solo di documenti, ma significa
acquisire coscienza della necessità di disporre di parametri di
controllo e metodologie di verifica”.
Cosa comporta l’applicazione del sistema di qualità?
“Abbiano voluto fornire ai clienti ulteriori garanzie, date, oltre
che dalla serietà del nostro lavoro, anche attraverso regole scritte e rispettate da tutti gli addetti.
La certificazione ISO 9000, in sostanza, ti obbliga a codificare
queste regole di lavoro. Le procedure ed istruzioni di lavoro,
PERICOLI DEL TEMPO ESTIVO:
I TEMPORALI E
LA RADIAZIONE SOLARE
L’argomento interessa
non solo gli agricoltori
che lavorano
per molte ore o periodi
a cielo aperto, ma
anche a chi si trova
esposto alle intemperie
e alla luce del sole
per altro tipo di lavoro
o più semplicemente
per diporto
(ferie, escursioni, ecc.)
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Andrea Piazza
e Roberto Barbiero
Meteotrentino
S
enza dubbio i pericoli
più evidenti del tempo
meteorologico durante
l’estate sono legati ai temporali.
Le piogge intense, spesso accompagnate da raffiche di vento, da grandinate e da fulmini
possono avere infatti conseguenze gravi sulle attività umane. Se
il più delle volte un temporale
rovina soltanto un’escursione in
montagna, può succedere invece che gli eventi meteorologici
siano così intensi da provocare
danni ingenti all’agricoltura, alle
abitazioni, alle strade e spesso
anche provocando la perdita di
vite umane.
Proviamo allora a capire cosa si
nasconde dietro questi fenomeni della natura tanto affascinanti
e attesi quando fa troppo caldo
quanto alle volte estremamente
violenti.
Cos’è un temporale
Il temporale è un fenomeno convettivo intenso accompagnato
da forti raffiche di vento, precipitazioni intense anche a carattere grandinigeno e da scariche
elettriche (fulmini). I temporali si possono classificare in
tre tipi principali: di calore,
orografici e frontali.
I temporali di calore si svilup-
pano quando l’atmosfera si trova in condizioni di instabilità
condizionata al raggiungimento
di una certa temperatura in prossimità del suolo. Sono più probabili nella stagione calda, in
montagna ed al pomeriggio sera.
Sulle Alpi sono molto frequenti
nel periodo estivo, circa un giorno su due, mentre nel periodo
primaverile sono più probabili
sulle Prealpi in quanto sulle Alpi
ancora innevate è più difficile
raggiungere al suolo le temperature di innesco.
I temporali orografici si innescano quando il flusso negli strati
medio bassi dell’atmosfera co-
TERRA TRENTINA
INTERVISTA
“No, nessuno, però sono venuto
a conoscenza che in tutti i settori
produttivi molte aziende hanno
ottenuto questo riconoscimento,
traendone concreti vantaggi per
una migliore organizzazione produttiva”.
Come è nata l’idea della
certificazione?
“L’idea è nata su proposta del nostro consulente, ma soprattutto
dalla convinzione che si debba
sempre aspirare a qualcosa di più
qualificante, anche se la nostra
attività era già ben apprezzata.
Volendo però dare un nuovo impulso alla nostra attività, tenuto
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In ogni caso se durante un escursione o un’attività all’aperto si
osservano uno o più dei seguenti fenomeni lo sviluppo dei temporali è più probabile:
se il cielo tende a scurirsi;
se già al primo mattino si formano delle nuvole molto sviluppate verticalmente;
se la pressione cala ;
se persiste o aumenta la foschia;
se è afoso in valle.
Si deve inoltre tenere presente
che i temporali hanno una vita
media di un’ora e che generalmente si spostano guidati dal
flusso in quota. In un luogo la
fase intensa dei temporali dura
mediamente meno di mezz’ora.
I fulmini costituiscono il pericolo maggiore dei temporali e
quindi di seguito vengono date
alcune nozioni e regole pratiche
di comportamento per ridurre la
probabilità di essere colpiti dai
fulmini.
•
•
della pressione o un leggero raffreddamento in quota possono
favorire lo sviluppo di temporali.
Si può prevedere
con certezza un temporale?
La previsione dei temporali è
molto difficile e spesso necessariamente generica. Prevedere
dove e quando si verificherà un
temporale è ancora impossibile. Ciò che si può prevedere è
se sono più o meno favoriti. Se
non vi sono passaggi frontali, la
pressione è alta, l’umidità bassa
e non vi sono altre cause forzanti come gocce fredde in quota i temporali non sono favoriti.
Tuttavia in queste condizioni l’irraggiamento è elevato e si possono sviluppare i temporali di
calore.
È sempre opportuno informarsi
consultando il bollettino meteo
aggiornato e svolgere le attività
all’aperto e soprattutto le escursioni in montagna preferibilmente al mattino, ovviamente se non
sono previsti temporali in tale
periodo della giornata.
•
•
•
Cos’è il fulmine?
Esistono tre tipi di fulmine:
tra nubi diverse, all’interno
della stessa nube e tra nube e
terra. Sono ovviamente solo
gli ultimi a essere pericolosi
per chi svolge attività all’aria
aperta.
I fulmini tra nube e terra sono il
modo in cui la terra riacquista
gli elettroni (cariche negative)
che vengono continuamente
“perse” col bel tempo. I fulmini
La “corrente
di passo” minima si verifica
toccando il terreno con un solo punto, mentre è maggiore
per chi sta camminando o per
i quadrupedi in
genere.
sono quindi principalmente negativi e cioè una enorme carica
negativa che solitamente si ammassa alla base della nube viene scaricata a terra in un tempo
brevissimo. Esistono tuttavia anche fulmini positivi i cui effetti
sono del tutto analoghi a quelli
dei fulmini negativi ma sono meno frequenti. Il fulmine avviene
quando l’aria non è più in grado di tenere separata dal suolo
l’enorme carica che si è ammassata alla base della nuvola.
Quando il campo elettrico al
suolo raggiunge valori così elevati i capelli tendono a sollevarsi e si sentono dei crepitii. Sui
comignoli e sugli angoli dei tetti
si possono vedere delle fiammelle azzurre chiamate fuochi di
Sant’Elmo. Quando si verificano questi fenomeni la probabilità che cada un fulmine è molto elevata. Un’altra curiosità: il
fulmine è più frequentemente
unico, ma non è raro che all’interno dello stesso canale cadano più fulmini in un tempo brevissimo.
Se si viene colpiti direttamente
dal fulmine, difficilmente si ha
possibilità di sopravvivere basti
guardare gli effetti che il fulmine ha sulle piante colpite. Il pericolo però sussiste anche quando il fulmine ci cade vicino. Infatti, contrariamente a quanto si
crede la corrente del fulmine
non entra direttamente nel terreno ma “galleggia” in superficie diminuendo la sua intensità
mano a mano che ci si allontana dal punto di caduta.
È fondamentale quindi toccare il terreno in un solo punto per ridurre la corrente di
passo ed è meglio camminare saltellando in modo da toccare il terreno sempre con
un piede solo. I bovini e gli
ovini, avendo le zampe anteriori molto distanti da quelle posteriori sono più facilmente vittime dei fulmini a causa della
corrente di passo. Poiché i qua-
drupedi risultano statisticamente più soggetti alla morte per fulminazione indiretta (corrente di
passo) si riteneva erroneamente che, specie le pecore, attirassero in modo particolare i fulmini. La corrente di passo può
essere sufficiente a provocare
arresto respiratorio o cardiaco
(più raro), bruciature della pelle e contrazioni involontarie dei
muscoli che possono indurre dei
bruschi movimenti incontrollati
o addirittura provocare delle fratture alle ossa. I fulmini possono
cadere ovunque. Ad esempio la
corda utilizzata dagli alpinisti per
le assicurazioni tra persone o al
cavo della ferrata possono essere pericolose specie se bagnate.
Quando il campo elettrico tra
nube e suolo è sufficientemente intenso anelli, collane, orecchini, braccialetti non attirano in
modo particolare i fulmini ma
possono eventualmente provocare bruciature: per questa ragione si riteneva erroneamente
che i monili attirassero i fulmini.
Una curiosità: i lampi del caldo,
cioè i bagliori che talvolta si osservano la notte senza sentire
alcun tuono, sono originati da
temporali anche a centinaia di
chilometri di distanza.
Cos’è il tuono?
Il tuono altro non è che l’onda
acustica generata dal repentino
innalzamento di temperatura
dovuto al fulmine. Si stima in
circa 30000 $C la temperatura
dell’aria attorno al fulmine.
La luce viaggia a 300.000.000
metri al secondo, mentre il suono si propaga nell’aria a circa
330 metri al secondo. Questa
grande differenza fa sì che si veda prima la scarica elettrica (il
fulmine) e solo successivamente si senta il rumore del tuono.
Facendo quindi un semplice
calcolo matematico, si osserva
che in circa tre secondi il rumore del tuono percorre approssimativamente 1 chilometro. È
quindi possibile calcolare la distanza di caduta di un fulmine
in base al tuono conteggiando i
secondi trascorsi da quando vediamo il fulmine fino al momento in cui udiamo il tuono. Basta
infatti dividere i secondi conteggiati per tre e il risultato ci darà
la distanza in Km da dove è caduto il fulmine rispetto al luogo
in cui ci troviamo ad effettuare
la misura.
5 regole da seguire
in presenza di temporali
Ecco alcune semplici regole di
comportamento da assumere in
caso di presenza di temporali
tratte dal sito Internet http://
www.lightningsafety.com
1. Avere sempre le idee chiare
su cosa fare se si verificherà un
temporale. Consultare le previsioni meteorologiche aggiornate. Appena vedete un fulmine o
sentite un tuono, mettete in atto
il vostro piano d’emergenza.
Seguire il vecchio motto trentino
“se toneza avanti piover sta nel
campo e non ti muover” è molto imprudente. Molto meglio seguire il motto americano “If you
can see it – flee it; if you can
hear it – clear it” se puoi vederlo (fulmine) sbrigati, se puoi sentirlo (tuono) fuggi. Infatti i lampi si vedono, specie di notte,
anche a decine di chilometri di
distanza mentre i tuoni si sentono fino a pochi chilometri.
2. Se vi trovate all’aperto… Andate subito in macchina coi finestrini completamente chiusi o
in un edificio con porte e finestre chiuse. Se ciò non è possibile, allontanatevi rapidamente
dalle cime e dalle creste della
montagna e dagli alberi isolati.
Evitate di stare negli spazi aperti, vicino ai tralicci e ai macchinari in generale. State accucciati coi
piedi uniti. Se ci sono tralicci o
cavi dell’alta tensione, si dovrebbe stare più al sicuro sotto i cavi,
ma lontano dai tralicci, accucciati
e con i piedi uniti. Il fulmine è
TERRA TRENTINA
TERRA TRENTINA
RICERCA•METEO
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stringe l’aria a sollevarsi per la
presenza delle montagne. Se l’atmosfera è instabile al di sopra
di una certa quota si potranno
sviluppare i temporali orografici.
I temporali frontali avvengono
invece in corrispondenza del
passaggio di un fronte prevalentemente di tipo freddo. Frequenti sono i temporali anche in corrispondenza dei fronti occlusi,
mentre più rari sono quelli in
corrispondenza dei fronti caldi.
I temporali frontali possono svilupparsi a qualunque ora del
giorno o della notte ed anche in
inverno.
Sul Trentino una delle cause più
frequenti che innescano i temporali è la cosiddetta goccia fredda in quota. Quando masse d’aria fredda arrivano sulle Alpi dai
quadranti settentrionali vengono, almeno in un primo tempo,
arginate dalle Alpi stesse sui versanti settentrionali nei bassi strati,
mentre in quota si osserva un
raffreddamento che innesca lo
sviluppo dei temporali. I temporali sono potenzialmente tanto più pericolosi e violenti quanto più alta è la temperatura e
l’umidità negli strati bassi dell’atmosfera. Sulle Alpi quando l’atmosfera è molto instabile il cielo si annuvola già in mattinata e
si verificano frequenti rovesci.
L’annuvolamento mattutino non
permette di raggiungere temperature molto elevate e quindi gli
eventuali temporali non dovrebbero essere particolarmente intensi.
La situazione più pericolosa si
ha invece dopo un periodo prolungato di bel tempo che ha
permesso di raggiungere temperature elevate nei bassi strati ed
il ristagno di umidità. Quando
si verificano queste condizioni
il pericolo dei temporali è elevato anche perché non ci sono
segnali premonitori. Il cielo rimane prevalentemente sereno
fino a poco prima dello sviluppo dei temporali. Un lieve calo
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In ogni caso se durante un escursione o un’attività all’aperto si
osservano uno o più dei seguenti fenomeni lo sviluppo dei temporali è più probabile:
se il cielo tende a scurirsi;
se già al primo mattino si formano delle nuvole molto sviluppate verticalmente;
se la pressione cala ;
se persiste o aumenta la foschia;
se è afoso in valle.
Si deve inoltre tenere presente
che i temporali hanno una vita
media di un’ora e che generalmente si spostano guidati dal
flusso in quota. In un luogo la
fase intensa dei temporali dura
mediamente meno di mezz’ora.
I fulmini costituiscono il pericolo maggiore dei temporali e
quindi di seguito vengono date
alcune nozioni e regole pratiche
di comportamento per ridurre la
probabilità di essere colpiti dai
fulmini.
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della pressione o un leggero raffreddamento in quota possono
favorire lo sviluppo di temporali.
Si può prevedere
con certezza un temporale?
La previsione dei temporali è
molto difficile e spesso necessariamente generica. Prevedere
dove e quando si verificherà un
temporale è ancora impossibile. Ciò che si può prevedere è
se sono più o meno favoriti. Se
non vi sono passaggi frontali, la
pressione è alta, l’umidità bassa
e non vi sono altre cause forzanti come gocce fredde in quota i temporali non sono favoriti.
Tuttavia in queste condizioni l’irraggiamento è elevato e si possono sviluppare i temporali di
calore.
È sempre opportuno informarsi
consultando il bollettino meteo
aggiornato e svolgere le attività
all’aperto e soprattutto le escursioni in montagna preferibilmente al mattino, ovviamente se non
sono previsti temporali in tale
periodo della giornata.
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Cos’è il fulmine?
Esistono tre tipi di fulmine:
tra nubi diverse, all’interno
della stessa nube e tra nube e
terra. Sono ovviamente solo
gli ultimi a essere pericolosi
per chi svolge attività all’aria
aperta.
I fulmini tra nube e terra sono il
modo in cui la terra riacquista
gli elettroni (cariche negative)
che vengono continuamente
“perse” col bel tempo. I fulmini
La “corrente
di passo” minima si verifica
toccando il terreno con un solo punto, mentre è maggiore
per chi sta camminando o per
i quadrupedi in
genere.
sono quindi principalmente negativi e cioè una enorme carica
negativa che solitamente si ammassa alla base della nube viene scaricata a terra in un tempo
brevissimo. Esistono tuttavia anche fulmini positivi i cui effetti
sono del tutto analoghi a quelli
dei fulmini negativi ma sono meno frequenti. Il fulmine avviene
quando l’aria non è più in grado di tenere separata dal suolo
l’enorme carica che si è ammassata alla base della nuvola.
Quando il campo elettrico al
suolo raggiunge valori così elevati i capelli tendono a sollevarsi e si sentono dei crepitii. Sui
comignoli e sugli angoli dei tetti
si possono vedere delle fiammelle azzurre chiamate fuochi di
Sant’Elmo. Quando si verificano questi fenomeni la probabilità che cada un fulmine è molto elevata. Un’altra curiosità: il
fulmine è più frequentemente
unico, ma non è raro che all’interno dello stesso canale cadano più fulmini in un tempo brevissimo.
Se si viene colpiti direttamente
dal fulmine, difficilmente si ha
possibilità di sopravvivere basti
guardare gli effetti che il fulmine ha sulle piante colpite. Il pericolo però sussiste anche quando il fulmine ci cade vicino. Infatti, contrariamente a quanto si
crede la corrente del fulmine
non entra direttamente nel terreno ma “galleggia” in superficie diminuendo la sua intensità
mano a mano che ci si allontana dal punto di caduta.
È fondamentale quindi toccare il terreno in un solo punto per ridurre la corrente di
passo ed è meglio camminare saltellando in modo da toccare il terreno sempre con
un piede solo. I bovini e gli
ovini, avendo le zampe anteriori molto distanti da quelle posteriori sono più facilmente vittime dei fulmini a causa della
corrente di passo. Poiché i qua-
drupedi risultano statisticamente più soggetti alla morte per fulminazione indiretta (corrente di
passo) si riteneva erroneamente che, specie le pecore, attirassero in modo particolare i fulmini. La corrente di passo può
essere sufficiente a provocare
arresto respiratorio o cardiaco
(più raro), bruciature della pelle e contrazioni involontarie dei
muscoli che possono indurre dei
bruschi movimenti incontrollati
o addirittura provocare delle fratture alle ossa. I fulmini possono
cadere ovunque. Ad esempio la
corda utilizzata dagli alpinisti per
le assicurazioni tra persone o al
cavo della ferrata possono essere pericolose specie se bagnate.
Quando il campo elettrico tra
nube e suolo è sufficientemente intenso anelli, collane, orecchini, braccialetti non attirano in
modo particolare i fulmini ma
possono eventualmente provocare bruciature: per questa ragione si riteneva erroneamente
che i monili attirassero i fulmini.
Una curiosità: i lampi del caldo,
cioè i bagliori che talvolta si osservano la notte senza sentire
alcun tuono, sono originati da
temporali anche a centinaia di
chilometri di distanza.
Cos’è il tuono?
Il tuono altro non è che l’onda
acustica generata dal repentino
innalzamento di temperatura
dovuto al fulmine. Si stima in
circa 30000 $C la temperatura
dell’aria attorno al fulmine.
La luce viaggia a 300.000.000
metri al secondo, mentre il suono si propaga nell’aria a circa
330 metri al secondo. Questa
grande differenza fa sì che si veda prima la scarica elettrica (il
fulmine) e solo successivamente si senta il rumore del tuono.
Facendo quindi un semplice
calcolo matematico, si osserva
che in circa tre secondi il rumore del tuono percorre approssimativamente 1 chilometro. È
quindi possibile calcolare la distanza di caduta di un fulmine
in base al tuono conteggiando i
secondi trascorsi da quando vediamo il fulmine fino al momento in cui udiamo il tuono. Basta
infatti dividere i secondi conteggiati per tre e il risultato ci darà
la distanza in Km da dove è caduto il fulmine rispetto al luogo
in cui ci troviamo ad effettuare
la misura.
5 regole da seguire
in presenza di temporali
Ecco alcune semplici regole di
comportamento da assumere in
caso di presenza di temporali
tratte dal sito Internet http://
www.lightningsafety.com
1. Avere sempre le idee chiare
su cosa fare se si verificherà un
temporale. Consultare le previsioni meteorologiche aggiornate. Appena vedete un fulmine o
sentite un tuono, mettete in atto
il vostro piano d’emergenza.
Seguire il vecchio motto trentino
“se toneza avanti piover sta nel
campo e non ti muover” è molto imprudente. Molto meglio seguire il motto americano “If you
can see it – flee it; if you can
hear it – clear it” se puoi vederlo (fulmine) sbrigati, se puoi sentirlo (tuono) fuggi. Infatti i lampi si vedono, specie di notte,
anche a decine di chilometri di
distanza mentre i tuoni si sentono fino a pochi chilometri.
2. Se vi trovate all’aperto… Andate subito in macchina coi finestrini completamente chiusi o
in un edificio con porte e finestre chiuse. Se ciò non è possibile, allontanatevi rapidamente
dalle cime e dalle creste della
montagna e dagli alberi isolati.
Evitate di stare negli spazi aperti, vicino ai tralicci e ai macchinari in generale. State accucciati coi
piedi uniti. Se ci sono tralicci o
cavi dell’alta tensione, si dovrebbe stare più al sicuro sotto i cavi,
ma lontano dai tralicci, accucciati
e con i piedi uniti. Il fulmine è
TERRA TRENTINA
TERRA TRENTINA
RICERCA•METEO
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stringe l’aria a sollevarsi per la
presenza delle montagne. Se l’atmosfera è instabile al di sopra
di una certa quota si potranno
sviluppare i temporali orografici.
I temporali frontali avvengono
invece in corrispondenza del
passaggio di un fronte prevalentemente di tipo freddo. Frequenti sono i temporali anche in corrispondenza dei fronti occlusi,
mentre più rari sono quelli in
corrispondenza dei fronti caldi.
I temporali frontali possono svilupparsi a qualunque ora del
giorno o della notte ed anche in
inverno.
Sul Trentino una delle cause più
frequenti che innescano i temporali è la cosiddetta goccia fredda in quota. Quando masse d’aria fredda arrivano sulle Alpi dai
quadranti settentrionali vengono, almeno in un primo tempo,
arginate dalle Alpi stesse sui versanti settentrionali nei bassi strati,
mentre in quota si osserva un
raffreddamento che innesca lo
sviluppo dei temporali. I temporali sono potenzialmente tanto più pericolosi e violenti quanto più alta è la temperatura e
l’umidità negli strati bassi dell’atmosfera. Sulle Alpi quando l’atmosfera è molto instabile il cielo si annuvola già in mattinata e
si verificano frequenti rovesci.
L’annuvolamento mattutino non
permette di raggiungere temperature molto elevate e quindi gli
eventuali temporali non dovrebbero essere particolarmente intensi.
La situazione più pericolosa si
ha invece dopo un periodo prolungato di bel tempo che ha
permesso di raggiungere temperature elevate nei bassi strati ed
il ristagno di umidità. Quando
si verificano queste condizioni
il pericolo dei temporali è elevato anche perché non ci sono
segnali premonitori. Il cielo rimane prevalentemente sereno
fino a poco prima dello sviluppo dei temporali. Un lieve calo
19
TERRA TRENTINA
NO
20
SÌ
SÌ
Evitate di stare vicino a dove
potrebbe scorrere l’acqua: i torrenti si ingrossano rapidamente. Non date le mani ai compagni e state distanziati di una decina di metri. Liberatevi di piccozze, sci, ombrelli, ombrelloni
ed ogni cosa appuntita di medie dimensioni specie se rivolta
verso l’alto. Non ripararsi dalla
pioggia o grandine sotto tettoie
o balconi.
3. Se vi trovate in casa… State
lontano dalle porte e dalle finestre che devono essere comunque chiuse. Evitate il contatto e
NO
SÌ
Se un fulmine cade sulla vostra
casa, tenderà a scaricarsi a terra
passando sui muri esterni e se
vi trovate sotto una tettoia o sulla soglia la vostra testa è molto
vicina al muro ed il fulmine potrebbe preferire di scaricarsi a
terra attraverso di voi.
4. Il pericolo si considera generalmente terminato 30 minuti
dopo l’ultima osservazione di
tuono o fulmine.
5. Le persone colpite dal fulmine non sono cariche elettricamente e quindi non si rischia
nulla a soccorrerle. Chiamare subito i soccorsi ed effettuare se
necessario il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca. Molto frequente in caso di
fulminazione è il blocco respiratorio e più raro l’arresto cardiaco. L’80% delle vittime da fulminazione sopravvive. Se il soccorso è tempestivo si aumenta
la probabilità di sopravvivenza.
Informazioni più dettagliate si
possono trovare sul libro “il tempo in montagna” di Kappenberger e Kerkmann ed. Zanichelli,
La fisica di Feynmann, da cui sono state tratte le immagini dell’articolo.
La radiazione ultravioletta
Un altro pericolo, troppo spesso sottovalutato in estate, deriva dalla lunga esposizione
al sole e in particolare agli effetti della radiazione ultravioletta sulla pelle. La radiazione
elettromagnetica emessa dal sole
è ad ampio spettro. Ciò significa che oltre alla luce visibile (l’occhio umano vede la luce con lunghezza d’onda compresa tra 400
e 700 nonometri circa) sulla Terra arriva radiazione di lunghezza d’onda inferiore e superiore.
Mentre la radiazione a lunghezze d’onda maggiore di 700
micron (infrarosso, onde radio..)
non desta preoccupazioni, la
radiazione con lunghezza d’onda inferiore a 400 nonometri può
essere dannosa anche per l’uomo. In passato si riteneva che
fossero solo le radiazioni ionizzanti (inferiori a 300 nanometri
come i raggi X, gamma e cosmici) ad essere dannosi ed in
particolare a causare tumori. È
stato invece dimostrato che anche l’esposizione alla radiazione ultravioletta può provocare
oltre ai noti eritemi e congiuntiviti, tumori della pelle e danni
all’occhio come le cataratte. È
quindi opportuno, al fine di non
favorire lo sviluppo di tumori
della pelle e cataratte, evitare il
più possibile l’esposizione alla
radiazione ultravioletta. Infatti è
dimostrato che la percentuale di
cataratte e tumori della pelle è
molto maggiore tra coloro che
svolgono attività all’aperto e
quindi sono più esposti alla radiazione solare.
La radiazione ultravioletta ha una
lunghezza d’onda compresa tra
200 e 400 nanometri. In particolare i raggi ultravioletti vengono
classificati in UV-A (320-400 nm),
UV-B (290-320 nm) ed UV-C
(200-290 nm).I raggi UV-A determinano la abbronzatura, quelli
UV-B la sintesi della vitamina D
ed in caso di esposizioni prolungate il cancro della pelle, quelli
UV-C (radiazione germicida) sono dannosi ma sono quasi completamente assorbiti dall’ozono
atmosferico.
L’esposizione al sole è quindi
potenzialmente dannosa ed è
pertanto opportuno proteggere pelle ed occhi al fine di
limitarne gli effetti. I bambini e le persone con la pelle
chiara, i capelli rossi e gli occhi azzurri sono le più vulnerabili. La radiazione e quindi anche quella ultravioletta è massima attorno al mezzogiorno astronomico nelle zone equatoriali ed aumenta di circa il 6%
alzandosi di 1000 m di quota.
La neve e la sabbia riflettono
molta radiazione ultravioletta e
quindi il pericolo UV è maggiore sulla neve e sulla sabbia piuttosto che sui laghi o su un prato. La radiazione ultravioletta è
maggiore in primavera ed in estate. L’intensità della radiazione solare è massima durante la
comparsa delle macchie solari
che hanno cicli undecennali.
Attualmente siamo negli anni di
massima attività.
Nella nostra regione il pericolo
maggiore di scottature e congiuntiviti si ha quando soffiano
freddi venti settentrionali. In
queste condizioni il cielo è frequentemente sereno e l’umidità molto bassa per il foehn. La
bassa temperatura ed il vento
limitano la sudorazione dando
una sensazione di fresco anche
se la radiazione ultravioletta è
massima in queste condizioni.
La radiazione UV è schermata
dalla presenza naturale e benefica di ozono stratosferico, cioè
quello che si trova a circa 15000
metri di altezza, mentre l’ozono
che nelle giornate afose primaverili ed estive tende a formarsi
e ristagnare nelle nostre valli è
di origine antropica ed è dannoso per la salute umana come
altri inquinanti gassosi.
fatti&previsioni
Il piano di risanamento 2002-2003 del patrimonio bovino allevato in Trentino si è concluso a metà giugno con risultati sostanzialmente positivi. Nessun caso positivo è stato trovato per quanto riguarda brucellosi e leucosi. La TBC non rientrava nel
piano di monitoraggio sanitario. Per la IBR o rinotracheite infettiva gli
addetti dei servizi veterinari stanno elaborando i dati. Lo scorso anno i
capo bovini positivi erano 9 mila su 40 mila, pari circa al 21%. Dal
confronto che sarà concluso solo a fine agosto si saprà se la percentuale
di capi positivi è aumentata o diminuita. Le misure sanitarie adottate
miravano ad abbassare la quota degli animali positivi al 12-13%.
L’interesse degli agricoltori trentini ad acquistare terreni agricoli per
ingrandire la propria azienda è dimostrato dal numero di domande di
contributo o di mutuo presentate nel 2002. Sono state 210 ed hanno
segnato un incremento del 15% rispetto al 2001. Nei primi mesi del
2003 le richieste di finanziamento per il medesimo scopo sono state
ancora più numerose. I funzionari parlano di un 20% in più di domande
rispetto a quelle presentate nello stesso periodo del 2002.
La funzione produttiva dei 3 vivai forestali di Casteller di Trento, Borgo Valsugana e Cavalese è sempre meno rivolta alla coltivazione di
specie da rimboschimento. Il patrimonio boschivo è ormai bene assestato e non richiede grandi investimenti. Complessivamente la produzione
annuale ammonta a 250 mila piante. Rivestono importanza crescente le
specie da siepe, circa 30 mila all’anno, e quelle ornamentali che sono
riservate ad enti pubblici.
Nella piana di Mollaro in Val di Non le ruspe stanno lavorando per
realizzare la sistemazione dei terreni su una superficie di 40 ettari coinvolti in un progetto di riordino fondiario e bonifica iniziato due anni fa
con il contributo della Provincia autonoma di Trento. Le ditte, cioè i proprietari di terreni interessati sono 130, ma a fine riordino scenderanno a
80-100. Si tratta, dicono i funzionari provinciali che seguono il progetto, del primo intervento di riordino in zona intensamente coltivata. L’intera superficie era già occupata da frutteti che sono stati estirpati per fare
posto a nuovi impianti che saranno realizzati nella primavera del 2004
con le varietà e secondo i criteri contenuti nel piano di riconversione
predisposto da Melinda.
La Gazzetta ufficiale 30 maggio 2003 riportava il testo della nuova
legge nazionale sulle quote latte. Per gli allevatori trentini e per quanti
altri operano in zone di montagna le innovazioni rispetto alla vigente
normativa sono di segno positivo. È stato introdotto l’obbligo a carico
dei caseifici di pagare ogni mese il superprelievo per i soci conferitori
che superano la quota latte individuale, ma solo per un ammontare pari
al 5 e 10% nei primi due anni di applicazione, a partire dal primo
gennaio 2004. Sarà inoltre consentito acquistare quote da tutte le regioni d’Italia, comprese le zone del Meridione considerate svantaggiate.
Eventuali restituzioni di conguaglio saranno assegnate prioritariamente
agli allevatori di montagna.
TERRA TRENTINA
NO
la vicinanza con oggetti metallici collegati all’esterno come impianto elettrico, tubi dell’acqua,
radiatori, rubinetti e telefono.
Non lavate i piatti, non fate la
doccia, non lavatevi. Non usate
il telefono fisso, toglietevi le cuffie, spegnete o meglio togliete
la spina degli elettrodomestici,
computer, televisioni etc. Chiudete porte e finestre. È pericoloso stare alla finestra o sulla soglia o sotto una tettoia ad osservare i temporali.
NOTIZIE
RICERCA•METEO
attirato dai cavi e dai tralicci e
dovrebbe scaricarsi a terra attraverso questi ultimi. Se siete in
un bosco, state accucciati con i
piedi uniti ed il più possibile
lontano dai tronchi degli alberi
più alti ed evitate di stare sotto i
rami bassi. Se state facendo il
bagno in piscina o al lago uscite
dall’acqua ed allontanatevi dalla riva. Se venite sorpresi e non
riuscite a raggiungere alcun posto sicuro, allontanatevi dai posti più pericolosi ed accucciatevi tenendo i piedi ben uniti. Non
sdraiatevi, non sedetevi per terra, non appoggiatevi agli alberi,
alle rocce ecc. Tappatevi le orecchie con le mani per evitare i
danni ai timpani dei tuoni. Se
avete trovato una grotta non state sull’imbocco, ma più all’interno e assumete la posizione
accucciata con i piedi uniti.
21
TERRA TRENTINA
NO
20
SÌ
SÌ
Evitate di stare vicino a dove
potrebbe scorrere l’acqua: i torrenti si ingrossano rapidamente. Non date le mani ai compagni e state distanziati di una decina di metri. Liberatevi di piccozze, sci, ombrelli, ombrelloni
ed ogni cosa appuntita di medie dimensioni specie se rivolta
verso l’alto. Non ripararsi dalla
pioggia o grandine sotto tettoie
o balconi.
3. Se vi trovate in casa… State
lontano dalle porte e dalle finestre che devono essere comunque chiuse. Evitate il contatto e
NO
SÌ
Se un fulmine cade sulla vostra
casa, tenderà a scaricarsi a terra
passando sui muri esterni e se
vi trovate sotto una tettoia o sulla soglia la vostra testa è molto
vicina al muro ed il fulmine potrebbe preferire di scaricarsi a
terra attraverso di voi.
4. Il pericolo si considera generalmente terminato 30 minuti
dopo l’ultima osservazione di
tuono o fulmine.
5. Le persone colpite dal fulmine non sono cariche elettricamente e quindi non si rischia
nulla a soccorrerle. Chiamare subito i soccorsi ed effettuare se
necessario il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca. Molto frequente in caso di
fulminazione è il blocco respiratorio e più raro l’arresto cardiaco. L’80% delle vittime da fulminazione sopravvive. Se il soccorso è tempestivo si aumenta
la probabilità di sopravvivenza.
Informazioni più dettagliate si
possono trovare sul libro “il tempo in montagna” di Kappenberger e Kerkmann ed. Zanichelli,
La fisica di Feynmann, da cui sono state tratte le immagini dell’articolo.
La radiazione ultravioletta
Un altro pericolo, troppo spesso sottovalutato in estate, deriva dalla lunga esposizione
al sole e in particolare agli effetti della radiazione ultravioletta sulla pelle. La radiazione
elettromagnetica emessa dal sole
è ad ampio spettro. Ciò significa che oltre alla luce visibile (l’occhio umano vede la luce con lunghezza d’onda compresa tra 400
e 700 nonometri circa) sulla Terra arriva radiazione di lunghezza d’onda inferiore e superiore.
Mentre la radiazione a lunghezze d’onda maggiore di 700
micron (infrarosso, onde radio..)
non desta preoccupazioni, la
radiazione con lunghezza d’onda inferiore a 400 nonometri può
essere dannosa anche per l’uomo. In passato si riteneva che
fossero solo le radiazioni ionizzanti (inferiori a 300 nanometri
come i raggi X, gamma e cosmici) ad essere dannosi ed in
particolare a causare tumori. È
stato invece dimostrato che anche l’esposizione alla radiazione ultravioletta può provocare
oltre ai noti eritemi e congiuntiviti, tumori della pelle e danni
all’occhio come le cataratte. È
quindi opportuno, al fine di non
favorire lo sviluppo di tumori
della pelle e cataratte, evitare il
più possibile l’esposizione alla
radiazione ultravioletta. Infatti è
dimostrato che la percentuale di
cataratte e tumori della pelle è
molto maggiore tra coloro che
svolgono attività all’aperto e
quindi sono più esposti alla radiazione solare.
La radiazione ultravioletta ha una
lunghezza d’onda compresa tra
200 e 400 nanometri. In particolare i raggi ultravioletti vengono
classificati in UV-A (320-400 nm),
UV-B (290-320 nm) ed UV-C
(200-290 nm).I raggi UV-A determinano la abbronzatura, quelli
UV-B la sintesi della vitamina D
ed in caso di esposizioni prolungate il cancro della pelle, quelli
UV-C (radiazione germicida) sono dannosi ma sono quasi completamente assorbiti dall’ozono
atmosferico.
L’esposizione al sole è quindi
potenzialmente dannosa ed è
pertanto opportuno proteggere pelle ed occhi al fine di
limitarne gli effetti. I bambini e le persone con la pelle
chiara, i capelli rossi e gli occhi azzurri sono le più vulnerabili. La radiazione e quindi anche quella ultravioletta è massima attorno al mezzogiorno astronomico nelle zone equatoriali ed aumenta di circa il 6%
alzandosi di 1000 m di quota.
La neve e la sabbia riflettono
molta radiazione ultravioletta e
quindi il pericolo UV è maggiore sulla neve e sulla sabbia piuttosto che sui laghi o su un prato. La radiazione ultravioletta è
maggiore in primavera ed in estate. L’intensità della radiazione solare è massima durante la
comparsa delle macchie solari
che hanno cicli undecennali.
Attualmente siamo negli anni di
massima attività.
Nella nostra regione il pericolo
maggiore di scottature e congiuntiviti si ha quando soffiano
freddi venti settentrionali. In
queste condizioni il cielo è frequentemente sereno e l’umidità molto bassa per il foehn. La
bassa temperatura ed il vento
limitano la sudorazione dando
una sensazione di fresco anche
se la radiazione ultravioletta è
massima in queste condizioni.
La radiazione UV è schermata
dalla presenza naturale e benefica di ozono stratosferico, cioè
quello che si trova a circa 15000
metri di altezza, mentre l’ozono
che nelle giornate afose primaverili ed estive tende a formarsi
e ristagnare nelle nostre valli è
di origine antropica ed è dannoso per la salute umana come
altri inquinanti gassosi.
fatti&previsioni
Il piano di risanamento 2002-2003 del patrimonio bovino allevato in Trentino si è concluso a metà giugno con risultati sostanzialmente positivi. Nessun caso positivo è stato trovato per quanto riguarda brucellosi e leucosi. La TBC non rientrava nel
piano di monitoraggio sanitario. Per la IBR o rinotracheite infettiva gli
addetti dei servizi veterinari stanno elaborando i dati. Lo scorso anno i
capo bovini positivi erano 9 mila su 40 mila, pari circa al 21%. Dal
confronto che sarà concluso solo a fine agosto si saprà se la percentuale
di capi positivi è aumentata o diminuita. Le misure sanitarie adottate
miravano ad abbassare la quota degli animali positivi al 12-13%.
L’interesse degli agricoltori trentini ad acquistare terreni agricoli per
ingrandire la propria azienda è dimostrato dal numero di domande di
contributo o di mutuo presentate nel 2002. Sono state 210 ed hanno
segnato un incremento del 15% rispetto al 2001. Nei primi mesi del
2003 le richieste di finanziamento per il medesimo scopo sono state
ancora più numerose. I funzionari parlano di un 20% in più di domande
rispetto a quelle presentate nello stesso periodo del 2002.
La funzione produttiva dei 3 vivai forestali di Casteller di Trento, Borgo Valsugana e Cavalese è sempre meno rivolta alla coltivazione di
specie da rimboschimento. Il patrimonio boschivo è ormai bene assestato e non richiede grandi investimenti. Complessivamente la produzione
annuale ammonta a 250 mila piante. Rivestono importanza crescente le
specie da siepe, circa 30 mila all’anno, e quelle ornamentali che sono
riservate ad enti pubblici.
Nella piana di Mollaro in Val di Non le ruspe stanno lavorando per
realizzare la sistemazione dei terreni su una superficie di 40 ettari coinvolti in un progetto di riordino fondiario e bonifica iniziato due anni fa
con il contributo della Provincia autonoma di Trento. Le ditte, cioè i proprietari di terreni interessati sono 130, ma a fine riordino scenderanno a
80-100. Si tratta, dicono i funzionari provinciali che seguono il progetto, del primo intervento di riordino in zona intensamente coltivata. L’intera superficie era già occupata da frutteti che sono stati estirpati per fare
posto a nuovi impianti che saranno realizzati nella primavera del 2004
con le varietà e secondo i criteri contenuti nel piano di riconversione
predisposto da Melinda.
La Gazzetta ufficiale 30 maggio 2003 riportava il testo della nuova
legge nazionale sulle quote latte. Per gli allevatori trentini e per quanti
altri operano in zone di montagna le innovazioni rispetto alla vigente
normativa sono di segno positivo. È stato introdotto l’obbligo a carico
dei caseifici di pagare ogni mese il superprelievo per i soci conferitori
che superano la quota latte individuale, ma solo per un ammontare pari
al 5 e 10% nei primi due anni di applicazione, a partire dal primo
gennaio 2004. Sarà inoltre consentito acquistare quote da tutte le regioni d’Italia, comprese le zone del Meridione considerate svantaggiate.
Eventuali restituzioni di conguaglio saranno assegnate prioritariamente
agli allevatori di montagna.
TERRA TRENTINA
NO
la vicinanza con oggetti metallici collegati all’esterno come impianto elettrico, tubi dell’acqua,
radiatori, rubinetti e telefono.
Non lavate i piatti, non fate la
doccia, non lavatevi. Non usate
il telefono fisso, toglietevi le cuffie, spegnete o meglio togliete
la spina degli elettrodomestici,
computer, televisioni etc. Chiudete porte e finestre. È pericoloso stare alla finestra o sulla soglia o sotto una tettoia ad osservare i temporali.
NOTIZIE
RICERCA•METEO
attirato dai cavi e dai tralicci e
dovrebbe scaricarsi a terra attraverso questi ultimi. Se siete in
un bosco, state accucciati con i
piedi uniti ed il più possibile
lontano dai tronchi degli alberi
più alti ed evitate di stare sotto i
rami bassi. Se state facendo il
bagno in piscina o al lago uscite
dall’acqua ed allontanatevi dalla riva. Se venite sorpresi e non
riuscite a raggiungere alcun posto sicuro, allontanatevi dai posti più pericolosi ed accucciatevi tenendo i piedi ben uniti. Non
sdraiatevi, non sedetevi per terra, non appoggiatevi agli alberi,
alle rocce ecc. Tappatevi le orecchie con le mani per evitare i
danni ai timpani dei tuoni. Se
avete trovato una grotta non state sull’imbocco, ma più all’interno e assumete la posizione
accucciata con i piedi uniti.
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