Diario Creta - E a volte, quando cadi, voli

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Diario Creta - E a volte, quando cadi, voli
2 agosto - La partenza
La sveglia è fissata per le 2.30, il che per un animale notturno come il sottoscritto significa "fai prima a non
andare a dormire". L'unica cosa che mi convince a provare a fare almeno qualche ora di sonno è il pensiero che
l'indomani dovrò guidare per almeno 75 km fino all'albergo.
Una specie di dormiveglia mi accompagna fino a poco prima della sveglia, quando mi accorgo che Zen è in
mezzo a me e Sweetie e ne approfitto per una rara dose di coccole al felino stronzetto.
Ci alziamo puntuali, ci vestiamo, Sweetie saluta i felini (NdS: ommaigod!!! Pelo del mio pelo, muso del mio
muso, fate i bravi che Sweetie torna presto) e, quando stiamo per uscire, si rende conto di non aver messo nel
bagaglio neanche una borsa, che è un po' come se io non avessi preso libri, quasi inconcepibile; risolta al volo
l'annosa questione ci incamminiamo.
(NdS: sfotti poco, fetente...)
Milano a quell'ora è deserta, così come l'autostrada, ed un incidente poco dopo Busto non può fermarci:
arriviamo al parcheggio puntuali come svizzeri, lasciamo l'auto e veniamo accompagnati in aeroporto.
Sono le 4.15 ed il check-in inizierà alle 4.30.
Le procedure scorrono stranamente in modo piuttosto rapido e sereno quando, in attesa dell'imbarco, scatta la
prima delle piccole sfighe Sweetesche che ci accompagneranno per il resto della giornata: il suo I-Pod
praticamente nuovo, appena acceso, si impalla inesorabilmente e non c'è verso di spegnerlo o resettarlo... Il
rischio (fortunatamente scampato) è che le hostess lo facciano lasciare a terra per motivi di sicurezza.
(NdS: vogliamo ricordare a tutti la menata che mi hai fatto per aver pensato di accendere quel figlio di una mela
mezza mozzicata poco prima dell'imbarco? Mica potevo saperlo che finiva così... Ma tutto è bene quello che
finisce bene, già mi vedevo lanciarlo dalla scaletta d'imbarco e salutarlo in una valle di lacrime :-) )
Come dicevo il pericolo non si materializza e, dopo aver vergognosamente sbagliato posto (NdS: colpa sua eh)
possiamo finalmente rilassarci e goderci il viaggio; Sweetie si rilassa tanto da aprire gli occhi solo per il plum
cake che ci portano, mentre io mi divido tra la lettura e l'attività di cuscino di cui mi ha gentilmente incaricato.
Il volo atterra regolarmente e la seconda mini sfiga Sweetesca colpisce: il mio bagaglio arriva subito, il suo
stavamo ormai pensando di doverlo andare a recuperare a Malpensa tanto arriva in ritardo.
(NdS: il solito trauma da bagaglio forse perso, forse no, quello potrebbe essere lui e via di rotture fino a che non
lo vedi, lì sul nastro, bello come il sole, pieno di tutto il tuo guardaroba che va bene che sono 15 gg ma non si
sa mai...)
Ormai valigiati ci rechiamo fuori dall'aeroporto, dove ci attende con tanto di cartello il responsabile del car rental,
che ci accompagna a recuperare la nostra compagna di viaggio per i prossimi 15 giorni: una Nissan Micra
praticamente nuova; sbrighiamo le pratiche, ci accingiamo a pagare e, manco a dirlo, non riescono a leggere le
nostre mastercard e non abbiamo (ovviamente) abbastanza contanti per pagare tutta la quota.
La soluzione? Giriamo per l'aeroporto prima e per Heraklion dopo alla ricerca di un bancomat che accetti
Mastercard: al secondo tentativo riusciamo a cavarcela e finalmente possiamo partire.
La strada per Rethymno, dove si trova il nostro albergo, è quasi tutta sulla E75, quella che i Cretesi chiamano
"Highway" e che noi a malapena chiameremmo "Provincial"; sono circa 80 km, che interrompiamo solo per il
primo pieno alla Micra.
Dopo qualche indecisione giungiamo all'albergo e troviamo una gradevolissima sorpresa: l'Ideon si trova
praticamente a ridosso del porto di Rethymno, in una posizione diretta sul mare e su tutta la zona più viva della
città (NdS: viva vorrà forse dire shopping? Vuoi dire che c'ho visto giusto?); se poi aggiungiamo che la stanza è
veramente bella, grande e dotata di aria condizionata, direi che non ci si può lamentare: l'unica pecca è che il
parcheggio tanto decantato non è altro che un'area pubblica a disposizione di tutti... E quei tutti di sera sono
veramente tanti.
Un attimo di perplessità quando Sweetie pensa le abbiano rubato la borsa viene superato quando si rende conto
che aveva aperto la tasca sbagliata; sospetto volesse fregarmi, ma soprassiedo. (NdS: come puoi essere così
cinico e crudele da pensare che lo stessi facendo apposta?? Non hai visto dolore vero nel mio sguardo? Cieco!
Comunque sia, per farti perdonare, se vuoi mantenere fede alla tua promessa e regalarmi una borsa posso
concedertelo :-) )
Finalmente, alle 13.30 ora locale, riusciamo a mangiare qualcosa: in una taverna sotto l'albergo ordiniamo un
koukouvagia (una specie di bruschetta fredda con pane cretese), che lascia perplessi entrambi, e degli ottimi
souvlaki (misti per me e di pollo per Sweetie), che ci portano con patate fritte e diverse salse molto speziate,
che ci lasceranno un "gradevole" ricordo nell'alito per il resto del giorno. Riusciamo ad alzarci in circa 1 ora e
mezza a causa della celerità dei camerieri.
Il tempo di tornare in camera e Sweetie crolla, mentre io leggo un po' prima di seguirla.
Alle 19.00 decidiamo di girare i dintorni e scopriamo la pittoresca area dei ristoranti sul mare (in cui il
marciapiede per chi passa è largo sì e no un metro e mezzo), la spiaggia e, soprattutto, la parte interna,
talmente piena di negozi da farmi pensare che sarà una vacanza moooolto lunga... E lo sguardo eccitato di
Sweetie me lo conferma. (NdS: bingo!!!!!!!!!)
Un po' di relax in un locale mi dà la possibilità di gustare il mio primo frappè (che per i greci è una specie di
caffè freddo molto dolce) e poi optiamo per una cena non speziata in un locale dove Sweetie può mangiare un
toast ed io divoro una delle crepes più grandi e buone che abbia mai mangiato.
Ormai esausti torniamo a nanna e decidiamo la tappa della prima vera giornata cretese, Frangokastello.
Davanti alla camera Sweetie teme di aver perso la chiave magnetica della porta: penso di strozzarla, poi la
trova e soprassiedo. (NdS: ma vi rendete conto?)
3 agosto - Frangokastello
(NdS: prima che attacchi con la sua versione dei fatti, sappiate che la scelta di andare a Frangokastello è stata
fatta insieme e di comune accordo. Il fatto di esserci trovati pronti-via su una delle strade più cazzute e pallose
dell'intera vacanza non è colpa mia, ecco. E comunque prima o poi andava fatta.)
Sveglia alle 8.30, si parte per Frangokastello, località a circa 75 km da Rethymno, situata a sud dell'isola; si
tratta di una vecchia fortezza, teatro anche di un massacro nel 1800, che sovrasta una spiaggia sabbiosa e
digradante ed un'acqua realmente cristallina.
Il solo problema è che le indicazioni stradali lasciano quanto meno a desiderare e prima di prendere la strada
giusta riusciamo ad inerpicarci praticamente a casa delle capre.
(NdS: per i curiosi è stato prodotto un ampio reportage fotografico.)
Trovata la strada la situazione non migliora tanto, date le condizioni della stessa (raramente raggiunge le due
corsie) ed i tanti tornanti che dobbiamo attraversare.
Chicca di Sweetie a metà strada, mentre attraversiamo un remoto paesino: "ma secondo te qui sono civilizzati?"
Una capra che ci attraversa la strada ci fa sospettare la risposta.
Raggiungiamo comunque la destinazione per le 12.30, facciamo un bagno in quell'acqua fredda ma veramente
splendida e ci premiamo con un pomeriggio di svacco completo.
Ritorno alle 17.00.
Di nuovo tornanti, stavolta pure col vento, e lo stile di guida dei cretesi non aiuta.
Siamo in albergo alle 18.30 e solo una doccia ed un altro po' di svacco, uniti alla fame che abbiamo, ci farà
uscire stasera.
Per la serata decidiamo di concederci una cenetta in uno dei ristoranti che più ci sembra interessante all'interno
della zona turistica: mangiamo un antipasto di polpette (keftedes), due moussaka che sono un piacere per il
palato e della frutta gentilmente offerta dal ristorante: ci alziamo pieni e soddisfatti, così passeggiamo ancora un
po' per la zona turistica e finiamo sul lungomare, che scopriamo chiuso al traffico di sera e costellato di
negozietti (NdS: si si, ancora!!!!!) ed artisti da strada.
Un'ultima fermata in un locale direttamente sul mare che probabilmente ci vedrà clienti assidui e, finalmente, il
meritato sonno.
4 agosto - Falasarna
La mattina non inizia nel modo migliore: ho trascorso una notte costellata di incubi (e non penso fossero causati
dalla moussaka), per cui il mio umore al risveglio non è dei migliori.
La destinazione prescelta oggi è la spiaggia di Falasarna, all'estremità occidentale dell'isola. Si raggiunge con
una strada più lunga (circa 120 km) ma molto più gradevole di quella di ieri: praticamente si percorre l'intera
Highway fino a Platanos e poi altri 4 km un po' più scoscesi (ma quasi tutti asfaltati) fino a Falasarna; un'ora e
mezza di viaggio circa.
La spiaggia è veramente spettacolare: la si intravede già dalla strada, visto che per raggiungerla bisogna
scendere un po', e quando si arriva ci si trova davanti un'amplissima spiaggia sabbiosa ed un mare dai colori
caraibici: l'unico difetto è forse rappresentato dalle dimensioni della sabbia, più grossa del solito, che rende più
difficoltoso raggiungere la riva; niente di drammatico, comunque, e gli sforzi sono ben ripagati dalla qualità del
luogo.
L'unica sfortuna è che siamo capitati qui giusto nella data di una specie di Beach Party che si svolgerà in serata,
indi per cui la popolazione tende ad aumentare nel pomeriggio e, soprattutto, a non rispettare la quiete del
luogo: il gruppetto di ragazzi greci che avevamo come vicini in spiaggia hanno rischiato più di una volta che
facessi loro inghiottire i cellulari. I bagni ritempranti sono due, anche se il secondo è molto atipico, dato che
segna il primo topless nella vita di Sweetie (e l'ultimo, se ci tiene alle gambe): il motivo è l'ennesima mini sfiga
Sweetesca, che ha portato il gancio del reggiseno a rompersi a 120 km di distanza dal possibile costume di
ricambio.
Sì, volevo strozzarla.
Sì, ho di nuovo soprasseduto. (NdS: suvvia per così poco... Mica potevo esimermi dal fare un "tuffo" con il caldo
che c'era! Svergognata!!!!! :-) )
Alle 17 riprendiamo la strada di Rethymno, pur ripromettendoci di tornare magari in una giornata più tranquilla.
La serata è dedicata di nuovo ad assaporare piatti tipici, stavolta gustando Feta e Keftedes in un ristorantino
familiare sul lungomare.
Segue passeggiata e tappa al localino sul mare, dove abbiamo modo di ammirare la strana fauna che circola per
la città: dalle Cretesi in tiro per i locali "in" sotto il nostro albergo, alla tedesca in minigonna, ciabatte basse e
calzini, per arrivare alla nonna coi capelli bicolori; c'è di che non annoiarsi, senza dubbio.
La stanchezza si fa alla fine sentire e torniamo in stanza, con il sottoscritto che si porta un ricordino della
giornata: la testa è completamente scottata, dannazione a me ed a quando ho tagliato i capelli a 3 mm...
(NdS: dai la testa non era completamente scottata... La chierica ad esempio era salva!)
5 agosto - Triopetra
Stanotte i sogni sono stati ancora vivi ed incasinati, ma almeno non si è trattato di incubi.
(NdS: secondo me è colpa delle spezie… ti mangi un souvlaki ed è un po’ come fumarti roba buona! :-) )
Al risveglio propongo a Sweetie di recarci in direzione Triopetra, una destinazione che dovrebbe essere piuttosto
tranquilla.
La spiaggia si trova a sud, per cui prendiamo una strada che attraversa l'isola verticalmente proprio a partire da
Rethymno e che ci porta ad attraversare il gradevolissimo paese di Spili, che ci ripromettiamo di tornare a
visitare nei giorni a venire. Giunti al paese di Akounia seguiamo una strada asfaltata ma tortuosa (NdS: sai che
novità...) che ci porta, dopo 12 km, dritti nella spiaggia di Triopetra, non prima di aver visto spiccare il volo ad
una splendida aquila mentre ci trovavamo ancora sulle alture.
La spiaggia merita veramente: di ghiaia fine, racchiusa in un'ampia baia alla cui estremità sinistra si trovano le
tre rocce che le danno il nome, ha un mare non molto digradante e lievemente ondoso che è un piacere per
corpo ed occhi.
Ci immergiamo quasi subito, muniti stavolta di scarpe di gomma, e Sweetie si accosta diffidente ad un mare
forse meno congeniale a lei del solito.
(NdS: ma gli affari tuoi sei capace di farteli?)
E, manco a dirlo, non aveva tutti i torti: non faccio in tempo a fare un tuffo che un'onda un po' più grande mi
tira fuori col riflusso; alzo la testa giusto in tempo per vedere una bella bandiera azzurra in acqua... Peccato non
sia una bandiera bensì il culo d'azzurro vestito di Sweetie che svetta fuori mentre la testa è ben infilata
sott'acqua grazie all'onda: mi assicuro che stia bene e poi comincio a prenderla per i fondelli...prima il dovere e
poi il piacere :)
(NdS: che nessuno rida! Volete mettere il trauma di trovarsi culo all'aria in un batter di ciglia? E comunque è
solo questione di tempo, tempo qualche giorno e vedrete cosa vi combino! Su su, continuate a leggere!)
Resomi conto di aver scordato il portafogli in albergo (con relativa patente) decidiamo di pranzare in una
taverna subito sulla spiaggia: ordiniamo una "spanakopites" (una specie di torta di spinaci) ed un hamburger...
Ci portano un'insalata di tonno e l'hamburger. Dovremmo spendere 16 euro e ce ne contano 10. Secondo me il
fatto che il cameriere bevesse tre bicchieri di vino tra un'ordinazione e l'altra qualcosa con queste anomalie l'ha
a che vedere.
(NdS: avete notato l'abilità e la maestria con cui è svicolato sul tema "fesso che sono ad andare in giro senza
soldi e senza patente"? E poi si lamenta dei piccoli incidenti capitati a Sweetie... Io la carta di credito ce l'ho
sempre a portata di mano, tzè!!)
Il pomeriggio risulta essere piuttosto digestivo (e soprassiedo allegramente sulle due craniate date
dal
sottoscritto all'ombrellone...) e poco degno di nota, mentre il ritorno è ravvivato dalla voglia di Sweetie di
provare la micra e dai miei relativi smadonnamenti.
(NdS: bella macchinetta, soprattutto spinge!! E da qui gli smadonnamenti del cagnotto...)
Per la serata, visto il "leggero" pranzo avuto, decidiamo di mangiare una crepe vicino all'albergo; crepe niente
male, ma un dubbio rimane: perché diamine la giovane cameriera ha continuato a fissarmi a lungo ogni volta
che mi ha rivolto la parola? Le cose sono due: mi si voleva spupazzare sul momento oppure le stavo sulle palle
per qualche motivo; ora, dato che la prima ipotesi è fantascientifica, vorrei capire cosa le ho fatto. No, non le ho
tastato nulla.
Dopo cena solito giretto, con fermata a chiedere informazioni sulla gita a Santorini... 8 ore di navigazione con
nave normale, 4 in aliscafo... 80 euro con nave normale, 99 in aliscafo... 'sti cazzi... A persona... 'sti cazzi
moltiplicato 2. Diciamo che valuteremo, suvvia.
6 agosto - Hania
La giornata molto ventosa conferma la nostra idea di prenderci un po' di pausa dalla spiaggia e recarci a visitare
la seconda città di Creta ed, in particolare, il suo porto e la zona turistica.
Sono circa 65 km da fare in direzione ovest quasi tutti sulla E75, godendo così in molti punti della vista del mare
gonfiato dal Meltemi che si infrange su spiagge e roccia.
Arrivati ad Hania ci rendiamo subito conto di quant'è caotico il suo entroterra e non rimpiangiamo la scelta di
Rethymno come nostra base (NdS: scelta curata personalmente da Sweetie); comunque sia siamo MOLTO
fortunati e troviamo quasi subito posto per la micra a due passi dal porto e dalle mura antiche.
Il porto è una chicca da visitare e ammirare: crea una vera e propria baia racchiusa tra la terraferma ed un
piccolo istmo su cui si erge il vecchio faro, con un fondale in alcuni punti tanto basso da essere chiuso alle
imbarcazioni.
La passeggiata da un capo all'altro della baia è di un km e mezzo, ma ne vale la pena (tranne nel pezzo in cui gli
immancabili "butta dentro" dei ristoranti riescono a rovinare il clima altrimenti magico).
Di ritorno riusciamo a farci rubare 12 euro per un frullato ed un frappè greco e c'incamminiamo nelle vie dietro il
porto, assolutamente deliziose e piene di negozietti, tra cui spiccano i tanti pittoreschi artigiani del cuoio: il
tempo di mangiare qualcosa (ed evitare un furto ad opera di due zingarelli) e terminiamo il giro per poi tornare
in albergo... Sono le 16.30 ed il resto della giornata sono un po' fatti nostri, impiccioni ;)
La serata vede una nuova cena al "Samaria", ottimo ristorante sul lungomare, e consiste di un antipasto a base
di Saganaki (un formaggio fritto che fa morire di vergogna la nostra mozzarella in carrozza) seguito da gyros per
me e souvlaki per Sweetie; l'ulteriore passeggiata si chiude in un locale dal nome ben poco cretese (Cul De Sac)
dove Sweetie mi spinge in una delle sue attività preferite (spettegolare sui passanti) mentre ci dividiamo un
ottimo ed enorme waffel.
Piccola riflessione:il fatto che waffel e crepes siano così buoni e diffusi conferma la nostra impressione che il
turismo francese l'abbia fatta parecchio da padrone in zona.
7 agosto - Rethymno
Per oggi decidiamo di cercare una spiaggetta tranquilla tra quelle subito ad ovest di Rethymno per poterci fare
una giornata rilassante in previsione delle maratone che ci aspettano.
La scelta cade su un tratto carino a 10 km dalla città: spiaggia sabbiosa, poca gente, mare non limpidissimo ma
tiepido e, sembra, tranquillo.
Scrivo "sembra" perché quello che la mattina era quasi una tavola, nel pomeriggio, complice anche il Meltemi
alzatosi, diventa molto agitato e ricco di correnti, tant'è che i bagnini costringono i presenti a fare il bagno solo
in un tratto limitato; Sweetie così preferisce astenersi dal bagno pomeridiano mentre io mi gusto la bagnata
finora più divertente di queste vacanze... Almeno finché non scopro che la bastarda della mia compagna ha
sfruttato lo zoom della digitale per documentare il tutto: un reportage fotografico di 15 scatti che verrà presto
ribattezzato "storia dello spiaggiamento di un cetaceo".
Ed io mai ringrazierò abbastanza che la suddetta si sia dimenticata che la digitale fa anche filmati...
(NdS: accorrete gente, accorrete! Offro reportage esclusivo del Cagnotto a mollo al miglior offerte! E non siate
tirchi, qui bisogna pur campare e la vacanza è ancora lunga!)
Cena in un locale speciale... Anzi, definirlo "locale" è quasi un errore, dato che la ventina di tavoli che lo
compongono si trovano in uno splendido cortile disseminato di alberi di limone, da cui il nome "lemonokipos";
ordiniamo un antipasto di keftedes e tyropitaki, seguito da souvlaki per Sweetie e da una specie di spezzatino
MOLTO speziato coperto di pasta per me: tutto ottimo, ma al sesto grano di pepe nero intero la mia lingua ha
optato per il rimpatrio d'urgenza; fortuna che il gelato di cui ci hanno fatto omaggio l'ha calmata almeno per un
po'.
(NdS: e poi diciamocelo, cenare con due pelosi (felini) che ti giocano sotto il tavolo ha sempre il suo perché!
Muso del mio muso, pelo del mio pelo!)
8 agosto - Balos
Balos è una piccola baia a nord-ovest di Creta raggiungibile in due modi: attraverso un percorso di 12 km
piuttosto scosceso, stressante e, soprattutto, non coperto dall'assicurazione auto, oppure prendendo una
motonave dal porto di kissamos/kastelli ed intraprendendo così una traversata di un paio d'ore considerando
anche la fermata all'isola di Gramvousa.
(NdS: sono aperte le scommesse – non sbirciate sotto!!!! – cosa abbiamo fatto noi?)
Stavolta optiamo per il traghetto e così, nonostante la mancata sveglia, riusciamo a parcheggiare a kissamos alle
11, giusto in tempo per la partenza di una delle motonavi; il prezzo è di 20 euro a cranio: l'animaccia loro.
Arriviamo a Balos in circa un'ora e mezza, dove scopriamo nel modo peggiore di essere su una motonave del
razzo: la barca che ci deve portare a riva (dati i fondali bassi è necessario usare delle imbarcazioni più piccole) è
guasta... Morale della favola: intanto si va a Gramvousa e poi, se viene riparata, si torna a Balos...
Tranquillizzante, no? Ovviamente girano le scatole a molti, noi inclusi, tanto che Sweetie decide di non scendere
sull'isola per protesta... (NdS: greci fetenti e puzzoni) O quasi, visto che poi un piccolo giro lo facciamo tanto per
ammirarne la piccola spiaggia ed il relitto che la orna ad un estremo.
Il monastero di Gramvousa è molto in alto.
Fa molto caldo.
Il monastero lo guardiamo dal basso e ce lo facciamo bastare.
Risaliti sulla motonave la prima sorpresa piacevole: la barca è stata riparata, per cui saremo tra i primi ad essere
portati a Balos direttamente con la lancia da Gramvousa; si balla parecchio ma alla fine ci siamo. (NdS: non
pensate di avermi conquistato, vi tengo d’occhio io!)
La laguna è realmente originale: una baia collegata ad un'insenatura in cui l'acqua arriva molto spesso alla
caviglia ed è quasi bollente in alcuni punti; solo in una piccola area il fondale scende velocemente ed è coperto
di alghe: qui la temperatura dell'acqua è più fresca e si riesce anche a fare una nuotata.
Una volta passeggiato, fatto foto e bagnatici ci rendiamo conto che Balos, per quanto scenografica, è
sopportabile per massimo un paio d'ore, poi scatta la noia: ci dirigiamo pertanto all'approdo della lancia dove
troviamo altri passeggeri giunti alla nostra stessa conclusione.
Mezz'ora di attesa e siamo di nuovo a bordo dove ci attende l'insolito spettacolo della ciurma svaccata in acqua e
della ragazza del bar abbioccata al sole in costume: l'impressione sul traghetto sfigato è confermata.
Riusciamo finalmente a tornare in porto alle 18.45 e siamo in albergo alle 20.30 passate... Giusto il tempo di una
doccia e poi una cena a base di spanakopite e della moussaka migliore (benché ustionante) che ci sia capitata.
9 agosto - Cnosso
Oggi abbiamo deciso di fare i finti colti e quindi partiamo alla volta di Cnosso, vicino Heraklion, dove si trovano i
resti di quel che la leggenda vuole essere il palazzo del re Minosse.
Un'ora e mezza di viaggio, una mini truffa col parcheggio, un po' di coda all'ingresso e finalmente ci siamo.
Il palazzo è sicuramente affascinante, perlomeno dov'è ancora originale: purtroppo molte aree sono state
"ricostruite" da Evans, lo scopritore, e perdono parecchio interesse; si tratta comunque di una visita da fare,
considerando anche i possibili legami con le leggende del Minotauro e della settima fatica di Ercole (dal cui nome
greco Eracle Heraklion prende il nome).
(NdS: Evans, che una ne pensa e mille ne fa, se n’è inventate di tutti i colori in quel di Cnosso! Un cartello si e
uno si comincia con le paroline magiche: “Nell’idea di Evans questo doveva essere…” L’uomo non mancava certo
di fantasia!)
Da segnalare i mici ruffiani nutriti dai turisti fuori dal palazzo che hanno generato in Sweetie una crisi da
astinenza felina. (NdS: tenerissime bestiacce puzzolenti… ^__^)
Al ritorno decidiamo di pranzare in una piccola taverna sul mare ad ovest di Heraklion: cucina ottima ma servizio
molto lento, tanto che arriviamo in albergo alle 17 passate pronti per una doccia ritemprante e, nel caso di
Sweetie, una pennica prolungata.
Per cena decidiamo di regalarci un'enorme crepe divisa in due e poi ci rilassiamo seduti al nostro locale preferito
dritto sulla scogliera gustandoci gelato e granita al caffè.
10 agosto - Rethymno
Dato che domani faremo l'escursione più lunga di queste vacanze dirigendoci ad Elafonissi oggi preferiamo
tornare alla spiaggia vicina di qualche giorno fa, così da fare un po' di villeggiatura classica.
Senza vento la spiaggetta è ancora più gradevole ed è anche teatro di un evento storico: munita del suo primo
paio di occhialini Sweetie riesce a fare parecchi tratti in apnea e con la testa sotto! Impossibile descrivere la sua
emozione anche quando vede i pesciolini che le nuotano intorno.
(NdS: che vi avevo detto? Aspettate e vedrete cosa vi combina Sweetie! Ah-ah-ah e adesso come la mettiamo?
Altro che culo all’aria, qui si sono fatti passi da gigante e il Cagnotto può testimoniarlo! Una specie di sirenetta
brianzola in quel di Creta! Tzè…)
Il premio meritato è un gustoso "ice chocolate", che qui chiamano "chocolate froccino"... Certo "froccino" starà
anche per "frozen mokaccino", ma mi sa che in Italia il nome avrebbe vita breve...
Cena in una deliziosa taverna, la "loggia", dove finalmente posso gustare il tanto anelato pastitsio (che mi
ricorda molto la pasta al forno "alla meridionale" che faceva mia madre), mentre Sweetie si butta su un piatto di
calamari fritti che farebbero invidia a molti ristoranti di pesce italiani, il tutto ad un prezzo ridicolo e con una
cortesia squisita.
11 agosto - Elafonissi
E finalmente ci siamo: la destinazione di oggi è quella indicata da molti come la più bella spiaggia di Creta,
all'estremità sudoccidentale dell'isola. (NdS: ed è vero! Zitta Sweetie che non ci siamo ancora arrivati!)
Sveglia alle 7.45, dato che voci danno un percorso di 3 ore, una veloce colazione e si parte; il tragitto prevede di
seguire la E75/E65 per 110 km circa fino a Kissamos e poi seguire la strada secondaria verso sud fino ad
Elafonissi.
Le stesse voci di cui sopra parlavano di un percorso difficile ed accidentato, ma si vede che non sono mai state a
Frangokastello, dato che la strada è ben asfaltata e quasi mai strettissima ed, inoltre, attraversa per un lungo
tratto una gola che da sola merita il viaggio: piccola chicca la galleria a senso unico alternato (regolato da un
semaforo) dalle dimensioni a malapena sufficienti ad un autobus.
Arriviamo ad Elafonissi alle 10.45, tempo totale (inclusa sosta di approvvigionamento) 2 ore e 15 minuti.
Le famose "voci" parlavano di 3 ore e passa...
Ora le cose sono due: o io sono Schumacher (NdS: non dire così… non essere troppo duro con te stesso!) o le
voci provengono da piattole alla guida... E dato che io in Ferrari non ho mai lavorato la deduzione è ovvia.
Elafonissi.
I caraibi nel mar Egeo. (NdS: E’ vero! È vero! È vero!)
Spiaggia chiara ed enorme, sabbia fine, mare azzurro cristallino, zone di rocce piene di fauna, un isolotto, da cui
la spiaggia prende il nome, dichiarato riserva naturale e raggiungibile a piedi visto che anche con l'alta marea il
guado non supera le ginocchia.
Prendiamo possesso di un ombrellone e ci incamminiamo per una lunga passeggiata in questo paradiso, sia sulla
spiaggia principale che sull'isolotto vero e proprio, dove facciamo i primi approcci con quel mare limpido, che poi
proseguiamo una volta di ritorno, con Sweetie che scopre sempre più i piaceri degli occhialini, arrivando anche
ad incontri ravvicinati con diversi pesci.
La giornata prosegue placida, nonostante l'arrivo di una marea di persone, compreso un gruppo di turisti
lombardi che farebbero arrossire il più patetico dei clichè.
(NdS: e questa è la prova provata della bellezza esagerata del luogo: mai e poi mai Sweetie avrebbe potuto
sopportare una folla accalcata e perlopiù italiota!)
Ritorno verso le 16.30 dopo un nuovo bagno ed un fresco (e costoso) "Froccino".
(NdS: effettivamente se consideriamo il fatto che con 6 euro ci si mangia un piatto di spiedini di carne con
patate, 3 euro e 20 per una granita ti fanno un po’ dire “limmortacci loro”…)
Arrivato in albergo mi scopro gli stinchi ustionati (è l'anno delle scottature strane) e cerco di consolarmi con un
souvlaki di pollo: lo stomaco si consola, le gambe no, strano...
Prima di tornare in albergo passeggiamo fino al faro, da cui la visuale del porto antico illuminato è
particolarmente suggestiva.
La notte merita di essere citata per i sogni assurdi fatti da me e Sweetie e per il "concerto in la minore" che il
condizionatore ci dedica alle 5 del mattino facendoci credere che sia scoppiata la guerra e che l'albergo sia
oggetto di bombardamenti vari.
12 agosto - Rethymno/Spili/Preveli
Dati gli influssi nefasti dei raggi solari (NdS: parla per te…) decidiamo di dedicarci ad una giornata di gita.
Iniziamo "in casa", visitando la fortezza del 1800 che sorge a due passi dal nostro albergo e sovrasta la costa di
Rethymno.
Progettata da Sforza Paravicini per conto dei veneziani, aveva lo scopo iniziale di proteggere la città dagli assedi
dei pirati turchi ed arabi: scopo che, nonostante l'enormità della struttura, non fu in grado di assolvere, tant'è
che la cattedrale originariamente costruita al suo interno fu sostituita da una moschea tuttora splendidamente
conservata.
L'interno della fortezza è affascinante: zone ormai molto erose si alternano ad altre perfettamente conservate,
tra cui le torri di guardia (da cui si aveva perfetta visione di tutta la costa) e le due chiese ortodosse ancora
allestite (ed in una delle quali si viene accolti da 4 icone sul fondo che non possono non inquietare un po').
Da segnalare il piccolo teatro allestito per vari eventi e, non ultimo, il meraviglioso panorama visibile dalle mura.
Tappa successiva Spili, paesino semi-montano a 30 km da Rethymno che ci eravamo ripromessi di visitare
durante il viaggio per Triopetra.
Spili è deliziosa, senza ombra di dubbio.
Un ampio parcheggio ben nascosto ci permette di lasciare subito l'auto e visitarla come merita, con molto relax.
Sarà la domenica ma il paese è molto vivo, anche se comunque non caotico; la maggior attrazione è la fontana
che da 30 bocche di leone eroga l'acqua di una sorgente a monte: l'acqua è fredda e deliziosa e molti vengono
dai paesi nei dintorni per riempire bottiglie e bidoni dalla fontana; gli stessi locali accanto la servono
(ovviamente gratis) in ampie broccche agli avventori.
(NdS: mi piace pensare (illusa) che anche la “mia” San Pellegrino gassata provenga da una fonte così… Oh se
Evans su Cnosso ha pensato di tutto, potrò farmi due pippe pure io sulla San Pellegrino?!?)
Giriamo per le stradine visitando vari negozi molto carini, tra cui in particolare uno che vende prodotti naturali
come saponi, miele ed olio rigorosamente artigianali; ci fermiamo da un fornaio a comprare un po' di biscotti
tipici e poi ci concediamo un gelato vicino alla fontana.
Ripartiamo e decidiamo al volo di recarci al monastero di Preveli, arroccato a sud di Spili, ancora abitato da
Monaci ortodossi e situato su uno splendido punto panoramico.
Di nuovo abbiamo l'occasione di viaggiare costeggiando un canyon incantevole e, dopo una quarantina di minuti
e parecchia salita, arriviamo al monastero: per entrare Sweetie è costretta a coprirsi le spalle, ma la visita
merita, soprattutto nella chiesa ortodossa in cui sono raccolte numerose icone originali.
I monaci non amano incontrare i visitatori, per cui ne incrociamo solo uno che benedice la collanina di una
bambina ed uno che sta alla cassa (!) del piccolo ma affascinante (e caldo!) museo ortodosso interno al
monastero.
Una volta usciti ci facciamo rapire prima dal panorama e poi da un meraviglioso micio rosso che si aggira nel
parcheggio e che ci miagola dietro fusando come un trattore: inutile dire l'effetto che ottiene su quell'ormai
irrecuperabile gattara che è Sweetie.
Scendendo dal monastero proviamo a deviare per vedere la spiaggia di Preveli, non facilmente raggiungibile ma
molto pittoresca, da quel che dicono, per il piccolo fiume che vi sfocia e per le palme che crescono sulle sue rive.
Lasciata l'auto in un parcheggio i cui proventi vanno al monastero, ci incamminiamo per il sentiero per scoprire
che i nostri timori erano fondati: il percorso per arrivare alla spiaggia è lungo diverse centinaia di metri e molto
scosceso, dato che quasi dalla cima di un piccolo monte deve portare in riva al mare... La discesa magari
sarebbe anche fattibile, ma alla risalita non ci vogliamo neanche pensare. Decidiamo pertanto all'unanimità di
scendere quanto basta per fotografare la foce e la spiaggia dall'alto sfruttando il mai troppo benedetto zoom 10x
della nostra Kodak e rimandare la discesa ad un'altra vita. Anche così, col sole del pomeriggio, la risalita non è
un viaggio di piacere, ma almeno siamo ancora in forze o quasi (NdS: diciamo pure siamo ancora vivi per
raccontarlo va….)
Per la cronaca, un'altra strada per raggiungere la spiaggia in auto ci sarebbe, ma si tratta di un sentiero
ciottolato di oltre 5 km... E ricordo che l'assicurazione non copre incidenti su strade non asfaltate.
Di ritorno ci fermiamo in un bel negozio di ceramiche artigianali che troviamo in un paesino sulla via e Sweetie
(ovviamente) si porta via un piatto ornamentale e (manco a dirlo) un gattino di ceramica.
Ormai cotti rientriamo a Rethymno, dove ci facciamo uno spuntino prima di svaccarci in camera.
Cena di nuovo al Lemonokipos: Keftedes, formaggi greci e Saganaki... Ci voleva proprio.
Durante la passeggiata seguente, ci troviamo ad assistere ad uno spettacolo di – riteniamo - canti e balli cretesi
messi in scena da un gruppo di giovani per le vie del centro: ammetto di esserne realmente rapito ed un po' mi
spiace essermi perso l'inizio.
13/15 agosto - Rethymno/Elafonissi/Rethymno
Le ultime tre giornate decidiamo di dividerle in un'altra uscita ad Elafonissi preceduta e seguita da due
giorni/relax nella spiaggetta che già abbiamo sfruttato in precedenza.
Inutile quindi ripetere della bellezza di Elafonissi, va segnalato invece lo strano ritrovamento di cui siamo
testimoni la mattina di Ferragosto: una specie di pinna o tentacolo carnoso lungo un metro, tranciato di netto da
un lato e con chiari segni di morsi in più punti; i bagnini accennano alla possibilità che possa trattarsi di
un'estremità tagliata ad un cetaceo da qualche elica... Io mi permetto ancora di dubitarne, pur chiedendomi
tuttora che razzo fosse.
Le cene.
Il 13 sera torniamo alla "Loggia" tanto per viziarci ancora un po': come antipasto propongo a Sweetie di
assaggiare il Saganaki "4 Cheese", immaginando di vedere arrivare quattro pezzi diversi di formaggio fritto...
Ovvio lo stupore quando ci arriva una terrina piena dei suddetti formaggi fusi insieme: sospetto i nostri palati
stiano raggiuendo l'orgasmo. La portata principale è un piatto misto di hamburger, pollo e gyros (accompagnati
da pita e tatziki) per me e quattro enormi (e speziatissime) polpette al sugo per Sweetie. Ci alziamo satolli e
contenti.
Il 14 torniamo alla mega crepe che tanto amiamo: peccato che l'allarme giunto da casa, poi rientrato, sulla
presunta scomparsa di Zen non ci permetta di gustarla a pieno.
(NdS: già… il piccolo topo ha ben pensato di imboscarsi nello sgabuzzino, facendo morire di crepacuore prima la
cat-sitter e di conseguenza anche noi che già ci immaginavamo la folta pelliccia spalmata sul marciapiede… E
invece lo scassamaroni – che noi tutti amiamo, sia ben chiaro – è vivo e vegeto :-) )
Il 15 ultima coccola per l'ultima cena greca: si torna al piacevolissimo Fanari per souvlaki e saganaki, poi ci
dedichiamo agli ultimi acquisti prima delle valige.
16 agosto - la ripartenza
La sveglia è piuttosto tranquilla, ci dedichiamo alle valige dopo colazione e ci fermeremmo in camera fino
all'ultimo se non fosse per i rompipalle che devono rifarla che continuano a far casino subito al di fuori per
esortarci ad uscire.
Li fanculizziamo e, verso le 10.30, paghiamo l'albergo e ci facciamo l'ultima passeggiata per il centro.
Ovviamente Sweetie trova il tempo per comprare una borsa. (NdS: e non poteva finire così, senza una piccola
borsa ricordo…)
Dopo pranzo ci muoviamo verso l'aeroporto di Heraklion, lasciamo l'auto al parcheggio del car-rental ed
aspettiamo il check-in nel tristissimo luogo.
Chicca del check-in: l'operatore non ha mai visto i biglietti via web e chiede prima alla collega come leggerli e
poi a me dove siano i dati miei e di Sweetie, stupendosi come davanti ad un miracolo inspiegabile del fatto che
siano sullo stesso foglio.
Temo fortemente l'esito del check-in a questo punto.
Quando poi scopro che i bagagli da stiva vanno caricati a mano sul nastro inizio a temere di dover far lo stesso
per metterli sull'aereo.
Il gate d'imbarco è un segreto custodito meglio del terzo segreto di fatima, ma l'individuazione dell'area "intracee" ci permette almeno di passare il metal detector.
Arriviamo a Malpensa stanchi ed affamati (dato che i bastardi ci hanno offerto un solo misero bicchiere di Pepsi)
ed affrontiamo l’incredibile: i bagagli arrivano solo 10 minuti dopo il nostro ingresso in aeroporto!
Quale modo migliore di concludere una bella vacanza? (Soprassiedo sul braccio squartatomi dal nano peloso al
nostro rientro…)