Quando il malato è legato lo psichiatra è libero. Quando il malato è
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Quando il malato è legato lo psichiatra è libero. Quando il malato è
Quando il malato è legato lo psichiatra è libero. Quando il malato è libero lo psichiatra è legato • Nei primi decenni dello Stato unitario (1865 circa) viene elaborata una struttura legislativa molto articolata con istituzioni e competenze estremamente coerenti fra loro che è rimasta praticamente intoccata sino agli anni più recenti. Tra i primi provvedimento si deve ricordare la legge che rende obbligatorie le seguenti spese: • per i Comuni, il servizio dei medici, dei chirurghi, delle ostetriche esclusivamente rivolto ai poveri. • Per le Province. il mantenimento dei mentecatti (mente captus) • Per entrambi, gli esposti (neonati abbandonati dai genitori). • • • • • Precedentemente i malati di mente erano ricoverati in istituti privati, soprattutto religiosi, e con questi provvedimenti lo Stato unitario non fa altro che affidarne la custodia alle Province Nei manicomi nell’ottocento si trovavano i folli, ma anche i sifilitici, chi aveva malattie croniche della pelle, semplici esaurimenti oppure molto più tragicamente chi era diventato scomodo o scandaloso per la famiglia. “I pavimenti sono nudi, in pietra con un breve canale che conduce a un buco dove viene fatto scolare lo sporco; i letti sono pochi, di ferro o per lo più cassoni di legno con paglia e, inoltre, gabbie per gli isterici”. Così scriveva nel suo diario Stefano Bonaccossi, un medico di Torino durante un viaggio nei manicomi d’Italia e di Europa. Le diagnosi erano semplicistiche. Per le donne ad esempio, tra le prime cause di pazzia troviamo l’ereditarietà, gli stravizi e abuso di alcol, le conseguenze del parto. E ancora sifilide, colpi sul capo, disturbo delle mestruazioni, gelosie e amore contrastato, esaltazione religiosa. Per gli uomini, eliminati parto e mestruazioni, si aggiungeva l’eccesso negli studi . Le cure rudimentali: salassi, ghiaccio sul capo, docce fredde, purganti soprattutto costrizione feroce. Più tardi coma insulinico e cloralio idrato che creava dipendenza Legge 14 febbraio 1904 n° 36 • • • • Con questa legge, “Disposizioni sui manicomi e sugli alienati”, continua l’obbligo delle Province di provvedere alle spese di mantenimento degli alienati poveri, si definisce l’istituzione manicomiale e l’autorità del direttore, ma nella sostanza poco cambia. E’ una legge di “custodia” tanto che l’art.1 recita “ debbono essere custodite e curate nei manicomi le persone affette, per qualsiasi causa, da alienazione mentale quando siano pericolose a sé e agli altri e riescano di pubblico scandalo. Art. 2 “L’ammissione degli alienati viene chiesta dai parenti o chiunque altro nell’interesse degli infermi o della società. Essa è autorizzata , in via provvisoria, dal Pretore dietro presentazione di un certificato medico e in via definitiva dal Tribunale su istanza del Pubblico Ministero sulla base della relazione del direttore del manicomio”. Sempre il Tribunale nomina un amministratore dei beni - in via provvisoria- in attesa del licenziamento (dimissioni) che raramente avvengono, cosi che accanto alla patologia psichiatrica si aggiunge la patologia da internamento. La complicità della psichiatria con l’ordine costituito e i valori dominanti era evidente, soprattutto quando si trattava di donne. Una legge di ordine pubblico che sanciva il ricovero coatto e ha contribuito alla diffusione dello stigma negativo della malattia mentale • • • • • • La logica dell’internamento si basava sulla mortificazione delle persone rese oggetti senza vita, senza storia, se non quella anonima della anormalità del loro comportamento. Le cartelle cliniche non sono la registrazione della storia degli internati, bensì l’inventario delle scorrettezze sociali che hanno commesso. Senza dimenticare i danni indotti dalla teoria dell’uomo delinquente nato e atavico, che reca nella struttura fisica i caratteri degenerativi che lo differenziano dall’uomo normale e socialmente inserito, di Cesare Lombroso (1835-1909). I positivisti a loro volta hanno rincarato la dose, considerando, ad esempio, le prostitute anormali perché affette da una eccessiva e maschile libido, mentre le donne normali avevano un appetito sessuale moderato, legato al desiderio di diventare madre. Per le donne dunque tutto molto più difficile. La vita delle donne era circoscritta alla casa e all’amore dei figli, in una realtà tutta incentrata sui valori del patriarcato. Valori che se infranti, come per la maggioranza delle internate, non resta niente per cui “socialmente” esistere . Le internate vivevano la colpa di avere avuto dei desideri, di volere esistere al di là del ruolo del servizio loro attribuito – sorella sposa madre- . Oppure cosa più grave la colpa di aver amato senza un marito. I figli illegittimi “gli esposti” non a caso erano chiamati i “figli della colpa”. Due volte reiette, due volte emarginate. Ho conosciuto Gerico, ho avuto anch’io la mia Palestina. Le mura del manicomio erano le mura di Gerico. Fummo lavati e sepolti, odoravamo d’incenso. E dopo, quando amavamo, ci facevano gli elettroshock perché, dicevano, un pazzo non può amare nessuno. Ma un giorno da dentro l’avello, anch’io mi sono ridestata e anch’io ho avuto la mia resurrezione. Ma non sono salita ai cieli, sono discesa nell’inferno da dove riguardo stupita le mura di Gerico antica. (Alda Merini) • • • Una poesia che riassume e commenta luci ed ombre della legge 13.5.1978, n° 180 “Norme per gli accertamenti e i trattamenti sanitari volontari e obbligatori” (in seguito confluita nella legge 833/1978 istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale), comunemente chiamata Legge Basaglia o della chiusura dei manicomi. Una legge in cui scompare il giudizio di pericolosità o di pubblico scandalo e compare il bisogno della persona alla cura e alla salute. Una legge che risente del clima indotto dalla rivoluzione culturale. La rivoluzione del maggio ‘68 che “fu il primo movimento sovversivo provocato dall’abbondanza e non dalla miseria: un movimento che non voleva più sacrificarsi per la rivoluzione ma vivere pienamente grazie alla rivoluzione e, ancora, voleva cambiare la vita e il mondo ma senza prenderne il potere”. La classica presa del potere infatti non ha avuto luogo, il Palazzo d’inverno non è stato espugnato, ma quasi tutti i rapporti di potere furono colpiti: quelli tra genitori e figli, tra insegnanti e studenti, tra uomini e donne, tra medici e ammalati. Anche tra istituzione manicomiale e “alienati”. • • • • • In questo clima, soprattutto all’estero, nasceva il movimento di antipsichiatria che non ha influenzato particolarmente Franco Basaglia. Come medico credeva che la psichiatria democratica dovesse andare oltre alla chiusura dei manicomi e che si dovesse affrontare il disagio sociale attraverso il quale, miseria, indigenza, tossicodipendenza, emarginazione, delinquenza potevano condurre alla follia. Era evidente che quasi tutti i disturbi mentali cronici andavano ad associarsi al ruolo sociale, quando cioè allo stigma della malattia mentale si aggiungeva lo stigma della povertà e dell’ignoranza. “Noi facciamo della pratica e poi della teoria.… Ho accettato il rischio dell’empiria”, diceva. “Magari i manicomi torneranno ad essere chiusi, più chiusi di prima, io non lo so, Ad ogni modo ho dimostrato che si può assistere la persona folle in altra maniera e questa è la testimonianza fondamentale.” L’ intenzione della legge era di ridurre le terapie farmacologiche e il contenimento fisico, instaurando rinnovati rapporti umani con il personale e la società, riconoscendo appieno i diritti e la necessitò di una vita di qualità dei pazienti, seguiti e custoditi in ambulatori territoriali. • Ma non sono salita ai cieli, sono discesa all’inferno • Sono discesa all’inferno, dice Angela Merini perché la legge 180, una legge comunque importante (guai non l’avessimo avuta) recava in sé molte lacune. A partire dalla mancata indicazione dei servizi sostitutivi il manicomio e si sono dovuti aspettare i Progetti Obiettivo di Tutela della salute mentale, soprattutto il secondo del 1999, che non solo confermava i contenuti della legge 180, ma istituiva il Dipartimento di Salute Mentale, che avrebbe coordinato l’insieme integrato di strutture e servizi del territorio e stabiliva che il SPDC (Servizio psichiatrico di diagnosi e cura) fosse parte integrante del Dipartimento. • 30 anni fa “la fabbrica del cambiamento” creata da Basaglia aveva preso il volo, ma gli operai di questa fabbrica sono stati i tanti medici e operatori venuti dopo, quelli che hanno presidiato il territorio in attesa dei Progetti Obiettivo.