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Km
Il percorso si sviluppa sulle Alpi carniche in un territorio che ricade sotto
il Comune di Ampezzo.
Giunti ad Ampezzo, si prosegue lungo la SS 52 Carnica in
Tita Plaz partenSommario
direzione di Forni di IlzaRifugio
dell’itinerario e parcheggio
Sotto.
Dopo
circa
3
km,
Sentiero didattico
del Passo Pura
si giunge in un ampio tornante della
Sentiero naturali- strada al cui interno si trova l’albergo Al
stico Tiziana
Pura e si svolta a destra imboccando la
Weiss
strada asfaltata che, dopo diversi tornanCasera Tintina
ti, porta al Passo del Pura (1428 m.). SuSauris
perato il passo, proseguendo diritti, si
Ampezzo
giunge nell’ampio piazzale del rifugio
Tita Piaz (1417 m.) dove è consigliato
In Breve:
lasciare la macchina.
Percorso a
piedi a passo
Il rifugio è un albergo dotato di bar e rifamiglia
Durata : 2 ore storante, dove è possibile anche pernottare, qualora ci si volesse fermare per
circa
Lunghezza : 5 più giorni nella zona. Il rifugio è aperto,
A cura di Cristina Nodale
Sulle Alpi Carniche
ITINERARIO TINTINA
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neve permettendo, dalla primavera all’autunno. Per
informazione sulle aperture e per prenotazioni
(Gestione: Di Centa Lorena - Ampezzo - Tel.
0433/80018).
Lasciato il rifugio, si prosegue a piedi
lungo la strada asfalLa
Partenza tata che scende verso
il lago di Sauris. Dopo pochi metri, sulla
destra, troviamo i pannelli informativi, il caratteristico “fungo
multimediale” e l’imbocco del
Sentiero Didattico Forestale del
Passo Pura (Scheda di approfondimento del percorso pag. 7).
Il Fungo Multimediale
Proseguendo in discesa al secondo
tornante troviamo, sulla sinistra,
un rustico con una grande fontana di pietra e subito
dopo, sempre sulla sinistra, la pista forestale che si
inoltra nel bosco costituito principalmente da piante
di: faggio (scheda “faggio”), abete rosso (scheda
“abete rosso”) e abete bianco
(scheda "abete bianco"). Qui ha
inizio anche il
Sentiero natuIl Sentiero
ralistico
TiziaTiziana Weiss
na
Weiss
(Scheda Sen- Il Sentiero
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La
Casera
La Casera
Tintina (1495
Tintina
m) è stata costruita all’interno di uno splendido anfiteatro di prati per il pascolo degli
animali che venivano portati
La Casera
qui per l’alpeggio. I pascoli sono delimitati verso nord dalle
pendici del Monte Tinissa. Le pendici prima si presentano ricoperte da bosco che salendo in quota, via
via, si dirada e lascia lo spazio prima ai ghiaioni e poi
alle rocce. Verso Sud, invece, il confine è delimitato
dai versanti ricoperti da fitte foreste che degradano
fino al lago di Sauris. La malga è costituita da uno
stallone e dalla casera che sono stati ristrutturati di
recente.
Questi interventi hanno permesso di rendere fruibile
dalle mucche lo stallone che
era quasi ridotto in rovina e di
rendere accogliente la casera,
dotandola all’interno di: un
focolare, tavoli, panche e di
spazi per dormire al piano superiore. All’esterno è stata
Il Focolare della Casera
creata un'area, protetta da un
dal bosco, ai pascoli della Malga Tintina.
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tiero naturalistico Tiziana Weiss pag. 9) (Segnavia
CAI n. 215 – 233).
Prima di entrare nel bosco, sulla sinistra, troviamo
una presa d’acquedotto dove è possibile bere e riempire le borracce.
La strada diventa a fondo naturale, ma è larga ed agevole ed è percorribile anche in macchina per un centinaio di metri fino ad uno ampio
spazio dove si può parcheggiare
ed usufruire di un punto di ristoro attrezzato.
Da questo punto la pista forestale, pur rimanendo trattorabile, è
percorribile solo a piedi. Lungo
il percorso si incontrano: una Punto di Ristoro
bella fontana ricavata nel tronco
di un albero, un caratteristico tipo di consolidamento
del fondo stradale con l’utilizzo di tronchi d’albero e
diversi canaloni che scendono dal Monte Tinissa che
sovrasta l’intero percorso e degradano fino al lago di
Sauris . Uno di questi canaloni, in particolare, ci permette di osservare un evidente fenomeno di erosione.
Lungo il percorso si incontrano alcune stazioni di osservazione del Sentiero naturalistico che illustrano, se
si è forniti della guida al percorso, alcuni aspetti dell’ambiente circostante. Dopo circa due chilometri di
strada prevalentemente pianeggiante si arriva alla
leggera salita di circa 600 metri che porta, uscendo
Rientrati al Rifugio Tita Piaz è possibile proseguire la gita in macchina discendendo la strada asfaltata
che porta al lago di Sauris. La strada scende con ampi tornanti lungo il bosco di Fobia,
fino ad arrivare al lago.
Attraversata la galleria illuminata
dell’ENEL, è possibile parcheggiare la macchina nello spiazzo antistante l’uscita della galleria stessa
e guardare l’imponenza della diga
e il bacino del lago. Attraversata la
diga, girando a destra si ridiscende
ad Ampezzo dove ci si immette
nuovamente sulla SS 52 Carnica.
Se si svolta invece a sinistra si coL’imponente Diga
steggia il lago e poi si sale a Sauris
Il Rientro
recinto, dove è possibile fermarsi per un salutare
spuntino e dove è stata anche collocata una fontana di
acqua potabile.
Dopo la pausa è possibile proseguire lungo il sentiero
naturalistico Tiziana Weiss che, però, diventa impegnativo e non adatto ad un utilizzo “familiare”. Si
consiglia pertanto il rientro per la strada percorsa all’andata ed eventualmente, per chi avesse ancora voglia di camminare, di percorrere il sentiero didattico
forestale.
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di Sotto e quindi, proseguendo, a Sauris di Sopra, dove è possibile visitare il Museo Etnografico (per i periodi e gli orari di apertura è consigliato telefonare al
numero 0433 86262).
Si ricorda che Sauris è diventata famosa
Sauris
per il prosciutto, lo spek e la birra che
vengono prodotti ancora in modo artigianale e rappresentano una ghiotta occasione per assaporare sapori
ed odori tipici del luogo.
Al rientro si raccomanda prudenza e particolare attenzione
nel percorrere le gallerie e i
tornanti della strada che, discendendo lungo il canalone
del Fiume Lumiei, ci riporta Il Lago di Sauris
ad Ampezzo..
•
Introduzione
Ambiente fisico
Fauna
Vegetazione
Ecosistema foresta
Storia
Selvicoltura
Utilizzazioni forestali
Tecnologia del legno
Avversità del bosco
Indice delle bacheche e relativi
contenuti:
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Periodo consigliato: Primavera –
Informazioni
Estate - Autunno
Tipo di percorso: facile
Durata: approssimativa del percorso: ca. 2 ore, a “passo familiare”
Lunghezza del percorso: ca. 4,6 Km.
Abbigliamento: scarpe adatte (da ginnastica o da
treking), zaino, felpa di riserva, borraccia o contenitore per l’acqua e berretto per il sole.
Attrezzature: macchina fotografica e binocolo
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Le Bacheche
prossimità della strada asfaltata che scende a Sauris.
Da qui il sentiero risale con alcuni tornanti fino a ricongiungersi alla strada forestale che riporta al punto di partenza chiudendo l'anello.
Particolarmente interessanti sono i contenuti delle
nove bacheche, incentrati sulle principali essenze forestali che formano il bosco: abete rosso, abete bianco, faggio, larice, acero montano e sorbo degli uccellatori. Oltre a questo il visitatore può trovare informazioni sugli aspetti connessi alla gestione ed alla
struttura della foresta. Nel sottobosco è possibile osservare anche la lonicera alpina, il talittro a foglie di
aquilegia e la viola a due fiori.
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Un grande carScheda 01
tello in legno, a
fianco del rifuPercorso Didattico Forestale del
gio verso nord,
Passo Pura
indica il punto
di partenza dell'itinerario e ne descrive brevemente
l'andamento. Il sentiero, realizzato di recente, offre
particolari accorgimenti costruttivi quali la presenza
di uno scorrimano continuo e la totale assenza di
asperità per facilitare il percorso, in particolare, ai portatori di handicap visivo.
Ognuno dei nove cartelli dislocati lungo il percorso dispone, infatti, di una particolare sezione "tattile" con didascalie in scrittura Braille e
la possibilità di manipolare
Il Pannello informativo
alcuni oggetti in legno e pietra.
Il percorso, lungo 3600 metri, inizia subito a sinistra
del primo cartello e si sviluppa all'interno del bosco
Flobia, sulle pendici settentrionali del monte Nauleni. Alcuni lievi saliscendi portano il tracciato all'interno di un suggestivo e caratteristico paesaggio boschivo. Subito dopo l'inizio, una radura sulla sinistra
ospita una estesa fioritura di botton d'oro. In seguito
si interseca una pista forestale per poi passare in
di una montagna carnica - Il Tinisa, Lint, Trieste
1993, che si può trovare in vendita al Rifugio Tita
Piaz.
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Uscito dai mughi il sentiero rimonta,
con strette svolte, il ripido pendio e,
Stazione 5
giunto sotto pareti rocciose, piega a
sinistra per una specie di rampa formata da detriti ed erba. Dal termine della rampa una
breve cengia esposta, attrezzata con fune metallica,
permette di raggiungere il Malpasso di Tinisa 1960 m
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Dal rifugio Tita Piaz 1417 m si
ITINERARIO
segue la rotabile che scende in
direzione del Lago di Sàuris fino
a un parcheggio con grande tabellone segnaletico, q.
1386 m (500 dal rifugio).
Si percorre ancora per un tratto la pista forestale e, al margine meridionaStazione 4
le del pascolo, Si raggiunge un bivio
posto nei pressi di una sorgente
(tabelle). Si segue quindi a sinistra il segnavia CAI
233, tra alberi e arbusti prostrati dalle slavine invernali. Si possono facilmente individuare: una specie di
salice, il pino mugo, l’ontano verde, l’abete rosso, il
larice, un tipo di betulla e il sorbo degli uccellatori
(Sorbus auduparia). Dopo un tratto piuttosto ripido il
sentiero oltrepassa una piccola ondulazione del terreno (è la morena dell’ultimo ghiacciaio, ritiratosi circa
6000-8000 anni fa) e riprende poi a salire tra fitti mughi.
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Da qui ha inizio sulla sinistra la strada forestale per Casera Tintina. Si
Stazione 1
percorre la strada forestale (chiusa al
traffico; segnavia CAI 215) che si
snoda tra un bel bosco di abete rosso, dapprima in
leggera salita, poi quasi in piano, fino al canalone
delle Ruvis di Tintina. Oltre il canalone la strada taglia, per un tratto, friabili strati di gesso.
Al termine della salita si raggiunge il
pascolo di Casera Tintina 1495 m,
Stazione 3
sovrastato a Sud dalle alte e repulsive
pareti calcareo-dolomitiche del M.
Tinisa (ore 0.40).
ogni modo, anche per il visitatore più frettoloso e meno incline ad addentrarsi nelle dettagliate descrizioni
del libro-guida. Le fitte foreste che si attraversano
nella prima parte dell’itinerario, l’ameno pascolo di
Casera Tintina e le praterie delle creste sommitali,
dominate dal severo cupolone calcareo del M. Tinisa,
sono elementi di un paesaggio di indubbio fascino.
La strada prosegue ancora per un
tratto pianeggiante, attraversa il caStazione 2
nalone del Rio della Calcina (in corrispondenza del quale ha inizio il
sentiero CAI 240 diretto alla Cima Est del M. Tinisa)
e inizia poi a salire, attraverso un bosco misto dì faggio e abete e numerose schiarite dalla lussureggiante
vegetazione.
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E anche i panorami non sono da
I Panorami
meno, Il sentiero percorre infatti,
per un buon tratto, la cresta che
fa da spartiacque tra la Valle Tagliamento e la Valle
del Lumiei. Da un lato si possono distinguere le piatte
creste delle Prealpi e i gruppi dolomitici del Cridola,
dei Monfalconi e del Pramaggiore. Dall’altro lato si
domina l’intera conca di Sàuris e si scorgono alcune
delle principali cime delle Alpi Carniche (Dolomiti
Pesarine, Creta Forata, Monti di Volaia, M. Cogliàns)
che si profilano a Nord oltre i pascoli dei Monti di
Sàuris.
Qui di seguito il sentiero è descritto seguendo l’ordine
di numerazione delle stazioni di osservazione. Ovviamente è possibile percorrere l’anello in senso opposto,
oppure limitarsi a percorrerne solo una parte.
Per la dettagliata descrizione degli aspetti naturalistici del sentiero, e delle dodici stazioni di osservazione, si rimanda al libro-guida di LIVIO SIROVICH e FABRIZIO MARTINI, Ambiente e cultura
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Il sentiero dedicato a Tiziana
Scheda 02
Weiss, alpinista
Il Sentiero Tiziana Weiss
e naturalista triestina, tragicamente scomparsa nell’estate del 1978, nel corso di
un’ascensione sulle Pale di San Martino, non è solo
un itinerario escursionistico di primordine ma qualcosa di più. Il Tiziana Weiss rappresenta infatti anche
un’ottima opportunità per iniziare a conoscere l’ambiente naturale delle Alpi Carniche.
Percorrendo l’itinerario si ha modo di scoprire aspetti
dell’ambiente naturale che un comune escursionista
difficilmente nota e riesce a mettere in correlazione
tra loro. Soffermandosi di tanto In tanto lungo il cammino, e osservando l’ambiente circostante il sentiero,
si può comprendere, per esempio, quale influenza
hanno sulla vegetazione la quota, l’esposizione e la
natura geologica del terreno o, ancora, quale sia l’origine dei diversi tipi di rocce che formano il massiccio
del M. Tinisa.
Lungo il percorso, sono state individuare dodici
“stazioni”, evidenziate mediante tabelle; in corrispondenza di ciascuna stazione è possibile approfondire
ulteriormente temi specifici, riguardanti la geologia,
la flora, la fauna o gli aspetti vegetazionali.
Il fascino del sentiero Tiziana Weiss è notevole, in
[email protected]
Piaz.tta de Portis, 4
33043 Cividale del Friuli (UD)
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Il sentiero prosegue nei pressi della cresta; questa nel
primo tratto è costituita da rocce calcaree
ed è ricoperta da pino mugo
Stazione 8
mentre, nel tratto successivo, è formata da rocce di origine vulcanica.
Da questo punto è possibile scorgere, verso Sud, un
minuscolo laghetto in cui vivono i tritoni (Triturus alpestris).
Stazione 7
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Al termine del lungo traverso si perviene alla Forcella del Fieno, l’intaglio di cresta posto a Est della Punta
dell’Uceel.
Il Sentiero Tiziana Weiss si abbassa quindi sul
La Colombera
versante meridionale, in leggera diagonale verso
destra, lungo una dorsale detritica, e piega poi decisamente verso destra, dapprima per ghiaioni con grossi
massi, poi attraverso un ripido pendio erboso (in questo tratto si raccomanda di prestare la massima attenzione: infatti, data la pendenza, uno scivolone potrebbe avere gravissime conseguenze
Stazione 6
(ore 1.15; dalla forcella ha Inizio
la via normale al M. Tinisa).
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La cresta culmina con la Punta
Stazione 8 e 10 dell’Uccel 1983 m, evidenziata da
un segna cime che permette di riconoscere i monti che fanno da
vasto panorama (ore 0.30).
corona
al
Dopo la sosta d’obbligo in vetta si
inizia la discesa, in direzione della
Stazione 11
Forcadi Montôf. Si segue la cresta,
dapprima pianeggiante e ricoperta
da cespugli di ontano e da piccoli larici, fra cui fiorisce a luglio la genziana punteggiata (Gentiana punctata)
La cresta si fa poi più ripida e accidentata. Si supera
un breve salto roccioso, facilitato da una catena, e si
prosegue poi nei pressi della cresta, ora detritica e ricoperta da zolle erbose discontinue, fino alla Forca di
Montôf 1820 m (ore 0.20; a Nord della cresta si eleva
il caratteristico e bizzarro gendarme roccioso detto
Uccel di Tinisa.
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Dalla sella il sentiero CAI 233
scende verso Nord, sulla sinistra
Stazione 12
della valletta del Rio Tintina, dapprima tra le alte erbe di un pascolo
abbandonato, poi tra gli ontani, e si porta sulla dorsale del Monte Cavallo di Cervia (dalla Forca di Montòf
è anche possibile scendere più rapidamente a Casera
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Note
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Tinnina seguendo il sentiero CAI 215, che si tiene
sulla destra della valletta del Rio Tintina). Si percorre
quindi l’ampio crestone, tra un rado e luminoso bosco
con alti larici e abeti, che donano al luogo l’aspetto di
un suggestivo giardino. Raggiunta un’ampia insellatura il sentiero scende sulla destra della cresta, con
numerose svolte fino a raggiungere l’alveo sassoso del
Rio Tintina. Attraversato il rio, ci si raccorda al segnavia CAI 215 e, per una pista forestale, ci si riporta
in breve a Casera Tintina (ore 0.30).
Seguendo a ritroso la strada foInformazioni
restale percorsa all’andata, si
ritorna infine alla rotabile del
Passo del Pura (ore 0.40; ore
3.40-4).
Periodo consigliato: da metà giugno a fine ottobre.
Segnavia: (AI 215-233 e segnavia rotondo, bianco
con all’interno una T azzurra.)
Dislivello in salita: 600 m circa.
(Tratto da “www.comune.ampezzo.ud.it”)
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Appunti
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