Milani - IcOzzano

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Milani - IcOzzano
Relazione uscita del Progetto Archeologia
Chiara Milani
a.s.2014-2015
classe 2^ E
Giovedì 4 dicembre 2014, la nostra classe 2E, insieme alla 2A, si è recata in
uscita didattica a Bologna, a conclusione del Progetto di Archeologia su Bologna
nel Basso Medioevo.
Alle 8.15, accompagnati dall'archeologa Roberta Michelini, dalla prof.ssa
Ciuffreda, dai prof. Travagli e Sarti, e dall'educatrice Stefania Cosoleto,
siamo partiti dalla Scuola Media “Panzacchi” in pullman verso Bologna per
conoscere i luoghi e i monumenti costruiti durante il Basso Medioevo quando la
città era diventata un libero comune.
Siamo partiti dalla “Grada”, il punto in cui il canale Reno, derivato dal fiume
Reno, entra nella città, passando per un'apertura nelle mura di Circla, protetta
da una porta con una grata di ferro, che serviva per far passare le navi o
impedire l'ingresso ai nemici, mentre, allo stesso tempo, permetteva al Canale
di continuare a scorrere, da ovest verso est.
Bologna, infatti, fin dal Medioevo, ha nel suo sottosuolo una fitta rete di canali
artificiali e un sistema idraulico molto sviluppato ed era un importante porto
fluviale. Tutta l'acqua che arrivava in città serviva per ottenere energia e per
alimentare i mulini impiegati nelle varie attività artigianali presenti a Bologna.
Proseguendo, l'acqua si divide in due parti: a sinistra il canale prosegue, a
destra serviva per alimentare un' antica pellacaneria, un luogo cioè dove si
lavoravano le pelli degli animali. L'acqua serviva anche per lavare e, vicino al
fiume,sul muro di un edificio, abbiamo osservato una lapide dedicata a Cesare
Tartarini, un lavandaio che salvò un bambino caduto nel canale, sacrificando la
propria vita. Per raggiungere la Chiesa di San Francesco abbiamo percorso Via
del Pratello, che prende il nome dal fatto che in passato al posto di quella via
c'erano dei prati incolti, in cui crescevano erbacce.
Via del Pratello fa parte dei borghi di Bologna che si è formato a est della
seconda cerchia di mura. Percorrendo questa via, abbiamo osservato i portici
con le travi di legno e alcune finestre, oggi murate, con archi a sesto acuto. La
città di Bologna, infatti, col tempo è modificata per l'aumento della popolazione:
Bologna è diventata un centro sempre più fiorente, non solo per i lavori
artigianali ma anche per l'Università, che attirava tanti studenti da tutte le
CHIESA DI SAN FRANCESCO
parti d'Europa. Quindi ci fu bisogno di ampliare le case costruendo i portici .
Percorsa Via del Pratello, siamo giunti alla Chiesa di San Francesco, realizzata
fuori dalla seconda cerchia di mura, le mura dei Torresotti, che testimonia
l'importanza che i monaci francescani avevano. La chiesa rappresenta un
esempio di stile gotico, con la facciata decorata con motivi gotici, con bifore,
rosoni e pezzi rotondi di ceramica colorata; l'archeologa ci ha fatto notare che
la facciata è più alta del tetto della chiesa, per farla sembrare maestosa. Nella
parte laterale, abbiamo visto i contrafforti e gli archi rampanti, studiati in arte.
Sul retro di San Francesco, nella piazza Malpighi, sono visibili le tombe di
Accursio e dei glossatori. Essi erano esperti del diritto, giuristi e professori
dell'Università, erano inoltre i commentatori delle leggi romane, chiamati
appunto glossatori perché spiegavano i testi di diritto con le “glosse”, delle note
che il professore appuntava sui testi delle leggi durante le lezioni fatte agli
studenti.
Entrati nella seconda cerchia di mura attraverso il Torresotto di Porta Nuova,
siamo arrivati nel cuore della città, Piazza Maggiore, costruita, abbattendo le
abitazioni esistenti, come punto di ritrovo dei cittadini del comune. Sulla piazza
si affacciano Palazzo d’Accursio, sede del Comune di Bologna sia nel passato che
oggi, la Torre dell'Arengo, e Palazzo Re Enzo. Quest'ultimo prende il nome da
Enzo, figlio dell'imperatore Federico II, fatto prigioniero dai bolognesi,
vittoriosi dopo la battaglia di Fossalta. Re Enzo rimase imprigionato per tutta la
vita e morì lì.
Sulla piazza si affaccia anche il Palazzo del Podestà e il Palazzo del Capitano del
Popolo, che aveva il compito di aiutare il podestà ad amministrare la giustizia.
Infine abbiamo osservato dall'esterno la Basilica di san Petronio, costruita
come edificio politico per il Comune non della Chiesa.
PIAZZA MAGGIORE
La tappa successiva è stato il Palazzo della Mercanzia, sorretto da pilastri,
dove venivano trattate tutte le questioni mercantili.
Ultima tappa è stata il complesso chiamato delle Sette Chiese. Sulla piazza si
affacciano: la chiesa dei Santi Vitale e Agricola, quella del S. Sepolcro e quella
del Crocifisso. Qui furono portate le tombe di Vitale e Agricola, due
protomartiri della Chiesa bolognese, a cui la Basilica è dedicata. Il
pellegrinaggio ebbe inizio proprio dal momento in cui vennero trovate le
reliquie di questi due personaggi. Sotto il pavimento di questa Chiesa sono stati
sepolti i corpi di molte persone, non nobili, perché a quel tempo era usanza
seppellire i morti sotto il pavimento delle chiese.
SANTO STEFANO
Abbiamo visitato anche la cripta, poi la chiesa del Sepolcro, al centro della
quale si trova una costruzione che ricorda il sepolcro di Cristo, dove è posta la
tomba di San Petronio, un'edicola, circondata da dodici colonne. La piccola
porta del Sepolcro veniva aperta una settimana l'anno ed era possibile entrarci
strisciando per venerare i resti del santo.
Dalla chiesa del Sepolcro siamo usciti nel cortile detto di "Pilato" costruito per
completare la riproduzione degli edifici sacri di Gerusalemme.
CATINO DI PILATO
Il Cortile di Pilato, così chiamato per ricordare appunto il luogo dove fu
condannato Gesù, ha al centro una vasca in pietra detta popolarmente "Catino di
Pilato", donata forse per raccogliere le offerte dei fedeli, che reca
un'iscrizione sotto il bordo che gli archeologi non sono ancora riusciti del tutto
a tradurre, ma nella quale compare il nome del re longobardo Liutprando.
Quest'esperienza a me è piaciuta molto, perché ha riassunto tutto quello che
abbiamo studiato assieme all'archeologa, dandoci la possibilità di andare a
vedere i principali monumenti e luoghi della città di Bologna, e conoscerne la
storia. Questa uscita è stata importante perché, grazie a Roberta che ci ha
saputo spiegare in maniera semplice concetti difficili da comprendere, ho
compreso meglio cose che, se non avessi avuto la possibilità di vedere, non avrei
capito.