uso dei farmaci in gravidanza

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uso dei farmaci in gravidanza
Redatto: luglio 2008
Ultima revisione: novembre 2010
Testo: Emanuela Ferrarin
Riferimenti bibliografici: Janet D. Cragan et al. “Ensuring the Safe and Effective Use of Medications During Pregnancy....” Matern
Child Health J (2006) 10:129-135; Focus, Bollettino di Farmacovigilanza, Anno V, N. 15 Agosto 1998.
USO DEI FARMACI IN GRAVIDANZA
Durante la gravidanza un uso essenziale e appropriato dei farmaci consente di
minimizzare l’esposizione del feto a sostanze che interferiscono con il suo normale
sviluppo.
Molte donne all’inizio della gravidanza accusano disturbi transitori che potrebbero indurle a
incrementare l’uso dei prodotti di automedicazione. In questa circostanza però è
importante assumerli con il consenso del medico.
Questo vale anche per i prodotti di origine vegetale, che possono contenere sostanze non
tenute sistematicamente sotto osservazione per i possibili danni al feto.
Nel corso della gravidanza possono manifestarsi, per diverse cause, specifiche carenze
che il medico potrà rilevare suggerendo un’opportuna integrazione (ad es. di ferro). Questi
apporti, assunti nelle quantità e modalità raccomandate, non presentano rischi per il feto e
prevengono possibili conseguenze dannose legate alla carenza specifica. In questo
contesto, a scopo preventivo, il medico può prescrivere l’integrazione di acido folico.
L’assunzione di integratori di propria iniziativa è invece sconsigliata, perchè alcuni
componenti presenti in questi prodotti, come ad es. la vitamina A, possono aumentare il
rischio di malformazioni del feto se assunti in quantità complessivamente eccessive
(tenendo presente che la quantità fornita dall’integratore si somma a quella fornita dalla
dieta).
Quando la donna soffre di malattie come l’ipertensione, il diabete, l’asma o l’epilessia, il
trattamento farmacologico in gravidanza ha lo scopo di controllare in modo ottimale la
malattia, minimizzando la probabilità di eventi dannosi per la madre e il feto (ad es.una
crisi convulsiva o uno stato di ipossia). In questa circostanza la terapia deve venire
rivalutata per permettere alla donna di assumere, tra i vari farmaci disponibili per il
trattamento, solo quello o quelli ritenuti più sicuri in gravidanza.
Altre malattie, come ad esempio l’ipercolesterolemia di grado moderato, non presentano
invece di per sé un rischio per lo sviluppo del feto e la salute della madre se nel periodo
della gravidanza la terapia viene sospesa.
Per molti dei principi attivi dei farmaci attualmente in commercio non è ancora disponibile il
profilo di sicurezza per il loro utilizzo in gravidanza e solo gli studi post-marketing sulla
popolazione potranno fornire indicazioni più sicure per un loro utilizzo nella gestante. Per
questo motivo, in gravidanza, i farmaci più prescritti sono quelli che hanno una lunga storia
di utilizzo nella popolazione senza che si siano rilevati significativi rischi per lo sviluppo del
feto.
E’ buona regola in età fertile assumere solo i farmaci veramente necessari e tra questi
quelli ritenuti più sicuri in gravidanza. Si potrà così evitare di assumere accidentalmente
farmaci dannosi al feto quando si sia iniziata una gravidanza non programmata o quando
la gravidanza non è stata ancora accertata.
Nuove informazioni sugli effetti dell’uso dei farmaci in gravidanza sono via via disponibili
da fonti regolarmente aggiornate. Sono inoltre a disposizione dei professionisti e delle
donne anche diversi servizi di consulenza, che operano con il sistema della
domanda/risposta, dove équipes multidisciplinari accedono alle fonti più rilevanti di dati per
rispondere ai dubbi in merito alle terapie in gravidanza e ai rischi di esposizione del feto ai
vari farmaci. I riferimenti alle fonti d’informazione e ai servizi ai quali è possibile rivolgersi
si possono trovare nel sito www.saperidoc.it, seguendo il percorso: gravidanza – farmaci –
prescrizione di farmaci in gravidanza – le fonti d’informazione.