USO DEI FARMACI IN GRAVIDANZA Durante la gravidanza

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USO DEI FARMACI IN GRAVIDANZA Durante la gravidanza
USO DEI FARMACI IN GRAVIDANZA
Durante la gravidanza un uso essenziale e appropriato dei farmaci consente di
minimizzare l’esposizione del feto a sostanze che interferiscono con il suo
normale sviluppo.
Molte donne all’inizio della gravidanza accusano disturbi transitori che
potrebbero indurle a incrementare l’uso dei prodotti di automedicazione. In
questa circostanza però è importante assumerli con il consenso del medico.
Questo vale anche per i prodotti di origine vegetale, che possono contenere
sostanze non tenute sistematicamente sotto osservazione per i possibili danni
al feto.
Nel corso della gravidanza possono manifestarsi, per diverse cause,
specifiche carenze che il medico potrà rilevare suggerendo un’opportuna
integrazione (ad es. di ferro). Questi apporti, assunti nelle quantità e modalità
raccomandate, non presentano rischi per il feto e prevengono possibili
conseguenze dannose legate alla carenza specifica. In questo contesto, a scopo
preventivo, il medico può prescrivere l’integrazione di acido folico durante il
primo trimestre di gravidanza, eventualmente iniziando uno o due mesi prima
del concepimento. L’assunzione di integratori di propria iniziativa è invece
sconsigliata, perchè alcuni componenti presenti in questi prodotti, come ad es.
la vitamina A, possono aumentare il rischio di malformazioni del feto se assunti
in quantità complessivamente eccessive (tenendo presente che la quantità
fornita dall’integratore si somma a quella fornita dalla dieta).
Quando la donna soffre di malattie come l’ipertensione, il diabete, l’asma
o l’epilessia, il trattamento farmacologico in gravidanza ha lo scopo di
controllare in modo ottimale la malattia, minimizzando la probabilità di eventi
dannosi per la madre e il feto (ad es.una crisi convulsiva o uno stato di
ipossia). In questa circostanza la terapia deve venire rivalutata per permettere
alla donna di assumere, tra i vari farmaci disponibili per il trattamento, solo
quello o quelli ritenuti più sicuri in gravidanza.
Altre malattie, come ad esempio l’ipercolesterolemia di grado moderato, non
presentano invece di per sé un rischio per lo sviluppo del feto e la salute della
madre se nel periodo della gravidanza la terapia viene sospesa.
Per molti dei principi attivi dei farmaci attualmente in commercio non è
ancora disponibile il profilo di sicurezza per il loro utilizzo in gravidanza e solo
gli studi post-marketing sulla popolazione potranno fornire indicazioni più
sicure per un loro utilizzo nella gestante. Per questo motivo, in gravidanza, i
farmaci più prescritti sono quelli che hanno una lunga storia di utilizzo nella
popolazione senza che si siano rilevati significativi rischi per lo sviluppo del
feto.
E’ buona regola in età fertile assumere solo i farmaci veramente
necessari e tra questi quelli ritenuti più sicuri in gravidanza. Si potrà così
evitare di assumere accidentalmente farmaci dannosi al feto quando si sia
iniziata una gravidanza non programmata o quando la gravidanza non è stata
ancora rilevata.
Nuove informazioni sugli effetti dell’uso dei farmaci in gravidanza sono via via
disponibili da fonti regolarmente aggiornate. Sono inoltre a disposizione dei
professionisti e delle donne anche diversi servizi di consulenza, che operano
con il sistema della domanda/risposta, dove équipes multidisciplinari accedono
alle fonti più rilevanti di dati per rispondere ai dubbi in merito alle terapie in
gravidanza e ai rischi di esposizione del feto ai vari farmaci. I riferimenti alle
fonti d’informazione e ai servizi ai quali è possibile rivolgersi si possono trovare
nel sito www.saperidoc.it, seguendo il percorso: gravidanza – farmaci –
prescrizione di farmaci in gravidanza – le fonti d’informazione.
Redatto da: Emanuela Ferrarin
Bibliografia:
Janet D. Cragan et al. “Ensuring the Safe and Effective Use of Medications During
Pregnancy....”
Matern Child Health J (2006) 10:129-135; Focus, Bollettino di
Farmacovigilanza, Anno V, N. 15 Agosto 1998.