La naturalezza del gol contro vecchi pregiudizi

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La naturalezza del gol contro vecchi pregiudizi
Utente e-GdP: Calda13 - Data e ora della consultazione: 21 ottobre 2010 07:25
20 SPORT
GIORNALEdelPOPOLO
GIOVEDÌ 21 OTTOBRE 2010
+
TROFEO GDP UNDER 20 / SETTEMBRE
Eletta la calciatrice Cora Canetta
TROFEO
La naturalezza del gol
contro vecchi pregiudizi
GdP
under20
le nostre scommesse
Pagina a cura di
PAOLO GALLI
«È cominciato tutto quando avevo
cinque anni. Chissà come!?». Cora Canetta e il calcio, un rapporto nato per
caso quando lei non era che «una mascotte», e cresciuto tanto, sino a trascinarla verso la nazionale. Con grande
naturalezza. Lei lo vive così, il calcio,
come un divertimento; ha i suoi obiettivi, i suoi sogni, ma mantiene i piedi
ben piantati per terra, saldi. I progetti di Cora sono legati al domani ma soprattutto al dopodomani. «Oggi non
direi di no a una proposta da giocatrice professionista, ma io preferisco
pensare al giorno in cui sarò madre, in
cui avrò un lavoro vero. A 25 anni penserò definitivamente ad altro». A 25,
d’accordo, ma ora ne ha soltanto 18.
Splendenti. Tanto che, ultimamente,
ha fatto parlare di sé in più occasioni.
Prima con il suo trasferimento a Zurigo, poi con i gol in LNA e infine con
la sua partecipazione ai Mondiali
U20. Gli argomenti non mancano, e
non le mancano, sì, perché il centravanti ha una bella parlantina.
La mia trafila al Rapid
«Ho cominciato a cinque anni. Una
mia vicina di casa giocava nella squadra di paese con i maschietti, ma non
è che venisse trattata granché bene.
Così mia madre accettò di farmi giocare a calcio, ma pretese una squadra
femminile, il Rapid Lugano naturalmente. Io ero la più piccola, la pupilla, la mascotte. Non è che giocavo, mi
allenavo e basta, anche perché a quei
tempi non c’erano ancora tutte le categorie: si stava tutte assieme, le piccole con le grandi. Il calcio mi piaceva tanto, infatti a ricreazione non stavo a saltare la corda con le amiche, ma
andavo a giocare a calcio con i bambini. Poi vennero introdotte le categorie, così seguii tutta la trafila, sino alla U18, qualche mese in LNA quando
non avevo che 15 anni e la retrocessione in LNB».
Professionismo, sì o no?
«In Svizzera siamo tutte dilettanti. Il
professionismo nel calcio femminile
lo trovi in Germania o negli Stati Uniti. Alcune mie compagne di nazionale infatti giocano in quei paesi. Io, dovessi fare bene nello Zurigo e in nazionale, allora non direi di no a un’eventuale proposta, magari dal campionato americano. Ci penserei. Ma tra cinque anni la carriera finirebbe, e quindi voglio pensare a cosa sarò più in là,
a un lavoro stabile, a una famiglia. Dopo i 25 anni il calcio non sarà che un
puro divertimento, non posso pensare di poter vivere di questo sport».
Fuori dal campo c’è altro
«Ho frequentato per tre anni la scuola per sportivi di Tenero. Ora inseguo
la maturità professionale, e quindi ho
avuto la fortuna di poter vivere uno
stage di 45 settimane a Zurigo presso
la UBS. La grande fortuna è che mi lasciano vivere tutte le chiamate del club
e della nazionale. Per ora lavoro in
banca, ma ho anche altri progetti. Al
momento mi vedo in due ruoli molto diversi tra loro: avvocatessa, esaltata dalle lezioni di diritto seguite a scuola, o maestra di sport. Quindi o Macolin o l’università di Zurigo dopo il classico anno “passerella”».
chiamata per un campo di allenamento in Turchia: mi sono trovata benissimo. Da lì la vera offerta. Ho colto così due piccioni con una fava: ora gioco nella squadra più titolata del campionato (15 campionati svizzeri, tra cui
gli ultimi tre, e 8 coppe in bacheca, prima come Seebach, poi come Zurigo,
ndr), lavoro per la UBS e posso imparare il tedesco, vivendo una nuova
esperienza di vita. Detto ciò, non è stato facile lasciare il Rapid dopo tanti anni. Ma ho dovuto pensare alla mia vita, a fare la scelta migliore».
Ragazza immagine
«Mi rendo conto che ora ci si aspetta
molto da me, sento un po’ di pressione, ma io preferisco andare avanti per
la mia strada, vivendo tranquilla la mia
vita. A volte mi arrivano dei messaggi
tipo “Sei l’orgoglio del Ticino”, so di essere attualmente l’immagine del calcio femminile in Ticino: io provo allora a dimostrare a tutti che da noi si sta
lavorando sempre meglio. Il Rapid
purtroppo è in LNB, ma ora ha un
nuovo gruppo, è una squadra giovane. Pian piano risalirà. Peccato solo
che le altre squadre ticinesi gli giochino contro, non aiutandolo e non aiutando le loro ragazze più brave. In Ticino, secondo me, a volte dimostriamo una mentalità un po’ stupida e
provinciale».
La mia “nuova” vita
«Con il tedesco me la cavo. Lo capisco
abbastanza bene, mentre nel parlarlo mi trovo più a disagio: non mi arrendo, anzi, mi butto. Al momento vivo da una famiglia di una mia compagna di squadra, ma prestissimo, a gior-
La corte dello Zurigo
«Lo Zurigo si fece avanti già lo scorso
anno, ma prima volevo finire a Tenero. Ho mantenuto i contatti, e loro si
sono rifatti avanti. A marzo mi hanno
In tutta sicurezza
anche nelle imprese
più difficili.
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ni, mi trasferirò nel mio appartamento in centro a Zurigo. Ho già scelto tutti i mobili, aspetto solo che me li consegnino. Sono contenta, anche se l’inizio non è stato facile. I miei genitori ancora mi seguono a ogni partita,
poi mi portano in Ticino e la domenica torno a Zurigo. Il distacco allora non
è stato così doloroso».
Ahi ahi, la testa...
«Dopo aver vissuto qualche problema
di concorrenza con le compagne di reparto, ora ci intendiamo al meglio. Sono riuscita a far capire loro il mio tipo
di gioco, e ora infatti mi lanciano più
spesso in velocità. Quello è il mio punto di forza, con l’altruismo, mentre invece devo ancora migliorare il mio colpo di testa: sono alta, ma non ci arrivo accidenti. E poi devo imparare a
sfruttare meglio il mio corpo nella protezione di palla. Il fiuto del gol? Sì, direi che ho sangue freddo, anche se mica sempre eh...».
se diventare un maschiaccio, posso restare una ragazza come tutte le altre,
lo sono. Poi, è vero, ci sono anche i maschiacci nel calcio femminile, ma sono loro scelte: dipende da persona a
persona».
Quella maglia da brividi
«Ogni volta che indosso la maglia della nazionale mi vengono i brividi. Non
so come spiegarlo, ma mi accade sempre. È bellissimo indossarla, mi rende
fiera. Ai Mondiali U20 non ho giocato molto, ma sinceramente non pensavo di giocare così tanto. Io sono della classe 1992, c’erano compagne professioniste più grandi di me, eppure ho
trovato spazio. Essere in Germania è
stato magnifico, certi stadi! E poi i
bambini mi chiedevano persino l’autografo. Davvero da brividi».
I PREMIATI DI QUEST’ANNO
Arianna Wroblewska
Daniele Angelella
Matteo Rezzonico
Grégory Hofmann
Anais Maggetti
Michele Niggeler
Amedeo Cassina
Tanja Goricanec
pattinaggio artistico
atletica leggera
sci di fondo
hockey su ghiaccio
golf
scherma
pallanuoto
beach volley
la scheda
I fastidiosi pregiudizi
NOME: Cora
SQUADRE: Rapid Lugano, Zurigo
«So che esistono tanti pregiudizi riguardanti il calcio femminile. Non ci
faccio caso, o meglio: faccio finta di
non farci caso. Penso che quelli che
credono certe cose sul calcio femminile sono dei grandi ignoranti. Basterebbe che ci seguissero. Vi posso assicurare che l’entusiasmo che vedete in
una squadra femminile, non lo vedrete mai in una squadra maschile. Ricordo quando vincemmo un campionato nei D9: ricordo certe arrabbiature
da parte dei maschi... Anche sulla femminilità: io non ho mai voluto arrivare a somigliare a un uomo. Non perché gioco a calcio devo per forza di co-
COGNOME: Canetta
ALLENATORI: Markus Kummer (Zurigo),
Yannick Schwery (Svizzera U19)
NATA IL: 6 gennaio 1992
RISULTATI PIÙ PRESTIGIOSI: partecipare
ai Mondiali U20
DOMICILIATA A: Novaggio / Zurigo
STUDI: finita la scuola per atleti di
Tenero, ora lavora presso l’UBS con
l’obiettivo della maturità professionale
HOBBY: sciare, stare con gli amici
GIOCA A CALCIO DALL’ETÀ DI: 5 anni
PUNTO DEBOLE: il colpo di testa
PUNTO DI FORZA: velocità e altruismo
chi la conosce bene
YANNICK SCHWERY (ALL. U20): «Cora ha digerito bene
il salto dalla B alla A. Un passo in avanti che ora
ritrovo anche nel suo gioco. È molto rapida, soprattutto in progressione, ha fisico ed è tatticamente intelligente. Nonostante questo, ha ancora margini di miglioramento. È ticinese, ma lei
sfata i luoghi comuni: è timida. Segnando con
continuità arriverà anche la piena fiducia nei suoi
mezzi. Non per niente fa già parte della rosa allargata della nazionale maggiore. L’estero? Non
deve fare l’errore che invece fanno troppi suoi
coetanei, non deve avere fretta. Continui a giocare da titolare a Zurigo, segni altri gol, impari
bene il tedesco, poi sì, tenti un ulteriore salto».
MARKUS KUMMER (ALL. ZURIGO): «Cora è piena di talento e voglia di imparare, ha un grande potenziale. Deve ancora lavorare e migliorarsi, anche
perché a Zurigo, a differenza che a Lugano, il gioco non è tutto concentrato su di lei. Si è abitua-
ta in fretta al ritmo della LNA, sfoderando sin da
subito prestazioni più che soddisfacenti: ora lavoriamo sulla costanza, fondamentale nella
massima categoria. È giovane e quindi ha ampi
margini di miglioramento. È una fortuna averla
con noi: si è integrata bene, è una persona valida umanamente, è positiva e allegra. Presto qui
si sentirà “come a casa”, e le sue prestazioni miglioreranno ulteriormente. Siamo felici con Cora, è parte del nostro team».
ANDREA BIANCARDI (ALL. RAPID): «Cora è una ragazza
d’oro, sempre disponibile, umile, aperta, pronta ad ascoltare e a imparare. Ha una passione incredibile per il calcio: giocherebbe ogni giorno.
E poi ha un fisico che le ha sempre permesso di
fare la differenza; già da bambina. È stata anche
molto aiutata dai suoi genitori, che l’hanno sempre sostenuta: una rarità, questa, nel calcio femminile, inquinato da troppi pregiudizi».
6900 Massagno
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t +41 (0)91 960 20 20
6830 Chiasso
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