Monopolio e regolazione dei mercati

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Monopolio e regolazione dei mercati
Corso di
Economia applicata dei servizi pubblici locali
Monopolio e regolazione dei
mercati
Università degli Studi di Ferrara
Facoltà di Economia
Il monopolio
La scelta della forma di mercato monopolista è
legata a due categorie di ragioni:
1. Economico-tecnica (market failure)
2. Politico sociali.
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1
Il monopolio
Ragioni Economico-tecniche:
•
Subadditività della funzione di costo legata
ad economie di scala e/o economie di scopo
n
C(q) < IΣ= 1 Ci (qi)
Dove:
q = livello di produzione
C = funzione di costo
3
Il monopolio
Ragioni Economico-tecniche:
•
La presenza di esternalità positive o
negative nella produzione di servizi
pubblici.
–
–
Negative (inquinamento, distruzione patrimonio
culturale e ambientale).
Positive (sviluppo e sinergie economiche)
4
2
Il monopolio
Ragioni politico-sociali:
•
La possibilità di tutelare particolari bisogni
rivolti ai meno abbienti e socialmente deboli
attraverso la definizione:
–
–
–
Dell’estensione dei servizi.
Della qualità dei servizi.
Delle condizioni tariffarie di accesso dei servizi
(redistribuzione del reddito ed efficacia
allocativa).
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Il monopolio
Causa fondamentale del monopolio: barriere all’entrata
Le barriere all’entrata hanno tre cause:
1. Una risorsa chiave è detenuta da una sola impresa
2. Gli Stati concedono a un’impresa il diritto esclusivo di produrre un
bene (brevetti, privative)
3. La struttura dei costi di produzione rende la singola impresa più
efficiente di una moltitudine di piccoli produttori: monopolio
naturale
6
3
Monopolio naturale: quando in corrispondenza dell’intervallo di
produzione (o produzioni) rilevante, la funzione di costo dell’impresa
è subadditiva.
Casi:
- distribuzione
dell’
dell’acqua
- rete ferroviaria
Se la produzione venisse divisa tra più
più imprese, ognuna potrebbe
produrre meno e dovrebbe affrontare costi medi totali più
più elevati.
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Caratteristica fondamentale di un’impresa monopolistica è la sua
capacità di influenzare il prezzo di mercato. In concorrenza perfetta
invece il prezzo è dato.
La curva di domanda dell’impresa concorrenziale corrisponde a una
quota piccolissima del mercato ed è perfettamente elastica. Quella
dell’impresa monopolistica coincide con la curva di domanda di
mercato ed è normalmente inclinata negativamente.
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4
La curva di domanda (che riflette la disponibilità a pagare dei
compratori) costituisce per il monopolista l’unico vincolo alla sua
capacità di esercitare il suo potere di mercato.
Se il monopolista aumenta il prezzo del bene, i consumatori ne
acquistano una quantità minore e viceversa se lo diminuisce.
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Fine dell’
dell’impresa monopolistica è sempre la massimizzazione del
profitto.
La condizione è sempre la solita: RM = CMeT.
CMeT.
NB:
P > RM
In
concorrenza
invece:
P = RM
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Il profitto del monopolista è sempre RT – CT ovvero P – CMeT × Q.
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Poiché però l’impresa monopolistica massimizza il suo profitto quando
RM = CMeT, essa produce una quantità inferiore a quella socialmente
efficiente.
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La necessità della regolazione
La regolazione è volta a ridurre le inefficienze
statiche e dinamiche del monopolio:
1. Inefficienza produttiva.
2. Inefficienza allocativa.
3. Inefficienza di innovazione.
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La regolazione del monopolio
Motivi
Obiettivi
Esempi
MOTIVAZIONI ECONOMICHE
Esistenza di potere di
mercato
Contrastare la tendenza
all’aumento dei prezzi e alla
riduzione della qualità
Monopolio naturale nei
servizi infrastrutturali
Esternalità
Attribuire l’intero costo di
produzione a chi produce o
consuma il bene
Inquinamento ambientale da
parte delle imprese
Incompletezza dei mercati e
dell’informazione
Informare i consumatori
Fissazione di standard di
qualità
MOTIVAZIONI SOCIALI
Beni di merito
Garantire l’offerta e
l’accessibilità di servizi
ritenuti essenziali
Servizio postale
Interventi redistributivi
Ridurre i prezzi di alcuni
gruppi di utenti
Elettricità
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7
Perché regolare
•
Teorie dell’interesse pubblico:
–
–
•
Il regolatore è una benevola entità per la
massimizzazione del benessere sociale.
La mano invisibile del mercato è sostituita dalla
mano visibile del regolatore.
Teorie dell’interesse privato:
–
–
La regolazione è la risposta pubblica alle
richieste di gruppi di interesse.
Versione pluralista vs Versione corporativa.
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La regolazione come problema di agenzia
•
Nel sistema regolatorio esistono diversi livelli di
rapporti di agenzia:
1.
2.
3.
Politici (agenti) vs. Elettori (principali)
Regolatore (agente) vs. Politici (principali)
Impresa regolata (agente) vs. Regolatore (principale)
Ciò porta alle seguenti problematiche:
•
Esistenza di diverse funzioni-obiettivo ai vari livelli.
•
Difficoltà del regolatore di individuare il modello
regolatorio ottimale – adverse selection.
•
Moral hazard.
•
Esistenza di una adeguata struttura di incentivi.
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8
Come regolare
Gestione pubblica diretta:
Gestione privata:
-Ministero
- definizione di regole e
interventi amministrativi del
regolatore
-Ente pubblico economico
-S.p.A a capitale pubblico
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Caratteristiche del regolatore
•
Competenza.
•
Efficacia.
•
Efficienza.
•
Indipendenza dalle imprese regolate.
•
Relativa indipendenza dai poteri pubblici, governo
•
Accountability.
•
Evolutivo.
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Il ruolo delle autorità di settore
1. Compiti di tipo propositivo.
2. Compiti di tipo dispositivo.
3. Compiti di vigilanza e di controllo.
4. Compiti di valutazione.
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Tipologie di intervento del regolatore
•
Interventi ex-ante: regolazione dei comportamenti, tramite
fissazione di regole e sistemi di incentivi.
•
Interventi ex-post: regolare a tutela della concorrenza e del
mercato (antitrust).
–
–
–
•
Divieto di abuso di posizione dominante.
Divieto di intese ai danni del consumatore.
Controllo delle concentrazioni.
Secondo l’art. 86 del trattato CE e l’art. 8 della l. 287/1990
la disciplina della concorrenza prevale sulle attività di
regolazione.
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Il ruolo della regolamentazione
La regolamentazione individua le regole del
gioco competitivo. In particolare:
1. Impedisce la pratica di politiche di
scrematura del mercato (creamskimming)
2. Impedisce la pratica di politiche predatorie
da parte dell’incumbent a danno delle
nuove entranti.
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Il costo della regolazione
La regolazione ha dei costi:
- Operativi del regolatore e delle imprese
regolate.
- Costi legati al regulatory failure.
-
Prezzo regolato < costo medio
Prezzo regolato > costo medio
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Monopoli e politica economica
Soluzioni ai problemi determinati dall’inefficienza del monopolio:
1. Stimolare la concorrenza attraverso politiche anti-trust
2. Regolamentazione dei prezzi
3. Proprietà pubblica
4. Non agire
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I criteri di determinazione delle tariffe
Criteri economici
1.
Modello marginalista
2.
Modello in due parti o prezzi di Ramsey
3.
Modello del price cap tradizionale
4.
Modello del price cap evoluto
5.
Modello di yardstick competition
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1. Modello marginalista
Secondo tale impostazione in casi di monopolio pubblico il
prezzo debba eguagliare il costo marginale.
I limiti:
• Problemi nell’individuazione del costo marginale
• Il costo marginale è più basso del costo medio, obbligando
l’azienda ad operare sempre in perdita (necessità di sussidi
pubblici)
• Se le condizioni di ottimo paretiano non sono rispettate, il
modello marginalista non giunge all’ottimo allocativo
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2. Modello a due parti e prezzi di Ramsey
Il prezzo è formato da una parte fissa (a copertura della perdita) e
una variabile (pari al costo marginale) ai volumi di consumo (es.
Linea di rete fissa Telecom)
•
•
•
•
I limiti:
In molti servizi la parte variabile è trascurabile, obbligando a
quote fisse elevate.
Può ridurre l’efficienza distributiva, limitando i consumi,
soprattutto nei meno abbienti.
Può ridurre l’efficienza allocativa, riduce la domanda del
prodotto o servizio.
Per ovviare a tali distorsioni si fa uso a tariffe alla Ramsey
collegate all’elasticità al prezzo e introducendo politiche di
sussidi incrociati (es. telefonia fissa)
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3. Modello del price cap
Tale modello definisce il prezzo massimo e il suo andamento nel
tempo, in base alla formula = P (inflazione) – x (recupero di
produttività). Ciò permette alle imprese di politiche per la
massimizzazione del reddito a breve o competizione sul prezzo.
Simile al concetto di prezzo standard.
•
•
•
•
•
I limiti:
Difficile stima degli incrementi di produttività
La tariffa di riferimento è basata su dati storici di costo medio
Può discriminare alcune categorie di utenti
Può indurre comportamenti opportunistici all’avvicinarsi del
momento di determinazione della tariffa
Non vi è legame alla qualità del servizio
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La regolamentazione tariffaria pre-riforma
Nel precedente sistema completamente pubblico, il
controllo sulle tariffe era finalizzato a:
1. Controllare il potere del monopolista.
2. Definire le modalità di copertura dei costi totali
sostenuti.
3. Assicurare il raggiungimento di obiettivi sociali e
di diffusione di beni pubblici essenziali.
4. Assicurare la più efficiente allocazione delle
risorse.
5. Assicurare il raggiungimento di altre finalità
generali (inflazione, risparmio risorse
pubbliche…)
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La regolamentazione tariffaria pre-riforma
Nella definizione delle tariffe il concetto di costo
assume un rilievo centrale per i seguenti aspetti:
1. quale costo di produzione deve essere a carico
dell’utente (fenomeno della mutualità).
2. In quale misura differenti classi di utenti debbono
partecipare alla copertura in maniera differenziata
(fenomeno dei sussidi incrociati).
3. Della misura e la modalità di copertura della quota
parte di costo di produzione non coperta dai
prezzi.
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La regolamentazione tariffaria pre-riforma
Il privilegiare scelte di carattere politico ha portato a
politiche tariffarie orientate a:
1. Espandere l’utenza ed i consumi.
2. Orientare e controllare la domanda.
3. Discriminare sulle categorie di utenti e sull’entità
dei consumi.
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L’attuale tendenza
Si è assistito alla seguente evoluzione:
1. Completa mutualità.
2. Parziale mutualità e politiche tariffarie sociali.
3. Allineamento delle tariffe ai costi: concorrenza
attraverso la deregolamentazione.
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Determinazione delle tariffe
1. Tariffe basate sui costi. Ma quel concetto di costo?
Il costo dipende dal:
•
•
•
•
Contenuto (pieno, diretto, medio, marginale).
Tempo (storico, attuale e futuro).
Funzione (di recupero, di ricostruzione).
Consuntività (consuntivo, standard).
2. Tariffe basate sul valore-utilità.
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Tipologie di tariffe
1. Tariffe a forfait.
2. Tariffe a contatore, a viaggio o a tempo.
3. Tariffe a più parti (binomia, trinomia).
33
Dal monopolio alla concorrenza
•
•
•
Riconoscimento anche di “state failure”.
La possibilità di scomporre la filiera
produzione-distribuzione –
deregolamentazione asimettrica.
Il passaggio dalla regolamentazione della
struttura del mercato ad una
regolamentazione dei comportamenti degli
operatori o dell’operatore.
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Dal monopolio alla concorrenza
I cambiamenti rilevanti:
1. Condizioni tecnologiche e produttive.
2. Evoluzione dei mercati e della domanda di
servizi pubblici.
Per lo stato ciò ha implicato il riconsiderare gli
strumenti di regolamentazione.
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Dal monopolio alla concorrenza
In particolare si assiste al passaggio:
1. Da un rate of return regulation.
Effetti distorsivi:
•
•
incentivo ad investimenti capital intensive
(sovrainvenstimenti);
convenienza di mantenere alti i costi (xinefficiency).
2. Ad un incentive regulation.
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Dal monopolio alla concorrenza
In particolare si assiste al passaggio:
1. Ad un incentive regulation. Basato sul
meccanismo price-cap.
T=P-X+K
Dove:
T= incremento tariffario massimo
P= tasso programmato di inflazione
X= indice di produttività totale dei fattori
K= indice di incremento della qualità dei servizi
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Evoluzione dei paradigmi di regolazione
Fallimento del mercato
Fallimento del nonmercato o dello Stato
Contendibilità del
mercato
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Dall’impresa verticalmente
integrata alla deverticalizzazione
• Il dibattito è centrato sul confronto tra una
visione tecnica di efficienza gestionale di
coordinamento interno (impresa integrata
verticalmente)
• E una visione di efficienza allocativa
attraverso la contendibilità ed il
coordinamento decentrato.
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Dall’impresa verticalmente
integrata alla deverticalizzazione
Approvvigionamenti
Magazzino e stock
Reti, impianti
Strutturalmente
monopolistici
Organizzazione
Offerta
Erogazione servizi
Coordinamento interno delle fasi della filiera produttiva e Controllo
politico sull’efficienza allocativa relazioni costi-prezzi
Coordinamento regolato (?) dal mercato sull’efficienza allocativa
Approvvigionamenti
UTENZA
Organizzazione offerta
Erogazione servizi
Approvvigionamenti
….
Magazzino e stock
Magazzino e stock
…..
Reti, impianti
Strutturalmente
monopolistici
Organizzazione offerta
Erogazione servizi
Organizzazione offerta
Erogazione servizi
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Grado di estensione e
diffusione dei principi
concorrenziali
Interconessione
Concorrenza blanda delle fasi con
presenza di più reti e
diffusa
soggetti
Concorrenza
Economie di scala e
parziale
separabilità delle
fasi di produzione e
distribuzione o
trasporto
Concorrenza
nulla o
inefficace
Interconnesione
stretta delle fasi;
grandi economie di
scala; rete specifica
e non duplicabile.
Struttura
dell’industria
Possibili soluzioni regolative
Competizione nel
mercato
Concorrenza dei
servizi sostituti
Tutela della
concorrenza
Sistema di prezzi e
qualità dei servizi
derivante dalla
competizione
Molteplicità delle
reti, servizi sostituti e
soggetti, ma
specificità territoriali
Contracting-out
competitivo per la
gestione reti e
competizione nei servizi
Regolazione della qualità e
tutela degli obblighi di
servizio per via
contrattuale
Concorrenza nei
servizi, ma
monopolio nelle reti
di trasporto
Third-party Acces per
le reti di trasporto e
concorrenza nei
servizi
Regolazione delle rete
come Common carrier,
regolazione dei canoni di
accesso alle reti e/o tariffe
dei servizi
Impresa monopolistica
regolata con conducregulation
Regolazione di prezzi,
qualità e obblighi di servizi
attraverso statuto di
impresa
Monopolio
integrato regolato
Opzioni per la
concorrenza
Opzioni per il
regolatore
Obiettivi di
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public policy
I meccanismi di concorrenza
Possono manifestarsi nelle seguenti forme:
• Concorrenza “potenziale”, rendendo il
mercato contendibile.
• Concorrenza “a monte” o per il mercato,
mettendo due o più imprese in concorrenza
nella fase di entrata in un mercato.
• Concorrenza “simulata” o “indiretta”,
attraverso il confronto delle performance
delle imprese per il loro miglioramento
(yardstick competition).
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I meccanismi di concorrenza
Indipendentemente dalla forma adottata, per il
regolatore si pone la necessità di definire:
•
Politiche di promozione della concorrenza.
•
Politiche di tutela della concorrenza.
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La concorrenza potenziale
•
Le evidenze empiriche e teoriche mettono in
crisi il paradigma struttura-condottaperformance.
•
Non è tanto la numerosità delle imprese, ma
la effettiva minaccia di entrata di
concorrenti che inducono le imprese
esistenti ad assumere comportamenti
efficienti.
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La contendibilità del mercato
Un mercato è contendibile se esiste un rischio
potenziale di nuovi entranti.
Le condizioni:
- Assenza di barriere tecnologiche all’entrata.
- Assenza di sunk-cost.
- Credibilità della minaccia di nuovi entranti.
In tali situazioni l’incumbent non può praticare
prezzi più elevati del costo medio, per cui, p =
AC.
Senza regolazione, la sola contendibilità permette di
conseguire una soluzione di second-best.
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La concorrenza a monte
•
•
•
La concorrenza per il mercato trasferisce la
competizione tra le imprese nella fase di
acquisizione del diritto temporaneo a servizi
un mercato in condizioni di monopolio.
Si applica per quei servizi pubblici in cui la
configurazione industriale più efficiente sia
quella del monopolio.
Necessità di regolare il comportamento del
concessionario in relazione a:
–
–
Livello degli investimenti.
Livello quantitativo e qualitativo dei servizi.
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La concorrenza simulata
•
•
•
Si fonda sulla possibilità di confronto tra le
performance delle imprese esercitanti la
medesima attività, sebbene non in
concorrenza tra loro (Yardstick
competition).
Evita la necessità di conoscere in dettaglio i
costi industriali dell’impresa monopolista.
Incentiva il miglioramento dell’efficienza
complessiva del sistema.
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