La sorveglianza nutrizionale in Toscana. Analisi dei dati.
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La sorveglianza nutrizionale in Toscana. Analisi dei dati.
/DVRUYHJOLDQ]DQXWUL]LRQDOHLQ7RVFDQD$QDOLVLGHLGDWL M. Giacchi*, G. Lazzeri*, B. Bianconi*,A. Ciliberti, S. Cocco*, M.G.D’Amato*, C. Guidoni*, M. Gulino*, M. Martiello*, A. Zani*, A.M. Giannoni^, E. Balocchini^, L. Censi°, S. Martines°, A. Turrini°, S. Rossi*. * CREPS – Dipartimento di FMSSS, Sezione Sanità Pubblica – Università di Siena ^ Dipartimento del Diritto alla Salute e delle Politiche di Solidarietà della Regione Toscana ° INRAN Istituto Nazionale per la Ricerca Alimenti e Nutrizione L’indagine sui dati primari è stata avviata nel mese di Settembre 2001 da sette Aziende USL (Arezzo, Empoli, Massa, Pisa, Prato, Siena, Viareggio) che hanno concluso le rilevazioni dei dati primari entro il mese di Dicembre, seguite dalle rimanenti Aziende sanitarie (Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca e Pistoia) che hanno effettuato le operazioni nella primavera del 2002. Complessivamente risultano coinvolti nell’indagine 3077 bambini di 8 anni di età frequentanti la terza elementare, di cui 1491 bambine e 1583 bambini, selezionati mediante campionamento casuale a grappolo stratificato ad uno stadio con un grado di precisione dell’1%, rappresentativi della popolazione toscana della loro età. La percentuale di adesione al progetto è risultata del 100% per un totale di 117 scuole distribuite in 64 comuni di varie dimensioni. Previa standardizzazione “a cascata” degli operatori, sono state effetuate le misurazioni di altezza e peso e calcolato l’indice di massa coprporea (IMC). Sono stati somministrati due questionari di frequenza alimentare, uno ai bambini e l’altro ai genitori. Dall’analisi dei dati sui valori di IMC risulta che il 66% dei bambini è normopeso, il 25% è sovrappeso e il 9% è obeso, con scarse differenze tra bambine e bambini. I corrispettivi dati del Progetto nazionale sono 64%, 24%, 12%. Questi dati sono indicativi di una situazione che conferma l' importanza degli interventi di prevenzione in età pediatrica, senza peraltro generare allarmismi sull' entità del fenomeno obesità infantile in Toscana, dove la prevalenza relativa si attesta ai livelli più bassi, tipici delle zone del nord prese in esame, all' interno di un trend geografico che vede un progressivo aumento dal nord al sud della nazione. L’indagine conferma l’influenza del livello di istruzione dei genitori sull’IMC dei bambini: ai livelli elevati di istruzione corrispondono le percentuali più bassa di obesi (1%) e più elevata di normopeso (80%) e, viceversa, ai livelli più bassi di istruzione corrispondono le percentuali più elevata di obesi (24%) e più bassa di normopeso (53%). RISPOSTE DEI BAMBINI Da quanto riferito dai bambini risulta che la prima colazione è consumata dall’85% tutti i giorni o quasi (nella stragrande maggioranza a casa, 95%), mentre il 7% la salta in maniera sistematica, contrariamente alle raccomandazioni che assegnano un ruolo importante e irrinunciabile alla prima colazione. Tutti i giorni o quasi il 92% dei bambini consuma lo spuntino di metà mattinata e l’88% la merenda pomeridiana, mentre il 3% non dichiara il consumo sia dello spuntino che della merenda. L’alimento più consumato a colazione è il latte mentre il panino è il più frequente negli spuntini della mattina e del pomeriggio. I consumi dei gruppi di alimenti singolarmente analizzati indicano una frequenza relativa tutti i giorni o quasi rispettivamente del: 41% la verdura, 70% la frutta, 21% i legumi, 17% il pesce, 49% i salumi, 36% i formaggi e 68% la carne. Gli stessi alimenti non vengono mai consumati rispettivamente da: 26% la verdura, 10% la frutta, 35% i legumi, 38% il pesce, 13% i salumi, 29% i formaggi e 5% la carne. Complessivamente e in ordine decrescente sono più consumati tutti i giorni pasta e riso, pane/grissini/crackers, frutta; è maggiormente consumata 4-6 giorni solo la carne; tutti gli altri mostrano una percentuale più elevata di consumo 2-3 giorni. Per caramelle e chewingum, la percentuale più elevata è rappresentata da più di due volte al giorno. Per le bevande gassate e l’acqua imbottigliata sono in maggior numero i bambini che le bevono “quando hanno sete”, mentre il 47% dei bambini non consuma acqua di rubinetto. A pasto, l’acqua imbottigliata è bevuta di più, seguita dalle bevande gassate, mentre fuori pasto accade il contrario. Questi dati sono indicativi di un consumo di frutta superiore a quanto viene comunemente percepito, anche se rimane una percentuale del 10 % che non la mangia mai. Ancora di più va incentivato il consumo della verdura che non è gradita da più di un quarto del campione e di legumi e pesce che non è assunto da più di un terzo dei bambini. La presenza di ostacoli (*) al consumo di verdura, legumi e frutta, incide negativamente sul consumo di frutta tutti i giorni, ma non su quello di verdura, che addirittura è leggermente più elevato del consumo medio del campione in toto, comunque basso. Minestre di verdura e verdure presentano però le percentuali più elevate di frequenza 0-1 (mai o quasi) tra coloro che hanno dichiarato che ci sono ostacoli. L’analisi delle frequenze di consumo per gruppi di alimenti indica inoltre che tra le diverse Aziende USL della Toscana esistono differenze significative eccezion fatta per pesce ed uova, tuttavia per il consumo di frutta e verdura tali differenze risultano meno significative (P>0.05). I bambini obesi presentano una percentuale di risposta “tutti i giorni” più elevata della media per quasi tutti gli alimenti, fanno eccezione legumi, pesce e formaggi che raggiungono una percentuale uguale alla media. Per quanto riguarda il consumo di caramelle, chewingum, ecc. sono i bambini normopeso a mostrare le frequenze più elevate di consumo giornaliero. Per quanto riguarda, invece, le bevande, i bambini sovrappeso e obesi bevono più bevande gassate a pasto, meno o al massimo come la media, fuori pasto e meno quando hanno sete; bevono meno acqua (sia di rubinetto che imbottigliata) a pasto. In generale, i bambini sovrappeso bevono più acqua imbottigliata quando hanno sete, mentre gli obesi in questo caso bevono più acqua di rubinetto. In totale si osserva che la frequenza di consumo “tutti i giorni” per minestre di verdura, legumi, verdure e frutta, è più elevata per i bambini che hanno madri di istruzione elevata (Laurea). Per quanto riguarda la differenziazione dell’effetto su bambini raggruppati per classe di IMC, si osserva che l’istruzione elevata non influenza la distribuzione delle frequenze di nessun alimento, cioè normopeso/sottopeso, sovrappeso e obesi mostrano gli stessi profili. Per quanto riguarda le madri di istruzione bassa (nessun titolo o licenza elementare), i profili per classe di IMC del bambino differiscono significativamente solo per i legumi: i bambini sovrappeso e obesi presentano percentuali di frequenza “tutti i giorni” superiori alla media. I profili per le minestre di verdura presentano una probabilità ai limiti della significatività: P=0.05; i bambini normopeso mostrano frequenze superiori alla media solo per 0-1 giorno/settimana, i sovrappeso per 4-6 o 2-3 giorni/settimana, gli obesi per i due estremi “tutti i giorni” e “0-1 giorno/settiamana”, dove quest’ultima modalità è la più elevata. RISPOSTE DEI GENITORI Per quanto riguarda alcune risposte dei genitori si evince che il 14% dei bambini, senza differenze di genere, mangiucchiano davanti alla TV spesso, il 53% qualche volta e il 33% mai. Il campione si divide a metà fra chi è propenso ad assaggiare cibi nuovi (48%) e chi no (52%). Di fronte ai messaggi pubblicitari della televisione il 10% dei bambini chiede sempre o spesso di acquistare i prodotti reclamizzati contro il 90% che non chiede mai o solo qualche volta. Il rapporto preferenza/rifiuto è simile per tutti, ma non per frutta e succhi: la frutta è preferita più che rifiutata da normopeso (6:1) e sovrappeso (8:1), mentre succhi, frullati ecc. da sovrappeso e obesi (5:1). (*) Veniva chiesto ai genitori se vi erano ostacoli preparazione ecc.) al consumo ( costo-lungo tempo di