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© La riproduzione e la utilizzazione degli articoli e degli altri materiali pubblicati nel presente giornale sono espressamente riservate gusto curiosità Distinzione col sashimi? Il riso fa la differenza ... Sabato 16 Marzo 2013 PAGINA35 Se ne sente così tanto parlare, ormai, ma chissà se tutti sanno davvero qual è la differenza tra sushi e sashimi. Entrambi cuore della cucina giapponese, vengono serviti insieme ma sono assai diversi tra loro. Con il termine sushi si intende un piccolo bocconcino di riso e pesce crudo freschissimo: il riso bianco, precedentemente bollito in agrodolce, viene steso su un’alga e nel mezzo si inserisce il pesce crudo tagliato a striscioline fini, insieme a verdure e condimenti per risaltare i sapori. Il composto viene poi arrotolato e tagliato a rondelle. Il sashimi, invece, è un taglio di pesce crudo più spesso, servito da solo, senza cioè essere accompagnato dal riso. p. pi. Tra i ristoratori c’è chi punta all’incontro fra riso e pesce crudo e i prodotti nostrani come ricci o mozzarella che si fanno spazio nelle nuove ricette Il sushi conquista i palermitani Ed è boom di locali specializzati Nel capoluogo si possono contare una ventina di luoghi dove poter gustare queste specialità. Per una cena ci si aggira su un prezzo che varia dai 25 ai 50 euro a persona Chef e ristoratori puntano ad offrire menù con proposte originali e diverse da quelle della concorrenza dai lettori Un ottimo aperitivo I l mio aperitivo è a base di sushi. Vero: magari non è il massimo per gli intenditori del cibo nostrano ma è una buona alternativa e c’è chi ha imparato a farlo davvero bene anche in Sicilia (commento all’articolo «Il divertimento in un sorso: aperi-cena, relax degli italiani» del 23/2). Gilly su www.gds.it Paola Pizzo PALERMO C hi ne rimane deliziato la prima volta che lo assaggia, e sono tanti, non può più fare a meno di mangiarlo. Chi della città ama soprattutto la movida, non può rinunciare ad una «comparsata» nei ristoranti di sushi più in voga. Negli ultimi cinque anni è aumentato il numero dei palermitani appassionati dei rolls di riso e pesce crudo e, di conseguenza, è stato un boom di aperture di locali specializzati nella preparazione di sushi e sashimi. «Ci sono genitori – esordisce Nicola Costa, titolare di «Sushi and meat» in via Niscemi – che abituano i loro figli a mangiare sushi già dai sei anni di età. Molta gente si è avvicinata a questo tipo di cucina per restare al passo con il trend del momento ma, non appena si prova, ci si rende conto che è sana e gustosa». Naturalmente, tutto sta nella preparazione dei piatti da servire a tavola e negli ingredienti utilizzati per realizzare le pietanze: «Massima attenzione al batterio anisakis – spiega Miguel Pino, chef di madre venezuelana e padre giapponese nelle cucine di «Sushi room», in via Principe San Giuseppe – che si trova nel pesce azzurro, come lo sgombro, il tonno o la spatola. Per debellarlo – precisa – bisogna conservare il pescato a precise temperature e corrispondenti quantità di tempo, ad esempio a meno 18 gradi per 48 ore oppure a meno 35 gradi per un minimo di 5 ore. Questo problema, però, non si presenta nel salmone perché è un pesce di allevamento ed è più grasso», aggiunge. In una città come Palermo, dove ad oggi si contano quasi venti locali in cui si preparano sushi e sashimi, chef e ristoratori puntano ad offrire menù con proposte originali e diverse da quelle della concorrenza: «Mi piace arricchire i piatti – dice Miguel Pino – con salse speciali, preparate da me e che non si trovano in altri ristoranti e bar della città». «Nel mio locale – aggiunge Nicola Costa – proponiamo il sushi fusion, che rappresenta il punto di incontro tra la tradizione e la sperimentazione. Così, accanto alle creme particolari a base di pesce pensate dai maestri chef, Ferdinando Arcoleo e Jian Chin, c’è anche la possibilità di gustare i sapori orientali insieme a quelli tipici della cucina tradizionale». Insomma, ac- canto a riso e pesce crudo si fanno spazio, di volta in volta, prodotti nostrani come ricci o mozzarella e pomodoro. «Al momento – conclude Costa – ci concentriamo sulla cena, con un prezzo che va dai 25 ai 50 euro a persona, in estate inaugureremo la stagione con gli aperitivi a base di sushi». In questo universo di sapori molto lontani a quelli a cui l’Occidente è abituato, come per un qualsiasi altro menù anche quello a base di sushi va assaporato rispettando un ordine «non sempre conosciuto da chi lo mangia – sottolinea Miguel Pino –. C’è una sequenza da seguire, si comincia con i rolls fatti di riso, alghe e piccoli pezzi di pesce crudo, poi si continua con i nigiri che sono strisce di riso con pesce crudo sopra e, infine, si conclude con il sashimi, il pezzo di solo pesce crudo. Va anche ricordata – conclude lo chef che a giorni comincerà i suoi corsi di preparazione di sushi e sashimi aperti al pubblico – la funzione di wasabi e zenzero. Mentre la prima è una pasta verde a base di ravanello piccante, che serve a pulire la fossa nasale; il secondo si usa per pulire il palato quando si passa dalla degustazione di un pesce all’altro». con 30 chili di tonno AdHongKong piattodarecord: misurava quasi40metri ... Il sushi più lungo del mondo misura 36 metri ed è stato preparato in un centro commerciale di Hong Kong, in Cina. Alla base dell’impresa «titanica», compiuta da un centinaio di persone tra ristoratori, cuochi, studenti e semplici cittadini, una scelta di pura strategia e promozione turistica: sfatare la paura della contaminazione nucleare del pesce dopo il disastro di Fukushima e avvicinare nuovamente, così, gli avventori ai locali. Stando alle dichiarazioni dei ristoratori della zona, infatti, il grave incidente nucleare dell’11 marzo di due anni fa, che ha fatto seguito ad uno sisma/tsunami che ha causato oltre 19 mila vittime e dispersi, ha allontanato parecchi clienti da ristoranti e bar facendo registrare un calo del fatturato in alcuni casi anche del trenta per cento. Basta pensare che sono circa 57 mila le persone che hanno lasciato la prefettura di Fukushima a causa dei timori sulle radiazioni, malgrado il governo abbia dichiarato a fine 2011 la stabilizzazione dei reattori danneggiati della centrale. Il cataclisma, inoltre, ha causato 27,6 milioni di tonnellate di detriti lungo la costa delle prefetture di Miyagi, Iwate e Fukushima. Per preparare il mega roll di riso, alghe e pesce nel centro commerciale di Hong King è stato necessario utilizzare ben trenta chili di tonno pinna gialla e cento chili di pesce spada pescati ad Okinawa. p. pi. È il Sukiyabashi di Tokyo. Per mangiare qui bisogna sborsare dai 250 euro in su e prenotare con molti mesi di anticipo Nella patria del pesce crudo il ristorante a 3 stelle ... Per gli amanti del sushi che hanno in programma un viaggio a Tokyo e un po’ di pazienza dalla loro, una tappa immancabile del tour dovrà essere quella al «Sukiyabashi Jiro». Si tratta, infatti, del più prestigioso ristorante di sushi della città, uno dei pochi al mondo ad essere stato premiato nel 2008 con le tre stelle Michelin. E, da non sottovalutare, in cucina c’è ancora l’ultra ottantenne Jiro Ono, il più anziano cuoco ad aver ottenuto il massimo riconoscimento della gastronomia mondiale. Con appena dieci posti a sedere al banco, il «Sukiyabashi Jiro» è tutt’altro che un ristorante accessibile: per mangiarvi, infatti, oltre a dover prenotare con diversi mesi di anticipo, bisogna essere pronti a spendere dai 250 euro in su. La fama di questo locale, però, è talmente diffusa che il regista David Gelb ha dedicato alla vita, alla filosofia e alle creazioni di Jiro il suo film «Jiro Dreams of Sushi»: con l’aiuto del critico gastronomico Masuhiro Yamamoto, il filmaker ha seguito lo chef per otto settimane nel corso di un paio d’anni, immergendosi completamente nel suo mondo. Sedersi alla tavola di Jiri Ono è scegliere di vivere una vera e propria esperienza di sapore. Il suo menu degustazione è suddiviso in tre movimenti, con la successione dei diversi bocconi che procede come un’onda, secondo un crescendo di sapori: si va dal più delicato al più inten- so. Ben altra esperienza, consigliata a chi ha invece in programma un viaggio negli Stati Uniti, è quella del «body sushi», dove corpo e cibo si fondono in nome della seduzione. In giapponese nyotaimori, questa pratica consiste, infatti, nel servire sushi e sashimi sul corpo femminile, nel vero senso della parola. Un’abitudine che trova le sue origini nel feticismo sessuale giapponese ma che oggi è diventata una moda assai diffusa soprattutto negli Stati Uniti: Los Angeles, New York e Chicago sono le città che ospitano i tre ristoranti che hanno introdotto il nyotaimori e che adesso stanno facendo affari d'oro. Ormai considerata una cena d’élite, viene paragonata quasi ad un’opera d’arte: la ragazza che si presta al ruolo di «vassoio» si sdraia completamente nuda sulla tavola, mentre lo chef la ricopre di sushi. Il cibo è servito ad una temperatura molto vicina a quella del corpo umano. p. pi.