ALberTo CATALAno un MedICo Che non dobbIAMo dIMenTICAre

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ALberTo CATALAno un MedICo Che non dobbIAMo dIMenTICAre
EX - N. 7 settembre 2009 - 22
Questa è una rivista che si rivolge ad
un ampio numero di
persone parlando di
tutto ciò che succede
in Italia e nel mondo
sull’emofilia, malattia
sempre in evoluzione e
non soltanto, parlando
anche delle persone,
del loro impegno.
Permettetemi di utilizzare qualche foglio
del giornale per farvi
partecipi di una notizia: il 1° Maggio di
quest’anno è andato in
pensione il primario
del Centro Trasfusionale di Vallo della Lucania, riferimento per
molti pazienti, e loro
rispettive famiglie, del
sud della Campania
(da Salerno fino a Sapri): il dottor Alberto
Catalano.
Chi l’ha conosciuto (come
il sottoscritto) fin da quando era un semplice medico
dell’Ospedale di Salerno, vi
può assicurare che medici
come lui, in questo mondo
che vive solo di ricchezza
ed egoismo, ce ne sono ben
pochi. Quante volte mia
madre si è rivolta a lui in
qualsiasi ora del giorno e
della notte, l’ha sempre
indirizzata verso la strada
migliore per la mia salute.
Non potrò mai dimenticare
in particolare due episodi:
il primo quando, agli inizi
degli anni ’90 mia madre
mi portò in braccio da lui
dopo l’ennesimo emartro
alle caviglie per eseguire
il trattamento - disse col
suo solito modo cortese “Signora Flauto, non può
alberto
catalano
un medico che
non dobbiamo
dimenticare
tornare a casa portandosi
nuovamente suo figlio in
braccio: ora vi accompagno io!”. E presa la sua
Citroen rossa ci accompagnò a casa, dove riposai,
aspettando che la caviglia
si sgonfiasse.
Il secondo episodio si è invece ripetuto negli anni,
ogni qualvolta mi recavo
a Vallo per i controlli semestrali di routine. Dopo
il prelievo, aspettando i
primi risultati, io ed il mio
“compagno di avventura”
Fabio, andavamo nel suo
studio e lui ci ripeteva
sempre: “Alfonso, prendi
esempio da Fabio (magrissimo) che è magro e donnaiolo. Fabio, prendi esempio
da Alfonso, che mangia ed
è serio!”.
Riflettendoci però, sono
solo una persona che esprime una sua opinione. Ho
pensato quindi di contattare via mail gli associati
della “Associazione degli
Emofilici della Provincia
di Salerno” chiedendo loro
di scrivermi un pensiero,
una frase, anche una sola
parola per descrivere il nostro “ex” primario.
Alfonso Flauto
Trascrivo le risposte:
“Salve mi presento: sono la
mamma di un ragazzino
emofilico di Salerno di 12
anni, Ferdinando. Partendo dall’inizio, anche se è
meglio non andare troppo lontano, devo dire che
l’incontro con questa patologian (malattia è una parola che fa troppo nazional
popolare!) non è stato dei
più semplici, anzi! Siamo
partiti da Roma dove la
diagnosi a tre mesi d'età
di nostro figlio era tutt'altro che sicura. Andati poi
la seconda volta, (a 8 mesi)
la diagnosi è stata di emofilia A grave….
Una bomba insomma!
Siamo passati poi per Napoli dove, dopo un paio di
diagnosi incerte, si è avuta
la stessa diagnosi finale di
Roma.
Siamo, quindi approdati, piuttosto sconvolti,
all’ospedale di Vallo della Lucania, dove abbiamo fatto la conoscenza dei
dott. Catalano e dott. Feola che, in termini calcistici,
si potrebbero definire i due
attaccanti di punta della
squadra.
Il loro incontro è stato fondamentale per l’accettazione della patologia di mio
figlio.
Il primario dott. Catalano è una stata persona di
un’estrema professionalità, ma al contempo dotato di grande semplicità e
umiltà… Doti molto rare
nell’ambiente medico.
Ha creato un ambiente
molto familiare ed accogliente nel suo ospedale e
questo lo ha reso più vicino alle persone che a lui
si sono rivolte per svariati
problemi ematologici.
Ci ha accolti con una grande familiarità e con grande
comprensione, ha ascoltato
tutte le esperienze che fino
ad allora avevamo avuto.
Ci ha illustrato tutto
sull’emofilia e si è messo
a completa disposizione
e quando dico a completa, intendo dire proprio a
360 gradi, dandoci piena
disponibilità per qualsiasi dubbio a qualsiasi ora
del giorno e della notte, (e
immaginate cosa significhi
avere una neo-mamma con
un bambino piccolo che ha
una patologia del genere).
La cosa più importante
che per noi ha potuto fare
è stata quella di insegnarci
a gestire l’emofilia.
In che modo? Facendoci
capire che dovevamo conoscere l’emofilia per gestirla al meglio, dandoci,
così, piena fiducia e il suo
appoggio professionale. Di
momenti critici ne abbiamo avuti diversi nel nostro
percorso, ma lui è stato
sempre pronto ad intervenire sia dal punto di vista
medico che umano e devo
dire che, in alcuni frangenti, il lato umano è stato di
importanza fondamentale.
Ora, a dire il vero, non sapevo che il carissimo dott.
Catalano fosse andato in
pensione ed è una cosa che
mi turba. Ci poteva almeno dare i 30 giorni di preavviso per prepararci psicologicamente al distacco,
magari avvisandoci con
una lettera! Prima di chiudere voglio raccontare un
aneddoto esplicativo.
Un giorno con mio figlio,
che allora aveva 9 anni,
eravamo andati in ospedale e il ragazzino si era sentito così riconoscente verso
colui che l’aveva curato che
disse: “Mamma, il dottore
è così gentile che non so che
darei per ripagarlo... guarda gli darei tutti i miei capelli!”. Ora chi conosce il
dottore capisce la profonda
riconoscenza che in quel
momento aveva provato!
Comunque bando alle
chiacchiere ad una persona così, ripeto, molto
rara nel suo ambiente, si
può dire solo un grande
GRAZIE con tutto il cuore
e mi auguro che, se qualche volta lo disturberemo,
non ne avrà a male anche
le famiglie
ed i pazienti
raccontano
il loro medico
se conoscendolo non credo
proprio.”
Con profondo
affetto e stima
famiglia Pisapia - Salerno
“Proprio i primi di maggio
del 1986 il dottore con tanta umiltà e disponibilità
comunicò a me ed a mio
marito che nostro figlio era
affetto da emofilia A grave.
La notizia piombò come
un fulmine a ciel sereno,
ma lui seppe consigliarci
e guidarci. Da allora sono
passati 24 anni.
In questo periodo abbiamo
affrontato insieme non poche difficoltà ma quando
l’alta professionalità di un
medico si unisce ad una
carica di umanità, questo
è veramente BUONA SANITA’ e tutto si affronta in
maniera più’ serena.
Il mio motto è sempre stato: NELLA SFORTUNA
SONO STATA FORTUNATA.”.
Grazia e Vincenzo
“Il ricordo del dott. Catalano rimarrà sempre scolpito nella mia mente come il
giorno in cui l'ho conosciuto...
Solo il giorno prima avevo
saputo che mio figlio (che
aveva 14 mesi) era emofilico. Fino ad allora non
conoscevo questa problematica, e il giorno dopo
mi ritrovai nello studio di
un "piccolo" ospedale di
un "piccolo" paese ...per
un problema che reputavo
"grande".
Ma la professionalità, la
disponibilità, l'umiltà erano doti che trasparivano
nettamente, trasferendomi
fiducia, forza e maggior se-
renità per il futuro di mio
figlio...
GRAZIE ad un GRANDE
medico ma anche e soprattutto un GRANDE Uomo!
Roberto, Rosanna
e Christian Ronga
“Un ringraziamento è doveroso verso una persona,
prima che medico, che mi
ha visto nascere, crescere e
diventare uomo.
Ha dato forza a tutta la
mia famiglia quando c'erano giuste paure e timori
da affrontare e di questo
gliene sarò sempre grato.
Simpatico, schietto, professionale, umile, disponibile.
Ecco com'è Alberto Catalano... ecco com'è l'identikit
di un medico esemplare.
Grazie di tutto!”
Fabio
Per me ogni parola sarebbe stata sempre poco per
esprimere quello che ha
dato alla Ns. causa (senza
scopi di lucro) e a tutti noi,
per definire l’uomo Dottore che è rimarrà solo nei
nostri cuori. E sottolineo
uomo perché per me e stato prima un grande uomo
e poi un saggio, preparato
ecc. ecc. ecc. ecc. ed infine
dottore.
Famiglia Amendola
Concludo con il mio pensiero: all’indomani della pensione gli ho mandato una
mail con su scritte queste parole: “Gentilissimo
Dottore, ho saputo che da
qualche giorno è andato in
pensione. Bene… così avrà
più tempo da dedicarci”.
Grazie ancora di tutto.
Alfonso
EX - N. 7 settembre 2009 - 23