PER UNA RICERCA STORICO
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PER UNA RICERCA STORICO
PER UNA RICERCA STORICO-TERRITORIALE SUI COMPRENSORI DI BONIFICA E IRRIGAZIONE DELLA CAMPANIA Bacino Inferiore del Fiume Volturno, delle ex Paludi di Napoli e Volla, del Fiume Sarno. INTRODUZIONE La ricerca territoriale è generalmente intesa come attività finalizzata a un lavoro di progettazione (nei casi degni di questo nome). Il lavoro che segue vuole essere una sintesi espositiva delle fonti storiche che trattano delle bonifiche in agro campano e in tal senso potrà forse risultare di qualche utilità. Dalla nostra convinzione che non ci si può confrontare con temi territoriali specifici (per ragioni di studio, tecniche o politiche) in maniera superficiale origina la ragione di proporre un repertorio ragionato, se pur necessariamente non definitivo. Ci si rivolge a due tipi di potenziali fruitori: il tecnico (progettista, politico-amministratore, storico, economista, programmatore, ecc.) e il dilettante (che si “diletta” seguendo propri personali interessi di ricerca). Restano naturalmente esclusi (poiché si auto-escludono) gli appartenenti alla variegata e trasversale categoria di coloro che si avvicinano al territorio con animo di rapina. Si crede che una “lettura” diacronica dell’ambiente fisico sia esercizio da praticarsi per due ragioni fondamentali: la prima è che le modificazioni di cui un territorio si è caricato per opera delle generazioni precedenti è fattore condizionante e determinante per l’opera di gestione e programmazione degli interventi utili; la seconda ragione, non meno importante, è nel fatto che attraverso la lettura della strutturazione fisica attuale e della stratigrafia del territorio si possono individuare e tutelare quei “fattori di permanenza“ raggruppati sotto la dizione generica di “beni culturali“, solitamente soccombenti per primi in condizioni di squilibrio o di consumo irresponsabile delle risorse territoriali, soprattutto nelle aree extraurbane. I territori campani circoscritti dai limiti comprensoriali delle relative opere di bonifica e irrigazione sono accomunati da una cronologia degli accadimenti a partire dalla fine dell’età aragonese e dai primi decenni del Viceregno, quando il controllo del regime delle acque comincia a delinearsi come necessario allo sviluppo e alla difesa del territorio agricolo, risorsa fondamentale per le esigenze alimentari delle conurbazioni. Non secondariamente le istanze di bonifica si imposero per l’aggravarsi di fenomeni epidemici connessi alla malaria in prossimità della capitale, in un’epoca già afflitta da ricorrenti contagi. Dallo studio delle fonti a stampa e archivistiche si comprende sia la strutturazione dei territori presi in considerazione, sia la qualità e/o il fondamento scientifico delle istanze contenute negli scritti. Lo studio delle fonti finalizzato alla ricerca storico-territoriale (dagli stampati ai catasti storici, dalla iconografia ai fondi archivistici), a differenza di altri paesi europei, si è sviluppato in Italia solo a partire dalla seconda metà del novecento, e prevalentemente a cura di storici di estrazione marxista. Tra i primi lavori di ricerca in questa direzione è il saggio fondamentale di Emilio Sereni sul paesaggio agrario italiano (1961). Con la considerazione iniziale di volere offrire un modesto contributo agli studi si è inteso raggruppare, secondo lo schema indicato, le possibili fonti di informazione e notizie (inclusi i siti web) sul tema dei territori paludosi e sulle relative opere di bonifica. I TESTI Per ricostruire adeguatamente la storia dei territori grande importanza rivestono gli scritti di storia economica. Ad esempio, per il Regno di Napoli, la storia delle Finanze di Ludovico Bianchini (1839); dalla lettura di libri di questo tipo si può risalire a una quantità di altri testi e documenti, reperibili in archivi, biblioteche, siti web ecc. Vanno consultati, ovviamente, testi storici di carattere settoriale (es. La storia delle Bonifiche del Ciasca - 1928) sull’ agricoltura, la viabilità, su aspetti medico-sanitari, tecnologia costruttiva, dizionari storico-geografici, trattazioni giurisprudenziali e allegazioni giuridiche. Non vanno trascurate le storie locali, seppure spesso infarcite di campanilismi vari o di ingenuità, secondo l’indole dello “storico“ scrittore. Se adeguatamente depurati dei limiti di parzialità e verificati per le fonti che citano, tali testi possono costituire un’autentica miniera di notizie. La maggiore difficoltà nel reperimento di taluni libri e opuscoli deriva dalla circostanza di essere questi stampati in provincia e da tipografie poco note. Altrettanto importante per la ricostruzione storica del territorio è la letteratura “odeporica” (trattazione e resoconti di viaggi, diari, guide ecc.) spesso composta con l’occhio critico del viaggiatore del Gran Tour , libero alquanto da schemi precostituiti e per questo abbastanza affidabile nelle descrizioni dei territori attraversati e conosciuti. E’ frequente infine, nella serie di testi che si citano, rinvenire bibliografie e note che rinviano ad altri volumi riguardanti il tema delle bonifiche. LA CARTOGRAFIA Questo tipo di fonte storica è insieme di natura documentaria e iconografica e pertanto unisce all’aspetto funzionale per la ricerca storica il fascino evocativo delle immagini. Il periodo storico di partenza dell’indagine (prima metà del XVI° sec.) coincide con la produzione di rappresentazioni cartografiche impostate su basi già orientate a criteri non empirici, seppure ancora pre-geodetici, che preludono alla nascita della cartografia moderna; tuttavia anche la produzione (per la verità rara) di carte medioevali può rappresentare motivo di interesse ai fini della ricerca, per esempio, relativa alla viabilità antica e alla toponomastica, ma anche alla distribuzione dei centri abitati e all’idrografia. La cartografia a stampa citata, a partire dalla seconda metà del seicento, offre invece precisi riscontri topografici sui siti di indagine, e ancora maggiore precisione sulla localizzazione degli elementi territoriali è fornita dalla cartografia geodetica sette-ottocentesca (Zannoni, Marzolla e altri). A partire dalla seconda metà del Settecento la nascita dei Catasti geometrici – particellari, rifusi generalmente presso gli Archivi di Stato, offre un ulteriore e importante contributo alla conoscenza del territorio; da una visione in sequenza dei Catasti moderni è possibile per esempio ricostruire le vicende evolutive del capitalismo agrario, in concomitanza delle opere di bonifica, nei comprensori del Basso Volturno, delle Paludi di Napoli e dell’agro sarnese-nocerino: dalla progressiva scomparsa della conduzione mezzadrile all’abbandono di metodi colturali e di interi territori agricoli, o alla nascita e alla scomparsa delle grandi aristocrazie terriere. L’ICONOGRAFIA Dipinti, disegni, incisioni e, relativamente all’età contemporanea, fotografie e filmati sono testimonianze preziose per la conoscenza dei caratteri scomparsi o trasfigurati del territorio. L’opera citata di Sereni sulla storia del paesaggio agrario è quasi interamente sostenuta nel suo svolgersi da opere di pittura e disegno. Il reperimento di fonti iconografiche significative (dipinti e incisioni), anche nel caso dei territori che qui interessano, è ormai generalmente consentito dall’uso dei media informatici e tuttavia la ricerca non può ridursi a una esplorazione delle risorse in rete, ma va estesa almeno alle collezioni pubbliche accessibili (Musei, Enti e Uffici Ministeriali e Locali ecc.). Ulteriore campo d’indagine iconografica è poi fornito dai fondi fotografici presso Archivi di Enti e Uffici Pubblici (Comuni, Province, Genio Civile, Camere di Commercio, Associazioni e Sodalizi ecc.). Vale la pena di segnalare che anche le vecchie cartoline postali (meno frequenti nelle raccolte pubbliche ma con ampia offerta sul mercato collezionistico) possono costituirsi come fonte di informazione storica di trasformazioni del territorio . Nel settore fotografico strumento utilissimo sono le foto aeree, disponibili, a partire dai voli alleati nel periodo 1943-45 fino alle attuali ortofoto, presso l’ Istituto Geografico Militare di Firenze. Per l’età contemporanea si possono reperire presso gli archivi Rai, Istituto Luce e Cineteche filmati d’epoca relativi ai territori d’indagine, realizzati nell’immediato dopoguerra e negli anni successivi. Alessio De Dominicis