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"materiali" -dipartimento di geografia -università di padova 21/1999 CONVEGNO NAZIONALE DI GLACIOLOGIA ANTARTICA EPALEOCLIMA Padova, 6-7 luglio 1999 -Riassunti A cura di A. Bondesane M. Meneghel Conil patrocinodi: Comitato Glaciologico Italiano Dipartimento di Geografia "G. Morandini" ENEA- Programma Nazionale di Ricerche in Antartide Università degli Studi di Padova Comitatoscientifico Pierpaolo FAGGI Mirco MENEGHEL Graziano ROTONDI "materiali" -Dipartimento di Geografia Università di Padova -n° 21/1999 Quindici anni di ricerca glaciologica italiana in Antartide: risultati e progetti G. Orombelli Dipartimento di Scienzedell 'Ambientee del Territorio -Universitàdegli studidi Milano-Bicocca Dopo 14campagneannuali di ricerca in Antartide e alle soglie della 150è doverosoriflettere sui risultati raggiunti e sui progetti in corso nell'ambito del settore della glaciologia, paleoclimatologiae geomorfologiaglaciale. Dai primi timidi approcci e dalle prime ingenue iniziative indubbiamentemolti progressisono stati compiutie molti importanti risultati sono stati conseguiti,quando si considerila baseristretta e inadeguatache la glaciologia in Italia avevae tutt' ora sostanzialmentemantienenel panoramadella ricercaitaliana. Tra i risultati promossidal PNRA va posto anzitutto il coinvolgimentodi nuove competenze,quali la geofisica,la geodesia, la geochimica isotopica, la chimica analitica, che nella glaciologia hanno trovato motivi di interessee di appassionatolavoro di ricerca. L'inserimento della ricerca italiana in programmiinternazionali,quali GRIP ed EPICA, ha portato i nostri ricercatori a contatto con progetti scientifici di punta; le innegabili difficoltà inizialm~nte incontrate sono state ampiamenteripagate dai risultati ottenuti, e ancora più lo saranno,se verranno mantenutil'impegno e la serietàsin qui dimostrati.Anche talune iniziative di realizzazionesostanzialmente italiana (nell'ambito di programmiconcepitiinternazionalmente, quali ITASE), hanno mostratola maturità scientificae operativaraggiuntadai ricercatori PNRA nel settoredella glaciologia. Molte le tematiche investigate, dalla valutazione del bilancio di massa, agli studi paleoclimatici e paleoambioentalisulle carote di neve e ghiaccio, alle indagini geofisiche e geodetiche su settori della calotta, su piattaforme e lingue di ghiaccio galleggianti, alla cartografiageomorfologicae glaciologica,alle indagini sul permafroste forme associate.Inoltre agli studi glaciologici veri e propri sono stati associatiquelli sulle meteoritiantartichee gli studi paleoclimatici sui sedimentimarini, nell' intento di creareuna comunità scientifica aperta agli apportiinterdisciplinari e tesaalla risoluzionedi problemiscientifici di ampiorespiro. È da sottolineareche i risultati raggiunti sono anche in larga misura il frutto del costante sostegnoe incoraggiamentoottenutoda quanti hannooperatoa livello direttivo e organizzativo, nella CommissioneScientificaNazionaleper l'Antartide e nella attuazionee gestionelogistica deiprogrammi (ENEA). Il supportoeconomicoricevuto ha consentitodi attrezzarelaboratoriidonei, --1 in precedenzanon esistenti o inadeguati in Italia, mentre la costante presenzagarantita in Antartide ai ricercatori del settore ha permessodi recuperarein pochi anni una esperienza mancante,avviando anche nuovi ricercatori (purtroppo pochi, ma ciò è dipeso da fattori più generali!) verso la glaciologia e geomorfologiapolari. La connessionetra attività scientifica e attività logistica in programmi complessiin Antartide (quali perforazioni in ghiaccio, traversate con mezzicingolati, campiremoti, crociereoceanograficheecc.)è, inoltre, strettissimae i risultati dipendonoin egualmisuradall'impegnoscientifico,tecnologicoe logistico. Sulla base della esperienzapassata,l'organizzazione della ricerca glaciologica è stata ristrutturata nel programmatriennale 1999-2001 con l' esplicitazionedi linee di ricerca maturate negli anni passatie con la separazioneda altri settori, quali la geologia marina, una volta esauritasila opportunitàdi mantenerestretti contattitra la ricerca paleoclimaticaa maree a terra. La attuale struttura della ricerca PNRA nel settore "Glaciologia e paleoclima" è pertanto articolatain 5 progetti: 1- Paleoclimae paleoambientenelle carote di ghiaccioe nella documentazione glaciale (13 unità operative); 2- Pennafroste variazioniclimatiche in Antartide (4 unità operative); 3- il settorepacifico della calotta antarticaorientale: bilancio di massaed evoluzione negli ultimi 200 anni (7 unità operative); 4- Concentrazionedi meteoriti: individuazione,raccolta,studio (4 unità operative); 5- Rapporti isotopici e concentrazionedei gas nobili (He, Ne, Ar, Kr e Xe) nella colonna di ghiaccioe nel bedrocksottostante:mixing e sorgentipresentiin Antartide(1 unità operativa). Sono stati, inoltre, mantenuti gli impegni nei progetti internazionali EPICA, Concordia, ITASE e in altre iniziative non ancoraforrna1izzate. La prossimacampagnaantartica(150 -1999/2000) prevedela partecipazionedi una ventina di ricercatori (a Baia Terra Nova, pressoaltre basi e a Dome C) nei settori della esplorazione geofisica, dei controlli geodetici,delle ricerchegeomorfologiche(cartografia,permafrost),delle meteoriti. il futuro offre, da un lato, motivi di garanziadi continuazionedelle ricerche in un settorenon eludibile in Antartide, ma anche motivi di riflessione responsabile sul buon uso e sulla concentrazionedelle risorse, in tempi di probabili ridotte disponibilità. il problema più impegnativoè quello di garantireuna ulteriore crescitaculturalealla comunitàscientifica italiana, anche integrandolacon competenzeancora non presentio non sufficienti, quali la fisica del ghiaccio, la modellistica, la fisica dell'atmosfera e la climatologia dinamica. Sarà opportuno manteneree rafforazare i collegamenti internazionali stabiliti, mentre sarà pure necessario progettarenuoveiniziative di rilievo, anchecon collaborazioniinternazionali,ma non in posizioni 2 scientificamenmtesubalterne.Soprattutto,pur riservandouna aliquotadelle risorse alle ricerche libere, occorrerà evitare una eccessivaframmentazione,che il più delle volte porta ad una ripetizione routinaria della ricerca ed a risultati complessivamentiinadeguati alle risorse impegnate. '-3 "materiali" -Dipal1imento di Geografia Università di Padova -n° 21/1999 I Ghiacciai locali di Baia Terra Nova. Dodici anni di osservazioni. M. Meneghel Dipartimentodi Geografia.Universitàdegli Studidi Padova Già dalle prime campagneantartichedel PNRA i ghiacciailocali hannoattratto l'attenzionedei glaciologi, principalmenteper due motivi. il primo è che si ritenevache, trattandosidi apparati molto piccoli, il loro bilancio di massafosse sensibile alle variazioni ambientali, alle quali avrebbedovuto corrispondereuna rapida variazionevolumetricae di posizione della fronte. il secondoè che gli apparati isolati avrebberoconsentito l'esecuzionedi numerosee frequenti misure di vari parametriutili per modellizzarequestacategoriadi ghiacciai.Finalità delle indagini era la ricostruzione della storia dei ghiacciai locali a partire dall'ultimo acme glaciale, la comprensionedella dinamica attuale, la previsione del comportamentodi questi ghiacciai in funzione della tendenzadel clima prevedibile. I risultati ottenuti avrebberopoi potuto essere applicati ai ghiacciai di maggioridimensioni. Attualmente i ghiacciai locali sotto controllo sonocinque.Quello dove sono stateeseguitele osservazionipiù dettagliatee le misure più frequentiè il Ghiacciaio Strandline, situato a poca distanzadalla Baseitaliana, sul quale le prime osservazioninell'ambito del PNRA risalgono alla campagna86/67. Nell'89/90 sonoiniziati i controlli al ghiacciaiosettentrionaledi Tarn Flat. Nel 95/96 sono stati materializzatipunti di controllo per il ghiacciaiodella conca di AnderssonRidge. Nel 96/97 è iniziata l'osservazionedel ghiacciaio del Mt. Levick e l'anno seguentequella del ghiacciaio del Mt. Matz. Le misureeffettuatesonostatemolteplici, eseguitecon finalità diversee in modo non sempre coordinato.La metodologiae gli strumentiutilizzati, ancheper la misura degli stessiparametri, sono stati assaivari. Le osservazionicompiutepossonoesserecosìsintetizzate: -posizione e morfologiadella fronte -accumulo e ablazione -topografia della superficie -velocità e deformazione -dati meteorologici -stratigrafia, chimica del ghiaccioe.degli inclusi -indagini geofisiche. 44 I dati e le osservazionisinora pubblicati sono stati molteplici, ma fondamentalmente parziali. Manca una sintesi che evidenzi la correlazionetra comportamentodei ghiacciai e parametri ambientali, questo anche per la detta disomogeneitàdei dati raccolti e delle metodologie utilizzate. Si ritiene pertantoche perarrivarea questorisultato sia necessaria: -una migliore definizione dei parametriche si vogliono misurare -facilità e tempo ridotto di esecuzionedelle misure da ripetere ogni anno, in modo tale che possanoessereeseguiteancheda personalenon afferentealla linea di ricercaspecifica -esecuzione di indagini approfonditesu ogni apparatoglaciale "una tantum" o a distanzadi tempo. In concreto si propone la misura annualedella posizione della fronte dei ghiacciai sotto osservazionee di altri ghiacciailocali (chepotrebberoesserequelli di Tarn Flat e del Mt. Larsen). A questemisure annuali si dovrebberopoi affiancareosservazionidi maggiordettaglio (velocità, deformazione,morfologia, accumulo e ablazione, stratigrafia, topografia del fondo ecc.) da eseguirevolta per volta suuno dei ghiacciai peruna suamigliore conoscenzae per la creazionedi modelli. Bibliografia BARONI C. & OROMBELLI G. (1987) -Il Ghiacciaio Strandline (Baia Terra Nova, Antartide). Geogr. Fis. Dinam. Quat., lO (2),337-350. BARONI C. (1989) -The Strandline Giacier (Victoria Land, Antarctica), Variations oJ the /ce-cliff Margin 1987-/988. Mero. Soc. Geol. It., 43,149-154. BARONI C., FREZZOlTI M., MENEGHEL M. & SMIRAGLIA C. (1993) -Valutazione dei parametri dinamici del Ghiacciaio Strandline (Baia Terra Nova, Antartide) -Geogr. Fis. Dinam. Quat., 15 1992, 41-42. 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(1989)-Ricerche preliminari sul bilancio glaciale nell'area della Baia Terra Nova (Antartide). Geogr.Fis. Dinam. Quat., Il (l) 1988,56-58. 6 "materiali" Unive~ità -Dlpal1imento di Geografia di Padova -n° 21/1999 Studio sulle variazioni delle fronti dei ghiacciai delle coste Adélie e Clarie dal 1947 al 1996 (Antartide orientale, Settore Pacifico) M. Polizzi & M. Frezzotti ENEA C.R.Casaccia-Dip. Ambiente,PO Box2400,00100 RomaAD Nel presentelavoro sonooggettodi studio, attraversol'impiego di dati telerilevati, i ghiacciai antarticidei settori costieri appartenentialle costeAdélie e Clarie e compresitra la BuchananBay (144°30'E, 67°05' S) e la PorpoiseBay (129°30' E, 66°30' S); il tratto di costaesaminatocopre una lunghezzadi circa 1130km (figura). I ghiacciai in esamedrenanouna partedell'areadi Dome C (173.000 km2). Lo scopo del presente studio è quello di fornire un contributo per la comprensionedei cambiamentiambientali in Antartide vista la stretta relazione esistentetra questi ultimi e le variazioni dell'estensionedelle lingue e delle piattaforme di ghiaccio galleggianti. Con l' ausilio del software Erdas Imagine sono state elaborate carte francesi (in scala 1:100.000e 1:500.000)ottenute per restituzione di fotografie aereedell'U.S. Navy del 1947; fotografie del satellite Argon del 1963; immagini dei satelliti Landsat1 MSS del 1973;fotografie del satellite Soyuz del 1985; immagini LandsatTM 4 e 5 del 1989e del 1990e immagini radar dei satelliti ERS-SAR1 e 2 degli anni 1995e 1996. Inizialmente sono state analizzatele immagini Landsat TM che, grazie alla loro elevata risoluzionea terra (30 m), sonostategeoreferenziate utilizzando i punti astronomicipresentisulla cartografiadisponibile; in seguitotali immagini sonostateadoperatecomebasesatellitareper la successivageoreferenzzazione delle rimanenti immagini e fotografie dell'areaesaminata.Per le carte e le fotografie da satellite, a differenza degli altri materiali già disponibili su supporti magnetici, si è resa necessariauna scansioneiniziale. Successivamente è stata effettuata una vettorializzazionedelle linee di ancoraggiodei ghiacciai alla terraferma(grounding fine) e delle fronti degli stessi per ciascuna immagine, per poter effettuare una valutazione dell' area galleggiante occupatadai ghiacciai e della loro variazione nel corso dei vari anni. li valore dell'area di ciascunghiacciaio in funzione dell'anno e la relativa ubicazione, ricavati sempre tramite software,sono stati riportati nella tabella. Da una prima analisi dei dati appare significativa, dal 1947 al 1963, la riduzione della superficie dei ghiacciai ad Est di 138°32'E, mentrenel settoreoccidentaledell'areaesaminatasi riscontranello stessoperiodo un generaleincremento.Nei dieci anniche vanno dal 1963al 1973 7 le variazioni dei corpi glaciali non sembranoavere una tendenzaomogenea;notevole è la riduzione di più della metàdell' areagalleggiantedel Glacier du CommandantCharcot. Dal 1973 al 1985appareevidentel'arretramentodelle fronti glaciali, mentrenel periodo che va dal 1985 al 1989 si assistedi nuovo ad un lieve avanzamentoverso mare di quasi tutte le fronti, molto più marcatotra il 1989e il 1995-1996. 8 "materiali" -Dipartimento di Geografia Università di Padova -n° 21/1999 Valutazione preliminare degli spessori di parte della piattaforma di Hells Gate (Baia Terra Nova, Antartide) attraverso misure fotogrammetriche L. Vittuari l & A. Bondesan 2 I DISTART (Laboratorio di Topografia. Fotogrammetria e Rilevamento Geologico), Università di Bologna. Viale Risorgimento 2, Bologna -Email: luca. vittuari(Q)mail.inrr.unibo.it 2 Dipartimento di Geografia, Università di Padova. Via del Santo 26. Padova -Email: [email protected] La piattaforma di ghiaccio galleggiantedi Hells Gate è stataoggetto in passatodi numerose campagnedi rilevamento da parte di ricercatori di discipline diverse. In particolare,una ricerca (BONDESANet al., 1994) facente uso di tecniche GPS ha permesso di verificare che la piattaforma di ghiaccio è in sostanzialeequilibrio idrostatico, risentendodelle oscillazioni di mareae fornendo pertanto i presuppostiper calcolare lo spessoredel ghiaccio a partire dalla quotadella superficie. Le misure geofisiche effettuate con tecnichediverse (GPR, sismica,geoelettricae altro) nel corso di numerosespedizionihannofornito un termine di confrontoutilissimo per la verifica degli ::§: "E o :z Fig. J: spessoridel ghiaccio espressiin metri. o modello. spessoriderivati dal modello digitale del terreno,confrotandola bontà dei risultati raggiunti. Attraverso l'impiego di tecniche fotogrammetrichedigitali denominatedi autocorrelazione risulta possibile, una volta effettuate le usuali proceduredi orientamentointerno ed esternodi fotogrammi,la determinazioneautomaticadelle coordinatetridimensionalidi punti posti nell'area di sovrapposizionestereoscopica.Il grado di successodegli algoritmi più evoluti, nella corretta individuazionedi punti omologhi su più fotogrammiè percentualmentesoddisfacente,ma viene verificato principalmenteattraversol'analisi di un coefficientedi correlazione.Tale indice purtroppo non è in grado di validare in modo certo il risultato raggiunto e allo stato attuale risulta spessonecessarioun intervento manualea posteriori, da parte di un operatoreesperto, particolarmentenelle aree in ombra o aventi tono fotografico poco diversificato (Bitelli et al. 1996).Tale tecnica apre però la via della generazionedi modelli digitali del terreno aventi una densità di punti realmentemisurati estremamenteelevata (DTM di alta fedeltà), decisamente maggiorerispettoa quella verosimilmenteraggiungibile in produzioneda un operatore. In un precedentelavoro (Marsella& Vittuari, 1996)tale tecnicaè stata sperimentatasu di una coppia di fotogrammiappartenentealla strisciataTMA 3037 279 aventescala media 1:40000e scattatain data23/11/1993nell'ambito di un progetto di fotograrnrnetriaaereaassistitadal GPS nella Terra Vittoria (Antartide). In tale occasione è stato misurato, con una stazione fotograrnrnetricadigitale Leica-HelavaDPW770 un DTM avente passo di griglia pari a 20 m della parteterminaledella piattaformadi Hells Gate. Partendoda tale DTM, dopo alcune verifiche circa la precisione del modello, attraversoun confronto con rilievi effettuati nell'area contecnichetopografichediverse(quali GPScinematico, fotogrammetriaanalitica ecc.)è stataindividuatadirettamentedai fotogrammila quota del livello del mare al momentodella presafotograrnrnetrica.In basealla quota topografica, riferita a tale livello del mare, dei punti appartenentialla superficie della piattaforma sono stati desunti gli spessoriapprossimatidella piattaformagalleggiante,considerandoun semplicecomportamento isostaticodi galleggiamentodella piattaformain un mezzoaventedensitàvariabile verticalmente. Quali dati di densità dell' acqua marina sono stati impiegati i profili di densità misurati nello stessoperiodopressola fronte della piattaforma(TISONet al., 1997)e quale densitàdel ghiaccio i valori misurati in sededi carotaggio. In figura l si riporta una mappapreliminare degli spessoridi ghiaccio ottenuti in basea tale lO Bìbliografia BONDESANA., CAPRAA., GUBELLINIA., TISONJ. L. (1994) -On the use ofstatic GPSmeasurements to record thefidai responseof a small antarctic ice shelf (Hells Gate/ce She/f,Victoria Land). "Geogr.Fis. Dinam. Quat.", 17,123-129. CANEVAG., LOZEJA., MERLANTIF. & TABACCOI. (1994)a -/ntegrated geophysicalsurveysofthe Hells Gate /ce Shelf and the Enigma Lake Basin (Nern Victoria Land). Field Data Reports, IX ItaliAntartide Expedition,59-60. CANEVAG., LOZEJA., MERLANTIF. & TABACCOI. (1994)b-Risultati preliminari dellaprospezione geoelettricasulla piattaforma di Hells Gate.Incontro di Studio del Progetto di Ricerca Glaciologia e Paleoclima,Roma,20-21 giugno 1994,Enea,Abstract. CANEVAG., LOZEJA., MERLANTIF. & TABACCOI. (1994)c -Sperimentazione di metodologieperlo studio della dinamica delle piattaforme galleggianti: l'esempio di Hells Gate. Incontro di Studio del Progettodi RicercaGlaciologiae Paleoclima,Roma,20-21 giugno 1994,Enea,Abstract. CAPRAA., RADICIONIF. & VITTUARIL. (1996) -Kinematic GPSprofiles and navigation in Antarctica. ProceedingsofXVIII ISPRSCongress,Vienna,Austria, Voi XXXI, part Bl, CommissionI, 31-35. CAPRAA., FREZZOTTIM., MANCINI F., RADICIONIF. & VITTUARIL. (1997) -GPSfor ice sheets movementmonitoring and grounding line detection. Proceedingsof Intemational Association of Geodesy-XVIII CongressoBrasileiro de Cartografia,3-9 september199. BITELLI G., CARRARAA. & VITTUARIL. (1996) -Comparison of DTMsfrom contour lines and digital photogrammetry.Reportson Surveyingand Geodesy,M. Unguendolied., Nautilus,Bologna,pp. 159179,1996. HEIPKEC. (1995) -State-of-the-Art ofDigital PhotogrammetricWorkstations far TopographicApplication. PhotogrammetricEngineering& RemoteSensing,61 (l), January1995,49-56. LOZEJA., MERLANTIF., PAVAN M. & TABACCOI. 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O. ~ .. ~~~~ 5 6 7 dL_~_--, 8 9 8bi -ghiaccio m 10 12 13 16 17 3sr -piccole di fondo 18 19 6cl -grani arrotondati Sii -strato 6mf -policristalli di ghiaccio orizzontale 1 f -cristalli di recenteprecipitazione ~ 7ch -brina di cavità D 5cp -cristalli a calice 20 21 22 particelle arrotondate 8ic -colonnedi ghiaccioverticale D -31r 15 14 a grappoli arrotondati 6s1 -neve fusa ~ 2bk -particelleestremamente spezzettate 2dc -particelle parzialmente frammentate 4fa -particellepiene sfaccettate ::iiiiii:iiiiiii 4sf -piccole par1icellesfaccettate 4mx-forme mistesfaccettate ~ 9mfc -crosta da fusione e rigelo 3mx § 9wc -crosta da ventoB forme miete arrotondate -grosse particellearrotondate 9sc1- crostada sole 13 23 dell 'acqua di fusione superficiale. La superficie assumeuna caratteristicamicromorfologia a penitenti, mentre a maggiorescala si osservanoforme simili a grandi sastrugi,ma generateda sublimazioneinvececheda erosionemeccanica. Allontanandosidal mare,la fusionediventasempremenoimportante.Al Boulder Clay Glacier e al Browning Pass(210 -300 m s.l.m.) i cristalli da metamorfismodi fusione prevalgonosolo a fine estate.A partire dai 650 m s.l.m. sul medioe alto CampbellGlacier non si è osservataalcuna traccia di fusione, anche superficiale. Al posto di questo processodiventa preponderanteil metamorfismocostruttivo, reso possibiledal gradientetermico, molto forte sino a circa 2000 m s.l.m. Nel medio e alto Campbellsi incontranoquindi in superficie alternanzedi strati di neve ventataa elevatacoesionee piccola granulometria,e strati di particelle sfaccettateo cristalli a calice. In profondità si osservauna progressivatrasformazionein strati di particelle sfaccettate anchenella neveventata.È quindi probabileche l'unico limite al metamorfismocostruttivo sia la scarsaporositàdella neveventata,che limita la diffusione del vapore,notoriamentenecessariaal metamorfismocostruttivo. Confrontando siti con differente substrato, si è accertatoche questo fattore ha influenza relativamentemodesta. I rari substratiorganici(alghe,guanopresentisoprattuttoa InexpressibleIsland)e i molto più comuni substratisalini favorisconopalesementeil metamorfismocostruttivo, con formazione di brina di profonditàanchea livello del mare fuori da periodi di perturbazionifredde (lnexpressible Island). Analoghi studi sulle Alpi suggerivanoun metamorfismocostruttivo per produzione di calore con la decomposizionedella sostanzaorganica(Motta et al., 1995). Per quantoriguarda i substratisalini, si può ipotizzareche lo scioglimentodelle efflorescenzesaline crei dei vuoti alla basedel mantonevoso.Essifacilitano la circolazionedel vapore,con azioneanalogaa quella dei substratiricchi di cavità. È anchepossibileche lo scioglimentodei sali raffreddi la parteinferiore del mantoaccrescendoil gradientetermico. I substratirocciosiessendoimpermeabilicausanoil ristagnodell'acquadi percolazione.Hanno quindi un'azioneoppostaai substratiorganicie salini, favorendoi processidi fusione-rigelo,con la formazionealla basedel mantodi uno spessostratodi ghiaccio di fondo. Confronti fra substratiglaciali e substratidetritici a permafrost,mostranoscarsedifferenze, ancheperchèla presenzadel mantonevosomantienegelato lo strato attivo del permafrost.Con l'ovvia eccezione delle coperture di limitato spessore,in cui l'intero manto nevoso è alla temperaturadi fusioneo prossimoalla temperaturadell'aria, si osservanoi seguentitipi di profili termici nei due substrati. -Nel substratodetritico il profilo termico varia continuamentein risposta alle variazioni di temperaturadell'aria. Si ha superficialmenteuna zona di escursionetermica giornaliera, stretta 14 quandoè determinataesclusivamentedall'altezzadel sole sull'orizzonte,ampia quandola neve è ombreggiataalcune ore al giorno. In profondità giungono solo le perturbazionitermiche più prolungate,legatealle variazionimeteorologiche.il profilo apparesoventespezzatofra una parte superiore adattata alle nuove condizioni termiche e un'inferiore che conserva l'andamento precedentealla variazionemeteorologica.Alla basela diffusa presenzadi cavità e substratiporosi permettel'infiltrazione d'aria, causaed effetto della diffusa morfologia degli ammassinevosi a banchi isolati, limitati da orli subverticali(sastrugida sublimazione,snow drift). Ne deriva una certa tendenza della parte basale a raggiungerela temperaturadell'aria prima degli strati intermedi. -il substratoglaciale delle zone di ablazioneè assimilabilea quello detritico; in zona di accumuloinvece si osservad'estateun profilo molto regolare,tendentea una curva logaritmica. Piccole escursionitermichegiornaliere,o variazionia più lungo periodoconnessealle variazioni meteorologiche,si osservanonei primi decimetridi spessoredel profilo. Bibliografia LENAZ R., GUEZZONIS. & TAVIANI M. (1989)-Wind-blown particles in Terra Nova Bay, Antarctica: first results and perspectives.Soc. lt. Fisica: ConferenceProc. Vol. 20 "ltalian Researchon Antarctic Atmosphere",Il Nov. 1988,Ed. Compositori,Bologna,103-110. MOlTA M., UNTERTHINER S. & MOlTA L. (1995) -Caratteri sedimentariemetamorfici nevosonell'alta Valledi Gressoney. Rev. Vald. Hist. Nat.,49,147-166. ~~. del manto . "materiali" -Dipartimento di Geografia Università di Padova -n° 21/1999 Un archivio di firme spettrali di superfici nivo/glaciali per il monitoraggio di ambienti glaciali con dati telerilevati A. Cagnatil, R. Casacchia2,S. Ghergo3,R. Salvatori2 & M. Valtl 'RegioneVeneto-ARPAJI;Centro Valanghedi Arabba (BI) 2CNR-lIA. MonterotondoStazione(Roma) JCNR-Dip. Attività ScientificheRoma Gli ambienti glaciali sono quelli che risentonomaggiormentedei cambiamenticlimatici. Le variazioni di temperaturadeterminanouna diminuzionenell' estensionedelle coperturenevoseed una modifica sostanzialenella strutturadel mantonevoso.Permonitorarequesticambiamenticon i sensorisatellitari del visibile e dell'IR, è necessarioconoscereil comportamentospettraledella neve a questelunghezzed'onda nelle diversecondizioniambientali.Studi sul riconoscimentodei diversi tipi di manto nevosocon dati da satellite (Dozier e Marks, 1987; Dozier, 1989;Winther, 1993) e analisi sul comportamentospettraledella neve (Warren, 1982; Winther et al., 1998; Wiscombe e Warren, 1981; Zibordi et al., 1996)dimostranoche le variazioni strutturali delle coperture nevose possono essereanalizzate con dati di riflettanza ripresi nell' intervallo di lunghezzed'onda compresotra 350 e 2500nm. Al fine di studiarela relazionetra la rispostaspettraledelle superficie la loro caratterizzazione nivologica,nell'ambito dell'attività di ricercacondottadal progettoTelerilevamentoè statocreato un' archivio di misure spettroradiometrichee nivologiche basatosull'esperienzasviluppata nel PNRA, sia attraversole campagnedi misura condotte in Antartide, nella regione di Baia Terra Nova (Cagnati, 1996;Zilioli e Cagnati, 1995),che mediantel'analisi delle immagini telerilevate (Casacchiaet al., 1998e 1999).L'archivio, che saràconsultabilevia rete, è strutturatoin mododa correlare direttamente le proprietà nivologiche della superficie investigata con le sue caratteristichespettrali.I dati contenutinell'archivio sonotutti dati acquisiti al terrenoe, pertanto, per ogni sito di misura, sono riportati oltre ai dati radiometrici, anche dati geografici, meteorologicie nivologici (figura 1). In particolare,per ogni sito di misurasonodisponibili: .misure di riflettanzaassolutanell'intervallo 350-2500nm; dati nivologici comprendentitemperatura,densità e contenuto in acqua della neve; dimensionie geometriadei grani, morfologia dello strato superficialee profilo del manto nevoso; informazionigeografichee meteorologicherelative ai siti ed alle datedelle misure. 16 L'archivio è inoltre arricchito dei dati acquisiti in Artico, alle Isole Svalbardnei pressidella stazionescientifica di Ny-Alesund (Cagnatiet al., 1998),e in Italia, nelle Alpi Bellunesi (Cagnati etal., 1997). Data Ora 19.11.1998 09.30-11.30 Coordinate Sito Altre misure m 74°33'38 S 162°56'36 E Mc Carthy Ridge Temperatura dell'aria: Stato del cielo: -7.4 cC Numero cicli misure: Misure eseguite: Pannello di riferimento: 100 67 304 x 304 mm Strato superficiale: strato a debole coesione di brina di superfice particelle arrotondate (3a E=0.2 mm) 3 molto bassa (pugno: 0-10 Pa) -15.9°C neve asciutta Durezza strato superficiale: Temperatura neve: Umidità strato superficiale: Densità: -3 Mc Carthy 600 850 1100 Ridge 1350 lunghezza 1 -Esempio (7a E=3.0 150 kgm superficie liscia da vento (Sa) Rugosità superficiale: 350 Stratigrafia 100 cm Penetrometria 100 cm 650 sereno (0/8) calma di vento Vento: Figura Quota di dati nivologici 1600 2100 2350 d'onda e spettroradiometrici 17 1850 presenti nell'archivio. mm) e piccole Bibliografia CAGNATI A (1996) -Some observations on snowpackfeatures in Northern Victoria Land, Antarctica. Proc. of Intemational Conf. "A valanches and related subjects", Kirovsk, Russia, 2-6 September, 1996. -CAGNA TI A., CASACCHIA R., SALVATORI R., SALVI S., VALT M., ZASSO R. & ZILIOLI E. (1997) Indagini radiometriche sul manto nevoso nel bacino del Cordevole (Alpi Bellunesi) Atti della I Conferenza Nazionale della ASITA : Le immagini e le Informazioni Territoriali, 201-206. CAGNA TI A., CASACCHIA R., SALVATORI R. & VALT M. (1998) -Indagini nivologiche e radiometriche in Artico per studi multitemporali con dati telerilevati. Atti 2 Conf. Nazionale ASITA, Rilevamento, rappresentazione e gestione dei dati territoriali e ambientali, Bolzano 24-27 nov. 98, 1,415-420. CASACCHIA R., MAZZARINI F., SALVATORI R. & SALVINI F. (1999) -Rock type discrimination by field, TM and SPOT data, Tarn Flat, Antarctica. Int. Iour. Remote Sensing, 20 (2),403-420. CASACCHIA R., PICCHIOm A. & SALVATORI R. (1998) -TM data processing far Geologic Mapping in the Nash Ridge Area, Victoria Land, Antarctica. 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RomaAD-/TALY 3Museodell'Antartidedi Siena-Via del Laterino,853100 SienaITALY We bave used tandempairs of the remote sensingsatellitesERS-1 and ERS-2 synthetic apertureradar (SAR) observationsof the David glacier and NansenIce Sheetin the vicinity of Terra Nova Bay -Antarctica, for the double purpose to outline the glacial setting and ice structure of the area and contemporarystart an evaluationphaseto assessthe best processing procedurebeforeto extensivelyapplydifferential interferometricalanalysison the whole Victoria Land. The reconstructionof the ice velocity field in a large scale over Antarctica is ODeof the rnain goal of the VECTRA project, thereforewe focusedour attentionto this test gite that was objective of rnany studiesand investigationsto determinethe possibility to assessinforrnation about the glacial setting of the area directly from amplitude, raw interferogramand coherence images.This procedurecould be useful in a further step of interferometric analysis to better understandand evaluateanomalousbehavioursin the baskscattered signals that could effect the phaseand consequentlythe interferogramquality. ERS1-2 SAR tandemorbit RAW data images bave beenprocessedwith phasepreservingalgorithrnsin orderto allow interferometricanalysis obtaining single look images (SLC). The pair of SLC obtained bave been processedand coherencemap and interferogramgenerated.The interferogramhas beencorrected only for the fIat terrain frequencythereforeit containsrnixed togetherthe inforrnationof both topographyand ice motion. The radar imagescoverthe David -Drygalski glacial systemand NansenIce Sheet where we performed a glacial analysis based on interferometric (Joughin et al. 1995) and amplitude products (Dowdeswellet al. 1994).The glacial featuresinterpretedusing amplitude, coherence and interferogram images bave been subrnitted to a validation procedure. The validation approachinsights the comparisonbetweenLandsatTM (Tematic Mapper) satellite images and SAR data and ground truth data. SAR products bave been ellipsoid (WGS84) geocoded in order to be compared with Landsat TM images. Landsat TM bave been georeferencedusingGPScontrolpoints and thenmatchedwith SAR images. By the comparisonbetweenthe data corning from LandsatTM image and ground truth data (Frezzottiet. 1998)an interpretationprocedurecan be achievedusing different SAR productsfor~ 19 20 this area.The raw interferogramwell describesthe ice flux differenceand the stressfields related to the confluenceof the two ice fluxes of the David Glacier. Becauseof the groundingline (GL) lirnit is relatedto a changeof both topographyand ice velocity the GL of the two ice fluxes of the David Glaciercan be outlined directly usingthe raw interferogram.Deformationpatterncan also beenoutlined in the NansenIce Sheet.Stresspatternof the outlet glacier marginand differential ice flux inside the mainstreamcanalso beenpicked interpretingthe raw interferogram. The amplitudeimageand coherencemapsdescribethe distribution of different type of ice and crevasspatternand allow the discrirninationbetweencontinentalice and thin ice shelf. References DOWDESWELLI.A., REESW.G. & DIAMENTA.D. (1994) -ERS-I SAR investigation of snow and ice facies on ice caps in the EuropeanHigh Arctic. Proceedingsof IntemationalGeoscienceand Remote SensingSymposium,spaceat the Serviceof Our environrnent,1171-1176. FREZZOTrlM., CAPRAA. & VITI1JARIL. (1998) -Comparison betweenglacier ice velocitiesinferred from GPSand sequentialsatelliteimages.Annalsof glaciology,27,54-60. IOUGHINI.R., WINEBRENNER D. & FAHNESTOCKM.A. (1995) -Observation of ice-sheetmotion in Greenlandusingsatellite radar interferometry.GeophysicalResearchLettes,22 (5), 571-574 "materiali" -Dipartimento di Geografia Università di Padova -n° 21/1999 I tephra di Frontier Mountain e Lichen Hills (Terra Vittoria settentrionale) N. Perchiazzi, L. Folco* & M. Mellini 'corrispondenza a: LF- MuseoNaziona/eAntartide. Siena;e-mai/:[o/[email protected] I campi di ghiaccio blu dell'alto Rennick sono spessotraversatida bande di polvere con spessore da centimetrico a decimetrico che si estendono per chilometri. Bande di tali caratteristiche affioranti a Frontier Mountainsonostatein precedenzaclassificatespeditivamente comedetrito basaleriesumatoin corrispondenzadi ghiacci in risalita. Quattro di questebandesono statecampionatea Frontier Mountaine Lichen Hills. L'assenza di rocce locali e di frammenti di rocce sedimentarie,la presenzaubiquitaria di vetro vulcanico privo di tracce di abrasione,i minerali ignei, la composizionechimica di vetro e minerali e la composizionechimica del campionetotale indicano in manieraunivoca che si tratta di ceneri vulcaniche(tephra). Le singole bande presentanocaratteri sostanzialmentecomuni alla scala dell' affioramento, salvo la eventuale diversa abbondanzae diversa giacitura. Nonostantequesta loro apparente somiglianza,le singole bandepossonoesserenettamentediscriminatel'una rispetto all'altra su basemineralogico-geochimica. Caratteridiscriminantisonole dimensionidelle particelle, il grado di vescicolaritàdel vetro, il contenutoin elementimaggiorie traccedi minerali, vetro e campione totale. Le dimensionidelle particelle (in media,da 20 a 200 ~m) indica trasportotroposfericoe provenienza da una sorgente di distanza non superiore ai 500-1000 chilometri. Vincoli geocronologicie composizionichimicheindividuanola sorgentedei tephra di Frontier Mountain e Lichen Hills all' interno della recenteattività della provincia vulcanicadel Monte Melbourne.I possibili centri di emissionesonoLe Pleiadie/o il Monte Rittmann(attivi rispettivamenteda circa 50 ka e 4 Ma). ~ "materiali" -Dipanimento di Geografia Università di Padova -n° 21/1999 Primi risultati delle prospezioni geofisiche condotte sulla parte meridionale della Nansen Ice Shelf (Terra Vittoria, Antartide) G. Caneval, Lozej A. 2,Merlanti F.1, Pavan M.l & Tabacco 1.2 JDipartimento per lo studio del Territorio e delle sue Risorse -Università di Genova 2 Dipartimento di Scienze della Terra -Università di Milano Nel corso della XIV CampagnaItaliAntartide (1998/99)è stata effettuata una prospezione sismica a riflessione nella parte meridionaledella piattaformadi ghiaccio gallegianteNansen. Tale prospezioneha compresol'indagine di un transettotra BackstairPassageed Inexpressible Island. Lo scopo principale di questo studio, condotto con tecniche indirette, era quello di determinarela morfologia del fondo marino sotto la piattaformae le relazioni con l'evoluzione quatemariadel settore.Perottenereuna buonadefinizionedella morfologia di fondo è necessaria la stima, il più possibileprecisa,degli spessoridi piattaformaa causadella differenza di velocità di propagazionedelle onde elastichetra il ghiaccioe l'acquamarina sottostante.In questosenso sono state utilizzate tecniche integrate di rilevamento topografico GPS, osservazioni elettromagneticheradar e i profili sismici a riflessione. I risultati delle elaborazionipreliminari hannoposto in evidenzauna morfologia del fondo marinocostituitada tre sezionivallive separate da alti morfologici. Due di questi alvei concordanocon gli arrivi dei ghiacciai Priestleye Reeves mentre il terzo è di più difficile correlazione.Nonostantele corrispondenzeosservatenon è ancora possibile affermare se la morfologia del fondo è dovuta a erosione glaciale e/o a più complessimovimentitettonici. 22 "materiali" -Dipartimento di Geografia Università di Padova -n° 21/1999 Ice wedge polygons in the Terra Nova Bay region, Antarctica Distribution and morphological features R. Raffi!, A. Gambini2& C. Smiraglia3 l Dipartimentodi Scienzedella Terra, Università "La Sapienza",P.le A. Moro, 5, Roma Diartimento di Scienzedella Terra, Universitàdi RomaTre,Largo S.L. Murialdo, l, Roma Dipartimentodi Scienzedella Terra, Universitàdi Milano, Via Mangiagalli 34, Milano This report servesas documentationof the existenceof a particularperiglaciallandform, "ice wedge polygons", in an area of Northern Victoria Land overlooking the Ross Sea. The area principally lies within the coastal section of the Terra Nova Bay region. The area considered extends approximatelybetweenlatitude 74° and 75° southand betweenlongitude 162°15'and 164°15'east. It is one of the largestdeglaciatedareasin Antarctica, with the exceptionof the Dry Valleys and the McMurdo Sound area. The area nearestto the coast, the Northern Foothills, presentsreliefs with slightly undulatedpeaksthat reach1000m in altitude. They afe evidenceof the glacial modelling that took pIace during a phaseof greaterexpansiontowards the Ross Ice Shelf. The areasof the interior contrastwith these latter areasand afe characterizedby alpine typical altitudesand landforms,suchasridges,glaciercirquesand horns.Thesedeglaciatedzones afe virtually islandsseparatedby vast outlet glaciers,the Reeves,Priestleyand Campbellglaciers and they afe characterizedby the presenceof permafrostandvariousperiglaciallandforrns. Studiesconductedon the patternedground or polygonsin the Antarctic bave focused mainly on the McMurdo Soundand Dry Valley areas(Péwé,1959;Black, 1973).This researchhas seen markeddevelopmentin the Terra Nova Bay areafollowing the installationof the Italian scientific station in 1986-87.In addition to geomorphologicalinvestigations(Orombelli, 1986; Baroni, 1989and 1996ed.), geophysicalsoundingsbavealso beenconductedto examinethe typologies and characteristicsof the permafrost(Guglielmin et al., 1997).Bondesanet alii (1997) recently compiled a descriptionand geneticinterpretationof polygons. The polygons constitutethe most widespreadperiglaciallandform presentin the entire study area.The meshsizerangesfrom oneto tens of metersand theyafe borderedby furrows that range betweenseveraldecimetersand one meterin width, with depthlying within a similar range. The authors carried out a systematic study of the polygons in the study area between December1998and January1999. Severalhelicopterflights were madeover variousdeglaciatedsectors. On the basis of the observationsmadeand data alreadyreportedin the literature, severalsample siteswere selected,takingnumerousparametersinto account(type of morphology,type of debris cover, lithology, aspect,altitude etc.). A total of 21 stationswere set up within the gite areas.Sectionsweremadeaiongthe furrows markingthe polygonsand where necessary,trenches were dug with depthsand widths exceeding2 meters. The field surveysconductedreveaiedthe presenceof ice wedges.The latter were found in a total of eight stations:Mt. Emison(2 stations),on BoomerangGlacier (2), at the GerrnanBase Campof Gondwana(1), nearEnigmaLake (2) and on InexpressibleIsland (1). The ice wedgeswere found at depthsrangingbetweenlO and 30 cm from the surfacelevel on Mt. Emison and BoomerangGlacier and between 65 and 75 cm on Inexpressible Island, Gondwanaand at Enigma Lake. The wedge sizesvary even in terrns of stations located in the samesurveyarea.Wedgeupperwidths rangefrom slightly aver lO cm (on BoomerangGlacier)to aver 150 cm (on Mt. Emison).They extend in depthtram 50-60 cm to aver 150cm. In alI of the wedgesobserved,the outer lateral transition to the permafrostis marked by glassyclear ice, whereasthe air bubbles in the ice increase,revealingvisible vertical strips, moving tram the edgestowardsthe centraIpart of the wedges.The presenceof centraifissuresthat bavegaps of 5 to 6 mm full of frost and snow,indicatesthat the polygonsare relatedto thermal contractionsof the frozenground during the winter. Sandwedgesmeasuring30 -50 cm in width and 70 -100 cm in depth were found beneaththe furrows in severaisectionsmade in the interior zones on the westernslope of Mt. Levick (nearPriestleyGlacier). The results of the field surveysrevealedthe widespreadpresenceof polygonswith ice wedges. On the basis of the dataavailable,the DeepFreezeRangeand NorthernFoothills sites appearto be the sites in which the developmentof ice wedgesprevails. Though stilI on the basis of preliminary data, it is possible to state that the variety of moisture conditions affects this particular distribution of ice wedge polygons. The moisture level is definitely higher in the Northern Foothills and in the southernsectors of the Deep Freeze Range, comparedto the EisenhowerRange and this has probably contributed to the developmentof the landforrns observed. References BARONIC. (ed.) (1996) -Mount MelbourneQuadrangle(Victoria Land). Antartic geomorphologicaland glaciological 1:250,000map series.MURST-PNRA-MuseoNazionaledell' Antartide (SezioneScienze della Terra),SieDa. BARONIC. (1989)-Geomorphological Map ofthe Northern Foothills near the ltalian Station(Terra Nova Bay,Antarctica).Mem. Soc.Geol. It., 33 (1987),195-211. BLACKR.F. (1973)-Growth ofpatternedground in VictoriaLand. 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American Journal of Science, 257, 545-552. 25 I.-L. 26 "materiali" -Dipartimento di Geografia Università di Padova. n° 21/1999 Significant Marine Ice Accumulation Near the Grounding Line of the Nansen Ice Shelf (Terra Nova Bay, Ross Sea): Implications and New Insights into the Consolidation Process and the Resulting Isotopic/Chemical Fractionation Tisonl, A. Khazendarl,A. Bondesan2,M. Dini3 & B. Stenni" DépartementdesSciencesde la Terreet de l'Environnement.UniversitéLibre de Bruxelles,Av. F.D. Roosevelt50. BruxellesBelgium 2Dipartimentodi Geografia. Universitàdi Padova,Via del Santo26, Padova 3Laboratoriodi GeochimicaIsotopica,Dipartimentodi Scienzedella Terra. Universitàdi Trieste,ViaE. Weiss6. Trieste Ice shelve'smassbaIanceis an essentialkey to the stability of the ice sheetunder climatic changes.A major issue that has beenfocusedon in the last decadeis the processof marine ice accretion at the ice-oceaninterface. ODe and two-dimensionalmodels along flow lines bave reasonablyreproducedbasai melting at grounding lines and frazil ice accretion rates further downstream,in the sub-ice shelf Deep ThermohaIineCirculation pattern. Recent 3-D oceanic models suggestthat the topographyof the ice shelfs basehas a criticai impact on depositional patterns of the marine ice forming in the water column. Previous work at Hells Gate Ice Shelf (HGIS), in the Terra Nova Bay area, indicated that junction lines betweenindividuai flows convergingto form the ice shelf(near groundingzonesor in the lee of pinning points)afe sites of preferredaccretionof the individuai frazil ice crystaIsfloating up in the watercolumn. The High resolutioncrystaIlographic,saIinity and isotopic anaIysisof the NIS 1 45-meterice core presentedbere (see preliminary results in MENEGHEL& BONDESAN,1996), reveals a unprecedentedcase where similar thick accumulationof marine ice occurs in widely open transversecrevassesfracturingthe NansenIce Shelf up to the surface,close to its groundingline in the Reeves Glacier area. This is supportedby the overaIl field configuration and by the discrepancyin somepropertiesbetweenthis core and the marine ice sectionsof other previous drilling projects.Occurrenceof suchan accretionprocessin an areawhere melting from the Deep Thermohaline Circulation should normally prevail is of utmost importance in the context of dynamicaI stabilization of the ice shelf. BasaI crevassesand rifts afe common features near groundinglines of ice shelvesand in their frontal zonesas precursorsfor icebergcalving. Hughes (1983) explored the importantrole that thesefracture featuresplay in the disintegrationof ice shelves,while, on the other hand, Stephenson and Zwally (1989)discussedthe stabilizing effect that might regOlitram the filling of rifts with ice. Recently,work by Rignot and MacAyeal (1998) and MacAyeal et al. (1998)bavedemonstratedhow the dynamicpropertiesof what they calI the "ice melange" in openrifts do play an importantrole in the calvingprocessat the frani and in the overall stability of an ice-shelf. According to theseauthors,the melangeis composedof multiyear sea ice, ice shelf fragmentsand wind-blown snow. lt is quite plausible that the dynamic properties of the material filling the rifts and its responseto temperaturevariation would be different if the ice was mainly an homogeneousbody of marineice (resulting from a processsuch as the one describedhere)ratherthan the mixture describedby the aboveauthors. On the other hand, the high resolution measurementspresentedin this paper, and more speciallythe salinity/ol80 relationship,also allow us to improve our understandingof the relative "purity" of the marineice ascomparedto seaice, a subjectstilI stronglydebatedin the litterature. A modelis developedto explainthe observedchemicalpropertiestaking into accountthe various complexprocessesleadingto consolidatedmarineice as it is observedin the cores. References HUGHESM. (1983)-On the disintegrationofice shelves.I. Glacio1.,29 (101),98-117. MENEGHEL M. & BONDESANA. (a cura di) (1996)-National Meetingon Antarctic Glaciology,Padova. lune 1 ]'/1-12//1, 1996-Abstracts. Materiali del Dipartimentodi Geografia,75 pp. MACAYEAL D.E., RIGNOTE. & HULBEL. (1998) -lce-shelf dynamicsnear the front of the FilchnerRonne lce Shelj; Antarctica. revealed by SAR interferometry: modellinteiferogram comparison.I. G1aciol.,44 (147),419-428. RIGNOTE. & MACAYEAL D.R. (1998)-lce-shelf dynamicsnear thefront of the Filchner-Ronnelce Shelj; Antarctica,revealedby SARinterferometry.I. Glaciol., 44 (147),405-418. STEPHENSON S.N. & ZWALLY H.I. (1989) -lce-shelftopography and structuredeterminedusingsatelliteradar altimetry and landsatimagery.Ann. Glaciol., 12, 162-169. 27 2& "materiali" .Dipartimento Università di Padova -n' di Geografia 21/1999 Holocene and transition SO41.,N03- and Cf profiles in the first 580 m of EPICA-Dome C ice core. R. Udisti!., E. Castellano2, S. Becagli2,S. Vennigli2,S. Torcini5& G. Piccardi2 1DepartmentofChemistry,UniversityofCalabria. 87030 Arcavacatadi Rende(Cosenza).ltaly 2Department ofPublic Health and EnvironmentalAnalytical Chemistry,University ofFlorence. via G. Capponi 9, 150121 Florence.ltalv JENEA,AMB, CRECasaccia.1-00100Rome,ltaly .Correspondenceaddress:Analytical ChemistrySection.University ofFlorence. ".ia G. Capponi,9 -50121 Florence1taly.E-mail: [email protected]ì.it During the 1997/98 and 1998/99 EPICA -Dome C campaigns, an ion chromatographic method coupled with a flow analysis system was carried out for the direct, in situ, deterrnination of sulphate, nitrate and chloride in semi-continuous way. The method perrnitted to obtain a powerful screening of these components at very high resolution along alI the ice core. In this way, it was possible to show particular events characterized by sudden increases of the concentrations of oDe or more of the analysed compounds. 5uch information is essential to individuate reliable temporal horizons for the ice layer dating, to understand the temporal trend of the sources and/or of the transport processes of substances used as environmental and climatic markers and to drive, directly in situ, the successive sub-sampling of the ice core. The last point is very interesting to obtain sub-samples with very high resolution only around the most important ice core sections, shown by 5042",N03" and CI- peaks. In the 1998/99 campaign, the drilling reached the depth of about 780 m, whose the first 584 m were analysed. In accordance with the preliminary dating proposed by the EPICA 5teering Committee, the processed ice core covers the period of about 30,000 years before presentoIn the Holocene period (about 0-400 m depth range), sulphate and nitrate show rather constant background levels, with concentration means around 95 and 15 ppb, respectively. No particular trends were pointed out in their concentration/depth profiles in this periodo On the other hand, the sulphate profile is characterized by the very sharp signals of several volcanic events. Many spikes afe also present in the chloride profiles, some ascribable to volcanic emissions and other to sea spray contributions, but a particular trend is bere visible, too. We can observe a progressive increase of the chloride concentration from the surface to the Holocene low limito The mean value in the 300-400 m depth range (around 25 ppb) is about 2 times higher than the more superficial layers. In particular, a sharp concentration increase is visible in the depth range 270-360 m, probably due to an increase of atmospheric turbulence (able to carry on the plateau areas higher marine aerosol contents)and/or to a variation of the snow accumulationrate (able to maintain more constantthe chloride concentrationby decreasingits post-depositionaldecompositionor reemissioninto the atmosphere).Globally, the Holocene period was dominated by the sulphuric acidity. The sulphuric contributionto the total (sulphuric,nitric and chloridric) acidity budgetis around73%. In the interglacial/glacialtransitionperiod (about400-580 m) a very sharpincrease of concentrationof alI three componentsis shown.This pattemis particularly evident for nitrate (concentrations3-5 times higher than the Holocene values) and, above all, for chloride that reachesvalues about lO times higher. The sulphateconcentration,on the other hand, increases only of about 2 times. As a consequence,the percentagecontribution of the acidic species changesdramatically. Therefore, in the transition period, the relative contribution of sulphuric and chloridric acidity is similar (around48% and 42%, respectively)and the nitric contribution increasesfrom 7 to lO % about. As above noted, rnany spikesafe presentin the concentration/depth profi1esof ch1orideand sulphateboth in the Holoceneand in the transitionperiodoSome of the sulphatepeaks, suchas markers for volcanic explosive emissions, were described in detail, to give reliable and characteristictemporalhorizonsfor dating.In this way, it was possibleto suggesta lime scalefor the last 1000 years, by recognisingthe signals related to temporal known volcanic events (betweenthem, for instance: Tambora-1815,Kuwae-1450and EI Chichon-1259).Many other volcanic inputs were pointed out, but their temporal classificationis not so easyas in the most superficial ice core sections. Anyway, these signals can be used to compare the volcanic signaturesat DomeC with thosefound in otherice coresdrilled in Antarctica or in Greenlandand to assignreferencehorizonsto the datingperformedby fim densificationmodels.In particular, in the transitionperiod, two volcanic eventsshow very high sulphatepeaks(up to 1200 ppb) at the depths of 454.2 and 494.8 m. The height and the characteristicshapeof these sulphatepeaks could permit their useas a global temporalhorizons. 29 "materiali" -Dipartimento di Geografia Università di Padova -n° 21/1999 Elements and minerals in Coastal Antarctic Aerosols by PIXE and SEM-EDAX analyses or recent snow G. Gherrnandi ',P. Laj 2,M. Capotosto' & R. Cecchi' IDept. Scienze dell'Ingegneria. University 01 Modena and Reggio Emilia. Via Campi 213/a -4 I 100 Modena (ltaly) ;'Laboratoire de MètèorologiePhysique. UniversityolClermont-FerrandIl (France) The physical and chemicalcharacteristicsof aerosolsin the remoteregions of the atmosphere unperturbedby anthropogenicactivities afe importantinputsto atmosphericmodelson scalefrom the meso to global. Becauseany changein the nature of atmosphericaerosolscan significantly affect the Earth's radiationbudget,either directly by absorbingand scatteringincoming radiation or indirectly by modifying the radiative properties of clouds, determinationof the background aerosolcompositionand sourcesis of greatimportance.The determinationof the compositionof recentAntarctic snow allows to characterisethe polar aerosoland its short term variability in remoteregions. Twenty-sevensnow samplesbave beencollected -during the ninth field trip of the PNRA (ltalian Antarctic ResearchProject) in 1994-along a 320 cm snow-pit (about 200 m from the HerculesNévé camp, 2960 m a.s.l., Lat. 73006.378' S , Long. 165027.785' E) with a lO cm resolution interval startrng at a depth of 30 cm. AlI sampling operations were performed following a standardprocedure,and the sampleswere kept frozen until preparation(that took pIace in a «clean»laboratory)for PIXE and SEM-EDAX analyses. The targets for PIXE analysiswere preparedby sampleevaporationto dryness of 25 mi of liquid sample (Laj et al., 1996, 1997).PIXE measurements were performedat the Laboratory of the Nationallnstitute of NuclearPhysics(INFN) in Legnaro(Padua,ltaly) by meansof a proton beamacceleratedto 1.8 MeV by the AN 2000 Van de Graaff accelerator{Aprile si et al., 1984). Concentrationsof Na, Mg, Al, Si, P, S, Cl, K, Ca, Ti, Cf, Fe, Ni, Cu, Zn were determined,with measurementerrors from 5% to 10% (LOD: some ng cm-2,i.e. p.p.b. level in melted snow) (Ghermandiet al., 1996). Single-particle analysis of the sampleswas performed by SEM-EDAX. Sampleswere by filtration through a Nuclepore membrane. Analyses were carried out with a Philips XL4C scanningelectronmicroscopecoupledto a PV9900 energydispersive analyserat CIGS (Modena University, Italy), with precisionrangingfrom 5% to 10% (LOD about 10-2gg-l). Between50 and 150 analyseswere performed on each sample, dependingon particle concentration.The 30 elementsmeasuredwere : Na, Mg, Al, Si, P, S, Cl, K, Ca, Ti, Cf, Fe, Cu, Zn. The shapeand size of eachanalysedparticle were alsonoted. The dating of the snowlayers,deducedfrom the variation of '{)180in snow,revealedthat the 320 cm were depositedoveran 8-yearperiod, from 1986to 1994. The elementalconcentrationsmeasuredby PIXE afe generallyvery low, comparab1ewith the typical concentrationsfound in CentraIAntarctica, while the concentrationsof Cu and Zn afe two orders of magnitude larger than typical values, probably due to increasinganthropogenic input or also to local contarnination.The totalloading of chemicalspeciesrangesfrom 0.15 to 2 l.1g/gof waterequiva1ent. The seasonalvariations of the elements in snow show highest concentrationsof marine components (especial1yNa and S) either during or directly following the Austral winter temperatureminima in the years 1987-1990and 1992-1993.The presenceof marine-derived chemicalspeciesis linked to the occurrenceof long-rangeadvectionof air massesfrom the openwater areas.The depositionof crostal materialis also maximumduring the Austral winter. This disagreeswith the assumptionthat the depositionof minerai dustis maximumduring the Austral surnrner,and it maybe due to local sourcesofparticulate aroundHerculesNévé. Most of the studiede1ements(especiallyMg, K, and also Ca, Si, and Al) afe presentin excess of the typical sea-saltratio with Na; they would appearto derive also from the crost component, as indicatedby the SEM-EDAX measurements (Ghermandiet al., 1998). On a first approximation,Fe, Al, Si and Ti concentrationsresult correlated(cross-corre1ation with Fe always higher than 0.7) as we11as Na and Mg (cross corre1ationof 0.8). Instead,the correlation of the marine componentwith Cl is not significant, probablyderiving from advection and scavengingof HCI. Cf, Cu and Zn were not takeninto accountin correlationand the data reductiongiventhe low numberof samplesabovethe detectionlimit . To completethe exarninationof elementsources,we baveinvestigatedthe PIXE analysesof Na, Mg, Al, Si, P, S, Cl, K, Ca, Ti, Fe by meansof a factor analysis.This analysisconfirmed previousresults.Na, Mg, Al, Si, Ti, Fe afe associated(loadings> 0.7) to the first factor (of ten) that explains 39% of the tota1 variance. It indicates a common source or the occurrenceof commontransportpaths that producesthe samepatternfor crostaland marine e1ements. To the secondfactor (17% explainedvariance)is relatedS, and1essstronglyP and Cl and may represent the marine biogenic input. The third factor (explained variance 16%) relates K and Ca.Nevertheless, it has to be taken into account that the multivariate analysis techniquesafe preferablyapplied whena highernumberof cases( 27 analysedsamplesin this work) afe treated. Size distribution and compositionof the insoluble particulatewere derived from the SEMEDAX analyses.The size distribution of insoluble particlesis unimoda1in the 1-5 I.1mdiameter 3~ 32 range. aver 80% of the particlesbaveaveragediameterof lessthan lO ~m. Comparisonwith the temperaturevariationshowsan enrichmentof the coarsefraction(10-100 ~m) during the Austral winter, probably indicating a local source of mineraI aerosol.The mineraI composition of the individuai particlesshowsthat about40% of the identified particlesresult from the aggregationof two or three minerals.Quartz,plagioclaseand K-feldspar,and clay accountfor about50% of alI particles. sulphurandphosphatemineralsaccountfor about10%, suchas oxidesandcarbonates, micas for 3%; other unidentified minerals for the rernaining17%. No clear relationship was found betweentemperaturevariationsand the occurrenceof minerals in snow (Gherrnandiet al., 1998). Coupling of the PIXE and SEM-EDAX resultsperrnitsto computethe relative distribution of elementsbetweenthe solub1eand the insoluble phases(Laj et al, 1997): insoluble material was found to be predominant(more than 50%) for Al. Fe, K, Ca. Instead,the soluble fraction is higher both in S and Cl . The depth of 130 cm correspondsto the beginning of 1991 (Austral summer).The results show that a marked change in the relative concentrationof the main elementsand minerals measuredtook pIaceat this time, perhapsasa result of a perturbationof the Antarctic atmosphere. A tentative examinationof the two set of PIXE data separately(given also the low number of casesin eachset), correspondingto depth lower than 130 cm (from 1991to 1994)and to samples deeperthan 130 cm (from 1986to 1990),hasbeenperformedby meansof factor analysis. For the deepestsamples,three factors cover about the 71 % of total variance. The first includesNa, Mg, Al, Si (loadingscloseto 0.7) and Ti (0.6) andFe (0.8). Na is also weaklyrelated to S and Cl in the secondfactor. The third factor relates P, K and Ca. Given also the SEMEDAX results,the first factor may identify the crostalcomponent,while the secondand the third marine and marine biogenic components . The factor analysis of the PIXE data of the samples collected at lower depth «130cm) provides a completely different picture. Four factors cover 90% of the total variance. At the first ODe(53.0% of the total variance) are strongly related Na, Mg, Al, Si, Ca, Ti, Fe (loadings > 0.75) and also K. At the second factor is related P and weakly Na and Mg. At the third is strongly related only Cl and at the fourth factor is significant related only S (0.60). The set of oldest (before 1991) data describes an unperturbed condition, with crustal and marine elements, while the recent set shows a perturbed condition, with separate trends of Cl and S, perhaps due to another source then the sea saltoThis source would be identified in the volcanic gases emitted by the lune 1991 eruption of Mount Pinatubo. The major inputs of S and Cl gases were in the stratosphere and could bave been transported southwards to the polar regions (Solomon et al., 1996). In fact, the whole atmosphericcompositionand circulation were notoriouslyaffected by Pinatuboeruption(Wolfe, 1992):this exceptionaleventcould explainsthe particular behaviourof Cl, S and other elements in the Antarctic precipitation. However, additional investigationis neededto confirm this hypothesis,in particularthe analysisof snowdepositedafter 1993. References APRILESI G., CECCHI R., GHERMANDI G., MAGNONI G. & SANTANGELO R. (1984) -Calibration and errors in the detection of heavy metals in fresh and sea waters by P/XE in the ppb-ppm range. Nucl. Instr. and Meth. B, 3,172-176. GHERMANDI G., CECCHI R. &.LAJ P. (1996) -Procedures of target preparation to improve PIXE efficiency in environmental research. Nucl. Instr. Meth. B , 109/110,63-70. GHERMANDI G., LAJ P., CAPOTOSTO M., CECCHI R., RIONTINO C. (1998) -Elemental and minerai characterisation of Coastal Antarctic aerosols in snow using P/XE and SEM-EDAX. Nucl. Instr. Meth. B, 150 l -4, 392 -397. LAJ P., GHERMANDI G. , CECCHI R. & CECCATO D. (1996) -Coupling P/XE and SEM-EDAX far the characterization ofatmospheric aerosols in ice cores. Nucl. Instr. Meth. B, 109/110,252-257. LAJ P., GHERMANDI G., CECCHI R., MAGGI V., RIONTINO C., HONG S., CANDELONE J.P., BOlffRON C. (1997) -Distribution of Ca, F e, K and S between soluble and insoluble material in the grip ice care . J. Geophys. Res. 102 (C12) 26,615 -26,632. SOLOMON S., PORTMANN R.W., GARCIA R.R., THOMASON L.W., POOLE L.R., MCCORNICK M.P. (1996) -The role of aerosol variations in the anthropogenic ozone depletion at northem midlatitudes. J. Geophys. Res. 101 (D3) 6713 -6727. WOLFE. E.W. (1992) -REPORT: Volcanoes, 23 (l). The 1991 eruptions ofMount Pinatubo, Philippines. Earthquakes and 33 "materiali" -Dipartimento Università di Padova -n' di Geografia 21/1999 La distribuzione degli elementi in tracce nella neve e nel ghiaccio. Confronto fra aree polari ed alpine C. Barbante1,2, G. Cozzi1,C. Turetta2,G. Scarponi3& P. Cescon1,2 Dipartimentodi ScienzeAmbientali,UniversitàCa' Foscaridi Venezia,Dorsoduro2137,30123 Venezia,Italia : Centrodi Studi sulla Chimicae le Tecnologieper l'Ambiente,C,N,R" Dorsoduro 2137, 30123 f'enezia,Italia 3Istituto di Scienzedel Mare, Universitàdi Ancona,Via BrecceBianche,60131 Ancona,Italia La neve e il ghiaccio accumulatisinel corso dei secolinelle regioni polari ed alpine, si sono dimostratidegli ottimi strumentinello studio dei cicli biogeochimicidegli elementiin traccesia in areeremoteche fortementeantropizzate.Gli elementiin tracce,soprattuttoin relazionealla loro distribuzione durante le ere climatiche passate,alle loro proprietà tossicologiche verso gli organismi viventi ed al fatto che sin dall'antichità le attività umane ne hanno favorito la dispersionenell' atmosfera,sono staticontinuooggettodi studioda parte dei ricercatori. Molti metalli pesanti quali piombo, zinco, mercurio, bismuto, cadmio, rame, sono stati analizzati nelle nevi e nel ghiaccio dell' Antartide (Barbante& alii, 1997b) (Barbante & alii, 1997a;Barbante& alii, 1998),della Groenlandia(Barbante& alii, 1998)e delle Alpi (Van de Velde & alii, 1998);tuttavia,tanto per le ere climatichepassate,quantoper i decennipiù recenti, la comprensionedei cicli biogeochimicidi tali sostanzeè ancoraben lontana dal potersidefinire completa. Per cercare di valutare l'entità dei differenti gradi di antropizzazionedell' ambiente,si sono confrontati i valori di concentrazionedi diversi eleIÌ1entiin tracciafino ad ora poco o non del tutto studiati (quali oro, cromo, molibdeno, uranio, argento, cobalto ed antimonio) in campioni prelevati in Antartide (Barbante& alii, 1997b)(Barbante& alii, 1997a;Barbante& alii, 1998) (Dome C) e Groenlandia(Barbante& alii, 1998)(Summit)con i risultati ottenuti recentemente attarversole analisi di campioni provenientida due diverse località dell'arco alpino: Dame de Gouter(massicciodel M.te Bianco)e Colle Gniffetti (massiciodel M.te Rosa). Le analisi chimiche sono stateeffettuatemediantespettrometriadi massaad alta risoluzione con sistema di ionizzazioneal plasmaaccoppiatoinduttivamente(ICP-HR-MS). I campioni di neve e ghiaccio alpini e quelli provenientidalla Groenlandiasono stati analizzatidirettamente, dopo scioglimentoed acidificazionecon acido nitrico ultrapuro, mentre i campioni provenienti dall' Antartide sono stati preconcentratiattraversoun processodi evaporazioneal di sotto del punto di ebollizione, sotto cappail flusso laminare(Classe100)e quindi acidificati. Mediamente si è utilizzato circa l mi di campioneper le analisi, questograzie alla capacitàdi analisi multi~ elementaredello spettrometrodi massaed alla bassissimavelocità di introduzione del campione (40 -80 ~l mini) In Tab. 1 si sono riportati i valori di concentrazionemedi per Cr, Co, Zo, Mo, Ag, Cd, Sb, Au, Fe, Bi e U nelle Alpi, nella Groenlandiae nell' Antartide. Tab. 1: Concentrazionimediee tra parentesi le deviazionistandard (SD)di metalli in tracceper campioni di neve alpina (n=14) del periodo 1989-1990,di nevegroenlandese(n=68) del periodo 1990-1995e di ghiaccio antartico (n= 3) (3700-5700annifa). Monte Bianco Monte Rosa Cr 238 (170) 352 (241) Co 264 (132) 176 (187) 5.8 (3.6) 0.6 (0.3) Zn 1932 (2580) 7970 (11360) 47 (40) 9.8 (4.9) Mo 19 (21) 22 (20) 1.6 (1.2) 0.9 (0.2) Ag 1.8 (1.7) 0.7 (0.7) 0.6 (0.8) Cd 21 (33) 58 Sb 23 (20) 38 (29) Au 0.1 (0.02) 0.2 (0.07) Bi 101 (193) 175 (504) 2.5 (3.2) 0.0081[0.001) U 8.5 (6.3) 4.3 (5.9) 1.8 (2.7) 0.031[0.03) 2.5 (2.2) 0.06 (0.06)0.02)0.04) 0.7 ( 0.9 (0.6) 0.1 ( 0.661(0.30) Fe 119 (71) La concentrazionedei metalli in traccenei campioniantartici, databili tra i 3700 e 5700 anni fa, può esserericonducibileunicamentea processidi origine naturale.I campionidi neverecente, provenientiesclusivamentedalla Groenlandiae dalle Alpi, al contrariopresentanoconcentrazioni di gran lunga superiorinella neve groenlandesee di diversi ordini di grandezzanei campioni di nevealpina. Certamentequestiandamentiriflettono la diversainfluenzadei fenomeniantropicirispettoalla collocazione geografica dei siti di campionamentoconsiderati.È possibile tuttavia rilevare il significativo scostamento,rispetto alla maggior parte degli elementi considerati, dell'oro che presentanella neve alpina livelli di concentrazioneprossimia quelli del fondo naturale(0.66 pg g-l), dell' argento(0.6 pg g-l) e dell' antimonio(0.9 pg g-l) che nei campionidi nevegroenlandese evidenzianoconcentrazionimolto vicine a quelle dei campioniantartici. B;b/;ografia BARBANTE C., BELLOMI T., MEZZADRI G., CESCON P., SCARPONI G., MOREL C., JAY S., V AN DE VELDE K., FERRARI C. & BOUTRONC. F. (1997a) -Direct determination of heavy metals at pico gram per gram level in Greenland and Antarctic snow by Double Focusing lnductively Coupled Plasma Mass Spectrometry. J. Anal. At. Spectrom., 12,925-931. BARBANTE C., TURE1TA C., CAPODAGLIO G. & SCARPONIG. (1997b) -Recent decrease in the lead content of Antarctic snow. Int. J. Environ. Anal. Chem., 68,457-477. BARBANTE C., TURE1TA C., GAMBARO A., CAPODAGLIO G. & SCARPONI G. (1998) -Sources and origins of aerosols reaching Antarctica as revealed by concentration profiles in shallow snow. Ann. Glaciol., 27, 674-678. V AN DE VELDE K., BOUTRON C., FERRARI C., BELLOMI T., BARBANTE C., RUDNEV S. & BOLSHOV M. (1998) -Seasonal variations of heavy metals in the 1960s Alpine ice: sources versus meteorological parameters. Earth Planet. Sci. Lett., 164,521-533. "materiali" -Dipartimento di Geografia Università di Padova -n° 21/1999 Variazioni di regime termico superficiale lungo l'asse vallivo del Campbell Glacier (Terra Nova Bay, Antarctica) M. Mottal, M. Pavan2& C. Smiraglia3 Dipartimento di Scienze della Terra. Università di Torino. Via Valperga Caluso 35. Torino 2Dipartimento per lo Studio del Territorio e delle sue Risorse,Università di Genova 3Dipartimentodi Scienzedella Terra. Universitàdi Milano. ViaMangiagalli 34, 20133 Milano Nella campagna1998-99 si è eseguitauna serie di trincee stratigrafiche,carotaggie profili termici lungo l'assevallivo del CampbellGlacier, in prosecuzionedi ricerche iniziate dieci anni prima (Meneghel & Smiraglia, 1990). Lo scopo era di quantificare le variazioni chimiche, termiche e cristallografiche di ghiaccio e neve in un ambiente di transizione costiero continentale. I siti di misura sono quindi tutti nella medesimasituazione di fondovalle pianeggiante,ma via via più lontani dal mare ed elevati di quota. Nonostante le difficoltà logistiche, si sonocomplessivamente eseguite21 analisistratigrafiche,32 profili termici e si sono raccolti oltre 200 metri di carote di firn e ghiaccio. Mentre i dati stratigrafici, chimici e cristallografici sono attualmentein corso d'elaborazione,si è già in grado di fornire un primo quadro del regime termico superficiale,grazie a un'elaborazionedei dati compiuta in gran parte direttamentenella basedi Baia Terra Nova. I dati termometriciraccolti appartengonoa duecategorie: .misure profonde ottenute mediante sonda calata nel foro di carotaggio (debitamente sigillato); .misure superficialiraccoltea intervalli di 2 -5 cm nei primi decimetridi profonditàe ogni lO cm sino al fondo della trincea stratigrafica, mediante termometro per analisi stratigrafichee termometroelettronicocon sondaa spina. Le misure sono state effettuate nei mesi di dicembree gennaio,in piena stagioneestiva. È evidenteche in tali condizioni la temperaturadiminuiscecon la profondità,tendendoalla media annua.L'obiettivo della ricercaera la verifica dell'andamento della curvaprofondità/ temperatura, con la determinazionedi un'eventualeasintoto a cui tende la curva, in base al quale si può determinare la temperaturamedia annua, e della variazione della derivata della curva, che rappresentail gradiente di temperatura,fondamentaleper i processi metamorfici del manto nevoso. Le curve sperimentalipresentanoandamentimolto simili nella parte inferiore, variabili nella superiore. Ciò ha fatto ipotizzare che la parte superiore fosse determinata da oscillazioni ~7 . giornaliere legate alla diversa altezza del sole sull'orizzonte, e quindi fondamentalmente influenzata dall'ora di misurazione.Quest'ipotesiè stata confermata mediante l'esecuzionein diversetrincee stratigrafichedi dueo tre profili a ore diversedello stessogiorno. Fra 50 e 250 (massimaprofondità delle trincee) cm di profondità le curve appaionoregolari, salvo variazioni legate a strati particolarmentecompatti (buoni conduttori del calore), con un gradiente di circa 5 cC / m. Fino ai 2,5 m di profondità non si nota alcuna attenuazionedel gradiente con la profondità; le misure profonde indicano però che ciò avviene fra 2,5 e 13 m. Allontanandosi dal mare, non cambia la forma della curva, e la temperaturain tutto il profilo decresceproporzionalmentealla diminuzionedella temperaturamediadell'aria. Si può concludereche: i profili termici rispecchianouna regolarediminuzionedella temperaturalungo l'assedel ghiacciaio,senzavariazionidi gradientetermico; sul fondovalle il regimetermico è quindi omogeneo,specienei riguardi dei processimetamorfici; il gradiente termico è assai elevato, più che sufficiente a generalizzatecondizioni di metamorfismocostruttivo.Oltre i 600 m s.l.m., massimaquota a cui siano stati riscontrati segni di processi di fusione, il metamorfismocostruttivo diventa l'unico responsabile dell'evoluzionedel mantonevoso,comedel restoriscontratonelle analisi stratigrafiche. Bibliografia MENEGHELM. & SMIRAGLIAC. (1990) -Snow stratigraphy and 'accumulationat Browning Pass (Northern VictoriaLand -Antarctica). Preliminary observations. Mem. Soc.Geol. It.. 46. 49-58. "materiali" -Dipartimento di Geografia Università di Padova -n° 21/1999 signals and accumulation rate at Talos Dome (East Antarctica) Propositol, R. Gragnanil, O. Flora2, C. Cremisini l, M. Frezzottil, B. Stenni2 & S. Torcinil 1 ENEA.Dip. Ambiente.CR-Casaccia,Via Anguillarese301,1-00100Roma,1taly2 Dip. di ScienzeGeologiche.Ambientalie Marine. Universitàdi Trieste.Via E. Weiss2.1-34127Trieste. /taly As a part of the Intemational Trans-Antarctic Scientific Expedition (IT ASE), the ltalian Antarctic Prograrnrne undertook a traverse from Teua Nova Station to Talos Dome, during the 1996-97 ltalian Antarctic Expedition. The aim of IT ASE is to collect environmental data (climate, atmospheric composition, snow accumulation rate, impact of anthropogenic activity etc.) on the last 200 yrs, by means of the study of the upper layers of the Antarctic ice sheet. The study of some parameters obtained by means of the chemical and isotope analyses permits to build up an accurate time scale. The latter is essential far interpreting past atmospheric conditions, and their variation in the time period studied. In this work we investigated the isotope and chemical composition on two fim cores from Talos Dome the most peripheral culmination of East Antarctic lce Sheet Pacific Sector. The cores, about 89 m and 19 m long, were collected at an elevation ,or 2335 m and 2160 m respectively. The temperatures of -41 cC and -38.1 cC were recorded at a depth of 15 m, at Talos Dome and at ST 556 respectively. Chemical and isotope analyses were cauied out along the whole fim cores: this choice allows to reconstruct in detail the seasonal trend of a few chemical and isotopic elements and compounds. By the analysis of the seasonal trend far the most significant parameters it has been possible to date each annuallayer. Concentration versus depth trend far nssSO4provides the unambiguous recognition of some of the most importantvolcanic eventsin the pastand their interactionwith climate. Indeedvolcaniceruptions may produce climatic changesas they modify the flux of both the solar radiation reachingthe earth surfaceand the terrestriallong-waveradiation. In particular, recenteruptions representa goodchancein investigatingthe climatic interactionsat local and global scale. Volcanic M. 39 The core sections,after surfacecleaning in a cold room, were sub sampledevery 2.5-4 cm.Samples were kept frozen and stored in pre-cleaned (with 18 Mohm ultra-pure-water)polyethylene containers.The sampleswere then melted in a clean room prior to their chemical The possible analyses. Cl", N03", S042" and methanesulphonic acid (MSA) were performed by ion- chromatography,H2O2was analysedby a electrochemicaldetectorand oD by massspectrometry. Tritium measurements wereperformed,by direct liquid scintillation counting, in the upperpart of the care, betweenabout4 m and 9 m, in arderto identify the 1965-66thermonuclearatmospheric bombteststritium peak. In the Talos Domecare higher tritium concentrationswere found in the depth interval of 530640 cm with a maximumvaluefound at 607-610cm correspondingto the 1966.This corresponds to the year suggestedby the seasonalvariationsof nssSO4o calculated overall mean oD value is -286.1 %0 (V -SMOW). The amplitude of the oD seasonalvariationdecreaseswith depthdue to smoothingprocessesactingmore effectively in the fim layers when accumulationratesafe quite low. The H2O2concentration,betweenO and lO m, at Talos Dome and ST 556 shows a median value of 13.4 f.1gL-l and Il.2 f.1gL-l respectively, with higher concentrations in the upper part of the care, while below lO m depth H2O2 values decreaseand the profile is smoothed auto The MSA analysis has been carried out on the whole ST 556 care, whereas about Talos Dome care this compound has been analysed only starting from 48.7 m. The medianvalues of the MSA concentrationfar Talos Dome and ST 556 afe 0.054 ~Eq Land0.041 ~Eq L-l respectively. The median CI- concentrations afe 1.30 JlEq L -l at Talos Dome and 34 I1Eq L-I at ST 556; these values afe lite Dome C and South Pale values. The medianvaluesof the NO3- concentrationfor Talos Dome and ST 556 afe 0.898 ~Eq Land 0.786 IlEq L-I respectively,and the rather srnall standarddeviations (0.279 and 0.285) suggesta low variability of the NOx sources.Along the whole sectionof the two firo cores it is to recognisea markedseasonalsignal. The concentrationof nssSO4showswell-defined annualcycles in phasewith the òD profile in the upper part of the care. This confirrns that peak values correspond to late spring-summer. concentrationscoupled with the tritium time markerlevel; the dating was then fine-tuned using volcanic level as time markers.In the Talos Domeand ST 556 coreswere recognisedrespectively 779 and 97 yrs. Numeroushigh nssSO4concentrationsfound at different depthcorrespondto the fall-out of some known explosive volcanic eruptions. The highest volcanic signal in the XIX and XX centuries in Antarctica is linked to Tambora eruption (1815). The highest signal found in Talos 40 Dome care it is linked to paroxysmal1452Kuwae eruption, that has beenidentified in previous Antarctic sites. The effects of this eruption interestedthe entire globe producing strong coo1ing evento At Talos Domethe meansnowaccumulationrate obtainedfar the whole care is 80 kg m-2yi .1 whereas at ST 556 it is 106 kg m-2yr-l. At Talos Dome, if we take into account the 10-yr average value, the snow accumulation rate did not change significantly throughout the period investigated. A high interannual variability with a decadal scale has been observed for alI periodo The lower accumulation rate is observed between 1450 and 1480 (52 kg m-2yr-1). Starting from this period a mean increase values progressive of the accumulation rate is observed up to -2 -1 (108 kg m yr ). « 1590 4') "materiali" -Dipartimento di Geografia Università di Padova -n° 21/1999 Ricostruzione paleoclimatica basata sulla strati grafia isotopica di carote di nevato-ghiaccio nella Terra Vittoria Settentrionale (Antartide) B. Stenni l, R. Gragnani2,M. Proposito 2,O. Flora l, J. Jouzel3 & M. Frezzotti 2 l Dip. di ScienzeGeologiche,Ambientalie Marine, Universitàdi Trieste,ViaE. Weiss2, 34127 Trieste,ltaly 2ENEA,Dip. Ambiente,CRECasaccia,ViaAnguillarese301,00100 Roma,ltaly3 Laboratoire desSciencesdu Climat et de l'Environnement(UMRCEAiCNRS1572),L'Orme des Merisiers,CEA Saclay,91191 Gif-sur-Yvettecédex,France L'incrementodella temperaturamediaglobalea partiredalla metàdel XIX secoloviene spesso citato per mettere in evidenza il fatto che la crescenteconcentrazionedei gas-serradovuta all'attività umana sta determinandoun cambiamentodel clima (IPCC, 1995). Sebbenenon sia ancora chiaro quanto l'uomo possa aver contribuito a questo riscaldamento,si è accresciuto l'interessedegli studichepossonoessereutili percomprenderemeglio il clima e le suevariazioni. I profili del 0180 e del oD delle carote di ghiaccio dell' Antartide rappresentanoun'archivio di inestimabileimportanzadelle variazioniclimatiche del passato.L'obiettivo di questolavoro era di effettuareuna ricostruzioneclimatico-ambientaledegli ultimi 500-600anni della Terra Vittoria e della parte periferica della Calotta Est Antartica per mezzodell' analisi isotopica di carote di nevato-ghiaccio,e di constatarese in esse vi sono evidenzedella correlazionetra variazioni climatiche ed attività antropica. Sono stati presi in considerazionedue siti: Talos Dome e Hercules Névé. La perforazionea Talos Dome è stata effettuata nell'ambito del programma ITASE nel corso della spedizione1996/97,con recuperodi una carota lunga 89 m. Nel corso della spedizione1994/95è stataeffettuatauna perforazionesul plateaudell'Hercules Névé con recuperodi una carotadi nevatolunga42 m. Talos Dome (coordinate72°48'S, 159°06'E)è un largo duomo, alto circa 2330 m, situato a Sud-Ovestdelle montagneUSARP (United StatesAntarctic ResearchProgramme)e ad Ovest della Terra Vittoria Settentrionalee rappresentala culminazionedella calotta antarticaorientale nel settoredel Mare di Ross.La temperaturamediaannuarilevata a -15 m di profonditàè di -41,0 °C. Il duomo rappresentaun'area di confine fra un settore maggiormenteinfluenzato dalla circolazione umida collegataall'Oceano Pacifico (250 km) ed alle perturbazionioceaniche,ed uno più continentaleinteressatodalle perturbazioniche provengonodall' interno della calotta o dal Mare di Ross(285 km). L'Hercules Névé (coordinate 73°07'S, 164°58'E) ha un'area di circa 1100 km2, posto ad un'altitudine di circa 3000 m e a circa 75 km dal mare (Lady NewnesBay) che, con l'adiacente Evans Névé, forma il più grande ice field della Terra Vittoria Settentrionale.Subito dopo le operazionidi carotaggio,alla profondità di lO m nel nevatoè statamisuratauna temperaturadi 33,1°C. Su questecarote è statadeterminatala composizioneisotopicadell'ossigeno(0180) nel caso della carotadell'Hercules Névé e dell'idrogeno (oD) nel casodi Talos Dome, previa definizione della variabilità spaziale della composizione isotopica della neve superficiale nella Terra Vittoria e della sua relazione con la temperatura. È stato determinato un gradiente composizione isotopica/temperatura di O,64%o/OCper il 0180 e di 5,85%o/OCper il oD. La datazionedi questedue caroteè stataeffettuataper mezzodel conteggiodegli strati annui, definiti dalle variazioni stagionali dei parametrichimico-isotopici, in particolare utilizzando le variazioni stagionaliche si possonoosservarenel profilo dei nss 5042- (non sea salt sulphatesolfati non derivanti da spray marino). Quindi, dopo aver effettuato un conteggio degli strati annui, la datazioneè stata"forzata" prendendoin esamegli orizzonti di riferimento che vengono forniti dall'attività del trizio, almenoperquantoriguardala parte più superficialedel carotaggio,e dall' attività vulcanicadi carattereesplosivo. La carotadell'Hercules Névé ricopre un intervallo di tempocorrispondenteal 1770-1992con un accumulomedio di 119 kg m-2 yrl. La carotaprelevataa Talos Dome ricopre un periodo di tempoche va dal 1217al 1996,con un accumulomedio di 80 kg m-2yrl. Entrambele caroteindicanocondizioniambientali"più fredde"fra il 1550ed il 1850(nel caso dell' HerculesNévé a partire dal 1770)che potrebberoesserecollegatealla fasefreddaconosciuta come Piccola Età Glaciale. Questo conferma quanto è già stato osservatoin altre carote di ghiacciodell' Antartide Orientale(Mosley-Thompson,1992).È statoperò messoin evidenzache i profili isotopici relativi ad entrambele carote non registranosolo le variazioni di temperaturama sono influenzati ancheda altri fattori, sia ambientaliche meteorologici.Questo probabilmente mette in luce il fatto che il profilo isotopicoè disturbatoda un "rumore di fondo", collegatoalla variabilità interannuale di questo parametro,che viene esasperatonel caso di siti con basso accumulo. Per la carotadell'HerculesNévé si riporta una certaamplificazionedelle variazioniosservate, che potrebbeesserecollegataal caratterepiù costierodi questosito, maggiormenteinfluenzatoda una variazione di estensionedel ghiaccio marino o da una variazione nella frequenzadelle precipitazioni rispetto al sito di Talos Dome, che sembra registrare condizioni più stabili, caratteristichedi una situazioneambientaledi plateau.La carotadell'Hercules Névé indica una 43 maggioretendenzaal riscaldamentonel corso del XX secolo,che potrebbeessereassociatanon solo al cambiamentodi temperatura,ma anche ad una variazione di condizioni ambientali nell'area (estensioneghiaccio marino, attività ciclonica ecc.). Infatti, se si confrontano le differenze di temperaturacalcolate con la funzione di trasferimentoalT nel caso dell'Hercules Névé si ottiene un raffreddamentodurantela Piccolaetà Glaciale di circa -2°C e di circa -1°C per il sito di Talos Dome. Infine verrà preso in considerazioneil possibilelegamefra le grosseeruzioni vulcaniche del passato(ad esempioquella del Tambora-1815) ed i conseguentieffetti climatici che si possono osservarenelle due carotedi ghiaccio. Bibliografia IPCC (INTERGOVERNMENTAL PANEL ON CLIMATE CHANGE) (1995) -The climate system: an overview. In: J.T. Houghton, L.G. Meira Filho, B.A. Callander, N. Harris, A. Kattenberg & K. Maskel1 (Eds.), Climate Change 1995: The Science of C1imate Change. Cambridge University Press, Cambridge, UK, 55-64. MOSLEY-THOMPSON E. (1992) -Paleoenvironmental conditions in Antarctica since A.D. 1500: ice care evidence. In: Bradley, R. S. and P. D. Jones (Eds.), C1imate Since A.D. 1500. London and New York, Routledge, 572-591. 44