La valutazione delle ricadute economiche ed occupazionali
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La valutazione delle ricadute economiche ed occupazionali
Lo sviluppo delle fonti rinnovabili in Italia verso gli obiettivi 2020 La valutazione delle ricadute economiche ed occupazionali Alessandro Pellini Unità Studi Auditorium GSE - 26 giugno 2013 Il contesto normativo di riferimento Il D.lgs. 28/2011 all’art. 40, comma 3 lettera a), attribuisce al GSE il compito di "sviluppare e applicare metodologie idonee a fornire stime delle ricadute industriali e occupazionali connesse alla diffusione delle fonti rinnovabili ed alla promozione dell’efficienza energetica" Conformemente a quanto suddetto, il GSE sta portando avanti due progetti distinti, al fine di monitorare gli impatti occupazionali ed economici sia delle fonti rinnovabili sia dell’efficienza energetica. -2- La ricognizione bibliografica • Sulla base di un costante monitoraggio degli studi relativi agli impatti economici e occupazionali delle FER, sviluppati da diversi organismi e/o istituti di ricerca nazionali ed internazionali, sono state esaminate numerose fonti bibliografiche, la cui analisi ha permesso la comparazione delle metodologie più impiegate. • La ricognizione bibliografica unita al confronto con numerosi interlocutori accademici ed esperti del settore (GWS Istituto Tedesco di Ricerche Economiche, IEA, Politecnico di Milano, Università Bocconi, Università Bicocca, EnergyLab, etc.), ha consentito al GSE di individuare le metodologia più idonea per monitorare gli impatti economici ed occupazionali dello sviluppo delle fonti rinnovabili. Il modello di calcolo finale è stato messo a punto in particolare con la collaborazione di IEFE-Bocconi -3- Le grandezze economiche oggetto di analisi Fondamentale la chiarezza terminologica Valore complessivo della produzione nazionale Il valore complessivo della produzione nazionale corrisponde alla somma dei valori delle produzioni di beni e servizi (compresi i beni intermedi) di tutte le branche produttive del sistema economico. Valore aggiunto nazionale Il valore aggiunto nazionale risulta dalla differenza tra il valore della produzione di beni e servizi conseguita dalle branche produttive e il valore dei beni e servizi intermedi dalle stesse consumati (materie prime e ausiliarie impiegate e servizi forniti da altre unità produttive); esso, inoltre, corrisponde alla somma delle remunerazioni dei fattori produttivi Variazione del saldo della bilancia commerciale La variazione del saldo della bilancia commerciale è pari alla differenza tra il valore delle esportazioni e quello delle importazioni. -4- Le ricadute occupazionali Fondamentale la chiarezza terminologica Ricadute occupazionali dirette Sono date dal numero di addetti direttamente impiegati nel settore oggetto di analisi (es: per gli impianti a FER nelle fasi di progettazione, produzione, costruzione/installazione, project management e O&M). Ricadute occupazionali indirette Sono date dal numero di addetti indirettamente correlati alla produzione di un bene o servizio e includono gli addetti nei settori “fornitori” della filiera sia a valle sia a monte. Ricadute occupazionali indotte Misurano l’aumento (o la diminuzione) dell’occupazione in seguito al maggiore (o minore) reddito presente nell’intera economia a causa dell’aumento (o della diminuzione) della spesa degli occupati diretti e indiretti nel settore oggetto di indagine. . -5- Le ricadute occupazionali Fondamentale la chiarezza terminologica Occupazione permanente L’occupazione permanente si riferisce agli addetti impiegati per tutta la durata del ciclo di vita del bene (es: per gli impianti FER, nelle fasi di esercizio e manutenzione). Occupazione temporanea L’occupazione temporanea indica gli occupati nelle attività di progettazione, sviluppo, installazione, realizzazione di un certo bene che rispetto al ciclo di vita del bene hanno una durata limitata. Unità lavorative annue (ULA) o equivalenti a tempo pieno (FTE) Una ULA rappresenta la quantità di lavoro prestato nell'anno da un occupato a tempo pieno, ovvero la quantità di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale trasformate in unità lavorative annue a tempo pieno. Ad esempio, un occupato che abbia lavorato un anno a tempo pieno nella attività di installazione di impianti FER corrisponde a 1 ULA. Un lavoratore che solo per metà anno si sia occupato di tale attività (mentre per la restante metà dell’anno non abbia lavorato oppure si sia occupato di attività di installazione di altri tipi di impianti) corrisponde a 0,5 ULA attribuibili al settore delle FER. Questo modo di procedere è molto importante per evitare doppi conteggi e valutazioni scorrette delle ricadute degli investimenti in un dato settore, in cui invece si potrebbe per esempio incorrere limitandosi a censire (ammesso che sia fattibile) il numero di addetti senza conoscere il tempo da essi eventualmente impiegato nei diversi settori di attività (infatti, nei censimenti rigorosi si chiede di indicare gli occupati proprio in termini di ULA). -6- La metodologia scelta La metodologia scelta si basa sulle matrici delle interdipendenze settoriali. La matrice è un quadro contabile che schematizza la struttura economica di un Paese in un determinato arco temporale, mettendo in evidenza in maniera sintetica e immediata le interdipendenze tra i diversi settori che compongono l'economia (matrice ISTAT 63 settori omogenei). La matrice opportunamente trasformata attraverso specifici procedimenti statisticomatematici, permette di stimare gli impatti economici ed occupazionali dovuti a variazioni della domanda finale in un certo settore in un dato anno (ad esempio i nuovi investimenti nel settore delle FER) L’approccio matriciale è molto diffuso e viene frequentemente utilizzato anche a livello internazionale (Commissione Europea, Germania, Stati Uniti, ecc…) -7- Occupati (diretti ed indiretti, occupazione indotta) Occupati temporanei e permanenti Valore complessivo della produzione Valore Aggiunto Punti di attenzione, limiti dell'analisi e opportuni accorgimenti x x x Le matrici intersettoriali vengono aggiornate dall’ISTAT ogni 5 anni. Per questo motivo l’utilizzo diretto di dette matrici è a volte soggetto a critiche in merito alla loro scarsa dinamicità. Tuttavia i rapporti di interdipendenza tra i settori economici di un Paese si muovono molto lentamente (il che giustifica il fatto che l’ISTAT non procede all’aggiornamento annuale). Le matrici possono probabilmente non essere lo strumento più adatto per elaborare scenari di lungo e lunghissimo termine, ma invece possono esserlo per analizzare lo status quo (infatti sono vastamente utilizzate a questo scopo a livello internazionale) Altro elemento di attenzione riguarda la quota di import per componenti e servizi relativi agli impianti installati. Le matrici già includono al loro interno valori e coefficienti che tengono conto della quota di import nei vari settori, tuttavia, non si può escludere che, in particolari sotto-settori di attività economica in cui l'import è elevato (es. fotovoltaico) tale quota, pur già considerata, possa essere sottostimata. Per ovviare al problema sono stati utilizzati i dati rilevati dall'ISTAT nell’ambito dell’indagine PRODCOM sul commercio internazionale. Per quanto riguarda la quota di export oltre ai dati di letteratura saranno raccolte informazioni direttamente dagli operatori del settore. Un'altra difficoltà deriva dal fatto che, tra i settori produttivi in cui la matrice delle interdipendenze settoriali classifica le attività economiche, non se ne trova alcuno che sia esplicitamente responsabile della produzione di tecnologie a FER. Per superare il problema si è modellizzato il settore oggetto di analisi (ad esempio il fotovoltaico) come se fosse un ulteriore settore (sessantaquattresimo) che acquista gli input di cui necessita (per esempio, vetro, alluminio, materiale elettrico, etc.) dai settori già esistenti (fabbricazione dei prodotti della lavorazione dei minerali non metalliferi, fabbricazione di prodotti in metallo, etc.). -8- Le FER: la costruzione dei vettori di spesa • L'ammontare dei nuovi investimenti in FER in un dato anno, che costituisce il principale dato di input del modello di calcolo, è dato dal prodotto tra il costo unitario (es: per le FER elettriche in €/kW) per la quantità installata nell'anno (dato ricavabile da SIMERI, il sistema statistico di monitoraggio delle FER) • Il costo totale così calcolato deve essere disaggregato nei settori produttivi considerati nella matrice intersettoriale. Si costruisce così un vettore di spesa composto di varie voci ognuna con un peso variabile a seconda della specifica incidenza rispetto ai costi totali (es: per le FER elettriche sono costruiti specifici vettori per le fasi di: investimento, O&M e approvvigionamento di combustibile). Esempio: Vettori di spesa riferiti alle fasi di Investimento e di O&M di impianti fotovoltaici appartenenti a tre diverse classi di potenza. -9- Fonte: GSE elaborazioni preliminari Le FER: la determinazione degli impatti • Moltiplicare i vettori di spesa, inerenti la capacità complessiva degli interventi realizzati in ciascun anno per ciascuna fonte, per la matrice delle interdipendenze settoriali, consente di valutare l’impatto della variazione della domanda finale dovuto allo sviluppo delle FER su tutti gli altri comparti dell’economia. vettore di spesa X matrice = impatto della variazione della domanda finale sull’economia • La metodologia scelta è stata testata per la prima volta alla fine del 2012, mediante l’utilizzo dei dati statistici relativi al 2011 e di informazioni tratte dalle più importanti pubblicazioni del settore. Per le prime simulazioni ci si è concentrati in particolare su alcune tecnologie inerenti le FER elettriche: fotovoltaico, eolico, idroelettrico e biogas. - 10 - FER-E: risultati di alcune prime simulazioni Investimenti in FER 2011 Impatti occupazionali dovuti agli investimenti 2011 Impatti sul valore della produzione nel 2011 Impatti sul valore aggiunto nazionale nel 2011 - 11 - Fonte: GSE dati prime simulazioni Il settore FTV: confronto tra Italia e Germania (prime simulazioni) La metodologia scelta dal GSE per la valutazione delle ricadute economico-occupazionali è la medesima raccomandata da IEA* e utilizzata dal Ministero dell’Ambiente Tedesco. Il confronto tra gli esiti delle prime simulazioni per l’Italia e i dati ufficiali tedeschi mette in luce risultati coerentemente paragonabili, appunto perché ottenuti con metodologie analoghe (seppur con parametri ovviamente diversi perché diversi sono i sistemi macroeconomici). Settore fotovoltaico nel 2011: stima investimenti e ricadute occupazionali in Italia e Germania Potenza realizzata Investimenti Ricadute occupazione dirette, indirette e indotte Germania circa 7,5 GW circa 15 miliardi di Euro circa 103.000 Italia circa 6 GW (al netto del Salva Alcoa) circa 9 miliardi di Euro circa 75.000 Investimenti FTV 2011: confronto ITA - GER Impatti occupazionali FTV 2011: confronto ITA - GER * Implementing Agreement on Renewable Energy Technology Deployment (IEA-RETD) - 12 - Fonti: per l’Italia: GSE dati prime simulazioni; per la Germania BMU - Ministero dell’Ambiente Tedesco Il settore FTV: confronto 2011 - 2012 (prime simulazioni) Investimenti in FTV confronto 2011 - 2012 Impatti occupazionali confronto 2011 - 2012 2011 2012 0 2000 4000 € mln 6000 8000 10000 Impatti sul valore della produzione confronto 2011 - 2012 - 13 - Impatti sul valore aggiunto confronto 2011 - 2012 Fonte: GSE dati prime simulazioni Gli sviluppi futuri dell'analisi • Il modello di calcolo è oggetto di continui affinamenti per renderlo il più possibile affidabile e completo. Ovviamente di anno in anno esso va aggiornato. • I risultati inerenti il 2012 per tutte le fonti ed i settori (elettrico, termico e trasporti) sono in fase di finalizzazione e saranno presto inseriti in una prima pubblicazione sul tema. • Oltre al monitoraggio annuale delle ricadute economico-occupazionali così come definite, si prevede di: – estendere il modello alla valutazione delle ricadute economiche ed occupazionali nette dello sviluppo delle fonti rinnovabili, considerando anche gli impatti economicooccupazionali negativi nei settori tradizionali (ad es. i posti di lavoro persi in tali settori); – sviluppare ed applicare scenari per le previsioni degli impatti futuri, utili ad esempio per stimare l'effetto della attuazione di politiche diverse (per tale finalità l’analisi statica input-output non è sufficiente). • La metodologia per il calcolo delle ricadute economiche ed occupazionali dello sviluppo dell'efficienza energetica è in fase di finalizzazione, in collaborazione con RSE e IEFEBocconi. • Lo scopo è quello di arrivare ad un monitoraggio sistematico, affidabile e replicabile nel tempo della green economy per quanto riguarda il settore energia. - 14 - Grazie per l’attenzione E-mail [email protected] - 15 -