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„Persone più forti. Prospettive più sicure. Storie di vita in Alto Adige“
Ogni giorno la Caritas assiste un gran numero di persone bisognose di cure, indebitate o
senza dimora. Grazie a questa esperienza quotidiana, conosce a fondo gli aspetti più importanti del sistema di protezione sociale dell’Alto Adige e vorrebbe dunque contribuire al suo
sviluppo, sia dal punto di vista strutturale che contenutistico. Per questo motivo nel 2012 Caritas, in collaborazione con l’Istituto di ricerca sociale e demoscopia Apollis, ha condotto uno
studio sulla rete di protezione sociale, rappresentando dettagliatamente i suoi caratteri salienti
nonché i suoi punti di forza e di debolezza. Nelle pagine che seguono si presenta un sunto
dei risultati più significativi della pubblicazione „Persone più forti. Prospettive più sicure. Storie
di vita in Alto Adige“.
La rete di protezione sociale dell’Alto Adige è indubbiamente molto sviluppata; esistono molti
servizi e trasferimenti di denaro per i più svariati problemi e anche la solidarietà di vicinato
funziona bene. Ciononostante nel quadro della ricerca sono state individuate alcune richieste
relative ad un ulteriore miglioramento del sistema sociale, anche in vista delle sfide future.
Ecco il catalogo di richieste in cinque punti:
1. Rafforzare l’auto-aiuto individuale, affinché le persone colpite siano in grado di affrontare
autonomamente i loro problemi.
2. Aumentare la sensibilità verso i problemi delle persone colpite e i loro familiari, perché il
sociale torni ad essere percepito come compito della società tutta e nell’opinione pubblica
si diffonda la consapevolezza della complessità dei problemi sociali.
3. Potenziare le misure di prevenzione per poter contrastare tempestivamente, ad esempio,
l’indebitamento o le malattie da dipendenza.
4. Coinvolgere sempre più gli attori economici nel sociale per garantire un lavoro remunerato
e regolare anche a chi non avrebbe altrimenti alcuna possibilità di accesso al normale
mercato del lavoro.
5. Assicurare il volontariato sul lungo periodo, anche tramite un sostegno finanziario mirato
ad aggiornamenti e formazioni.
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Persone indigenti: Hanno bisogno di un’efficiente rete di sostegno sociale e di
misure di prevenzione mirate.
La situazione in Alto Adige: Nel 2008 ca. il 18 per cento di tutti i nuclei familiari altoatesini era
da considerarsi a rischio-povertà; essi vivevano cioè con un reddito mensile medio (escluse le
prestazioni sociali) inferiore agli 855 Euro. Quasi un terzo di tutti coloro che percepiscono il
reddito minimo sociale, svolge un’attività lavorativa. Malgrado molti trasferimenti di denaro e
servizi, il numero di persone che dipendono dagli aiuti pubblici continua a essere molto alto.
Diversi fattori come salari e pensioni bassi, un elevato costo della vita o la mancanza di posti
di lavoro adeguati, soprattutto per persone di una certa età o poco qualificate, impediscono
infatti un miglioramento della loro situazione.
Spesso inoltre le persone non sanno come gestire adeguatamente le proprie finanze; cresce
così il rischio di indebitamento in una società caratterizzata da una forte spinta al consumo.
Presso la Consulenza debitori della Caritas nel 2012 sono state assistite oltre 1.300 persone,
con un aumento di quasi il 25 per cento rispetto al 2008.
Sfide e scelte necessarie:
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I trasferimenti di denaro e le pensioni devono essere adeguati ai bisogni reali per
ridurre il rischio di povertà dovuto, per esempio, a bassi salari o alle separazioni tra
coniugi.
Vanno migliorati il coordinamento tra le diverse istituzioni che si occupano del settore
sociale e la portata di offerte di consulenza preventiva (lavoro di informazione).
Alle persone difficilmente collocabili dev’essere offerta una possibilità reale sul
mercato del lavoro (secondario).
Persone diversamente abili: Hanno bisogno di un posto nella società che
garantisca loro pari diritti, incluse adeguate possibilità abitative e di lavoro.
La situazione in Alto Adige: Nel 2009 erano più di 3.500 le persone diversamente abili in Alto
Adige, di cui quasi 3.000 con una disabilità grave. A loro si aggiungono circa 40.000 invalidi
civili. I cambiamenti demografici fanno pensare che siano destinati a crescere il numero di
persone anziane con disabilità nonché i disturbi funzionali dovuti a incidenti e malattie. Il
lavoro di sostegno alle persone diversamente abili in Alto Adige è ben consolidato e le misure
in ambito abitativo o riguardanti l’integrazione lavorativa dispongono di considerevoli mezzi
finanziari.
Tuttavia le persone persone diversamente abili sono ancora pesantemente svantaggiate sotto
diversi profili. Ciò impedisce anche di alleggerire il carico di lavoro dei familiari preposti alla
cura. Nel Burgraviato la Caritas gestisce il servizio di assistenza domiciliare che offre
consulenza, assistenza qualificata e attività socio-educative. Il progetto Integra offre ai giovani
diversamente abili un punto d’incontro nonché jobcoaching (ovvero un percorso di
addestramento al lavoro) con l’obiettivo di aprire loro possibilità di lavoro nelle imprese della
zona, anche al di fuori dei laboratori protetti.
Sfide e scelte necessarie:
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Il sostegno alla prima infanzia (inclusi i genitori) e l’integrazione scolastica andrebbero
sviluppati in modo più mirato.
Agli adulti devono soprattutto essere assicurati posti di lavoro adeguati e modelli
abitativi integrati.
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L’inclusione durante il tempo libero è suscettibile di miglioramenti, a tutto vantaggio
dell’alleggerimento dell’impegno dei familiari preposti alla cura.
Persone provenienti da altri Paesi: I problemi dei migranti, delle persone
richiedenti asilo o appartenenti a minoranze etniche vanno tenuti in debita
considerazione, facilitando la partecipazione di queste persone ai contesti
sociali più importanti.
La situazione in Alto Adige: Dal 2000 la popolazione straniera residente è quasi triplicata. In
Alto Adige vivono ormai persone provenienti da 136 nazioni che, nel 2012, rappresentavano
l’8,3 per cento della popolazione totale. Inoltre, in Alto Adige vivono circa 700 - 1.000 Sinti e
Rom e, temporaneamente, ca. 300 richiedenti asilo.
Naturalmente l’immigrazione comporta delle sfide, anzitutto in ambiti come il lavoro,
l’istruzione e le abitazioni. I migranti devono spesso confrontarsi con grandi problemi sociali.
Ad esempio, oltre la metà degli immigrati residenti svolge un lavoro non corrispondente al
proprio livello formativo. La Caritas è presente con propri servizi di consulenza a Bolzano,
Merano e Brunico per consentire alle persone provenienti da altri Paesi adeguate possibilità di
integrazione.
Sfide e scelte necessarie:
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Dev’essere garantito l’accesso delle persone immigrate ai servizi fondamentali come
quello sanitario e quello sociale.
Non si possono tollerare discriminazioni nella ricerca di lavoro e casa.
Andrebbe svolta una maggiore attività di sensibilizzazione della popolazione (media,
scuole ecc.), per promuovere la percezione della diversità culturale come
arricchimento. Solo così si può agevolare l’integrazione e impedire l’insorgenza di
società parallele.
Persone con disturbi psichici o persone sole: Hanno bisogno di un ampliamento
dell’offerta di consulenza e incontro che tenga conto anche degli sviluppi sociodemografici.
La situazione in Alto Adige: Un altoatesino su cinque fra tutti coloro che si recano ogni anno
dal medico soffre di disturbi psichici. Nel 2012 nei centri di salute mentale della provincia si è
prestata assistenza a quasi 10.000 persone, mentre oltre 8.000 pazienti sono stati curati nei
servizi psicologici e più di 3.000 negli ospedali. Si sono inoltre registrati 46 suicidi, una
percentuale nettamente superiore alla media nazionale. Dal 2007, i single rappresentano la
forma di abitazione più diffusa in Alto Adige, indice del fatto che la struttura delle relazioni
familiari è sostanzialmente cambiata.
È sicuro che il bisogno di cure psichiatriche continuerà a crescere, in particolare da parte
delle persone anziane. A ciò si deve aggiunge il fatto che la metà (il 47,1 per cento) delle
persone sole sopra i 64 anni è a rischio-povertà. Già da anni la solitudine, soprattutto degli
anziani, è di gran lunga il motivo più frequente per rivolgersi al Sostegno al telefono
(Telefonseelsorge, in lingua tedesca, corrispondente al Telefono Amico in lingua italiana) della
Caritas. Alle persone con disturbi psichici il centro diurno della Caritas a Merano offre invece
un luogo protetto che si adatta alle loro esigenze.
Sfide e scelte necessarie:
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Andrebbe rafforzato il coordinamento tra i diversi servizi per impedire che qualcuno
resti escluso dagli aiuti e per migliorare la prevenzione.
Tenuto conto dell’invecchiamento della società, serve la creazione di adeguate
strutture gerontopsichiatriche. Manca inoltre una gestione adeguata del problema dei
senzatetto e delle „anomalie sessuali“.
Attraverso una sensibilizzazione mirata, anche tramite i media, e la creazione di luoghi
di incontro, si può evitare l’isolamento sociale.
Persone bisognose di assistenza o malate di Aids: Queste persone (e i loro
familiari) hanno bisogno di un aiuto efficace e semplice che al contempo
permetta loro di svolgere una vita autodeterminata.
La situazione in Alto Adige: Entro il 2030 in Alto Adige la percentuale di persone anziane (oltre
i 65 anni) sarà cresciuta dal 17,9 al 23,1 per cento. Di conseguenza aumenteranno anche il
numero delle malattie croniche e il generale fabbisogno di cure. Oggi circa il 3 per cento della
popolazione (soprattutto ultrasessantacinquenni) è classificato come bisognoso di
assistenza.
Il servizio di assistenza domiciliare della Caritas offre cure e assistenza qualificate, la
consegna dei „pasti a domicilio“ e aiuto domestico. In Alto Adige vivono oltre 750 persone
malate di Aids. Il servizio Iris a Bolzano e Casa Emmaus a Laives sostengono le persone
colpite dal virus e i loro familiari. Il Servizio Hospice della Caritas accompagna ca. un terzo
delle persone morenti in Alto Adige.
Sfide e scelte necessarie:
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L’assistenza dev’essere valorizzata socialmente anziché costituire uno svantaggio
sociale. In tal modo sarà possibile anche contrastare la futura carenza di personale.
Bisogna creare nuovi modelli abitativi, ampliare l’offerta di cure palliative e un centro di
competenza per tutti gli aspetti dell’assistenza e della morte.
I familiari devono essere alleggeriti nel lavoro di cura e hanno bisogno di una
maggiore offerta per l’accompagnamento nel lutto.
Persone senza dimora o senzatetto: Non hanno solo bisogno di un tetto sopra la
testa ma anche di una possibilità di ritorno a una vita dignitosa come parte della
società.
La situazione in Alto Adige: in Alto Adige sono senza dimora all’incirca tra le 400 e le 500
persone. A queste si aggiungono i cosiddetti senzatetto che spesso svolgono un lavoro
regolare ma, per svariati motivi, non dispongono di un’abitazione propria. La sola Caritas
gestisce complessivamente 8 strutture in Alto Adige che nel 2012 hanno potuto sostenere
quasi 400 persone.
Soprattutto la persistente crisi economica ha contribuito a cambiare il profilo delle persone
colpite: mentre prima tra le cause principali della mancanza di alloggio si annoveravano più
che altro difficili storie di vita, dipendenze e problemi psichici, oggi si tratta sempre più spesso
di giovani disoccupati, pensionati o separati che non trovano più un’abitazione a un prezzo
accessibile. Il 90 per cento dei „nuovi“ senzatetto sono uomini che hanno perso il lavoro o
guadagnano troppo poco per pagarsi un alloggio.
Sfide e scelte necessarie:
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Le misure di prevenzione devono essere migliorate, per esempio riguardo ai salari, alle
abitazioni (sfratti) e a un maggiore coordinamento tra i servizi.
Le persone coinvolte vanno aiutate in modo efficace anche rafforzandone la stima di
loro stesse nel loro ritorno alla normalità che deve comprendere la possibilità di un
posto di lavoro.
Persone con dipendenze: Hanno bisogno di un’ampia assistenza che non
trascuri le conseguenze sociali, anche per i familiari.
La situazione in Alto Adige: In Alto Adige il fulcro è costituito dal trattamento della dipendenza
da alcol e da sostanze. In tutta la provincia vengono assistite ca. 4.500 persone. Ma
soprattutto negli ultimi anni è andata crescendo la cosiddetta dipendenza dal gioco
d’azzardo. Tutte le malattie da dipendenza richiedono la considerazione non solo degli effetti
sulla salute ma anche delle conseguenze sociali.
A Silandro, la Caritas gestisce una consulenza psicosociale in forma di servizio ambulatoriale
per le malattie da dipendenza, convenzionato con la Provincia Autonoma di Bolzano e con
l’Azienda sanitaria. Offre inoltre sostegno alle persone con problemi di dipendenza nel centro
diurno „Binario 7“, nei pressi della stazione ferroviaria di Bolzano.
Sfide e scelte necessarie:
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La dipendenza non può essere considerata come mero problema medico e dovrebbe
essere discussa apertamente nella società.
Il trattamento delle dipendenze, in particolare nelle aree rurali, e le strutture adatte per
persone affette da dipendenza in età matura devono essere potenziati.
Servizi mobili e reti informali possono colmare questa lacuna.
Persone che escono dal carcere: Hanno bisogno di essere adeguatamente
preparate al ritorno alla quotidianità.
La situazione in Alto Adige: Il carcere di Bolzano dispone di 93 posti per detenuti maschili ma,
provvisoriamente, ha ospitato fino a 150 reclusi. Nel 2012 è stata decisa la costruzione di un
nuovo edificio. L’obiettivo della risocializzazione attraverso la detenzione spesso fallisce: sette
ex-detenuti su dieci ritornano a delinquere. All’interno del carcere vengono offerti diversi corsi
di aggiornamento per aiutare i detenuti nel loro futuro ritorno in libertà. Ma solo attraverso un
accompagnamento intenso e per mezzo di misure alternative alla detenzione, il reinserimento
sociale può avere successo. Con il progetto Odos, Caritas offre consulenza e sostegno su
molti aspetti.
Sfide e scelte necessarie:
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L’assistenza psicologica nonché le offerte di formazione e addestramento al lavoro
per i detenuti devono essere ampliate.
Servono posti di lavoro o laboratori protetti e forme abitative a bassa intensità di
assistenza.
Vanno estese le misure alternative alla detenzione.
Fonti: ASTAT, Amministrazione provinciale, Rapporto Sociale 2011, Relazione sanitaria 2012,
Rapporti annuali Caritas
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