Atlante invernale metodi toscana 101217

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Atlante invernale metodi toscana 101217
ATLANTE DEGLI UCCELLI D’ITALIA IN INVERNO
2009/2010 – 2013/2014
Istruzioni per la Toscana
A cura del coordinamento regionale dell’atlante
(dicembre 2010)
Atlante degli uccelli d’Italia in inverno (2009/10 – 2013-14) – Istruzioni per la Toscana
Questo documento integra le istruzioni nazionali con alcune specifiche particolari per
la Toscana. Esso rimanda alle istruzioni nazionali per la spiegazione dei termini
generali del progetto e affronta in maggior dettaglio alcune tematiche circa
copertura del territorio regionale, descrizione delle osservazioni, archiviazione dei
dati.
1. Introduzione
Il COT aderisce e sostiene pienamente Ornitho, puntando all’integrazione tra il
proprio sistema di archiviazione dati, attualmente basato sul programma Cronaca, e
la piattaforma Ornitho, per una migliore circolazione delle informazioni ed il
progresso della conoscenza a livello nazionale ed internazionale coniugati al
mantenimento dello standard dell’archivio toscano, consolidatosi in oltre 20 anni di
attività. Il nuovo progetto ha dunque come obiettivo quello di realizzare per la prima
volta un atlante nazionale in inverno e di aggiornare quello regionale, fermo agli
anni ’80.
Il confronto tra la situazione di allora e quella che arriveremo a descrivere con
questo progetto, contribuirà alla comprensione di come reagiscono gli uccelli alle
trasformazioni ambientali, ad individuare le specie più vulnerabili e quelle più
reattive, a individuare le aree più importanti per la conservazione dell’avifauna nella
nostra regione.
Inoltre, quella del nuovo progetto atlante è l’occasione per consolidare
significativamente la Banca Dati con informazioni di dettaglio che permettano di
realizzare il progetto atlante in maniera approfondita, redigendo le mappe di
distribuzione regionale con un buon dettaglio, corredandole con testi informativi e
mettendo a disposizione un archivio ricco e strutturato per analisi approfondite da
compiere nel presente e nel futuro.
Per questo motivo, pur garantendo la totale integrazione tra i dati archiviati con
Ornitho e con Cronaca, si chiede di privilegiare quest’ultimo sistema per il maggior
dettaglio con cui possono essere descritte le osservazioni.
Fondamentale è comunque trasmettere le proprie osservazioni: non vincere la
pigrizia di trasmetterle (o peggio, nasconderle) porterà soltanto al risultato di
limitare la conoscenza e la possibilità di conservare il nostro patrimonio naturale!
2. Obiettivi
Gli obiettivi del progetto sono ben specificati nelle istruzioni nazionali:
a) Produrre carte dettagliate della distribuzione invernale (dicembre e gennaio)
di tutte le specie alla scala 10x10 km (particelle UTM 10x10)
b) Ottenere mappe di distribuzione semiquantitative che permettano di rilevare i
gradienti di abbondanza di ogni specie rilevabile, ed in particolare delle specie
più comuni e diffuse
c) Localizzare e stimare l’abbondanza delle specie rare
d) Raccogliere informazioni georeferenziate finalizzate alla conservazione e alla
ricerca scientifica alle scale locale, regionale, nazionale ed europea con
particolare riguardo alle IBA, ZPS e SIC o aree di interesse locale.
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In sostanza si tratta di scandagliare il territorio regionale per definire l’areale delle
specie, descriverne, ove possibile, le variazioni di abbondanza all’interno dell’areale,
raccogliere per tutte una serie di informazioni accessorie, non standardizzate, su
abbondanza, fenologia, ecologia e comportamento.
Per questo motivo è indispensabile che siano compiuti dei rilievi (semi)quantitativi
(di cui al punto b) con un metodo definito e standard, affiancati da altri, che
definiremo qualitativi. Entro questi ultimi ricadono le osservazioni di qualsiasi tipo,
condotte con qualsiasi metodo entro il periodo di rilevamento.
3. Periodo di rilevamento
L’indagine riguarda gli inverni 2009/2010 – 2013/2014, dall’ 1 dicembre al 31
gennaio.
4. Coordinamento regionale
A livello regionale il lavoro dell’atlante è
coordinato da Emiliano Arcamone, Marco
Franchini, Luca Puglisi. Per facilitare la
raccolta dei dati, la loro verifica e
l’avanzamento della copertura, la regione è
stata suddivisa in settori, ciascuno affidato a
uno/due coordinatori locali.
MS-LU: Erio Bosi
PT: Andrea Vezzani
PO: Paolo Sposimo, Giancarlo Battaglia
FI: Sandro Sacchetti, Linda Colligiani
AR:Tommaso Campedelli, Simonetta Cutini
PI: Lorenzo Vanni
LI: Alessio Franceschi
SI-GR: Francesco Pezzo
Arcipelago: Giorgio Paesani
5. Cartografia, griglie e copertura
Le mappe prodotte con l’atlante saranno basate sulla griglia UTM 10x10 km.
Ciascuna unità di questa griglia viene definita, ai fini dell’atlante, particella, mentre
le 100 unità della griglia 1x1 km che la compongono sono indicate come celle.
Ai fini della pianificazione dei rilievi quantitativi, a ciascun rilevatore verrà assegnata
da un coordinatore locale una particella, di cui sarà fornita una cartina stampata. Il
rilevatore dovrà pianificare un’uscita in cui dovrà fare in modo di eseguire i rilievi
quantitativi in quattro celle specifiche, secondo quanto riportato nelle istruzioni
nazionali (punto 5b) e visitare le diverse tipologie ambientali presenti nel resto della
particella, in modo da raccogliere informazioni qualitative in grado di garantire una
copertura accettabile della particella.
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Ciascun elemento della griglia UTM 10x10 km
è definito, ai fini dell’atlante, particella (a
sinistra). Nella provincia di Arezzo si verifica il
passaggio tra due fusi (32 e 33) della griglia
UTM. Ciascuna particella è individuata da un
codice composto da due lettere e due numeri
(es. PP56). Ciascuna particella è suddivisa in
unità di 1x1 km, numerate (in alto).
I rilievi qualitativi potranno essere condotti anche indipendentemente dai confini
delle particelle, girovagando per il territorio regionale. L’unico vincolo è che le
osservazioni siano associate a punti ben precisi o al massimo ad una cella. Dati
associati genericamente ad un’intera particella NON potranno essere accettati.
I dati potranno dunque essere:
- georeferenziati precisamente (inserimento delle coordinate esatte);
- associati a località definite (attualmente possibile solo con Ornitho, ma
sconsigliato fortemente per l’Atlante, in quanto questi dati possono non
essere univocamente associabili ad una sola particella);
- associati a celle del reticolo 1x1km.
Per associare dei dati ad una cella del reticolo 1x1 con Cronaca, scegliere il codice
relativo a quella specifica cella (es., PP17 – 24) dalla lista dei siti abituali (possibile
solo sulla nuova versione di Cronaca).
I dati archiviati saranno poi visibili su Ornitho e verranno restituiti cartograficamente
alla maglia 10x10km, ad eccezione delle specie sensibili per la conservazione per le
quali si utilizzerà una maglia più ampia.
Nelle carte atlante visuabilizzabili in Ornitho.it i dati vengono raggruppati per
decade.
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6. I dati qualitativi
Esplorare il territorio
Per molte specie i dati raccolti al di fuori dei rilievi quantitativi costituiranno la base
principale per la definizione del loro areale. Per questo tipo di dati non esiste alcun
vincolo, al di fuori del rispetto degli animali e delle leggi, per le modalità con cui
possono essere raccolti e per lo sforzo di ricerca. Pertanto tutte le osservazioni che
permettano di stabilire la presenza di una data specie tra il primo dicembre ed il 31
gennaio di uno qualsiasi degli anni di indagine, concorreranno all’atlante.
Pertanto potranno essere inserite singole osservazioni compiute in maniera del tutto
estemporanea, osservazioni ripetute in una stessa località a carico della medesima
specie oppure raccolte con modalità specifiche, particolarmente idonee al
rilevamento di una data specie.
Poiché l’obiettivo del progetto è quello di definire l’areale di tutte le specie presenti
nei due mesi suindicati, bisognerà operare in maniera tale da rilevare quante più
specie possibile. Pertanto è opportuno compiere uscite volte a massimizzare il
numero di specie osservabili, ivi comprese, ovviamente, quelle più diffuse e comuni.
Per fare questo occorre visitare il numero maggiore di ambienti diversi, anche se
localizzati e di estensione modesta. A titolo di esempio:
• centri storici;
• garighe;
• foci di fiume;
• pareti, falesie, cave;
• aree percorse da
• discariche;
incendi;
• aste fluviali;
• ruderi isolati;
• zone umide;
• litorali e arenili;
• boschetti di
• bonifiche;
• porti;
conifere;
Particolare attenzione andrà posta alle aree di divieto di caccia dove spesso in
inverno gli uccelli sono maggiormente concentrati.
È quindi necessario pianificare attentamente l’uscita esaminando le carte disponibili,
Google Earth e le foto aeree disponibili on line, come, ad esempio:
http://www.rete.toscana.it/sett/territorio/carto/repertorio/geoscopio.htm
http://www.visual.paginegialle.it/
Per molte specie può essere opportuno effettuare la ricerca utilizzando richiami
(playback). Si suggerisce di consultare la lista delle specie (vedi oltre) e prendere
contatto con i coordinatori per avere suggerimenti ed indicazioni.
A questo riguardo particolare attenzione andrà dedicata agli uccelli notturni che
altrimenti rischiano di passare largamente inosservati.
Contare
Anche nel caso delle osservazioni qualitative è molto importante che sia quantificato
il numero di individui osservati, al fine di ottenere informazioni complementari a
quelle ottenute con i rilievi quantitativi e più in generale: quantificare le popolazioni,
evidenziare aree di minor/maggior concentrazione, individuare situazioni di
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particolare interesse. Questi dati potranno essere utilizzati sia per arricchire i testi di
commento dell’atlante che per analisi ecologiche specifiche.
Un’attenzione particolare va posta nei confronti dei dormitori. Per molte specie
individui che di giorno si alimentano in aree vaste e disperse, si radunano per
dormire in singole località. È particolarmente importante individuare i dormitori e
contarvi gli uccelli sia per la quantificazione delle popolazioni che per gli aspetti
conservazionistici.
A questo riguardo, si consiglia di archiviare i dati con Cronaca in quanto è possibile
una quantificazione più precisa e distinguere i dati dei dormitori dagli altri (vedi
oltre).
Specie per cui è richiesta particolare attenzione
Allo scopo di produrre mappe distributive accurate, è stata elaborata una lista che
individua le specie per le quali è richiesta una particolare attenzione nella ricerca sul
campo e nelle conseguenti segnalazioni. Questo non comporta la suddivisione
dell’avifauna in specie da segnalare o meno: TUTTE LE SPECIE DEVONO ESSERE
SEGNALATE. Può infatti capitare, soprattutto in progetti come un Atlante, che più
persone vadano a cercare uccelli in aree lontane e diverse da quelle che
frequentano abitualmente; specie percepite come comuni, perché magari a casa
nostra lo sono veramente, potrebbero essere "snobbate" (chissà quanti lo hanno già
segnato), senza pensare che in determinate situazioni ambientali certe osservazioni
potrebbero invece risultare di particolare interesse. Tuttavia, è altresì vero che per
alcune specie, particolarmente rare e/o elusive, ciascun singolo dato acquista
un'importanza notevole. Nel file allegato sono pertanto indicate le specie per le quali
è assolutamente importante riportare ciascuna osservazione, in generale oppure
relativamente ad alcune parti della regione. Sono inoltre evidenziate le specie per le
quali potrebbe essere necessario utilizzare specifiche tecniche di rilevamento. Per
tutte queste specie si invita, inoltre, a georeferenziare ciascun dato con la massima
precisione possibile.
Descrivere le osservazioni
Il COT ha da sempre utilizzato dei codici per la descrizione delle attività compiute
dagli uccelli osservati o delle modalità di rilevamento. Ciò è particolarmente
importante perché consente una migliore interpretazione delle osservazioni, può
aiutare nel valutare la rilevabilità delle specie, permette di discriminare tra
osservazioni che hanno un valore particolare.
La descrizione delle osservazioni è possibile solo utilizzando Cronaca
Di seguito un breve pro-memoria sul significato dei diversi codici attività utilizzabili
in Cronaca.
canto
Specie osservata senza ulteriori specifiche
Individuo in canto (vocalizzazione di maggior complessità, utilizzata di
norma con significato territoriale e/o sessuale). Da utilizzare solo per le
specie con repertorio vocale complesso (es. Passeriformi, Columbiformi,
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nidificazione
richiami
osservato
tracce
trovato
morto
catturato
sorvolo
in volo
migratorio*
dormitorio*
Galliformi, ecc) o nel caso del tambureggiamento dei picchi.
Osservazione di attività/comportamenti riconducibili alla nidificazione certa:
adulto in cova, con imbeccata o sacco fecale, che entra in cavità-nido; nido
con uova e/o pulcini; giovani ancora dipendenti ed incapaci di spostarsi su
grandi distanza, con o senza genitore/i.
Da utilizzare SEMPRE con l’appropriato codice atlante
Individuo che produce vocalizzazioni di contatto o allarme
Individuo rilevato a vista. Dato in stretta relazione con l’ambiente (cfr
anche sorvolo e in volo migratorio)
Osservazione di penne, boli, impronte RECENTI e IDENTIFICABILI con
certezza. Utilizzare quindi quando si ha una prova INCONFUTABILE della
presenza di una specie, non osservata direttamente.
L’animale deve essere comunque morto RECENTEMENTE. Non inserire
esemplari deceduti da tempo.
Utilizzare sia per animali catturati in impianti per l’inanellamento che per
esemplari recuperati per qualche motivo (eventualmente specificare nelle
note)
Uccello osservato in volo di trasferimento (esclusi quindi voli su brevi
distanze o voli durante cui avviene il reperimento/consumo di cibo: es
Irundinidi, rapaci in caccia)
Uccello osservato in volo migratorio su lunga distanza
Aggregazione di individui per il riposo
(*: possibile solo sulla nuova versione di Cronaca)
Vale la pena sottolineare con un esempio la differenza tra osservato, sorvolo ed in volo migratorio:
5 gru in alimentazione in un campo: osservato;
5 gru in volo a bassa quota, durante uno spostamento di tipo locale (es tra le aree di foraggiamento
e quelle di riposo notturno): sorvolo;
5 gru in volo, molto alte ed in spostamento di lunga distanza: in volo migratorio.
È evidente il differente valore che possono avere le tre differenti osservazioni nel valutare il ruolo della
località interessata per la gru.
L’atlante ed i censimenti degli uccelli acquatici svernanti (IWC)
I censimenti degli uccelli acquatici si svolgeranno regolarmente ed i dati raccolti
saranno successivamente utilizzati anche ai fini dell’atlante. Tuttavia è importante
che durante questa attività siano segnalate tutte le altre specie non interessate
dagli IWC con lo stesso dettaglio spiegato precedentemente e non associando i dati
genericamente alla zona umida, che può essere compresa in due particelle
adiacenti.
Inoltre, nel caso di zone IWC costituite da più unità, ad es. più laghetti distanti tra
loro, sarebbe opportuno per descrivere meglio l’areale delle specie, archiviare
personalmente le osservazioni compiute nei diversi laghetti. I coordinatori locali
indicheranno per quali zone è opportuno utilizzare questa procedura.
Quindi, in sintesi, durante gli IWC:
- contare gli acquatici come sempre, riportali su scheda da consegnare come al
solito a chi di dovere;
- segnare nel taccuino tutte le altre specie e poi archiviarle con Cronaca (o con
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Ornitho);
nel caso di zone IWC costituite da unità distanti, se indicato dal coordinatore
locale dell’atlante, distinguere gli uccelli rilevati nei diversi laghetti e poi
archiviare i dati con Cronaca (Ornitho).
7. I rilievi semiquantitivi
Seguire quanto riportato al punto 5 b) delle istruzioni nazionali, avendo cura di
distinguere i contatti in base al tipo di attività rilevata. Su Cronaca archiviare i dati
spuntando il box rilevamento completo, specificando l’orario, cliccare sul tasto
PERCORSO 30’ e specificare il numero (da 1 a 100) della cella in cui si è eseguito il
rilievo (possibile solo sulla nuova versione di Cronaca).
Per ogni specie riportare il totale delle osservazioni, possibilmente suddivise per
attività (possibile solo con Cronaca). Ad esempio, avendo rilevato 8 Pettirossi, di cui
5 in base ai richiami, 2 in base al canto ed 1 visto, bisognerà inserirli
separatamente.
Di norma, un rilevatore che si prende carico di una particella per l’atlante invernale
(1 rilievo quantitativo) se ne farà carico anche per quello dei nidificanti (2 rilievi).
8 Avanzamento della copertura
Al
fine
di
assicurare
una
avanzamento progressivo della
copertura, le particelle sono state
suddivise
in
modo
regolare
secondo lo schema riportato nella
figura a lato
Tale schema è valido per i rilievi
quantitativi;
quelli
qualitativi
potranno
essere
condotti
liberamente,
avendo
cura
di
interpellare i coordinatori locali per
conoscere le aree per le quali vi è
maggiore
necessità
di
dati
(attualmente, tutta la regione!).
In giallo le particelle da coprire
quest’anno (anno 1), in azzuro l’anno
2, in verde l’anno 3 ed in arancione
l’anno 4.
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