Il futuro della sperimentazione in viticoltura
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Il futuro della sperimentazione in viticoltura
50 anni L e con gli scopi di quest’ultimo. Una più stretta collaborazione ha naturalmente senso solo se gli obiettivi della cantina sono nettamente definiti. Questo aspetto riguarda innanzi tutto la quantità di uva raccolta e le esigenze qualitative dei diversi segmenti vinicoli di interesse. La mentalità orientata al mercato è premessa fondamentale per il successo sul lungo termine ed un cogestore può essere rappresentato dunque dal consulente viticolo. Con la sua attività capillare e vicina alla pratica, il Centro di Consulenza sostiene il mondo viticolo altoatesino, come già negli ultimi decenni, nella sua formazione ed una più stretta collaborazione con le cantine può solo rafforzare la situazione già esistente. Consulenza in viticoltura. 50 anni Sperimentazione Il futuro della sperimentazione in viticoltura Barbara RAIFER, Centro di Sperimentazione Agraria di Laimburg La presente relazione sintetizza brevemente l’orientamento delle attività della sezione “Viticoltura” del Centro di Sperimentazione Agraria di Laimburg per i prossimi anni e la situazione e le riflessioni che ne sono alla base. LA SALVAGUARDIA E L’EVOLUZIONE DEL LIVELLO QUALITATIVO Poiché per lungo tempo il vitigno Schiava è rimasto dominante tra i vitigni altoatesini a bacca rossa e la sua qualità non dipende sostanzialmente dalla struttura tannica (come avviene per la maggior parte dei vini rossi di pregio), scarse sono le esperienze e le conoscenze locali in merito alle differenti esigenze di coltivazione dei vitigni a bacca 38 bianca e rossa. Negli ultimi anni dati specifici su questo tema sono stati forniti da una serie di sperimentazioni e ricerche. Secondo i risultati conseguiti, attualmente non tutte le possibilità di ottimizzazione della qualità a disposizione della viticoltura altoatesina sono state sfruttate appieno. Per la formazione di tannini maturi è necessario, per la produzione di vini rossi, l’instaurarsi in tempi nettamente più precoci ed in misura chiaramente maggiore di uno stress idrico rispet- to a quanto richiesto per la produzione di vini bianchi. Volendo produrre vini rossi di pregio è opportuno “frenare” lo sviluppo delle viti già durante le settimane post-fiorali. Esso deve poi essere ulteriormente rallentato prima dell’inizio del processo di maturazione ed in fase di maturazione si dovrebbe instaurare un determinato e costante deficit idrico. Quest’ultimo può essere ottenuto mediante uno scarso approvvigionamento azotato ed una limitata o assente irrigazione dei vitigni a bacca rossa. Importanti per le condizioni altoatesine sono i risultati conseguiti con le prove di irrigazione effettuate su Pinot nero e Cabernet Sauvignon. Nel 2006 è stata attuata un’ulteriore sperimentazione su Lagrein. Anche per que- 1/2007 vite) che influenzano la quantità di azoto presente nel mosto. Uno stress idrico che si instauri precocemente limita l’assorbimento di azoto, il continuo accrescimento vegetativo in fase di maturazione necessita di azoto e conduce parimenti ad un peggiore approvvigionamento degli acini. Già queste osservazioni sono sufficienti a far comprendere quanto importante sia il controllo dell’irrigazione anche per la produzione di vini bianchi. Per quanto concerne la sua crescente importanza per la viticoltura altoatesina, questo argomento verrà analizzato nei prossimi anni con maggior precisione, anzitutto mediante una prova di irrigazione su Sauvignon bianco intrapresa nel 2006 a Terlano. La salvaguardia ed il miglioramento della qualità dei vini è la meta anche dei lavori di selezione clonale e dei confronti tra i cloni, delle prove con i portinnesti come anche dei studi riguardanti la vocazionalità dei terreni. Il fatto che il clima stia cambiando lo si può desumere ormai anche dai dati raccolti presso il Centro Speri- mentale di Laimburg. A far capo dal 1965 (anno di inizio della raccolta dei dati) il numero dei giorni tropicali e di quelli estivi su base annua è aumentato notevolmente (vedi grafico). La radiazione globale mostra un incremento costante, soprattutto negli ultimi anni. Tra il resto, anche la marcata e frequente manifestazione di marciume acido negli ultimi due decenni è da ricondurre ai valori termici più elevati registrati durante la maturazione. Non si discute sul fatto che le temperature aumentano e continueranno ad aumentare anche prossimamente. Non altrettanto certa è la riduzione attuale o futura della quantità di pioggia caduta nel nostro territorio. Le precipitazioni degli ultimi quattro anni, nettamente inferiori alle medie pluriennali, sono comunque preoccupanti. Infatti già l’aumento delle temperature in sé conduce ad un incremento del fabbisogno idrico. L’aumento della temperatura media annua di un grado centigrado provoca un incremento del fabbisogno idrico di circa il 20%, secondo l’opinione di specialisti. Dove già ora la disponibilità idrica è scarsa, in futuro la situazione peggiorerà. Dal momento che, come sopra discusso, i grappoli a bacca bianca necessitano di uno stress idrico modesto, si dovranno apportare modifiche nella tecnica di coltivazione per sopravvivere al Varietà parz. resistente FR 392-83. La varietà Viognier. Il nuovo vitigno Galotta. ADATTAMENTO DEI PROCESSI PRODUTTIVI AL CAMBIAMENTO CLIMATICO IN ATTO 39 L sto vitigno rimane da chiarire quando ed in che misura lo stress idrico produca risultati positivi e quali siano i limiti della sua sopportabilità. Allo stato attuale delle conoscenze, per la produzione di vini bianchi uno stress idrico molto modesto dovrebbe essere presente durante l’intero periodo vegetativo. L’arresto vegetativo dovrebbe avere luogo solo verso la fine della fase di maturazione, quando è richiesto un leggero aumento dello stress idrico. Fasi contraddistinte da grave stress idrico conducono ad una riduzione dello sviluppo degli aromi e ad un precoce invecchiamento dei vini. Poiché generalmente lo stress idrico limita anche l’assorbimento di azoto, i mosti ottenuti da uve prodotte in vigneti sottoposti a stress idrico spesso presentano uno scarso contenuto in azoto utilizzabile dai lieviti. I mosti dei vini bianchi necessitano di una maggior quantità di azoto, rispetto a quelli dei vini rossi, perché si instauri una buona fermentazione e ne risultino vini ben sviluppati, esenti da note aromatiche riduttive. Purtroppo, in Alto Adige, scarsi contenuti azotati vengono spesso rilevati nel mosto proveniente da numerosi vigneti. È noto che, accanto alla concimazione azotata e alla gestione del suolo, sono soprattutto la distribuzione delle precipitazioni e l’irrigazione (e dunque il “ritmo” vegetativo della 50 anni 40 dotte dimensioni. Il manifestarsi dell’appassimento del grappolo prima e dopo l’inizio della maturazione, situazione che negli ultimi anni si osserva in Alto Adige, sembra sia da riferire ad acuti deficit idrici. Nel 2006 sono state intraprese sperimentazioni con PRD, il parziale disseccamento di una parte della zona radicale. Questo sistema si basa sul fatto che le radici della vite producono, in un terreno in fase di disseccamento, delle sostanze che segnalano alla vite che le risorse idriche sono limitate e la vite reagisce con un consumo ridotto di acqua e riduce l’accrescimento vegetativo. Poiché una parte della zona radicale viene mantenuta umida, per la vite è sempre presente una sufficiente quantità di acqua. Non appena il settore essiccante ha raggiunto un determinato grado di siccità, si provvede all’adacquamento di questo settore, mentre a quello umido non viene più somministrata acqua fino al cambio successivo. Con questo sistema si manifesta un modesto e uniforme fabbisogno idrico, mentre nel caso dell’irrigazione a goccia sono possibili, di giorno in giorno, consistenti oscillazioni. Inoltre sembra che PRD stimoli lo sviluppo radicale, mentre la tradizionale irrigazione a goccia tende ad una concentrazione delle radici nella zona in cui cade la goccia. La sperimentazione ci dirà se questo sistema possa essere applicato vantaggiosamente in Alto Adige. Il fenomeno della spaccatura della buccia degli acini, negli ultimi anni segnalato frequentemente, sembra si manifesti in annate precedute da inverni e primavere con scarse precipitazioni e nelle quali precocemente si insedi una fase siccitosa. In tal caso un ridotto accrescimento cellulare nel periodo di massimo sviluppo degli acini oppure anche una carenza di singoli minerali presentatasi a seguito della siccità precoce potrebbero giocare un ruolo. Le prove di irrigazione attualmente in via di applicazione dovrebbero fornire risposte anche a queste domande. Il cambiamento climatico potrebbe avere in serbo, per la viticoltura al- Grafico: giornate estive e tropicali negli anni a partire dal 1965, registrate presso la centralina meteorologica di Laimburg. n. giorni/anno L cambiamento climatico senza eccessivi danni. Già da lungo tempo sono in corso prove con portinnesti resistenti alla siccità. Un ritorno alla lavorazione del terreno o ad una lavorazione parziale porterebbe con sé alcune difficoltà, soprattutto nei vigneti a pendenza elevata. Infine la vegetazione sottofilare dissecca comunque in presenza di continui periodi siccitosi. L’applicazione di un’unica misura potrebbe non essere sufficiente all’adattamento al cambiamento di situazione. Di certo sembra comunque che già oggi sui terreni leggeri, sabbiosi e ghiaosi ed in caso di ridotto spessore del soprassuolo l’irrigazione di sostegno sia di primario interesse per evitare un eccessivo stress idrico. La contenuta umidità registrata nel corso di molti anni ad inizio periodo vegetativo comporta il fatto che non appena si raggiungano valori massimi giornalieri di temperatura superiori ai 30°C per più giorni di seguito, e quindi in presenza di una prima fase siccitosa, in circa un terzo dei vigneti altoatesini debba essere messo in funzione l’impianto di irrigazione, che rimane poi in attività per 8 - 12 settimane, più o meno dalla fioritura alla vendemmia. Rappresenta l’irrigazione a goccia, oggi la più diffusa, in queste circostanze ancora la forma ideale di irrigazione? Sulla base delle conoscenze acquisite dalle prove eseguite si può ammettere che su terreni leggeri, non appena la zona radicale sia completamente secca, la zona attiva dell’apparato radicale, e quindi quel settore che influenza il comportamento della vite, si limiti alla zona di terreno regolarmente inumidita. Se il consumo di acqua da parte della pianta è di poco inferiore a quello che riceve dal gocciolatore, la vite riprende immediatamente l’attività vegetativa e di conseguenza il fabbisogno idrico aumenta. Se il fabbisogno idrico è superiore alla fornitura di acqua, la pianta entra rapidamente in grave stress, poiché una relativamente grande superficie fogliare viene rifornita di acqua prelevata da uno spazio umido di ri- gg estivi gg tropicali toatesina, anche altre, attualmente non prevedibili sfide e condurre anche a modifiche dell’assortimento varietale. In questo caso è importante venire a conoscenza di quali altri vitigni di pregio sono coltivabili con buoni risultati nelle condizioni altoatesine. In diverse zone sono in atto prove di coltivazione con differenti vitigni a bacca rossa e bianca, che vengono continuamente aggiornate. VITICOLTURA ECOCOMBATTIBILE Attualmente nella viticoltura mondiale si sta assistendo ad una conversione verso il biologico. Certamente anche questo sviluppo non decorrerà senza problemi per tutti i settori coinvolti, ci si possono aspettare rovesci e anche passi indietro. Non si può però ignorare il fatto che soprattutto nel segmento di prezzo elevato un numero crescente di aziende rinuncia all’impiego di prodotti ausiliari per la produzione di origine sintetica e che a non poche aziende riesce di percorrere questa strada con successo già da alcuni anni. Chi pensa ad una viticoltura esente da prodotti di sintesi, si confronta con una serie di problematiche: anche in agricoltura biologica il rame rimane il principio attivo fondamentale per la difesa antiperonosporica; sui vitigni sensibili anche la difesa antioidica pone serie difficoltà. Sono necessari un numero elevato di trattamenti ed un eleva- 1/2007 to utilizzo di risorse. D’altra parte anche la situazione di partenza per una viticoltura senza prodotti di sintesi è migliorata: l’asciugatura dei grappoli è più rapida negli impianti allevati a spalliera rispetto alla pergola ed in tal modo le possibilità di attacco da parte di peronospora e botrite risultano limitate. Anche l’oidio, grazie alla migliore illuminazione dei grappoli nell’allevamento a spalliera, può essere contenuto più efficacemente. Le basse rese, alle quali oggi si mira, possono essere ottenute anche con un accrescimento inferiore. Le viti scarsamente vigorose, nelle quali l’arresto vegetativo si insedia precocemente, sono notoriamente meno sensibili alle patologie. Inoltre oggi le possibilità di regolazione sono maggiori e dunque le patologie possono svilupparsi meno (sfogliatura precoce, grappoli meno compatti attraverso l’impiego di sfoglia- trici pneumatiche ed il taglio dei grappoli, oltre che con la scelta di cloni a grappolo spargolo). Infine si stanno esaminando alcune sostanze alternative dei trattamenti rameici e a base di zolfo, i cui momenti di intervento, dosaggi e modalità di azione devono comunque essere ancora chiariti con maggior precisione. Il Centro di Sperimentazione Agraria di Laimburg rinuncerà, parzialmente a partire dal 2007 e totalmente a far capo dal 2008, all’utilizzo di prodotti di sintesi su una superficie viticola di circa 2 ettari situata nel comune di Caldaro. In questa sede verranno sperimentate misure alternative di lavorazione del terreno, concimazione e difesa fitosanitaria combinate nel migliore dei modi con corrispondenti misure di cura, che saranno in seguito approfondite. L’obiettivo consiste nel mostrare quali sono le possibilità ed i rischi connessi con questa scelta e quale sia la qualità dei vini che si possa ottenere. RIDUZIONE DEI COSTI, MECCANIZZAZIONE AZIENDALE E IN CONTO TERZI Come sopra accennato, in Alto Adige si produce con elevati costi ed elevato impegno di manodopera. Tutto ciò è giustificato nel momento in cui essi sono connessi a vantaggi in termini di qualità. Laddove però il medesimo obiettivo sia raggiungibile senza effetti secondari indesiderati, con risultati migliori, con minor spesa o senza eccessivo impegno, vale la pena sfruttare queste opportunità e ridurre i costi. Un particolare settore si occuperà anche in futuro di questi temi e delle più adeguate possibilità di meccanizzazione. Lo sviluppo del mercato dei vitigni a bacca bianca Dieter HOFFMANN, Istituto di ricerca di Geisenheim (D) Il continuo mutamento strutturale della domanda di vini bianchi e rossi con l’iniziale novità dei vini rosé si sta stabilizzando in una relazione equilibrata. L 41 50 anni L Tutti i dati registrati nei mercati tedeschi ed in quelli di altri Paesi confermano che il consumo di vino rosso è compreso tra il 50 ed il 60%, la domanda di vini bianchi tra il 30 ed il 40% e la quota di vini rosé corrisponde a circa il 10%. All’interno di queste suddivisioni si verificheranno, in futuro, determinate oscillazioni, ma non continue modifiche. In tal senso il passaggio avvenuto sul lungo periodo dai vini bianchi ai rossi è da ritenersi concluso. Il cambiamento della struttura della domanda ha portato, proprio per la produzione di vino in Germania, ad una consistente conversione dell’orientamento produttivo, con un passaggio che ad oggi corrisponde a quasi il 40% della superficie coltivata a vitigni a bacca rossa. Questo mutamento si è concluso e possiamo considerare che sia stato raggiunto un rapporto equilibrato tra le parti. Grazie a ciò, negli ultimi anni il vino bianco, anche in considerazione delle nostre condizioni climatiche, è ricomparso al centro dell’interesse degli specialisti. Le consistenti modifiche a livello di qualità gustative dei vini bianchi, ottenute attraverso un’acidità meno aggressiva, un più elevato contenuto in alcool ed uno spettro di aromi più marcati e più delicati, hanno contribuito all’aumento della popolarità presso numerosi segmenti di vendita. Le condizioni climatiche più fresche nelle quali si effettua la produzione in Germania rappresentano le migliori premesse per l’ottenimento di vini bianchi attraenti, se si evita la comparsa di effetti negativi (acidità eccessiva) mediante una appropriata gestione della qualità in fase di coltivazione ed in cantina. D’altra parte le medesime condizioni favoriscono la formazione degli aromi tipici della varietà ed incrementano quindi il grado di attrazione per il consumo dei vini bianchi. QUALI I VITIGNI A BACCA BIANCA E LO STILE DEL FUTURO? L’assortimento varietale tedesco è costituito da oltre 40 differenti vi42 restante Germania Australia Francia (Alsazia) Grafico 1: la coltivazione di Riesling nel mondo occidentale (in ha): 33.518 ha totali. Austria Nuova Zelanda resto del mondo tigni, la cui produzione viene consumata quasi esclusivamente in Germania. Tra i tipici vitigni tedeschi, solo Riesling è molto conosciuto a livello internazionale e da 5 anni la sua popolarità sta aumentando. Per contro, i vitigni significativi in ambito internazionale, quali Chardonnay, Sauvignon blanc e Pinot grigio (con l’eccezione di quest’ultimo), si trovano sporadicamente in Germania, proposti singolarmente dai produttori locali. Contemporaneamente proprio i vini ottenuti dai suddetti vitigni vengono importati in notevoli quantità da altri Paesi, proposti in ampio assortimento sugli scaffali dei commercianti – dai discount fino al commerciante specializzato – ed acquistati dal consumatore interessato. Il vitigno a bacca bianca più “significativo” a livello internazionale, per quanto riguarda l’aspetto commerciale, è Chardonnay, che attualmente viene coltivato su una superficie compresa tra i 250.000 ed i 300.000 ha in quasi tutti i Paesi a vocazione viticola. Importanti fornitori di Chardonnay sono la California, l’Australia ed il Cile, seguiti dalla Francia, sebbene in questo Paese si trovino le regioni originarie del vitigno (Chablis e Borgogna). Lo Chardonnay francese è piuttosto scivolato in secondo piano. Il secondo posto della classifica del mercato mondiale è occupato da Sauvignon blanc: nonostante che in Francia se ne coltivino oltre 22.000 ha, oggigiorno è stato introdotto nella dinamica di mercato della Nuova Zelanda con circa 6.000 ha. L’importanza delle regioni natìe lungo la Loira e soprattutto dal Sancerre è calata drasticamente. Con 35.000 - 40.000 ha, Riesling ha acquistato una nuova popolarità pubblicistica nel mondo occidentale ed il suo peso economico nel mercato è positivamente aumentato. Nonostante ciò la popolarità pubblicistica di gran lunga non si riscontra nelle cifre del mercato. Anche in Germania la commercializza- n = 2080 consumatori di vino Grafico 2: notorietà e frequenza di acquisto di vitigni e consumatori di vino in Germania (2006). consumatori di vino secco noto (1) consumatori di vino abboccato consumatori di vino amabile frequenza di acquisto: talvolta + spesso 1) notorietà: percentuale di intervistati di un gruppo, ai quali il vino risulta conosciuto per la rimanente quota di persone (fino a 100) il vino è sconosciuto. fonte: Hofmann, D. e S. Müller (2006) 1/2007 zione di Riesling procede con riscontri positivi. I cambiamenti intervenuti negli ultimi 10 anni nella stilistica e nella qualità hanno influenzato positivamente il grado di accettanza del pubblico e per questo è possibile aspettarsi una crescita progressiva, anche se non turbinosa, della domanda di Riesling in Germania. Lo sviluppo sul piano internazionale di questo vino è un quesito appassionante poiché lo stile amabilefruttato attualmente in auge negli Stati Uniti proveniente dalla Germania porta con sé sì una particolarità individuale, che contempora- neamente è richiesto da una specifica cerchia di clienti e spesso da determinati segmenti di vendita. Per quanto attualmente percettibile, altri produttori di Riesling (ad esempio Australia e inizialmente in Cile) sono interessati a sviluppare un tipo di Riesling secco e fruttato per abbinare l’elevato grado di popolarità di questo vitigno ad uno stile completamente diverso, con differente origine (non la Germania). L’interessante sviluppo di Sauvignon blanc, per il quale oggigiorno si guarda più alla Nuova Zelanda che alla Francia, mostra quanto rapida- mente una “new entry“ possa conquistare il mercato ed imporsi come riferimento qualitativo con un proprio stile. Nonostante che si tratti di solo di un limitato volume produttivo – coltivato su appena 6.000 ha, la popolarità internazionale dei vini neozelandesi con il vitigno Sauvignon blanc è considerevole. Ciò significa, per il futuro sviluppo del mercato del Riesling, che nello stile secco-fruttato è insito il rischio, sul piano internazionale, di un nuovo concorrente proveniente da un altro Paese con clima più fresco, ad esempio dal Cile meridionale o da determinate zone dell’Australia. IL MERCATO DEL FUTURO Accanto ai vitigni caratterizzati da un peso significativo a livello internazionale, sopra ricordati, all’interno del mercato specifico si apre, tra commercianti specializzati, sommelier ed esperti del settore del consumo, un nuovo mondo costituito da numerosi vitigni di origine regionale. Quanto a lungo questo “straripamento” della molteplicità di vitigni rimarrà significativo, non è attualmente dato prevedere. Comunque è possibile esser certi del fatto che tra gli esperti di vi- no, sia produttori che consumatori, rimangono sempre un orecchio teso ed uno specifico interesse per i diversi vitigni, situazione che abbiamo vissuto negli ultimi 50 anni in Germania. Per i degustatori esperti a livello internazionale saranno sempre più importanti, per la domanda e la continuità di consumo, la caratterizzazione delicata in armonia con la corposità, la fresca acidità non dominante e lo stile aromatico individuale. Per il mercato tedesco, accanto a Riesling e Pinot grigio, sono di recente attualità anche Müller Thur- gau e Sauvignon blanc, poiché introducono nella stilistica internazionale di un vino bianco fresco, fruttato e secco un adeguato rapporto prezzo-qualità. Proprio nel settore dei vini bianchi, a motivo delle condizioni climatiche, è consigliabile anche in Germania prendersi cura di Sauvignon blanc, non con l’obiettivo di trascurare le proprie forze degli altri vitigni, bensì per unirsi al crescente interesse internazionale e all’elevato grado di notorietà di Sauvignon blanc in favore della popolarità del proprio assortimento varietale. 43