Chi ha ricevuto la vita, non può evitare la morte

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Chi ha ricevuto la vita, non può evitare la morte
SCRITTI DI NICHIREN DAISHONIN
VOLUME 7
CONVERSAZIONE FRA UN SAGGIO E UN UOMO NON ILLUMINATO
PRIMA PARTE
Chi ha ricevuto la vita, non può evitare la morte. Questa è una verità che tutti
gli uomini conoscono, dall'imperatore fino al più umile cittadino, ma in realtà neanche
uno su mille o diecimila prende questa questione seriamente o se ne preoccupa.
Quando improvvisamente ci troviamo di fronte all'impermanenza della vita,
[possiamo spaventarci al pensiero dell'ignoto e disperarci per la brevità del mondo a
noi familiare]1, ma consideriamo sfortunati coloro che ci hanno preceduto nella morte,
e superiori noi che siamo rimasti in vita. Presi da un impegno ieri e da un altro oggi,
siamo vincolati senza scampo dai cinque desideri2 della nostra natura terrena.
Inconsapevoli del fatto che il tempo passa veloce come un puledro bianco visto
attraverso la fessura di un muro3, ignari
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1. L'originale giapponese può anche essere tradotto: "possiamo spaventarci al pensiero di essere
rimasti lontani dal Buddismo e rammaricarci di esserci immersi negli affari mondani".
2. Cinque desideri: i desideri che nascono dal contatto dei cinque organi di senso (occhi, orecchie,
naso, lingua e corpo) con i loro rispettivi oggetti (colori e forme, suoni, odori, sapori e tessuti).
3. Da una poesia del libro La conoscenza si diresse a nord di Chuang Tsu: «La vita dell'uomo tra il
cielo e la terra è come il passaggio di un puledro bianco visto attraverso la fessura di un muro - oplà! - ed è
finita».
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come una pecora condotta al macello, irrimediabilmente prigionieri del cibo e del
vestiario, cadiamo senza accorgercene nella trappola della fama e del guadagno. E alla
fine torniamo nella familiare dimora dei tre cattivi sentieri, ripetendo il ciclo delle
rinascite nei sei sentieri dell'esistenza. Quale persona di animo sensibile può non
rattristarsi per questo stato di cose e non soffrirne?
Ahimé! Né i giovani né i vecchi sanno quale destino li attende; così vanno le
cose nel nostro mondo di saha. Tutti coloro che si incontrano sono destinati a
separarsi, questa è la norma nel mondo effimero in cui viviamo. Sebbene non sia la
prima volta che rimango colpito da tali considerazioni, [sono rimasto sgomento] nel
vedere quanti abbiano abbandonato prematuramente questo mondo all'inizio dell'era
Shoka4. Alcuni hanno lasciato figli piccoli, altri hanno abbandonato gli anziani
genitori. Come dovevano essere tristi i loro cuori quando, benché ancora nel fiore
degli anni, hanno dovuto iniziare il viaggio verso le Sorgenti Gialle5! È stato doloroso
per chi se ne andava e per chi è rimasto.
La passione del re di Ch'u6 per la dea rimase sotto forma di una piccola nube
mattutina e il dolore di Liu7 al ricordo
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4. Si riferisce ai grandi terremoti, inondazioni e altri disastri che si verificarono durante l'era
Shoka (1257-1258) e causarono la morte di molte persone.
5. Sorgenti Gialle: località sotto terra dove si pensava che i defunti si recassero.
6. Re di Ch'u: re Huai (regnò dal 328 al 299 a.C.). Ebbe in sogno un incontro romantico con una
dea. Prima di lasciarlo, ella gli disse che gli sarebbe sempre rimasta accanto sotto forma di una nuvoletta
al mattino e di pioggia la sera.
7. Liu: Liu Ch'en, uomo vissuto durante la dinastia Han. Secondo il Hsu Ch'i-hsieh-chi, nell'era
Yung-p'ing (58-75 d.C.) durante il regno dell'imperatore Ming, egli si smarrì sul monte Tien-t'ai dove
incontrò un essere immortale di sesso femminile con la quale visse in beatitudine. Quando dopo sei mesi
Liu Ch'en fece ritorno a casa, era trascorso tanto tempo che si ritrovò a vivere fra i suoi discendenti della
settima generazione.
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del suo incontro con la visitatrice immortale venne consolato dalla vista dei suoi
discendenti della settima generazione. Ma come può liberarsi dalla sofferenza una
persona come me? Mi viene in mente quell'antico poeta che sperava di essere immune
da tali tristezze perché aveva il cuore semplice di un uomo dimorante sulle
montagne8. Adesso, dopo aver raccolto i miei pensieri come gli abitanti di Naniwa
raccolgono le alghe per ricavarne sale, do loro forma scrivendo con il mio pennello un
monito alle generazioni future.
Come è triste, come è doloroso! Dall'infinito passato ci siamo ubriacati col vino
dell'ignoranza, siamo rinati più volte nei sei sentieri dell'esistenza e nelle quattro
forme di nascita9. A volte rantoliamo tra le fiamme dell'inferno rovente10 o del grande
inferno rovente; altre volte congeliamo nell'inferno del loto rosso o nel grande inferno
del loto rosso11. A volte soffriamo la fame e la sete del mondo di Avidità per
cinquecento esistenze, senza neanche poter ascoltare il nome dei cibi e delle bevande.
Altre volte subiamo la sofferenza delle ferite e uccisioni del mondo di Animalità, in cui
il più grande divora il più piccolo e il debole è sopraffatto dal più forte. A volte
subiamo la sofferenza dei conflitti e delle lotte nel mondo di Collera; altre volte
nasciamo come esseri umani e passiamo attraverso le otto sofferenze di nascita,
vecchiaia,
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8. Non si sa a quale poeta faccia riferimento il Daishonin. Il poeta, essendo un umile taglialegna e
quindi ignorante in materia di religione, spera di non dover affrontare grandi sofferenze nel corso della
vita.
9. Quattro forme di nascita: 1) nascita dall'utero, come i mammiferi; 2) dall'uovo, come gli uccelli;
3) dall'umidità, come si credeva si generassero i vermi; 4) per trasformazione, come le divinità e gli esseri
dei diversi inferni, che rinascono spontaneamente senza intermediari.
10. L'inferno rovente e il grande inferno rovente: il sesto e il settimo degli otto inferni roventi.
L'ottavo è l'inferno della sofferenza incessante.
11. L'inferno del loto rosso e il grande inferno del loto rosso: il settimo e l'ottavo degli otto inferni
gelidi. In questi due inferni si dice che il gelo sia tale da produrre degli squarci nella carne, facendola
somigliare a rossi fiori di loto.
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malattia, morte, la sofferenza di doversi separare da chi si ama, di incontrare chi si
odia, di non ottenere ciò che si desidera e la sofferenza che deriva dalle cinque
componenti del corpo e della mente12. E a volte nasciamo nel mondo degli dèi e
sperimentiamo i cinque segni di decadimento13.
E così continuiamo a girare come la ruota di un carro in questo triplice mondo.
Persino tra coloro che sono stati padre e figlio, i genitori, una volta rinati, non sanno di
essere stati genitori o i figli di essere stati figli; e marito e moglie si incontrano
nuovamente, ma non sanno di essersi già incontrati. Ci smarriamo come se avessimo
gli occhi di una pecora, siamo ignoranti come se avessimo gli occhi di un lupo. Ignoriamo la nostra relazione passata con la madre che ci ha dato la vita e non sappiamo
quando noi stessi dovremo soccombere alla morte.
Eppure, abbiamo ottenuto di nascere nel mondo umano, cosa difficile da
ottenere, e abbiamo incontrato il sacro insegnamento del Budda, che è raro incontrare
come è raro per la tartaruga con un occhio solo14 trovare un ceppo galleggiante
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12. Cinque componenti del corpo e della mente: o i cinque aggregati (go-on): forma, percezione,
concezione, volizione e coscienza che si uniscono temporaneamente per dare forma a un essere vivente.
13. Cinque segni di decadimento: i cinque segni di disfacimento che compaiono quando la vita dì
un essere celeste sta per finire. Secondo il Sutra del Nirvana essi sono: 1 ) gli abili si sporcano, 2) i fiori che
ornano la testa appassiscono, 3) il corpo produce cattivo odore e si sporca, 4) suda sotto le ascelle e 5)
ovunque egli si trovi è infelice.
14. La tartaruga con un occhio solo: la storia compare nel Sutra Zo-agon e se ne trova un breve
cenno nel capitolo Myoshogonno (ventisettesimo) del Sutra del Loto. Una tartaruga cieca da un occhio, la
cui vita dura innumerevoli kalpa, vive in fondo al mare e, una volta ogni cento anni, risale in superficie e
cerca un ceppo di legno di sandalo con una cavità adatta su cui posarsi per alleviare il gelo del dorso e il
bruciore del ventre. Dal momento che la tartaruga non vede bene e il ceppo è sballottato dal vento e dalle
onde, le probabilità che trovi il ceppo sono estremamente remote.
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con un buco che le si adatti. Sarebbe veramente un peccato se non cogliessimo questa
opportunità di troncare i legami di nascita e morte e liberarci dalla prigione del triplice
mondo15!
A quel punto arrivò un saggio e si rivolse all'uomo ignorante dicendo: «Hai
ragione di lamentarti così. Ma coloro che comprendono in questo modo
l'impermanenza di questo mondo e rivolgono al bene i loro cuori sono più rari delle
corna di un ch'i-lin16, mentre coloro che non riescono a capire e si abbandonano a
cattivi pensieri sono più numerosi dei peli di una mucca. Se vuoi risvegliare il
desiderio dell'Illuminazione e liberarti rapidamente dalle sofferenze di nascita e morte,
io conosco l'insegnamento migliore. Se lo desideri, te lo esporrò».
L'uomo si alzò, giunse le mani e disse: «Di solito io studio la letteratura secolare
e mi interesso di poesia, perciò non ho un'approfondita conoscenza degli
insegnamenti buddisti. Spero che lei sia così gentile da spiegarmeli».
Allora il saggio disse: «Ascolta con le orecchie di Ling Lun17 e prendi in prestito
gli occhi di Li Chu18, acquieta la tua mente e io ti esporrò il mio insegnamento. I sacri
insegnamenti del Buddismo ammontano a ottantamila, ma il padre e la madre di tutte
le scuole, l'insegnamento più importante, è quello che riguarda i precetti e le regole di
comportamento. A questi precetti diedero grandissima importanza i bodhisattva
indiani Vasubandhu e Ashvaghosha e i preti cinesi
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15. Dopo questo passo di apertura, il testo continua in terza persona.
16. Ch'i-lin: animale mitologico somigliante a un cavallo selvaggio, che appare in antiche leggende
cinesi.
17. Ling Lun: suddito di Huang Ti leggendario sovrano dell'antica Cina. Dotato di udito finissimo,
si dice che eccellesse nella musica e fosse in grado di distinguere sottilissime differenze di tono.
18. Li Chu: chiamato anche Li Lou. Figura leggendaria dell'antica Cina, famoso per la sua vista
acutissima.
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Hui-k'uang19 e Tao-hsuan20. Nel nostro paese, durante il regno del
quarantacinquesimo sovrano, l'imperatore Shomu21, il prete cinese Ganjin22 introdusse
in Giappone gli insegnamenti della setta Ritsu e della setta Tendai, e istituì il Kaidan
(santuario per l'ordinazione dei monaci) del tempio Todai-ji per conferire i precetti ai
monaci. Da allora ai nostri giorni, i precetti sono stati venerati per tanti anni e il
rispetto tributato loro si rinnova di giorno in giorno.
«In particolare, c'è l'eminente prete Ryokan del Gokuraku-ji23. Chiunque, dal
sovrano ai comuni cittadini, lo rispetta come un Budda vivente e il suo
comportamento dimostra che è degno di tale reputazione. Egli ha organizzato opere di
carità a Ijima-no-tsu24, ha raccolto riso al dazio di Mutsura25 e con il ricavato ha fatto
costruire strade nelle diverse province. Ha istituito barriere lungo le sette strade26 e,
riscuotendo un
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19. Hui-k'uang (534-613): discepolo di Paramartha, fondatore della scuola cinese She-Lun (giap:
Shoron). Famoso per la stretta osservanza dei precetti e la profonda conoscenza del Buddismo.
20. Tao-hsuan (596-667): fondatore del ramo Nan-shan (giap: Nan- zan), della scuola Lu (Ritsu).
Visse durante le dinastie Sui e T'ang.
21. Shomu (701-756): regnò dal 724 al 749. Aveva una fede profonda nel Buddismo e istituì un
tempio e un convento di monache in ogni provincia. Fece costruire il Todai-ji a Nara, tempio centrale di
tutti i templi provinciali, e vi fece erigere una grande immagine del Budda Vairochana.
22. Ganjin (688-763): (Chin Chien-chen) monaco della dinastia Tang che fondò in Giappone la
setta Ritsu. Nel 742, due monaci giapponesi inviati dall'imperatore Shomu lo pregarono di recarsi in
Giappone per istruire nei precetti monaci e monache. Superando gravi difficoltà e contrattempi, Ganjin
riuscì a giungere in Giappone nel 753.
23. Gokuraku-ji: tempio della setta Shingon-Ritsu a Kamakura, costruito nel 1259 da Hojo
Shigetoki. Più tardi Hojo Nagatoki invitò Ryokan a dirigerlo e nel 1281 Hojo Tokimune lo designò luogo di
preghiera ufficiale del governo. Nel 1332 passò alle dipendenze della corte imperiale.
24. Ijima-no-tsu: l'unico porto che serviva Kamakura al tempo del Daishonin.
25. Dazio di Mutsura: posto di controllo a Mutsura nella moderna Yokohama, prefettura di
Kanagawa.
26. Sette strade principali: le sette strade che portavano a Kamakura.
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pedaggio da tutti i passanti, ha fatto costruire ponti su molti fiumi. Per tali atti
compassionevoli egli è pari al Budda, e le sue azioni virtuose superano quelle dei saggi
del passato. Se desideri liberarti rapidamente dalle sofferenze di nascita e morte,
osserva i cinque precetti e i duecentocinquanta precetti27, approfondisci la tua
compassione, astieniti dall'uccidere qualsiasi essere vivente e, come l'eminente prete
Ryokan, impegnati a costruire strade e ponti. Questo è il primo tra tutti gli
insegnamenti. Sei pronto ad abbracciarlo?».
L'uomo giunse le mani con devozione ancora maggiore e disse: «Io desidero
moltissimo abbracciarlo! Per favore illustramelo con precisione. Tu parli dei cinque
precetti e dei duecentocinquanta precetti, ma io non so ancora cosa siano. Per favore
spiegameli dettagliatamente».
Il saggio replicò: «La tua ignoranza è abissale! Perfino un bambino conosce i
cinque precetti e i duecentocinquanta precetti. Comunque te li illustrerò. I cinque
precetti sono: primo, non togliere la vita; secondo, non rubare; terzo, non mentire;
quarto, non avere rapporti sessuali illeciti; quinto, non bere sostanze inebrianti. I
duecentocinquanta precetti sono troppo numerosi, per cui non mi ci addentrerò».
Allora l'uomo s'inchinò profondamente e con il massimo rispetto disse: «Da
oggi in poi mi dedicherò a questa dottrina con tutto il cuore».
Quest'uomo aveva una vecchia conoscenza, un credente laico buddista che
viveva in ritiro e che gli fece visita per incoraggiarlo. Dapprima il visitatore parlò a
lungo del passato paragonandolo a un sogno interminabile e confuso, e quindi parlò
del futuro, oscuro e imprevedibile. Dopo aver così cercato di distrarre il suo
ascoltatore e avere esposto le proprie opinioni, disse: «La maggior parte di noi che
viviamo in questo
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27. Duecentocinquanta precetti: regole di disciplina che i monaci del Buddismo hinayana dovevano
osservare.
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mondo non può fare a meno di riflettere sulla vita futura. Tu, quale dottrina buddista
hai abbracciato per liberarti dalle sofferenze di nascita e morte e per pregare per il
benessere dei defunti?».
L'uomo rispose: "Giorni fa un eminente prete è venuto a visitarmi e mi ha
insegnato i cinque precetti e i duecentocinquanta precetti. Sono rimasto
profondamente colpito dai suoi insegnamenti e li trovo veramente ammirevoli.
Sebbene sappia che non potrò mai uguagliare l'eminente Ryokan, ho deciso di riparare
le strade in cattive condizioni e costruire ponti sui fiumi troppo profondi per essere
attraversati a guado».
Allora il credente laico gli disse: «La tua aspirazione alla Via sembra
ammirevole, ma è sciocca. La dottrina che mi hai appena descritto è un insegnamento
superficiale dello Hinayana. Per questo il Budda ha esposto le otto similitudini28 e il
bodhisattva Monju ha enunciato le diciassette differenze29 tra Hinayana e Mahayana. Il
Budda ha detto, per esempio, che il primo è come la luce di una lucciola, l'altro come
lo splendore del sole, il primo è come un cristallo paragonato allo smeraldo. Per di più,
in India, Cina e Giappone i maestri hanno refutato gli insegnamenti hinayana in
parecchi scritti.
«Inoltre, per quanto riguarda la tua riverenza per coloro che praticano queste
discipline, un insegnamento non è
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28. Otto similitudini: paragoni elencati nel Sutra Shojo bini (Pure regole di disciplina monastica),
mediante i quali il Budda Shakyamuni sottolineò la superiorità dei precetti mahayana nei confronti di
quelli hinayana. Per esempio, i precetti hinayana osservati dagli uomini di Studio non producono neanche
benefici piccoli come l'impronta di uno zoccolo di mucca, mentre quelli mahayana osservati dai
bodhisattva producono benefici vasti come l'oceano.
29. Diciassette differenze: diciassette motivi per cui i precetti hinayana risultano inferiori a quelli
mahayana, elencati da Monju nel Sutra Shojo bini. Per esempio, a differenza dei precetti mahayana, i
precetti hinayana, riflettono la repulsione per il triplice mondo, quello abitato dai comuni mortali, e
disdegno per i benefici.
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necessariamente degno di rispetto per il solo fatto che la persona che lo segue è
stimata. Per questo motivo il Budda fissò il principio di "affidarsi alla Legge e non alla
persona"30.
«Ho sentito dire che gli antichi saggi che osservavano i precetti non
pronunciavano nemmeno le parole "uccisione" o "accaparramento", ma le sostituivano
con giri di parole che suonassero più pure, e che, quando accadeva loro di vedere una
bella donna, meditavano pensando ad un cadavere. Ma se esaminiamo il
comportamento dei monaci dei nostri tempi, che dovrebbero osservare i precetti,
scopriamo che accaparrano sete preziose, ricchezze e gioielli e prestano denaro per
interesse. Poiché le loro azioni differiscono tanto dalle loro dottrine, chi può pensare
di porre fede in costoro!
«Venendo poi alla costruzione di strade e di ponti, in realtà è stata solo causa di
sofferenza per la gente. Le opere di carità a Ijima-no-tsu e la raccolta di riso al dazio di
Matsura hanno portato infelicità a moltissime persone, e l'imposizione di pedaggi
lungo le sette strade delle varie provincie ha creato difficoltà ai viaggiatori. Queste
sono cose che avvengono proprio davanti ai tuoi occhi. Non riesci a vederle?».
L'uomo a questo punto divenne rosso per la collera e disse: «Con il tuo briciolo di
saggezza, non hai nessun titolo per parlare male di quell'eminente prete e di criticare i
suoi insegnamenti! Parli con cognizione di causa o da stolto? Stai facendo una cosa
terribile!».
Allora il credente laico sorrise e disse: «Ahimé, sei tu lo stolto! Lascia che ti
illustri brevemente le idee preconcette di quella setta. Sappi che nel Buddismo
esistono insegnamenti mahayana e hinayana, e che vi sono sette basate sugli
insegnamenti provvisori e sette basate sul vero insegnamento. Tanto tempo fa il Budda
insegnò le dottrine hinayana nel
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30. Sutra del Nirvana, vol.6.
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Parco dei Cervi31 spalancando le porte di una città fantasma32. Ma quando sulle stuoie
al Picco dell'Aquila [predicando il Sutra del Loto] sostituì i tre veicoli con l'unico
veicolo, tutte le precedenti dottrine persero la loro efficacia».
L'uomo guardò perplesso il credente laico e disse: «Sia la prova documentaria
che la prova concreta in effetti confermano ciò che hai detto. Ma allora che tipo di
insegnamento buddista si dovrebbe abbracciare per liberarsi dalle sofferenze di nascita
e morte e raggiungere rapidamente la Buddità?».
Il credente laico rispose: «Sebbene io sia soltanto un laico, mi sono dedicato
assiduamente alla pratica del Buddismo e fin dalla giovinezza ho prestato ascolto alle
parole di molti maestri e ho letto numerosi testi sacri. Per noi di quest'epoca, che
abbiamo commesso ogni genere di cattive azioni, non c'è niente che possa essere
paragonato all'insegnamento Nembutsu che permette di rinascere nella Pura Terra.
Pertanto il capo dei monaci Eshin33 afferma: “L'insegnamento e la pratica che
permettono di rinascere nella terra della perfetta beatitudine34 sono gli occhi e i piedi
di coloro che vivono in questa ultima epoca corrotta"35. L'eminente prete Honen
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31. Parco dei Cervi: (sanscrito: Mrigadava) nome di un parco a Varanasi, attuale Sarnath.
32. Il Daishonin usa un'immagine tratta dal capitolo Kejoyu (settimo) del Sutra del Loto, in cui gli
insegnamenti provvisori vengono paragonati ad una città fantasma (o castello transitorio) fatta apparire
magicamente da una guida per permettere al gruppo di viaggiatori esausti di riposare durante il cammino
verso la terra del tesoro (terra del Budda) che è la loro vera destinazione.
33. Eshin (942-1017): chiamato anche Genshin. Praticò il Buddismo nel tempio Eshin-in sul monte
Hiei, fu l'iniziatore della scuola Eshin della setta Tendai. Il suo Ojo yoshu (Regole essenziali per la
rinascita nella Pura Terra), completato nel 985, diede grande impulso al diffondersi del Buddismo della
Pura Terra in Giappone.
34. Terra della perfetta beatitudine: nome della terra del Budda Amida. Chiamata anche
semplicemente Pura Terra o Paradiso Occidentale.
35. Ojo Yoshu.
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raccolse i brani più importanti dei vari sutra e propagò la dottrina della devozione
assoluta alla pratica del Nembutsu. In particolare, i voti originali36 del Budda Amida
superano per valore e importanza quelli di tutti gli altri Budda. Dal primo voto, che i
tre cattivi sentieri non esisteranno nella sua terra37, fino all'ultimo voto, che i
bodhisattva otterranno le tre percezioni38, dobbiamo rallegrarci di tutti i
compassionevoli voti di Amida. Ma il diciottesimo voto39 in particolare è superiore a
tutti gli altri per il nostro bene. Oltre a ciò, nemmeno coloro che hanno commesso le
dieci cattive azioni o i cinque peccati cardinali sono esclusi, e non si fa alcuna
discriminazione tra quelli che hanno recitato un solo Nembutsu e quelli che ne hanno
recitato molti. Per questa ragione, chiunque, a partire dal governante fino alle persone
comuni, preferisce questa setta alle altre. E grazie a ciò sono davvero innumerevoli le
persone che hanno ottenuto di rinascere nella Pura Terra!».
L'uomo disse: «A dire il vero ci si dovrebbe vergognare del piccolo e anelare al
grande, scartare il superficiale e
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36. Voti originali: i quarantotto voti che il Budda Amida avrebbe pronunciato quando era ancora
impegnato nella pratica di bodhisattva come bodhisattva Hozo. Vengono elencati nel Sutra Muryoju.
37. Il primo voto afferma: «Se, dopo che io avrò raggiunto la Buddità, ci sarà nella mia terra un
qualsiasi essere dei mondi di Inferno, Avidità o Animalità, che io non possa ottenere la suprema
Illuminazione». Pertanto si dice che non esistano esseri dei tre cattivi sentieri nella Pura Terra di Amida.
38. Tre tipi di percezione: 1) percepire la verità in quello che si ode; 2) seguire la verità: 3) percepire
il vero aspetto delle cose, che trascende nascita e morte.
39. Diciottesimo voto: il Budda Amida promette la rinascita nella sua Pura Terra a tutti coloro
che riporranno in lui la speranza di salvezza. Viene considerato il voto fondamentale dalla setta della Pura
Terra. Comunque, contrariamente all'interpretazione del credente laico, nel testo originale del Sutra
Muryoju, coloro che hanno commesso i cinque peccati cardinali o calunniato la vera Legge sono esclusi.
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abbracciare il profondo. Questo non è solo un principio del Buddismo, ma anche una
regola del mondo secolare. Pertanto io ora desidero convertirmi a questa setta. Ti
prego di spiegarmene i principi in modo più approfondito. Tu affermi che nemmeno
coloro che hanno commesso i cinque peccati cardinali o le dieci cattive azioni sono
esclusi dai voti compassionevoli del Budda, ma quali sono i cinque peccati cardinali e
le dieci cattive azioni?»
Il sapiente credente laico rispose: «I cinque peccati cardinali sono: uccidere il
proprio padre, uccidere la propria madre, uccidere un arhat, versare il sangue di un
Budda e distruggere l'armonia dell'ordine buddista. Per quanto riguarda le dieci cattive
azioni, vi sono tre azioni commesse dal corpo, quattro dalla bocca, e tre dalla mente.
Le tre cattive azioni del corpo sono assassinio, furto e atti sessuali illeciti; le quattro
della bocca sono menzogna, adulazione, calunnia e doppiezza; le tre della mente sono
avidità, collera e stupidità»,
«Adesso ho compreso», disse l'uomo. «Da oggi in poi mi affiderò al potere del
Budda Amida, affinché mi faccia rinascere nella Pura Terra».
A quel tempo esisteva un praticante della setta esoterica, il quale era
estremamente assiduo nel sostenere le sue dottrine. Anche questi fece visita all'uomo
per confortarlo. Dapprima egli parlò solo di "parole vuote e frasi ornate"40, ma alla fine
passò a discutere delle differenze tra i due tipi di insegnamenti, quelli delle sette
essoteriche e quelli della setta esoterica. Egli domandò all'uomo: «Quali dottrine
buddiste stai praticando e quali trattati e sutra leggi e reciti?».
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40. "Parole vuote e frasi ornate": si tratta di una frase usata dal poeta Po Chu-i per descrivere i
suoi scritti. Buddisti e confuciani hanno usato spesso questa espressione riferita a opere poetiche o in
prosa prive di valore educativo.
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L'uomo rispose: «Ultimamente, seguendo le istruzioni di un credente laico che
conosco, sto leggendo i tre sutra della Pura Terra" e ripongo la massima fiducia in
Amida, il signore del Paradiso Occidentale».
Il praticante disse: «Ci sono due tipi di insegnamenti buddisti: quelli essoterici
e quelli esoterici. Le dottrine più profonde degli insegnamenti essoterici non sono
altro che un'introduzione agli insegnamenti esoterici. Da quello che mi dici, la
dottrina che hai abbracciato è l'insegnamento essoterico propagato da Shakyamuni,
mentre la dottrina a cui io aderisco è il segreto insegnamento del Budda Dainichi, il re
dell'Illuminazione. Se davvero ti spaventa la dimora in fiamme del triplice mondo in
cui viviamo e aneli alla meravigliosa "Terra della luce tranquilla", devi scartare
immediatamente gli insegnamenti essoterici e aderire a quelli esoterici».
Il comune mortale, fortemente impressionato, disse: «Non ho mai sentito
parlare di questa distinzione tra dottrina essoterica ed esoterica. Quali sono gli
insegnamenti essoterici? E quali quelli esoterici?».
Il praticante rispose: «Io sono una persona sciocca e non sono affatto istruito.
Tuttavia citerò uno o due brani per illuminare la tua ignoranza. Le dottrine essoteriche
sono quelle predicate dal corpo di manifestazione del Budda42 in risposta
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41. I tre Sutra della Pura Terra: i Sutra Amida, Muryoju e Kammuryoju.
42. Corpo di manifestazione del Budda: riferimento al Budda Shakyamuni. Uno dei tre corpi del
Budda (gli altri due sono il corpo del Dharma e il corpo di beatitudine). Sta ad indicare la forma fisica con
la quale il Budda appare in questo mondo per salvare l'umanità. Negli insegnamenti mahayana precedenti
il Sutra del Loto, il corpo di manifestazione è considerato una forma provvisoria nella quale si manifesta il
corpo del Dharma del Budda. Sarebbe cioè un aspetto o funzione transitoria manifestata dal Budda per
salvare l'umanità.
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ai quesiti di Shariputra e degli altri discepoli. Le dottrine esoteriche sono quelle che il
Budda Dainichi, il corpo del Dharma del Budda43, predicò spontaneamente per la sua
infinita gioia del Dharma, a Kongosatta44. Questi insegnamenti sono il Sutra Dainichi e
gli altri due sutra esoterici45».
L'uomo disse: «Ciò che dici è ragionevole. Io penso che dovrei correggere le mie
precedenti idee errate e abbracciare questi eccellenti insegnamenti».
C'era un prete mendicante che vagava di provincia in provincia come erba
galleggiante sull'acqua, che si spostava di distretto in distretto come foglie al vento.
Apparve inaspettatamente sulla scena e rimase in piedi appoggiato a una colonna del
cancello, sorridendo senza dire nulla.
L'uomo, stupito, gli chiese che cosa volesse. Dapprima il prete non rispose, ma
dopo che la domanda fu ripetuta disse: «La luna è pallida, il vento impetuoso». Il suo
aspetto era piuttosto inconsueto e le sue parole senza senso, ma quando l'uomo
domandò quale fosse il significato profondo delle sue parole, disse che era
l’insegnamento Zen come viene esposto al presente.
Dopo aver visto l'aspetto del prete e ascoltato le sue parole, l'uomo gli domandò
quale fosse la pratica migliore per entrare nella Via del Budda. Il prete mendicante
rispose: «I sutra sono un dito che indica la luna. I loro intrecci dottrinali non sono che
idee insensate fissate nelle parole. Ma esiste
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43. Corpo del Dharma: Budda quale assoluta verità. Lo Shingon esoterico ritiene che Dainichi sia
il corpo del Dharma, cioè che Dainichi sia la personificazione della verità, e considera Shakyamuni un
corpo di manifestazione del Budda. Sostiene quindi che Shakyamuni è inferiore a Dainichi.
44. Kongosatta: (sanscrito: Vajrasattva) secondo dei primi otto patriarchi della setta Shingon. Si
dice che abbia ricevuto gli insegnamenti esoterici direttamente dal Budda Dainichi.
45. Tre sutra esoterici: i Sutra Dainichi, Kongocho e Soshitsuji.
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una dottrina che permette di trovare la pace nella natura originale della nostra mente:
si chiama Zen».
«Mi piacerebbe sentirne parlare», disse l'uomo.
«Se lo vuoi sinceramente», disse il prete, «mettiti di fronte a un muro, siedi in
meditazione e rischiara la luna della tua mente originale. Tutti conoscono la linea
ininterrotta di trasmissione dei ventotto patriarchi46 Zen in India e dei sei patriarchi47
in Cina. Sarebbe un peccato se tu non riuscissi a capire quello che hanno insegnato e
rimanessi intrappolato nelle reti della dottrina! Poiché la mente è il Budda e il Budda è
la mente, quale Budda potrebbe esistere al di fuori di te stesso?».
A sentire queste parole, il comune mortale rifletté sulle varie dottrine
considerando con calma i loro principi e disse: «Ci sono tantissime differenti dottrine
buddiste ed è molto difficile distinguere quali siano corrette e quali no. È naturale che
il bodhisattva Jotai48 sia andato verso est per ricercare la verità, che Zenzai Doji49
l'abbia cercata a sud, che il bodhisattva Yakuo50 si sia bruciato le braccia come offerta e
che
===
46. Ventotto patriarchi: coloro che hanno ereditato e trasmesso l'insegnamento di Shakyamuni
non esposto a parole ma comunicato direttamente da una mente all'altra. Il primo è Mahakashyapa,
l'ultimo è Bodhidharma, il fondatore dello Zen cinese.
47. Sei patriarchi: i sei patriarchi dello Zen cinese. Sono Bodhidharma, Hui-k'o, Seng-ts'an,
Tao-hsin, Hung-jen e Hui-neng.
48. Jotai: secondo il Sutra Daibon hannya, Jotai era un bodhisattva che perseguendo la perfezione
della saggezza si recò in oriente per ricercare l'insegnamento del bodhisattva Dommukatsu.
49. Zenzai Doji: bodhisattva citato nel Sutra Kegon.. Dopo un incontro con il bodhisattva Monju,
concepì il desiderio dell'Illuminazione e si mise in cerca della Legge visitando uno dopo l'altro cinquantatre
maestri.
50. Yakuo: bodhisattva le cui pratiche austere sono descritte nel capitolo Yakuo (ventitreesimo)
del Sutra del Loto. In una vita precedente egli si era bruciato le braccia in offerta al Budda Nichigatsu
Jomyotoku per ringraziarlo di avergli insegnato il Sutra del Loto.
41
Gyobo Bonji51 si sia strappata la pelle. È davvero difficile trovare un buon maestro!
Alcuni affermano che la verità sta nei sutra, altri dicono che si trova al di fuori dei
sutra. Riflettendo su quale dottrina sia giusta, colui che non ha ancora sondato la
profondità del Buddismo ed osserva la superficie delle acque della Legge, non sa
quanto possano essere profonde. Il discepolo che valuta il maestro, ha la sensazione di
camminare sul ghiaccio sottile. Per questo motivo il Budda ci ha lasciato le auree
parole "Affidati alla Legge e non alla persona", e si dice che coloro che incontrano la
vera Legge sono pochi come i granelli di terra che possono stare sull'unghia di un dito.
Se c'è qualcuno che sa quali insegnamenti buddisti sono veri e quali sono falsi, lo devo
rintracciare per fare di lui il mio maestro e onorarlo».
Si dice che nascere nel mondo degli esseri umani sia difficile come calare un filo
dal cielo [e infilarlo nella cruna di un ago], e che poter vedere il Budda e ascoltarne gli
insegnamenti sia raro come per una tartaruga con un solo occhio trovare un ceppo
galleggiante con una cavità della propria misura. Credendo che il corpo è
insignificante e la Legge suprema, l'uomo scalò le montagne e, spinto dalla sua ansia,
andò da un tempio all'altro dove le gambe lo portavano finché arrivò a una caverna tra
le rocce: sullo sfondo c'erano verdi montagne scoscese, il vento tra i pini suonava la
melodia di "eternità, felicità, vero io e purezza" e davanti le onde
===
51. Gyobo Bonji: il nome di Shakyamuni quando praticava le austerità dei bodhisattva in una
precedente esistenza. Secondo il Daichido ron, quando Gyobo stava ricercando la Legge, un demone sotto
le spoglie di un brahmano promise di insegnargli un verso buddista se egli fosse stato disposto a
trascriverlo usando la sua pelle come carta, un osso come penna e il proprio sangue come inchiostro.
Gyobo acconsentì e si preparò a scrivere il verso. In quel momento il demone scomparve e, in risposta allo
spirito di ricerca di Gyobo, apparve un Budda che gli rivelò un profondo insegnamento buddista.
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di un torrente di smeraldo si frangevano sulla riva echeggiando la perfezione di queste
quattro virtù. I fiori che ricoprivano la profonda valle mostravano i colori della "realtà
della Via di mezzo", e i fiori di susino sbocciati nel vasto prato spandevano il profumo
dei "tremila mondi". Era uno spettacolo indescrivibile a parole, al di là del potere
d'immaginazione della mente: avrebbe potuto essere il luogo dove vissero i quattro
canuti eremiti52 del monte Shang, o il luogo dove qualche antico Budda aveva
passeggiato dopo la meditazione. Nuvole di buon auspicio si alzavano all'alba, e la sera
appariva una misteriosa luce. Ah, la mente non può afferrare ciò, e nemmeno le parole
possono esprimerlo!
L'uomo si aggirò avanti e indietro, domandandosi che cosa aveva davanti, ora
fermandosi a pensare, ora riprendendo i suoi passi. Improvvisamente s'imbatté in un
saggio. Osservando che cosa stesse facendo, la sua voce che recitava il Sutra del Loto lo
toccò nel profondo. Sbirciando attraverso la finestra del tranquillo rifugio del saggio,
vide che sedeva con i gomiti appoggiati sul tavolo, riflettendo sul profondo significato
del sutra.
Il saggio, intuendo che l'uomo ricercava la Legge, chiese con voce gentile:
«Perché sei venuto fino a questa caverna tra le montagne?».
L'altro rispose: «Perché attribuisco poca importanza alla vita e molta alla
Legge».
«Quali pratiche segui?» chiese il saggio.
L'uomo rispose: «Ho vissuto tutta la vita tra la polvere del mondo secolare e
non ho ancora imparato a liberarmi dalle sofferenze di nascita e morte. Mi è capitato
di incontrare vari bravi maestri, dai quali ho imparato prima le regole della
===
52. Quattro canuti eremiti: il Maestro Tung-yuan, l'Erudito Lu-li, Ch'i Li-chi e il Maestro
Hsia-huang. Essi si rifugiarono sul monte Shang nel periodo turbolento che segnò la fine della dinastia
Ch'in in Cina.
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disciplina e quindi gli insegnamenti Nembutsu, Shingon e Zen. Ma sebbene io abbia
ascoltato i loro insegnamenti, non sono in grado di distinguere il vero dal falso».
Il saggio disse: «Ascoltando le tue parole, capisco che le cose stanno proprio
come tu dici. Considerare poco la vita e dare grande importanza alla Legge è un
insegnamento dei saggi del passato e io lo conosco bene.
«Dal regno al di sopra delle nubi, dove non esiste né pensiero né non
pensiero53, fino al profondo dell'inferno, c'è qualche essere che abbia ricevuto la vita e
riesca a sfuggire alla morte? Così, perfino negli insegnamenti degli scritti secolari non
illuminati si trova scritto: "Sebbene tu sia partito all'alba della vita, orgoglioso delle tue
guance rosee, alla sera non sarai niente più che un mucchio di bianche ossa che
marciscono nella brughiera"54. Per quanto tu possa frequentare la compagnia dei
nobili di corte, coi capelli acconciati elegantemente come nuvole e le maniche della
camicia svolazzanti come turbini di neve, tutti questi piaceri, quando ti fermi a
considerarli, non sono nient'altro che un sogno dentro un sogno. Alla fine dovrai
venire a giacere sotto il tappeto d'erba ai piedi della collina, e i tuoi baldacchini
ingioiellati e le tende di broccato a cosa ti serviranno sulla strada per l'aldilà? Ono no
Komachi55 e Soto'ori Hime56 erano belle come fiori, ma anche la loro bellezza fu
spazzata via dai venti
===
53. Riferimento all'ultimo dei quattro regni del mondo senza forma. Il mondo senza forma fa parte
del triplice mondo, insieme al mondo dei desideri e al mondo della forma.
54. Poesia di Fujiwara no Yoshitaka, che compare nel Wakan roei shu (Raccolta di poesie cinesi e
giapponesi) compilato attorno al 1013.
55. Ono no Komachi: poetessa della metà del nono secolo sulla quale sono fiorite molte
romantiche leggende.
56. Soto'ori Hime: leggendaria donna che compare nel Nihon shoki (Cronache del Giappone) e nel
Kojiki (Cronache degli antichi avvenimenti).
44
dell'impermanenza. Fan K'uai e Chang Liang57, malgrado la loro abilità nelle arti
militari, alla fine soffrirono sotto i bastoni dei guardiani dell'inferno. E per questo che
uomini sensibili del passato scrissero poesie come queste:
Com'è triste il fumo serale
sul monte Toribe!58
Coloro che salutano il morto,
per quanto tempo resteranno?
Rugiada sulle punte dei rami,
gocce sul tronco,
tutto prima o poi
deve sparire da questo mondo59.
«La regola secondo cui prima o poi tutti moriremo, ormai non dovrebbe più
meravigliarti. Ciò che devi desiderare più di ogni altra cosa è la Via del Budda, e ciò
che devi ricercare più di ogni altra cosa sono gli insegnamenti dei sutra. Ora, le
dottrine buddiste di cui hai parlato, sia hinayana che mahayana, lasciando da parte la
questione di quale è superiore e quale è inferiore, anziché portare alla salvezza, creano
il karma dei cattivi sentieri dell'esistenza».
A questa affermazione l'uomo esclamò sorpreso: «Ma i sacri insegnamenti
esposti dal Budda nella sua vita erano intesi a beneficare tutti gli esseri viventi. A
cominciare dalla
===
57. Fan K'huai (morto nel 189 a.C.) e Chang Liang (morto nel 168 a C.): condottieri e strateghi che
aiutarono l'Imperatore Kao-tsu a unificare la Cina e a fondare la dinastia Han. Famosi per il loro coraggio
e la loro lealtà.
58. Toribe: montagna nei pressi di Kyoto, usata come luogo di cremazione. La fonte originale di
questa poesia è ignota.
59. Poesia del monaco Henjo (816-890), che compare nel Wakan roei shu.
45
predicazione [del Sutra Kegon] nei sette luoghi e otto assemblee fino alla cerimonia
della predicazione [del Sutra del Nirvana] sulle rive del fiume Hiranyavati, tutte le
dottrine furono insegnate dal Budda Shakyamuni. Anche ammesso che esistano
piccole differenze di valore tra l’una e l'altra, come potrebbe qualcuna di queste
dottrine essere causa della rinascita nei cattivi sentieri?».
Il saggio replicò: «I sacri insegnamenti predicati dal Budda nel corso della sua
vita, si distinguono in provvisori e veri, hinayana e mahayana. Inoltre possono essere
classificati in due sentieri: essoterico ed esoterico. Quindi non sono tutti dello stesso
tipo. Ti spiegherò il problema nelle linee generali per liberarti dalla tua confusione».
«Quando Shakyamuni, il Signore del triplice mondo, aveva diciannove anni,
lasciò la città di Gaya60 e si ritirò sul monte Dandaka61 dove si esercitò in difficili e
penose pratiche austere. Raggiunse l'Illuminazione all'età di trent'anni e in quel
momento eliminò le tre categorie di illusioni ponendo fine alla lunga notte
dell'ignoranza. Può sembrare che a questo punto avrebbe dovuto predicare l'unico
veicolo del Sutra del Loto per realizzare il suo voto originale. Ma poiché le persone
presentavano un'infinita varietà di cause karmiche e mancavano della capacità di
comprendere il veicolo del Budda, dedicò i seguenti quarant’anni e più a sviluppare la
loro capacità. Poi negli ultimi otto anni di vita, realizzò lo
===
60. Gaya: città dell'antico regno di Magadha, un centinaio di chilometri a sud-ovest dell'attuale
Patna. Buddagaya, il luogo in cui Shakyamuni raggiunse l'Illuminazione, sorge vicino a Gaya. In altri
scritti il Daishonin, seguendo la tradizione, parla del diciannovenne Shakyamuni che lascia il palazzo di
suo padre a Kapilavatsu. Non si sa perché in questa occasione egli dica che il giovane principe "lasciò la
città di Gaya". Si ritiene che Shakyamuni, una volta lasciata Kapilavatsu, si sia diretto subito verso sud a
Magadha.
61. Il monte Dandaka: montagna che si diceva sorgesse a Gandhara, nell'India settentrionale.
46
scopo del suo avvento nel mondo predicando il Sutra del Loto.
«Perciò, quando il Budda a settantadue anni predicò il Sutra Muryogi, l'introduzione al
Sutra del Loto, affermò: "In passato io sedetti eretto in meditazione sotto l'albero di
Bodhi per sei anni e ottenni la suprema Illuminazione. Osservando tutti i fenomeni
con l'occhio del Budda, capii che non potevo spiegare [la mia Illuminazione]. Come
mai? Perché sapevo che le persone differiscono nella loro natura e nei loro desideri. E
poiché differiscono nella natura e nei desideri, esposi la Legge in vari modi. Esposi la
Legge in vari modi usando il mio potere degli espedienti. Ma in questi quaranta e più
anni non ho ancora rivelato la verità".
«Il significato di questo brano è che, quando il Budda aveva trent'anni e sedette
nel luogo dell'Illuminazione sotto l'albero di Bodhi, percepì l'intima natura di tutti gli
esseri con l'occhio del Budda e comprese che non era il momento giusto per predicare
il Sutra del Loto, la via diretta che conduce tutti gli esseri alla Buddità. Perciò, come
una persona che agita la mano davanti a un neonato per rallegrarlo, fece ricorso a vari
espedienti e indicò il periodo di quaranta e più anni in cui non aveva ancora rivelato la
verità, così chiaramente come il sorgere del sole nel cielo limpido o della luna piena in
una notte buia.
«Dopo aver letto questo brano, come possiamo aggrapparci con la stessa fede
agli insegnamenti provvisori dei sutra precedenti il Sutra del Loto, definiti vuoti dal
Budda, con il risultato di continuare a ritornare alla solita vecchia residenza nel
triplice mondo?
«Perciò, nel capitolo Hoben del primo volume del Sutra del Loto, il Budda dice:
"Scartando onestamente gli insegnamenti provvisori, esporrò solo la suprema Legge".
Questa frase significa che si devono scartare onestamente gli insegnamenti esposti dal
Budda nei vari sutra predicati durante i
47
precedenti quarantadue anni, ossia le dottrine Nembutsu, Shingon, Zen e Ritsu delle
quali tu hai parlato.
Il significato di questo brano è estremamente chiaro. Inoltre, nel capitolo Hiyu
del secondo volume, troviamo questo avvertimento: "Desidera solamente ricevere e
conservare le scritture del Grande veicolo, ... non accettare neanche un singolo verso
di qualunque altro sutra". Questo brano afferma che non si deve accettare nemmeno
un singolo verso di qualsiasi sutra che non sia il Sutra del Loto, indipendentemente dal
periodo il cui il Budda lo predicò.
«Le svariate dottrine delle otto sette62 sono numerose come le varietà di orchidee e di
crisantemi; i preti e i credenti laici differiscono nell'aspetto, ma sono tutti d'accordo
quando affermano di tenere in gran conto il Sutra del Loto. Ma come interpretano i
brani del Sutra del Loto che parlano di "scartare onestamente" gli insegnamenti
precedenti e proibiscono di accettare anche solo un verso di qualunque altro sutra? Le
dottrine Nembutsu, Shingon, Zen e Ritsu non sono forse basate sugli "altri sutra"?
«Ora questo sutra del Loto (Myoho-renge-kyo) di cui ho parlato è la vera ragione per
la quale tutti i Budda compaiono nel mondo ed è la via diretta alla Buddità per tutti gli
esseri. Il Budda Shakyamuni lo affidò ai suoi discepoli, il Budda Taho attestò la sua
veridicità e tutti gli altri Budda allungarono la lingua fino al Cielo di Brahma,
proclamando: "Tutto quello che tu [Budda Shakyamuni] hai esposto è la verità"63. Ogni
singolo carattere di questo sutra rappresenta la
===
62. Otto sette: le sette Kusha, Jojitsu, Ritsu, Hosso, Sanron e Kegon che prosperarono nel periodo
Nara (710-794) e le sette Tendai e Shingon introdotte nel periodo Heian (794-1185).
63. Queste parole furono in realtà pronunciate dal Budda Taho nel capitolo Hoto (undicesimo).
Tuttavia, dal momento che anche l'atto dei budda di estendere la lingua descritto nel capitolo Jinriki
(ventunesimo), significava confermare la verità del sutra, il Daishonin attribuisce quest'affermazione a
tutti i Budda.
48
vera intenzione dei Budda, e ogni suo punto è un aiuto per coloro che ripetono il ciclo
di nascita e morte. In esso non esiste nemmeno una parola che non sia vera.
«Colui che non segue gli ammonimenti di questo sutra, non sta mozzando la
lingua dei Budda e ingannando i santi e i saggi? Questa è una colpa davvero
spaventosa! Nel secondo volume si legge: "Colui che non crede in questo sutra e lo
calunnia, distrugge immediatamente i semi per diventare un Budda in questo
mondo"64. Il significato di questo brano è che la persona che contravviene anche ad un
solo verso o frase di questo sutra, è colpevole di un crimine pari a quello di uccidere
tutti i Budda delle dieci direzioni nelle tre esistenze di passato, presente e futuro.
«Se esaminiamo il nostro attuale mondo allo specchio dei sutra, vediamo che è
veramente difficile trovare qualcuno che non tradisca il Sutra del Loto. E riflettendo su
questo argomento, vediamo che, se la persona che non crede non può evitare di cadere
nell'inferno d'incessante sofferenza, a maggior ragione non potrà evitarlo una persona
come l'eminente prete Honen, fondatore della setta Nembutsu, che esortava a scartare
il Sutra del Loto in favore del Nembutsu! Dove, nei cinquemila o settemila volumi dei
sutra, si trova un brano che ci induca a scartare il Sutra del Loto?
«Il prete Shan-tao65, che era riverito come un perfetto praticante della meditazione
Nembutsu e come l'incarnazione vivente del Budda Amida, indicò cinque tipi di
pratiche
===
64. Sutra del Loto, cap. 3
65. Shan-tao (613-681): terzo patriarca della scuola cinese della Pura Terra. Studiò il Sutra
Kammuryoju sotto Tao-ch'o e diffuse la pratica di recitare il nome del Budda Amida. In Giappone, Honen
studiò il Kammuryojukyo-sho (Commento al Sutra Kammuryoju) di Shan-tao e fondò la setta giapponese
della Pura Terra.
49
scorrette66 e disse che il Sutra del Loto non poteva salvare "uno su mille"; cioè che se
mille persone credono in questo sutra, nemmeno una otterrà la Buddità. Eppure nel
Sutra del Loto leggiamo: "Fra coloro che ascoltano questa Legge, non vi è alcuno che
non otterrà la Buddità"67. Ciò indica che tutti gli esseri dei dieci mondi insieme ai loro
ambienti, se ascoltano questo sutra, raggiungeranno la Via del Budda. E infatti predice
che Devadatta, sebbene abbia commesso i cinque peccati cardinali, diventerà nel
futuro il Tathagata Re Celeste, e racconta come la figlia del Re dei Naga, benché fosse
una donna soggetta ai cinque ostacoli6" e incapace di raggiungere la Buddità,
raggiunse l'Illuminazione nel regno meridionale. Pertanto, perfino lo scarabeo
stercorario può risalire lungo i sei stadi della pratica e non può essere escluso dal
conseguimento della Buddità.
«Le parole di Shan-tao e le frasi del Sutra del Loto sono distanti fra loro come la
terra e il cielo, differenti come il fango e le nuvole. Quali dovremmo seguire? A rigor di
logica, Shan- tao è il nemico mortale di tutti i Budda e di tutti i sutra, è l'avversario dei
preti saggi e dei semplici credenti laici. Se le parole del Sutra del Loto sono vere, come
può sfuggire all'inferno della sofferenza incessante?-.
===
66. Cinque pratiche scorrette: esposte nell'Ojo raisan (Lode della Rinascita nella Pura Terra) di
Shan-tao, sono: 1) leggere e recitare un sutra diverso dalle scritture della Pura Terra, 2) meditare su ogni
altro Budda che non sia Amida, 3) venerare ogni Budda che non sia Amida, 4) invocare il nome di ogni
altro Budda che non sia Amida, 5) lodare e fare offerte a un altro Budda che non sia Amida. Le "cinque
pratiche corrette" sono quelle dirette al Budda Amida.
67. Sutra del Loto, cap.2.
68. Cinque ostacoli: cinque limitazioni a cui sono soggette le donne. Secondo alcuni insegnamenti
buddisti provvisori, una donna non può diventare un Bonten, un Taishaku, un re dei demoni, un re che gira
la ruota o un Budda.
50
A queste parole l'uomo arrossì di rabbia e disse: «Tu sei una persona di umile
condizione, come osi pronunciare tali orrende accuse! Mi è difficile capire se sei
illuminato o illuso, se hai ragione o no. Dobbiamo ricordare che il prete Shan- tao
viene considerato una manifestazione di Amida, il "Ben andato"69, o del suo attendente
il bodhisattva Seishi. Anche dell'eminente prete Honen, si dice la stessa cosa, oppure
che fosse una reincarnazione di Shan-tao. Entrambi erano straordinari personaggi
dell'antichità; inoltre avevano acquisito grandissimi meriti grazie alle loro pratiche
religiose e possedevano la più profonda comprensione. Come avrebbero mai potuto
cadere nei cattivi sentieri?».
Il saggio replicò: «Ciò che dici è corretto; anch'io avevo un grande rispetto per
questi uomini e come te credevo in loro. Però non si può giudicare una dottrina
buddista dalla posizione, eminente o umile, della persona: bisogna considerare per
prima cosa le parole del sutra. Non sottovalutare un insegnamento solo perché la
persona che lo sostiene è umile. La volpe del regno di Bima, che recitò il verso di
dodici sillabe che dice: "C'è chi ama la vita e odia la morte; c'è chi ama la morte e odia
la vita", fu proclamata maestro dal dio Taishaku70, e il demone che recitò il verso di
sedici sillabe che comincia così: "Tutto è mutevole, niente è costante", fu trattato con
grande onore da Sessen Doji. Ciò avvenne non perché la volpe o il demone fossero
rispettabili, ma semplicemente perché erano rispettabili le dottrine che insegnavano.
===
69. Il Ben andato: o colui che conseguì il suo scopo. Uno dei dieci titoli onorifici del Budda, che sta
ad indicare colui che è entrato nel mondo dell' Illuminazione.
70. Questa storia compare nel Sutra Mizou innen». Molti kalpa fa una volpe cadde in un pozzo
mentre fuggiva inseguita da un leone. Sapendo che sarebbe morta di fame, la volpe si risvegliò
all'impermanenza di tutte le cose e l'espresse recitando un verso. Fu udita da Taishaku che discese dal cielo
e l'onorò come suo maestro.
51
«Pertanto nel sesto volume del Sutra del Nirvana, l'insegnamento finale esposto
nel boschetto degli alberi di sal, il nostro compassionevole genitore, il Signore della
dottrina Shakyamuni, affermò: "Dipendi dalla Legge e non dalla persona". Perfino i
grandi bodhisattva come Fugen e Monju, uomini che ritornarono nel mondo allo
stadio di togaku71, non devono essere seguiti quando espongono gli insegnamenti
buddisti se non lo fanno col testo dei sutra in mano.
«Il Gran Maestro T'ien-t'ai afferma: "Ciò che si accorda con i sutra deve essere
accettato e seguito, non si deve prestare fede alle parole e ai principi che non si
trovano nei testi dei sutra"72. Questo commento spiega che si deve accettare ciò che è
scritto chiaramente nel testo dei sutra e scartare tutto ciò che non è confermato dal
testo. Il Gran Maestro Dengyo dice: "Basatevi su ciò che ha predicato il Budda, non
prestate fede a ciò che è trasmesso oralmente"75, esprimendo lo stesso concetto del
commentario di T'ien-t'ai. Anche le parole del bodhisattva Nagarjuna: "Affidati ai
trattati che sono fedeli al sutra, non affidarti a quelli che distorcono il sutra"74
significano che, anche fra i sutra, si devono scartare gli insegnamenti provvisori esposti
prima del Sutra del Loto e riporre la propria fede in questo sutra, il Sutra del Loto.
Quindi, sia i sutra che i trattati affermano esplicitamente che si dovrebbero scartare
tutte le scritture eccetto il Sutra del Loto.
«In nessuno dei cinquemila o settemila volumi dei sutra
===
71. ogaku. il cinquantunesimo stadio della pratica dei bodhisattva, l'ultimo prima di raggiungere la
Buddità. "Ritornare" a questo stadio significa che grandi Bodhisattva quali Fugen e Monju ricomparvero
nel mondo allo stadio di bodhisattva per guidare le persone sebbene avessero già raggiunto la Buddità.
72. Hokke Gengi, vol. 10.
73. Hokke Shuku.
74. Jujubibasha ron: la citazione differisce leggermente dall'originale.
52
elencati nel catalogo dell'era K'ai-yuan75 si trova un solo brano che esprima
disapprovazione del Sutra del Loto e consigli di abbandonarlo e ripudiarlo, né alcun
brano che lo classifichi fra le pratiche scorrette che bisogna scartare. Perciò sarà
meglio che tu trovi qualche brano attendibile dei sutra [che confermi il tuo punto di
vista], cosicché tu possa salvare Shan-tao e Honen dai tormenti dell'inferno di
incessante sofferenza.
«Oggigiorno i praticanti Nembutsu, sia preti che uomini e donne laici, non solo
violano le parole dei sutra, ma vanno anche contro le istruzioni dei loro stessi maestri.
Shan-tao scrisse un commentario nel quale spiegò le cinque pratiche scorrette che
devono essere abbandonate dai praticanti Nembutsu. A proposito di queste pratiche
scorrette, il Senchaku shu76 afferma: "Per quanto riguarda la prima pratica scorretta,
cioè la lettura e la recitazione dei sutra, egli [Shan- tao] dichiara che è una pratica
scorretta abbracciare, leggere e recitare tutti i sutra, sia mahayana che hinayana,
essoterici o esoterici, con l'eccezione della recitazione del Sutra Kammuryoju e degli
altri Sutra della Pura Terra ... Per quanto riguarda la terza, cioè l'adorazione, egli
afferma che è una pratica scorretta adorare od onorare qualsiasi Budda, bodhisattva o
divinità dei mondi celeste e umano, con la sola eccezione dell'adorazione del Budda
Amida. Per quanto riguarda la quarta, cioè l'invocazione del nome, egli dichiara
===
75. Catalogo dell'era K'ai-yuan: (giap: Kaigen shakkyo-roku). Un completo catalogo di testi
buddisti cinesi compilato da Chih-sheng e terminato nel 730, diciottesimo anno dell'era K'ai-yuan (713-741)
durante il regno dell'imperatore Hsua-tsung della dinastia T'ang.
76. Senchaku shu: un'opera di Honen in cui, citando brani tratti principalmente dai tre Sutra della
Pura Terra e dal Kammuryojukyo sho di Shan-tao, si sostiene che la pratica del Nembutsu è la più adatta
all'Ultimo Giorno della Legge ed è l'unica da adottare.
53
che è una pratica scorretta l'invocazione di qualsiasi Budda, bodhisattva o divinità dei
mondi celeste o umano, con la sola eccezione dell'invocazione del nome del Budda
Amida. Per quanto riguarda la quinta, cioè lodare e fare offerte, afferma che è una
pratica scorretta lodare e fare offerte a qualsiasi Budda, bodhisattva o divinità dei
mondi celeste e umano, con la sola eccezione della lode e delle offerte al Budda
Amida".
«Questo brano del commentario riguardante la prima pratica scorretta, precisa quali
siano i sutra che i preti e i laici, uomini e donne, seguaci del Nembutsu, devono
leggere e quali non devono leggere. Fra i sutra che non devono essere letti ci sono i
Sutra del Loto, Ninno, Yakushi, Daijuku, Hannya shin, Tennyo jobutsu e Hokuto
jumyo, e tra gli otto volumi del Sutra del Loto, in particolare il Sutra Kannon [in effetti
il capitolo Kanzeon Bosatsu Fumon], che viene letto da tante persone. Se una persona
legge anche una sola frase o un singolo verso di questi sutra, anche se è un devoto
praticante Nembutsu, verrebbe incluso tra coloro che seguono pratiche scorrette e non
potrà rinascere nella Pura Terra. Eppure, quando osservo il mondo con i miei occhi,
noto che tra coloro che recitano il Nembutsu molti leggono questi vari sutra,
disobbedendo ai loro maestri e commettendo di conseguenza uno dei sette peccati
cardinali77
«Inoltre, nel brano riguardante la terza pratica scorretta, cioè l'adorazione,
viene detto
che adorare e onorare qualsiasi Budda, bodhisattva o divinità celesti e dèi benevolenti,
con l'eccezione dell'adorazione del Budda Amida e dei due onorevoli bodhisattva78,
deve essere considerata una pratica
===
77. Sette peccati cardinali: secondo il Maka shikan bugyoden guketsu di Miao-lo, si tratta dei
cinque peccati cardinali più l'uccisione di un prete o di un maestro. I maestri in questo caso sono Shan-tao
e Honen.
78. Due onorevoli bodhisattva: Kannon e Seishi.
54
scorretta, proibita ai praticanti Nembutsu. Ma il Giappone è la terra degli dèi. Fu
creato dalle auguste divinità Izanagi e Izanami79, la dea del Sole Amaterasu Omikami
si degna di risiedere qui, e il fiume Mimosuso80 dai tempi antichi fino ad oggi ha
continuato a scorrere (attraverso le terre dove si trova il suo tempio). Come potrebbe
chiunque sia nato in questo paese seguire una simile dottrina errata? Inoltre poiché
siamo nati sotto il cielo e traiamo beneficio dai tre corpi luminosi, il sole, la luna e le
stelle, sarebbe una cosa terrificante se dovessimo mancare di rispetto verso gli dèi di
questi corpi celesti.
«E ancora, nel brano riguardante la quarta pratica scorretta, quella
dell'invocazione del nome, si afferma che ci sono nomi di Budda e bodhisattva che il
credente Nembutsu deve invocare, e nomi di Budda e bodhisattva che non deve
invocare. I nomi che deve invocare sono quelli del Budda Amida e dei suoi due
onorevoli attendenti. I nomi che non deve invocare sono quelli di Shakyamuni,
Yakushi, Dainichi e degli altri Budda; quelli di Jizo81, Fugen e Monju, degli dèi del Sole,
della Luna e delle Stelle, delle divinità dei templi di Izu e Hakone, di Mishima, di
Kumano e di Haguro, della dea del Sole Amaterasu Omikami e del grande bodhisattva
Hachiman. Se qualcuno invoca uno qualsiasi di questi nomi anche una sola volta,
anche se recitasse il Nembutsu per centomila
===
79. Izanagi e Izanami: le due divinità, rispettivamente maschile e femminile, considerate dalla
mitologia giapponese come i creatori del Giappone e progenitori delle sue divinità.
80. Il fiume Mimosuso: un fiume che scorre all'interno del tempio di Ise, dedicato ad Amaterasu
Omikami. Il fatto che il fiume Mimosuso continuasse a scorrere indica che la linea imperiale, originata
dalla dea del Sole, non si è mai interrotta.
81. Jizo: bodhisattva a cui sarebbe stato affidato il compito di salvare l’umanità nel periodo
compreso fra la morte di Shakyamuni e l'avvento del bodhisattva Miroku, il futuro Budda, 5670 milioni di
anni dopo. Dal periodo Kamakura (1185-1333) in poi, Jizo fu oggetto di culto popolare.
55
o un milione di volte, cadrà nell'inferno della sofferenza incessante e non potrà
rinascere nella Pura Terra perché ha commesso l'errore di invocare il nome di uno di
quei Budda, bodhisattva, dèi del Sole, della Luna e altre divinità. Ma quando mi
guardo attorno in questo mondo, trovo credenti Nembutsu che invocano i nomi di
questi vari Budda, bodhisattva, divinità celesti e dèi benevolenti. Così, anche in questo
caso, essi vanno contro le istruzioni dei loro maestri.
«Nel brano che parla della quinta pratica scorretta, quella di lodare e fare
offerte, viene ingiunto al credente Nembutsu di fare offerte al Budda Amida e ai suoi
due attendenti bodhisattva. Ma se offrisse anche solo un po' d'incenso o pochi fiori ai
Budda, bodhisattva, divinità celesti e dèi benevolenti, allora, malgrado i grandi meriti
acquisiti con la pratica Nembutsu, a causa della colpa commessa, sarebbe classificato
tra coloro che svolgono pratiche scorrette. Eppure, quando mi guardo attorno in
questo mondo, vedo i credenti Nembutsu visitare vari templi e offrire rotoli di carta e
tessuto, o entrare in varie sale buddiste ed inchinarsi riverentemente. Anche qui vanno
contro le indicazioni dei loro maestri. Se hai dei dubbi su ciò che dico, allora leggi il
testo del Senchaku shu. È molto chiaro su questi punti.
«Inoltre il Sutra Kannen homon del prete Shan-tao afferma: "Per quanto riguarda gli
alcolici, la carne e i cinque cibi dal forte sapore82, si deve fare voto di non toccarli e
non assaggiarli mai. Si deve giurare: 'Se dovessi trasgredire queste regole, possano
aprirsi piaghe maleodoranti sul mio corpo e sulla mia bocca' ". Il significato di questo
brano è che i credenti del Nembutsu, i seguaci laici uomini e donne, le monache e i
preti, non devono bere vino e non devono mangiare
===
82. Cinque cibi dal forte sapore: i cinque tipi di radici pungenti, cipolla, aglio, zenzero, porro e
scalogno. Si diceva che causassero irritabilità, collera o desiderio sessuale ed erano perciò proibiti nel
Buddismo.
56
pesce o pollame. Oltre a ciò non possono mangiare alcuno dei cinque cibi dal forte
sapore, cibi piccanti o dal forte odore come aglio e cipolle. Se un credente Nembutsu
non rispetta questa regola, nella vita presente il suo corpo si coprirà di piaghe fetide e
nella prossima cadrà nell'inferno della sofferenza incessante. Ma in realtà, ci sono
molti laici, uomini, donne, monache e preti che non prestano attenzione a questo
divieto, ma bevono vino e mangiano pesce e pollame a piacimento. In realtà non
stanno ingoiando coltelli con i quali ferirsi?».
Al che l'uomo disse: «A dire il vero, ascoltando la tua esposizione della dottrina
capisco che, anche se l'insegnamento Nembutsu potesse far rinascere nella Pura Terra,
i suoi precetti e le sue pratiche sono molto difficili da osservare. Ma naturalmente,
visto che i sutra e i trattati sui quali si basa appartengono tutti agli insegnamenti
provvisori, è perfettamente chiaro che non potrà mai portare a rinascere nella Pura
Terra. Ma non c'è alcun motivo di refutare gli insegnamenti Shingon. Il Sutra Dainichi
è l'insegnamento segreto del Budda Dainichi, il re dell'Illuminazione. È stato
tramandato in un'ininterrotta linea di trasmissione dal Budda Dainichi a Shan-wu-wei
e Pu-k'ung. E in Giappone il Gran Maestro Kobo ha diffuso la pratica dei mandala del
Mondo di diamante e del Mondo della matrice83. Questi sono gli insegnamenti segreti
dei trentasette venerabili84. Perciò le dottrine più profonde degli insegnamenti
essoterici sono tutt'al più un'introduzione agli insegnamenti esoterici. Per questo il
Gran
===
83. Mandala del Mondo di diamante e mandala del Mondo della matrice: due mandala esoterici
che rappresentano la saggezza del Budda Dainichi, o la verità fondamentale dell'universo.
84. I trentasette venerabili: i Budda e bodhisattva che costituiscono la sezione centrale del
mandala del Mondo di diamante, formato da nove parti.
57
Maestro Chisho, della seconda sala Toin85, affermò nel suo commentario: "Il Sutra del
Loto non è all'altezza [del Sutra Dainichi], ancor meno le altre dottrine"86. Ora qual è il
tuo punto di vista su questa faccenda?».
Il saggio rispose: «All'inizio anch'io ho riposto la mia fiducia nel Budda Dainichi
e ho desiderato seguire gli insegnamenti della setta Shingon. Ma quando ho
approfondito gli insegnamenti fondamentali della setta, ho scoperto che le sue
concezioni sono in realtà un'offesa alla Legge!
«Il Gran Maestro [Kobo] del monte Koya, di cui hai parlato, era un maestro
vissuto al tempo dell'imperatore Saga. Avendo ricevuto dall'imperatore il mandato di
chiarire e spiegare la profondità dei diversi insegnamenti buddisti87, scrisse un'opera in
dieci volumi intitolata Jujushin ron. Dato che è un'opera molto vasta e
particolareggiata, ne fece un compendio in tre volumi, che porta il titolo di Hizo
hoyaku. Questo lavoro descrive dieci stadi di sviluppo della mente, dal primo stadio, la
"mente volgare dell'uomo comune"88 fino all'ultimo stadio, la "sublime mente
segreta"89. Egli assegna il Sutra del Loto all'ottavo stadio, il Sutra Kegon al nono stadio
e gli
===
85. La seconda sala Toin: costruzione che Chisho, quinto patriarca del tempio Enryaku-ji sul
monte Hiei, tempio principale della setta Tendai, fece erigere nel recinto del tempio Mii-dera nella
prefettura di Shiga. La sala Toin, eretta in precedenza per ordine di Jikaku, terzo patriarca dell'Enryaku-ji,
è chiamata la prima sala Toin.
86. Daibirushanakyo shiki: (Guida agli insegnamenti del Sutra Daibirushana). Il Sutra
Daibirushana è un altro nome del Sutra Dainichi.
87. Kobo scrisse il Jujushin ron (Trattato sui dieci stadi della mente), verso l'anno 830, per
incarico dell'imperatore Junna.
88. Si riferisce allo stadio della mente prima del risveglio della coscienza morale o religiosa, in cui
l'uomo, come gli animali, è preda delle passioni e degli istinti.
89. Si riferisce allo stadio supremo in cui l'uomo scopre le immense virtù insite nella propria vita
grazie alla dottrina segreta del Budda Dainichi.
58
insegnamenti Shingon (del Sutra Dainichi) al decimo stadio. Così giudica il Sutra del
Loto inferiore perfino al Sutra Kegon, e lo pone al terzo posto dopo il Sutra Dainichi.
In questo lavoro scrive: "Benché ognuno pretenda che il proprio veicolo sia il veicolo
della Buddità, quando vengono esaminati in uno stadio successivo, tutti appaiono
teorie infantili"90. Egli inoltre definisce il Sutra del Loto come un insieme di "parole
vuote e frasi ornate" e disprezza Shakyamuni dicendo che è un Budda ancora nel regno
dell'oscurità.
«Come conseguenza il discepolo di Kobo in un'epoca successiva, Shokaku-bo91,
fondatore del tempio Dembo-in, scrisse che il Sutra del Loto non è degno nemmeno di
portare i sandali del Sutra Dainichi e che il Budda Shakyamuni non è degno nemmeno
di fare il mandriano del Budda Dainichi92.
«Calma la tua mente e ascolta quello che ti dico! In tutti i cinquemila o
settemila volumi dei sutra predicati dal Budda in tutta la sua esistenza, o nei tremila o
più volumi delle scritture confuciane e taoiste, c'è qualche brano che definisca il Sutra
del Loto come una dottrina di "teorie infantili", o che lo classifichi due gradini più in
basso del Sutra Dainichi, inferiore anche al Sutra Kegon, o che dica che il Budda
Shakyamuni sia ancora nel regno dell'oscurità e che non sia degno nemmeno di fare il
mandriano del Budda Dainichi? E anche se esistesse davvero un simile brano,
bisognerebbe esaminarlo con grande attenzione!
===
90. Hizo hoyaku: (La chiave preziosa del magazzino dei misteri). "Uno stadio successivo" indica il
decimo e ultimo dei dieci stadi della mente, quello in cui si comprende l'insegnamento esoterico.
91. Shokaku-bo (1095-1143): noto anche come Kakuban. La sua opera portò all'istituzione della
scuola Shingi (Nuova dottrina) del Buddismo Shingon. Il Dembo-in era il tempio principale della scuola
Shingi.
92. Shariko shiki.
59
«Quando i sutra e gli insegnamenti buddisti vennero portati dall'India in Cina,
non esistevano regole precise per le traduzioni e il modo di tradurli dipendeva dalle
inclinazioni del singolo traduttore. Per questo motivo il sapiente dottor Kumarajiva
dell'ultima dinastia Ch'in era solito dire: "Esaminando gli insegnamenti buddisti così
come esistono in Cina, trovo che in molti casi sono differenti dagli originali sanscriti.
Se le mie traduzioni dei sutra sono esenti da errori, dopo che sarò morto e cremato, il
mio corpo impuro sarà senza dubbio consumato dalle fiamme, ma solo la mia lingua
non brucerà". E quando infine fu cremato, il suo corpo si ridusse ad un cumulo di ossa,
ma rimase solo la lingua, appoggiata sopra a un fiore di loto blu, che emetteva una
luce così brillante da oscurare i raggi del sole. Che meraviglioso avvenimento!
«Fu proprio per questo che la traduzione del Sutra del Loto del sapiente dottor
Kumarajiva si diffuse rapidamente in tutta la Cina. E il Gran Maestro Dengyo
dell'Enryaku-ji93, confutando gli insegnamenti delle altre sette, disse: "La prova
consiste nel fatto che la lingua del sapiente dottor Kumarajiva, il traduttore del Sutra
del Loto, non venne consumata dalle fiamme. I sutra a cui voi vi affidate sono tutti
errati!".
«Anche nel Sutra del Nirvana il Budda afferma: "Quando i miei insegnamenti saranno
trasmessi ad altri paesi, conterranno molti errori". Anche se il testo di un sutra
affermasse che il Sutra del Loto è inutile, o che il Signore Shakyamuni è un Budda
ancora nel regno dell'oscurità, dovremmo indagare accuratamente se tale testo
appartiene agli insegnamenti veri o provvisori, al Mahayana o allo Hinayana, se è stato
predicato all'inizio o alla fine della vita del Budda e su chi sia il traduttore.
«Si dice che Lao Tzu e Confucio pensassero nove volte prima di proferire una singola
parola, o tre volte prima di
===
93. Enryaku-ji: tempio principale della setta Tendai, situato sul monte Hiei non lontano da Kyoto.
Fu fondato nell'anno 788 da Dengyo.
60
pronunciare una sola parola. E Tan, il duca di Chou94, era così ansioso di ricevere i suoi
visitatori da sputare tre volte il cibo durante il pasto e strizzarsi i capelli tre volte
mentre li lavava (per non farli attendere). Se perfino le persone descritte in superficiali
testi non buddisti si comportavano così, quanto più dovrebbero farlo coloro che
studiano le profonde dottrine delle scritture buddiste!
«Ora da nessuna parte nei sutra e nei trattati si trova la benché minima prova che
sostenga tale asserzione [che il Sutra del Loto sia inferiore al Sutra Dainichi]. Il Gran
Maestro Kobo nel suo commentario afferma che chi calunnia la persona e disprezza la
Legge cadrà nei cattivi sentieri95. Una persona come Kobo cadrà sicuramente
nell'inferno, su questo non ci può essere dubbio».
L'uomo rimase stordito e improvvisamente cominciò a lamentarsi. Dopo un po'
disse: «Il Gran Maestro Kobo era un esperto di scritture buddiste e non buddiste, un
maestro e una guida per la gente. Nelle pratiche virtuose superava ogni altra persona
della sua epoca e la sua reputazione era conosciuta ovunque. Si dice che dalla Cina
abbia scagliato un tridente di diamante96 che superò più di ottantamila ri97 attraverso
===
94. Tan, duca di Chou: fratello minore del re Wu della dinastia Chou. Mise in atto una serie di
riforme negli affari di stato e gettò solide basi per la dinastia. L'aneddoto viene menzionato nel
trentatreesimo capitolo dello Shih chi (Testimonianze storiche). Tan era così desideroso di trovare persone
capaci e si preoccupava talmente di non trascurare nessuno, che riceveva i visitatori anche mentre era a
tavola o si stava lavando i capelli.
95. Hizo hoyaku.
96. Tridente di diamante: arma usata nell'antica India, divenne uno strumento rituale usato dal
Buddismo esoterico Shingon. Il racconto è tratto dal Kobo daishi goden (Biografia del Gran Maestro Kobo)
scritta dal monaco shingon Ken'i (1072-1145). Secondo quanto riferito in quest'opera, prima di lasciare la
Cina, Kobo lanciò in aria un tridente di diamante. Quando tornato in Giappone, si recò sul monte Koya
per celebrarvi le pratiche esoteriche lo ritrovò fra i rami di un albero.
97.
Ri: unità di misura lineare. Originariamente corrispondeva a 6 cho (0,65 km), ma a
partire dal periodo Heian (794-1185) lo si considerò comunemente come 36 cho (3.93 km). Qui il termine
"ottantamila ri" indica semplicemente una distanza molto grande.
61
l'oceano fino a giungere in Giappone e che quando espose il significato del Sutra del
Cuore98 i malati di peste che recuperarono la salute erano così numerosi da riempire le
strade. Pertanto non era sicuramente una persona comune, ma la manifestazione di un
Budda nella sua forma temporale. Non possiamo fare a meno di stimarlo e avere fede
negli insegnamenti».
Il saggio replicò: «Dapprima anch'io pensavo così. Ma dopo aver intrapreso la
strada del Budda, ho cominciato a distinguere ciò che è ragionevole e ciò che non lo è
e mi sono reso conto che la capacità di compiere miracoli a piacimento non è
necessariamente un criterio per determinare se un insegnamento buddista sia vero o
falso. Ecco perché il Budda stabilì la regola di "dipendere dalla Legge e non dalla
persona" come ho detto precedentemente.
«L'asceta Agastya99 si versò il fiume Gange in un orecchio e ve lo lasciò per
dodici anni, l'asceta Jinu100 bevve tutta l'acqua del grande oceano in un solo giorno,
Chang Chieh101 esalò nebbia e Luan Pa102 esalò nuvole. Ma ciò non significa
===
98. Sutra del Cuore: Sutra Hannya shin. Breve sutra che contiene l'essenza dei Sutra Hannya o
Sutra della Saggezza e che espone brevemente la dottrina della non sostanzialità (giap.: ku) o della vacuità
di tutti i fenomeni.
99. Agastya: asceta brahmano indiano. I suoi poteri occulti vengono menzionati nel Sutra del
Nirvana, cap. 39.
100. Jinu: altro asceta brahmano indiano, menzionato nel Sutra del Nirvana, cap, 39.
101. Chang Chieh: vissuto nella tarda dinastia Han. Secondo lo Hou han shu (Lleh-ch uan 26),
eccelleva nelle arti occulte taoiste e fece apparire una fitta nebbia che si estendeva per più di cinque ri
cinesi (circa 3 km).
102. Luan Pa: vissuto nella tarda dinastia Han. Secondo lo Shen-hsien Ch'uan, durante un
banchetto bevve del vino e lo sputò verso sud-ovest. Egli spiegò di aver agito così per spegnere un fuoco
divampato nella città di Ch'eng-tu, che sorgeva in quella direzione. Da un'indagine risultò che pioggia
mista a vino era caduta sulla città e aveva spento un incendio.
62
che sapessero quale dottrina buddista è corretta e quale è errata, o che avessero
compreso il principio di causa ed effetto. In Cina quando il maestro del Dharma
Fa-yiin103 tenne una lezione sul Sutra del Loto, immediatamente piovvero fiori dai cieli.
Ma il Gran Maestro Miao-lo affermò che, sebbene Fa-yun avesse provocato tale
portento, le sue parole non erano in accordo con la verità [del Sutra del Loto]104. In
questo modo Miao-lo lo accusò di non avere compreso la verità del Buddismo.
«Il Sutra del Loto refuta le tre predicazioni del passato, presente e futuro105.
Esso rinnega i sutra precedenti, dicendo che in essi il Budda "non aveva ancora rivelato
la verità"106. Refuta i sutra dello stesso periodo con le parole "predicazione del
presente" e i sutra successivi con le parole "predicazione del futuro". Il Sutra del Loto è
realmente il sutra supremo fra tutti quelli predicati nel passato, presente e futuro.
«Nel quarto volume del Sutra del Loto si legge: "Yakuo,
===
103. Fa-yun (467-529): prete della Cina Liang. Nel 508 l'imperatore Wu lo nominò rettore del
tempio di Kuang-che-ssu. Fu venerato come studioso del Sutra del Loto e scrisse lo Hokke giki
(Annotazioni sul Sutra del Loto). L'aneddoto cui si fa riferimento qui appare nello Zoku koso den (Ulteriori
biografie di preti eminenti).
104. Hokke gengi shakusen, vol. 3.
105. Nel capitolo Hosshi (decimo) del Sutra del Loto Shakyamuni dice: «I sutra che io ho predicato
sono innumerevoli, migliaia, decine di migliaia, milioni. Tra tutti quelli predicati nel passato, nel presente
e nel futuro, questo Sutra del Loto è il più difficile da credere e il più difficile da capire». Ciò indica che il
Sutra del Loto è il più profondo di tutti i suoi insegnamenti. Nello Hokke mongu, Tien-t'ai interpreta i
sutra "predicati nel passato" come gli insegnamenti predicati per oltre quarantadue anni prima del Sutra
del Loto; quelli "predicati nel presente" come il Sutra Muryogi e quelli "predicati nel futuro" come il Sutra
del Nirvana.
106.
Sutra Muryogi.
63
ora ti dico: io ho predicato vari sutra e fra questi sutra, il Sutra del Loto è al primo
posto107". Questo brano significa che nell'assemblea sul Picco dell'Aquila il Budda si
rivolse al bodhisattva Yakuo e gli disse che, a cominciare dal Sutra Kegon fino al Sutra
del Nirvana, esistono innumerevoli sutra quanti sono i granelli di sabbia del Gange, ma
che, tra tutti, il Sutra del Loto che egli stava predicando occupa il primo posto. Ma
evidentemente il Gran Maestro Kobo ha frainteso terzo anziché primo.
«Nello stesso volume del Sutra del Loto il Budda afferma: "Per amore della via
del Budda ho predicato diversi sutra in innumerevoli differenti terre, ma questo sutra
è il più importante di tutti"108. Il significato di questo brano è che il Budda Shakyamuni
è apparso in innumerevoli terre, assumendo nomi diversi e con vite di diversa durata e
stabilisce che, tra tutti i sutra che ha predicato nelle varie forme in cui si è manifestato,
il Sutra del Loto occupa il primo posto.
«Nel quinto volume del Sutra del Loto si afferma che il Sutra del Loto "occupa il
posto più alto"109, chiarendo che questo sutra è superiore al Dainichi, al Kongocho e a
tutti gli altri innumerevoli sutra. Ma evidentemente il Gran Maestro Kobo lo lesse
come "occupa il posto più basso". Come si vede, Shakyamuni e Kobo, il Sutra del Loto
e lo Hizo hoyaku, sono in effetti totalmente in contrasto l'uno con l'altro. Hai
intenzione di rifiutare Shakyamuni e di seguire Kobo? O vuoi rifiutare Kobo e seguire
Shakyamuni? Vuoi andare contro le parole del sutra e accettare le parole di un maestro
qualunque? O vuoi rifiutare le parole di un maestro qualunque e onorare le auree
parole del Budda? Pensa attentamente prima di decidere che cosa accettare e che cosa
rifiutare!
===
107. Sutra del Loto, cap. 10.
108. Ibid., cap. 11.
109. Ibid., cap. 14.
64
«Per di più, nel capitolo Yakuo del settimo volume vengono esposte dieci
similitudini in lode del Sutra del Loto. La prima è la similitudine dell'acqua: i fiumi e i
torrenti sono paragonati agli altri vari sutra, il grande oceano al Sutra del Loto. Così se
qualcuno dovesse sostenere che il Sutra Dainichi è superiore e il Sutra del Loto
inferiore, in effetti sta dicendo che il grande oceano contiene meno acqua di un
piccolo torrente! Oggigiorno tutti sanno che l'oceano supera per dimensione i vari
fiumi, eppure non comprendono che il Sutra del Loto è il primo tra tutti i sutra.
«La seconda è la similitudine delle montagne: le montagne comuni vengono
paragonate agli altri sutra e il monte Sumeru al Sutra del Loto. Il monte Sumeru è alto
168.000 yojana110 dalla base alla cima: quale altra montagna può essergli paragonata?
Affermare che il Sutra Dainichi è superiore al Sutra del Loto è come dire che il monte
Fuji è più alto del monte Sumeru.
«La terza è la similitudine del sole e delle stelle: gli altri sutra vengono
paragonati alle stelle e il Sutra del Loto è paragonato alla luna. Confrontando la luna e
le stelle, qualcuno può avere dei dubbi su quale sia superiore?
«Più avanti in questa serie di similitudini si legge: "Allo stesso modo questo
sutra, il Sutra del Loto, occupa il primo posto tra tutti i vari sutra e dottrine, che siano
stati predicati da Budda, bodhisattva o discepoli shomon". Il Sutra del Loto non solo
rappresenta la dottrina più importante tra tutte quelle predicate dal Budda
Shakyamuni nel corso della sua vita, ma occupa anche il primo posto tra tutti gli
insegnamenti e i sutra predicati da Budda quali Dainichi, Yakushi o Amida, e da
bodhisattva quali Fugen o Monju. Pertanto se qualcuno
===
110. Yojana. antica unità di misura indiana, corrispondente alla distanza che l'esercito imperiale
poteva coprire in un giorno di marcia. Varia da 9.6 a 18 o a 24 chilometri.
65
pretendesse che un insegnamento è superiore al Sutra del Loto, sappi si tratta di un
insegnamento non buddista o del Demone del sesto cielo.
«Per quanto riguarda inoltre l'identità del Budda Dainichi, quando il Budda
Shakyamuni, il signore della dottrina illuminato fin dal remoto passato, per
quarantadue anni offuscò la propria luce e si mescolò con la polvere del mondo
adattandosi alle capacità della gente del suo tempo, egli, un Budda che unisce i tre
corpi in uno, assunse provvisoriamente le sembianze di Vairochana111. Perciò, prima di
rivelare la verità112, Shakyamuni si manifestò con l'aspetto adatto alla capacità della
gente. In questo modo il Sutra Fugen spiega che al Budda Shakyamuni venne dato il
nome di "Vairochana che tutto pervade", e che il luogo dove vive il Budda venne
chiamato la "Luce Eternamente Tranquilla".
«Il Sutra del Loto espone il mutuo possesso dei dieci mondi, ichinen sanzen,
l'unificazione delle tre verità, l'inseparabilità dei quattro tipi di terre113. Inoltre,
l'essenza dei sacri insegnamenti di tutta la sua vita, l'Illuminazione delle persone dei
due veicoli e la sua Illuminazione in un passato inconcepibilmente
===
111. Vairochana: Budda menzionato nei Sutra Kegon, Dainichi e altri. Nel Buddismo esoterico
Shingon viene identificato col Budda Dainichi.
112. Riferimento alla predicazione del Sutra del Loto.
113. Quattro tipi di terre: classificazione stabilita dalla scuola T'ien -tai delle varie terre nominate
nei sutra. Esse sono: 1) la Terra degli esseri illuminati e non illuminati, una terra in cui i comuni mortali
dei sei mondi inferiori convivono con i santi dei quattro nobili mondi (da quello di Studio a quello di
Buddità); 2) la Terra di passaggio, una terra abitata dalle persone di Studio e Realizzazione e da
bodhisattva ai primi stadi della pratica; 3) la Terra della vera ricompensa, una terra abitata da bodhisattva
che si trovano a stadi più avanzati; 4) la Terra della luce eternamente tranquilla, o la terra dove vive un
Budda. Negli insegnamenti precedenti il Sutra del Loto le quattro terre sono descritte come esistenti
separatamente l'una dall'altra. Il Sutra del Loto, invece, rivela che queste quattro terre non sono separate,
ma che sono diverse manifestazioni della stessa terra; le differenze dipendono dalla percezione delle
persone che la abitano.
66
remoto, si trovano solamente in questo sutra, il Sutra del Loto. C'è qualche cenno su
queste fondamentali questioni nei tre sutra esoterici di cui hai parlato, i Sutra
Dainichi, Kongocho e così via? Shan-wu-wei e Pu-k'ung rubarono queste dottrine
fondamentali dal Sutra del Loto e ne fecero il fondamento dei loro sutra. Ma questa è
una frode, nei loro sutra e trattati originali non c'è traccia di queste dottrine. Affrettati
a correggere il tuo modo di pensare su questo argomento!
«Il fatto che il Sutra Dainichi includa ognuno dei quattro tipi di insegnamenti114
ed esponga i precetti il cui beneficio si esaurisce quando la forma corporea cessa di
esistere115 è un insegnamento provvisorio, classificato dai maestri cinesi116 come un
sutra della categoria Hodo, appartenente, secondo la classificazione di T'ien-t'ai, al
terzo periodo di predicazione. È deplorevole [considerarlo superiore al Sutra del Loto]!
Se davvero hai in mente di ricercare la via, affrettati a pentirti dei tuoi errori passati! In
ultima analisi questo sutra di Myoho-renge-kyo riassume tutti gli insegnamenti e le
pratiche di meditazione dell'intera vita del Budda Shakyamuni in un singolo momento
di vita, e comprende tutti gli esseri viventi dei dieci mondi e i loro ambienti nei tremila
mondi».
===
114. Quattro tipi di insegnamenti: classificazione di T'ien-ta'i degli insegnamenti del Budda
secondo il contenuto. Sono l'insegnamento Tripitaka, l’insegnamento comune, specifico e perfetto. Qui si
afferma che il Sutra Dainichi non è un insegnamento perfettamente puro.
115. Riferimento ai precetti hinayana.
116. Riferimento a Kuang-hsiu (771-843), ottavo patriarca della scuola T’ien-t'ai, e Wei-chuan, il
suo discepolo più importante.
67