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SCRITTI DI NICHIREN DAISHONIN
VOLUME 4
IL RAGGIUNGIMENTO DELLA BUDDITÀ IN QUESTA ESISTENZA
Se vuoi liberarti dalle sofferenze di nascita e morte che sopporti dall'eternità e raggiungere
senza alcun dubbio la suprema illuminazione in questa esistenza, devi risvegliarti alla
mistica verità che è sempre esistita nella vita degli esseri umani. Questa verità è Myohorenge-kyo. Di conseguenza recitare Myoho-renge-kyo ti permetterà di afferrare la mistica
verità dentro di te. Myoho-renge-kyo è il re dei sutra, senza errori sia nella lettera che nella
teoria. Le sue parole sono la realtà della vita, e la realtà della vita è la Legge mistica ( myoho).
È chiamata Legge mistica perché spiega la relazione di mutua compenetrazione tra la vita e
tutti i fenomeni. È questa la ragione per cui questo Sutra è la saggezza di tutti i Budda.
La relazione di mutua compenetrazione tra la vita e tutti i fenomeni significa che la vita in
ogni istante abbraccia sia il corpo e lo spirito, sia l'io e l'ambiente di tutti gli esseri senzienti
in ognuno dei dieci mondi e dei tremila mondi1, come pure gli esseri insenzienti: le piante, il
cielo e la terra, fino alle più piccole particelle di polvere. La vita in ogni istante permea
l'universo ed è rivelata in tutti i fenomeni. Chi si risveglia a
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1.
Di ichinen sanzen.
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questa verità materializza egli stesso questa relazione (di mutua compenetrazione tra la
vita e tutti i fenomeni). Tuttavia, anche se reciti e credi in Myoho-renge-kyo, se pensi che
la Legge sia al di fuori di te, stai abbracciando non la Legge mistica ma qualche
insegnamento imperfetto. "Insegnamenti imperfetti" significa quelli al di fuori di questo
sutra, che sono tutti provvisori e transitori. Nessun insegnamento provvisorio conduce
direttamente all'illuminazione, e senza la diretta via all'illuminazione non puoi
raggiungere la Buddità, anche se pratichi vita dopo vita per innumerevoli eoni.
Raggiungere la Buddità in questa esistenza sarebbe dunque impossibile. Quindi, quando
invochi la Legge mistica e reciti il Sutra del Loto, devi raccogliere la profonda fede che
Myoho-renge-kyo è la tua vita stessa.
Non devi mai cercare nessuno degli ottantamila insegnamenti di Shakyamuni e
nessuno dei Budda e bodhisattva dei tre tempi e delle dieci direzioni al di fuori di te. La
padronanza degli insegnamenti buddisti non ti solleverà affatto dalle sofferenze mortali
fino a che non percepirai la natura della tua stessa vita. Se cerchi l'illuminazione al di
fuori di te, qualsiasi disciplina o buona azione sarà priva di significato. Per esempio, un
povero non potrà guadagnare un centesimo solo contando le ricchezze del suo vicino,
anche se lo facesse costantemente giorno e notte.
È per questo che Miao-Io afferma: "Se non si percepisce la natura della propria vita,
non si può sradicare il cattivo karma"2. Questo significa che finché non percepisci la
natura della tua vita, la tua pratica sarà un'infinita e dolorosa austerità. Perciò Miao-Io
condanna tali studiosi di Buddismo come non buddisti. Si riferisce al passo del Maka
shikan che afferma: "Benché studino il Buddismo, le loro idee sono quelle di non
buddisti".
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2.
Maka shikan bugyoden guketsu, vol. 4.
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Sia che tu invochi il nome del Budda3, che reciti il Sutra o che semplicemente offra
fiori e incenso, tutte le tue azioni virtuose costituiranno la causa per i benefici e per la
fortuna nella tua vita. Con questa convinzione devi mettere la tua fede in pratica. Per
esempio, il sutra Jomyo afferma che l'illuminazione del Budda è da ricercarsi nella vita
umana, mostrando così che i comuni mortali possono raggiungere la Buddità e che le
sofferenze di nascita e morte si possono trasformare in nirvana. Afferma inoltre che se la
mente degli uomini è impura, anche la loro terra è impura, ma se la loro mente è pura, lo
è anche la terra. Non ci sono terre pure e terre impure di per sé: la differenza sta
unicamente nella bontà o malvagità della nostra mente. Lo stesso vale per un Budda e un
comune mortale. Quando una persona è illusa è chiamata comune mortale, ma una volta
illuminata è chiamata Budda. Anche uno specchio appannato brillerà come un gioiello se
viene lucidato. Una mente annebbiata dalle illusioni derivate dall'oscurità innata della
vita è come uno specchio appannato, che però una volta lucidato diverrà chiaro e
rifletterà l'illuminazione alla verità immutabile. Risveglia in te una profonda fede e lucida
il tuo specchio notte e giorno. Come puoi lucidarlo? Solo recitando Nam-myoho-rengekyo.
Cosa significa myo? È semplicemente la misteriosa natura della nostra vita di
momento in momento, che la mente non può comprendere e le parole non possono
esprimere. Se guardi nella tua mente in qualsiasi istante, non puoi percepire né un colore
né una forma per verificarne l'esistenza. Tuttavia non puoi neanche dire che non esista,
poiché pensieri differenti l'attraversano di continuo. La vita è veramente una realtà
inafferrabile che trascende sia le parole che i concetti dell'esistenza e della non-esistenza.
Non è né esistenza né non esistenza,
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3.
Il nome del Budda : qui è da intendere come Nam-myoho-renge-kyo.
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e comunque ha le caratteristiche di ambedue. È la mistica entità della Via di Mezzo che è la
realtà di tutte le cose. Myo è il nome dato alla misteriosa natura della vita e ho alle sue
manifestazioni.
La meraviglia di questa Legge è esemplificata da renge, il fiore del loto. Una volta
compreso che la tua vita stessa è la Legge mistica, comprenderai che lo è anche la vita di
tutti gli altri. Tale comprensione è il mistico kyo, o sutra. È il re dei sutra, la diretta via
all'illuminazione, poiché spiega che l'entità della nostra mente, dalla quale sorgono sia il
bene che il male, è in realtà l'entità della Legge mistica; se hai una profonda fede in questa
verità e reciti Myoho-renge-kyo, sicuramente raggiungerai la Buddità in questa esistenza.
Questo è il motivo per cui il Sutra afferma: "Dopo la mia morte, dovete abbracciare questo
Sutra. Quelli che lo faranno percorreranno la diretta via verso la Buddità"4. Non dubitare
mai minimamente, ma mantieni la tua fede, poiché questa è la pratica per raggiungere la
Buddità in questa esistenza. Nam- myoho-renge-kyo, Nam-myoho-renge-kyo.
Con rispetto, Nichiren
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4. Sutra del Loto, cap. 21.
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Issho Jobutsu Sho
Gosho Zenshu, pan. 383
Scritto nel 1255, a 34 anni, da Kamakura
Destinalo a Toki Jonin
CENNI STORICI - Nichiren Daishonin scrisse questo Gosho nel 1255, all'età di 34 anni,
destinandolo a Toki Jonin, un samurai del governo militare di Kamakura, discepolo del
Daishonin dal 1254. È stato quindi scritto due anni dopo la proclamazione del vero
Buddismo, avvenuta il 28 aprile 1253. Dopo questa data, il Daishonin era andato a vivere in
una capanna a Matsubagayatsu, da dove poteva propagare meglio il suo insegnamento. In
quel periodo si erano convertiti molti giovani, sia preti che laici; avevano infatti abbracciato
questo insegnamento il prete Nissho e Nichiro e laici come Shijo Kingo, i fratelli Ikegami e
Kudo Yoshitaka. Da ciò possiamo presumere che a quel tempo la capanna di
Matsubagayatsu fosse animata dallo spirito di ricerca di questi giovani e che si facesse
shakubuku in modo vivace.
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